Per la prima volta a Roma: Palazzo Bonaparte ospita la retrospettiva del Maestro Han Yuchen “Tibet, splendore e purezza”

Han Yuchen
Fratello e sorella – Brother and sister
2015
Olio su tela / Oil on canvas
cm 135×120

Aperte le prevendite al link
www.ticket.it/hanyuchen

Per la prima volta a Roma, Palazzo Bonaparte ospita la grande retrospettiva del
Maestro Han Yuchen con la mostra “Tibet, splendore e purezza”

Han Yuchen
La devota – The faithful
2010
Olio su tela / Oil on canvas
cm 180×110

Dal 14 luglio, e per la prima volta nella Capitale, Palazzo Bonaparte ospita un’ampia retrospettiva dedicata al grande Maestro della pittura a olio della Cina contemporanea Han Yuchen.

Il Tibet, la sua gente, i suoi paesaggi, la sua anima.
Un’immersione nella bellezza naturale e spirituale del Tibet, il “Tetto del mondo”, ma anche una galleria di ritratti di chi quell’immenso altopiano lo vive.

La mostra HAN YUCHEN. Tibet, splendore e purezza testimonia – attraverso un percorso di circa 40 opere, molte delle quali di grandi dimensioni, divise in tre sezioni (PaesaggiRitratti e Spiritualità) – il profondo legame morale e spirituale che unisce la famosa regione autonoma della Cina all’insigne pittore cinese Han Yuchen.

Come spiega Nicolina Bianchi, curatrice della mostra: “Nel Tibet di Han Yuchen il paesaggio e l’uomo diventano protagonisti di una stessa storia misteriosa, quasi impenetrabile, dove genuina fierezza e quotidianità convivono e si incontrano nella purezza di luce dei luoghi e dell’energia vitale dei personaggi che li animano. Pastori, guardiani, nomadi, monaci che con saggezza condividono il tempo e lo spartiscono nel loro vivere semplice e autentico“.

Così Gabriele Simongini, cocuratore della mostra: “Han Yuchen sente con grande disagio che l’impressionante progresso tecnologico del nostro tempo e la smania di una continua crescita economica corrispondono per contrasto a un crescente impoverimento morale e a un degrado dell’universo personale e dei rapporti umani. Per lui il Tibet è una sorta di “patria” dell’anima, perduta e originaria, da ritrovare. Il suo è un realismo etico che intende offrire un modello ideale e forse utopistico per una vita più semplice e spirituale“.

Un artista molto legato ai valori tradizionali e alla qualità della pittura ma anche caratterizzato da una fortissima passione per l’arte europea dell’Ottocento, tanto da aver creato nel 2007 il Museo d’Arte Han Yuchen nella città di Handan, con opere di Millet, Corot e Goya, solo per citare tre nomi eccelsi.
Ricollegandosi soprattutto all’esempio di Millet, il Maestro cinese ha fatto di una pittura limpida e poetica il suo segno di riconoscimento, una cifra stilistica diretta e semplice come la vita dei tibetani che ha scelto di immortalare, rievocando per certi aspetti un realismo di matrice ottocentesca, ricco di valori etici e ideali, che si fonde con le capacità tecniche sviluppate in Cina nell’ambito della pittura ad olio.

Una volta individuati i soggetti più coinvolgenti, Han Yuchen li traduce – attraverso un’indubbia sapienza pittorica e una spiccata capacità di elaborare ampie sintesi paesaggistiche o meticolosi dettagli – in ritratti e opere dove le vesti, gli ornamenti e gli oggetti della vita quotidiana o delle cerimonie ci restituiscono un’immagine emozionante del lontano Tibet.

Con il patrocinio del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura, l’esposizione HAN YUCHEN. Tibet, splendore e purezza è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con Segni d’arte, ed è curata da Nicolina Bianchi e Gabriele Simongini, con catalogo Skira.

La mostra vuole rendere omaggio al rafforzato dialogo socio-culturale Italia-Cina, ma anche far risaltare alcuni dei profondi e più recenti cambiamenti della società tibetana acutamente rappresentati dalla pittura a olio del Maestro di Jilin.


Informazioni e prenotazioni
T. +39 06 8715111

Siti internet
www.mostrepalazzobonaparte.it
www.arthemisia.it

Social e Hashtag ufficiale
@arthemisiaarte
@mostrepalazzobonaparte
#HanYuchenBonaparte

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso
sam@arthemisia.it | T. +39 06 69380306

Ufficio stampa Segni d’arte
Giovanni Ierfone
press@segnidarte.it | M. + 39 392 5281639

Relazioni esterne Arthemisia
Camilla Talfani
M. +39 335 7316687 | +39 345 7503572

Ultimi giorni per partecipare ad ARTKEYS PRIZE – Nominata la Giuria del Premio di arte contemporanea

La Giuria

Artkeys Prize – Festival di arte contemporanea

Iscrizioni fino al 17 luglio 2022

Nominata la Giuria del Premio

Scade il 17 luglio 2022 il termine delle iscrizioni per partecipare alla quarta edizione di Artkeys Prize-Festival di arte contemporanea nelle diverse categorie di pittura, scultura e installazione, fotografia, video arte e performance.

Il Premio si rivolge a tutti gli artisti del panorama nazionale ed internazionale, senza limiti di età e nazionalità: la Giuria composta da Manuela De Leonardis (Storica dell’arte, Giornalista e Curatrice indipendente), Alberto Dambruoso (Critico d’arte), Marilena Morabito (Curatrice) e da un quarto giurato che sarà presto svelato, selezionerà 70 artisti le cui opere saranno protagoniste di una mostra collettiva nell’area dell’Ex Tabacchificio di Borgo Cafasso, a due passi dall’area archeologica di Paestum, dal 19 al 27 novembre 2022.

Durante il vernissage del Premio saranno annunciati i vincitori di ogni sezione: ai primi posti sarà corrisposto un premio in denaro (dotazione complessiva 8000 euro),mentre ai secondi posti saranno offerte delle “Residenze d’Arte”, messe a disposizione da enti e aziende presenti su tutto il territorio cilentano.

Il Premio ArtKeys è organizzato dall’Associazione Blow-Up e dal Collettivo Vyolaa, composto dagli artisti Marianna Battipaglia, Mabel D’Amore, Nadia Miglino, Francesco Monk e Rudy Zoppi, con lo scopo di promuovere e valorizzare l’arte contemporanea nella splendida cornice del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e degli Alburni.Le passate edizioni del Premio hanno visto la partecipazione di artisti provenienti da ogni parte di Europa e del mondo, grande riscontro di pubblico e delle istituzioni, nonché le collaborazioni con il Castello Angioino Aragonese di Agropoli, il Museo del Mare di Pioppi, il Castello di Pollica e con i comuni di Agropoli, Laureana Cilento, Rutino e Cetara. Grandi nomi anche per le Giurie con la presenza di Daniele Ciprì, Antonio Rezza e Flavia Mastrella, Antonello Tolve, Gianni Comunale, Nuvola Lista, Giulio Rincione, Roberto Sottile, Enrica Feltracco, Antonello Silverini, Grazia La Padula e Lorenzo Ruggero.

batch 5

Il Premio ArtKeys nasce con la volontà specifica di rafforzare il valore dell’Arte come spirito di rinascita e di contributo all’incentivazione del turismo e dell’imprenditorialità, mettendosi in correlazione con il territorio in cui nasce, il Cilento, patria della dieta Mediterranea, dove Ancel Keys, biologo e fisiologo statunitense, la studiò e pose le basi per farla divenire bene protetto dell’umanità Unesco. A lui è dedicato e ispirato il nome del Premio, che intende assimilare la tenacia e i valori con cui il biologo ha lavorato e valorizzato il territorio cilentano e la dieta mediterranea. Il movimento Artkeys ha quindi come obiettivo primario la promozione degli artisti che sviluppano la propria arte all’interno di questo contesto: le precedenti tre edizioni di Artkeys Prize hanno, infatti, permesso una maggiore conoscenza del territorio richiamando un incredibile numero di turisti e visitatori che hanno potuto, così, scoprire le ricchezze e le peculiarità del Cilento.

ArtKeys Prize indice ogni anno anche un contest, Artkeys Box, per la selezione di un’illustrazione a tema libero che verrà stampata con tecnica serigrafica sul box del catalogo del Premio che raccoglie tutte le opere selezionate: il box di quest’anno, che verrà consegnato a tutti i finalisti e ai componenti della Giuria, sarà illustrato da Lorenza Pleuteri, vincitrice del contest Artkeys Box 04.

Per partecipare ad ArtKeys Prize è possibile inviare la propria candidatura attraverso la pagina di registrazione. nel sito web www.premioartkeys.it: all’interno del modulo è possibile scegliere una sezione a cui partecipare e caricare le opere desiderate. Sono ammesse candidature da parte di associazioni, collettivi, gruppi o singoli artisti. I 70 finalisti saranno annunciati dal 1 settembre 2022.

Tutte le info e il bando sono disponibili sul sito www.premioartkeys.it

Il Bando – Scadenza candidature 17 luglio 2022


INFO

Artkeys Prize
Promosso daAssociazione Culturale Blow-up
Direzione artistica Rudy Zoppi, Associazione Culturale Blow-Up, Collettivo Vyolaa

Per info:
info@premioartkeys.it
www.premioartkeys.it

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
tel 3494945612 – roberta.melasecca@gmail.com
www.melaseccapressoffice.itwww.interno14next.it

Venezia, Spazio SV: THE DREAM. Mostra evento a tema ambientale del movimento ARTIVISM

Quelli che sognano ad occhi aperti, sono a conoscenza di molte cose che sfuggono a chi sogna addormentato.

 EDGAR ALLAN POE

THE DREAM
A cura di Alexandra MAS, Diana HOHENTHAL e Peter HOPKINS

14.07 – 10.09.2022
Spazio San Vidal
Scoletta di San Zaccaria, Campo S.Zaccaria Castello, Venezia

OPENING 14.07 ore 19.00

A project by Mas Tassini Studio – Artivism -Shim Eco Network

Lo Spazio SV ha il piacere di ospitare la mostra-evento THE DREAM, che affronta la tematica ambientale ed esplora il ruolo dell’arte come esortazione alla presa di responsabilità verso l’emergenza climatica. 

THE DREAM è un progetto artistico che rientra nelle attività dei movimenti ARTIVISM e SHIM ECO e rappresenta la seconda fase di un percorso nato a giugno presso la Fortezza Orsini di Sorano in Toscana, nell’ambito del Saturnia Film Festival grazie alla collaborazione con la Mas Tassini Studio, che ne ha curato la sezione Art Short.

ARTIVISM, attivismo artistico, si è sviluppato come un movimento aperto al dialogo che abbraccia diverse discipline, basato sul credo che l’arte possa fare la differenza, ispirare senso critico e coltivare la consapevolezza per un cambiamento sociale.

L’artista francese Alexandra Mas, qui in veste anche di curatrice e vero motore propulsivo del progetto, da tempo sostiene attivamente il movimento e quando nel 2019 ad Art Miami presentò la sua performance NO sull’inquinamento da plastica degli oceani ebbe l’occasione di incontrare Peter Hopkins del network artistico SHIM Art. Il dialogo fu immediato, e uniti dal medesimo sentire e dalla stessa volontà di operare, diedero vita a SHIM ECO, una piattaforma open source con una struttura non gerarchica che collega artisti, creativi di diverse discipline, scienziati, filosofi, a livello mondiale, per condividere informazioni e opere incentrate sui cambiamenti climatici, l’ambiente e la giustizia sociale al fine di sensibilizzare e ispirare un cambiamento.  Il primo evento di Shim Eco svoltosi a New York, ha raccolto un centinaio di artisti con cinque curatori ed è stato pubblicato nel 2021 su Artsy, la più grande piattaforma d’arte di e-commerce al mondo.

THE DREAM vuole evocare la forza della cooperazione e si fa ponte trasgenerazionale e transnazionale affiancando giovani ad artisti già affermati provenienti da più di venti Paesi diversi per offrire un terreno fertile di dialogo fra età e culture e mettere al primo posto l’inclusività e le tematiche comuni di fondo al progetto: l’impatto ambientale ed ecosostenibile, la giustizia sociale e la consapevolezza verso le complesse circostanze del presente. 

Lasciamo la parola a una delle curatrici, Diana Hohental della galleria Hohental und Bergen di Berlino “Sostenibilità, crisi climatica…sono termini ora molto diffusi, ma non descrivono nulla che non sapessimo già, e in gran parte trascuriamo.  Solo l’arrivo di disastri sconvolgenti come la pandemia o la guerra in Europa riesce a metterci in allarme e ci mostra quanto siamo impreparati… Ma ora, grazie in parte all’entusiasmo ribelle dei giovani e degli artisti a mettere in imbarazzo l’ordine costituito, anche i politici mondiali, con alcuni notevoli eccezioni, valutano le minacce ambientali con lo stesso grado di serietà dei grandi temi sociali come la fame, la povertà, l’immigrazione. 

Sicuramente la crisi climatica è un problema grave e complesso e le soluzioni risultano scomode per noi tutti, i messaggi politici vengono considerati noiosi e poi trascurati, per un vero risveglio delle coscienze serve altro e il mondo creativo con la sua capacità comunicativa dirompente può arrivare forte al pubblico e facendo riflettere, stimolare provvedimenti individuali per contribuire a un mondo più pulito.

Da queste riflessioni nasce il progetto THE DREAM, dove l’esperienza incontra la gioventù e dove con modalità espressive differenti tutti condividono i seguenti principi: la passione per l’arte e la ricerca dell’eccellenza, la consapevolezza della propria responsabilità verso il pianeta, la sfida per il risveglio delle coscienze, l’apertura al dialogo e la disponibilità ad apprendere cose nuove in ogni situazione. 

La mostra, come fa intendere il titolo, vuole sì diffondere il messaggio di denuncia attraverso le arti visive ma non mediante lo shock, bensì attraverso un viaggio onirico, un sogno ad occhi aperti, per svegliare dal sonno dell’indifferenza e che possa suscitare riflessioni e reazioni concrete

Nello spirito del network SHIM ECO i curatori operano scelte di artisti nell’ottica della bellezza e del messaggio e in collaborazione con il Festival di Saturnia danno spazio anche a opere video e film d’autore, con una visione curatoriale attenta alle differenze di pratica espressiva, età, genere ed etnia.  

L’esposizione accoglierà la ventitreenne ucraina Alona FEDORENKO, accanto al fotografo di fama mondiale Winnie DENKER. Verranno presentati lavori di Sébastien LAYRAL che riflettono sulla giustizia sociale, i video d’arte inclusivi di Philippe FORTE-RYTER con il MEZamorphose ORchestr-ALL; l’approccio scientifico di Roz DELACOUR; la pura poesia ecologica di Nana DIX e Boris POLLET; le monumentali opere accusatorie di Sarah OLSON o Bernard GARO; un pizzico di umorismo di Stéfanie RENOMA o Victoria TASCH.

Nicolas HAMM e Grigori DOR e alcuni artisti che fanno parte di collezioni museali come Haralampi G. OROSCHAKOFF hanno abbracciato questo progetto con entusiasmo e lo hanno sostenuto con la loro partecipazione.

Tra i giovani artisti partecipanti sono presenti alcuni studenti come Anastasia Grigoryeva di IFA, l’International Fashion Academy di Parigi, università internazionale con una grande sensibilità ambientale, che nei suoi tre campus a Parigi, Shanghai ed Istanbul promuove una visione etica della moda, che sia sostenibile e aperta a tutti, incoraggiando e supportando progetti mirati ad aumentare la consapevolezza su queste tematiche.  

Venezia, con le peculiarità che la contraddistinguono e la rendono così fragile davanti all’incognita degli sviluppi climatici, è luogo che per sua stessa essenza diventa un amplificatore delle domande che inevitabilmente ci si pongono in merito a questi temi e Spazio SV come sempre accoglie con piacere gli autori che ci possono aiutare ad osservare e riflettere sulle problematiche che tutti siamo tenuti ad affrontare.

Gli Artisti partecipanti provengono dalle seguenti Nazioni:             
Argentina – Australia – Austria – Canada – Danimarca- Repubblica Dominicana – Finlandia – Francia – Germania – Gran Bretagna -Italia – Israele – Olanda- Polonia – Romania – Russia – Spagna – Stati Uniti – Svezia – Svizzera – Ucraina.

Elenco degli Artisti principali (selezione)

Roz DELACOUR -Francia, Winnie DENKER – Danimarca, Nana DIX  – Germania, Grigori DOR  – Russia,

Bernard Garo – Svizzera, Peter Hopkins – Usa, Iris Hoppe – Germania, Anton LAIKO – Germania, 

Sebastien LAYRAL – Francia, Ola LEWIN – terrestre, Maria MARSHALL UK/Svizzera, 

Alexandra MAS Romania/Francia, Trevor Lloyd MORGAN – Australia, Sarah OLSON – USA,

Haralampi G. OROSCHAKOFF – Austria, Dodi REIFENBERG – Germany, Stéfanie RENOMA – France,

Catrin ROTHE – Germany, Wolf SON – Russia.

Alcune note sul percorso espositivo
di Silvia Previti 

L’allestimento della mostra allo Spazio SV, all’interno della Scoletta di San Zaccaria, segue un percorso logico che ci accompagna in questo risveglio delle coscienze. Si parte da una visione arcaica e primordiale della madre terra, sinuosa ed avvolgente, eterea e allo stesso tempo fragile e delicata. Ne abbiamo sensazione nelle opere fotografiche di Marco Tassini, Gaia Adducchio con le loro metamorfosi o il senso di stupore e attesa in Trevor Loyd Morgan. Grande presenza in mostra e ospite d’onore la fotografa Winnie Denker, che con la sua “Infinite Island” ci pone dinnanzi alla distesa sterminata di un’isola sospesa e silente, in assenza di forma antropica ed estremamente armonica nella sua essenzialità.

Altro ospite dalla fama internazionale e investito del ruolo di curatore per la sezione di artisti americani è Peter Hopkins, che con “Psychedelic Flag” e l’utilizzo dei mixed media ci ipnotizza in una fase del sonno che diventa senz’altro onirica. Si passa alla pittura con la clessidra del veneziano Sergio Boldrin che ci ricorda che il tempo sta finendo e nel suo caso, con l’utilizzo del bitume insieme alla pittura, denuncia l’inquinamento scellerato dei mari. Sebastian Layral con la sua boccia chi sembra di profumo, ma con all’interno il lobo del suo orecchio, impressiona con una riflessione sulla divinizzazione degli oggetti dell’uomo contemporaneo e l’incapacità di sentire, di ascoltare il grido di aiuto che ci giunge da ogni parte della Terra. Nel passaggio al piano superiore della mostra si ha una sequenza di opere più simboliche, di rimando alla tradizione e al riferimento iconografico alla storia dell’arte, ma sempre portando il messaggio di denuncia all’uomo del suo stupro perpetrato e tuttora in corso al pianeta. Oscar Carvallo ed Elisabeth Saveri rimandano ai simbolismi con le raffigurazioni di volatili sacri e portatori di significati positivi e salvifici, abbinati alla drammaticità della distruzione umana; Sonia Chiapuso e Christina Kuriakidou in forme e tecniche diverse, utilizzano la figura femminile di un tempo della storia dell’arte per testimoniare il messaggio di salvezza da un lato e oltraggio alla salubrità dall’altro, con la donna dall’orecchino di sigaretta. Andy Li lascia un monito interrogativo inequivocabile e condivisibile. 

Al piano superiore il sogno si fa più confuso ed incalzante, si perdono i riferimenti figurativi e si entra con forza nel caos dove mente razionale e fantasia si inglobano e sconvolgono l’ordine delle cose, come le opere pittoriche di Grigori Dor et di Catrin Rothe. Una sezione di opere dal formato verticale con mixed media su fibre vede protagonista lo scioglimento dei ghiacci, il creparsi del terreno, la dissoluzione della terra, con l’opera dello svizzero Bernard Garo da sempre interessato alla trattazione del tema del global warming, presente anche con “Crevasse”, il video nominato al Saturnia Film Festival. Insieme alla raffigurazione dei crepacci e delle insenature si fa presente la figura femminile nei tessuti reciclati e reinterpretati di Sarah Olson et di Anastasia Grigoryeva, nonché in Nicolas Hamm con la sua “Nascita delle Amazzoni”, disegno che aiuterà l’artista Madalena Monaldi nella ispirazione e narrazione dei suoi gioielli.

Terra è madre e dalle sue insenature nasce colei che genera altrettanto la vita. Materiche, impressionanti, minuziose e impattanti le opere scultoree di Pedro de Alves e Alexandra Mas, che riportano al visitatore l’importanza della manualità e della conoscenza degli elementi offerti in natura, insieme alle loro infinite possibilità di lavorazione, come l’oro, la pietra, la sabbia con il vetro.

Infine, meritano assoluta attenzione la selezione di Video arte esposta in mostra e parallelamente presentata al Saturnia Film Festival curata da Alexandra Mas e Marco Tassini.

Il cortometraggio e i film d’artista sono mezzi espressivi sicuramente impattanti e coinvolgenti anche per la trasmissione di messaggi complessi come quelli trattati.

Merita attenzione “The secret Garden”, di Nana Dix, nipote del pittore Otto Dix, che ispirata alla poesia “Il corvo” di Edgar Allan Poe, riproduce scenari incalzanti in ambientazioni sfuocate e dove il focus si concentra su terra, acqua, animali selvatici e l’urlo finale di disperazione dell’essere umano.

Pierre Jerome Jehel ci presenta un film sperimentale in 16 mm girato e sviluppato in una grotta, ricreando un viaggio immaginario dei luoghi visitati dai fratelli Lumiere, con riprese subacquee e fotogrammi di immagini di paesaggi di mare, apparentemente calmi e silenti.

Maria Marshall fa un parallelismo fra la potenza di un carro armato e quella di una donna con un neonato in un bosco. Quale arma la più forte, la vita o la morte?

Stefanie Renoma con “The banquet – An Opera” porta con un’ironia dissacrante i vizi dell’uomo moderno, messi in scena in un’ultima cena glam, dove allo scoccare del tempo si balla anche se è la fine del mondo. Roz Delacour porta un’analisi lucida e razionale sui possibili scenari della fine del mondo, della inevitabile complicità umana, della sua drammatica dipendenza che l’uomo con superbia arroganza ha da sempre negato verso la natura, sovrapponendo immagini di atomo e pianeta Terra, cervello umano e morfologia terrestre.


SCHEDA INFORMATIVA

THE DREAM 
06.07.2022 > 10.09.2022

A CURA DI 
Alexandra MAS, Diana HOHENTHAL e Peter HOPKINS

DOVE
Spazio San Vidal SV (Scoletta di San Zaccaria) – Campo San Zaccaria, Castello 4683, 30122 Venezia (VE)

ORARI DI VISITA
Dal martedì alla domenica 
10.30 > 12.30 / 16.00 > 19.00 

ORGANIZZAZIONE 
Mas Tassini Studio 

UFFICIO STAMPA
FG Comunicazione – Venezia 
Cristina Gatti 
+39 338 6950929
cristina.gatti@fg-comunicazione.it

Palermo, Le vie dei tesori: Ex voto. Artisti per Rosalia – Personae, a cura di Andrea Guastella

Ex voto. Artisti per Rosalia è un omaggio alla città di Palermo e alla sua patrona: i due palazzi ai Quattro Canti ospiteranno una collettiva di 87 artisti e 12 percorsi per raccontare l’impegno dell’arte come strumento di dialogo, rispetto e ecologia ma anche denuncia contro abbandono e incuria. L’abbraccio dell’arte si mette sotto la protezione della Santuzza che proprio dal Cassaro passerà la sera del 14 luglio. L’arte può salvare il mondo dall’oblio? Forse no, ma può tentare di farlo. Nasce da qui la grande collettiva, organizzata nei giorni del Festino ritrovato  dalla Fondazione Le Vie dei Tesori , e curata da Andrea Guastella , da un’idea di  Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona , proprietario dei due palazzi. Dall’ingresso su via Maqueda di Palazzo Costantino, disegnato dal Marvuglia, a Palazzo Di Napoli, con gli stemmi aragonesi divenuti all’epoca dei Vespri simboli della Sicilia, gli 87 artisti riuniti in dodici progetti o collettivi, entrano in dialogo diretto con gli spazi , spesso gravemente degradati, li fanno propri, li attaccano o li accarezzano, li blandiscono o li rende vivi: il loro è un messaggio di sostenibilità, viver comune, comunità, rispetto. 

Opera di Momò Calascibetta – FESTINO (particolare con Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona),
tecnica mista su carta cm.200 x 500, 2022

In questa carta chilometrica, Calascibetta reinterpreta forse il Cenacolo, il capolavoro di Leonardo. Si tratta tuttavia di una “festa” un po’ strana: non c’è un tavolo, e non c’è niente da mangiare. Non c’è, a ben vedere, nemmeno un traditore, perché lo sono tutti, perché nessuno, ad eccezione della figura centrale in jeans, canotta bianca e scarpe da ginnastica – “Che avete da guardare? Lavora!” sembra griglia, minacciando a gesti conseguenze in caso di diniego – sfugge al niente che, come nei manicomi di Goya, consuma l’esistenza in riti e posa senza senso. 

Le vie dei tesori
Ex voto. Artisti per Rosalia

All’interno del progetto Ex voto. Artisti per Rosalia , inaugura il giorno 13 luglio 2022 alle ore 16.00, Personae  con le opere di Salvo Agria, Romolo Angelini, Salvo Barone, Daniele Cascone, Momò Calascibetta, Luigi Citarrella, Alberto Criscione, Francesco Cuttitta, Alessia Forconi, Valentina Formisano, Franco Losvizzero, Fulvio Merolli, Giovanni Robustelli, Piero Roccasalvo Rub, Lola Montes Schnabel, Attilio Scimone, Anna Maria Terenghi, a cura di Andrea Guastella

Un unico flusso d’arte che come un abbraccio entra nel palazzo diruto, supera l’antica Cavallerizza, sale lo scalone a doppia rampa che conserva l’imponenza di un tempo, e si srotola tra le sale sbreccate, le porte rimosse, le finestre senza più vetri, per fermarsi sotto il grande affresco del Velasco, potentemente sopravvissuto; e da lì, abbandona Palazzo Costantino e si insinua dentro l’attiguo Palazzo Di Napoli, uno dei quattro Canti del Teatro del Sole. L’abbraccio dell’arte che si mette sotto la protezione della Santuzza che proprio dal Cassaro passerà la sera del 14 luglio.
L’arte può salvare il mondo dall’oblio? Forse no, ma può tentare di farlo. Nasce da qui la grande collettiva Ex voto. Artisti per Rosalia, organizzata nei giorni del Festino ritrovato dalla Fondazione Le Vie dei Tesori, e curata da Andrea Guastella, da un’idea di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona.
A differenza dei nostri antenati, non siamo più così certi della distanza tra vero e falso, realtà e immaginazione. Il mondo ha rinunciato alla parte dello scrigno di cui trovare la chiave. Si dubita addirittura che la chiave sia esistita. Non sorprende, perciò, che il problema della maschera sia un problema centrale. La maschera, come raccontava a me ea un altro amico il compianto Alberto Abate, “è la possibilità che ha l’uomo di trascendere se stesso, di incontrare, senza essere riconosciuto, signori o poteri che stanno dall’altra parte e poter entrare quindi in contatto con loro. Ti indico brevemente due miti. Il mito di Atteone. Atteone è un cacciatore che viaggia per l’Ellade e incontra Artemide. Atteone vede Artemide e si presenta così com’è. Allora la dea lo punisce perché si presenta come Atteone e lo rispedisce tra la muta dei suoi cani trasformati in cervo. Qui, la maschera viene rovesciata. Atteone nel mondo dei vivi viene mascherato da cervo perché si presenta nel mondo dei morti da vivo, senza la maschera, cioè col suo vero volto. Questa è una infrazione rituale, un sacrilegio. La dea della notte, la signora della notte lo punisce. Un altro eroe, invece, che copre il volto con la maschera e penetra nel regno del negativo e ne riemerge vivo, è Perseo. Perseo ha altre forme di mascheramento, il mantello che lo rende invisibile, il cappello, lo specchio di Minerva; per cui, può entrare in contatto con le forze del negativo, dominarle senza contaminarsi, può utilizzare questo potere per trasmettere la vita nel mondo. Questo mito della maschera, dell’eroe che entra nell’altro mondo è un mito che si presenta molte volte nelle saghe e leggende delle più svariate tradizioni. L’artista, in effetti, è, in questo senso, sciamano che utilizza l’artificio, quindi la maschera, per poter penetrare, entrare in contatto con quell’altro mondo”. In un mondo di finzione, le personae, cioè le maschere, sono le uniche a non recitare un ruolo. Chi, come Perseo, e come gli artisti convenuti in questa mostra, discenda agli Inferi, negli abissi insondabili dell’esperienza individuale, è già morto. Perciò non può morire. Perciò è in grado di offrireci il ritratto più attendibile dell’uomo contemporaneo, tra umano e postumano. quindi la maschera, per poter penetrare, entrare in contatto con quell’altro mondo”. In un mondo di finzione, le personae, cioè le maschere, sono le uniche a non recitare un ruolo. Chi, come Perseo, e come gli artisti convenuti in questa mostra, discenda agli Inferi, negli abissi insondabili dell’esperienza individuale, è già morto. Perciò non può morire. Perciò è in grado di offrireci il ritratto più attendibile dell’uomo contemporaneo, tra umano e postumano. quindi la maschera, per poter penetrare, entrare in contatto con quell’altro mondo”. In un mondo di finzione, le personae, cioè le maschere, sono le uniche a non recitare un ruolo. Chi, come Perseo, e come gli artisti convenuti in questa mostra, discenda agli Inferi, negli abissi insondabili dell’esperienza individuale, è già morto. Perciò non può morire. Perciò è in grado di offrireci il ritratto più attendibile dell’uomo contemporaneo, tra umano e postumano.

Uff. Stampa Ex voto. Artisti per Rosalia


Inaugurazione: mercoledì 13 luglio alle 16
Orari: dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 21.
Il 13 luglio apertura fino a mezzanotte; il 14 luglio dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 20,30
Ingresso: via Maqueda 217 | Palermo
Coupon 3 euro sul sito  www.leviedeitesori.com

Vie dei Tesori | Simonetta Trovato | Cellulare. 333.5289457
simonettatrovato@gmail.com | www.leviedeitesori.com

Paola Feltrinelli
paolafeltrinelli79@gmail.com

Palermo: Giardino di transizione – EX VOTO. Artisti per Rosalia – Opere di Cammilleri, Nesteri, Locci, Lolli, Failla, Palermo

Ex voto. Artisti per Rosalia

Un omaggio alla città di Palermo e alla sua patrona: ai Quattro Canti 87 artisti e 12 percorsi per raccontare l’impegno dell’arte come strumento di dialogo, rispetto e ecologia ma anche denuncia contro abbandono e incuria. 

Astratte Ri-generazioni

Opere di Salvatore Cammilleri, Francesca Nesteri, Tiziano Locci, Francesca Lolli, Giacomo Failla, Giuseppe Palermo
A cura di Giusy Emiliano 

Inaugurazione mercoledì 13 luglio 2022 ore 16.00

Palazzo Costantino Di Napoli – Palermo

Fino al 24 luglio 2022
All’interno del progetto Ex voto. Artisti per Rosalia, inaugura il giorno 13 luglio 2022 alle ore 16.00, Astratte Ri-generazioni con le opere di Salvatore Cammilleri, Francesca Nesteri, Tiziano Locci, Francesca Lolli, Giacomo Failla, Giuseppe Palermo, a cura di Giusy Emiliano e in continuità concettuale con lo spazio Giardino di Transizione ideato da Rossana Danile.

Ex voto. Artisti per Rosalia è un omaggio alla città di Palermo e alla sua patrona: i due palazzi ai Quattro Canti ospiteranno una collettiva di 87 artisti e 12 percorsi per raccontare l’impegno dell’arte come strumento di dialogo, rispetto e ecologia ma anche denuncia contro abbandono e incuria. L’abbraccio dell’arte si mette sotto la protezione della Santuzza che proprio dal Cassaro passerà la sera del 14 luglio. L’arte può salvare il mondo dall’oblio? Forse no, ma può tentare di farlo. Nasce da qui la grande collettiva, organizzata nei giorni del Festino ritrovato dalla Fondazione Le Vie dei Tesori, e curata da Andrea Guastella, da un’idea di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona, proprietario dei due palazzi. Dall’ingresso su via Maqueda di Palazzo Costantino, disegnato dal Marvuglia, a Palazzo Di Napoli, con gli stemmi aragonesi divenuti all’epoca dei Vespri simboli della Sicilia, gli 87 artisti riuniti in dodici progetti o collettivi, entrano in dialogo diretto con gli spazi, spesso gravemente degradati, li fanno propri, li attaccano o li accarezzano, li blandiscono o li rendono vivi: il loro è un messaggio di sostenibilità, viver comune, comunità, rispetto. 

“La mostra Astratte Ri-generazioni chiama al lavoro, nel prestigioso Palazzo Costantino Di Napoli, sei artisti attorno a temi importanti come la tutela delle risorse naturali, i cambiamenti climatici, la desertificazione, la carenza dell’acqua potabile, in uno spazio che sembra che si cammini sulle nostre macerie. Per conservare la bellezza che ci circonda, dobbiamo agire e subito, con la paura di un tempo breve nel quale possiamo e dobbiamo fare azioni, tempo che sembra invadere il quotidiano, ma i risultati che in questi anni possiamo vedere sono davvero pochi e non sufficienti.

Il Palazzo Costantino Di Napoli fu costruito nella seconda metà del XVIII secolo su precedenti strutture seicentesche, antichità rimasta intatta negli affreschi dei soffitti celebri di mani esperte che capovolgono lo sguardo in una sorta di riflesso errato; riflessione sul tempo che passa e scorre inesorabilmente. Lo spazio inconsapevolmente esplicita che camminiamo sulle nostre macerie e che per conservare la bellezza che ci circonda dobbiamo agire e subito. La dualità tra un passato florido, rappresentato da splendidi soffitti con effetti tridimensionali, e un presente da ri-parare, rappresentato da macerie di mosaici antichi, apre le porte ad una collettiva che coniuga perfettamente tutti i temi di base. Gli artisti, oltre allo spazio che ha una forte personalità narrante, potranno declinare i loro lavori sulle tematiche legate ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile SDG (Sustainable Development Goals SDGs) e i 169 sotto-obiettivi ad essi associati che costituiscono il nucleo vitale dell’Agenda 2030. Gli obiettivi tengono conto in maniera equilibrata delle tre dimensioni relative allo sviluppo sostenibile, economico, sociale ed ecologico. 

Quest’anno Papa Francesco a metà maggio nel declamare nuovi santi richiamava i suoi fedeli ad essere ambiziosi e abbracciare nel quotidiano le azioni fatte dai Santi per essere di stimolo nel miglioramento personale con azioni concrete. La festa di Santa Rosalia fa da sfondo a tutta questa ricerca e trova negli artisti la forza e la convinzione nel dialogare insieme al pubblico di temi tanto importanti.

Salvatore Cammilleri

Salvatore Cammilleri con le sue opere in tecnica mista retroilluminate alza lo sguardo sul tema del cambiamento climatico. Il suo linguaggio artistico traina elementi ironici e simbolici di arte Pop; il fruitore entra in un meccanismo di illusione nell’aver compreso immediatamente il messaggio ma solo più tardi potrà essere messo a fuoco. L’artista trova la strada per sovvertire, mai banalmente, il contemporaneo; l’opera quindi, si illumina ad una nuova prospettiva di accelerazione verso un passo decisivo e non effimero cambiamento.

Francesca Nesteri

Francesca Nesteri con la sua opera scultorea “Condizione” indaga sull’identità integrata, codificata e aderente alla tradizione, declinata da una difficile adesione al sistema sociale. Una rappresentazione scultorea che travalica la performance e narra un esplicito sottotesto: sintesi di varie egemonie culturali. In questo spazio l’opera si integra e collega il pavimento (di macerie) con il soffitto (pittorico e ben conservato). Essa pone l’accento del trascorrere del tempo. L’artista sottolinea che la nostra storia può essere viva solo nella misura in cui la penetriamo e la integriamo con un contemporaneo Ri-costituito. 

Tiziano Locci

Tiziano Locci con la sua opera del quale è regista dal titolo l’Oro Colato, realizzato nel campo del programma Sensi Contemporanei Cinema, osserva dall’alto Palermo indugiando lo sguardo tra ville del settecento e palazzi grigi Nel passato la natura viveva in modo integrato con l’uomo che la rispettava in una corretta convivenza. Negli ultimi decenni i palazzi grigi (effetto di speculazione edilizia) hanno deturpato il territorio annullandone l’innata bellezza del luogo ospitante. Le api riproduttrici degli ecosistemi narrano attraverso la loro vita e il loro lavoro, come possiamo tutelarle e proteggerle. Dalle api l’uomo può attingere, inoltre, fondamentali insegnamenti per riprodurre e proporre un paesaggio fatto di rispetto, resistenza e armonia. 

Francesca Lolli

Francesca Lolli con la sua video performance dal titolo RI-GENERAZIONE del 2017, affronta il tema della forza ancestrale del femminile che accoglie, nutre, protegge.  Nelle credenze delle popolazioni antiche, inoltre, associavano la terra al corpo di una Dea dispensatrice di energia, salute e prosperità. Nella video performance è proprio con il suolo che una donna va a curare le proprie ferite ed è proprio da quelle stesse ferite che nasceranno dei fiori. L’opera è stata applaudita alla FAO con sede a Roma in concomitanza dell’evento mondiale per la salvaguardia dei suoli nel 2017. Il tema centrale sulla biodiversità dei suoli e su quanto, nel suo interno gli antibiotici ci aiutano a guarire. 

Giacomo Failla

Giacomo Failla con opere dalle grandi dimensioni affronta il tema della biodiversità osservata da paralleli astratti, mondi fatti di poetica quantica. I suoi schemi geometrici rapiscono l’attenzione verso la natura confinata dell’astratto. L’artista ricorda sogna e esprime su tela le sue ancestrali emozioni per innalzarne l’attenzione contro l’azione deteriorante dell’uomo nei confronti del pianeta. La perdita di biodiversità trova una chiara declinazione nelle tele ampliando i dettagli attraverso il colore per sollevare poetiche soluzioni. Pare che le opere siano state dipinte da un artista del 3000 che, non avendo la flora a sua disposizione, la ricorda e la onora attraverso opere in continua dissolvenza.

Giuseppe Palermo

Giuseppe Palermo artista poliedrico indaga attraverso un’istallazione con un materiale inusuale: il pane raffermo. Il contatto con i panettieri del luogo gli ha permesso di raccogliere del pane che sarebbe andato perduto. In tutte le popolazioni il pane ha un posto di onore e Ri-guardo, anche la conservazione del pane è differente a seconda dei luoghi. L’artista pone in una nicchia al centro della parete più ampia, un’opera che traghetta il fruitore verso una riflessione sull’importanza di tornare ad un’agricoltura conservativa e consapevole.

Le differenti tematiche dialogano tra di loro con un filo conduttore che interconnette gli artisti attraverso la figura dell’UOMO, che anche se non è sempre esplicitata ne è irrimediabilmente sottointesa. Egli ha in sé le opportunità per trovare soluzioni per la tutela e la sopravvivenza degli esseri viventi per la salvaguardia di questo pianeta.” (Giusy Emiliano)

Il percorso espositivo sarà fruibile con le visite guidate delle Vie dei Tesori, secondo il format consolidato del Festival. Apertura ogni giorno dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 21. Mercoledì 13 luglio apertura fino a mezzanotte; giovedì 14 luglio ingressi dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 20,30. Coupon 3 euro sul sito www.leviedeitesori.com


INFO

Ex voto. Artisti per Rosalia
Organizzazione Fondazione Le Vie dei Tesori
A cura di Andrea Guastella
Da un’idea di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona

Astratte Ri-generazioni
Opere di Salvatore Cammilleri, Francesca Nesteri, Tiziano Locci, Francesca Lolli, Giacomo Failla, Giuseppe Palermo
A cura di Giusy Emiliano 
Supporto Scientifico: Global Soil Partnership FAO
Sponsor tecnico: Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, CSC Scuola Nazionale di Cinema sede Sicilia
Sponsor: Eco Club Associazione Culturale presidente Nahid Bakloo
Supporto culturale: Roberto Locci

Inaugurazione mercoledì 13 luglio 2022 ore 16.00

Palazzo Costantino / Di Napoli
Quattro Canti – Palermo

Fino al 24 luglio 2022
Orari: dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 21. 
Il 13 luglio apertura fino a mezzanotte; il 14 luglio dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 20,30 Ingresso: via Maqueda 217 | Palermo – Coupon 3 euro sul sito www.leviedeitesori.com

Contatti

Giusy Emiliano
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Ufficio Stampa
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Ufficio Stampa Ex Voto. Artisti per Rosalia
Vie dei Tesori | Simonetta Trovato | Cell. 333.5289457
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Palermo, Palazzo Costantino Di Napoli: Giardino di transizione – EX VOTO. Artisti per Rosalia – Opere di Bruno Melappioni

Bruno Melappioni, Ape
Bruno Melappioni, Ape

All’interno del progetto Ex voto. Artisti per Rosalia, inaugura il giorno 13 luglio 2022 alle ore 16.00, Giardino di Transizione, storytelling concept con Bruno Melappioni ideato da Rossana Danile, in continuità concettuale con lo spazio Astratte Ri-Generazioni curato da Giusy Emiliano con gli artisti Salvatore Cammilleri, Giacomo Failla, Francesca Lolli, Francesca Neri, Francesca Nesteri, Giuseppe Palermo

Ex voto. Artisti per Rosalia è un omaggio alla città di Palermo e alla sua patrona: i due palazzi ai Quattro Canti ospiteranno una collettiva di 87 artisti e 12 percorsi per raccontare l’impegno dell’arte come strumento di dialogo, rispetto e ecologia ma anche denuncia contro abbandono e incuria. L’abbraccio dell’arte si mette sotto la protezione della Santuzza che proprio dal Cassaro passerà la sera del 14 luglio. L’arte può salvare il mondo dall’oblio? Forse no, ma può tentare di farlo. Nasce da qui la grande collettiva, organizzata nei giorni del Festino ritrovato dalla Fondazione Le Vie dei Tesori, e curata da Andrea Guastella, da un’idea di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona, proprietario dei due palazzi. Dall’ingresso su via Maqueda di Palazzo Costantino, disegnato dal Marvuglia, a Palazzo Di Napoli, con gli stemmi aragonesi divenuti all’epoca dei Vespri simboli della Sicilia, gli 87 artisti riuniti in dodici progetti o collettivi, entrano in dialogo diretto con gli spazi, spesso gravemente degradati, li fanno propri, li attaccano o li accarezzano, li blandiscono o li rendono vivi: il loro è un messaggio di sostenibilità, viver comune, comunità, rispetto. 

“Nel particolare periodo storico (di passaggio) che stiamo vivendo, in cui crisi planetarie incrociate costringono ad una riflessione profonda e ad una scelta di direzione, il concept “Giardino di transizione” nel contesto espositivo di palazzo Costantino/Di Napoli, Ex voto Artisti per Santa Rosalia, intende rappresentare lo stato d’animo di chi fortemente spera nella salvezza, di qualcosa o di qualcuno, ma non perde la lucidità del pensiero critico che porta a riflettere sul millenario rapporto tra natura e cultura ed avere consapevolezza del tempo presente. Un rapporto in equilibrio fino a quando non è giunta l’antropocene, l’era geologica che vede il predominio dell’uomo sulla Terra. Gli esseri umani si sono autoproclamati gli abitanti più intelligenti del Pianeta, ne hanno delimitato i confini, fissato leggi per regolare la loro autorità sotto e sopra il suolo e perfino nei cieli. Nella nuova era di transizione è bastata una pandemia da coronavirus per dimostrare che i confini sono un fatto mentale, culturale, politico e che il tessuto ambientale e sociale è strettamente connesso e che millenni di storia dell’umanità sono stati fin qui garantiti da un equilibrio naturale degli ecosistemi capaci di regolare miliardi di biodiversità presenti sotto e sopra il suolo.” La narrazione del concept, (spin-off del progetto “sotto e sopra il suolo, vita e rigenerazione”), creato da Rossana Danile con le sculture in ferro a filo continuo di Bruno Melappioni, mette in scena contenuti scientifici di fondamentale importanza  invitando i visitatori ad empatizzare con parole pregne di significato ma che spesso vengono usate solo per «il  dire» e non per «il fare». Nel giardino di transizione un’ape, un fiore con il suo ultimo petalo, un suolo crepato ricoperto di foglie secche e macerie, declamano l’amore per la vita, quell’istinto per la sopravvivenza che assimila piante ed esseri umani. Siamo ancora in tempo a salvare la terra: bastano un fiore e un’ape, poche parole e molte azioni, e fino all’ultimo petalo c’è vita. “m’ama, non m’ama?” “m’ama!”. E fu ancora primavera.

Bruno Melappioni ha sperimentato tutte le tecniche e tutti i materiali con i quali è venuto in contatto: dal polistirolo per costruire scenografie teatrali e cinematografiche al filo di ferro per le sculture disegnate nell’aria passando per il legno, il gesso, la plastica, a tutti i tipi di tecniche pittoriche esistenti, l’acrilico, l’acquarello, la tempera, l’olio. L’ultima sua espressione pittorica parte dall’analisi del soggetto e dell’oggetto, del vero e del falso e della differenza che intercorre tra l’oggetto osservato, il vero, e l’opera realizzata, il falso. “Per anni abbiamo osservato meravigliose copie della realtà realizzate da artisti eccezionali. Alcune più fedeli, altre molto interpretate. Ma mai abbiamo potuto osservare la mente dell’artista mentre sottraeva o addizionava elementi alla realtà che aveva davanti. Queste opere per me sono un’auto denuncia. Rappresentano una sorta di outing artistico.”

Il percorso espositivo sarà fruibile con le visite guidate delle Vie dei Tesori, secondo il format consolidato del Festival. Apertura ogni giorno dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 21. Mercoledì 13 luglio apertura fino a mezzanotte; giovedì 14 luglio ingressi dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 20,30. Coupon 3 euro sul sito www.leviedeitesori.com


INFO

Ex voto. Artisti per Rosalia
Organizzazione Fondazione Le Vie dei Tesori
A cura di Andrea Guastella
Da un’idea di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona

Giardino di transizione 
Storytelling concept di Rossana Danile
opere di Bruno Melappioni

Inaugurazione mercoledì 13 luglio 2022 ore 16.00

Palazzo Costantino / Di Napoli
Quattro Canti – Palermo

Fino al 24 luglio 2022
Orari
: dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 21. Il 13 luglio apertura fino a mezzanotte; il 14 luglio dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 20,30 Ingresso: via Maqueda 217 | Palermo – Coupon 3 euro sul sito www.leviedeitesori.com

Italian Storytelling Art, Brand & District
Rossana Danile
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Rende (CS), Museo del Presente: DITTICI SINCRONICI. Il non ancora nell’adesso, dell’artista messinese Francesco Totaro a cura di Mariateresa Zagone e Roberto Sottile

Giovedì 21 luglio 2022 alle ore 19.00 presso il Museo del Presente di Rende, all’interno della rassegna “Intrecci Contemporanei a cura di Roberto Sottile e promossa dall’Assessorato alla Cultura della Città di Rende, si inaugura la personale dell’Artista Francesco Totaro “Dittici Sincronici. Il non ancora nell’adesso”. Mostra a cura di Mariateresa Zagone e Roberto Sottile.

FRANCESCO TOTARO

DITTICI SINCRONICI

IL NON ANCORA NELL’ADESSO

A cura di Mariateresa Zagone e Roberto Sottile

21 luglio – 12 agosto 2022

Inaugurazione 21 luglio ore 19.00

Francesco Totaro HERZ HIRN, 2022, cm 360×96

Francesco Totaro, classe 1961, nato a Messina, vive e lavora tra Modena e Bologna città nella quale nel 1984 si trasferisce e frequenta l’Accademia di Belle Arti.  Dopo l’esordio artistico nel 1996, prende parte a numerose esposizioni e fiere d’arte. La sua attività artistica si caratterizza per la multidisciplinarietà dell’approccio e per la centralità del binomio digitale/analogico. Su questa tematica e percorso di ricerca è costruita anche la mostra del Museo del Presente.  “I Dittici proposti – come scrive nel testo la curatrice Mariateresa Zagone –  diventano allora un testo teosofico e, sfidando ogni spiegazione razionale in termini di nessi causali, rivelano un mondo di forme e connessioni che finalmente, dopo la dicotomia in cui si è consumato il pensiero occidentale degli ultimi quattro secoli che ci ha resi estranei a noi stessi, trascendono la divisione fra pensiero e materia. Ed è per questa allusione al trascendente che risultano tanto affascinanti e parlano così profondamente al divino che siamo.” 

La mostra che resterà aperta la pubblico fino al 12 agosto diventa un viaggio dove il tempo compiuto e il tempo che sta per compiersi si sovrappongono generando così, come scrive il curatore Roberto Sottile, – “un tempo che aspetta e si manifesta in visioni e suggestioni, che prendono forma nello spazio dell’opera d’arte. Uno spazio finito che racchiude un pensiero che diventa immagine-contenuto, ed uno spazio infinito capace di superare il finito.  Una ricerca intimistica, dove il linguaggio artistico dialoga da una parte con la potenza e la forza dell’immagine che caratterizza le opere in mostra, e dall’altra il “segno-pixel” monocromo che diventa matrice sulla quale Francesco Totaro innesta il racconto.”  La ricerca di Totaro è fortemente influenzata dai testi sugli studi che mostrano le connessioni tra la meccanica quantistica, la programmazione inconscia e, più in generale, le potenzialità creative della mente. Le sue opere, pubblicate nelle principali riviste di settore, sono state acquisite in numerose collezioni private. Gabriele Perretta, archeologo della contemporaneità e ideatore della teoria artistica del Medialismo, ha dedicato al suo lavoro un testo monografico incluso nel volume I mestieri di érgon. Fabric’art: visioni, oggetti, storie della medialità, 2005.

Il catalogo digitale della mostra “DITTICI SINCRONICI | IL NON ANCORA NELL’ADESSO”, con il doppio contributo critico dei due curatori, sarà consultabile online a partire dal 21 luglio, ai seguenti link:

https://francescototaro.it/dittici-sincronici.html

https://www.comune.rende.cs.it/ nell’area tematica Intrecci Contemporanei.


Informazioni:
MUSEO DEL PRESENTE
Piazza R. Kennedy – 87036 Rende (CS)
Info: Tel 0984/828455

ORARI
Fino al 31 luglio ore 9/13 e ore 17/21
Dal 1 agosto fino al 12 agosto ore 9/13
Ingresso gratuito
Chiuso lunedì e festivi

Bologna, Museo Civico Archeologico: dopo un anno di chiusura riaprono con alcune novità le sale espositive al primo piano

Museo Civico Archeologico, Bologna
Veduta di allestimento della Gipsoteca
Foto Ornella De Carlo
Courtesy Settore Musei Civici Bologna

Da lunedì 11 luglio 2022 riaprono le sale espositive al primo piano del Museo Civico Archeologico, che torna così fruibile nell’intero percorso di visita.
Dopo la chiusura nel giugno 2021 per consentire lavori di adeguamento normativo antincendio, il pubblico troverà alcune novità nei materiali esposti e negli allestimenti.

www.museibologna.it/archeologico

Dopo un anno di parziale chiusura dovuta a un importante intervento di adeguamento normativo antincendio, da lunedì 11 luglio 2022 il Museo Civico Archeologico di Bologna riapre al pubblico le sale espositive situate al primo piano, dove si trovano esposte le sezioni relative alla storia della città (Preistorica, Etrusca, Gallica e Romana), le collezioni Etrusco Italica, Greca, Romana e la Gipsoteca.
Il percorso di visita, che si completa con il Lapidario, distribuito tra l’atrio di ingresso e il cortile al piano terra, e la collezione Egiziana, al piano sotterraneo, torna così ad essere integralmente fruibile restituendo ai cittadini e ai turisti l’opportunità di ammirare il patrimonio del più antico istituto museale civico di Bologna fondato nel 1881.

Durante i lavori di adempimento per il raggiungimento della conformità prevista dalla normativa di prevenzioni incendi, lo staff del museo ha lavorato per riaccogliere i visitatori con alcune rilevanti novità dal punto di vista dell’allestimento e dell’ordinamento espositivo, a favore di una migliore lettura dei materiali esposti. La dotazione di un nuovo impianto di illuminazione, soprattutto nelle sale dedicate a Bologna Etrusca, permetterà di apprezzare in maniera del tutto nuova i reperti allestiti e le grandi stele etrusche in arenaria, visibili ora fin nei dettagli più minuti.
Inoltre, grazie a una politica di collaborazione e sinergia da tempo in atto con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Ferrara e Reggio Emilia, sono giunti in esposizione permanente al museo alcuni preziosi reperti provenienti da recenti scavi cittadini, tra i quali spicca per eccezionalità di pregio il ricchissimo corredo della tomba 142 della necropoli di via Belle Arti, testimonianza della Bologna etrusca di fine VIII – inizi VII secolo a.C. Presentato per la prima al pubblico nell’ambito della grande mostra Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna organizzata dal Museo Civico Archeologico felsineo nel 2020, con i suoi arredi in legno perfettamente conservati e le sue preziose novità scientifiche il sepolcro è destinato a diventare uno dei nuovi “capolavori” che svelano gli usi e i costumi, i gusti e i rituali di questa raffinata civiltà antica.

Oltre al primo piano, i lavori iniziati nel giugno 2021 hanno riguardato, in misura minore, i locali e gli spazi espositivi al piano interrato e al piano terra, permettendo la messa in sicurezza dell’intero complesso di Palazzo Galvani, a garanzia dei visitatori e della tutela delle opere conservate.
Il progetto è stato commissionato dal Settore edilizia pubblica del Comune di Bologna, sotto la direzione di Manuela Faustini Fustini e Flavio Cappelli.
Gli interventi hanno riguardato nello specifico la messa in sicurezza degli spazi, la dotazione degli impianti di illuminazione, di emergenza, di allarme, antincendio, quello elettrico generale e il meccanico a naspi, oltre a lavori di natura edile per la compartimentazione REI, sostituzione e istallazione di infissi REI e maniglioni antipanico, adeguamento delle vie di esodo, cartellonistica e la sostituzione degli aerotermi.


Informazioni
Museo Civico Archeologico
Via dell’Archiginnasio 2 | 40124 Bologna
Tel. 051 2757211
mca@comune.bologna.it
www.museibologna.it/archeologico
Facebook: Museo Civico Archeologico di Bologna
YouTube: Museo Civico Archeologico di Bologna

Settore Musei Civici Bologna

www.bolognamusei.it
Instagram: @bolognamusei

Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
Via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
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E-mail Ufficio Stampa Bologna Musei
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Milano, Palazzo Reale: RUGGERO SAVINIO. Opere 1959-2022

La mostra Ruggero Savinio. Opere 1959-2022, promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale e Silvana Editoriale, curata da Luca Pietro Nicoletti, sarà allestita nelle stanze dell’Appartamento dei Principi di Palazzo Reale dal 26 maggio al 4 settembre 2022.

Ruggero Savinio (Torino 1934) torna così a Milano con un’esposizione antologica che presenta al pubblico alcune opere in parte inedite, o che non si vedevano da molto tempo, provenienti da collezioni pubbliche e private, ma anche dai depositi del Museo del Novecento, e che ripercorrono per intero la sua vicenda artistica e biografica. Sono passati ventitré anni dal 1999, quando Milano ospitò nella Sala Viscontea del Castello Sforzesco una grande mostra dell’artista.

Fino al 04 Settembre 2022
Milano, Palazzo Reale | Appartamento dei Principi

RUGGERO SAVINIO. Opere 1959-2022

A cura di Luca Pietro Nicoletti

Ruggero Savinio: La colomba minacciata dall’uomo ombra, 1967, olio su tela, 140 × 151 cm
Milano, Museo del Novecento, collezione Boschi Di Stefano © Ruggero Savinio, by SIAE 2022

L’esposizione, che raduna dipinti, disegni e opere su carta, prende avvio dagli anni di formazione di Savinio avvenuti fra Roma, Parigi e soprattutto Milano: la città è teatro di una delle sue stagioni più intense e tormentate, quando l’artista era in cerca di un luogo dove radicarsi e trovare una propria identità umana ed artistica. La storia raccontata in questa mostra – affidata a un gruppo di studiosi coordinato da Luca Pietro Nicoletti – non è quella del figlio di Alberto Savinio e del nipote di Giorgio de Chirico, numi tutelari mai rinnegati ma tutto sommato lontani, eco sullo sfondo di questa esposizione: è, invece, il racconto autonomo di un uomo che ha fatto della pittura, come scrisse lui stesso nel 2008, la «melodia interna» della sua vita. Dei tre de Chirico, infatti, Ruggero è sicuramente quello più “pittore”, che pur amando la letteratura e portandone le care e grandi ombre nel proprio immaginario visivo, ha capito che la via, per lui nato negli anni Trenta del Novecento, era di recuperare quel valore retinico della pittura che si disfa sulla tela, che è tutta colore e materia, attraverso cui raggiungere le vette di un’immaginazione arcadica, di panica adesione alla natura; salire il picco del sublime nel silenzio maestoso delle rovine antiche, e calarsi infine nella quiete domestica di anni maturi, finalmente sereni. Savinio punta, come ha scritto nel 2019 ne Il senso della pittura, a un “assoluto” pittorico scevro da possibili altre implicazioni, capace di guardare ai maestri del passato con la freschezza di una scoperta declinata al presente. Non un’arte che descrive, la sua, ma «una sorta di abbandono alla vitalità della pittura».

Per questo motivo è stato scelto di presentare Savinio come se i suoi quadri fossero nati per le dieci sale dell’appartamento neoclassico, fra modanature, specchiere e velluti, per ricordare come la sua ricerca abbia fatto continuamente i conti con il Museo ideale della pittura e con le grandi quadrerie antiche. La scoperta di quei maestri, e in particolare quelli del secondo Ottocento, era avvenuta nelle grandi collezioni europee, ma anche grazie alle opere visibili nelle raccolte pubbliche milanesi, dove nacque quell’amore sensuale per il colore che si posa sulla tela con un fremito di piacere.

È un Novecento “altro”, quello a cui appartiene, in cui soffia un vento nordico placato dalle luci del Mediterraneo, fedele alle proprie ragioni interne e indifferente alle mode più chiassose e mondane dell’arte del secondo Novecento. Ai ritmi del consumo dell’arte contemporanea, infatti, Savinio ha opposto una composta e imperturbabile visione del mondo, che abbraccia il crepuscolo dei poeti. Sotto l’epidermide sensibile di una pittura fatta di piccoli tocchi, che l’artista stesso nel 1996 ha definito una «peripezia luminosa», e che conduce in luoghi ameni e idilliaci, c’è infatti un velo di malinconia e di inquietudine: nostalgia, forse, di una perduta “età dell’oro”.

La mostra di Palazzo Reale propone, in cinque sezioni, dipinti, disegni e opere su carta dall’inizio degli anni Sessanta al secondo decennio degli anni Duemila, mettendo in evidenza il rapporto fra ricerca pittorica, cultura letteraria e memoria autobiografica.

La vita e l’immaginario di Savinio, infatti, sono costellati di luoghi fisici e letterari: Milano, teatro dei suoi esordi giovanili e dei suoi sodalizi con galleristi e altri artisti; le case di villeggiatura al Poveromo, a Capalbio e a Cetona, luoghi privilegiati dell’intimità familiare; Roma con i suoi parchi al tramonto e le sue rovine archeologiche; paesaggi montani visionari e onirici pronti a ospitare l’apparizione emblematica di fiori o altre presenze, scenario per Hölderlin in viaggio.

Per questa via la mostra, aperta da una sala di autoritratti proprio per sottolineare questo rapporto fra pittura e biografia, intende far emergere la mitologia privata dell’artista – autonoma rispetto alla storia artistica familiare di cui ha raccolto l’eredità – per calarlo nel proprio tempo e, soprattutto, sottolineare la sensualità che caratterizza il suo rapporto con la pittura, di cui danno riscontro numerose pagine dei suoi libri, delle sue dichiarazioni di poetica e dei testi dedicati ad amici pittori e maestri del passato.

La mostra ricopre inoltre particolare interesse nella scia della recente riscoperta storiografica degli anni Ottanta e del cosiddetto “ritorno alla pittura”, che per Savinio, da sempre fedele agli strumenti di quel linguaggio espressivo, segna un momento di rinnovata vitalità creativa.


Titolo
RUGGERO SAVINIO
Opere 1959-2022

Periodo
26 maggio 2022 – 4 settembre 2022

Sede
Milano, Palazzo Reale
Piazza Duomo, 12

A cura di
Luca Pietro Nicoletti

Una mostra
Comune di Milano – Cultura
Palazzo Reale
Silvana Editoriale

Catalogo
Silvana Editoriale

Info mostra
INGRESSO GRATUITO
www.palazzorealemilano.it

Orari
Lunedì chiuso
martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica: 10.00 – 19.30
giovedì: 10.00 – 22.30

Ufficio stampa Mostra
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Via San Mattia, 16 – 35121 Padova
Simone Raddi, tel. 049.66.34.99; simone@studioesseci.net

Ufficio Stampa Comune di Milano
Elena Conenna | elenamaria.conenna@comune.milano.it

Mario Grimaldi introduce la mostra “I Pittori di Pompei” da Settembre al Museo Civico Archeologico di Bologna

Si aprirà il 23 settembre 2022 al Museo Civico Archeologico di Bologna I Pittori di Pompei, una delle mostre più attese della stagione espositiva autunnale in Italia che resterà visibile fino al 19 marzo 2023.

Bologna
Museo Civico Archeologico 23.09.2022 – 19.03.2023

Mostra a cura di Mario Grimaldi
Promossa da Comune di Bologna con Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Prodotta da MondoMostre

Ercole e Onfale
Pompei, IX, 3, 5, Casa di Marco Lucrezio, triclinio 16, parete est, sezione centrale, dipinto
Fresco,  cm 195 x 155
MANN, inv. 8992
I secolo d.C. – IV stile

Pictores: ruolo sociale, organizzazione e tecniche di artisti anonimi

Introduzione di Mario Grimaldi

“Ma agli occhi dei Greci non era tra i marmi, i bronzi e gli ori la suprema bellezza: dei grandi eventi dell’arte fu la pittura l’inganno splendido, l’artificio per la perfetta realizzazione dell’immaginario, dove il tangibile e l’irreale si confondevano, e la memoria e i sensi erano condotti a esaltanti visioni”.[1] Con queste parole Paolo Moreno introduceva una delle sue principali opere sullo studio e la conoscenza della pittura che definiva “inganno splendido” cogliendo così il reale senso che tale manifestazione d’arte ebbe soprattutto per le società antiche. Il concetto se da un lato accomunava il senso intrinseco di questo linguaggio, dall’altro dava vita a differenti concezioni del valore dell’artista a seconda delle società di riferimento. Per confrontare il diverso utilizzo e concetto di arte tra il suo passato (inteso come origine e storia della pittura in Grecia) e il suo presente (inteso come l’utilizzo che se ne fece in età romana, periodo al quale ci riferiamo per gli oggetti qui esposti) possiamo riprendere le parole di un contemporaneo quale Plinio il Vecchio: “In verità però non c’è gloria se non per coloro che dipinsero quadri; e a questo proposito tanto più ammirevole appare la saggezza degli antichi. Essi infatti non abbellivano le pareti soltanto per i signori e i padroni, né decoravano case che sarebbero rimaste sempre in quel luogo e sottoposte quindi alla distruzione per gli incendi … Non ancora era di moda dipinger tutta la superficie delle pareti; l’attività artistica di quei pittori era rivolta verso gli edifici cittadini e il pittore era considerato proprietà dell’universo (Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XXXV, 118). Per Plinio la differenza non risiede tanto nel concetto che è alla base dell’arte di dipingere, la ricerca di quell’inganno splendido che crea un rapporto tra l’opera e l’osservatore, ma nel diverso concetto di artista, tra quello che dipinge quadri e decora lo spazio pubblico (uomo o donna che fosse) considerato e da considerare proprietà dell’Universo, e quello ad egli contemporaneo, che semplicemente abbelliva le pareti delle case creando un’arte senza maestri conosciuti.

               Nella società romana dunque, che comunque riconosceva nelle sue origini l’arte del dipingere “Anche presso i Romani la pittura ebbe onore assai presto, dal momento che una celebre gens dei Fabi derivò da quest’arte il cognome di Pittori; e il primo che portò questo cognome dipinse di propria mano il Tempio della Salute …” (Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XXXV, 19), tale originario rapporto tra pittura e alta società patrizia andò poi deteriorandosi, riportando la manifestazione d’arte della pittura ai margini più bassi della comunità, relegandola come opera propria di liberti, schiavi, donne e persone inabili alla vita politica e militare, legata più al mondo del teatro.

               Il caso delle città seppellite dall’eruzione vesuviana del 79 d.C. – Ercolano, Pompei e Stabia – appare uno dei più completi per l’eccezionale contestualizzazione degli apparati decorativi che, conservati perfettamente in situ, permettono così di ricomporre quei rapporti spazio-funzionali del
contesto decorativo dandoci la possibilità di tener fede metodologicamente al concetto di rapporto tra spazio e decorazione e soprattutto di contesto. Infatti sempre più si è integrato all’analisi tipologica degli “stili” l’interesse verso i rapporti esistenti tra la decorazione degli ambienti e la loro funzione. In questo contesto la figura del pictor appare essere fondamentale per tradurre in immagini il rapporto esistente e necessario per il committente tra spazio, la sua casa, e decorazione.

               L’esperienza che si propone con questa mostra è dunque quella di rileggere, all’interno di questa
prospettiva metodologica, alcuni grandi esempi decorativi facenti parte della Collezione degli Affreschi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli provenienti da quelle città che, seppellite dalla grande eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., ci offrono ancora oggi la possibilità di indagare e far parte di quell’inganno splendido attraverso la personalità dei pictores che operarono in modo anonimo in quelle case.


[1]                Moreno P., Pittura greca. Da Polignoto ad Apelle,  Milano 1987


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