Venezia, Spazio SV Scoletta di San Zaccaria, Campo San Zaccaria: 2.000 visitatori la mostra “Alchimie su carta” di Alberto Valese

Uccello

Nonostante la riconosciuta notorietà del Maestro Alberto Valese e il discreto successo del vernissage di venerdì 16 febbraio, nessuno poteva prevedere che in mesi come febbraio e marzo, considerati meno vivaci in Città, questa esposizione potesse registrare una partecipazione finora di 2.000 visitatori.

L’arte e la storia di vita di Alberto Valese non hanno certamente smesso di entusiasmare critica, pubblico e i tantissimi amici veneziani ed internazionali che a lui si erano affezionati. Per tutti coloro che non sono ancora riusciti a visitare la Mostra c’è ancora tempo fino a mercoledì 27 marzo.

Alchimie su carta
Omaggio al maestro Alberto Valese
Con più di 2.000 visitatori la mostra giunge a conclusione con un felice brindisi

A cura di Silvia Previti

Fine mostra il 27.03.2024 

Spazio SV – Centro espositivo San Vidal
Scoletta di San Zaccaria, Venezia

Tutti gli organizzatori, a cominciare dalla curatrice Silvia Previti, si sono impegnati con passione e professionalità per la realizzazione della mostra retrospettiva Alchimie su carta. Questo soprattutto perché l’Omaggio al maestro Alberto Valese fosse all’altezza dell’artista e della persona. Ricordiamo che Alberto Valese (1951 – 2022) è stato artista poliedrico e raffinato artigiano di fama internazionale, l’unico Maestro Ebrù straniero riconosciuto in Turchia, nonché amatissimo nella sua città, Venezia, dove ha mantenuto il proprio laboratorio, un negozio e la propria dimora.

Ciò nonostante, pur essendo stato quello di venerdì 16 febbraio, nell’accogliente Spazio SV nella Scoletta di San Zaccaria a Venezia, un Opening di successo, nessuno poteva prevedere che in mesi come febbraio e marzo, considerati meno vivaci in Città avvicinandosi anche il periodo di Biennale, questa esposizione potesse registrare la partecipazione fino ad ora di circa 2.000 visitatori.

Valese foglio 13

L’arte e la storia di vita di Alberto hanno entusiasmato critica, pubblico e i tantissimi amici veneziani ed internazionali che a lui si erano affezionati.

Per tutti coloro che non sono ancora riusciti a visitare la Mostra c’è ancora tempo fino al giorno 27 marzo, insieme alla bicchierata di finissage prevista per sabato 23 marzo alle ore 17.30.

Alberto Valese, nato a Venezia nel 1951, si è dedicato per più di quarant’anni alla legatoria ed in particolare allo studio della tecnica della marmorizzazione che inizia da autodidatta, dando vita ad una serie di opere uniche nel loro genere che lo hanno reso noto in tutto il mondo. L’esposizione riesce ad essere, oltre che un omaggio al maestro veneziano attraverso una selezione ad ampio spettro fra le tipologie di carte da lui prodotte, anche un’occasione per far comprendere, attraverso dei supporti video, il modus operandi di Valese ed il suo immaginario. Carte marmorizzate, suminagashi, ebrù, sono tutte tecniche che convogliano nella realizzazione delle decorazioni, dal floreale all’astratto, di libri pregiati, quaderni, scatole, tessuti e oggetti di ogni tipo. In mostra si possono trovare non solo carte marmorizzate ed ebrù, ma anche vere e proprie opere d’arte come le pietre “non infossibili”, finti fossili realizzati fondendo l’ebrù con la modellazione della carta pesta, le piastre oscillanti che assomigliano a piccoli universi in miniatura sospesi da delicate strutture di ferro, i mobile, d’ispirazione calderiana, e ancora sculture a forma di teste ed oggetti di design.

Un artista a tutto tondo, in laboratorio così come nella vita, noto per la sua originalità e visione innovativa che ha riportato nelle sue carte, espressione di un genio di cui in molti sentono la mancanza. Essere riusciti a trasmettere l’eclettismo di Valese è un punto di orgoglio per Giampietro Freo, suo amico e collaboratore impegnato a portare avanti l’attività. Oggi, nello stesso luogo dove aveva sede il negozio Ebrù in Campo Santo Stefano, si trova l’Antica Legatoria Ofer, bottega che porta avanti nel solco della tradizione l’arte della legatoria tramandando i saperi lasciati da Alberto Valese ad una nuova generazione di giovani artigiane.

“Sintetizzerei i passaggi della vita artistica di Alberto e quindi dell’esposizione in questo modo – racconta Giampietro Freo – la sua passione che nasce con le carte marmorizzate (marbled) lo porta a fare innumerevoli viaggi in Turchia fino ad impadronirsi così bene della tecnica Ebrù da diventare addirittura unico “Maestro Ebrù” non turco. Comincia a produrre carte sempre più raffinate, poi sete finissime. Marmorizzava tutto, piramidi piedi, facce, teste, lampade, sfere, qualsiasi cosa, fino ad arrivare agli oggetti d’arte marmorizzati. La curiosità, la perseveranza, il buon gusto e la meticolosità che si oggettivizzano in termini creativi come un fiume in piena, lo fanno entrare a pieno titolo nell’arte sia con le carte che con gli oggetti ed alla mostra ci si potrà rendere conto di tutto ciò. Questa evoluzione porta la sua sperimentazione a raggiungere apici mai raggiunti da nessuno”.


ALCHIMIE SU CARTA. Omaggio al maestro Alberto Valese
A cura di Silvia Previti
Dal 16 febbraio al 27 marzo 2024
Orario: 10,30 – 12,30 / 15,00 – 18,00 chiuso il lunedì

SPAZIO SV
SCOLETTA DI SAN ZACCARIA (VE)
Entrata libera

Per informazioni
tel: +39 0415234602
mail: info@spaziosv.com

In collaborazione con Antica Legatoria OFER

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Descrizione generata automaticamente
Ufficio Stampa e Comunicazione Davide Federici info@davidefederici.it

Soriano nel Cimino (VT), Palazzo Chigi: Viaggio nell’inconsueto ovvero del bizzarro in arte

A cura di Francesca Perti

Palazzo Chigi – Albani
Via Papacqua, 471 – Soriano nel Cimino (VT)

Fino al 31 marzo 2024, presso Palazzo Chigi – Albani a Soriano nel Cimino, è possibile visitare la mostra Viaggio nell’inconsueto ovvero del bizzarro in arte, a cura di Francesca Perti, con il contributo e il patrocinio del comune di Soriano nel Cimino.

Sono esposte le opere di Luigi Ambrosetti, Lidia Bachis, Paolo Berti, Tommaso Cascella, Massimo de Angelis, Luigi Athos De Blasio, Claudio Di Carlo, Marco Fioramanti, Frisco, Massimo Jatosti, Federico Lacerna, Susanna Micozzi, Fabio Milani, Marco Paolini, Maria Pizzi, Eliana Prosperi, Luigi Riccioni, Massimo Saverio Ruiu, Sandro Scarmiglia, Maria Grazia Tata, che, con lavori site- specific, indagano il concetto di bizzarro nell’arte il quale si manifesta come una irresistibile forza creativa che affascina e destabilizza.

Esplorare il concetto di bizzarro significa immergersi in un mondo di visioni alternative e di ribellione alle convenzioni estetiche. Il bizzarro nell’arte è una sfida al conformismo ma anche un mezzo per esplorare la profondità dell’inconscio e le contraddizioni dell’esistenza umana.

Artisti come Hieronymus Bosh, Pieter Bruegel o, per arrivare ai nostri giorni, come Yayoi Kusama, ma anche registi del cinema contemporaneo come Guillelmo del Toro con il film Il labirinto del fauno o Tim Burton con Alice nel paese delle meraviglie, hanno attraversato il bizzarro portandoci a riflettere sulla natura della realtà.

La mostra Viaggio nell’inconsueto ovvero del bizzarro in arte vuole favorire la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale e artistico di Soriano nel Cimino attraverso una lente contemporanea, per una lettura attiva e partecipata dei temi della contemporaneità. 

Massimo Saverio Ruiu

Esplorare il concetto di bizzarro significa immergersi in un mondo di visioni alternative e di ribellione alle convenzioni estetiche. Il bizzarro nell’arte è una sfida al conformismo ma anche un mezzo per esplorare la profondità dell’inconscio e le contraddizioni dell’esistenza umana.

Artisti come Hieronymus Bosh, Pieter Bruegel o, per arrivare ai nostri giorni, come Yayoi Kusama, ma anche registi del cinema contemporaneo come Guillelmo del Toro con il film Il labirinto del fauno o Tim Burton con Alice nel paese delle meraviglie, hanno attraversato il bizzarro portandoci a riflettere sulla natura della realtà.

La mostra Viaggio nell’inconsueto ovvero del bizzarro in arte vuole favorire la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale e artistico di Soriano nel Cimino attraverso una lente contemporanea, per una lettura attiva e partecipata dei temi della contemporaneità. 


Viaggio nell’inconsueto ovvero del bizzarro in arte
A cura di Francesca Perti
Con il contributo e il patrocinio del Comune di Soriano nel Cimino
Artisti: Luigi Ambrosetti, Lidia Bachis, Paolo Berti, Tommaso Cascella, Massimo de Angelis, Luigi Athos De Blasio, Claudio Di Carlo, Marco Fioramanti, Frisco, Massimo Jatosti, Federico Lacerna, Susanna Micozzi, Fabio Milani, Marco Paolini, Maria Pizzi, Eliana Prosperi, Luigi Riccioni, Massimo Saverio Ruiu, Sandro Scarmiglia, Maria Grazia Tata
 
Inaugurazione 17 febbraio 2024 ore 11.00 – Ingresso libero

Palazzo Chigi – Albani

Via Papacqua, 471 – Soriano nel Cimino (VT)
tel. 0761 748871 – 378 3033319
ufficioturistico@comune.sorianonelcimino.vt.it
 
Fino al 17 marzo 2024
Orari: dal venerdì alla domenica 10-13 / 15-18 – l’ultimo accesso è consentito 30 minuti prima della chiusura
Biglietti: 3,00 euro intero – 2,00 euro ridotto
 
Ufficio stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – interno 14 next – blowart
info@melaseccapressoffice.itroberta@melaseccapressoffice.it
tel. 349.4945612
www.melaseccapressoffice.it

Rovigo: dal 5 aprile, al Roncale, Matteotti, una Storia di tutti.

Rovigo, Palazzo Roncale

GIACOMO MATTEOTTI (1885 –1924). Una Storia di tutti

Mostra a cura di Stefano Caretti

È un Matteotti a tutto tondo quello che emergerà, dal 5 aprile al 7 luglio, nella mostra proposta ed organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con il Comitato Provinciale per il Centenario di Matteotti, mostra che sarà uno dei momenti più alti delle Celebrazioni nazionali nei 100 anni dalla morte dello statista rodigino.

All’interno delle diverse iniziative territoriali e nazionali, va ricordato anche il restauro e nuovo allestimento della Casa Museo dello statista a Fratta Polesine, Casa Museo che, nella sua nuova veste, aprirà i battenti al pubblico proprio il 10 giugno, in concomitanza con la giornata commemorativa nazionale.

“La sua denuncia della nascente dittatura, atto di coraggio già di per sé meritevole di essere tramandato come esempio, lo consacrò alla memoria dell’antifascismo durante e dopo il Ventennio, facendogli assumere tratti eroici” sottolinea Stefano Caretti curatore della mostra

 “Al di là dall’aspetto celebrativo, l’esposizione – afferma   il curatore –ha l’obiettivo di ricollocare la storia del deputato all’interno del contesto polesano, dove nacque e visse gran parte della sua breve esistenza, un luogo in cui potevano leggersi, estremizzati, fenomeni comuni al resto d’Italia, come la povertà, l’emigrazione, la conflittualità sociale prima, le violenze del dopoguerra poi. Fu probabilmente quello sguardo sempre rivolto al suo territorio che permise a Matteotti di cogliere prima di altri i segni dei tempi.

L’angolo tra il Lungotevere e via Scialoia dove l’auto dei sicari attendeva il passaggio di Matteotti.

Nato a Fratta Polesine – da una famiglia molto agiata – aderì presto al socialismo e via via intensificò il suo impegno politico nel Partito e nell’amministrazione locale, assumendo sempre le conseguenze dell’espressione forte e pubblica delle proprie posizioni, spesso controcorrente e visionarie: dalle polemiche giornalistiche, al limite della diffamazione e della minaccia, fino alla condanna per disfattismo.

Pacifista convinto, dopo il confino in Sicilia, nel dopoguerra, venne eletto deputato, rinvigorendo le denunce alle crescenti violenze del fascismo, fino al suo clamoroso rapimento e omicidio compiuto il 10 giugno del 1924.

Il percorso espositivo propone un confronto tra il contesto sociale e culturale dell’epoca e le idee, e gli episodi, della vita di Matteotti, così da evidenziare le influenze e le peculiarità delle sue scelte, dando la possibilità al visitatore di inquadrare la sua azione nelle corrette coordinate spaziali e temporali.

La storia di Giacomo Matteotti è e deve essere considerata, soprattutto, una storia di tutti.

Per questo il compito principale della mostra è quello di promuovere la conoscenza della società italiana dell’epoca e, quindi, delle complesse dinamiche che portarono all’instaurarsi della dittatura, al fine di evitare che gli errori commessi in passato possano ripetersi in futuro”.

Su queste premesse, il percorso espositivo in Palazzo Roncale accompagna il visitatore ad approfondire una serie di precisi temi. Ad iniziare dall’ambiente in cui Giacomo è nato. Il titolo che il professor Caretti ha scelto per questa sezione è indicativo: “Ville e tuguri: Matteotti e il Polesine“: Il focus successivo la mostra lo riserva a “Velia Titta e la sua famiglia. La Belle Époque europea“, per ricordare l’amore sbocciato tra Giacomo e Velia, giovane di eccellente famiglia, sorella del celebre baritono Titta Ruffo. 

Appena tredicenne Giacomo si iscrive alla gioventù socialista e nel 1904 al partito. Colpito dall’estrema miseria in cui sopravviveva la popolazione rurale del Polesine. Ed è a queste sue lotte sociali che è riservata la terza sezione della mostra: “Dall’impegno sul territorio al socialismo“.

 “Per la guerra o per la guerra alla guerra”, tema della successiva sezione, documenta la profonda avversione di Matteotti alla guerra, presentata come “santa e rivoluzionaria”.

Come racconta la sezione “Nella guerra, in trincea e lontano dal fronte“, Matteotti, all’entrata dell’Italia nel conflitto, continua la sua opposizione in tutte le sedi in cui gli è ancora concesso esprimerla. Nonostante fosse stato riformato e congedato, viene arruolato e poi inviato al confino in Sicilia dove si adopera con la Croce Rossa per il rientro di prigionieri.

Il dopoguerra in Parlamento” ricorda l’elezione avvenuta nel 1919 e nuovamente nel ’21 e nel ’24 nel collegio Rovigo-Ferrara. La sua attività di parlamentare viene riconosciuta come “indefessa e onnipresente”. Sono anni in cui Matteotti matura la necessità di arrivare agli Stati Uniti d’Europa.

Capendo la natura totalitaria del fascismo vi si oppone strenuamente. Pubblica Un anno di dominazione fascista, volume che irrita Mussolini e il Regime.

L’epilogo del suo percorso parlamentare è illustrato nella successiva sezione riservata a “I congressi socialisti e la Marcia su Roma“. In essa rivivono gli anni fatidici dal Congresso Socialista di Livorno del 1921, del successivo di Roma nel ’22 e, nell’ottobre dello stesso anno, la Marcia su Roma: con il benestare del re il fascismo, forza antipartitica, diventava istituzionale. Quella di Matteotti, in Parlamento, sarà la voce più forte dell’opposizione.

La Lancia Kappa targata Roma 55-12169 usata da Dumini, Volpi, Viola, Malacria e Poveromo per il sequestro di Giacomo Matteotti

Il 10 giugno del ’24 questa voce scomoda venne fatta tacere per sempre. Matteotti fu rapito. Il suo corpo, straziato e denudato, verrà ritrovato il 16 agosto in una fossa a Riano Flaminio. Intanto il 27 giugno le opposizioni parlamentari mettono in atto la secessione dell’Aventino. Mussolini passa alla controffensiva e, a partire dall’anno successivo, approva senza ostacoli le “leggi fascistissime”. Nel novembre del ’26 i deputati dell’Aventino vengono dichiarati decaduti dal mandato parlamentare.

L’ultima sezione in mostra è dedicata al processo “beffa” di Chieti. Il “processo” dura appena una settimana, ben presidiato dai fascisti, dimostrandosi essere null’altro che una autentica “farsa”, come avrebbe scritto Turati a Velia Matteotti, una “beffa atroce… evidentemente concordata”.

“La denuncia della nascente dittatura, atto di coraggio già di per sé meritevole di essere tramandato come esempio, consacrò Matteotti alla memoria dell’antifascismo durante e dopo il Ventennio, facendogli assumere tratti eroici”, chiosa Stefano Caretti curatore della mostra.


Fondazione Cariparo
dott. Roberto Fioretto
Responsabile Ufficio Comunicazione
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Ufficio Stampa: Studio ESSECI
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Roma, Galleria Biblioteca Angelica: DE AQUA – 30 artisti d’oggi riflettono sull’acqua

DE AQUA – 30 artisti d’oggi riflettono sull’acqua

A cura di Stefania Severi

Inaugurazione 3 aprile 2024 Galleria Biblioteca Angelica – Roma

Mercoledì 3 aprile 2024 alle ore 17.00, inaugura, presso le sale della Galleria della Biblioteca Angelica, prestigioso spazio espositivo adibito alle mostre di arte contemporanea, il progetto De Aqua – 30 artisti riflettono sull’acqua, a cura di Stefania Severi, promosso e organizzato dalla FUIS – Federazione Unitaria Italiana Scrittori e Federintermedia, fortemente voluto dal Presidente della FUIS, Natale Antonio Rossi.

Infatti, la FUIS, che recentemente ha ampliato il suo campo di interesse aprendosi anche all’arte contemporanea, intende far riflettere, con questa esposizione, in prima istanza gli artisti e poi tutti coloro che visiteranno la mostra, sul tema dell’acqua che, in quest’epoca di grandi cambiamenti climatici e di tante problematiche politiche, è diventato centrale come non mai per la popolazione mondiale.

In esposizione 30 opere di altrettanti artisti i quali hanno offerto variegate interpretazioni del tema: l’acqua come elemento fisico, metafisico e panteistico; la visione mitica; i risvolti politici e sociologici; il rapporto con l’arte. Varie le tecniche: pittura (acquerello, olio, encausto), scultura (gesso, ceramica, porcellana), grafica, grafica al computer, vetrata Tiffany, libro d’artista, fotografia, arazzo. 

Gli artisti, uomini e donne quasi in pari numero, sono: Raffaele Arringoli, Lidia Bagnoli, Massimo Campi, Anna Caser, Lucio Castagneri, Giulio Cavanna, Michela Cesaretti, Carolina De Cecco, Anna Dell’Agata, Raffaele Della Rovere, Angelo Falciano, Antonella Iovinella, Massimiliano Kornmüller, Luigi Manciocco, Roberto Mannino, Raffaella Menichetti, Patrizia Molinari, John David O’Brien, Lina Passalacqua, Maria Luisa Passeri, Vittorio Pavoncello, Rita Piangerelli, Lillo Santoro, Placido Scandurra, Isabella Tirelli, Lucio Trojano, Sandro Trotti, Romana Vanacore, Piero Varroni, Maria Letizia Volpicelli.

Nel catalogo, a cura della FUIS, i testi di Natale Antonio Rossi e Stefania Severi ed una poesia di Marco Corsi.

Nel corso dell’evento sono previsti i seguenti incontri:

/ Venerdì 5 aprile ore 15.30 – 18.00
Incontro sulla tutela della proprietà intellettuale, focus sul diritto di seguito, sulla contrattualistica per l’arte e su Federintermedia, organismo di gestione collettiva del Diritto d’Autore.

/ Sabato 6 aprile ore 17.00 – 19.00
I poeti leggono le loro poesie sull’acqua. 

/ Lunedì 8 aprile ore 17.00
Presentazione del volume Gli Artisti di oggi e l’Arcadia. 

La F.U.I.S. Federazione Unitaria Italiana Scrittori è nata nel 2009, federando tre organizzazioni sindacali: il Sindacato Libero Scrittori Italiani – SLSI-CISL, il Sindacato Nazionale Scrittori – SNS-CGIL e l’Unione Nazionale Scrittori e Artisti – (UIL UNSA). La FUIS tutela e organizza gli scrittori di opere a stampa (nonché di ebook, di audiolibri, di testi in I.A.), gli autori e gli artisti associati per la loro qualità di produttori di opere dell’ingegno letterario e artistico con la finalità della tutela del loro lavoro professionale e dei loro diritti d’autore.


DE AQUA
30 artisti d’oggi riflettono sull’acqua
A cura di Stefania Severi
Promossa da FUIS – Federazione Unitaria Italiana Scrittori e Federintermedia
In collaborazione con Apriti Sesamo Cooperativa Sociale Onlus

Inaugurazione mercoledì 3 aprile 2024 ore 17.00
Fino all’8 aprile 2024
Orari
: tutti i giorni feriali ore 11.00 – 19.00; domenica chiuso
 
Galleria Biblioteca Angelica
Via di Sant’Agostino 11 – Roma
+ 39 066840801
b-ange@beniculturali.it
www.bibliotecaangelica.beniculturali.it
F.U.I.S. Federazione Unitaria Italiana Scrittori
Via Pietro Cossa 13 – Roma
tel. 066833646
info@fuis.it
www.fuis.it
 
Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next – blowart
tel 349 494 5612
roberta.melasecca@gmail.com

Polo Museale – Castello Conti Acquaviva D’Aragona, Conversano: “Chagall. Sogno d’amore”

Chagall. Sogno d’amore

20 aprile – 27 ottobre 2024
Polo Museale – Castello Conti Acquaviva D’Aragona di Conversano

Dal 20 aprile 2024, al Polo Museale – Castello Conti Acquaviva D’Aragona di Conversano, apre al pubblico la grande mostra Chagall. Sogno d’amoreoltre 100 bellissime opere attraverso cui viene raccontata tutta la vita e l’opera di uno degli artisti universalmente più noti e amati: Marc Chagall.

A seguito dell’esperienza maturata lo scorso anno a Conversano con la mostra di Antonio Ligabue, che ha conseguito un grandissimo apprezzamento da parte dei visitatori, il Comune e Arthemisia rilanciano proponendo al pubblico un artista dalla portata internazionale quale Mar Chagall, evidente segno di crescita e progressione nella proposta culturale della Città.

Marc Chagall (Bielorussia, 1887 – Francia 1985) è uno dei più grandi artisti al mondo ed uno dei principali interpreti della pittura del Novecento che – con le sue opere universalmente note, un inconfondibile stile onirico e fantasioso e una vita ricca di tormenti – rappresenta un unicum nella storia dell’arte.
Ebreo ed esule dalla sua patria, proprio per il credo religioso, nel 1910 si trasferisce a Parigi per approfondire gli studi artistici. Attivamente coinvolto nella Rivoluzione Russa, fonda un’accademia d’arte nella sua terra natia, contestata pesantemente dal Governo. Torna in Francia, ma la seconda guerra mondiale lo costringerà a scappare in Spagna, in Portogallo e negli Stati Uniti. Nel 1944 perde la sua amatissima moglie, e questo sarà un ulteriore e tragico trauma nella vita e nell’opera dell’artista. Nel 1948 Chagall torna in Francia e si stabilisce in Provenza, dove abiterà fino alla sua morte nel 1985.

Chagall. Sogno d’amore rappresenta una straordinaria opportunità per ammirare oltre 100 opere tra dipinti, disegni, acquerelli e incisioni dell’artista; un nucleo di opere rare e straordinarie, certificate e autorizzate dalla Fondation Chagall, provenienti da collezioni private e quindi di difficile accesso per il grande pubblico che consentono di ripercorrere la traiettoria artistica del pittore dal 1925 fino alla morte.

L’Amore è il fil rouge che unisce tutta la produzione di Chagall: amore per la religione, per la patria, per la moglie, per il mondo delle favole, per l’arte.

La mostra, dal forte impatto emotivo, racconta un mondo tutto suo, intriso di stupore e meraviglia. Nelle opere coesistono ricordi d’infanzia, fiabe, poesia, religione ed esodo, un universo di sogni dai colori vivaci, di sfumature intense che danno vita a paesaggi popolati da personaggi, reali o immaginari, che si affollano nella fantasia dell’artista: un immaginario onirico in cui è difficile discernere il confine tra realtà e sogno.

Ad arricchire la mostra anche tanti supporti multimediali come video, approfondimenti didattici, elementi immersivi.

Promossa e sostenuta dal Comune di Conversano Città d’Arte e Museco – Musei in Conversano, la mostra Chagall. Sogno d’amore è prodotta e organizzata da Arthemisia ed è a cura di Dolores Duràn Ucàr, una delle più importanti studiose dell’artista. La voce italiana della mostra è affidata alla storica dell’arte Francesca Villanti.


Date
20 aprile – 27 ottobre 2024

Sede
Polo Museale – Castello Conti Acquaviva D’Aragona
Piazza Conciliazione (Arco monumentale)
Conversano – Bari

Orario apertura
Dal martedì al venerdì 10.00 – 13.30 | 15.30 – 19.00
Sabato e domenica 10.00 – 13.30 | 15.30 – 20.30
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Lunedì chiuso

Biglietti
Intero € 15,00
Ridotto € 13,00

Informazioni e prenotazioni
T. +39 080 99 52 31

Sito
www.arthemisia.it

Hashtag ufficiale
#ChagallConversano

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Settore Musei Civici Bologna | Orari di apertura straordinari, attività e mostre per Pasqua e Pasquetta

Settore Musei Civici Bologna

Pasqua e Pasquetta nei Musei Civici di Bologna
Aperture straordinarie, attività e mostre temporanee domenica 31 marzo e lunedì 1 aprile 2024

Dopo l’esito positivo sperimentato nella giornata di Capodanno che ha visto un’ampia partecipazione di pubblico, anche per le festività pasquali il Settore Musei Civici Bologna ripropone l’apertura straordinaria di tutte le proprie sedi museali in una fascia oraria uniforme. 
Nei giorni di Pasqua (domenica 31 marzo) e Lunedì dell’Angelo (lunedì 1 aprile), tutti i Musei Civici saranno aperti in via eccezionale dalle ore 10.00 alle ore 19.00 con una ricca e variegata offerta culturale  – tra collezioni permanenti, mostre temporanee e 17 attività che comprendono visite guidate in italiano, inglese e greco, mediazione nelle sale espositive e attività didattiche per i più piccoli – a disposizione dei cittadini, delle comunità e dei turisti che sceglieranno di trascorrere le due giornate festive all’insegna dell’arte e della cultura.

Di seguito gli orari di apertura, le attività in programma e le mostre temporanee in corso.
Per informazioni: www.museibologna.it


GLI ORARI DI APERTURA 

Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2) ore 10.00 – 19.00
Museo Civico Medievale (via Alessandro Manzoni 4) ore 10.00 – 19.00
Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6) ore 10.00 – 19.00
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44) ore 10.00 – 19.00
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Giovanni Minzoni 14) ore 10.00 – 19.00
Museo Morandi (via Don Giovanni Minzoni 14) ore 10.00 – 19.00
Casa Morandi (via Fondazza 36) ore 10.00 – 19.00
Museo per la Memoria di Ustica (via di Saliceto 3/22) ore 10.00 – 19.00
Museo internazionale e biblioteca della musica (Strada Maggiore 34) ore 10.00 – 19.00
Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123) ore 10.00 – 19.00
Museo civico del Risorgimento (Piazza Giosue Carducci 5) ore 10.00 – 19.00


LE ATTIVITÀ

Domenica 31 marzo 2024
ore 10.00 – 13.00: Museo del Risorgimento (Piazza Giosue Carducci 5)
Attività speciale di mediazione nelle sale 
Un mediatore o una mediatrice culturale sarà a disposizione del pubblico per indirizzare nella visita e rispondere a domande e curiosità sulle collezioni del museo, in lingua italiana e inglese.
Ingresso: biglietto museo (intero € 5 | ridotto € 3 | gratuito possessori Card Cultura) 
Info: www.museibologna.it/risorgimento

ore 10.00 – 14.00: Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123)
Attività speciale di mediazione nelle sale 
Un mediatore o una mediatrice culturale sarà a disposizione del pubblico per indirizzare nella visita e rispondere a domande e curiosità sulle collezioni del museo, in lingua italiana, inglese e greca.
Ingresso: biglietto museo (intero € 5 | ridotto € 3 | gratuito possessori Card Cultura) 
Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale

ore 11.00 – 14.00 e 15.00 – 18.00: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Giovanni Minzoni 14)
Attività speciale di mediazione nelle sale 
Un mediatore o una mediatrice culturale sarà a disposizione del pubblico per indirizzare nella visita e rispondere a domande e curiosità sulle collezioni del museo, in lingua italiana e inglese.
Ingresso: biglietto museo (intero € 6 | ridotto € 4 | gratuito possessori Card Cultura) 
Info: www.mambo-bologna.org

ore 11.00 – 12.00: Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6) 
Tutto in un’ora
Visita guidata a cura di Silvia Battistini, alla scoperta dei capolavori delle Collezioni Comunali d’Arte.
Ingresso: biglietto museo (intero € 6 | ridotto € 4 | gratuito possessori Card Cultura) 
Info: www.museibologna.it/arteantica

ore 12.00 – 13.00: Museo Civico Medievale (via Alessandro Manzoni 4)
Tutto in un’ora
Visita guidata a cura di Teresa Manetti, RTI Senza Titolo S.r.l., ASTER S.r.l. e Tecnoscienza, alla scoperta dei capolavori del Museo Civico Medievale.
Ingresso: biglietto museo (intero € 6 | ridotto € 4 | gratuito possessori Card Cultura) 
Info: www.museibologna.it/arteantica

ore 15.00 – 18.00: Cimitero Monumentale della Certosa (via della Certosa 18)
Verdi passeggiate pasquali | Piccole esplorazioni in Certosa
Un percorso esplorativo rivolto a famiglie per scoprire insieme la Certosa. Un’operatrice museale sarà disponibile presso l’infopoint storico artistico per consegnare ai visitatori un supporto cartaceo che servirà per condurre una visita del luogo in autonomia. Il supporto avrà piccoli esercizi di osservazione rivolti alla natura, all’arte e alla poesia, in modo da cogliere le piccole magie del luogo. 
È possibile richiedere il servizio direttamente presso l’Info-Point storico-artistico (ingresso principale – cortile chiesa), via della Certosa 18.
È necessario portare con sé una matita.
Attività a cura del Museo civico del Risorgimento nell’ambito di “Musei Innovativi e Aperti”.
Ingresso: gratuito
Info: www.museibologna.it/risorgimento

ore 16.00: Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123)
Caccia alle Uova in Museo (Chi trova un uovo trova un tesoro)
Uno strano visitatore dalle lunghe orecchie ha lasciato dei tesori pasquali nelle sale del museo. Riusciranno adulti e bambini a ritrovarli seguendo gli indizi lasciati dal misterioso visitatore saltellante?
Un percorso alla scoperta di storie, macchine e invenzioni racchiuse nel museo.
Prenotazione: obbligatoria entro le ore 13.00 del venerdì precedente museopat@comune.bologna.it | 051 6356611.
Ingresso: biglietto museo (intero € 5 | ridotto € 3 | gratuito possessori Card Cultura) 
Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale

ore 16.30 – 17.30: Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44)
Tutto in un’ora
Visita guidata a cura di Teresa Manetti, RTI Senza Titolo S.r.l., ASTER S.r.l. e Tecnoscienza, alla scoperta dei capolavori del Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini.
Ingresso: gratuito
Info: www.museibologna.it/arteantica

ore 17: Museo Archeologico (via dell’Archiginnasio 2)
I capolavori del Museo
Visita guidata a cura di Aster, alla scoperta dei principali e più celebri capolavori del Museo Civico Archeologico di Bologna.
Max 30 partecipanti.
Ingresso: biglietto museo (intero € 6 | ridotto € 4 | gratuito possessori Card Cultura) 
Info: www.museibologna.it/archeologico


Lunedì 1 aprile 2024

ore 10.00 – 13.00 e 14.00 – 17.00: Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2)
Scopri il museo con un mediatore
Acquistando il biglietto del museo è possibile, gratuitamente e senza prenotazione, usufruire di un servizio di mediazione museale secondo due diverse modalità:
– “Chiedi all’archeolog*”: un mediatore sarà a disposizione del pubblico per indirizzare nella visita e rispondere alle libere domande e curiosità sulle collezioni del museo. Per “aprire tutti gli scrigni” del museo, la postazione del mediatore si sposterà fra le sale secondo
uno schema che verrà consegnato con il biglietto;
– “Tutti al Museo Archeologico” (fino ad esaurimento posti, max 10 persone per turno): sarà poi possibile fare un’esperienza al Museo accompagnati da una mediatrice del progetto “Musei Innovativi e Aperti” che ha l’obiettivo di avvicinare al patrimonio culturale
pubblici differenti per età e provenienza, favorire l’inclusione sociale e promuovere la partecipazione attiva alla vita culturale cittadina.
Ad ogni ora sarà possibile seguire alternativamente una delle seguenti attività, secondo uno schema che verrà consegnato con il biglietto:
• “‘Toccare’ la storia della città”: la storia antica di Bologna in 39 oggetti
Esplorando anche con le dita, sarà possibile conoscere la storia di Bologna dall’epoca preistorica a quelle etrusca, gallica e romana grazie a 39 copie di reperti archeologici, un’opera originale e 9 disegni in rilievo che permetteranno di scoprire alcuni aspetti della vita
della donna e dell’uomo in quei tempi.
• “Sperimentazioni”: a partire dal racconto di reperti importanti esposti nella Collezione Egizia, si offre un percorso speciale che riflette sul concetto di sperimentazione e incontro. Oggetti che viaggiano e portano con sé il racconto di una cultura diversa, sono un esempio di come l’atteggiamento curioso e aperto alla lettura di nuove storie sia la condizione fondamentale per la sperimentazione. A partire da tali spunti, i/le partecipanti creeranno il “passaporto” di un oggetto che racconta qualcosa di un loro viaggio o di un momento in cui sono entrati in contatto con una realtà nuova.
Ingresso: biglietto museo (intero € 6 | ridotto € 4 | gratuito possessori Card Cultura) 
Info: www.museibologna.it/archeologico

ore 11.00 – 12.00: Museo Civico Medievale (via Alessandro Manzoni 4)
The best of the museum
Guided tour by Pierre-Yves Theler, RTI Senza Titolo S.r.l., ASTER S.r.l. e Tecnoscienza, discovering the masterpieces of the Museo Civico Medievale.
Ticket: museum fee (full fee € 6 | reduced fee € 4 | free admittance for Card Cultura holders)
Info: www.museibologna.it/arteantica

ore 15.00: Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2)
Un giorno da antichi egiziani
Laboratorio con visita per ragazze e ragazzi da 8 a 11 anni, a cura di Aster.
Un laboratorio teatrale in cui immergersi nella vita che si svolgeva lungo il Nilo. Attraverso alcuni giochi scopriremo se gli antichi Egiziani compivano i nostri stessi gesti quando si alzavano al mattino e le attività che svolgevano lungo l’arco della giornata. Nella parte finale, utilizzando oggetti di scena e costumi e con lo sfondo di ambienti dell’antico Egitto, ogni partecipante interpreterà un ruolo per immortalare scene di vita e portare con noi il ricordo di aver provato per una volta a vivere come gli antichi Egiziani!
Prenotazione: obbligatoria a partire dal lunedì precedente l’iniziativa ed entro il venerdì (lunedì-venerdì ore 10.00 – 12.00) 051 2757208 (20 partecipanti)
Ingresso: gratuito
Info: www.museibologna.it/archeologico

ore 15.30: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Giovanni Minzoni 14)
Ludovica Carbotta. Very Well, on My Own
Visita guidata alla mostra.
Prenotazione: consigliata entro le ore 13.00 del venerdì precedente mamboedu@comune.bologna.it 
Ingresso: biglietto mostra (intero € 6 | ridotto € 4)
Info: www.mambo-bologna.org

ore 16.00: Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123)
Premiata Ditta Imballaggio Uova: riusciranno le uova ad arrivare salve a destinazione?
Laboratorio per bambine e bambini da 6 a 11 anni.
Per proteggere un contenuto prezioso occorre progettare un contenitore efficace.
In questo laboratorio i bambini dovranno pensare e assemblare un contenitore che possa portare a destinazione un carico fragile e prezioso… evitando rotture!
Con l’utilizzo di materiale semplice e di facile reperibilità inventeremo insieme dei pacchetti a prova di trasporto!
Prenotazione: obbligatoria entro le ore 13.00 del venerdì precedente museopat@comune.bologna.it | 051 6356611
Ingresso: gratuito (gratuito anche per un accompagnatore adulto)
Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale

ore 16.30: Museo Morandi (via Don Giovanni Minzoni 14)
Guided tour of the Museo Morandi
A tour to learn about and explore the poetics of Giorgio Morandi, one of the greatest artists of the 20th century.
Reservation: recommended by 1 p.m. on the preceding Friday at mamboedu@comune.bologna.it 
Ticket: museum fee (full fee € 6 | reduced fee € 4 | free admittance for Card Cultura holders)
Info: www.mambo-bologna.org

ore 16.30 – 17.30: Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44)
The best of the museum
Guided tour by Pierre-Yves Theler, RTI Senza Titolo S.r.l., ASTER S.r.l. e Tecnoscienza, discovering the masterpieces of the  Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini.
Ticket: free admittance
Info: www.museibologna.it/arteantica

ore 17.00: Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2)
Storie immortali
Visita guidata a cura di Aster.
Un percorso sul mito fra iconografia e fonti letterarie: una visita guidata che percorre le storie di tre grandi filoni mitici della grecità (le storie di Eracle, gli Argonauti, il ciclo Troiano e i ritorni), mostrando come queste storie migrino per il Mediterraneo sostanziando la cultura etrusca e latina e venendo continuamente rifunzionalizzate. È proprio questo legame che si vuol far comprendere, concludendo il percorso con l’ascolto delle voci di alcune eroine legate ai filoni mitici indagati, con testi tratti dalle Heroides di Ovidio.
Max 30 partecipanti.
Ingresso: biglietto museo (intero € 6 | ridotto € 4 | gratuito possessori Card Cultura)
Info: www.museibologna.it/archeologico

LE MOSTRE TEMPORANEE IN CORSO

Il Medagliere si rivela. Le due torri nelle medaglie e nelle monete del Museo Civico Archeologico di Bologna
A cura di Paola Giovetti e Laura Marchesini
Fino al 26 agosto 2024
Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2)
Tel. +39 051 2757211
Info: www.museibologna.it/archeologico

Giuseppe Romagnoli (1872 – 1966)
Medaglia in bronzo della Cassa di Risparmio di Bologna, 1927- Bologna, Museo Civico Archeologico, n. inv. 880 – Courtesy Settore Musei Civici Bologna | Museo Civico Archeologico

Il Museo Civico Archeologico dedica una piccola esposizione di medaglie e di monete legate alla raffigurazione iconografica dei due monumenti simbolo della città felsinea, la Torre degli Asinelli e la Torre Garisenda, nell’ambito del progetto Il Medagliere si rivela volto a far conoscere al grande pubblico la ricchissima raccolta numismatica del museo, giunto qui al suo terzo appuntamento dopo i precedenti focus San Petronio rifondatore di Bologna e Natale in nummis. Iconografie del Natale nelle monete e nelle medaglie del Museo Archeologico.
L’esposizione, liberamente fruibile nell’atrio del museo, consente la visione di 25 esemplari tra monete, conii e medaglie, che coprono un arco temporale compreso tra il XV e il XXI secolo.
L’approccio tematico di questa esposizione si propone di valorizzare non solo il patrimonio del museo ma desidera anche proporre un focus sulla storia locale attraverso la fortuna che l’immagine delle due torri ha conosciuto nella produzione numismatica, in una fase storica di particolare attenzione per la tutela e la conservazione dei due monumenti che coinvolge anche i Musei Civici.
Asinelli e Garisenda sono infatti le torri più celebri di Bologna, da molti secoli simbolo identificativo della città per i suoi abitanti e per i viaggiatori, e oggi per i numerosi turisti che la visitano. Inizialmente tuttavia, quelle che oggi sono gli edifici iconici dello skyline bolognese, si trovavano in un tessuto urbano caratterizzato dalla presenza di oltre 100 torri, oggi in amplissima parte scomparse o celate, superstiti, tra i palazzi del centro storico.

Figure e paesaggi dell’Ottocento alle Collezioni Comunali d’Arte
A cura di Isabella Stancari
21 marzo – 30 giugno 2024
Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6)
Tel. +39 051 2193998 
Info: www.museibologna.it/arteantica

Alfredo Savini (Bologna, 1868 – Verona, 1924)
Auxilium ex alto, 1896 – Olio su tela,
cm 229 x 165 – Provenienza: Concorso Baruzzi, 1896 – Bologna, Collezioni Comunali d’Arte (deposito MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Collezioni storiche), n. inv. P372 

La mostra Figure e paesaggi dell’Ottocento alle Collezioni Comunali d’Arte rientra nell’ampio progetto espositivo diffuso La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915, dedicata alla pittura felsinea dall’età napoleonica alla Grande Guerra, ideata e coordinata dal Settore Musei Civici Bologna attraverso il Museo civico del Risorgimento, a cura di Roberto Martorelli e Isabella Stancari.  
I dipinti esposti rientrano in due tematiche principali. La prima è dedicata all’Accademia delle Belle Arti, luogo di formazione di quasi tutti gli artisti locali e promotore di due concorsi artistici nazionali, il Curlandese e il Baruzzi, la seconda affronta il paesaggio, con numerose opere inedite. Oltre alle opere in mostra si possono ammirare nel percorso museale i due ampi saloni dedicati in permanenza a Pelagio Palagi, il più importante pennello neoclassico locale, la cui carriera internazionale come pittore, architetto, decoratore d’interni, scultore e disegnatore di arredi si concluse a Torino come artista della corte Savoia di re Carlo Alberto.

Un ritratto di Pompeo Batoni (1708 – 1787) dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid  
A cura di Mark Gregory D’Apuzzo e Ilaria Negretti
Fino al 7 aprile 2024
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44)
Tel. +39 051 236708 
Info: www.museibologna.it/arteantica

Pompeo Girolamo Batoni (Lucca, 1708 – Roma, 1787)
Ritratto della cntessa Maria Benedetta di San Martino, 1785 – Olio su tela, cm 99 x 74
Madrid, Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, inv. n. 32 (1977.28)

Un celebre protagonista della pittura europea del Settecento arriva per la prima volta a Bologna: si tratta di Pompeo Girolamo Batoni (Lucca, 1708 – Roma, 1787), di cui il Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini espone, fino al 7 aprile 2024, il Ritratto della contessa Maria Benedetta di San Martino proveniente dal Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid.

La prestigiosa opportunità espositiva, a cura di Mark Gregory D’Apuzzo e Ilaria Negretti, si inserisce nell’ambito della rassegna Ospiti promossa fin dal 1996 dai Musei Civici d’Arte Antica di Bologna come attività di valorizzazione del patrimonio e sviluppo delle relazioni scientifiche con istituzioni museali italiane e internazionali, attraverso lo scambio di opere attivato in occasione di prestiti per esposizioni temporanee.
Considerato il ritrattista più ricercato nell’Europa del XVIII secolo per la sua arte innovativa e originale, anche nella più convenzionale ritrattistica ufficiale Batoni sa raggiungere risultati stupefacenti e sofisticati per qualità esecutiva e accostamenti cromatici. Ne è esempio il dipinto presentato a Bologna- firmato sul bordo del tavolo e datato 1785 – che appartiene alla tarda produzione del pittore e ne incarna a pieno l’ideale di grazia e delicata eleganza espressa nella resa delle figure femminili.

L’Incredulità di San Tommaso di Gaetano Serra Zanetti: due versioni a confronto
A cura di Mark Gregory D’Apuzzo
21 marzo – 30 giugno 2024
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44)
Tel. +39 051 236708 
Info: www.museibologna.it/arteantica

Gaetano Serra Zanetti (Sant’Agata Bolognese, 1807 – Anzola dell’Emilia, 1862)
Incredulità di San Tommaso, 1850
Olio su tela, cm 243 x 121
Bologna, Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, Inv. 0471 
Courtesy Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica

La mostra L’Incredulità di San Tommaso di Gaetano Serra Zanetti: due versioni a confronto rientra nell’ampio progetto espositivo diffuso La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915, dedicata alla pittura felsinea dall’età napoleonica alla Grande Guerra,
ideata e coordinata dal Settore Musei Civici Bologna attraverso il Museo civico del Risorgimento, a cura di Roberto Martorelli e Isabella Stancari.  
Promossa dai Musei Civici d’Arte Antica del Settore Musei Civici d’Arte Antica, in collaborazione con La Quadreria di ASP Città di Bologna, l’iniziativa espositiva al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini presenta due versioni dell’Incredulità di San Tommaso realizzate da Gaetano Serra Zanetti (Bologna, 1807 – ivi, 1862) abitualmente conservate nei depositi e dunque non accessibili al pubblico. La mostra offre quindi l’opportunità di conoscere de visu due opere significative nel percorso del pittore, che fu tra i protagonisti dell’Ottocento bolognese, più volte gratificato da premi e riconoscimenti.
Lungo il percorso del museo sono inoltre segnalati alcuni paesaggi ottocenteschi di età romantica esposti in permanenza: il delizioso quadretto La scalinata di Giuseppe Termanini e alcuni dipinti di Giacomo Savini, entrambi allievi del pittore e scenografo Vincenzo Martinelli, esponente di spicco del paesaggismo bolognese della seconda metà del Settecento. 

Ludovica Carbotta. Very Well, on My Own
A cura di Lorenzo Balbi con l’assistenza curatoriale di Sabrina Samorì
Fino al 5 maggio 2024
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Giovanni Minzoni 14)
Tel. +39 051 6496611

Info: www.mambo-bologna.org

Ludovica Carbotta. Very Well, on My Own
Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2024
Foto Carlo Favero – Courtesy Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

Lynda Benglis e Properzia de’ Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno
A cura di Lorenzo Balbi con l’assistenza curatoriale di Giulia Pezzoli
Fino al 26 maggio 2024
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Giovanni Minzoni 14)
Tel. +39 051 6496611

Info: www.mambo-bologna.org

Lynda Benglis e Properzia de’ Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno
Veduta di allestimento della mostra presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2024
Foto Carlo Favero
Courtesy Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

L’esposizione Lynda Benglis e Properzia de’ Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno propone un dialogo inedito tra Properzia de’ Rossi (Bologna, 1490 circa – 1530), considerata la prima donna scultrice nella storia dell’arte nonché unica donna ad avere una biografia all’interno delle Vite di Giorgio Vasari, e Lynda Benglis (Lake Charles, Louisiana, 1941), una delle massime protagoniste dell’arte contemporanea internazionale. Appartenenti a epoche e culture lontane tra loro, le due artiste, entrambe virtuose del medium scultoreo, sono accomunate dall’ambizione di affermare la propria individualità creativa in contesti ostili o difficilmente accessibili alle donne.
Dalla produzione artistica dell’artista bolognese viene esposto lo stemma nobiliare della famiglia Grassi con aquila bicipite, in filigrana d’argento con noccioli di frutta intagliati, proveniente dal Museo Civico Medievale di Bologna e appositamente restaurato per questa occasione espositiva, e una riproduzione in 3D della formella in marmo, prodotta anch’essa per la mostra, rappresentante l’episodio biblico di Giuseppe e la moglie di Putifarre, realizzata per il portale della Basilica di San Petronio e conservata all’interno del suo Museo diocesano. Entrambe le opere sono descritte e attribuite da Giorgio Vasari a Properzia de’ Rossi nelle Vite, primo testo critico di storia dell’arte a sua volta presente in mostra attraverso le due preziose edizioni del 1568 conservate presso la Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna. 
Dalla produzione artistica di Lynda Benglis, l’esposizione presenta sette sculture in marmo, realizzate dal 2015 al 2021, provenienti da Thomas Brambilla Gallery di Bergamo e da collezioni private ubicate nell’area metropolitana di Bologna. 

Mary Ellen Bartley: MORANDI’S BOOKS
A cura di Alessia Masi
Fino al 7 luglio 2024
Museo Morandi (via Don Giovanni Minzoni 14)
Tel. +39 051 6496611

Info: www.mambo-bologna.org/museomorandi

Mary Ellen Bartley
Large White Bottle and Shadow, 2022
Stampa su pigmento d’archivio montata su dibond, cm 68,58 x 91,44
Courtesy Mary Ellen Bartley

Morandi metafisico. Tre disegni. Una storia
A cura di Lorenza Selleri
Fino al 5 maggio 2024
Casa Morandi (via Fondazza 36)
Tel. +39 300150 / 6496611

Info: www.mambo-bologna.org/museomorandi

Manichino femminile utilizzato da Morandi per alcune nature realizzate tra il 1918 e il 1919.
Questo modello è stato ritrovato nel ripostiglio adiacente alla camera-studio dell’artista in via 
Fondazza 36 a Bologna.
Courtesy Settore Musei Civici Bologna | Museo Morandi

Le opere di Giorgio Morandi in cui si può percepire una vicinanza stilistica a quelle dei principali esponenti della Metafisica sono 21 (comprendendo anche quelle oscillanti tra Metafisica e “Valori Plastici”) e sono prevalentemente dipinti ad olio. Queste tele si conservano per lo più in alcuni dei più importanti musei italiani (quella appartenuta a Roberto Longhi venne purtroppo trafugata nel 1981 e ad oggi non è stata ancora ritrovata).
Il Museo Morandi possiede tre disegni che, pur essendo cronologicamente successivi a quel solo anno (estate 1918 – tardo autunno 1919) in cui Morandi si avvicina alla Metafisica, possono a pieno titolo appartenere a quel gusto. Questi rari e preziosi fogli, infatti, tracciati a inchiostro raffigurano rispettivamente due nature morte metafisiche di impianto analogo a quello dei dipinti che si conservano alla Pinacoteca di Brera (Natura morta, 1919 -V.43 e Natura morta, 1919 – V.44) e un vaso di fiori che invece richiama il dipinto di collezione privata (Fiori, 1920 – V.56) emblematico della successiva stagione dei “Valori Plastici”. I tre disegni, in realtà, risalgono tutti a quel periodo, come si evince dalla carta su cui sono stati schizzati seppur con una precisione quasi descrittiva. Morandi ha utilizzato infatti il verso di cedole librarie della celebre casa editrice d’arte “Valori Plastici” fondata nel 1918 dall’artista ed editore Mario Broglio. I fogli provengono, non a caso, dal fondo archivistico della rivista romana e, andati in asta a Roma nell’ aprile del 1999, sono stati acquistati dal Comune di Bologna arricchendo così la collezione del Museo Morandi.
Il focus nasce con l’intenzione di documentare questa breve parentesi del percorso artistico morandiano accostando ai disegni, i modelli che servirono a Morandi per le sue opere metafisiche e un apparato documentario di lettere, testi e fotografie.
Cartella stampa: https://drive.google.com/drive/folders/1fZKMNi3ZJ2xqQ3EhxMba6O-omEQElHLQ


Vespa Club. Una piccola grande storia su due ruote
Prorogata fino al 30 giugno 2024
Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123)
Tel. +39 6356611
Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale

Vespa Club Bologna. Una piccola grande storia su due ruote
Veduta di allestimento presso Museo del Patrimonio Industriale, Bologna, 2023-2024
Courtesy Settore Musei Civici Bologna | Museo del Patrimonio Industriale

Vespa Club Bologna. Una piccola grande storia su due ruote è un focus espositivo dedicato al mito della Vespa, icona del motociclismo italiano nel mondo, nato dalla collaborazione del Museo del Patrimonio Industriale con il Vespa Club Bologna.
L’allestimento, realizzato nel piano intermedio del percorso di visita, accanto all’esposizione di un importante nucleo di 18 motociclette prodotte dalla casa bolognese M. M. recentemente concesse in comodato al museo.
La Vespa ha lasciato un’impronta significativa nella storia dei trasporti, nell’immaginario collettivo, nell’arte e nel cinema non solo italiani. Raccontare il primo marchio globale della mobilità al Museo del Patrimonio Industriale, le cui collezioni permanenti documentano le eccellenze produttive bolognesi anche in ambito motoristico e meccanico, consolida, ancora una volta, i rapporti tra l’istituzione museale, il mondo del collezionismo, i club e l’associazionismo in un territorio simbolo della Motor Valley emiliano-romagnola nota a livello mondiale.
La storia di questo scooter è legata in modo significativo a Bologna, non solo perché in questa città è nato uno dei primi Club per gli amanti di questo mezzo ma perché tra il 20 e 21 maggio 1950 si tenne in Piazza Maggiore il primo raduno internazionale della storia vespistica che richiamò circa 5.000 vespisti provenienti da Italia, Austria, Francia, Germania e Svizzera. Risale all’anno precedente, il 1949, la nascita ufficiale del Vespa Club Bologna, tra le prime organizzazioni italiane ad aver compreso le potenzialità innovative del veicolo, in una città dalla tradizione motociclistica molto solida in cui operavano aziende storiche come M.M. e C.M e dove stavano prendendo avvio nuove realtà come Moto Morini, F.B. Mondial e Ducati.
Il Club è da subito attivo sia nelle manifestazioni sportive sia nelle rievocazioni locali e nazionali. I suoi associati, oltre 600, sono da tempo impegnati nello studio della storia del marchio garantendo il restauro e la conservazione dei pezzi che oggi, per la prima volta in contemporanea, vengono esposti al Museo del Patrimonio Industriale. I modelli visibili in mostra sono 7.

La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915
A cura di Roberto Martorelli e Isabella Stancari
21 marzo – 30 giugno 2024
Museo civico del Risorgimento (Piazza Giosue Carducci 5)
Tel. + 39 051 2196520
Info: www.museibologna.it/risorgimento

Alessandro Guardassoni (Bologna, 1819 – ivi, 1888)
Anna Bolena forsennata, 1843
Olio su tela, cm 98 x 77
Bologna, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (Collezioni storiche), n. inv. 27277 / 5154
Courtesy Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologn

Al Museo civico del Risorgimento è allestita la sezione da cui prende il titolo il progetto espositivo diffuso La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915, dedicata alla pittura felsinea dall’età napoleonica alla Grande Guerra, ideata e coordinata dal Settore Musei Civici Bologna attraverso il Museo civico del Risorgimento, a cura di Roberto Martorelli e Isabella Stancari.  
Tra le opere ispirate ai temi risorgimentali si segnala uno dei capolavori della ritrattistica ottocentesca, il Ritratto di Giovan Maria Damiani in uniforme delle Guide Garibaldine (1872) di Antonio Puccinelli, appartenente alla collezione dello stesso museo e raramente esposto. L’iconica opera è affiancata dalle opere I fatti di Savigno (Passaggio delle truppe pontificie) di Ferdinando Fontana e dal modelletto preparatorio, in collezione privata, della omonima grandiosa tela di Carlo Arienti La cacciata dell’imperatore Barbarossa da Alessandria, voluta dal re Carlo Alberto in chiave antiaustriaca. 
Grazie alle opere delle collezioni storiche del MAMbo viene inoltre ripercorso il tema del soggetto storico, tanto caro alla cultura artistica di metà Ottocento, con le opere La morte di Zerbino (1851) del pittore di figura Ippolito Bonaveri e Io mi sedeva in parte… (1873) di Alfonso Savini, mentre il genere del paesaggio bolognese è rappresentato dalle vedute neoclassiche di Giacomo Savini, di età romantica con Ottavio Campedelli e del primo Novecento con Augusto Majani “Nasica”.
Oltre alle cinque piccole opere inedite di Giulio Cesare Ferrari, ritrovate da Isabella Stancari durante il lavoro di ricerca confluito nel Bollettino 2020/2022 del Museo civico del Risorgimento, notevole è inoltre il nucleo di quattro tele dipinte da Alessandro Guardassoni, che si ricollegano idealmente alla mostra monografica visibile nella sede della Fondazione Gualandi a favori dei sordi. Il capolavoro giovanile del pittore bolognese Anna Bolena forsennata, vincitore del piccolo premio Pittura al Concorso Curlandese del 1843 e proveniente dai depositi del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, è esposto insieme a tre opere inedite da collezioni private che testimoniano il lato più sperimentale dell’artista. Si tratta del Giardiniere che annaffia una pianta e due particolari vedute di giardini, eseguite a tempera e chine sui toni del grigio, che mostrano la rielaborazione del reale sulla base di fotografie. Per la delicata eleganza si distingue, infine, uno dei rari di ritratti Luigi Serra, Ritratto di signora (Enrica Merlani) eseguito nel 1888, anno della prematura scomparsa del pittore.


Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
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Elisabetta Severino – Silvia Tonelli
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Sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevich (Trieste) – HISTRI, archeologia, l’anfiteatro e il teatro romano: il museo archeologico dell’Istria

Foto Museo Archeologico dell’Istria
La mostra “Histri in Istria” e gli eventi collaterali
HISTRI, ARCHEOLOGIA, L’ANFITEATRO E Il TEATRO ROMANO: IL MUSEO ARCHEOLOGICO DELL’ISTRIA
Relatore il direttore del Museo Darko Komšo
martedì 26 marzo, alle ore 17.30 a
lla Sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevich (Trieste)

L’ultimo evento collaterale della mostra “Histri in Istria” è dedicato al Museo archeologico dell’Istria a Pola, partner della Comunità Croata di Trieste nella progettazione della preziosa esposizione ospitata al Museo Winckelmann, organizzata insieme al Comune di Trieste (aperta fino al 1 aprile 2024, dalle 10.00 alle 17.00) con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e della Fondazione CRTrieste.
Dal titolo “Histri, archeologia, l’anfiteatro e il teatro romano: il Museo Archeologico dell’Istria”, è in programma martedì 26 marzo, alle ore 17.30, alla Sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevich, e prevede come relatore il direttore del Museo archeologico dell’Istria/Arheološki muzej Istre a Pola/Pula Darko Komšo. Presente anche il sindaco di Pola, Filip Zoričić in rappresentanza del Comune di Pola e della partecipata Agenzia del turismo della città di Pola sponsor della mostra. Moderatore il presidente della Comunità Croata di Trieste, Damir Murkovic.
Il direttore del Museo archeologico dell’Istria, Darko Komšo, nel corso della conferenza (prevista la traduzione simultanea in italiano) presenterà la storia del Museo e dei principali monumenti sotto la sua tutela; illustrerà inoltre i significati del dirigere questa istituzione complessa, parlerà dei lavori per la nuova esposizione permanente del museo e dei programmi per il prossimo futuro.

Foto Museo Archeologico dell’Istria

Il Museo archeologico dell’Istria
Il Museo archeologico dell’Istria è il museo più visitato in Croazia e una delle istituzioni più importanti dell’Istria. La sua fondazione risale a 122 anni fa, strettamente connessa al recupero dei reperti trovati nell’area dell’antico capoluogo degli Histri, Nesazio. Il primo lapidario del museo era situato in uno degli imponenti monumenti antichi di Pola, il tempio di Augusto nell’antico Foro romano, e conteneva la raccolta di reperti iniziata già nel primo Ottocento. Alcuni anni dopo, il lapidario si espanse fino a comprendere l’anfiteatro. L’arena, l’anfiteatro di Pola, è il monumento antico più grande in Croazia, il sesto anfiteatro romano nel mondo per grandezza e con le sue quattro torri figura tra gli edifici anfiteatri con la struttura esterna meglio conservata.

Nella sua storia, che dura da oltre un secolo, il Museo archeologico dell’Istria, assieme al ricco patrimonio culturale di cui è responsabile, ha cambiato quattro stati ed è sopravvissuto a tre guerre, trasformandosi in un centro regionale scientifico e culturale. Accanto all’attività museale, archeologica e di tutela dei monumenti, si occupa di organizzazione e produzione di eventi culturali, quali mostre e concerti, e di editoria, rappresentando uno dei centri principali dell’offerta culturale di Pola e dell’Istria. Tra i progetti più ragguardevoli ultimamente realizzati vi è la rivitalizzazione del Piccolo teatro romano, l’unico teatro romano conservatosi in Croazia. Con i suoi 2000 posti a sedere, ogni estate si trasforma in uno spettacolare palcoscenico per pièce teatrali, balletti, opere e concerti di musica alternativa in questa parte dell’Europa.

Darko Komšo

Darko Komšo è nato nel 1972 a Pola, dove ha frequentato le scuole elementari e medie. Nel 1999 ha conseguito la laurea in Archeologia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia/Filozofski fakultet dell’Università di Zagabria. Dal 1996 lavora al Museo archeologico dell’Istria/Arheološki muzej Istre a Pola/Pula, prima con il titolo di consulente museale e dal 15 gennaio 2009 come direttore. È membro del Consiglio museale croato/Hrvatsko muzejsko vijeće dal 2016 e suo presidente dal 2018. Dal 2018 è anche membro del Consiglio croato per i beni culturali/Hrvatsko vijeće za kulturna dobra.

Ha partecipato a più di 100 conferenze professionali e scientifiche in Croazia e all’estero. Autore di 135 articoli scientifici e professionali, pubblicati sulle riviste croate e internazionali. Ha preso parte a oltre 50 scavi archeologici, per lo più in qualità di direttore. Ha curato come autore tre mostre e come coautore numerose mostre collettive e presentazioni di archeologia sperimentale.

Darko Komšo figura negli annali dell’archeologia croata per la scoperta dell’arte rupestre nella grotta di San Romualdo/Romualdova pećina in Istria, l’unica finora trovata in Croazia. Per questa scoperta è stato premiato dalla Società archeologica croata/ Hrvatsko arheološko društvo per la promozione dell’archeologia croata nel Paese e all’estero.

Membro del Coordinamento per l’istituzionalizzazione dell’insegnamento della storia del territorio della regione Istriana/Koordinacija za zavičajnu nastavu Istarske županije, del Consiglio di partenariato dell’area urbana di Pola/Partnersko vijeće urbanog područja Pule e del Comitato per gli eventi culturali nei monumenti culturali della Città di Pola/Povjerenstvo za kulturne manifestacije u spomenicima kulture grada Pule. È stato membro del Consiglio di amministrazione del Museo archeologico di Osijek e presidente del Consiglio museale del Museo archeologico di Zara. Dal 2005 al 2009 ha rappresentato le regioni Istria e Litoraneo-montana/Primorsko-goranska županija nel Comitato centrale della Società archeologica croata e svolto la funzione di supervisore museale di secondo livello.


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it

Milano, Palazzo Reale: Cézanne / Renoir. Capolavori dal Musée de L’Orangerie e dal Musée D’Orsay

Paul Cézanne, Arbres et maisons (© 2024 RMN-Grand Palais /
Hervè Lewandowski / RMN-GP / Dist. Photo SCALA, Firenze)
CÉZANNE / RENOIR
CAPOLAVORI DAL MUSÉE DE L’ORANGERIE E DAL MUSÉE D’ORSAY
 
Palazzo Reale Milano
19 marzo – 30 giugno 2024
 
A cura di Cécile Girardeau e Stefano Zuffi

Nel 2024, anno in cui si celebrano i 150 anni della nascita del movimento Impressionista, apre a Palazzo Reale a Milano, dal 19 marzo al 30 giugno, una delle mostre più importanti della primavera che pone a confronto le personalità e le opere di due pittori, Paul Cézanne e Pierre-Auguste Renoir, che hanno contribuito in maniera decisiva alle fortune dell’Impressionismo e che hanno influenzato le future generazioni di artisti.

Promossa da Comune – Cultura con il patrocinio del Ministero della Cultura e dell’Ambassade de France en Italie, l’esposizione è prodotto da Palazzo Reale, Skira Arte e Museum Studio, in collaborazione con Musée de l’Orangerie e Musée d’Orsay, nell’ambito dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026, e curata da Cécile Girardeau, conservatrice al Musée de l’Orangerie di Parigi, e Stefano Zuffi, storico dell’arte, con la collaborazione di Alice Marsal, responsabile degli archivi e della documentazione al Musée de l’Orangerie. Il progetto è realizzato grazie a Enel, in qualità di main partner, e grazie a Fineco, premium partner.

La mostra presenta cinquantadue capolavori, capaci di offrire un esaustivo spaccato del lavoro dei due artisti, dalle prime tele degli anni settanta dell’Ottocento alle prove più mature dei primi del Novecento, riuniti dal mercante d’arte Paul Guillaume (1891-1934), che considerava Cézanne e Renoir capiscuola di una pittura a un tempo classica e moderna, e, dopo la sua morte, dalla moglie Domenica (1898-1977). Le tele sono poi confluite nelle prestigiose collezioni del Musée de l’Orangerie di Parigi e del Musée d’Orsay di Parigi, affiancate in mostra da due tele di Pablo Picasso.

Partendo dai loro dipinti più apprezzati e conosciuti, la rassegna dà conto delle diverse traiettorie che i due autori seguirono lungo le rispettive carriere: Cézanne focalizzava l’attenzione sulla struttura compositiva più rigorosa e geometrica e sulla forza della pennellata, Renoir si concentrava sull’armonia, sulle atmosfere delicate, sulla resa delle forme tramite il colore. Il percorso espositivo segnala i punti d’incontro di questi due itinerari artistici, sviluppati in parallelo alla nascita di una sincera amicizia, iniziata già nel 1860, che sfociò in un’ammirazione reciproca, portando i due maestri a porsi interrogativi comuni e a coltivare un interesse condiviso per alcuni generi, come la natura morta, il paesaggio, il ritratto e il nudo.

Questo dialogo tra l’opera di Cézanne e quella di Renoir costituisce la naturale estensione dello scambio intrapreso dai due nell’atelier di Charles Gleyre all’inizio delle rispettive carriere. Le loro affinità elettive si manifestano già negli anni Settanta, al Café de la Nouvelle Athènes a Parigi e in occasione delle prime mostre impressioniste cui partecipano insieme. Nonostante il progressivo allontanamento di Cézanne dalla scena parigina, i due amici continuano a frequentarsi e, nell’ultimo ventennio dell’Ottocento, Renoir sarà più volte ospite del maestro di Aix-en-Provence.

Auguste Renoir, Jeunes filles au piano (© 2024 RMN-Grand Palais / Franck Raux/ Dist. Foto SCALA, Firenze)

L’allestimento, che segue un criterio tematico, consente di apprezzare la loro evoluzione stilistica, che li porterà a soluzioni estetiche assai diverse, un dialogo in cui la calda espressività di Renoir si contrappone alla precisione analitica di Cézanne.

La rassegna propone i loro migliori esiti sia che si tratti di paesaggi (Renoir, Paysage de neige, 1875; Cézanne, Arbres et maisons, 1885), o di nature morte (Renoir, Fleurs dans un vase, 1898; Pêches, 1881; Cézanne, Le Vase bleu, 1889-1890; Vase paillé, sucrier et pommes, 1890-1894), dove la sensualità delle pesche succose e vellutate, delle fragole rosse, delle pere rosee, sature di sole e disposte su soffici tovaglie di Renoir si contrappone ai frutti sodi e gialli che Cézanne contorna di nero e colloca su tavoli spogli dagli spigoli netti; o ancora di ritratti (Renoir, Claude Renoir en clown, 1909; Cézanne, Portrait de Madame Cézanne, 1885-1895), caratterizzati in Renoir da un’atmosfera di dolcezza, di serenità e di tenerezza, mentre le figure di Cézanne sono spesso distanti e poco sorridenti, talvolta quasi astratte, o della serie delle bagnanti (Renoir, Baigneuse assise, 1914; Cézanne, Trois baigneuses, 1874-1875), dove i nudi distesi e voluttuosi di Renoir contrastano con quelli in piedi, muscolosi e virili, di Cézanne.

Nonostante queste differenze, i due hanno condiviso il medesimo destino, trasformandosi, mentre erano ancora in vita, nei numi tutelari di tutti quegli artisti che nel corso del Novecento hanno continuato a sviluppare e rielaborare il frutto della loro sperimentazione. L’esposizione si completa infatti con la sezione che documenta quanto decisivo sia stato l’impatto e l’influenza che Renoir e Cézanne ebbero sulla successiva generazione di pittori, attraverso il confronto tra due opere di Cézanne e Renoir con due dipinti di Pablo Picasso (Cézanne, Pommes et biscuits, 1880; Picasso, Grande nature morte, 1917; Renoir, Femme nue couchée, 1906; Picasso, Grand nu à la draperie, 1921-1923).

Nel percorso espositivo s’incontra una Sala atelier creata da Foll.ia, che conduce il visitatore all’interno degli studi dei due pittori. Partendo dalla documentazione relativa a quelli di Cagnes-sur-Mer per Renoir e del Jas de Bouffan per Cézanne, viene riprodotto il rapporto di entrambi gli artisti con il proprio spazio di lavoro che diventa un luogo di incontro e di relazione tra “la realtà” e l’artista.

La mostra è accompagnata da una pubblicazione Skira Arte e arricchita da un programma didattico sviluppato secondo le diverse fasce di età e rivolto sia alle scuole, che alle famiglie.

Il public program, pensato per gli adulti, in collaborazione con l’Institut Français, approfondisce le tematiche sviluppate da Cézanne e Renoir, dagli artisti loro contemporanei e dai loro successori attraverso confronti con scrittori, poeti, musicisti e politici.

Radio Monte Carlo è la radio ufficiale della mostra.

“Siamo entusiasti di presentare per la prima volta – dichiara l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi – una delle esposizioni più importanti di questa stagione di Palazzo Reale. Oltre a mostrare le traiettorie artistiche di questi due grandi Maestri, darà modo a visitatori e visitatrici di scoprire il percorso umano che li ha avvicinati in una sincera amicizia e stima reciproca. Grazie alla collaborazione con il Musée de l’Orangerie e con il Musée d’Orsay, Milano celebrerà il 150° anniversario dell’Impressionismo nel migliore dei modi, segnando – ne sono certo – la antologia delle esposizioni d’arte milanesi del nostro tempo”.

L’Ambasciatore di Francia, Martin Briens, racconta: “Paul Cézanne non venne mai in Italia, ma la sua opera ha, nella luce della sua Provenza, molto della luce dell’Italia che è stata di profonda ispirazione per gli artisti italiani del Novecento. Renoir invece disse, dopo il suo viaggio in Italia, di avere capito qui “che cos’è la pittura”. Mi auguro che i numerosi visitatori di questa mostra possano scoprire, o riscoprire la luce particolare di questi due pittori, sempre così potente a 150 anni di distanza”, salutando “il grande lavoro svolto dal Musée de l’Orangerie e da Skira”.

“Da tempo – afferma Catherine Castillon, CEO di Skira Arte -, il metodo di lavoro adottato da Skira Arte si è indirizzato a perseguire la qualità accademica che definisce il progetto espositivo e uno storytellig agile e di facile lettura, capace di attrarre indistintamente lo studioso o l’appassionato, il neofita o il giovane studente che si appassiona con entusiasmo ai temi più portanti della storia dell’arte di ogni tempo e ai capolavori più conosciuti dei suoi maestri. Attraverso il suo modus operandi, improntato sempre e comunque a una rigorosa severità, Skira Arte ha saputo ritagliarsi una solida credibilità sia a livello nazionale sia a quello internazionale che le ha consentito di tessere una serie di rapporti con le più prestigiose istituzioni culturali d’Italia, d’Europa e d’Oltreoceano. Non fa certo eccezione Cézanne e Renoir che coinvolge tre importanti realtà di Francia e d’Italia, come il Musée de l’Orangerie, il Musée d’Orsay di Parigi e Palazzo Reale di Milano. Il risultato è una mostra imperdibile, unica e, per certi versi, irripetibile che propone alcuni dei capolavori di due tra i maggiori esponenti dell’Impressionismo che proprio nel 2024 festeggia il 150° anniversario della sua nascita”.

“E per regalare allo spettatore – conclude Catherine Castillon – una emozione duratura dell’esperienza vissuta a Palazzo Reale, Skira Arte ha pensato a un progetto espositivo articolato in vari momenti. All’interno del percorso, una Sala Atelier che riproduce le suggestioni che si vivevano all’interno degli studi dei due maestri, porterà il visitatore a immedesimarsi in Cézanne e Renoir nell’atto di sprigionare la loro creatività e a respirare la stessa energia che ha dato forma ai loro capolavori. A questa si aggiunge un ricco public program, realizzato in collaborazione con l’Institut Français, e una serie di laboratori didattici per le scuole e le famiglie, che si terrà durante i mesi di apertura della mostra”.

“Da sempre – sottolinea Nicolò Mardegan, Direttore Relazioni Esterne di Enel – la nostra missione è dare energia, contribuendo alla crescita economica, sociale e culturale del Paese.  Una vocazione che si concretizza anche attraverso il lavoro sul territorio in sinergia con le istituzioni museali ed artistiche. È quindi un onore sostenere questa iniziativa così importante che potrà avvicinare migliaia di persone alle opere di due grandi artisti”.

“Da diversi anni – ricorda Paolo Di Grazia, Vicedirettore Generale Fineco – siamo impegnati nella promozione del patrimonio culturale in Italia, un progetto che esprime una parte importante del nostro approccio alla sostenibilità. Abbiamo scelto di supportare la mostra Cezanne/Renoir non solo perché è uno degli eventi artistici più importanti dell’anno a Milano, ma soprattutto per il legame tra lo spirito di innovazione che ha guidato la ricerca artistica dei due maestri e i valori che orientano l’attività di Fineco fin dalla sua nascita”.


Titolo
Cézanne | Renoir
Capolavori dal Musée de L’Orangerie e dal Musée D’Orsay
 
Sede
Palazzo Reale
Piazza Duomo, 12 – Milano
 
Date
19 marzo – 30 giugno 2024
 
Una Mostra
Palazzo Reale
Comune di Milano
Skira Arte
Museum Studio
 
In collaborazione con
Musée de L’Orangerie
Musée d’Orsay
 
Con il patrocinio di
Ministero della Cultura
Ambassade de France en Italie
 
Main Partner
Enel
 
Premium Partner
Fineco
 
Partner
Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane
 
Media Partner
StreetVox
 
Radio Partner
Radio Monte Carlo
 
Mostra a cura di
Cécile Girardeau, conservatrice al Musée de l’Orangerie
Stefano Zuffi, storico dell’arte
con la collaborazione di Alice Marsal, responsabile degli archivi e della documentazione al Musée de l’Orangerie
 
Catalogo
Skira Arte
 
Orari
Da martedì a domenica ore 10.00-19.30
Giovedì chiusura alle 22.30
Ultimo ingresso un’ora prima
Lunedì chuso
 
Biglietti
Open: € 17,00
Intero: € 15,00
Ridotto: € 13,00
(Esclusi i costi di prevendita)
Gruppi di persone min 15 max 35 (prenotazione obbligatoria); visitatori dai 6 ai 26 anni; visitatori oltre i 65 anni; visitatori con disabilità; soci Touring Club (con  tessera); soci FAI (con tessera); militari; forze dell’ordine non in servizio; insegnanti; altre categorie convenzionate.
Ridotto € 10,00
Disabili con invalidità inferiore al 100%; studenti (età massima 25 anni); tesserati Abbonamento Musei Lombardia Milano; possessori Red Card Skira (con tessera)
Ridotto Milano Museo Card € 12,00
 
Ridotto Speciale € 6,00
Gruppi di studenti delle scolaresche di ogni ordine e grado (min 15 max 30); gruppi organizzati direttamente dal FAI e gruppi organizzati direttamente dal TCI Touring Club; giornalisti con tessera ODG con bollino dell’anno in corso; dipendenti Comune di Milano con badge nominale (un solo eventuale ospite al seguito ha diritto al ridotto €12,00); volontari Servizio Civile presso il Comune di Milano (previa esibizione del tesserino di identificazione).
 
Omaggio
Minori di 6 anni; Disabili con invalidità al 100%; 1 accompagnatore per disabile che presenti necessità; 1 accompagnatore per ogni gruppo; 2 accompagnatori per ogni gruppo scolastico; 1 accompagnatore e 1 guida per ogni gruppo FAI o Touring Club; dipendenti della Soprintendenza ai Beni Paesaggistici e Architettonici di Milano (previa presentazione del badge); guide turistiche abilitate (previa presentazione del tesserino di abilitazione professionale); tesserati ICOM; componenti Commissione di Vigilanza e Vigili del Fuoco (previa esibizione di tessera non nominativa); giornalisti accreditati dall’Ufficio Stampa del Comune e di CLP Relazioni Pubbliche (previa indicazione della testata e della data della visita); possessori coupon omaggio; dipendenti area Polo Mostre  Palazzo Reale (previa esibizione di tessera nominativa); componenti Commissione vigilanza e Vigili del fuoco (previa esibizione di tessera non nominativa); possessori Gold Card Skira (con tessera)
 
Biglietteria ufficiale
TicketOne
 
Siti internet
www.palazzorealemilano.it
www.mostracezannerenoir.it

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche | Anna Defrancesco | T +39 02 36755700
anna.defrancesco@clp1968.it | clp1968.it | skira.net
 
Ufficio stampa Comune di Milano
Elena Conenna elenamaria.conenna@comune.milano.it
 

CIRCULATION(S) 2024 / Discover the artists!

BLUE Audrey This Hurts HNGVR
The european young photography festival returns from April 6 to June 2, 2024 at CENTQUATRE-PARIS. The Fetart collective, creator and artistic director of the festival, is pleased to reveal the artists selected for this 14 edition!

Il festival europeo della fotografia giovane ritorna dal  6 aprile al 2 giugno 2024  al  CENTQUATRE-PARIGI .

Il collettivo Fetart , ideatore e direttore artistico del festival, è lieto di svelare gli artisti selezionati per questa 14esima edizione!

24 fotografi emergenti provenienti da 14 paesi europei — inclusi 4 artisti dal territorio ucraino, un paese evidenziato come parte del nostro focus.

TOLKACHOV Dima Safe Threat

Grazie ai nostri partner istituzionali: CENTQUATRE-PARIS, Città di Parigi, DRAC e Regione Ile-de-France

www.festival-circulations.com 
www.fetart.org


Contatto stampa:
Nathalie Dran
nathalie.dran@wanadoo.fr
+ 33 (0)6 99 41 52 49

“La missione enigmistica di Escher” – Testo critico di Vittorio Sgarbi

Allestimento
Il Palazzo dei Diamanti, emblema del Rinascimento italiano, ospiterà una grande mostra dedicata ad Escher, uno degli artisti più amati dal grande pubblico in tutto il mondo.

Dal 23 marzo al 21 luglio 2024 le sale espositive del Palazzo dei Diamanti di Ferrara accoglieranno per la prima volta le opere di Escher, artista geniale e visionario, da sempre amato dai matematici e ri-scoperto dal grande pubblico in tempi relativamente recenti.

Nato nel 1898 a Leeuwarden in Olanda, Maurits Cornelis Escher ha conquistato l’apprezzamento di milioni di visitatori grazie alla sua straordinaria capacità di trasportarli all’interno di mondi immaginifici e apparentemente impossibili.
Nelle creazioni del grande maestro olandese, che ha vissuto in ltalia fra le due guerre, confluiscono innumerevoli temi e suggestioni: dai teoremi geometrici alle intuizioni matematiche, dalle riflessioni filosofiche ai paradossi della logica.
Le sue inconfondibili opere, che hanno influenzato anche il mondo del design e della pubblicità, sono una sfida alla percezione e rappresentano un unicum nel panorama della storia dell’arte di tutti i tempi.

Con il Patrocinio della Regione Emilia-Romagna, la mostra ESCHER è organizzata da ArthemisiaFondazione Ferrara Arte e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara, in collaborazione con la M.C. Escher Foundation e Maurits ed è curata da Federico Giudiceandrea, uno dei più importanti esperti dell’artista, e Mark Veldhuysen, presidente della M.C. Escher Foundation.

La rassegna conta su ENI come partner della mostra e partner unico del progetto didattico “Le stanze delle meraviglie”, Frecciarossa Treno Ufficiale come mobility partner e la Repubblica come media partner.
Il catalogo è edito da Skira.

Con il biglietto d’ingresso di Escher si potrà visitare, nelle sale dell’ala Tisi di Palazzo dei Diamanti, una mostra dossier intitolata Mirabilia estensi che approfondirà la conoscenza di un particolarissimo genere di opere d’arte del Rinascimento, quello dei cofanetti istoriati “in pastiglia”, calati nella scenografica ambientazione creata dalle fotografie di Wunderkammer di Massimo Listri.


Allestimento

Ciò che ci affascina di Escher è la vertigine. Entrare in uno spazio come in un labirinto e non sapere come uscirne. Questo perdersi, questo cadere nel vuoto lega la sua esperienza a Möbius, il cui nastro ci consente di passare da una parte all’altra senza attraversarlo.
Le superfici ordinarie, ossia le superfici che nella vita quotidiana siamo abituati ad osservare, hanno sempre due facce, per cui è sempre possibile percorrerne idealmente una senza mai raggiungere l’altra, se non attraversando una linea di demarcazione costituita da uno spigolo (chiamato “bordo”) o bucando la superficie: si pensi ad esempio alla sfera, al toro, o al cilindro. Per queste superfici è possibile stabilire convenzionalmente un lato “superiore” o “inferiore”, oppure “interno” o “esterno”. Nel caso del nastro di Möbius, invece, tale principio viene a mancare: esiste un solo lato e un solo bordo. Dopo aver percorso un giro, ci si trova dalla parte opposta. Solo dopo averne percorsi due ci ritroviamo sul lato iniziale. Quindi si potrebbe passare da una superficie a quella “dietro” senza attraversare il nastro e senza saltare il bordo ma semplicemente camminando a lungo.

Nessun dubbio che, nei suoi disegni per le fortunatissime incisioni, Escher abbia pensato a Möbius. Al nastro di Möbius, appunto. È quell’anello fatto in modo tale che una formica che ci si trovi sopra ne possa percorrere l’intera superficie trovandosi infine al punto di partenza senza mai scavalcarne il bordo, come immaginò Escher.

E come formiche noi stiamo entrando nel suo mondo. Le conoscenze matematiche di Escher erano essenzialmente intuitive. Le sue architetture e composizioni geometriche mostrano distorsioni prospettiche che, a prima vista, appaiono assolutamente attendibili ma che, a ben vedere, sono impossibili. “Una svolta importante – si legge in catalogo – avviene nel 1954, anno in cui vengono esposte alcune stampe di Escher durante il Congresso Internazionale dei Matematici ad Amsterdam. Da quel momento il suo lavoro è sempre più apprezzato dalla comunità scientifica e l’artista inizia un dialogo serrato con matematici e cristallografi, che si rivela una vasta fonte di ispirazione per la sua ricerca sulle strutture impossibili, le illusioni ottiche e la rappresentazione dell’infinito.”

Tra le due guerre Escher aveva viaggiato a lungo in Italia. Aveva visto, felice, l’intrico delle città: Genova, Siena, San Gimignano, Genazzano, Amalfi, Ravello, Atrani, Scilla, Tropea, Rossano. A San Gimignano fu travolto: “Mentre le 17 torri di San Gimignano si avvicinavano sempre più ero incredulo. Era come un sogno che non poteva essere vero”. Sono vedute di luoghi perfetti, intrinsecamente onirici. Ed Escher ne sente le profonde geometrie. A Ferrara Escher fu almeno una volta, il 5 giugno 1922, prima di raggiungere Venezia. Nel Palazzo dei Diamanti potrebbe aver trovato l’archetipo delle sue geometrie, delle sue metamorfosi, delle sue strutture paradossali. E percorrendo le strade di Ferrara, nelle direttrici della Addizione Erculea, giunse alla cattedrale di San Giorgio dove potrebbe aver visto le profetiche tarsie di Cristoforo e Lorenzo da Lendinara, prospettive di strade che finiscono nel nulla, interni, scaffali, gabbie, dodecaedri, ante semiaperte, nature morte di oggetti e di libri, solidi geometrici, in un campionario di immaginazioni, di invenzioni e di incastri che appare sorprendente. Sono veri e propri teoremi, un mondo di fantasie senza limite. E che ritroviamo tutti in Escher.

Dopo l’Italia è il mondo arabo che ispira Escher: decorazione e moltiplicazione.
Nel 1936 visita per la seconda volta l’Alhambra, edificata fra il XIII e il XIV secolo sul colle che domina Granada. Questa esperienza si rivela fondamentale: le elaborate decorazioni geometriche in stile moresco lo affascinano e lo inducono alla procedura della “tassellatura”, in geometria, il riempimento del piano attraverso figure ripetute all’infinito senza sovrapposizioni e spazi vuoti. I cosiddetti “tasselli” sono spesso poligoni o figure a contorni curvilinei. Come sappiamo “sono stati identificati diciassette diversi tipi di simmetrie che permettono di suddividere il piano. Di queste simmetrie, Escher costituì un catalogo di 137 acquerelli, numerati e archiviati secondo un suo proprio schema logico, da usare come motivi per realizzare tassellature e metamorfosi”. Con questo metodo Escher si dedicherà alla rappresentazione di immagini astratte, paradossali o illusorie.

Da Leonardo a Luca Pacioli, a Möbius, a Savinio, a Magritte, a Escher, a Luigi Serafini, visioni che cercano il sorprendente nel quotidiano, rovesciando la realtà in paradossi. È quella vertigine che ci attrae per come ribalta la nostra visione delle cose. Escher crea così un mondo in cui diverse figure generano vortici di trasformazioni di forme astratte in forme animate e viceversa. Uno dei suoi capolavori, la xilografia del 1939-1940 Metamorfosi II, “è un universo circolare in cui una lucertola può progressivamente diventare la cella di un alveare o un pesce tramutarsi in uccello, che a sua volta si trasforma in un cubo e poi in un tetto”. La superficie ha il rilievo di una parete di Palazzo dei Diamanti. Com’è stato rilevato: “A volte nelle metamorfosi interagiscono elementi antitetici ma complementari, come il giorno e la notte o il bene e il male, intrecciando gli opposti all’interno di una stessa composizione. Lo studio delle tassellature e la realizzazione di cicli e metamorfosi (che peraltro possono coesistere nella stessa stampa, come in Ciclo, Giorno e notte, Rettili o ancora Incontro)” determinano in Escher il desiderio della rappresentazione dell’illimitato. Sin dalle sue prime opere dimostra un’attenzione particolare per l’organizzazione della composizione. Grande fascino esercitano su di lui sfere, superfici riflettenti, solidi geometrici o ancora percorsi rovesciati come il nastro di Möbius. Lo dimostra una delle sue opere più celebri, Mano con sfera riflettente del 1935: la sfera ingloba tutto lo spazio circostante, al cui centro si pone colui che la guarda.

“L’ego [dell’artista] è invariabilmente al centro del suo mondo”, ironizzò. La fonte diretta è lo specchio nei Coniugi Arnolfini di Jan van Eyck.
Escher porta la rappresentazione oltre il limite del possibile: ne escono Salire e scendere, Belvedere, Cascata, Galleria di stampe, Relatività. Il mondo delle tarsie è esplicitamente citato in Natura morta e strada, del 1937, in Cristallo, in Stelle. La piena consapevolezza della sua ricerca è in Altro mondo, capolavoro di un’architettura sognata, spazio perfetto per un mondo surrealista, che si prolunga nelle visioni di Su e giù, Relatività e Convesso e concavo. Le tarsie lignee si incrociano con Piranesi. Escher sperimenta così la vertigine dello spazio e la vertigine del tempo. Tutto il pensiero, che si traduce in forme, è contemporaneo. Escher lo capisce dentro l’arte, mentre la critica scopre l’attualità di Piero della Francesca. Lo mostra in modo esemplare un altro suo capolavoro: Mani che disegnano, e si disegnano. Un cortocircuito logico che spiega il senso dei paradossi di Escher. Le sue immagini non rappresentano la realtà, fanno pensare, attivano ragionamenti, come rebus.

Perfettamente coetaneo di Magritte, nato come lui nel 1898, Escher ha la stessa vocazione, meglio, missione enigmistica del pittore, lo stesso mistero da rendere visibile, e usa solo l’incisione per sottolineare il primato della ragione, anzi del ragionamento, del calcolo. Il disegno attiva la mente, chiede soluzioni, più di quante ne offra. Proprio come l’enigmistica.

Per entrambi l’inarrivabile modello resta Leonardo, pittore eluso o improprio, sperimentatore instancabile, che lo aveva capito per primo: “la pittura è cosa mentale”. L’occhio senza la ragione è imperfetto. Escher propone immagini come rebus. Ed è questa coincidenza fra immagini e concetti che rende la sua impresa coerente con la nostra attrazione per i cruciverba, per i virtuosismi dei prestigiatori, per i labirinti, per le clessidre, per il gioco degli scacchi. C’è gioco, c’è pensiero, c’è attesa. Escher gioca con noi, ha bisogno di noi.

L’obiettivo, suo, nostro, è lo scacco matto.



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