Venezia, Procuratie Vecchie: LOUISE NEVELSON. Persistence – Evento Collaterale della Biennale

La Louise Nevelson Foundation è felice di annunciare un progetto espositivo di portata storica del lavoro dell’artista, figura rivoluzionaria dell’astrazione americana. Dal 23 aprile all’11 settembre 2022, una grande mostra sarà allestita a Venezia nelle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco quale Evento Collaterale ufficiale della 59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.
“Louise Nevelson. Persistence” segnerà il sessantesimo anniversario della partecipazione dell’artista alla Biennale Arte del 1962, quando fu chiamata a rappresentare gli Stati Uniti nel padiglione americano.
La mostra, che riunirà oltre sessanta lavori realizzati dalla Nevelson tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta, è curata da Julia Bryan-Wilson, docente di Arte Moderna e Contemporanea a Berkeley, Università della California. Tra i massimi esperti del lavoro dell’artista, Julia Bryan-Wilson pubblicherà nel 2023 una monografia su Louise Nevelson con la Yale University Press.
Articolata in nove sale del secondo piano delle Procuratie Vecchie affacciate su Piazza San Marco, sarà la più ampia e approfondita rassegna realizzata in Italia dal 2013: vi saranno esposte le celebri e monumentali sculture dipinte insieme a esempi meno conosciuti dei suoi importanti collage, a rappresentare l’approccio unico e distintivo dell’artista all’astrazione e all’assemblaggio. Inoltre, nel percorso espositivo saranno messe in evidenza le connessioni formali e concettuali tra le diverse fasi e i diversi momenti del lavoro della Nevelson.
Per la prima volta in 500 anni di storia delle Procuratie Vecchie, una grande parte dell’edificio verrà aperta al pubblico, al termine di un lungo restauro guidato da David Chipperfield Architects Milan, che è anche advisor della mostra. Il design dell’esposizione è stato sviluppato dallo studio veneziano Torsello Architettura, e riflette e amplifica la visione unica di David Chipperfield Architects Milan per l’edificio, uno dei più iconici e riconoscibili di Venezia.

23 Aprile 2022 – 11 Settembre 2022

Venezia, Procuratie Vecchie

LOUISE NEVELSON.
Persistence

Evento Collaterale della 59a Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia

Louise Nevelson, Untitled, 1985

Cuore dell’esposizione saranno le sculture di grandi dimensioni in legno dipinto, pezzi iconici della produzione della Nevelson, tra le quali svettano esempi provenienti da diversi cicli scultorei prodotti negli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta e Ottanta. Ma si potranno ammirare anche esempi delle sue sculture bianche, tra le quali l’installazione multipla a colonna Dawn’s Presence – Three (1975) e dei suoi rari lavori color oro, come The Golden Pearl (1962).
Il percorso sottolinea la relazione tra il lavoro della Nevelson come scultrice e la sua pratica – durata tutta la vita – dedicata ai collage e agli assemblaggi da parete. I collage e gli assemblage scultorei saranno infatti presentati in dialogo con i lavori di grandi dimensioni, per gettare luce sui tratti fondamentali del processo creativo – per il quale la critica italiana Carla Lonzi usò le parole “distruzione e trasfigurazione” – ma anche sul suo interesse per materiali non convenzionali come legno grezzo, metallo, cartone, carta vetrata, pellicola di alluminio.
Nata a Pereiaslav, Ucraina (vicino a Kiev) nel 1899, Louise Nevelson migrò negli Stati Uniti con la famiglia nel 1905, stabilendosi nel Maine. Dopo essersi trasferita a New York nel 1920, la Nevelson studiò presso la Art Students League. Negli anni Trenta fu assistente di Diego Rivera, e più tardi insegnante d’arte con la Works Progress Administration. Ebbe la sua prima mostra personale nel 1941 presso la Nierendorf Gallery di New York. Nei primi anni Cinquanta viaggiò in Guatemala e in Messico per conoscere l’arte precolombiana. A seguito di questi viaggi, iniziò a creare le sue prime sculture in legno. Nel corso dei quattro decenni successivi, la Nevelson divenne una tra gli artisti più rivoluzionari degli Stati Uniti, facendosi conoscere per le grandi sculture monocromatiche in legno composte da multipli elementi astratti, spesso disposti in griglie di compartimenti geometrici. Profondamente legate ai risultati del Cubismo e del Costruttivismo, le opere della Nevelson incorporano combinazioni inaspettate di forme e di materiali. Così pure gli assemblage, i collage e i lavori di gioielleria nascevano in relazione profonda con il suo lavoro scultoreo. Di fatto tutta la sua pratica riflette una instancabile sperimentazione con la materia, con la forma e con lo spazio.

Portrait of Louise Nevelson, 1976, CREDIT: © Lynn Gilbert


L’eredità di questa grande artista americana vive, oltre che nell’attività della Louise Nevelson Foundation, anche nei musei e negli spazi pubblici delle più importanti città americane, e in particolare a New York dove un gruppo delle sue sculture monumentali in acciaio ha una collocazione permanente nella Louise Nevelson Plaza, nel Financial District della città. Qui le sue opere danno vita a un ambiente immersivo all’aria aperta che si connette agli alberi, alle panchine e al contesto urbano. Nove sue sculture da parete si trovano nella Chapel of the Good Sheperd della Chiesa di Saint Peter a Midtown Manhattan, per la quale la Nevelson disegnò anche la lampada della cappella e i paramenti, concependo un ambiente totale che lei descrisse come “un’oasi”. Oggi il lavoro di Louise Nevelson si trova nelle collezioni di tutti i maggiori musei americani, tra cui il Metropolitan Museum of Art di New York, Il Museum of Modern Art di New York; la National Gallery of Art di Washington, D.C., il Los Angeles County Museum of Art e il San Francisco Museum of Modern Art. Le sue opere sono inoltre presenti in collezioni museali europee, incluse quelle della Tate di Londra, della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, del Louisiana Museum of Modern Art di Humlebæk in Danimarca, del Moderna Museet di Stoccolma, e di numerose altre istituzioni internazionali.


INFO UTILI
Procuratie Vecchie di Piazza San Marco, secondo piano (ingresso da San Marco 118/b)
Date: 23 aprile – 11 settembre 2022

Orari: dal martedì alla domenica dalle 10-18
Ingresso gratuito
Web site: louisenevelsonvenice.com

Ufficio stampa
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo
Ref. Roberta Barbaro, roberta@studioesseci.net; T. + 39(0)49663499; M.+ 393316147373
Per foto e approfondimenti: www.studioesseci.net

Bologna, Museo Civico Medievale: Jacopo Valentini. Concerning Dante – Autonomous Cell

Inaugura oggi, venerdì 13 maggio 2022, alle ore 18.30 presso il Museo Civico Medievale di Bologna, la mostra Concerning Dante – Autonomous Cell di Jacopo Valentini a cura di Carlo Sala, progetto fotografico legato all’immaginario dantesco che ripercorre lungo l’Italia i viaggi reali compiuti dal poeta e quelli letterari attraverso il suo capolavoro, la Divina Commedia.

Jacopo Valentini

Concerning Dante – Autonomous Cell

A cura di Carlo Sala

12 maggio – 18 settembre 2022
Museo Civico Medievale, Bologna

Inaugurazione venerdì 13 maggio ore 18.30
Nell’ambito di ART CITY Bologna in occasione di Arte Fiera

In collaborazione con:
Istituzione Bologna Musei | Musei Civici d’Arte Antica
FMAV Fondazione Modena Arti Visive
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Ministero della Cultura

La mostra Concerning Dante – Autonomous Cell di Jacopo Valentini al Museo Civico Medievale di Bologna, a cura di Carlo Sala, è un progetto fotografico legato all’immaginario dantesco che ripercorre lungo l’Italia i viaggi reali compiuti dal poeta e quelli letterari attraverso il suo capolavoro, la Divina Commedia. Le opere dell’autore sono esposte lungo i tre piani della collezione permanente del museo, creando così un dialogo formale e ideale che in alcuni passaggi si fa particolarmente eloquente, come con la colossale statua realizzata da Manno di Bandino che ritrae papa Bonifacio VIII, personaggio centrale nei rivolgimenti politici fiorentini che provocarono l’esilio del poeta.

Jacopo Valentini
from the series Concerning Dante (Purgatorio III),
Gallerie degli Uffizi, Firenze
Courtesy Galleria Antonio Verolino,
Modena & Podbielski Contemporary, Milano

La ricerca si snoda attorno a tre luoghi simbolici, che sono interpretati come i varchi che conducono rispettivamente a Inferno, Purgatorio e Paradiso, dei veri e propri punti di contatto tra la narrazione della Commedia e la realtà del territorio italiano.
Il primo, le bocche vulcaniche dei Campi Flegrei, era per gli antichi romani l’antro di Caronte, il traghettatore delle anime dei morti al di là del fiume dell’Ade, e Virgilio nell’Eneide vi colloca la discesa agli inferi. La Pietra di Bismantova è ritratta dall’artista a simboleggiare il Purgatorio, seguendo un esplicito richiamo del testo nel IV Canto. Il delta del Po è invece la figurazione del Paradiso: un luogo che non presenta un legame filologico con il libro, ma è stato adottato come un pretesto visivo capace di evocare le suggestioni del poema mediante il suo caratteristico paesaggio sospeso e atemporale.

Uno degli aspetti preminenti che la ricerca di Valentini vuole far emergere sul rapporto tra testo letterario e paesaggio è come l’influenza del primo verso quest’ultimo sia stata tale da condizionare la percezione dei luoghi. A contribuire a questo processo è stata l’ampia mole di figurazioni del testo che si sono succedute nei secoli, a cui il fotografo si è approcciato ritraendo con la tecnica dello still life alcuni lavori di Federico Zuccari, Alberto Martini e Robert Rauschenberg. Ogni opera autoriale fotografata da Valentini è una ‘cellula’ di quel complesso universo visivo in perenne mutazione, che forma l’immaginario dantesco e che appare come una cartina tornasole dell’evoluzione della società e del suo rapporto con aspetti cruciali quali la morale, la religione e il potere.

La prima opera riletta visivamente da Valentini nella sua ricerca è il Dante Istoriato di Federico Zuccari (1539-1609), che nella seconda metà del Cinquecento realizzò una sorta di libro d’artista, dove le immagini diventano il centro della narrazione. La gamma cromatica adottata dal pittore in ogni cantica ne accentua il pathos visivo, come emerge nelle tavole dell’Inferno realizzate a matita. Nella sequenza iconografica del libro, Valentini colloca i disegni dell’artista urbinate tra le vedute laviche di Lanzarote e i fumi delle solfatare dei Campi Flegrei, creando una analogia visiva tra finzione e realtà.

Il secondo contributo è quello di Alberto Martini (1876-1954), artista che ha sempre mantenuto un rapporto molto intenso con la Commedia. L’occasione fu il celebre concorso del 1900 per l’edizione Alinari, snodo cruciale per la figurazione del poema dantesco perché aprì a una pluralità di declinazioni autoriali moderne con il solo vincolo della riproducibilità tecnica (non a caso era promosso dalla ditta della celebre dinastia di fotografi), agendo così da elemento capace di proiettare ulteriormente il testo nella cultura di massa. Valentini ha lavorato alla Pinacoteca Martini di Oderzo, dove è conservato un corpus di 298 opere a tema dantesco realizzate dall’artista, la cui cifra stilistica si colloca tra simbolismo e surrealismo.

La terza presenza autoriale è quella dell’artista statunitense Robert Rauschenberg (1925-2008) che sul finire degli anni Cinquanta perfezionò la tecnica del “transfer a solvente” lavorando sulle immagini fotografiche delle riviste del tempo, poi riprese a matita e acquerello. Nella tavola Malebolge, “transfer drawing” dedicato all’ottavo cerchio dell’Inferno, gli atleti che campeggiavano sulle pagine di “Sports Illustrated” diventano personaggi della Commedia: Virgilio ha le fattezze di un tennista, mentre i giganti sono tre lottatori sul podio. Illustrando la Commedia, Rauschenberg coglie il pretesto per parlare dell’attualità e, innestando sul poema temi di natura politica e sociale (tra i suoi personaggi figurano anche John Kennedy e Richard Nixon), sottolinea l’universalità del poema dantesco.

Tra le varie nature morte realizzate da Valentini spicca anche la fotografia che ritrae la prima edizione de La Divina Mimesis di Pasolini, un tentativo incompiuto di riscrittura della Commedia uscito postumo nel 1975, che all’interno della mostra è una sorta di omaggio al grande scrittore di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita.

Uno degli aspetti che differenzia maggiormente il lavoro dell’artista dalla tradizione di saggi figurativi dedicati al capolavoro dantesco, come quelli appena citati, è l’essere un meta-progetto, che vuole attraversare una tradizione figurativa in chiave dialogica con il presente, considerando il poema dantesco un dispositivo complesso che nei secoli ha creato e stratificato immaginari capaci di incidere profondamente sul reale.

Durante il periodo di apertura viene proposto un ciclo di visite guidate alla mostra per approfondire il progetto Concerning Dante – Autonomous cell in relazione all’universo dantesco attraverso i secoli:
mercoledì 22 giugno ore 17 visita con Alice Festi
mercoledì 6 luglio ore 17 visita con Alice Festi
mercoledì 24 agosto ore 17 visita con Paolo Cova
sabato 17 settembre ore 17 finissage visita con l’artista Jacopo Valentini e il curatore Carlo Sala.

Concerning Dante – Autonomous Cell è vincitore di “Cantica21. Italian Contemporary Art Everywhere” – Sezione Under 35 promosso dalla Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Il progetto è corredato da un’iniziativa editoriale di Humboldt Books, casa editrice specializzata in narrazione ed esperienze di viaggio che dà vita a progetti interdisciplinari incrociando geografia, letteratura e arte. L’omonimo volume presenta il lavoro fotografico nella sua interezza ed è corredato da testi in italiano e inglese dello storico della letteratura Claudio Giunta e del curatore Carlo Sala. La pubblicazione è stata resa possibile grazie all’Istituto Italiano di Cultura di Addis Abeba.

Jacopo Valentini – Note biografiche

Jacopo Valentini è nato a Modena nel 1990, vive e lavora tra Modena e Milano.

Si avvicina alla fotografia fin da giovanissimo, studiando prima presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio (Svizzera) e poi allo IUAV di Venezia, dove frequenta un Master in fotografia. Nel 2015 viene selezionato per partecipare al progetto Foto Factory Modena in collaborazione con Sky Arte HD e Fondazione Modena Arti Visive. Nel 2017 vince la 101ma Collettiva Giovani Artisti della Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia. Nel 2019 viene selezionato per Giovane Fotografia Italiana #07, all’interno del
circuito Fotografia Europea, a Reggio Emilia, e vince il Premio Nocivelli. Nel 2020 è finalista per il Leica Oskar Barnack Award Newcomer ed è vincitore del bando Refocus del Ministero della Cultura, in collaborazione con Triennale Milano e MUfoco | Museo di Fotografia Contemporanea. Nello stesso anno è selezionato per Cantica21 indetto dal MiC e dal MAECI per il progetto Concerning Dante – Autonomous Cell, pubblicato in un volume edito da Humboldt Books.

Ha esposto presso istituzioni e spazi privati sia in Italia che all’estero, tra cui: Chiostri di San Domenico, Reggio Emilia; Triennale, Milano; Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; Museo Civico Giovanni Fattori, Livorno; Royal Institute British of Architecture, Londra; Fondazione Francesco Fabbri, Pieve di Soligo (Treviso); Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; Fondazione Ragghianti, Lucca; La Volonté 93, Saint Ouen (Francia); Una Vetrina, Roma; Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea, Rubiera (Reggio Emilia); festivalfilosofia, Modena; Galleria Civica Cavour, Padova; Palazzo del Governatore, Parma; Galleria Civica di Modena; Istituto Italiano di Cultura, Addis Abeba; Istituto Italiano di Cultura, Mosca.

I suoi lavori sono presenti in collezioni sia pubbliche che private, fra cui: Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna; Galleria Civica di Modena | FMAV – Fondazione Modena Arti Visive; Palazzo Rasponi 2, Ravenna; Fondazione Ragghianti, Lucca; Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; MUfoco | Museo di Fotografia Contemporanea, Milano.


Titolo mostra:
Jacopo Valentini
Concerning Dante – Autonomous Cell

A cura di:
Carlo Sala

Sede:
Museo Civico Medievale
Via Manzoni 4 | 40121 Bologna

Periodo di apertura:
12 maggio – 18 settembre 2022

Inaugurazione:
venerdì 13 maggio ore 18.30-21.00

Nell’ambito di:
ART CITY Bologna in occasione di Arte Fiera

In collaborazione con:
Istituzione Bologna Musei | Musei Civici d’Arte Antica
FMAV Fondazione Modena Arti Visive
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Ministero della Cultura

Con il supporto di:

Ringraziamenti istituzionali:
Arcadia Arte, Fondazione Cariparo, Fondazione Oderzo Cultura, Gallerie degli Uffizi, Opera della Primaziale Pisana, Parque Nacional de Timanfaya

Orari di apertura:
martedì, giovedì 10-14
mercoledì, venerdì 14-19
sabato, domenica, festivi 10-19

Orari di apertura durante Arte Fiera e ART CITY Bologna (12 – 15 maggio 2022):
giovedì 12 maggio 10-19
venerdì 13 maggio 10-21
sabato 14 maggio 10-24
domenica 15 maggio 10-19

Ingresso:
intero € 6 | ridotto € 3 | ridotto speciale giovani tra 18 e 25 anni € 2 | gratuito possessori Card Cultura

Ingresso durante Arte Fiera e ART CITY Bologna (12 – 15 maggio 2022):
gratuito per i possessori biglietto Arte Fiera

Informazioni:
Museo Civico Medievale
Via Manzoni 4 | 40121 Bologna
Tel. 051 2193916 – 2193930
museiarteantica@comune.bologna.it
www.museibologna.it/arteantica
Facebook Musei Civici d’Arte Antica
Instagram @museiarteanticabologna
Twitter @MuseiCiviciBolo

Ufficio stampa mostra:
Sara Zolla
Tel. 346 8457982
press@sarazolla.com

Ufficio stampa Istituzione Bologna Musei:
Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
Tel. 051 6496653 / 6496620
ufficiostampabolognamusei@comune.bologna.it
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it

Bologna, Special project ART CITY Bologna: Tino Sehgal

Tino Sehgal
venerdì 13 / domenica 15 maggio h 10-19 | sabato 14 maggio h 10-22
Piazza Maggiore
Opera d’arte vivente a cura di Lorenzo Balbi
Promossa da Istituzione Bologna Musei | MAMbo
Con il sostegno di Gruppo Unipol
In collaborazione con Bologna Welcome

Tino Sehgal incontra il pubblico
Domenica 15 maggio h 17
Unipol Auditorium Enea Mazzoli | via Stalingrado 37
L’artista dialoga con Lorenzo Balbi
Incontro promosso da CUBO Museo d’impresa del Gruppo Unipol
Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili

Per lo Special Project dell’edizione 2022 ART CITY Bologna ha invitato Tino Sehgal, uno degli artisti più radicali emersi negli ultimi anni. Le sue opere sono vere e proprie sculture viventi, coreografie di persone in movimento che generano situazioni insolite, a volte surreali, con cui il pubblico è invitato a confrontarsi.

L’intervento che Sehgal ha ideato appositamente per Piazza Maggiore – da secoli luogo di incontro e scambio, circondata da palazzi medievali e dall’imponente Basilica di San Petronio – vede la partecipazione di 45 ballerini e interpreti, i cui corpi e gesti sono utilizzati come materiale artistico e umano per comporre una grande performance, un’occasione unica per vivere l’arte in termini di esperienza sociale di scambio reciproco. Il cuore di Bologna fa così da cornice ai corpi dei performer che si muovono nello stesso spazio del pubblico, diventando oltre che fruitore anche protagonista di questa vera e propria coreografia umana, ricca di riferimenti alla storia e al passato.

Quella di Sehgal è un’arte senza oggetti: alla base del suo lavoro vi è infatti una profonda riflessione sul valore e sullo spazio dell’arte visto e vissuto come esperienza diretta e fisica dell’opera; come esercizio che non prevede documentazione o riproduzione di alcun tipo. Il suo obiettivo è quello di sovvertire i sistemi economici e processuali legati all’industria dell’arte, creando dei veri contro-modelli di situazioni che nascono e svaniscono senza lasciare tracce fisiche da vendere sul mercato, ma solo esperienze per il pubblico da vivere.

Domenica 15 maggio alle h 17 l’artista dialoga con Lorenzo Balbi (direttore artistico ART CITY Bologna 2022) in un incontro aperto al pubblico presso l’Unipol Auditorium Enea Mazzoli, promosso da CUBO Museo d’impresa del Gruppo Unipol.
L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.

Tino Sehgal – Note biografiche

Tino Sehgal (1976) vive e lavora a Berlino. In pochi anni si è affermato come una delle voci più autorevoli dell’arte contemporanea tanto da partecipare a due edizioni dell’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, nonché essere stato, nel 2005, il più giovane artista mai chiamato a rappresentare la Germania alla kermesse veneziana.
Le sue opere sono state esposte in alcune tra le più importanti sedi museali del mondo tra cui Tate Modern e Tate Britain di Londra, Walker Art Center di Minneapolis, Institute for Contemporary Art di Londra – per il quale ha esposto con tre mostre personali nel 2005, 2006 e 2007 -, Museum fur Moderne Kunst di Francoforte, Museum of Contemporary Art di San Francisco, Stedelijk Museum di Amsterdam, Kunsthaus di Bregenz, National Gallery di Toronto e New Museum of Contemporary Art di New York.
Le opere di Tino Sehgal hanno fatto parte inoltre delle rassegne più prestigiose dell’arte di oggi tra cui Biennale di Lione, Biennale di Berlino, Biennale di Mosca e Manifesta 4 a Francoforte.

Tino Sehgal in Piazza Maggiore a Bologna
Foto Ornella De Carlo

Piazza Maggiore a Bologna

Cuore della città, Piazza Maggiore (lunga 115 metri e larga 60 metri) è il risultato di secolari trasformazioni che la arricchirono via via di importanti edifici in età medievale: la Basilica di San Petronio, il Palazzo dei Notai, il Palazzo d’Accursio, il Palazzo del Podestà e il Palazzo dei Banchi.
Risale al 1200, quando il Comune iniziò ad acquisire case e terreni per costruire una piazza che da un lato avrebbe dovuto rappresentare l’importanza dell’istituzione comunale e dall’altro riunire le varie attività cittadine quali lo scambio, il commercio e i servizi di vario genere. Piazza Maggiore è una delle primissime, se non la prima piazza ad essere costruita in Italia dopo la caduta dell’impero romano, quando le “piazze” erano ancora identificate come le basiliche e i fori.
Soltanto dal Cinquecento, questo luogo ha iniziato ad essere conosciuto come Piazza Maggiore, anche se dalla cacciata degli austriaci (8 agosto 1848) al 1943 alla piazza venne attribuito il nome del Re d’Italia (Vittorio Emanuele II), dal 1943 al 1945 cambiò nome in Piazza della Repubblica fino ad arrivare a prendere il nome attuale, Piazza Maggiore, a partire dal giugno 1945.


Orario di fruizione: venerdì 13 / domenica 15 maggio h 10-19 | sabato 14 maggio h 10-22
Sito webartcity.bologna.it

Social media:
Facebook Art City Bologna
Instagram @artcitybologna
#artcitybologna

Ufficio stampa:
Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
Tel. +39 051 6496653 / 6496620
ufficiostampaARTCITYBologna@comune.bologna.it
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it
Con la collaborazione di Ornella De Carlo e Anna Zanchi

Bologna: Presentazione di un nuovo servizio di applicazione di Blockchain per artisti, musei e collezionisti a Casa Museo Renzo Savini

presenta

L’Arte tra Intelligenza Artificiale,
NFT e Blockchain

Luca Pozzi, Arkananian Shenron, 2020

Sabato 14 maggio 2022 ore 11:00

Casa Museo Renzo Savini
Via Letizia 11, Bologna
(Breakfast dalle ore 10:00)

Sabato 14 maggio 2022 alle ore 11:00 si svolgerà il quarto incontro del programma culturale proposto da Casa Museo Renzo Savini per il 2022. L’appuntamento, organizzato dall’avvocato Lavinia Savini, specializzata in proprietà intellettuale e diritto dell’arte, in collaborazione con UIA (Union Internationale des Avocats) affronterà con numerosi ospiti le tematiche di NFT, Blockchain e Intelligenza Artificiale legate al mondo dell’arte: argomenti di grande attualità che suscitano sempre più interesse per la loro applicazione in una vasta gamma di ambiti, non solo artistico ma anche medico, ingegneristico, giuridico ecc.

L’evento nasce con l’intento di fare chiarezza sulla sempre più solida relazione tra il mondo dell’arte e quello degli NFT (Non Fungible Token) e dei Blockchain, protagonisti di una rivoluzione tecnologica di cui oggi tutti parlano, ma che in pochi conoscono concretamente. Gli NFT sono il fenomeno del momento, rappresentano l’atto di proprietà e il certificato di autenticità di un bene, un’opera o un prodotto artistico, poiché rendono unico qualcosa che fino a prima non poteva per sua natura esserlo: un file, ovvero un oggetto virtuale replicabile infinite volte con facilità. Gli NFT possono essere agevolmente ceduti, monetizzati e tracciati grazie alla tecnologia blockchain che garantisce, a tempo indeterminato, l’integrità, la paternità e la data  del contenuto notarizzato, sia esso un file o documento di qualsiasi genere: contratti, opere letterarie e testi, format, opere d’arte, modelli e disegni, video e fotografie, progetti creativi e commerciali.

Per comprendere dunque a pieno le esigenze e le perplessità del mondo dell’arte rispetto all’utilizzo di queste nuove tecnologie, prenderanno parte all’incontro:

  • Lavinia Savini, avvocato, partner dello studio FPBLegal (Milano – Trieste – Bologna) e rappresentante di UIA presso WIPO (World Intellectual Property Organization) di Ginevra, che illustrerà le principali questioni correlate all’impatto degli NFT sul mercato dell’arte e ne illustrerà le problematiche giuridiche di maggiore rilievo, per lo più attinenti alla disciplina del diritto d’autore
  • Vincenzo Rana, docente del Politecnico di Milano e del MIP, co-founder di KNOBS srl e di BCode srl. Proprio grazie alla collaborazione con Bcode, infatti, lo Studio legale FPB LEGAL ha iniziato a offrire ai propri clienti una serie di nuovi servizi di registrazione su Blockchain ed emissione di NFT, declinati per il mondo dell’arte e non solo.
  • Enrico Al Mureden, professore ordinario di Diritto civile nel Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna e autore, insieme a Guido Calabresi, del libro “Driverless cars. Intelligenza artificiale e futuro della mobilità” (Il Mulino, 2021). Il Professore parlerà di Intelligenza Artificiale e porrà particolare attenzione agli aspetti giuridici connessi all’utilizzo di tale tecnologia.
  • L’artista e mediatore interdisciplinare Luca Pozzi, che parlerà di alcune sue opere in cross-reality nate dalla fusione di arte, fisica delle particelle, cosmologia multi-messaggera e quantum computing. Laureato in Pittura all’accademia di Belle arti di Brera e specializzato in Computer Graphics e Sistemi, collabora infatti con visionarie comunità scientifiche tra cui la Loop Quantum Gravity (PI), il Compact Muon Solenoid (CERN) e il Fermi Large Area Telescope (INFN, NASA).

Modera l’avv Bruno Micolano, membro del Consiglio di Presidenza dell’Union Internationale des Avocats.


Nel corso dell’evento sarà presentato in esclusiva un nuovo servizio, ideato da FBPLegal con il supporto tecnologico del loro partner BCode srl, nato dall’esperienza nel settore dell’avv. Lavinia Savini e dal confronto con collezionisti ed operatori.

Tale servizio è pensato per artisti, collezionisti e musei, è creato ad hoc sulla base delle esigenze e prevede l’applicazione di Blockchain per risolvere il problema dell’autenticità e provenienza delle opere attraverso la loro registrazione su di essa e l’eventuale emissione di NFT di “supporto” alle opere.

Per gli artisti, viventi o loro fondazioni, come archivio delle opere da loro create avente un particolare valore legale, stante anche l’immutabilità e perpetuità del registro BC. Questo potrebbe, a mio avviso, contribuire molto a risolvere gli enormi problemi che ci sono relativi all’autenticità delle opere”, spiega l’avv. Savini.

“Altrettanto interessante il possibile uso per collezionisti o musei, che potrebbero servirsene anch’ essi come archiviazione e certificazione delle opere presenti nella propria collezione. In questo modo, si darebbe prova della proprietà, autenticità e provenienza delle opere e agevolerebbe la trasmissione delle stesse, anche a livello successorio”.

BIOGRAFIA DI LAVINIA SAVINI

Lavinia Savini, avvocato, esperta in proprietà intellettuale e diritto del mercato dell’arte, lavora tra Bologna Milano e Parigi ed è Partner dello studio FPBLegal (Milano Bologna Trieste). Tra le varie cariche rivestite è Rappresentante di UIA (Union Internationale des Avocats) presso World Intellectual Property Organization (WIPO) di Ginevra, membro della Commissione Internazionale del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bologna, dell’Institut Art & Droit di Parigi e della Fondation pour le droit de l’art di Ginevra.Ha all’attivo, in materia, diverse pubblicazioni, convegni e docenze a livello nazionale e internazionale (tra i vari: su Il Sole 24 Ore; Il Giornale dell’Arte, Allemandi; “Copyright Protection for Fashion Creations”, LexisNexis 2020; “Il regime di tutela del layout di interni”- in Design and Digital Innovation, Edizioni Scientifiche Italiane 2021; “La tutela di diritto d’autore per le creazioni di moda” in Il diritto d’autore, SIAE, 2021; docenze presso Accademia di Belle Arti di Bologna, Camera Arbitrale di Venezia, NABA, IED – Istituto Europeo di Design; Webinar de Il Sole 24 ore “Investire nell’arte digitale opportunità e rischi”, 2022).

Casa Savini

LA CASA MUSEO RENZO SAVINI

Commissionata nel 1964 all’architetto Raoul Biancani, la Casa Museo Renzo Savini si configura come uno degli esempi più interessanti dell’architettura contemporanea, sviluppato su tre livelli, con un costante gioco armonico tra materiali e vetrate. Al suo interno è presente una ricca selezione di opere assemblate, nel tempo, dal collezionista Renzo Savini, con una coerente e metodica volontà di creare un unicum tra opere ed elementi architettonici di varie epoche. Una preziosa miscellanea di lavori artistici, manufatti di alto artigianato e reperti naturalistici. Un luogo pieno di suggestioni, dove Savini ha vissuto con la famiglia fino alla sua scomparsa. Renzo Savini (19 settembre 1931 – 13 luglio 2018) è stato un umanista di formazione classica. Grande collezionista, anticipava i tempi per la sua sensibilità e con ingegno sapeva cercare e accostare oggetti, creando una commistione di materiali e contrasti tra epoche diverse.

All’interno della casa è presente una piccola Kunstkammer (letteralmente “camera dell’arte”), nella quale sono raccolti manufatti di provenienze molteplici e multiformi, reperti e curiosità di ogni genere: pezzi di Castiglioni, Gavina e Scarpa; statue dei presepi barocchi e pupi del Settecento; bassorilievi rinascimentali incastonati nel muro; manoscritti e libri antichi; disegni del Tiarini e tele del Signorini.

Nella palazzina, al piano sottostante, ha risieduto per anni Dante Bini, architetto di fama mondiale, noto anche per aver ideato per Michelangelo Antonioni e Monica Vitti La Cupola, l’avveniristica villa sulla Costa Paradiso in Sardegna. Oggi la Casa Museo è gestita dalle figlie di Renzo Savini.


INFORMAZIONI UTILI

Incontro su “L’Arte tra Intelligenza Artificiale, NFT e Blockchain”
QUANDO: Sabato 14 maggio 2022 ore 11:00
DOVE: Casa Museo Renzo Savini, via Letizia 11, Bologna

Ingresso su prenotazione fino a esaurimento posti.
Per partecipare è necessario prenotare all’indirizzo mail savinicultura@gmail.com

SITO: www.casamuseorenzosavini.it/it/

UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

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Reggio Emilia: FOTOGRAFIA EUROPEA 2022 “Un’invincibile estate”

I Chiostri di San Pietro, Palazzo da Mosto, i Chiostri di San Domenico, Biblioteca Panizzi, Galleria Santa Maria, Spazio Gerra, i Musei Civici, Collezione Maramotti, Fondazione I Teatri e gli spazi del Circuito OFF accolgono mostre di grandi maestri e di giovani esordienti.

29 Aprile 2022 – 12 Giugno 2022
Reggio Emilia, sedi varie

FOTOGRAFIA EUROPEA 2022
“Un’invincibile estate”

Chloé Jafé, No title. Jun San. 2016, Osaka © Chloé Jafé

Dal 29 aprile al 12 giugno 2022 torna l’atteso appuntamento con FOTOGRAFIA EUROPEA a Reggio Emilia, Festival di fotografia di caratura internazionale promosso e prodotto da Fondazione Palazzo Magnani insieme al Comune di Reggio Emilia e con il contributo della Regione Emilia-Romagna.

Torna con una fortissima spinta propulsiva, data dal titolo: UN’INVINCIBILE ESTATE, frase celebre di Albert Camus che racchiude potentemente l’immagine di come le nostre forze interiori, pur nel cuore dell’Inverno, tendano inevitabilmente a sprigionarsi infine nel trionfo e nel continuo rinnovarsi della vita. Una metafora quanto mai attuale visto il recente passato e il presente che ci stanno accompagnando.
Questa suggestione ha accompagnato la direzione artistica del Festival, composta da Tim Clark e Walter Guadagnini, che ha selezionato i lavori dei protagonisti di quest’anno combinando sguardi internazionali e sensibilità differenti, mai banali, che non mancheranno di cogliere, anche di sorpresa, i visitatori.

Alla base del Festival, come sempre, ci saranno storie e racconti molto spesso intimi, altre volte più aperti e sfacciati ma in entrambi i casi con l’obiettivo di stimolare punti di vista nuovi e una riflessione sulla complessità del mondo e dei fili che intrecciano i suoi abitanti ai quattro angoli del pianeta. Molteplici sguardi sulla contemporaneità attraverso il medium della fotografia, per interrogarsi sul ruolo delle immagini e della cultura visiva in questo particolare momento storico.

LE MOSTRE

Come sempre le sale dei monumentali Chiostri di San Pietro saranno il fulcro del festival, ospitando ben dieci esposizioni.
Al primo piano, in ordine di percorso, troviamo Nicola Lo Calzo con il progetto intitolato Binidittu, riflessione sulla condizione delle persone migranti nel Mediterraneo attraverso la figura di San Benedetto il Moro, il primo santo nero della storia moderna considerato un’allegoria dei nostri tempi: luogo d’incontro tra il Mare Nostrum e il mondo, tra la memoria e l’oblio, tra il razzismo banalizzato e l’humanitas condivisa. Nella sala successiva, Hoda Afshar, attraverso gli scatti del complesso progetto Speak The Wind svela gli straordinari paesaggi dell’Iran, la sua gente e i loro rituali, fotografando il vento e gli intrecci di tradizioni e credenze che porta con sé, per formare una registrazione visibile dell’invisibile attraverso l’occhio dell’immaginazione. La fotografa americana Carmen Winant, invece, nella serie di immagini di Fire on World tesse più narrazioni attraverso centinaia di diapositive ritrovate, di protesta, di nascita e di piccoli mondi, che si allineano ordinatamente e messe insieme formano un quadro più ampio di disordine sociale e dissenso. Il giapponese Seiichi Furuya con la mostra First trip to Bologna 1978 /Last trip to Venice 1985 racconta il primo e l’ultimo viaggio fatti insieme a sua moglie Christine Gössler, attraverso ritratti intimi e fermo immagini, che gli hanno permesso di ricostruire la memoria di quei momenti, fino al suicidio di Christine. Ken Grant, fotografo inglese, propone la mostra Benny Profane, un progetto a lungo termine su un distretto portuale nei dintorni di Liverpool, che diventa nei suoi scatti un’immersione in uno spazio e in coloro che da esso dipendono, un resoconto di parentela e sfida in una terra difficile. Il giovane Guanyu Xu con le fotografie di Temporarily Censored Home trasforma lo spazio domestico e conservatore della sua infanzia, in scena di rivelazione, protesta e bonifica queer, mediante un mosaico di immagini raccolte da riviste di moda e cinema occidentali, nonché ritratti di sé stesso con altri uomini, per mettere in scena una performance profondamente intima e politica. La fotografa Chloé Jafé con I give you my life racconta la storia, spesso sconosciuta, delle donne della Yakuza – la mafia giapponese tra le più leggendarie al mondo – mogli, figlie, amanti, che orbitano intorno alle attività criminali dei gangster maschi e che a loro hanno dedicato la loro esistenza. Jonas Bendiksen, invece, diffonde il caos nella comunità del fotogiornalismo con The Book of Veles, progetto che accorpa le fake news generate nella piccola e sconosciuta cittadina macedone di Veles per dimostrare – attraverso un misto di reportage classico, modelli di avatar 3D e sistemi di generazione di testo con intelligenza artificiale – che la disinformazione visiva confonde anche i professionisti dei media addestrati. Infine il francese Alexis Cordesse con Talashi, (parola che in lingua araba significa frammentazione, scomparsa) spiega cos’è la guerra civile siriana attraverso le fotografie personali scattate da coloro che vivono in esilio: un atto di rievocazione collettiva tra intimità e Storia.

La mostra storica di questa edizione sarà ospitata nelle sale affrescate del piano terra dei Chiostri di San Pietro e sarà dedicata a Mary Ellen Mark, fotografa documentarista che dal 1964 fino alla sua morte nel 2015, realizza saggi fotografici intensamente vividi e rivoluzionari che esplorano la realtà delle persone, soprattutto donne, in una varietà di situazioni complesse e spesso difficili, dolorose, a volte quasi impossibili.
Mary Ellen Mark: The Lives of Women, a cura di Anne Morin, abbraccia l’umanità di queste donne e la condivide con un pubblico più ampio, fornendo ai suoi soggetti una voce significativa, spesso estremamente potente.

Nella sede di Palazzo da Mosto trovano posto gli scatti della nuova produzione di Fotografia Europea, affidata a Jitka Hanzlovà. Scopo di questo progetto è raccontare come le forze di resilienza degli adolescenti siano oggi particolarmente sollecitate dai risvolti sociali che la situazione sanitaria impone loro da due anni a questa parte.

I progetti dei vincitori della Open Call di questa edizione saranno visibili nel nuovo spazio di Fotografia Europea: la Galleria Santa Maria, nel cuore del centro storico. Simona Ghizzoni racconta nel progetto Isola come sia riuscita a recuperare una relazione con la natura e con le persone, approfittando dell’emergenza Covid per lasciare Roma e tornare a rifugiarsi nell’Appennino Emiliano. La spagnola Gloria Oyarzabal, fotografa e cineasta, fissa il focus della sua indagine sul concetto di Museo in particolare in un’ottica colonialista con il progetto Usus fructus abusus. Infine Maxime Richè, parigino, da tempo si misura con la capacità di adattamento dell’uomo rispetto alle conseguenze degli sconvolgimenti ambientali. In Paradise, il focus è l’incendio che in sole quattro ore ha incenerito l’omonima città californiana e le persone che nonostante ciò, tornano per ricostruirsi una vita, proprio dove la vita è stata così brutalmente cancellata.

Ad abbracciare il festival, numerose altre mostre partner che gravitano intorno ad esso, organizzate dalle più importanti istituzioni culturali cittadine e ospitate presso i propri spazi.

Nel trentennale della scomparsa di Luigi Ghirri, a Palazzo dei Musei, la mostra In scala diversa. Luigi Ghirri, Italia in miniatura e nuove prospettive, a cura di Ilaria Campioli, Joan Fontcuberta e Matteo Guidi, partendo dalla serie In scala realizzata da Luigi Ghirri in più riprese, dalla fine degli anni Settanta alla prima metà degli Ottanta, nel parco divertimenti Italia in Miniatura di Rimini, approfondisce i temi del doppio, della finzione e dell’idea stessa di realtà, creando un dialogo con la raccolta – disegni, cartoline, documenti e immagini provenienti dall’archivio del parco – accumulatasi dalla metà degli anni Sessanta a seguito dei numerosi viaggi del fondatore Ivo Rambaldi lungo tutta la penisola, allo scopo di raccogliere quanta più documentazione visiva possibile per la costruzione dei plastici.
Sempre a Palazzo dei Musei torna “Incontri! Arte e persone”, progetto di Reggio Emilia Città senza Barriere – STRADE dedicato all’incontro tra fragilità e creatività. L’artista Alessandra Calò, che predilige la pratica del lavoro off camera, e sette persone con fragilità realizzano, attingendo alla ricca collezione dei Musei, un vero e proprio erbario, tramite l’utilizzo di antiche tecniche di stampa fotografica a contatto. La mostra Herbarium. I fiori sono rimasti rosa, insieme agli esperimenti di stampa e al fare laboratoriale, saranno ospitati in un nuovo spazio museale che si apre al dialogo con la città.
I Chiostri di San Domenico ospitano la nona edizione di Giovane Fotografia Italiana, progetto del Comune di Reggio Emilia che valorizza i talenti della fotografia italiana contemporanea under 35. La mostra, significativamente intitolata Possibile, a cura di Ilaria Campioli e Daniele De Luigi, presenta le ricerche di
Marcello Coslovi, Chiara Ernandes, Claudia Fuggetti, Caterina Morigi, Giulia Parlato, Riccardo Svelto, Giulia Vanelli, artisti selezionati da una giuria internazionale, composta dai curatori e da Chiara Fabro – Festival Panoràmic di Barcellona, Shoair Mavlian – Photoworks di Brighton e Krzysztof Candrowicz – Fotofestiwal di Łódź. Novità di questa edizione è l’istituzione del Premio Luigi Ghirri, nel trentennale della scomparsa dell’autore, in collaborazione con l’Archivio Eredi Luigi Ghirri.
Lo Spazio Gerra presenta il progetto In Her Rooms di Maria Clara Macrì in cui l’autrice esplora il rapporto tra empatia, intimità e rappresentazione contemporanea delle donne. Nel suo lavoro, la fotografa riesce a cogliere la natura complessa e intensa della femminilità odierna, liberata dagli stereotipi e dalla sessualizzazione e oggettivazione di cui è vittima ed esprimendo visivamente l’essenza di un nuovo sentire internazionale e globale, dovuto anche alla forte trasmigrazione al femminile.
La Biblioteca Panizzi con la mostra Vasco Ascolini: un’autobiografia per immagini a cura di Massimo Mussini, racconta la vita artistica e lavorativa del fotografo reggiano attraverso 40 anni di scatti in un percorso coraggioso, fatto di incontri importanti e di grande determinazione. L’intento è quello di far conoscere al pubblico la donazione che il fotografo ha fatto alla città ricreando una sorta di diario di viaggio in cui Ascolini segnala i momenti di passaggio con i quali ha progressivamente arricchito il suo linguaggio espressivo.
La Collezione Maramotti dedica la sua mostra al fotografo Carlo Valsecchi che nelle quarantaquattro fotografie di grande formato che costituiscono Bellum – tutte presenti nel volume che accompagna la mostra, e di cui una ventina in esposizione – racconta il conflitto ancestrale tra uomo e natura e tra uomo e uomo. Attraverso un lavoro durato circa tre anni, Valsecchi percorre le montagne, espressione naturale estrema e insieme luogo dell’ultima guerra, sublimando nei suoi scatti una realtà cruda in forma spesso astratta, intimamente estetica e assoluta.

La Fondazione I Teatri espone gli scatti di Arianna Arcara in cui Teatro e fotografia entrano ancora in relazione nel nuovo progetto dal titolo La Visita / Triptych che Fondazione I Teatri, con Reggio Parma Festival e in collaborazione con Collezione Maramotti e Max Mara hanno affidato all’artista invitandola a una interpretazione del lavoro della Compagnia di teatro-danza belga Peeping Tom al Festival Aperto 2021. Ritratti, allestimenti e sequenze sono i tre focus su cui Arcara ha lavorato per questa mostra, riprendendo la performance site specific “La Visita” presso la Collezione Maramotti e la spettacolare trilogia “Triptych” andata in scena al Teatro Municipale Valli.

Anche per questa edizione il CIRCUITO OFF – l’evento collettivo e indipendente che arricchisce il Festival con una serie innumerevole di mostre diffuse in tutto il territorio cittadino – presenta progetti di fotografi professionisti accanto a giovani alle prime esperienze, appassionati e associazioni che dovranno misurarsi con il tema di quest’anno esponendo i propri scatti in negozi, ristoranti, studi, cortili e case private, sedi storiche, gallerie d’arte. Parte di questo circuito è anche il progetto OFF@school che coinvolge le scuole di tutta la provincia di Reggio Emilia. Il 7 maggio è la serata dedicata al Circuito Off e in questo evento sarà decretato il vincitore del premio Max Spreafico a cui sarà data l’opportunità di produrre una nuova mostra ed esporla durante la prossima edizione di Fotografia Europea, nel 2023.

E non poteva mancare anche quest’anno lo Speciale Diciottoventicinque, il progetto formativo di Fotografia Europea, giunto all’XI edizione, nato per accompagnare i giovani amanti della fotografia in un percorso che va dall’ideazione alla realizzazione di un progetto espositivo, affidato quest’anno ad Anush Hamzehian e Vittorio Mortarotti, due artisti d’eccezione che da anni lavorano insieme coniugando video e fotografia e che, forti della loro esperienza, punteranno sulla multidisciplinarietà, consapevoli che un progetto visivo si possa costruire e arricchire attraverso linguaggi diversi.

Novità assoluta di questa edizione è FOTOFONIA EUROPEA: un progetto musicale in due serate curate da Max Casacci, produttore e fondatore dei Subsonica, in cui la commistione tra immagini e musica elettronica costruisce una declinazione musicale di Fotografia Europea.

Oltre alle mostre arricchisce il Festival un calendario di appuntamenti pensato non solo per le tre giornate inaugurali – 29, 30 aprile e 1 maggio – ma che accompagnerà visitatori e appassionati anche nelle settimane successive fino al 12 giugno: conferenze, incontri con gli artisti, presentazione di libri (tra cui il vincitore del FE+SK Book Award, premio organizzato in collaborazione con la casa editrice indipendente Skinnerboox ) book signing, letture portfolio, workshop, un bookfair dedicato agli editori indipendenti e spettacoli pensati per alimentare un confronto culturale che partendo dalla fotografia affronti anche temi trasversali, coinvolgendo un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo che sa di trovare a Reggio Emilia il meglio di ciò che la fotografia contemporanea produce e propone.

Special Sponsor per l’edizione 2022 si conferma Iren.


Ufficio stampa
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo s.a.s.
Via San Mattia, 16 – 35121 Padova
Simone Raddi, tel. 049663499; simone@studioesseci.net

Ufficio stampa Fondazione Palazzo Magnani
Stefania Palazzo, tel. 0522.444409; s.palazzo@palazzomagnani.it
Elvira Ponzo, tel. 0522.444420; e.ponzo@palazzomagnani.it

Bologna, Pinacoteca Nazionale, Salone degli Incamminati: Benni Bosetto. Stultifera

Stultifera è una grande opera performativa concepita da Benni Bosetto in occasione di ART CITY Bologna 2022 che trova spazio nel Salone degli Incamminati della Pinacoteca Nazionale di Bologna. Il lavoro riprende il soggetto di La nave dei folli di Sebastian Brant, opera satirica apparsa nel 1494, ribaltandone la critica morale e riflettendo invece sul potenziale del ‘folle’, sulla sua assenza di paura e quindi sulle dinamiche generative insite in tale istintività.

Benni Bosetto
Stultifera

Main project di ART CITY Bologna 2022

12 | 13 | 14 maggio 2022
Pinacoteca Nazionale di Bologna | Salone degli Incamminati | via delle Belle Arti 56

Performance a cura di Caterina Molteni

Un progetto sostenuto da Trust per l’Arte Contemporanea
Con il supporto di Istituzione Bologna Musei | MAMbo, Pinacoteca Nazionale di Bologna, Azienda Speciale Palaexpo – il Mattatoio | Progetto Prender-si Cura

In collaborazione con Ateliersi

Domenica 15 maggio h 10.30
ARTALK CITY. Benni Bosetto dialoga con Caterina Molteni e Cecilia Canziani
Accademia di Belle Arti di Bologna, Aula Magna | via delle Belle Arti 54

La scena si svolge sul ponte di una nave destinata a un viaggio senza fine. Grandi vele incorniciano lo spazio che, tra detriti marini, corde e funi, ospita l’intera narrazione.
I passeggeri interagiscono all’interno di un pastiche artistico in cui frammenti di opere teatrali, cinematografiche, componimenti musicali classici e folkloristici, riferimenti alla danza medievale di corte, a quella amatoriale, alle danze propiziatorie e infine agli happening e alla body art, assumono una nuova forma.

L’artista inscena continui contrasti formali, tra stomachevole e sublime, raffinato e volgare, affascinante e disgustoso, tramite cui il corpo è osservato e impiegato seguendo diverse categorie e ideali estetici che sono lasciati collassare nel flusso ininterrotto della narrazione. Codici formali del passato sono così intesi come una cultura materiale da riplasmare, usando lo spazio ontologico della performance come un territorio aperto dove ripensare categorie preesistenti e immettere un caos sensoriale pre-storico che rende tangibile l’esperienza tragica ma cosmica della follia. Contraddizione, istintività, conoscenza empirica sono le leggi di questa nave dei folli che al posto di fallire e affondare come nell’opera originale di Brandt, diventa il luogo in cui pensare una nuova origine, un inizio differente per l’essere umano. Ma quindi da dove ripartire? Come ripensare l’inizio oltre la catastrofe? Lo scenario che sembra delinearsi è quello di una nuova convivenza, che dalla cacofonia di danze, riti e battaglie, lascia emergere riflessioni sull’interdipendenza dell’essere umano con altre specie.

Nell’ambito del ciclo ARTALK CITY. Incontri in Accademia con gli artisti del Main Programpromosso dall’Accademia di Belle Arti di Bologna in occasione di ART CITY Bologna 2022, domenica 15 maggio alle h 10.30 Benni Bosetto dialoga con Caterina Molteni (curatrice) e Cecilia Canziani (curatrice e docente) in un incontro aperto al pubblico che si svolge nell’Aula Magna.
L’ingresso è libero fino a esaurimento posti disponibili.

Benni Bosetto – Note biografiche


Benni Bosetto (Merate, 1987), vive e lavora a Milano. Si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e ha studiato al Sandberg Instituut di Amsterdam.
La sua pratica artistica indaga la condizione umana sondando il ruolo dei rituali nella società odierna. Abbandonando le nozioni tradizionali del tempo e dello spazio e utilizzando un linguaggio visivo pre-logico, Bosetto fa appello a un’inconscia memoria collettiva, rileggendo il concetto di vaporizzazione del corpo e di perdita d’identità, il suo trascendere la dimensione spazio temporale, facendosi immagine di un perenne divenire e movimento. Nelle sue opere la corporeità si dissolve divenendo parte di altre specie, altri generi e altri tempi che si tengono e riallacciano in un racconto eterno. La realtà si rompe in un assemblaggio composto di molteplicità, a ribadire che l’essere umano è innanzitutto compost, essere-con-gli-altri.
Tra le mostre personali recenti: Tête en l’air(Campoli Presti, Parigi, 2022); 00 0 00 (ADA, Roma, 2021); Il portico (Almanac, Torino, 2020); Ambiente X (con Ksenia Perek, Kunstraum, Londra, 2019); Le Streghette (Fonderia Battaglia, Milano, 2018); Art Verona Collateral Project (ADA, Roma, 2017); Florida (Tile Project Space, Milano, 2016).
Tra le mostre collettive recenti: Camera Picta (Galleria Civica di Trento, 2021); Io dico Io, I say (Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma, 2021); Quadriennale d’arte 2020 FUORI (Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2020); Waves Between Us (Onde tra di noi) (Palazzo Re Rebaudengo, Guarene, 2020); #80 | #90 (Villa Medici, Roma, 2019); Artissima Progetto Speciale (a cura di Lucrezia Calabrò Visconti e Guido Costa, Torino, 2019).
Le residenze includono: Fonderia Artistica Battaglia (Milano, 2018); VIR Viafarini, (Milano, 2014). Ha ricevuto il Pollock-Krasner Foundation Grant nel 2020, il Premio Fondazione Fiera Milano nel 2019 e il Premio Termoli nel 2018.
ada-project.it/benni-bosetto/

Orario di fruizione: giovedì 12 / venerdì 13 / sabato 14 maggio h 16.30 e h 18
Ingresso: gratuito con prenotazione obbligatoria al link https://ticket.midaticket.it/museicivicibologna/Event/125/Dates
Siti web: artcity.bologna.it | www.pinacotecabologna.beniculturali.it


STULTIFERA
di Benni Bosetto

a cura di Caterina Molteni

Sostenuto da Trust per l’Arte Contemporanea

Con il supporto di Istituzione Bologna Musei | MAMbo, Pinacoteca Nazionale di Bologna,
Azienda Speciale Palaexpo – Mattatoio | Progetto Prender-si Cura

In collaborazione con Ateliersi

Regia, Drammaturgia e Coreografia Benni Bosetto

Assistenza alla Drammarturgia e Coreografia Ksenia Perek

Musiche Vito Gatto

Testi Allison Grimaldi Donahue

Costumi Eduardo Leon (Avoidstreet)

Sartoria Francesca Bellucci

Organizzazione Sabrina Samorì, Elisa Schiavina

Assistente dell’artista Marcello Spada

Realizzazione della performance a cura di Ateliersi

Coro Marta Ascari, Camilla Lopez, Paola Mirabella, Marianna Murgia, Andrea Pulcini

Baccanti Nina Dalla Vite, Sophie Merafina, Beatrice Messina, Veronica Negri, Matilde Stefanini

Angeli Rossella Dassu, Emilio Ricciardi, Stefano Questorio

Pianista Matteo Ramon Arevalos

Con la partecipazione delle allieve del programma pre-professionale Alma Ballet della scuola Alma Danza di Bologna

Sito web ART CITY Bologna:
artcity.bologna.it

Social media:
Facebook Art City Bologna
Instagram @artcitybologna
#artcitybologna

Ufficio stampa:
Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
Tel. +39 051 6496653 / 6496620
ufficiostampaARTCITYBologna@comune.bologna.it
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it
Con la collaborazione di Ornella De Carlo e Anna Zanchi

Bologna: Nell’ambito di ART CITY al Museo Davia Bargellini – FRESCO mostra personale di Davide D’Elia

NOS Visual Arts Production presenta FRESCO, la prima mostra personale di Davide D’Elia a Bologna, presso il Museo Davia Bargellini, a cura di Elisa Del Prete e in collaborazione con Istituzione Bologna Musei | Musei Civici d’Arte Antica nell’ambito di ART CITY Bologna 2022, in occasione di Arte Fiera.

Davide D’Elia

FRESCO

Mostra a cura di Elisa Del Prete


12 maggio – 25 settembre 2022

Museo Davia Bargellini, Bologna

Inaugurazione venerdì 13 maggio ore 17.30
Nell’ambito di ART CITY Bologna 2022

Davide D’Elia, FRESCO, 2022
Installation view della mostra
Museo Davia Bargellini, Bologna
photo © M3S Roma

L’intervento è pensato in dialogo con la collezione del museo e i peculiari criteri museografici che ne dettano il percorso espositivo all’interno del palazzo seicentesco dove è situato, raro esempio di collezionismo privato cittadino. La mostra si compone di otto quadri in plexiglas del ciclo FRESCO realizzati nel corso di un precedente intervento site specific operato da D’Elia nel 2018 sugli affreschi del Salone delle Feste del Palazzo Atti-Pensi di Todi, dimora cinquecentesca che si erge al centro della piazza principale della città umbra, che a Bologna vengono allestiti in relazione ai dipinti e alle sculture commissionate dal mecenatismo dei Bargellini, tra le famiglie bolognesi che ricoprirono importanti cariche nel Senato cittadino.

Da tempo l’artista indaga la relazione tra passato e presente, storia dell’arte e arte contemporanea, pittura accademica e “gesto” pittorico, in un percorso che mette al centro un ripensamento su forma e colore in chiave attuale. Per realizzare il ciclo FRESCO a Todi, l’artista non è intervenuto direttamente sugli affreschi ma vi ha apposto delle strutture in plexiglas appositamente progettate. Ciò gli consente di stendere campiture di pittura “iris blue” celando talvolta gli elementi organici del paesaggio, talvolta le architetture nell’intento di far emergere la costruzione dei dipinti degli affreschi sottostanti. Una volta rimossi dagli affreschi, gli otto quadri sono diventati pitture astratte – o “assolute”, come le definisce l’artista – su cui si è conservata la traccia dell’indagine compositiva creando un discorso tra “pittura assente” e “pittura presente”.

La mostra a Bologna è completata da due nuovi interventi site specific, Zeroe Zero1, su due dipinti della collezione del museo entrambi dal titolo Paesaggio con figure di Vincenzo Martinelli (fine sec. XVIII) esposte nella Sala 1. Zero e Zero1, nel momento in cui lasceranno il luogo originario del Museo Davia Bargellini per essere esposti altrove, attiveranno a loro volta un processo di traslazione portandosi dietro il contesto primario.

“Atti” dello stesso componimento poetico, le opere di FRESCO costruiscono nel tempo e nello spazio un dialogo tra luoghi geograficamente distanti tramite un’azione di sovrapposizione in cui la storia e l’identità di ognuno si stratificano sul tassello successivo.

Proprio in tale ottica la visita propone un’esperienza di Realtà Virtuale (realizzata da Filippo Pagotto/EL CA BO), tramite cui il visitatore si fa testimone della simultaneità dell’opera ricongiungendo il ciclo alla sua fonte originaria.

Durante il periodo di mostra il Museo Davia Bargellini ospiterà un talk con l’artista per la presentazione del concept book Tiepido Cool realizzato grazie al sostegno di Italian Council (X edizione, 2021), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura di cui Istituzione Bologna Musei | Musei Civici d’Arte Antica è partner culturale.

Il progetto della mostra e la ricerca di Davide D’Elia possono essere approfonditi in occasione di tre visite guidate con ingresso gratuito, proposte nel seguente calendario:

  • venerdì 8 luglio ore 17 a cura di Davide D’Elia e Elisa Del Prete
  • mercoledì 31 agosto ore 10 La mostra ‘FRESCO’: dialoghi tra le arti nel tempo, a cura di Paolo Cova
  • venerdì 23 settembre ore 17 a cura di Davide D’Elia e Elisa Del Prete.

Davide D’Elia – Note biografiche

Davide D’Elia (Cava de’ Tirreni, 1973) vive e lavora a Roma.

Inizia a lavorare come visual designer negli anni ‘90. Si trasferisce a Londra nel 2007 dove inizia a sperimentare la sua poetica artistica grazie alla collaborazione creativa con il collettivo curatoriale CosmicMegaBrain.

Partecipa a diverse mostre internazionali tra cui: Beyond Existence, Cordy House, Londra, 2009; Every other day, Zico House, Beirut, 2009; DrawMusicDraw, Booze Cooperativa, Atene, 2008; Booze around light bulbs, Heimatmuseum, Londra, 2013. Rientra a Roma nel 2011.
Sue opere sono state esposte in musei e sedi istituzionali come MAXXI, Museo delle Arti del XXI Secolo, Roma, 2012-2013; Biennale di Venezia (Nell’Acqua capisco, Procuratie Vecchie, Venezia, 2013); Accademia Americana, Roma 2014; Artsiders, Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia, 2014; Horizontal, Casa Italia (Giochi Olimpici), Rio De Janeiro, 2016; Sensibile Comune, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma, 2017; Finalista Premio Lissone 2018, MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, 2018.


Titolo mostra:
Davide D’Elia
FRESCO

A cura di:
Elisa Del Prete

Sede:
Museo Davia Bargellini, Bologna
Strada Maggiore 44 | 40125 Bologna

Periodo di apertura:
12 maggio – 25 settembre 2022

Inaugurazione:
venerdì 13 maggio 2022 ore 17.30

Ideata e prodotta da:
NOS Visual Arts Production

In collaborazione con:
Istituzione Bologna Musei | Musei Civici d’Arte Antica

Nell’ambito di:
ART CITY Bologna 2022 in occasione di Arte Fiera

Comunicazione e VR:
EL CA BO

Orari di apertura straordinari per ART CITY Bologna:
giovedì 12 maggio ore 10-18.30
venerdì 13 maggio ore 14-21
sabato 14 maggio ore 10-24
domenica 15 maggio ore 10-18.30

Orari di apertura ordinari:
martedì, mercoledì, giovedì ore 10-15
venerdì ore 14-18
sabato, domenica, festivi ore 10-18.30

Ingresso:
gratuito

Informazioni:
Museo Davia Bargellini
Strada Maggiore 44 | 40125 Bologna
Tel. 051 236708
museiarteantica@comune.bologna.it
www.museibologna.it/arteantica
Facebook: Musei Civici d’Arte Antica
Twitter: @MuseiCiviciBolo
Instagram: museiarteanticabologna

Siti web:
www.museibologna.it/arteantica
www.nosproduction.com/fresco
www.artcity.bologna.it

Ufficio stampa mostra:
Sara Zolla
T. 346 8457982
press@sarazolla.com

Ufficio stampa Istituzione Bologna Musei:
Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
Tel. 051 6496653 / 6496620
ufficiostampabolognamusei@comune.bologna.it
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it

Napoli: Bando di ammissione alla rassegna di arti performative “Stazioni D’Emergenza – XII atto”

Bando di partecipazione

Il teatro Galleria Toledo rende pubblico per l’anno 2022 il bando di ammissione alla rassegna “Stazioni D’Emergenza – XII atto” aperto ad artisti e compagnie nazionali e internazionali, con progetti individuali e collettivi nell’ambito delle arti performative.

L’intento della rassegna è quello di identificare, nella vivacità delle nuove creatività del teatro contemporaneo, i percorsi di più rilevante interesse; un osservatorio per la messa a fuoco di orientamenti e proposte drammaturgiche inconsueti, identità autoriali emergenti.

Nel corso delle precedenti edizioni sono stati ospitati spettacoli prodotti da compagnie e artisti di particolare interesse, oggi fortemente accreditate presso pubblico e critica (La Merda – Produzioni Fuorivia, Io, Mai Niente Con Nessuno Avevo Fatto – Vuccirìa Teatro, 9841/Rukeli – Farmacia Zoo:È etc.) e tanto ancora si spera di poter promuovere per positive affermazioni a venire.

Modalità della selezione

La direzione artistica – in condivisione con esperti in funzione di Commissione Selettiva – valuterà con trasparente giudizio la scelta di 3 soggetti produttivi o artisti della scena, da inserire nel programma di rappresentazioni per la dodicesima edizione di STAZIONI D’EMERGENZA, nel periodo 22 – 25 settembre 2022.

Tra le 3 rappresentazioni scelte e dunque in scena nelle date indicate verrà selezionato, da una giuria competente, un soggetto produttivo vincitore che avrà diritto ad un premio in danaro dal valore di euro 1000 e l’inserimento della rappresentazione all’interno del cartellone della seguente stagione artistica.

Tempi e modalità di svolgimento della rassegna

Le domande dovranno pervenire entro e non oltre la mezzanotte del 31 luglio 2022 presso la segreteria organizzativa del teatro Galleria Toledo, con invio di email all’indirizzo: proposte.galleriatoledo@gmail.com specificando nell’oggetto “Stazioni D’Emergenza – atto XII”.

La selezione avrà giudizio insindacabile.

L’elenco delle tre compagnie/artisti selezionati sarà resa pubblica entro il 05 settembre 2022 sul sito www.galleriatoledo.it e sulla pagina facebook https://www.facebook.com/galleriatoledo.ilteatro/.

Requisiti per l’ammissione:

– Possono partecipare alla selezione compagnie italiane e/o di altra nazionalità, con spettacoli e progetti anche non in lingua italiana;
– Non saranno ammessi compagnie/artisti il cui progetto o spettacolo sia stato già programmato in precedenza nei teatri di Napoli;
– Non saranno ammessi alla selezione i progetti ricevuti in data successiva al 31 luglio 2022; – Certificato di agibilità Inps (Ex Enpals).

Documentazione

Le compagnie dovranno produrre:
– Breve biografia della compagnia; curriculum dei soggetti impegnati; progetto artistico;
– Scheda tecnica;
– Scheda artistica
– Video integrale o brani di presentazione dello spettacolo, atti a offrire esauriente esposizione del lavoro che si va a proporre;
*non è prevista la restituzione dei materiali.
– Ricevuta attestante il pagamento della quota di partecipazione al bando di euro 25, da erogarsi tramite bonifico intestato a
“IL TEATRO COOP. GALLERIA TOLEDO”
IBAN IT78H0335303400000000001843.

Il teatro ospitante garantirà alle 3 compagnie selezionate:

– La dotazione illuminotecnica e fonica di cui dispone il teatro;
– 1 figura per l’assistenza tecnica;
– Ufficio stampa e promozione dell’evento;
– Il 100% degli incassi al netto delle spese SIAE, con applicazione di un biglietto d’ingresso di euro 10,00 (intero).

Sono a carico della compagnia/artista:

– Le spese di viaggio e soggiorno
– L’agibilità INPS per i soggetti impegnati

Sarà garantita alla compagnia/artista vincitrice:

– L’inserimento dello spettacolo nella stagione ordinaria di Galleria Toledo per l’anno 2023-24;
– Un premio in danaro di euro 1.000,00.

* informativa privacy
I dati raccolti verranno trattati esclusivamente a fini amministrativi rispettando il D.Leg. n.196/03 sulla privacy.


informazioni

Galleria Toledo, teatro stabile d’innovazione
via Concezione a Montecalvario, 34 – 80134 Napoli
segreteria.galleriatoledo@gmail.com
+39 081- 425037
+39 081- 425824

Messina, BRUM: secondo appuntamento del Maggio dei Libri – “Le nuove famiglie” a cura di Luigi Baldari

Secondo appuntamento del Maggio dei Libri

Venerdì 13 maggio 2022, prosegue, con il secondo appuntamento, il ricco calendario del Maggio dei Libri della Biblioteca Regionale di Messina con la presentazione del saggio “Le nuove famiglie” a cura del Prof. Luigi Baldari, Psichiatra Micropsicoanalista.

Il volume – n. 42 della collana Bollettino dell’Istituto Italiano di Micropsicoanalisi, diretta dallo stesso curatore del libro – raccoglie gli eccellenti contributi in argomento di insigni “Operatori” del campo scientifico e socio-culturale, quali psichiatri, psicologi, filosofi, antropologi.

L’interessante e scottante tematica, da sempre attuale nella storia dell’Umanità, è affrontata nel testo sotto  molteplici sfaccettature e, certamente, nella trattazione in presenza, coinvolgerà gli astanti anche per le svariate e correlate problematiche ad essa legate, tra le quali il calo della natalità, l’allungamento della vita e la solitudine del futuro. Sono argomentazioni che toccano nel profondo la vita e gli affetti. La famiglia composta da nuclei classici, o, come sovente da ultimo accade, concepita quale allargata, o monogenitoriale, rappresenta, comunque, cardine fondamentale delle società su cui gettare le basi per la crescita di ogni singolo individuo e il benessere della collettività.

L’iniziativa culturale si aprirà con i Saluti Istituzionali e l’Introduzione da parte della Direttrice della Biblioteca, Dott.ssa Tommasa Siragusa, che fungerà anche da Moderatrice; seguiranno i preziosi contributi degli illustri Relatori, Prof. Mario Bolognari, Ordinario di Antropologia culturale UniMe e Prof. Giuseppe Giordano, Ordinario di Storia della Filosofia Unime. Sarà presente il Curatore.


Post saranno pubblicati sulle pagine Social Istituzionali.

Sono graditi commenti e suggerimenti.

Per INFO:
Ufficio Relazioni con il Pubblico
Funzionario Direttivo Maria Rita Morgana

tel.090674564
urpbibliome@regione.sicilia.it           

A The Phair 2022 Galleria del Cembalo presenta le fotografie di Paolo Gioli, Paolo Pellegrin, Karmen Corak e Cristina Vatielli

La Galleria del Cembalo, galleria romana specializzata in fotografia, è stata invitata a partecipare alla terza edizione di The Phair, la fiera internazionale dedicata alla fotografia e all’immagine in scena a Torino Esposizioni dal 26 al 29 maggio 2022.

In occasione di The Phair 2022

la Galleria del Cembalo presenterà fotografie di

Paolo Gioli, Paolo Pellegrin, Karmen Corak e Cristina Vatielli

4 fotografi di fama internazionale a confronto

con immagini sul tema del Corpo  

GDC Karmen Corak Unveild Arcval Pigment PrinT 2014

Preview e opening 26 maggio 2022

Dal 27 al 29 maggio 2022

Torino Esposizioni, Padiglione 3
Via Francesco Petrarca, 39/b – Torino

Con il progetto espositivo Sul Corpo la Galleria del Cembalo porterà a The Phair 2022 i lavori di due celebri fotografi conosciuti in tutto il mondo, quali Paolo Gioli (recentemente scomparso) e Paolo Pellegrin, e di due artiste molto apprezzate per la sensibilità del loro sguardo, Karmen Corak e Cristina Vatielli,. Una selezione di quattro fotografi – tutti seguiti da anni dalla Galleria del Cembalo – che hanno esplorato in modi diversi e personalissimi il tema del corpo. Due uomini e due donne, con approcci e tecniche differenti, in un’unica intensa suggestione fatta di immagini ed emozioni.

The Phair – un neologismo sintesi di Photography e Fair – anche per la terza edizione celebra il linguaggio della fotografia e le sue molteplici forme. Nata da un’idea di Roberto Casiraghi e Paola Rampini, la fiera internazionale è a inviti ed è rivolta ad alcune delle più prestigiose gallerie d’arte contemporanea – 50 in tutto tra le italiane e le straniere – che sono chiamate a presentare dei progetti artistici legati al tema dell’immagine e opere create con materiale fotografico o video.

La selezione di immagini Sul Corpo della Galleria del Cembalo arricchirà la proposta fieristica di Torino Esposizioni, grazie al linguaggio sensibile e potente dei quattro fotografi scelti. Di Paolo Gioli – non solo fotografo ma artista multiforme e fuori dagli schemi, apprezzato e seguito da illustri personaggi del panorama internazionale culturale – saranno inserite alcune polaroid di grande formato appartenenti alle serie delle “Vessazioni” e dei   “Luminescenti”, tutte opere particolarmente originali e sperimentali. Le prime (anche indicate con il termine Abuses) rappresentano visi o torsi umani, con segni di sofferenza: sono fotografie con interventi di pittura, e non solo, parte di una ricerca in cui Gioli diceva di voler “vedere che rapporto ci può essere tra una materia tecnologica sofisticata, contemporanea [come il polaroid] e le materie antiche come può essere la preparazione all’olio”. Le seconde riprendono antiche sculture romane presenti nei depositi delle collezioni dei Musei Capitolini di Roma e sono realizzate con materiale fosforescente, adottando lunghissimi tempi di esposizione. Un tema ricorrente nell’opera di Gioli è, infatti, la riflessione sulla storia dell’arte, dall’arte antica a quella moderna. Il lavoro del noto artista, scomparso il 28 gennaio 2022, quanto mai originale per la varietà e l’unicità dello stile e della realizzazione tecnica delle opere, è stato proposto e promosso dalla Galleria del Cembalo in numerose occasioni, tra le quali nel 2015 con la mostra personale Opere Alchemiche e nel 2019 con Dialoghi. Il lavoro di Paolo Gioli è stato anche presentato dalla galleria in occasione di fiere, come Artissima nel 2017, Photo London nel 2018 e con uno stand totalmente dedicato a lui a Paris Photo 2019.

Un altro importante apporto al progetto espositivo della Galleria del Cembalo a The Phair 2022 saranno alcuni scatti di nudi femminili ritratti in Congo, opere del noto fotografo Paolo Pellegrin, dal 2005 membro dell’agenzia Magnum Photos. Della produzione del fotografo nella sua lunga attività di fotoreporter si potrà vedere molto, nel periodo della fiera, poiché è prevista una grande mostra sul suo lavoro alle Gallerie d’Italia in Piazza San Carlo, organizzata dal gruppo Banca Intesa San Paolo.

Il contributo di Karmen Corak sarà un polittico dal titolo “Unveiled”, un lavoro sul ritratto femminile, con parti del corpo che vengono scoperte dalle mani delle donne, con un gioco di panneggi che rimandano a figurazioni dell’arte classica, ma anche a un senso di pudore.

In questo lavoro di Corak il corpo umano sembra perdere la caratteristica peculiare di autorappresentazione: si allontana dalle implicazioni sessuali, per diventare uno strumento di indagine, un linguaggio.

Infine, il tema della fertilità e immersione nella Natura sarà proposto da Cristina Vatielli con il progetto “Terra Mater” in una serie di immagini realizzate con un drone dall’alto, in cui il corpo femminile appare allo stesso tempo vulnerabile e cullato dagli elementi naturali, attraverso autoritratti di nudi e seminudi immersi nella natura, in luoghi che rimandano a paesaggi primordiali e incontaminati.

Oltre alla partecipazione a The Phair 2022, la Galleria del Cembalo prosegue la sua ricca attività espositiva con le due mostre a Roma, nella sede di Palazzo Borghese: Mare Omnis di Francesco Zizola (visitabile fino al 30 giugno) e Epifanie/03 – LAB/per un laboratorio irregolare a cura di Antonio Biasiucci (visitabile fino al 14 maggio) con le opere di Paolo Covino, Alessandro Gattuso, Valeria Laureano, Laura Nemes-Jeles, Claire Power, Ilaria Sagaria, Giuseppe Vitale e Tommaso Vitiello.

In programma per la stagione autunnale una mostra di Cristina Vatielli: a The Phair 2022 sarà possibile infatti vedere in assoluta anteprima alcune delle opere che l’artista porterà a ottobre alla Galleria del Cembalo, negli affascinanti spazi affrescati della galleria romana.

BIO ARTISTI

PAOLO GIOLI

Paolo Gioli (Rovigo, 12 ottobre 1942 – Lendinara, 28 gennaio 2022) è stato un pittore, fotografo e regista italiano di cinema sperimentale.

Dal 1960 si iscrive alla Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, proseguendo la sua formazione di pittore. Nel 1967 è a New York per circa un anno: qui ottiene una borsa di studio dalla John Cabot Foundation ed entra in contatto con i galleristi Leo Castelli e Martha Jackson. In America scopre il New American Cinema e inizia a maturare un profondo interesse per la fotografia. Nel 1970 si stabilisce a Roma e frequenta la Cooperativa Cinema Indipendente. Al Filmstudio Gioli presenterà i suoi primi film, che produce tra Roma e Rovigo sviluppando e stampando in proprio le pellicole sull’ispirazione del cinema dei Lumière. Nello stesso periodo realizza le prime opere fotografiche con la tecnica del foro stenopeico. Nel 1976 si trasferisce a Milano dove, oltre al cinema, si dedica con intensità alla fotografia. Nella Polaroid, in particolare, Gioli troverà un mezzo sorprendentemente duttile con cui portare avanti la sua ricerca: dal 1977 sperimenta per primo i processi di trasferimento dell’emulsione Polaroid su supporti come la carta da disegno, la tela, la seta e il legno, allargando le possibilità della fotografia istantanea e coniugando i codici e le tecniche della fotografia con il linguaggio pittorico. Dai primi anni Ottanta Gioli riceve importanti riconoscimenti: le mostre personali all’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma (1981), al Centre Pompidou di Parigi (1983), è invitato più volte ai Rencontres Internationales de la Photographie di Arles che gli dedicano anche una esposizione al Musée Réattu (1987). Nel 1984 riceverà l’onore della copertina sul catalogo AIPAD, la fiera internazionale dei Photography Art Dealers. Negli anni Novanta si alternano altre mostre internazionali: nel 1996 la grande antologica al Palazzo delle Esposizioni di Roma, negli stessi anni espone regolarmente alla Galérie Michèle Chomette di Parigi e al Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo. In più di quarant’anni di attività Gioli ha inoltre partecipato a tutte le principali rassegne di cinema sperimentale nei festival di New York, Toronto e Hong Kong. Nel 2006 la RaroVideo pubblica un doppio dvd con una selezione di quattordici suoi film. Nel 2007 Gioli è invitato come artist on focus al HKIFF. Nel 2008 una nuova selezione è presentata all’Ontario Cinémathèque di Toronto. Nel giugno 2009 il Festival di Pesaro gli tributa un omaggio con una rassegna completa dei suoi film. Nello stesso anno il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma pubblica un volume monografico sul suo lavoro di filmmaker. Nel 2015 è tra gli artisti selezionati da Vincenzo Trione per il Padiglione Italia della Biennale Arte di Venezia.

PAOLO PELLEGRIN

Paolo Pellegrin nasce a Roma nel 1964. Dopo aver studiato architettura, il suo interesse si focalizza sulla fotografia. Resta per dieci anni all’Agence Vu, per poi entrare a far parte di Magnum Photos come nominee nel 2001, diventando membro a pieno titolo nel 2005. Ha lavorato a contratto per “Newsweek” per dieci anni. Nella sua carriera ha ricevuto molteplici riconoscimenti internazionali, tra cui il “Robert Capa Gold Medal Award”. Nel 2006 gli viene riconosciuto il “W. Eugene Smith Grant in Humanistic Photography”. Le sue foto sono state esposte in numerosi musei e gallerie tra cui: La Maison Européenne de La Photographie, Les Rencontres d’Arles, il San Francisco Museum of Modern Art, la Corcoran Gallery of Art, il MAXXI di Roma, l’Aperture Foundation Gallery, il Foam Fotografiemuseum Amsterdam, e la Deichtorhallen ad Amburgo. Vive a Londra.

KARMEN CORAK

Karmen Corak, nata in Slovenia, studia Arti Grafiche in Croazia e Conservazione e restauro di opere d’arte su carta in Italia, Giappone e Austria. Segue seminari di fotografia con Rinko Kawauchi e Hans-Christian Schink. Vive e lavora tra Roma e Venezia. Ha lavorato alla GNAM, all’Accademia a Venezia ed ora alla Calcografia a Roma come restauratrice di carta/stampe antiche. Partecipa alle mostre collettive in Cina, Corea, Croazia, Francia, Germania, Giappone, Italia, Russia, Slovenia, Spagna, Ungheria e USA; e con le mostre personali alle diverse edizioni del Festival Internazionale di Fotografia a Roma. Riceve premi internazionali in Fine Art Photography a Parigi, Malaga e Berlino.

CRISTINA VATIELLI

Cristina Vatielli nasce a Roma. Dopo essersi diplomata alla Scuola Romana di Fotografia nel 2004, inizia a lavorare come assistente per Paolo Pellegrin. Negli anni si specializza nella post-produzione delle immagini, collaborando con diversi fotografi di fama internazionale. Intraprende in seguito il suo percorso di ricerca personale con un approccio storico-documentario, avvalendosi in alcuni casi della messa in scena di eventi e personaggi. Nel 2016 realizza Le donne di Picasso, una serie di autoritratti che danno voce alle sofferenze di otto donne che hanno amato Pablo Picasso. Negli ultimi dieci anni lavora a Exilio de dentro, un progetto che esplora la memoria storica della guerra civile spagnola. È stata rappresentata dall’agenzia Prospekt nel 2006-2012 ed i suoi lavori sono stati pubblicati su importanti riviste internazionali come Time, Newsweek, L’Espresso, Le Monde, Marie-Claire. Ha ricevuto vari riconoscimenti tra i quali il Sony World Photography Award, Julia Margaret Cameron Award, PX3 e IPA.


INFORMAZIONI UTILI

Galleria del Cembalo partecipa a The Phair 2022
Dal 27 al 29 maggio 2022

PREVIEW E OPENING: 26 maggio 2022
DOVE: Torino Esposizioni, Padiglione 3 – Via Francesco Petrarca, 39/b – Torino

INFO: https://www.thephair.com/

CONTATTI
SITO: www.galleriadelcembalo.it/
FACEBOOK: www.facebook.com/galleriadelcembalo
INSTAGRAM: www.instagram.com/galleriadelcembalo/

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