Il PADIGLIONE DELLA REPUBBLICA DEL CAMERUN alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia

Dopo l’esordio del 2022, la Repubblica del Camerun torna protagonista alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, con il progetto “Nemo propheta in patria”, che vede invitati 5 artisti camerunesi e 8 artisti internazionali, provenienti da Italia, Germania, Olanda, Francia, Colombia e Cina.
Gli artisti di casa sono Jean Michel Dissake, Hako Hankson, Kendji & Ollo Arts, Patrick-Joël Tatcheda Yonkeu, Guy Wouete mentre la compagine internazionale vede esporre Angelo Accardi, Julia Bornefeld, Cesare Catania, Adélaïde Laurent-Bellue, Franco Mazzucchelli, Rex and Edna Volcan, Giorgio Tentolini e Liu Youju.

Padiglione della Repubblica del Camerun
alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia
 
Venezia, Palazzo Donà dalle Rose
Fondamente Nove, 5038
 
20 aprile – 24 novembre 2024
 
Titolo
NEMO PROPHETA IN PATRIA
 
Artisti
Jean Michel DISSAKE, Hako HANKSON, KENDJI & OLLO ARTS, Patrick-Joël TATCHEDA YONKEU,
Guy WOUETE, Angelo ACCARDI, Julia BORNEFELD, Cesare CATANIA, Adélaïde LAURENT-BELLUE, Franco MAZZUCCHELLI, Rex and Edna VOLCAN, Giorgio TENTOLINI, Liu YOUJU
Commissario
Serge Achille Ndouma
 
Curatori
Sandro Orlandi Stagl, Paul Emmanuel Loga Mahop
 
Apertura per la Stampa: 17-18-19 aprile, orario 10 – 19
Cerimonia di inaugurazione: giovedì 18 aprile, ore 17 fino alle ore 21

Il Padiglione è ospitato presso Palazzo Donà dalle Rose, da anni ormai sede di Padiglioni Nazionali di Biennale dai coniugi Francesco e Chiara Donà dalle Rose e dalla loro omonima fondazione privata.
Dopo aver portato alla Biennale nel 2022 la prima mostra ufficiale di NFT, il Padiglione della Repubblica del Camerun è il primo a realizzare un’esposizione Carbon Net Zero,agendo in due direzioni complementari: si applicheranno delle politiche di riduzione delle emissioni e di riutilizzo dei materiali e, alla fine dell’esposizione, misurando ogni aspetto relativo alla mostra e utilizzando gli standard GHG, si calcoleranno le emissioni di CO2 comunque emesse e si compenseranno con piantumazione certificata facendo nascere una nuova foresta in Camerun.

Il progetto espositivo, ispirato al titolo della Biennale “Stranieri ovunque” ha spinto il commissario Serge Achille Ndouma e i curatori Paul Emmanuel Loga Mahop e Sandro Orlandi Stagl, ad approfondire un tema che trova diffusione ovunque e caratterizza ogni epoca. Il detto latino “Nemo propheta in patria” (Nessuno è profeta in patria) infatti evidenzia la circostanza per cui raramente una persona gode di prestigio e riconoscimento nel luogo in cui è nata e dove tutti la conoscono. Al contrario, è più probabile che ciò accada altrove, tra estranei. In questo contesto, un profeta è semplicemente una persona incompresa dai suoi contemporanei e connazionali a causa della sua natura dissonante. Questa figura si distingue per qualcosa, non necessariamente a livelli estremi o di genialità, ma per la sua capacità di guardare oltre, di vedere ciò che gli altri non vedono, di anticipare i tempi e di pensare in modo divergente dalla massa. È per questo motivo che viene spesso frainteso, specialmente nella sua comunità d’origine, dove c’è una maggiore aspettativa di conformità alle “norme” del gruppo.

Ci sono numerosi casi storici in cui individui illuminati hanno dovuto cambiare paese a causa dell’opposizione alle proprie idee o convinzioni, oppure hanno ottenuto riconoscimento solo dopo la morte. L’arte è stata sempre all’avanguardia nel superare le discriminazioni e nel diffondere idee in ogni ambito sociale e geografico.

In sintesi, il detto latino riflette una verità universale sulla difficoltà che molti innovatori incontrano nel farsi apprezzare e comprendere nel proprio ambiente nativo, dove spesso dominano le aspettative di conformità.

Nell’ambito di una Biennale dedicata agli stranieri e alle loro diaspore, il Padiglione Nazionale della Repubblica del Camerun porta all’attenzione internazionale alcuni artisti camerunesi e internazionali, fuori dal loro contesto nativo, ma coinvolti in un progetto di ampie vedute. Il progetto celebra in generale coloro che hanno dovuto lasciare la propria comunità alla ricerca di lavoro, attenzione e forse successo altrove. Milioni di migranti hanno affrontato questa situazione in tutte le epoche, e si può affermare che nessuna nazione sia stata risparmiata, sia per aver alimentato questo fenomeno sia per averlo subìto.

Il Padiglione della Repubblica del Camerun si presenta come il “padiglione delle meraviglie”, dove i progetti di artisti locali e internazionali si mescolano per celebrare il coraggio di chi non ha mai abbandonato le proprie idee, indipendentemente dal riconoscimento ottenuto a livello locale, guardando con ambizione verso un orizzonte internazionale meritato.

Un Padiglione in cui le differenze sono considerate una ricchezza e dove nessuno si sente uno “straniero”.

Durante il periodo di apertura, Il Padiglione della Repubblica del Camerun, insieme alla Fondazione Donà dalle Rose, organizzerà numerosi eventi che vedranno la partecipazione di artisti internazionali tra cui il cipriota Alexandros Yorkadjis, la scandinava Sonia Cristoph, l’inglese Tony d’Amico e l’americano David Sirota, oltre alle voci tutte italianissime di Alice Valenti, Marzia Ratti, David Berkovitz e Gianluca Balocco. Un programma di eventi ad alto impatto culturale, che si preannuncia denso di sorprese ed emozioni.

Il Padiglione è realizzato grazie al supporto della Fondazione Donà dalle Rose, BIAS Institute, The Doge Venice Red Carpet, Cometh, in collaborazione con Massimo Scaringella.


Info labiennale.org
 
Ufficio stampa Padiglione
StudioBegnini – Ufficio stampa
Roberto Begnini con Chiara Celsi | Federica Artusi | Maurizio Curtarelli
Tel. +39 348 4105409 (Whatsapp) | +39 328 6975261 | info@studiobegnini.it |studiobegnini.it
 
Ufficio stampa Fondazione Donà dalle Rose
Giordana Sapienza | tel. +39 342 8538791 | press@fondazionedonadallerose.org

Dal 16 al 21 Aprile a Venezia, Ghost Over Banksy “ALIVE”

Ghost over Banksy è un progetto nato dalla visione di Anderson Tegon, founder di Pepper’s Ghost, che ha creato alcune delle più dirompen8 realizzazioni di arte immersiva del momento e che nel 2020 ha per la prima volta animato digitalmente il celebre stencil veneziano di Banksy.

GHOST OVER BANKSY
“ALIVE”

Dal 16 al 21 Aprile, in occasione della 60° Biennale Arte di Venezia,
Anderson Tegon e Pepper’s Ghost x Banca Ifis fanno vivere l’opera
Ghost Over Banksy “ALIVE”.

Ghost over Banksy ha esplorato la possibilità di animare le opere d’arte esistenti dando loro una vita nuova e una profondità di lettura terza, immersiva e visionaria. Uscendo di notte, invisibile a tutti e fruibile solo online con un famoso video diventato virale (link video) Ghost over Banksy ha di fatto creato la digital street art combinando la forza delle tecnologie, l’arte dei graffiti e potenziando l’opera materiale con un intervento immateriale. Scegliendo come tela uno dei capolavori di arte di strada più celebri al mondo, il “Migrant Child” di Banksy a Venezia, Anderson ha vinto il premio il BEST EVENT AWARD come miglior evento per la sensibilizzazione sulle tematiche sociali dell’anno e diventando uno dei video di digital art più visti al mondo.

Il tema è la salvezza, ma anche la salvaguardia. Successivamente Pepper’s Ghost, notato lo stato di degrado in cui versa lo stencil originale, ha creato una seconda versione: Ghost Saves Banksy, portando l’anima della Migrant child in cerca di salvezza a Milano, proiettata fuori scala sulla facciata della Stazione Centrale. Qui l’obiettivo era denunciare il degrado e sollecitare una qualsiasi azione di salvaguardia dell’opera.

Banca Ifis, da sempre molto sensibile all’arte per visione e iden8tà, ha quindi deciso di prendersi cura dell’opera acquistando l’immobile e finanziandone il restauro. Si tratta di un progetto visionario che non solo garantisce la salvaguardia della Migrant Child, ma che regala a tutti i visitatori della Biennale Arte 2024 un’esperienza immersiva da vivere nella prima visione mondiale di Ghost Over Banksy ALIVE.

How crazy is it

To bring

Ghost Over Bansky “ALIVE”

PEPPER’S GHOST

Pepper’s Ghost è un Immersive Mutlimedia Studio a Milano e Dubai, cos8tuito da un collettivo di digital artist, graphics engineer e project manager. Alla guida, Anderson Tegon, fondatore e Art Director, che persegue lo scopo di usare la creatività utilizzando le più innovative tecnologie esistenti per realizzare mostre immersive, performance di digital art e creare esperienze totalizzanti senza alcun limite di luogo, spazio o dimensione. Con Aura | The Immersive Light Experience alla Fabbrica del Vapore di Milano nel 2021 e con ANIMA nel 2022 ospite dell’MOTN Festival di Abu Dhabi, ha cambiato il conce*o di mostra e di immersività. Dopo il successo di Ar8ssima a Torino in collaborazione con Jaguar Italia con l’opera An Alchemic Experience by Jaguar, ecco ARIA | The Breath Immersive Experience per il Balloon Museum.

ANDERSON TEGON

Anderson Tegon è fondatore e art director di Pepper’s Ghost. Nato in Brasile nel 1985, è cresciuto a Peseggia, tipico paese della provincia di Venezia. Dopo una vita nel basket, ha poi viaggiato tra Cina, Stati Uniti, Londra e Parigi, luoghi che lo hanno contaminato e formato creativamente. Ha trovato nell’arte digitale la sua naturale espressione per creare esperienze ed emozioni. 


GHOST OVER BANKSY “ALIVE”
Campo Santa Margherita – Campo Sant’Aponal, Venezia 
Show 8me: dal 16 al 21 aprile 2024 | h 21.00 – 23.30
Per maggiori informazioni: Sara Vangelista sara@peppersghost.it

Ufficio stampa
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo s.a.s.
Simone Raddi, tel. 049663499; simone@studioesseci.net

Messina, FORO G gallery: grande successo del vernissage della mostra “MAVARE il potere del femminile” 

È stata inaugurata il 12 Aprile la nuova mostra della FORO G gallery “MAVARE il potere del femminile” a cura di Roberta Guarnera e Mariateresa Zagone.

22 Opere che riflettono sulla tematica ( suggerita dall’omonima open call) delle Mavare: del loro potere femminile, del loro sapere, del loro profondo senso di guarigione e la cui opera vincitrice è stata Elisa Zadi. Una visione quella degli artisti territoriale, popolare/antropologica, mitololgica, del femminile.

In mostra fino al 20 Aprile: Giulia Bartoccelli, Laura Bruno, Miriana Cantarella, Amalia Caratozzolo, Carmen Cardillo, Angelo Carmisciano, Marisa Casaburi, Anna Di Leo, Chiara Fronterrè, Pupi Fuschi, Federica Gonnelli, Roberta Guarnera, Adelisa Lo Conte, Sara Lovari, Michela Magazzù, Tiziana Menegazzo, Marina Pace, Rita Palla, Veronica Ratselli, Graziella Romeo, Vittoria Spina, Elisa Zadi.


FORO G gallery
foroggallery.com
Via Lago Grande 43B 98165 Ganzirri (ME)
Instagram: @forog.gallery

Jesolo, JMuseo: dal 24 aprile la mostra “Banksy&Friends: l’arte della ribellione”

Dal 24 aprile la città di Jesolo accoglierà nelle sale del JMuseo una mostra unica nel suo genere: Banksy&Friends: l’arte della ribellione, la mostra che racconta la contemporaneità attraverso gli occhi di alcuni tra i più influenti artisti viventi.

Dal prossimo 24 aprile il nuovissimo JMuseo di Jesolo accoglierà oltre 90 opere tra le più irriverenti e controcorrente dell’arte contemporanea.

Banksy, ma anche Jago, TvBoy, Takashi Murakami, Liu Bolin, David LaChapelle e molti altri: artisti celebri e celebrati in tutto il mondo riuniti in una mostra straordinaria e dedicata all’arte del nostro presente, con opere iconiche e linguaggi compositivi in grado di giungere dritto al cuore di tutti.

Con le sue oltre 90 opere, la mostra rappresenta una summa di quella che è l’arte contemporanea oggi, presentando al pubblico i lavori di artisti amatissimi come Banksy, Jago, TvBoy ma anche di altri nomi celebri e conosciuti a livello internazionale: da Liu BolinDavid LaChapelle, Takashi MurakamiMr BrainwashObey fino ai noti italiani Angelo AccardiLAIKAMaPoLaurina PaperinaPAUNello PetrucciAndrea Ravo MattoniRizek e Giuseppe Veneziano.

Tutti protagonisti di un’arte pubblica e sociale che è diventata ormai un linguaggio accessibile, diretto e di denuncia, in cui lo spettatore può immedesimarsi, perché parlano di una realtà contemporanea che ci appartiene.

Curata da Piernicola Maria Di Iorio e con 90 opere, la mostra racconta storie “controcorrente”, ci parla di vita, di morte, di ingiustizia sociale, di guerre, narrate ora con spirito canzonatorio, ora con maestria lirica o anche con un deciso tono di attacco. Quello che è sicuro è che il messaggio non è mai banale né scontato, scuote le coscienze, indigna, commuove. Hanno creato una rottura con i riferimenti classici del mondo dell’arte e della sua fruizione, rifiutando di entrare a far parte di un sistema chiuso ed escludente. Ironia della sorte, questi artisti ribelli con le loro opere e la narrazione che li identifica, sono diventati molto ricercati e attualmente sempre più centrali nell’interesse del pubblico e dei musei e centri d’arte contemporanea.

La mostra è prodotta dal Comune di Jesolo e organizzata da Piuma e Arthemisia.


Sede
J MUSEO
Via Aldo Policek
30016 – Jesolo (VE)
Date al pubblico
24 aprile – 15 settembre 2024
Biglietti
Intero 12,00 €
Ridotto 10,00 €

Info su orari, eventi e biglietti e prenorazioni
www.comune.jesolo.ve.it
www.jmuseo.it
info@jmuseo.it | T. +39 0418 627167

Social e Hashtag ufficiale
BanksyJesolo
@jmuseojesolo
@arthemisiaarte

Ufficio stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 6938030

Inaugurazione della mostra LA PRIMAVERA dal Castello di Duino alla Portopiccolo Art Gallery

Da due giornate d’immersione nell’atmosfera magica e senza tempo del Castello di Duino, tenutesi in occasione della quindicesima edizione di Primavera al Castello – artisti en plein airnasce la mostra di dipinti “La Primavera” / dal Castello di Duino alla Portopiccolo Art Gallery, che si inaugura sabato 13 aprile, alle ore 19.00.

PORTOPICCOLO ART GALLERY – SISTIANA (TS)
SABATO 13 APRILE 2024 alle ore 19.00
Inaugurazione Mostra dipinti / Sezione Territorio

LA PRIMAVERA
dal Castello di Duino alla Portopiccolo Art Gallery
in collaborazione con Casa C.A.V.E., Circolo Duinate / Primavera al Castello, Comune Duino Aurisina – Devin Nabrezina

Organizzata dall’Associazione Casa C.A.V.E.in collaborazione con il Circolo Duinate / Primavera al Castello e il Comune Duino Aurisina – Devin Nabrezina, la mostra è il secondo appuntamento d’arte, inserito nella Sezione Territorio della Gallery, dopo la fortunata esposizione “SobivanjeConvivenza”, collettiva di giovanissimi artisti del Centro per la fotografia e l’arte iManaLAB di Nova Gorica.

L’esposizione – visitabile a ingresso libero fino al 5 maggio, dal venerdì alla domenica (dalle 17 alle 20 venerdì e sabato, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20 la domenica) e su appuntamento chiamando il n. 3386045489 o via email a portopiccoloartgallery@gmail.com – è il risultato della gioiosa creatività e del lavoro di numerosi artisti: 16 le opere che il comitato artistico, formato da Fabiola Faidiga, Massimo Premuda e Jasna Simoneta, ha selezionato, in linea con la ricerca contemporanea e che formano il cuore della nuova esposizione.  Le opere in mostra sono di Nadia Bencic, Luisia Comelli Luìs, Ornella Dobetti, Marisa Ferluga, Lorenza Fonda, Helena Kenda, Helena PetrovČiČ, Monica Porro, Loredana Riavini, Angela Romita, Nicola Santini, Mima Semec, Elisabetta Ziani. Per il Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico, opere di Adele Paganotto, Inva Tafa e Teodora Tautkutè.

Oltre ai dipinti selezionati per la mostra, nella sala principale della galleria, viene presentata una selezione di opere contemporanee di alcuni artisti che hanno esposto a Portopiccolo negli anni precedenti.


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna: FRONTIERA 40 Italian Style Writing 1984-2024

Dal 13 aprile al 13 luglio 2024 il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna ospita FRONTIERA 40 Italian Style Writing 1984-2024, progetto espositivo che nasce dalla lunga ricerca condotta dalla curatrice Fabiola Naldi intorno al percorso intellettuale di Francesca Alinovi (Parma, 1948 – Bologna, 1983), ricercatrice, critica militante e attenta studiosa dei fenomeni creativi più sperimentali emersi negli anni Settanta e Ottanta, la cui breve e originale parabola ha lasciato un segno incancellabile nella critica d’arte della seconda metà del Novecento.

FRONTIERA 40 Italian Style Writing 1984-2024
A cura di Fabiola Naldi

13 aprile – 13 luglio 2024
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Settore Musei Civici Bologna 

Via Don Giovanni Minzoni 14, Bologna

Inaugurazione

sabato 13 aprile h 16.00
con set sonoro curato da NEU RADIO

L’inaugurazione si svolge sabato 13 aprile 2024 alle h 16.00, con un set sonoro curato da NEU RADIO, media partner della mostra.
A precedere l’inaugurazione, nello stessa giornata di sabato 13 aprile 2024, alle h 15.30, si tiene la cerimonia di intitolazione a Francesca Alinovi del passaggio pedonale che inizia da via del Porto e attraversa il Giardino del Cavaticcio adiacente alla sede del museo. Saranno presenti il sindaco Matteo Lepore, la delegata alla Cultura di Bologna e Città metropolitana Elena Di Gioia e il direttore del MAMbo Lorenzo Balbi.

L’esposizione nasce dalla volontà di ricordare il quarantesimo anniversario di Arte di frontiera. New York Graffiti, mostra ideata da un progetto di Francesca Alinovi la quale fu in grado di riconoscere nell’originaria forza spontanea dei writers, osteggiata dai promotori del decoro d’ordinanza delle città occidentali, una carica vitalistica mai riscontrata in altri movimenti.

Mi permetto di inviarle un mio progetto di mostra a cui penso da molto tempo (dovrei dire meglio: a cui sono molto affezionata!) – scrive Alinovi in una lettera datata 28 settembre 1982 all’allora direttore della Galleria comunale d’Arte Moderna di Bologna, Franco Solmi – […] Tale progetto si riferisce alla nuova situazione giovane americana, quella tanto per intenderci, legata al graffitismo che tanto successo sta avendo a livello teorico e di idee e che non è ancora stata commercializzata (anche se, c’è da giurarlo, lo sarà prestissimo). Si tratta insomma della cosiddetta arte di frontiera, […] una specie di pittura, cioè, a metà tra l’arte e l’illustrazione, il quadro e il graffito, fra lo spontaneismo e la citazione dotta, la sensibilità occidentale e quella terzomondista. Gli artisti a cui penso (e che sono grosso modo quelli elencati nei miei articoli: Keith Haring, Kenny Scharf, Ronnie Cutrone, Donald Baechler, John Ahearn, Houston Ladda più i graffitisti propriamente detti come Futura 2000, Fred dei Fabolous Five, Crash, ed eventualmente altri), sono tutti giovanissimi, per il momento facilmente accessibili, corteggiatissimi da direttori di museo e da mercanti. […] Insomma credo che il momento sia buono per mettere in mostra una situazione inedita che farà tanto e tanto parlare”.
Arte di frontiera. New York Graffiti inaugurò nel marzo del 1984 alla Galleria comunale d’Arte Moderna di Bologna, alla presenza del direttore Franco Solmi, del Comitato direttivo rappresentato da Renato Barilli, Flavio Caroli, Anna Maria Matteucci, Concetto Pozzati, Tommaso Trini e Italo Zannier, e degli artisti arrivati direttamente dalla frontiera nord americana del Bronx. L’unica a non esserci fu proprio Francesca Alinovi, scomparsa violentemente il 12 giugno 1983.
L’esposizione, realizzata riprendendo gli appunti, le suggestioni e la documentazione dei viaggi americani di Francesca Alinovi, rappresenta una delle prime mostre europee sul Writing in un periodo in cui il fenomeno non era ancora del tutto conosciuto nel continente.

Fabiola Naldi scrive: “Sono passati più di 40 anni da quando Francesca Alinovi iniziò a scrivere di graffiti intravedendo nel concetto di frontiera l’evanescenza dei confini e nella contaminazione estetica una nuova Avanguardia. Negli anni in cui la studiosa raccontava di questa nuova frontiera, la pittura stava superando lo spazio della cornice, si stava espandendo nell’ambiente, si stava smaterializzando nelle visioni futuristiche in cui un’unica piattaforma avrebbe condiviso e contaminato tutti gli stili e tutti i linguaggi, sapendo però interagire con un luogo sociale, antropologico, culturale complesso. Questa visione premonitrice permise alla studiosa di vedere oltre la superficie, di andare dove non si dovrebbe andare, di incontrare, parlare e quindi capire tutti quei kids che, armati solo delle loro lettere e del loro stile in veloce cambiamento, stavano addestrando una nuova generazione di autori, sconvolgendo le sorti di tutte le metropoli occidentali“.

FRONTIERA 40 Italian Style Writing 1984-2024si interrogasull’eredità storica e critica che quella iniziativa, seminale nel contaminare sistema dell’arte ufficiale e realtà urbana del Writing, ha avuto fino ai nostri giorni.
La mostra si focalizza sul lavoro di 181 tra le migliori rappresentanze italiane dello Style Writingche, partendo dall’arte di frontiera, quella che secondo Alinovi si poneva “entro uno spazio intermedio tra cultura e natura, massa ed élite, bianco e nero, aggressività e ironia, immondizie e raffinatezze squisite”, si spingono verso nuove possibilità di espressione che contemplino la pittura ambientale come un nuovo orizzonte, suggestione peraltro elaborata dalla stessa Alinovi. Tra gli autori ve ne sono alcuni direttamente influenzati dalla mostra del 1984 mentre altri, più giovani, hanno operato a partire dall’ultimo decennio del Novecento, periodo in cui la disciplina ha visto una crescita sia fisica che stilistica esponenziale. Nei lavori esposti emerge il peso che le città di appartenenza dei writers hanno avuto nel loro percorso. Operare a Milano ha certamente un significato differente dal farlo a Bologna o a Roma, e inoltre, l’infittirsi dei rapporti intessuti con luoghi di provincia ha rafforzato in questi autori l’uso di linguaggi contaminati che hanno dato vita a lettere contenenti stili differenti e poco comprensibili a un pubblico ignaro del glossario della disciplina.
La mostra è un compendio di più di 40 anni di sperimentazione, azzardi vandalici, sfide stilistiche, amicizie e crew in grado di travalicare il confine territoriale della propria città di appartenenza unendosi a gruppi più ampi e internazionali.

181 bozzetti inediti presentati testimoniano il processo creativo di diverse generazioni di writers italiani, dispositivi espressivi unici, prioritari e generativi dello stile di ciascun autore. Nella disciplina del Writing i disegni preparatori, o sketches, costituiscono le testimonianze dell’evoluzione e della sofisticazione del segno e rappresentano degli strumenti d’indagine dotati di un valore concettuale, oltre che dei documenti di un percorso in fieri. Sono, inoltre, testimoni di come “il fenomeno dei graffiti”, così spesso definito in accezione negativa, rappresenti una disciplina complessa e densa di riferimenti culturali fra i più eterogenei. Scegliere il bozzetto come oggetto d’indagine vuole essere una sfida, un’occasione per entrare in punta di piedi nel processo stilistico di ciascuno degli autori invitati.

Le opere esposte sono perlopiù realizzate su carta, nelle sue infinite variabili, ma anche su tessuti e supporti di altro genere sui quali si è intervenuti con grafite, pennarelli, marker, colori acrilici e talvolta attraverso l’utilizzo di tecniche miste proto o pseudo collage che hanno dato origine a nuovi vocabolari stilistici. Negli sketches vi è la presenza perlopiù di lettere con pochi accenni al figurativo, quasi a dimostrare l’uso di una vera e propria lingua fatta di codici provenienti da un’intuizione ancestrale, quasi primitiva, all’origine del segno e della sua ipotetica rappresentazione.

Le opere sono inserite in 11 teche, dispositivi “mobili” cari alla dimensione museale, dislocati in diversi spazi del MAMbo (reception, foyer, mezzanino e primo piano) che forniscono al pubblico una nuova e inedita chiave di lettura di un movimento a cui la critica d’arte non ha rivolto la giusta attenzione. Le teche, utilizzate nei gabinetti di grafica e di disegno, offrono una modalità di visione, lettura e codifica più lenta e più personale. La possibilità di fruire dei disegni dall’alto al basso privilegia un approccio contemplativo in grado di concedere il tempo necessario per la decodificazione degli elementi stilistici e del maggior numero di dettagli possibili.

Un flyer esplicativo e una mappa esemplificativa, utili, partendo dal 1984 e dalla mostra Arte di frontiera. New York Graffiti, ad approfondire il progetto e necessari per lo storytelling del fenomeno dei writers nella sua evoluzione, sono consultabili sul sito web interamente dedicato al progetto, frontiera40.com, nel quale è inoltre possibile trovare dei testi di Francesca Alinovi e di Fabiola Naldi.

Il set sonoro che NEU RADIO, partner del progetto, cura per l’inaugurazione della mostra costituisce il primo tassello di un archivio “sonoro” in cui si raccoglieranno in itinere voci, racconti, memorie e approfondimenti intorno alla mostra.

Una seconda tappa inaugurale del progetto si svolge sabato 13 aprile 2024 a partire dalle h 20.00, presso la sede del Centro Sociale TPO Laboratorio di arte, cultura e politica, in via Camillo Casarini 17/5 a Bologna, con l’eventoThe Sound of FRONTIERA 40, a cura di TPO e Strictly Underground. Dj set di DJ STYLE, ELLE P, CYPHER e LA PAZZ, con ingresso gratuito.


Mostra
FRONTIERA 40 Italian Style Writing 1984-2024
A cura di
Fabiola Naldi
Promossa da
Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Sede
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Via Don Giovanni Minzoni 14, Bologna
Periodo di apertura
13 aprile – 13 luglio 2024
Inaugurazione
Sabato 13 aprile 2024 h 16.00
Evento
 The Sound of FRONTIERA 40
Sabato 13 aprile h 20.00

Centro Sociale TPO Laboratorio di arte, cultura e politica
Via Camillo Casarini 17/5, Bologna
Orari di apertura
Martedì e mercoledì h 14.00 -19.00
Giovedì h 14.00 – 20.00
Venerdì, sabato, domenica e festivi h 10.00 – 19.00
Chiuso lunedì non festivi
Ingresso
Intero 
€ 6 | ridotto 
€ 4 | gratuito possessori Card Cultura
Informazioni
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Via Don Giovanni Minzoni 14 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 6496611
www.mambo-bologna.org
info@mambo-bologna.org

Facebook: MAMboMuseoArteModernaBologna
Instagram: @mambobologna
X: @MAMboBologna
YouTube: MAMbo channel
Frontiera40
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Venezia, Palazzo Albrizzi-Capello: Michele Rosa al Grenada Pavilion
- Biennale Arte Venezia 2024

Michele Rosa, artista scomparso nel 2021 all’età di 96 anni, sarà presente per la 60° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia al Grenada Pavilion, ospitato nelle sale di Palazzo Albrizzi-Capello con il progetto No man is an island a cura di Daniele Radini Tedeschi, all’interno del Collettivo The Perceptive Group. 

Michele Rosa al Grenada Pavilion

60. Esposizione Internazionale d’Arte Venezia
GRENADA PAVILION
No man is an island


Palazzo Albrizzi-Capello | Cannaregio 4118 – Venezia
20 aprile – 24 novembre 2024

Il titolo della mostra, che vede la partecipazione di numerosi artisti tra cui il citato collettivo, trae origine da una citazione di John Donne: “Nessun uomo è un’isola, intero in se stesso. Ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del continente… la morte di ogni uomo mi sminuisce, perchè sono coinvolto nell’umanità“. 

L’esposizione tende ad approfondire la tematica proposta dal curatore nonché il tema generale scelto da Adriano Pedrosa, Stranieri Ovunque: dare un volto collettivo all’umanità, senza divisioni o separazioni, a tal punto che la morte di un uomo diventa lutto interiore di ognuno. 

The Perceptive Group è un collettivo di artisti, alcuni residenti in Grenada, altri internazionali come Bollani, Feofeo, Carlo Ciucchi Picchio, Fiorangela Filippini, Gina Marziale, Silvana Mascioli, Luca Ripamonti, Michele Rosa, Salvatore Scaramozzino, Emilio Sgorbati, Fedora Spinelli, orientati a una ricerca pittorica, scultorea, fotografica, dove l’individualità di ciascuno si fonde in un contesto comunitario e collettivo. 

All’interno del Padiglione, pertanto, si ricorderà la figura di Michele Rosa quale artista che ha sempre incarnato perfettamente i valori di impegno, competenza, abnegazione, evidenziandone il lungo percorso artistico e professionale. Infatti Michele Rosa è stato artista, gallerista e critico. Tra le mostre più importanti ricordiamo quelle a Roma al Palazzo delle Esposizioni e al Palazzo dei Congressi, oltre che a Parigi, Lussemburgo e Varsavia. 

Il suo approccio realistico si concentrava sulla descrizione della vita quotidiana e sulla cattura di cambiamenti epocali nell’architettura, nella tecnologia e nell’economia. Nel corso di sessant’anni, la sua arte ha esplorato varie questioni sociali, dai tranquilli centri urbani alla frenesia dell’industrializzazione, riflettendo sulla tensione tra realismo e romanticismo, trascendendo i confini tra paesaggio e rappresentazione umana e partecipando attivamente agli eventi della vita artistica e culturale. 

I suoi ultimi lavori, risalenti alla fine del secondo ventennio del nuovo secolo, mostrano la sua passione per l’analisi continua, la ricerca e la sperimentazione, fondendo elementi tradizionali con oggetti di scarto.


INFO
GRENADA PAVILION
No man is an island
Sede: Palazzo Albrizzi-Capello, Cannaregio 4118
Commissario: Susan Mains
Curatore: Daniele Radini Tedeschi

Artisti: Frederika Adam, Breakfast, Jason deCaires Taylor, Antonello Diodato Guardigli (ADGART), Alma Fakhre, Suelin Low Chew Tung, Gabriele Maquignaz, Lorenzo Marini, Benaiah Matheson, The Perceptive Group, Nello Petrucci
The Perceptive Group: Bollani, Feofeo, Carlo Ciucchi Picchio, Fiorangela Filippini, Gina Marziale, Silvana Mascioli, Luca Ripamonti, Michele Rosa, Salvatore Scaramozzino, Emilio Sgorbati, Fedora Spinelli. 
Grenada Pavilion
https://grenadavenice.org

Fondazione Michele Rosa
www.rosamichele.it

Ufficio stampa per la Fondazione
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next – blowart
tel 349 494 5612 – roberta.melasecca@gmail.cominfo@melaseccapressoffice.it
Cartella stampa su www.melaseccapressoffice.it

Kazakistan alla 60° Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia

Padiglione della Repubblica del Kazakistan alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia. Location: Padiglione della Repubblica del Kazakistan, Biennale Arte 2024 presso l’Edificio Storico del Museo Storico Navale, lo spazio viene messo a disposizione per la prima volta per l’esposizione di un padiglione nazionale.

Jerūiyq: Journey Beyond the Horizon 
Padiglione della Repubblica del Kazakistan
alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte

– La Biennale di Venezia 
Museo Storico Navale,
Riva S. Biasio Castello, 2148
30122, Venezia

Commissario: Aida Balayeva, Ministro della Cultura e dell’Informazione
Curatori: Danagul Tolepbay e Anvar Musrepov

La Repubblica del Kazakistan è orgogliosa di presentare il suo secondo padiglione con la mostra “Jerūiyq: Viaggio oltre l’orizzonte” alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. La mostra, allestita presso l’edificio storico del Museo Storico Navale, offre una moderna interpretazione dell’antica leggenda di Jerūiyq, ispirata alle leggende kazake e al viaggio visionario del filosofo del XV secolo Asan Kaigy. Commissionata da Aida Balayeva, Ministro della Cultura e dell’Informazione, e curata da Danagul Tolepbay con il co-curatore Anvar Musrepov, la mostra riflette l’impegno del Kazakistan nei confronti del patrimonio culturale e dell’innovazione artistica. “Jerūiyq: Viaggio oltre l’orizzonte” si allinea al tema principale della Biennale Arte 2024 “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere”, curato da Adriano Pedrosa, incentrato sul concetto di “Altro” e sulle diverse narrazioni culturali.

Kamil Mullashev, nato nel 1944 a Urumqi, in Cina, è un artista versatile con una presenza globale. Dopo aver studiato a Urumqi e all’Istituto d’arte Surikov di Mosca, oggi vive e lavora ad Astana, in Kazakistan.

Yerbolat Tolepbay, nato nel 1955, figura chiave delle belle arti kazake, vive e lavora ad Almaty, Kazakistan. Celebrato a livello internazionale, le sue opere magistrali sono profondamente legate all’eredità kazaka e gli sono valse l’Ordine del Chevalier francese per le arti e la letteratura.

Saken Narynov (1946-2023) ha vissuto e lavorato ad Almaty, in Kazakistan, combinando le competenze architettoniche e scultoree con la sua passione per la scienza e la filosofia. Le sue opere innovative continuano a ispirare.

Sergey Maslov (1952-2002), figura centrale della scena artistica contemporanea kazaka, ha vissuto ad Almaty. I suoi metodi non convenzionali e la sua arte intrisa di miti hanno lasciato un segno profondo.

The2vvo, con Eldar Tagi, (nato nel 1987) e Lena Pozdnyakova (nata nel 1985), originari di Almaty, ora duo artistico nomade con sede a Berlino. Il loro lavoro integra suono, arti visive e performance.

Anvar Musrepov, nato nel 1994, artista e curatore con sede ad Astana, si occupa di nuovi media, concentrandosi sul futuro e sull’identità. I suoi contributi hanno plasmato in modo significativo la new media art nell’ambiente dell’arte contemporanea locale.

Jerūiyq: Journey Beyond the Horizon alla Biennale Arte 2024  presenta un futuro visionario in cui entità umane e non umane convergono in un’utopia re-immaginata.  Nella nostra epoca di status mondiale postcoloniale e di turbolenze geopolitiche, il fenomeno della migrazione di massa si manifesta come  una tendenza costante. Questo chiama a reimmaginare, a dare voce a narrazioni rimaste invisibili, poco rappresentate e comprese. Ciò richiede la reimmaginazione di narrazioni che sono state invisibili. Questa mostra invita i visitatori a esplorare portali in mondi immaginari, voli spaziali, rituali futuristici e l’intersezione tra topologia e algoritmi. La mostra, che presenta opere di artisti kazaki dal 1979, riflette l’evoluzione del pensiero utopico, del futurismo decoloniale, della spiritualità, del Modernismo e del Cosmismo. 

Jerūiyq: Journey Beyond the Horizon”, una mostra trasformativa che ridefinisce i concetti di arte, cultura e creatività, celebrando il patrimonio culturale del Kazakistan in un contesto globale 


Museo Storico Navale,
Riva S. Biasio Castello, 2148
30122, Venezia


UFFICIO STAMPA
Cristina GATTI
PRESS &P.R.

press@cristinagatti.it

Roma, Von Buren Contemporary: CLASH, mostra personale di Nicola Pucci

Von Buren Contemporary è lieta di presentare CLASH, la mostra personale di Nicola Pucci.
Il movimento e la velocità sono elementi centrali nelle opere di Pucci, dove diverse situazioni vengono rappresentate nel momento in cui qualcosa di improvviso ed insolito irrompe nello spazio, creando un cortocircuito temporale e visuale. Un vero ‘clash’, o scontro, che caratterizza tutte le opere in esposizione.

Von Buren Contemporary presenta
 
CLASH
 
La mostra personale di
NICOLA PUCCI
 
Vernissage
Giovedì 18 Aprile 2024
dalle 18:00 alle 21:30

Testo critico di Gianluca Marziani

la mostra resterà aperta fino al 14 maggio 2024
orari: 11:00-13:30 e 16:00-19:30; domenica e lunedì su appuntamento
 
Von Buren Contemporary
Via Giulia 13, 00186 Roma

Il movimento e la velocità sono elementi centrali nelle opere di Pucci, dove diverse situazioni vengono rappresentate nel momento in cui qualcosa di improvviso ed insolito irrompe nello spazio, creando un cortocircuito temporale e visuale. Un vero ‘clash’, o scontro, che caratterizza tutte le opere in esposizione.
La quiete del quotidiano viene turbata da elementi anacronistici, che squarciano la tela attraverso scie di movimento magnetico che risveglia lo sguardo di chi osserva, obbligato a destarsi dal torpore della consuetudine.
La mostra Clash è divisa in due parti: nella prima sarà presentata una serie di dipinti olio su tela, sei in totale, e nella seconda una selezione di stampe Fine Art che riprendono i quadri più iconici di Pucci. Le stampe sono realizzate su Dibond e modificate dall’artista con interventi pittorici successivi, quindi ogni stampa porta l’intervento artistico diretto e unico di Pucci.

Nicola Pucci è nato a Palermo nel 1966 e vanta una tecnica sapiente consolidata nel tempo. Il suo lavoro è stato esposto in Italia, Gran Bretagna, Francia, Corea del Sud e negli Stati Uniti e ha guadagnato l’attenzione di commercianti d’arte di fama mondiale, come Larry Gagosian, e di intenditori come lo è stato Carlo Bilotti, rinomato collezionista d’arte, oltre a critici italiani del calibro di Claudio Strinati, Philippe Daverio e Gianluca Marziani.

Pucci ha realizzato mostre personali in musei quali Villa Zito di Palermo (2020), il Museo Palazzo Collicola Arti Visive a Spoleto; il Museo Carlo Bilotti, Aranciera di Villa Borghese a Roma, e la Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto. Pucci è stato selezionato nel 2014 come finalista per il Premio Terna, uno dei più importanti premi per la pittura in Italia, e nel 2017 il Comune di Spoleto lo seleziona per il progetto Schermi Urbani, in cui grandi immagini dei suoi lavori rivestiranno vetrine e facciate di palazzi del centro storico. I quadri di Pucci fanno parte di collezioni in Italia e all’estero, tra cui il Museo Carlo Bilotti, la Collezione Fendi, la Collezione Benetton e la collezione privata di Gagosian.

Le opere di Pucci sono spesso la combinazione di più immagini che vengono sintetizzate all’interno di un unico dipinto. Sebbene prenda ispirazione dal Surrealismo e dai lavori di Francis Bacon, Pucci riesce a distinguersi dalle correnti e dai movimenti artistici contemporanei.


Ufficio stampa

Alessandra Lenzi
alessandralenzi.press@gmail.com

Un Nobel alla Design Week guest di Marco Nereo Rotelli in “Door is Love”

Da segnalare il progetto dell’artista/architetto di fama internazionale Marco Nereo Rotelli che stupirà con le sue metafore e le installazioni. Dopo la “Gondola Poetica” dello scorso anno sul tema ambientale (che trasportava rifiuti raccolti dai sommozzatori nella Laguna di Venezia), questa volta ci presenta un vero carro armato collocato all’interno del Cortile d’Onore Università degli Studi di Milano ed un Portale dorato gigantesco (1040 x 480 cm), che disarmerà il mezzo per dire stop alle guerre!

Love’sDoor, Render
Ever in Art presenta la nuova  installazione dell’artista
Marco Nereo Rotelli “Door is Love”
presso la Design WeeMilano – FuoriSalone24 – INTERNI CROSS VISION
Apertura Fuori Salone lun 15 Aprile dalle ore 10,00
interverrà il Premio Nobel per la Pace, il prof. Riccardo Valentini.
Cortile d’Onore Università degli Studi di Milano – 15-28 aprile  – Via Festa del perdono, 7 – Milano – orari 10/24 tutti i giorni

“Door is Love” è un progetto di Marco Nereo Rotelli che “apre un varco” verso un mondo senza guerre. L’opera consiste in un grande Portale d’Oro, allestito nel Cortile d’Onore dell’Università degli Studi di Milano, formato da una serie limitata di porte incise con versi poetici sui concetti dell’amore, che si fondono con un carro armato dipinto di blu.

“L’installazione di Rotelli vuole essere un paradosso, una provocazione, dove arte e design si uniscono per portare un messaggio di pace”, sottolinea Celia Stefania Centonze, partner di Ever in Art, società che ha prodotto il concept. “Sulla soglia, spazio reale e metaforico, si svolge infatti una metamorfosi: il portale diventa un varco, un luogo di passaggio verso un mondo migliore, dove l’amore vince la guerra, vince su tutto”. 

“Un luogo di luce, simbolo di accesso ad una dimensione ulteriore. Sulla soglia si s/volge la metamorfosi tra reale e visione. Un carro armato bloccato, di blu dipinto, non più espressione di guerra ma un carro a(r)mato, trasformato dall’arte. In un opera di Botticelli, Marte, dio della Guerra, è addormentato e disarmato, mentre Venere è sveglia e vigile. Il significato dell’immagine è che l’amore vince la guerra o l’amore vince tutto. Questo il senso dell’opera, questo la visione: le porte sono qui pensate come ingressi ad un mondo nuovo. E ‘ una chiamata alle Arti affinché la bellezza si opponga al male. Lo obbliga al confronto e nel confronto lo costringe al cambiamento . Per questo le porte come sirene parlano e il carro armato non è più una rude macchina da guerra ma un oggetto sopraffatto da un esteticaCosì dipinto di blu, il colore dell’infinito è un’altra cosa. E ‘ un oggetto surreale che ad altro fa pensare anche tra mondi opposti”  – Marco Nereo Rotelli

All’inaugurazione dell’installazione di Rotelli (ore 18 del 17/04) interverrà il Premio Nobel per la Pace, il Prof. Riccardo Valentini, che dichiara: La pace per me rappresenta non solo il rapporto equilibrato tra gli uomini, ma soprattutto dell’uomo con l’ecosistema. L’essere umano ha interrotto il proprio rapporto sano con il pianeta. In questo squilibrio la guerra è anche distruzione di ambienti naturali. Quando la natura e l’ambiente in cui viviamo saranno completamente compromessi, non ci sarà più bisogno di fare guerre, poiché non ci sarà più nulla da distruggere, non ci sarà più acqua, ne terra, ne aria.

Una soluzione concreta  potrebbe essere di cedere al più presto il potere alle nuove generazioni. Le guerre le decidono le persone anziane che vivono in un mondo sbagliato, fatto di armi, di sangue.  Sono convinto che il sentimento delle nuove generazioni sia più aperto alla socialità e alla comprensione delle diversità”. 

Nasce una linea dedicata di porte d’autore La collaborazione tra Bertolotto “porte d’autore”, Ever in Art e Marco Nereo Rotelli, celebrata con l’installazione “Door is Love” alla Milano Design Week 2024, darà presto origine ad un’edizione speciale di porte d’autore: una collezione esclusiva di 14 porte che riporteranno l’inconfondibile cifra stilistica di Marco Nereo Rotelli, con versi poetici e messaggi di pace su differenti laccature, in un’inedita gamma di colorazioni. Ogni porta dell’edizione “Door is Love” sarà un’opera unica, con dettagli esclusivi, creata dall’artista per valorizzare gli ambienti come una vera opera d’arte.

Il progetto tecnico: Il portale, che misura complessivamente 1040 x 480 cm, è composto da 46 ante di porte, firmate, prodotte e certificate dall’azienda Bertolotto. Realizzate in fibre di legno idrofughe e ignifughe e verniciate di color oro, con l’incisione di una frase poetica ripetuta sia sul fronte che sul retro, le protagoniste dell’opera sono posizionate su due file, una sopra l’altra. L’installazione è sorretta da un’americana in alluminio, al centro della quale è alloggiato un carro armato (210 x 400 x h 230 cm) dipinto di blu, posto su una struttura lignea sotto al cingolato. Il portale sarà illuminato anche da quattro sagomatori che proietteranno versi poetici, creando un dinamico e coinvolgente gioco di luci. Hashtag: #internimdw24 #interniCrossVision

Marco Nereo Rotelli è un artista di fama internazionale nato a Venezia, dove si è laureato in architettura per poi formarsi seguendo all’Accademia di Belle Arti, seguendo i corsi di Emilio Vedova. A metà degli anni ’80 si è trasferito a Milano, iniziando una ricerca sulla luce e sulla dimensione poetica che lo ha portato ad esporre nelle capitali del mondo. Il suo lavoro da sempre mira ad un’opera totale, con performance immersive, dove le sue installazioni luminose coinvolgono artigiani, filosofi, musicisti, poeti, fotografi, registi, ma principalmente il suo rapporto è con la poesia che, con il tempo, è divenuta un riferimento costante per il suo lavoro. Nel 2000 ha fondato il gruppo Art Project, oggi diretto da Elena Lombardi e composto da giovani artisti ed architetti, con il quale realizza numerosi interventi e progetti di installazione urbana. Questo suo impegno gli è valso la partecipazione a nove edizioni della Biennale di Venezia, oltre a numerose mostre personali e collettive. È stato invitato dalla Northwestern University (Chicago) come artist-in residence (inverno 2013, è stato 22 volte sull’Isola di Pasqua per opere scultore e pittoriche. E poi in Giappone, Cina, USA. Spagna, Francia…). Le sue opere, presenti in musei internazionali e collezioni private, hanno sempre di più assunto una dimensione etica rivolta a una riflessione sui temi ambientali e sociali. Di lui hanno scritto alcuni tra i più importanti critici d’arte.

Riccardo Valentini | Laureato all’Università di Roma “La Sapienza” in Fisica con specializzazione in Biofisica. Dopo un periodo di ricerca svolto presso l’Università di Stanford e il Joint Research Center della Commissione Europea ad Ispra, diventa professore ordinario dell’Università della Tuscia, dove oggi insegna il corso di Biologia ed Ecologia Forestale e Digital Technologies for Climate Smart Forestry per la laurea magistrale internazionale. È stato uno dei pionieri della ricerca sul ruolo delle foreste nell’assorbimento della anidride carbonica svolgendo spedizioni scientifiche in diversi ecosistemi del Pianeta dalle foreste boreali in Canada e Siberia a quelle tropicali dell’Amazzonia e del bacino del Congo passando per Europa, Australia, Cina, e Giappone. È stato membro del comitato scientifico del Global Carbon Project e Presidente del programma delle Nazioni Unite GTOS (Global Terrestrial Observation System). È stato autore principale e coordinatore del terzo e quinto rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) sugli impatti climatici e l’adattamento ed autore del rapporto speciale IPCC “Land and Climate”.  I recenti riconoscimenti includono: Premio internazionale Norbert Gerbier-Mumm 2004 Zayed International Prize for the Environment, Laurea Honoris Causa Facultè Universitaire des Sciences Agronomiques de Gembloux, Belgio, Premio Nobel per la Pace 2007 come membro del consiglio dell’IPCC, Premio Thomson Reuters che riconosce l’1% degli scienziati più citati al mondo, Premio Ernst Heckel della Federazione delle Società Ecologiche Europee, Laurea Honoris Causa Russian State Agricultural University – Timiryazev Academy, Mosca, Russia. Vincitore National Geographic Explorer Award. Presidente della Società Italiana delle Scienze del Clima 2021-22. Membro della European Academy of Sciences e Medaglia della Accademia delle Scienze dei “XL” per la Fisica e le Scienze Naturali. Il Prof. Valentini ha pubblicato 261 articoli su riviste internazionali peer-review, con 36142 citazioni e un H index di 75. Ha creato e brevettato un nuovo sensore per il monitoraggio della salute degli alberi (TreeTalker) che è usato ora in più di 4000 alberi in diverse località del mondo (Italia, Spagna, Russia, Canada, Germania, Francia, Svizzera, Regno Unito, Corea del Sud, Cina).


Ever in Art è una società benefit nata con l’obiettivo di utilizzare l’arte come mezzo concreto per nobilitare e valorizzare le azioni virtuose promosse da privati, aziende e associazioni, con un forte impatto sociale o di salvaguardia ambientale, sensibilizzando il pubblico sul rispetto dei principi etici e civili. Le aziende sono sempre più impegnate socialmente. Ever in Art riunisce professionisti ed esperti di sostenibilità, marketing e comunicazione per rivoluzionare la fruizione e il ruolo dell’Arte grazie a nuovi strumenti di marketing concepiti per potenziare la comunicazione ed incrementare la brand reputation.

Bertolotto S.p.A., fondata nel 1987, è oggi tra i leader mondiali nella progettazione e produzione di porte, sistemi per interni e porte blindate. Le migliori materie prime, i modelli esclusivi, la competenza e il talento di artigiani specializzati, con l’utilizzo delle tecnologie più avanzate, caratterizzano le porte Bertolotto, tutte interamente realizzate in Italia con legno da filiera protetta FSC e certificate Carb, Leed e Voc. Le porte Bertolotto non sono semplici oggetti, ma creazioni su misura: ogni prodotto, distinto e curato nel dettaglio, dona stile ed eleganza agli ambienti, grazie alla creatività e all’esperienza di chi l’ha ideata, ed alla maestria di chi l’ha realizzata. “Le porte Bertolotto sono pensate per chi sceglie di circondarsi di cose belle e arredare la propria casa con soluzioni capaci di esprimere valori duraturi, che sposino tradizione e innovazione nel pieno rispetto dell’ambiente.  Lavoriamo con costanza e passione all’ideazione di nuovi decori e modelli, prestando la massima attenzione ai desideri e alle aspettative dei clienti, ai quali dedichiamo il nostro impegno, ogni giorno.” Claudio Bertolotto, Amministratore Delegato Website: www.bertolotto.com – Hashtag: #BertolottoPorte 


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