A Bruxelles un nuovo evento con il libro “Trieste è un’isola” di Francesco De Filippo

A Bruxelles (rue du Commerce 49) giovedì 13 giugno, all’Ufficio di collegamento della Regione Friuli Venezia Giulia , è stato presentato il libro Trieste è un’isola (Castelvecchi editore) dello scrittore e giornalista Francesco De Filippo. L’incontro ha rappresentato il terzo appuntamento collaterale alla mostra L’arte triestina al femminile nel ‘900 d’avanguardia italiano ed europeo, allestita all’Istituto Italiano di Cultura fino al 31 luglio, promossa e sostenuta dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giuliae dall’Associazione Foemina APS di Trieste e realizzata in coproduzione con Istituto stesso.

L’autore è stato introdotto da Marianna Accerboni, ideatrice e curatrice dell’incontro e della mostra, e da un rappresentante del Circolo di Bruxelles dell’Associazione Giuliani nel Mondo.

All’Ufficio di Collocamento della REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA a BRUXELLES
presentazione del libro TRIESTE È UN’ISOLA di Francesco De Filippo, nell’ambito della mostra L’arte triestina al femminile nel ‘900 d’avanguardia italiano ed europeo

Il libro è un poliziesco intenso, complesso ma anche ironico in cui un ex agente dei servizi segreti, napoletano momentaneamente in esilio a Trieste, si trova suo malgrado a dover indagare su una vicenda che affonda le radici negli ultimi, difficili anni della seconda Guerra mondiale, cruciali per il destino di Trieste. Quelli in cui vissero intensamente e operarono le artiste protagoniste della mostra allestita all’Istituto Italiano di Cultura: Leonor Fini, attiva a Parigi ma sempre molto legata alla città, Maria Lupieri, Maria Melan, Anita Pittoni e una giovanissima Miela Reina. Il protagonista, Vincenzo Tagliente, seguendo la vicenda di una turista in cui si era casualmente imbattuto, scoprirà le tragedie avvenute nel territorio oggi appartenente alla Slovenia, il dramma dei 300mila profughi istriani, il faticoso periodo del dopoguerra. Perché – afferma De Filippo – è sempre illusoria la linea che divide il passato dal presente e, unendo decine di tessere, miracolosamente si ricompongono esistenze dolorose che non chiedevano altro che di essere testimoniate.

De Filippo racconta tutto questo con maestria mettendo insieme un mosaico che vede non soltanto una straordinaria ricchezza linguistica ma anche una sorta di fusione e compenetrazione di piani e stili narrativi. È come se le forme della scrittura trovassero tutte insieme un nido, e in questo è calzante la metafora dell’isola che l’autore cita spesso.

Scrittore, saggista e giornalista italiano, Francesco De Filippo (Napoli 1960) è autore di oltre venti libri, tra romanzi, saggi e varia, diversi dei quali tradotti in Francia, Germania e Repubblica Ceca. Il romanzo d’esordio, Una storia anche d’amore (Rizzoli, 2001), ha vinto il premio Cypraea, è entrato in cinquina per il Premio Berto ed è stato finalista al Premio Arezzo. Il successivo, L’affondatore di gommoni (Mondadori, 2004), è stato pubblicato nella Repubblica Ceca e in Francia, dove è stato selezionato per il Supercampiello Europa e per il prestigioso premio Polar. La regista Maria Luisa Bigai ne ha poi ricavato una pièce teatrale dal titolo Bestie da sbarco/Sconcerto. Numerosi suoi racconti sono stati pubblicati su quotidiani e periodici (la Repubblica, Carta, Il manifesto) e compaiono in varie antologie. I diritti di alcuni suoi romanzi sono stati opzionati da due società produttrici per realizzare dei film. Ha vinto premi letterari internazionali, tra cui il Paris Noir. Già corrispondente per Il Sole 24 Ore, è responsabile dell’Agenzia Ansa per il Friuli Venezia Giulia. Fra le sue ultime opere Filosofia per i prossimi umani (con Maria Frega – Giunti, 2020), e per Castelvecchi La nuova via della seta (2019), No vax: il grande sogno negato (2022) e i romanzi Le visioni di Johanna (2019), Prima sterminammo gli uccelli… (2020).



Ufficio stampa per l’Italia
Studio Pierrepi
Alessandra Canella
+39 348 3423647
canella@studiopierrepi.it
www.studiopierrepi.it
 
Giuseppe Bettiol
+39 349 1734262
comunicati@giuseppebettiol.it
www.giuseppebettiol.it
 
Ufficio stampa per il Belgio
PINK COMMUNICATION 
Julie Depas 
+32 (0)475 919707
julie.d@pinkcommunication.be
https://pinkcommunication.be

Roma, Villa Altieri: presentato il convegno dal titolo “Cura della libertà e libertà della cura”

All’interno del progetto Opera Unica* di Angelo Gallo promosso da A-HEAD Project di Angelo Azzurro ONLUS, sabato 8 Giugno 2024 è stato presentato a Villa Altieri il convegno dal titolo “Cura della libertà e libertà della cura” moderato dalla Dottoressa Stefania Calapai, dal Dottor Francesco Cro e dalla Giornalista Barbara Speca, con il patrocinio di Città Metropolitana di Roma Capitale.

A-Head Project ha presentato il convegno
“Cura della libertà e libertà della cura”
 
La sfida di Franco Basaglia a 100 anni dalla nascita
 
A-HEAD Project di Angelo Azzurro ONLUS
ha presentato l’ultima tappa del connubio arte-psichiatria all’interno della mostra Opera Unica* di Angelo Gallo a
Villa Altieri
Viale Manzoni 47 – Roma

Negli anni A-HEAD Project di Angelo Azzurro Onlus porta avanti un’importante opera di lotta allo stigma della malattia mentale in un percorso sinergico con l’arte contemporanea. In occasione dei 100 anni dalla nascita del lungimirante psichiatra Franco Basaglia, è stato ribadito da parte della Onlus il sodalizio tra arte e psichiatria che ha dimostrato essere vincente.

Infatti all’interno del progetto OPERA UNICA* dell’artista Angelo Gallo, promosso da A-HEAD Project, sabato 8 Giugno 2024 è stato presentato a Villa Altieri il convegno dal titolo “Cura della libertà e libertà della cura” moderato dalla Dottoressa Stefania Calapai, dal Dottor Francesco Cro e dalla Giornalista Barbara Speca, con il patrocinio di Città Metropolitana di Roma Capitale.

Si è discusso di cura della libertà e libertà della cura, ricordando la dura battaglia combattuta da Franco Basaglia affinché la salute mentale fosse un diritto e non una dura punizione, un approccio terapeutico fondato sul dialogo e non sull’annientamento del paziente in difficoltà. Si è spaziato dall’arte come metodo di cura parlando della creatività come strumento per superare l’incomunicabilità del malato. Si è illustrato il pensiero analitico di Carl Gustav Jung,  che considerava fondamentale l’analisi delle immagini interne del paziente nella terapia psichiatrica, i cosiddetti “archetipi”. Fino ad arrivare al delicato quanto importante reinserimento in società attraverso l’attività lavorativa. Sono state analizzate le nuove frontiere riguardanti le cure psichiatriche testate durante la pandemia, ponendo un importante accento su tecniche alternative come la telepsichiatria, ma anche tecniche che prevedono l’ analisi della mente strettamente legate agli studi junghiani della conoscenza del Sé e nuovi approcci basati sull’esplorazione della propria interiorità favoriti dalle sostanze psichedeliche, oggetto di studio e ricerca negli ultimi 20 anni

Sulla scia del pensiero di Franco Basaglia, attraverso il progetto A-HEAD l’Associazione Angelo Azzurro considera l’arte una via privilegiata per combattere i disturbi della Salute mentale e lo stigma nei confronti di essi nella nostra società. Molte opere d’arte contemporanea si ispirano direttamente alle teorie di Foucault e di Basaglia, mettendo in discussione le norme sociali e le istituzioni che influenzano la percezione e il trattamento delle persone con disturbi mentali.

 Al centro dell’incontro, la necessità di un approccio terapeutico fondato sul dialogo, la comprensione e l’ascolto, la creazione di progetti che favoriscano l’inclusione e l’empowerment delle persone con disturbi mentali, l’arte come mezzo per mettere in discussione le norme sociali e le istituzioni, e poi il lavoro come riabilitazione psicosociale e l’applicazione della telemedicina nel campo psichiatrico. “Libertà della cura vuol dire soprattutto poter accedere alla Salute e quindi anche alla Salute mentale – spiega Fabrizio Starace, presidente della Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica (Siep)-. La salute è un diritto costituzionalmente garantito ma emergono diseguaglianze pesantissime tra le diverse aree del Paese, disagi soprattutto nel Sud Italia. Citando Sandro Pertini ‘la libertà senza giustizia sociale è una conquista vana’. In quest’ottica risulta essenziale l’attività del Servizio sanitario Nazionale e il costante monitoraggio del governo centrale per garantire a tutti i cittadini l’uniformità del diritto alla Salute, anche della Salute mentale, in un sistema plurale e universalistico come il nostro in cui la salute non può essere considerata un mero prodotto di mercato”.

La presidente di Angelo Azzurro Onlus Stefania Calapai:“Da psichiatra e presidente di Angelo Azzurro Onlus per me il sodalizio tra arte e psichiatria è risultato essere un connubio  vincente per la lotta allo stigma della malattia mentale. In questo convegno cerchiamo di gettare un ponte tra l’enorme lavoro di Basaglia, che ricordiamo a 100 anni della sua nascita, ed il nostro. Importante inoltre per noi è essere affiancati da un’istituzione come Città Metropolitana di Roma Capitale che ci permette di dare un’ulteriore spinta al lavoro che svolgiamo da anni”

L’incontro ha visto inoltre ila partecipazione ed altri interventi di rilievo: Fabio De Chirico, Direttore Servizio II Arte contemporanea Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura; Dottor Giuseppe Capparelli, storico dell’arte; Dottor Guido Alberto Valentini, Sociologo; Dottor Gianluigi Passaro, psicologo e psicoterapeuta; Dottoressa Vittoria Quondamatteo, Psicologa psicoterapeuta analista junghiana; Dottoressa Emanuela Mari, PhD Psicologa; Dottor Eugenio Marino, Medico e Presidente di Doctorium; Dottor Piero Cipriano, Psichiatra e Psicoterapeuta


Il progetto A-HEAD nasce nel 2017 per volere della famiglia Calapai per la lotta allo stigma dei disturbi mentali e dalla collaborazione tra l’Associazione Angelo Azzurro ONLUS ed artisti e dj di respiro internazionale: infatti con il progetto A-HEAD Angelo Azzurro, curato da Piero Gagliardi dal 2017, mira a sviluppare un percorso conoscitivo delle malattie mentali attraverso l’arte, sostenendo in maniera attiva l’arte contemporanea e gli artisti che collaborano ai vari laboratori che da anni l’associazione svolge accanto alle attività di psicoterapia più tradizionali. Data la natura benefica del progetto, con A-HEAD la cultura, nell’accezione più ampia del termine, diviene un motore generatore di sanità, nella misura in cui i ricavati sono devoluti a favore di progetti riabilitativi della Onlus Angelo Azzurro, legati alla creatività, intesa come caratteristica prettamente umana, fondamentale per lo sviluppo di una sana interiorità. Lo scopo globale del progetto è quello di aiutare i giovani che hanno attraversato un periodo di difficoltà a reintegrarsi a pieno nella società, attraverso lo sviluppo di nuove capacità lavorative e creative.


A-Head Project – Opera Unica* di Angelo Gallo
Promossa da A-Head – Angelo Azzurro Onlus
Con il patrocinio di Città Metropolitana di Roma Capitale
A cura di Simona Spinella – Testi critici di Simona Spinella e Giuseppe Capparelli
 
Fino al 27 giugno 2024
Villa Altieri – Città Metropolitana di Roma Capitale
Viale Manzoni 47 – Roma
Orari: dal lunedì al giovedì ore: 9.00-19.00; venerdì 9.00-17.00
 
Angelo Azzurro ONLUS
infoangeloazzurro@gmail.com – tel. 3386757976
https://associazioneangeloazzurro.org
www.facebook.com/Aheadangeloazzurrowww.instagram.com/angelo_azzurro_onlus

Ufficio Stampa Angelo Azzurro
Alessio Morganti
alessio.mrg@hotmail.it – tel. 3401472901
Barbara Speca
barbaraspeca@libero.it
 
Ufficio stampa A-HEAD
Roberta Melasecca_Interno 14 next – Melasecca PressOffice
roberta.melasecca@gmail.com – tel. 3494945612
cartella stampa su www.melaseccapressoffice.it

Messina, FORO G gallery: Seconda performance “Vesto di memoria” di Roberta Guarnera

Mercoledì 19 Giugno alle 19.00, presso Colapesce libri, gusti e idee, in collaborazione con la FORO G gallery, si terrà la seconda performance di Roberta Guarnera “Vesto di memoria”, chiamando il pubblico ad interagire.

Con “Vesto di memoria” voglio trattare il concetto di tradizione e di trasmissione. Il corredo è un oggetto di tradizione e trasmissione ed in Sicilia era molto sentito, soprattutto nell’ambiente femminile e con esso è annesso il concetto di casa. Quando penso al significato di tradizione e trasmissione ecco che la fotografia trova a mio avviso terreno fertile perché è il mezzo ed il linguaggio con il quale custodiamo il nostro passato. Un giorno ho trovato delle vesti appartenute a mia nonna materna e decido dunque di dare un nuovo significato al corredo. Centrando il focus sulla storia, la tratto come una reliquia e ricamo sulle vesti parti di fotografie di mia nonna, evidenziando così il suo vissuto. Da lì l’obbligo / performativo della vestizione in cui il mio corpo si fa tramite del racconto fotografico.


Colapesce libri
Via Mario Giurba, 8, 98123 Messina ME
Da Roberta Guarnera robertagartwork@gmail.com  

* Possagno: “Conservare per innovare”. Strategie e obiettivi per il Museo Canova

“Conservare per innovare” è lo slogan che Massimo Zanetti, neo Presidente della Fondazione Canova, e con lui la Direttrice del Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, Moira Mascotto, si sono proposti come linea programmatica.
Ad affiancarli Valerio Favero – nella sua doppia veste di Sindaco di Possagno e Vicepresidente – Elisa Basso, Marco Comellini, Isabella Finato, Gianantonio Tramet e Alessandro Vardanega, membri del nuovo Consiglio di Amministrazione entrato in carica lo scorso febbraio.

“Conservare per innovare” Strategie ed obiettivi per il Museo Canova.

Li annunciano Il neo Presidente Zanetti
e la Direttrice Mascotto

“Conservare – chiarisce il Presidente Zanetti – è, innanzitutto, saper rispettare, salvaguardare e valorizzare la meraviglia delle opere di Canova a noi affidate. L’obiettivo è di accompagnare al futuro quello scrigno di arte e magia che sono la Casa Museo e la Gypsotheca, con l’attenzione e la visione che questo unicum mondiale merita”.

“Innovare – secondo la Direttrice Mascotto – si traduce nell’avvicinare un pubblico sempre più ampio al nostro patrimonio artistico, offrendo contesti che consentano di apprezzare appieno i nostri tesori, comprenderli e farli propri. Questo significa non solo guidare le persone alla riscoperta del Museo e del vicino Tempio, ma anche far vivere loro l’armonia dei paesaggi del nostro territorio, quegli stessi che ispirarono il giovane Canova. In questo modo, infondiamo nuova linfa vitale alla sua arte, permettendo ai visitatori di connettersi profondamente con l’ispirazione che permea queste terre”.

“Abbiamo l’obiettivo di mettere il visitatore al centro del nostro Museo, garantendogli la migliore fruizione delle opere. Desideriamo che l’attenzione che gli dedichiamo, l’atmosfera accogliente e i servizi offerti rendano unici e indimenticabili i momenti passati qui, facendo sentire ognuno avvolto da un profondo senso di benessere. Questo è un luogo che invita sempre a tornare, consapevoli che ogni visita riserverà nuove sorprese e scoperte”.

Che non si tratti solo di buoni propositi lo confermano gli importanti interventi (ed investimenti) già in corso di concretizzazione. Innanzitutto il restauro e la messa in sicurezza da effetti sismici della seconda e terza campata dell’Ala Ottocentesca, un progetto ideato dal Comune di Possagno in collaborazione con il Museo Canova.

“I lavori saranno conclusi entro l’estate, annuncia il Presidente Zanetti, utilizzando tecnologie d’avanguardia. Intanto sarà integralmente innovato l’impianto di illuminazione, ricorrendo ai più aggiornati criteri di illuminotecnica museale”.

In parallelo si sta procedendo alla digitalizzazione della Gypsotheca.

“Questa fase – sottolinea la Direttrice – prevede la combinazione e l’integrazione di metodi e tecnologie innovative della geomatica, per la riproduzione digitale del complesso architettonico e di fruizione partecipata del pubblico. Il progetto, comprese le schede informative realizzate con rilievi laser scanner di alta precisione, con restituzione 3D, sarà consultabile su una piattaforma online con la possibilità di un’interazione partecipativa da parte del pubblico”.

Ottimizzare la conservazione e il godimento del patrimonio sono obiettivi prioritari, ma lo è altrettanto l’arricchimento mirato delle collezioni. A questo proposito la Fondazione ha deciso di scendere in campo, insieme alla Direzione, per portare a Possagno l’Autoritratto di Giorgione, un olio su tela realizzato dallo stesso Canova nel 1792. Un dipinto che, a partire dal titolo, racconta una storia singolare che svela il lato ironico e meno noto della personalità dell’Artista.

L’esito positivo della campagna di raccolta fondi permetterà di rendere l’opera fruibile da tutti: infatti, la tela, attualmente di proprietà privata, con l’acquisto diventerà pubblica e verrà esposta assieme agli altri dipinti che Canova realizzò nel corso della sua carriera, arricchendo la collezione possagnese.

Un Museo vivo com’è quello Canoviano è tale anche per gli eventi temporanei che sa proporre per aumentare e rinnovare la propria attrattività. In queste settimane, e sino al 29 settembre, è in corso l’affascinante mostra “Canova. Quattro Tempi. Fotografie di Luigi Spina”. Per essa, l’artista ha selezionato 32 fotografie in bianco e nero di grande formato, rappresentative dei temi amorosi, mitologici, eroici presenti nelle opere canoviane di Possagno, ponendole in dialogo con le opere stesse. Sono immagini che catturano l’attimo creativo dell’artista, quello in cui l’idea si trasmuta in forma e in gesso. Il momento in cui la genialità si misura con i limiti della materia, cercando di plasmarla, modificarla, assoggettarla alla forma desiderata.

Fondazione e Direzione, infine, stanno lavorando per rafforzare una rete di sinergie con il territorio, partendo dai rapporti già in essere con le vicine realtà culturali. Già vivace la collaborazione denominata Isola dei Musei della quale fanno parte il Museo Giorgione di Castelfranco Veneto, le Ville di Maser e Fanzolo e il Museo Civico di Asolo. Inoltre il Museo Canova ha recentemente sottoscritto l’accordo di programma Terre natie con gli enti proprietari di Casa Giorgione, Casa Tiziano e la Regione Veneto con l’intento di valorizzare i luoghi che hanno dato i natali ai tre grandi artisti.

Infine, non dimentichiamo il contesto di riferimento: un territorio che ha una naturale vocazione per esperienze sportive ed enogastronomiche. Un territorio da scoprire e da vivere.


Un nuovo progetto per conservare, catalogare e riallestire il corredo di vesti canoviane “Il restauro dei vestiti di Antonio Canova. Un nuovo progetto per conservare, catalogare e riallestire il corredo di vesti canoviane” è un’iniziativa volta al miglioramento dello stato conservativo dei quattro abiti dello Scultore che appartengono al patrimonio del Museo di Possagno.
Le attività di restauro, a cura della ditta Passarella Restauri, si sono concretizzate in quattro fasi di lavoro – lo smontaggio degli abiti, aspirazione e pulitura a secco dei tessuti, consolidamento a cucito laddove necessario – alle qualisono seguite la catalogazione dei cimeli e la loro collocazione in nuove teche, su dei manichini che vestono armonicamente gli abiti.
L’iniziativa conferma l’impegno del Museo nelle attività di conservazione e valorizzazione del suo patrimonio: le vesti portano con sé, oltre al grande pregio artigianale, anche un notevole valore storico essendo state indossate da Canova in alcuni dei momenti epocali della sua vita, come l’incontro con Napoleone a Parigi e la cerimonia per la posa della prima pietra del Tempio di Possagno.
La restituzione al pubblico che avverrà sabato 8 giugno sarà l’occasione per scoprire il nuovo allestimento predisposto in due sale finemente decorate del primo piano della Casa natale che fu dell’Artista, una delle quali finora chiusa al pubblico e denominata “la stanza del Viceré”, ovvero la stanza dove Ranieri d’Asburgo trascorse la notte tra il 17 e il 18 aprile del 1830. La nuova predisposizione degli spazi e degli indumenti migliorerà la qualità della conservazione e della fruizione del patrimonio canoviano.
Le attività di restauro e valorizzazione sono rese possibili con il patrocinio e il contributo della Regione Veneto e Unioncamere Veneto. In collaborazione e con il contributo della CCIAA di Treviso – Belluno. Si ringraziano per il sostegno Banca delle Terre Venete, Industria Cementi Giovanni Rossi Spa, Theke Museum, Alessia Vardanega, e l’Associazione Amici dell’Arte Lapidea di Pove del Grappa.


Info e contatti
Museo Gypsotheca Antonio Canova
Via A.Canova 74, Possagno (TV)
www.museocanova.it
 
Ufficio Stampa Museo Gypsotheca Antonio Canova
Laura Casarsa  comunicazione@museocanova.it
 
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Rif. Simone Raddi  049.663499 simone@studioesseci.net

Roma: SOSTENIBILITA’ VITINIVICOLA – Chiusa la terza conferenza Vino Sapiens

Un successo la terza conferenza sulla sostenibilità vitivinicola organizzata da Vino Sapiens il 5 giugno scorso. Un pubblico numeroso e attento ha partecipato in maniera attiva all’evento, attraverso una vivace interazione con due relatori d’eccezione: Vincenzo Betalli (CIVIT) e Giovanni Pica (ARSIAL LAZIO), moderati da Costantina Vocino (VINO SAPIENS).
Al centro dell’incontro, i vitigni resistenti che stanno riscontrando un grande interesse da parte dei viticoltori del nord Italia: il Bronner e il Souvignier Gris. La serata ha visto anche la degustazione di due micro-vinificazioni prodotte dalla Fondazione E. Mach, a cui sono seguiti gli assaggi di sei vini in commercio ottenuti da queste varietà. I Vini Sapiens protagonisti dell’assaggio consapevole sono stati quindi: Micro-vinificazione Souvignier Gris 2023 – Fondazione E. Mach; Micro-vinificazione Bronner 2022 – Fondazione E. Mach; “Laisè” – Spumante da Bronner – Az. Agr. Terre di Cerealto; “Edel” – Vino Bianco Fermo da Bronner e Souvignier Gris – Az. Agr. Terre di Cerealto; “Take it Easy” – Vino Bianco Fermo da Bronner e Souvignier Gris – Cantina La Vis; “Resi” – Vino bianco fermo da uve Bronner – Kellerei Kurtatsch; “Souvignier Gris” – Vino Bianco Fermo da Souvignier Gris – Cantina Gentili; “Naran” – Vino Bianco Fermo da Souvignier Gris – Az. Agr. Pravis.

Grande coinvolgimento del pubblico nella terza conferenza di Vino Sapiens sulla sostenibilità vitivinicola: Bronner e Souvignier Gris protagonisti.

Prossimo appuntamento venerdì 21 giugno 2024 al Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ARTOV), Via del Fosso del Cavaliere 100 a Roma. Relazioni della Prof.ssa Gabriella De Lorenzis, Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali – Università degli Studi di Milano e del Prof. Corrado Di Natale, Dipartimento di Ingegneria Elettronica Università di Roma Tor Vergata. (Accrediti-stampa: info@vinosapiens.it)

Bronner e Souvignier Gris: due uve che convincono nel panorama dei resistenti

I vitigni Bronner e Souvignier Gris si distinguono per la loro naturale resistenza alle malattie fungine, come la peronospora e l’oidio. Questa caratteristica permette di ridurre significativamente l’utilizzo di fitofarmaci, contribuendo a un’agricoltura più sostenibile e rispettosa dell’ambiente. La degustazione ha permesso ai partecipanti di apprezzare le diverse sfaccettature del Bronner e del Souvignier Gris. I vini prodotti da queste varietà si caratterizzano per freschezza, aromaticità e piacevolezza al palato.

Un evento informativo e coinvolgente

La conferenza è stata un’occasione preziosa per approfondire le conoscenze sui vitigni resistenti e sul loro potenziale per il futuro della viticoltura. I relatori, competenti e appassionati, hanno saputo coinvolgere il pubblico e stimolare interessanti riflessioni.  Costantina Vocino, commentando alcuni passaggi della serata: “Bisogna proporre una riflessione seria sul presente e sul futuro del vino, rivedendo anche la comunicazione e il racconto del vigneto Italia. Il grande coinvolgimento di pubblico, operatori e giornalisti di settore in questo ciclo di conferenze sulla sostenibilità vitivinicola, ha dimostrato il crescente interesse per una viticoltura sempre più sensibile alle necessità sociali e ambientali. I vitigni resistenti rappresentano oggi la migliore strategia che la viticoltura possa offrire in termini di sostenibilità e, soprattutto, di qualità“.

Vincenzo Betalli, tecnico di CIVIT, Segretario di Piwi Trentino e supporto alla segreteria di Piwi Italia ha riferito circa lo stato dell’arte dei piwi, le prospettive sul futuro e la relazione con le varietà tradizionali. A seguito anche della recentissima notizia che le quattro varietà di vite resistenti alle principali malattie fungine (peronospora ed oidio), provenienti dal programma di miglioramento genetico della Fondazione Edmund Mach e iscritte nel Registro nazionale delle varietà di vite nel 2020, hanno finalmente ottenuto il certificato di privativa vegetale comunitaria dal CPVO, il Consorzio Innovazione Vite (CIVIT) si conferma protagonista nella ricerca e sviluppo di nuove varietà di vite resistenti alle malattie fungine. Lo scorso 3 giugno, infatti, è stata ufficializzata la decisione dell’Ufficio Comunitario delle Varietà Vegetali, che si è espresso favorevolmente in merito ai vitigni ‘Termantis’, ‘Nermantis’,’Valnosia’ e ‘Charvir’, nati dall’incrocio naturale tra la Vitis vinifera e le varietà portatrici di geni di resistenza. Nato nel 2012 dalla collaborazione tra il Consorzio dei Vivaisti Viticoli Trentini (AVIT) e la Fondazione Edmund Mach, CIVIT ha ottenuto dei risultati molto concreti: 15.000 barbatelle di nuove varietà sviluppate e una posizione di centrale nel panorama italiano ed Europeo. “L’obiettivo principale di CIVIT – ha insistito Betalli – è quello di ridurre l’impatto ambientale della viticoltura attraverso la selezione di vitigni naturalmente resistenti alle malattie fungine. Questo si traduce in un minor numero di trattamenti con fitofarmaci, a beneficio dell’ecosistema e della salute dei consumatori”.

La sperimentazione continua: l’esempio del Lazio

Anche nel Lazio sono in corso sperimentazioni con i vitigni resistenti. L’ARSIAL (Agenzia Regionale per lo Sviluppo in Agricoltura del Lazio) ha impiantato 94 vitigni, di cui 10 Piwi, per valutare le loro prestazioni in termini di resa, qualità delle uve e resistenza alle malattie. I primi risultati sono molto incoraggianti e aprono la strada per i piwi nel panorama della viticoltura laziale. Durante la conferenza Giovanni Pica, Responsabile dell’Azienda Sperimentale Dimostrativa Vitivinicola di ARSIAL Lazio, ha riportato alcuni dati: la superficie vitivinicola europea incide del 3,5% sulla Fao complessiva europea, ma il suo peso per utilizzo dei trattamenti per le malattie funginee è addirittura del 65%. “Questo dato – ha sottolineato Pica – mostra come sia davvero urgente e importante impegnarsi per una crescente responsabilità da parte di tutti i player della wine industry”. 

L’iscrizione nei registri regionali dei 10 vitigni resistenti del Lazio è frutto di una sperimentazione pluriennale condotta da Arsial e Crea VE, che a partire dal 2016, sui terreni dell’azienda Sperimentale Dimostrativa Arsial di Velletri, hanno messo a dimora le 10 varietà resistenti, con l’obiettivo di valutarne la risposta viticola ed enologica rispetto alle condizioni pedoclimatiche locali. L’attività sperimentale svolta in questi anni è stata realizzata attraverso rilievi agronomici in campo (fasi fenologiche e dati produttivi), microvinificazioni per singolo vitigno e prove di valutazione della resistenza alle patologie (oidio e peronospora), prettamente mirate alla verifica della risposta enologica e all’iscrizione nei registri. Al momento, visto l’interesse della filiera vitivinicola regionale per il tema, la sperimentazione di Arsial sui vitigni resistenti sta proseguendo su altre 10 varietà, messe a dimora nella primavera del 2022nel vigneto della biodiversità dell’azienda di Velletri: Pinot Iskra b., Pinot Kors n., Volturnis n., Kersus b., Souvignier Gris b., Johanniter b., Bronner b., Prior n., Poloskei Muskotaly b., Vitigno sigla 72.096. Inoltre, sempre nel quadro delle attività orientate all’attuazione della nuova politica agricola UE (New Green Deal Europeo), Arsial e Crea VE hanno avviato, tra i primi in Italia, un percorso di miglioramento genetico finalizzato ad ottenere vitigni resistenti a partire da vitigni autoctoni. Nello specifico, ceppi di Malvasia del Lazio e Cesanese di Affile, due tra gli autoctoni di maggior pregio di questa regione.

Per saperne di più:

•           Vino Sapiens
•           CIVIT
•           ARSIAL LAZIO


Comunicazione
VINO SAPIENS
Diana Daneluz
e-mail: dianadaneluz410@gmail.com

Burano (Venezia), Museo del Merletto: Biennale del merletto 2024. Fragile Stories

Dal 14 giugno 2024 all’8 gennaio 2025, Fondazione Musei Civici di Venezia presenta la nuova edizione della Biennale del Merletto al Museo del Merletto di Burano. 
Una rassegna internazionale con una mostra, un concorso, incontri e convegni per raccontare, trasmettere, vivere, celebrare l’arte dell’isola veneziana e la sua eredità.

Una mostra con due voci contemporanee Mandy Bonnell e Kelly Déirdre, e le loro interpretazioni sulla storia, il valore dialogico, estetico e storico dell’arte del merletto, tradotte in opere su carta; una serie di incontri per scoprire da vicino la tradizione, le eredi, la trasmissione della conoscenza e dei saperi con i Venerdì del Merletto; un convegno nazionale che riunisce i maggiori esperti del settore. Questi gli appuntamenti che animano questa nuova edizione della Biennale del Merletto, promossa da Fondazione Musei Civici al Museo di Burano, a cura di Chiara Squarcina.

Biennale del merletto 2024
Fragile Stories
Burano (Ve), Museo del Merletto
14 giugno 2024 – 8 gennaio 2025

Il Museo del Merletto di Burano ospita FRAGILE STORIES con opere di Mandy Bonnell e Kelly Déirdre, e una conversazione ideale con le merlettaie che, toccando questioni di fragilità e durabilità, si traduce in opere realizzate con preziosi trafori ritagliati su carte pregiate e mappe geografiche, evocando le forme, le trame, utilizzando il linguaggio estetico del merletto, abbracciando e partecipando alla ricca creatività delle donne eredi di questa tradizione.  

Due autrici unite dall’energia collettiva del lavoro femminile attraverso traduzioni, interpretazioni e reiterazioni della ricca collezione di imparaticci e disegni per merletti conservati nell’archivio del Museo di Palazzo Mocenigo e nella collezione del Museo del Merletto a BuranoFragile Stories presenta una serie di opere scandite da una dettagliata complessità derivata da stampe, disegni e libri d’artista che evocano assenze e presenze, alludendo alla perfezione dei fili intrecciati.

La lavorazione del merletto veneziano come tradizionale attività artigianale ed economica femminile è diventata l’incarnazione del patrimonio sociale e culturale delle isole di Venezia: a ciò le artiste Mandy Bonnell e Déirdre Kelly rendono omaggio, mirando a dare una voce duratura a questa memoria culturale. Interagendo con le tradizioni delle merlettaie di Burano, Bonnell e Kelly hanno trovato il modo di raccontare storie intrecciate ed evocare viaggi, sovrapponendo nuove tecniche ad antichi mestieri. 

La giornata del 14 giugno è l’occasione, inoltre, per la premiazione del 10° Concorso nazionale di merletto ad ago e di merletto a fuselli, dedicato quest’anno al tema La favola intesa non solo come rimando ai racconti di Esopo, Fedro, Jean de La Fontaine, i fratelli Grimm, Charles Perrault e Gianni Rodari, ma anche e soprattutto come narrazione dall’importante valore educativo. 

Un concorso nato per promuovere a livello nazionale un’attività di alto artigianato che, oggi più che mai, rischia di scomparire. 

L’iniziativa rientra nel novero di attività che hanno lo scopo di mantenere vivo l’interesse, esecutivo e artistico nei confronti di una realtà che si declina in modo originale anche sul versante contemporaneo. Emerge così un nuovo ruolo del merletto che, come opera autonoma, abbandona la funzione di abbigliamento e arredo a favore di un’inedita espressività. Il concorso accoglie due categorie di lavoro, merletto ad ago e a fuselli, e due stili, antico e moderno. Tipica del merletto dell’isola veneziana di Burano è la lavorazione rigorosamente ad ago: i merletti originali di Burano si distinguono per l’estrema complessità del disegno e della tecnica, per l’utilizzo di fili molto sottili (di cotone, lino, seta, dorati o argentati) e per una lavorazione estremamente lunga, per la quale sono d’obbligo studio e applicazione pluridecennali. La lavorazione a fuselli, più veloce e tecnicamente meno impegnativa, è divenuta invece tipica, nell’ambito della laguna di Venezia, dei merletti di Pellestrina.  L’edizione 2024 ha visto l’inserimento di un ulteriore riconoscimento: il Premio Doretta Davanzo Poli, assegnato al miglior saggio inviato dedicato al tema Il futuro del Merletto.

Con dodici incontri dal 12 luglio al 27 settembre, tornano I venerdì del merletto al Museo di Palazzo Mocenigo; con le Maestre Merlettaie della Fondazione Andriana Marcello di Burano, del Gruppo Sacolà e…ciacola ad ago di Mestre, dell’Associazione A.C.S. Murazzo di Pellestrina e l’Associazione Il merletto di Chioggia, presenti per dare dimostrazione della lavorazione sia ad ago che a fuselli.


F R A G I L E S T O R I E S  
Biografie

Mandy Bonnell, nata nel Regno Unito nel 1957, si è formata presso il Gloucester College of Art e al Royal College of Art, conseguendo nel 1983 un Master of Arts in Printmaking.
Specializzata in disegno e stampa, all’inizio degli anni ’90 ha contribuito a creare, con il sostegno del British Council, un laboratorio di stampa autonomo a Lamu, in Kenya.
Ha ricercato le tradizioni in botanica ed erbari durante vari soggiorni, tra i quali all’Albers Foundation (2009 e 2014) e presso l’Oak Spring Garden Foundation (2023). 
I suoi libri d’artista e le collezioni uniche di disegni, collage e campioni botanici sono stati presentati alla mostra ‘Of Green Leaf Bird and Flower’ presso lo Yale Center for British Art (2014).
Bonnell è rappresentata dalla Eagle Gallery/EMH Arts di Londra.
Il suo lavoro è conservato in diverse importanti collezioni pubbliche. 

Nata a Londra nel 1962, nel 1984 ha conseguito il Master of Arts presso la Wimbledon School of Art ed è stata eletta membro della Royal Society of Painter Printmakers.
È stata direttrice e curatrice fondatrice della Hardware Gallery di Londra (1986-2003), luogo al centro del revival dei libri d’artista tra la ne degli anni ’80 e gli anni ’90.
Le sue opere sono conservate in numerose collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Dal 2012 è associata alla Ballinglen Visual Arts Foundation, in Irlanda.
Nel 2021 è diventata Companion of John Ruskin’s Guild of St George. Il suo ultimo progetto, ‘TRACERY, Venice and the Lakes Interlaced’, è stato ospitato a Brantwood, la casa di John Ruskin nel Lake District, in Inghilterra (2023).
Attualmente vive e lavora a Venezia.


Informazioni per la stampa
Fondazione Musei Civici di Venezia
Chiara Vedovetto 
con Alessandra Abbate 
press@fmcvenezia.it
tel. +39 041 2405225
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa
 
Con il supporto di 
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Roberta Barbaro
roberta@studioesseci.net

Conclusa con successo la prima edizione del progetto KRIU – KRotone Identità Urbane

Gulìa Urbana, il progetto ultradecennale ideato e sviluppato dal collettivo Rublanum, che si propone di rigenerare il tessuto vivo del territorio calabrese attraverso l’arte pubblica, approda nella città di Crotone. Si è conclusa con successo negli scorsi giorni la prima edizione di KRIU – KRotone Identità Urbane, progetto sostenuto dall’amministrazione comunale della città, che ha l’obiettivo di trasformare le strade di Crotone in un vibrante museo a cielo aperto, promuovendo la cultura urbana e l’arte contemporanea, con una progettualità che si svilupperà nell’arco di tre anni.

Gulìa Urbana & Comune di Crotone
presentano:
KRIU – KRotone Identità Urbane
Conclusa con successo la prima edizione del progetto che ha valorizzato il tessuto urbano della città attraverso la street-art.

Per questa prima edizione KRIU ha ospitato quattro artisti internazionali: Aches (Irlanda), Kitsune (Belgio), Kraser (Spagna), Piet Rodriguez (Belgio), che hanno lavorato intensamente per oltre una settimana, dando dimostrazione di grande talento e di sensibilità, realizzando opere che si incastrano perfettamente nel contesto urbano e allo stesso tempo coerenti con le tradizioni e la storia della città. Le aree individuate per la realizzazione delle opere sono il Quartiere Gesù e la zona dei “300 alloggi”, tra via Giuseppe di Vittorio e via Enrico Mastracchi.

Nel dettaglio, Aches ha realizzato un’opera dedicata allo sport in onore di Crotone Città dello Sport, nella cui realizzazione sono stati direttamente coinvolti gli abitanti del palazzo interessato; Kitsune nella sua opera, “Respirare”, ha realizzato il ritratto di una donna, “un omaggio al sud e alla Calabria” dice l’artista, caratterizzata da un uso sapiente delle ombre e dei colori; Kraser ha dedicato il suo murale alla personalità simbolo della città di Crotone, Pitagora, ispirandosi al busto esposto al museo archeologico di Napoli che fu trovato ad Ercolano a Villa dei Papiri; Piet Rodriguez (Belgio) dedica invece la sua opera a Milone, lottatore e condottiero dell’antica Grecia nato proprio a Crotone, ispirandosi al dipinto che lo ritrae opera di Jean-Jacques Bachelier, ma reinterpretandolo in chiave contemporanea, presentando una composizione audace e dal forte impatto visivo.

KRIU ha visto una grande partecipazione da parte della comunità locale, accogliendo nella sua programmazione oltre alla realizzazione delle opere anche numerosi eventi collaterali, tra cui il Back To The Style Calabria, che ha visto la partecipazione di oltre 25 writers calabresi che hanno dato sfogo alla loro creatività sul muro del porto di Crotone in via Miscello da Ripe, incontri con gli artisti, che hanno permesso la creazione di un dialogo diretto tra arte e pubblico, e la performance di Daniel Cundari e Daniele Fabio. L’entusiasmo e il supporto dei residenti sono stati fondamentali per il successo dell’iniziativa.

“Siamo orgogliosi di aver creato questo progetto che non solo ha portato bellezza in una città con un forte potenziale di crescita, ma ha anche promosso l’incontro tra culture diverse e ha acceso riflettori su tematiche sociali importanti” – sottolinea Giacomo Marinaro, curatore del progetto e co-fondatore di Gulìa Urbana.


CONTATTI
www.instagram.com/gulia_urbana
www.instagram.com/cittadicrotone_
 
UFFICIO STAMPA
Daccapo Comunicazione
info@daccapocomunicazione.it
(Marcello Farno) (Ester Apa)

BRUM – “Sotto il faro di S. Raineri”. Turi Vasile a cento anni dalla nascita

Si terrà mercoledì 19 giugno alle ore 16, presso la Sala Lettura della Biblioteca Regionale Universitaria di Messina, la presentazione del testo “Sotto il faro di S. Raineri. Turi Vasile a cento anni dalla nascita”, a cura di Dario Caroniti e Ferdinando Raffaele, Mucchi editore 2024.

Dopo i Saluti Istituzionali delle Autorità presenti, la Dott.ssa Tommasa Siragusa introdurrà l’evento. Seguirà la relazione del Giornalista Geppi Rippa, Direttore di Quaderni Radicali; gli interventi di valore dei Curatori della pubblicazione, l’Accademico Dario Caroniti, Docente Ordinario di Storia delle Dottrine Politiche presso l’UniMe e il Prof. Ferdinando Raffaele, Docente di Filologia e linguistica romanza presso l’Università Kore di Enna, sigilleranno la chiusura dell’iniziativa de “qua”. La Giornalista Palmira Mancuso, Direttrice di “MessinaOra”, modererà gli interventi.

Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo”
Presentazione del testo
SOTTO IL FARO DI S. RAINERI
Turi Vasile a cento anni dalla nascita

a cura di Dario Caroniti e Ferdinando Raffaele

19 giugno 2024 ore 16
Sala Lettura
via I Settembre,117-Palazzo Arcivescovile

A cento anni dalla nascita di Turi Vasile, intercorsa a Messina nel 1922, la Sua attività artistica è stata oggetto, nel novembre del 2022, di un Convegno organizzato dal Dipartimento di Civiltà antiche e moderne e dal Dipartimento di Scienze Politiche e giuridiche. La pubblicazione in parola raccoglie gli atti delle due giornate, id est: dieci saggi di giornalisti e letterati che delineano l’attività di Turi Vasile, avvalendosi della Premessa del Prof. Giuseppe Giordano, Prorettore Vicario dell’Università di Messina. Salvatore Ranieri Vasile, detto Turi, fu scrittore, regista teatrale e autore di programmi radiofonici; ebbe un legame indissolubile con la Sua città natale, Messina, ma anche con la cittadina Capo d’Orlando, ove aveva trascorso i momenti più allegri della Sua giovinezza, specie nel periodo estivo. Per questo non disdegnava mai di tornare in Sicilia, Isola che ricorre nelle Sue opere letterarie per le Sue tradizioni, i luoghi incantevoli e i miti. Quando a metà degli anni Novanta fu invitato a Messina per partecipare a un Convegno in Suo onore, iniziò il Suo intervento con queste parole: ”Sono qui, nella città dove nacqui moltissimi anni fa, ai piedi del faro di San Raineri in quell’uncino di terra che protegge il porto e che ora ha, alla sua punta, la Madonnina dorata”. La pubblicazione è arricchita da brevi ricordi dei familiari di Vasile che ne tracciano un ritratto intimo e da un’appendice di Francesco Mercadante, attivo proponente del Convegno ed amico del protagonista della pubblicazione, con il quale condivise esperienze di vita civile e politica. In occasione dell’evento sarà realizzata una succinta ma significante esposizione tratta dal posseduto di Istituto di opere di Vasile e su Vasile, unitamente a periodici a tema. Sarà così offerta l’opportunità agli Utenti, leggendone gli scritti, di ricostruire lo stile e la luminosa figura a tutto tondo di un intellettuale finissimo e poliedrico, definito da Paolo Mereghetti un autentico “spirito girovago”.

(a cura di Maria Rita Morgana)

Dario Caroniti è Professore Ordinario di Storia delle Dottrine Politiche presso l’Università degli Studi di Messina. Ha pubblicato: diversi volumi sul pensiero politico americano (“Problema sociale, nazione e cristianesimo. Orestes Brownson”, “La repubblica americana”, “Dall’illuminismo alla rivoluzione”, “Persona società e stato”, “Studi sul pensiero politico americano”, “Il nuovo conservatorismo”, “Il pensiero Giobertiamo in America”), “Potere pubblico, tradizione e federalismo nel pensiero politico di Gioacchino Ventura e Michelopoli” e “La Messina di Giuseppe Micheli nel racconto di Attilio Salvatore”. Ha pubblicato, infine, decine di articoli scientifici sul pensiero politico di ispirazione cattolica in Italia e in America, sul trascendentalismo e sul nazionalismo americano, sul socialismo e l’anarchismo. È stato Assessore comunale di Messina, dal 2008 al 2012 e Presidente del Centro Orientamento e Placement dell’Università di Messina dal 2013 al 2018.

Ferdinando Raffaele, Docente a tempo indeterminato di Materie letterarie negli Istituti superiori di secondo grado (attualmente in servizio presso I. I. S. “Filippo Brunelleschi” di Acireale), è abilitato alle funzioni di docente universitario di prima fascia, per il settore “Letterature e Filologie Romanze e Mediolatina” e di seconda fascia per il settore 10/F3 – “Linguistica e filologia italiana” e insegna Filologia e linguistica romanza presso l’Università Kore di Enna. Si occupa di letteratura medievale italiana, francese e neolatina, di storia della cultura e della lingua siciliana, di rappresentazioni letterarie delle idee politiche. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni e articoli su prestigiose riviste di settore. Si menzionano solo a titolo esemplificativo: Le Conlationes I, IX, X di Giovanni Cassiano volgarizzate da Girolamo Benivieni (ms. Acquisti e doni 55 della Biblioteca Medicea-Laurenziana di Firenze), Palermo, Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 2020; e ancora, Scritture esposte in volgare siciliano. VII. Le didascalie siciliane de La Madonna del Carmelo nella Chiesa del Carmine a Corleone (PA), in «Bollettino del Centro di studi filologici e linguistici siciliani», 33, 2022, pp. 139-154; Quando la violenza è “donna”. Sacrificio, mediazione, vendettanella Chanson de Guillaume, in «Sinestesie», 18, 2020, pp. 563-596; Il duello come forma di accertamento del diritto nella Chanson de Roland, in Il diritto tra testo e immagine. Rappresentazione ed evoluzione delle fonti, a cura di C. Faralli, V. Cigliotti, P. Heritier e M.P. Mittica, Milano Udine, Mimesis, 2014, pp. 377-392.


Post dell’evento saranno presenti sulle pagine social della Biblioteca:

Chi non potrà prendere parte all’iniziativa in presenza, potrà scrivere sui social commenti e domande da rivolgere ai Curatori e al Relatore.


Nei giorni a seguire sarà disponibile il video sulla pagina Facebook.

Per INFO: Ufficio Relazioni con il Pubblico
                  tel.090674564
urpbibliome@regione.sicilia.it

Roma: sui ponteggi del Gruppo Pouchain ALESSIA BABROW presenta LOVE MY MOTHER

Da martedì 11 giugno 2024 Alessia Babrow è tornata a riutilizzare i ponteggi del Gruppo Pouchain, nel centro di Roma, in Via del Governo Vecchio, per presentare l’immagine simbolo della sua nuova serie, LOVE MY MOTHER, dando così continuità al Progetto #EX_TRA, da lei inaugurato nel 2020 e promosso dal Gruppo Pouchain con l’obiettivo di portare all’aperto, nella città, nelle strade, montata sui ponteggi per il tempo del restauro, un’opera d’arte. 

PROGETTO #EX_TRA

Sui ponteggi del Gruppo Pouchain
Alessia Babrow presenta LOVE MY MOTHER

Dall’11 giugno 2024

Via del Governo Vecchio 69 – Roma

In Love My Mother il concetto di “Madre” viene esteso alla “Grande Madre Terra“, a chi si prende cura, insegna, trasmette valori, condivide la propria saggezza oppure educa. «Madre è chi nutre amorevolmente», dichiara l’artista, «chi coopera, preserva, costruisce ed include; è una qualità dell’essere, di rapportarsi alla vita, agli altri e all’ambiente. Siamo figli della terra, oltre che dei nostri genitori; apparteniamo tutti al genere umano e va ricordato».

La serie è costituita da 12 opere dove i bambini sono i protagonisti, i portavoce di valori spesso dimenticati. «I bambini sono delle tele vergini già perfette in sé, su cui noi imprimiamo la nostra storia, sia da un punto di vista sociale, individuale e collettivo. I bambini ci ricordano la magia, la bellezza e la sacralità della vita», continua l’artista, «il mio è un atto di speranza rivolto al nostro presente e al loro futuro, immaginando che le prossime generazioni vivranno nel rispetto di questa terra e dei suoi abitanti».

Inoltre, entro il mese di luglio 2024, in Via del Governo Vecchio 115 e in Via Sora 24, saranno esposte due opere rivisitate per questa nuova serie, UNIVERSAL HEARTBEAT e LOVE IS STRONGER THAN HATE. 

Con il progetto #EX_TRA e con l’hashtag a cui è legato, Exempla Trahunt, gli esempi trascinano, il Gruppo Pouchain, leader nel settore dell’edilizia e del restauro monumentale, mette a disposizione i propri ponteggi per progetti artistici, nell’ottica di aprire la strada a nuovi percorsi socio-artistici e culturali, dimostrando che il senso di cooperazione genera e dona valore. 

Alessia Babrow, artista italo-sudafricana, ha indirizzato la sua opera verso un’indagine del concetto di arte come funzione sociale, interrogandosi su tematiche che spaziano dall’ambiente alla società, al patrimonio e dignità degli esseri umani. Fin dai suoi esordi artistici, Alessia Babrow si è dedicata ad un confronto con tematiche quali l’ambiente, la globalizzazione, temi sociali e di denuncia spingendosi fino alla religione, intesa come cultura di una data popolazione. Definita un’artista poliedrica, esplora le varie forme d’arte contemporanea impiegando diversi linguaggi espressivi, che spaziano dalla fotografia alla performance, video art, installazioni, assemblaggi e interventi urbani. Sviluppa una propria estetica che caratterizza tutto il suo operato, contraddistinguendosi per la ricerca indirizzata alla scoperta dell’io in relazione al mondo circostante. Le sue opere trovano un complemento con il fruitore che viene indirizzato attraverso titoli eloquenti, a volte provocatori, ma sempre evocativi. Uno slittamento continuo operato attraverso la ricerca artistica strettamente connessa a quella personale e al messaggio sociale di cui l’espressione della Babrow diventa veicolo primario e la stessa tecnica impiegata ne sono il mezzo e il linguaggio espressivo. Negli anni è stata esposta in Cina, Russia, Stati Uniti, Grecia, Austria e Italia.


PROGETTO #EX_TRA
Alessia Babrow
Love my Mother
Promosso da Gruppo Pouchain

   Immagine che contiene modello, arte, pixel, design

Descrizione generata automaticamente
  
Dall’11 giugno 2024
Via del Governo Vecchio 69 – Roma

Gruppo Pouchain
Via della Giustiniana, 1012 – Roma
Tel.+39 06.85384001
info@gruppo-pouchain.comex_tra@gruppo-pouchain.com
https://gruppo-pouchain.com

Immagine che contiene simbolo, testo, logo, Carattere

Descrizione generata automaticamente

Alessia Babrow
babrow.pressoffice@gmail.com

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next – blowart
tel 3494945612 – roberta.melasecca@gmail.com
Cartella stampa su www.melaseccapressoffice.it

Trieste, Museo per la Speleologia – Speleovivarium: “MOSTRI MERAVIGLIOSI”

La mostra dal titolo “Mostri meravigliosi“, liberamente ispirata al folklore che lega Carso, grotte e personaggi leggendari che affollano le pieghe di questi territori, si inaugura sabato 15 giugno alle 17.30, ospitata nel particolare Museo per la Speleologia – Speleovivarium (in Via Guido Reni, 2/C) gestito dalla Società Adriatica di Speleologia, organizzata dall’Associazione culturale Opera Viva nell’ambito del progetto “Quattro passi SottoeSopra”.

I giovanissimi autori dell’Accademia di Fumetto e Arti Grafiche di Trieste, ispirandosi alle più belle storie e leggende del Carso, hanno dato un volto ai folletti, alle fate e agli esseri leggendari, protagonisti di credenze che tutt’oggi percorrono in lungo e in largo quest’area geografica che si espande oltre i confini regionali. La mostra sarà visitabile fino al 20 luglio su appuntamento chiamando i numeri 3381655327 / 349 1357631 oppure scrivendo una mail a speleovivarium@email.it

Inaugurazione della mostra “MOSTRI MERAVIGLIOSI”
Folletti, fate ed essere leggendari del Carso nelle opere dei giovanissimi autori
dell’Accademia di Fumetto e Arti Grafiche di Trieste
Inaugurazione sabato 15 giugno, ore 17.30, al Museo per la Speleologia – Speleovivarium di Trieste

A rendere suggestiva la mostra, una lettura scenica dal titolo “Fantastici respiri”, con due giovani attori, Marco Ghersetich e Ilaria Vecchiet, che faranno conoscere le più belle e particolari leggende del Carso epigeo e ipogeo. Dal recupero del materiale storico e d’archivio, grazie ai diversi cultori della materia, si porteranno in luce delle incredibili scoperte: come è nato il Carso, che origini abbia il tipico vento triestino, la Bora, chi sono i folletti che vivono nei burroni carsici, ma anche storie che vedono come protagonisti gli animali.
Prevista anche una visita guidata al Museo, un tempo rifugio antiaereo costruito durante la Seconda Guerra Mondiale, divenuto contenitore di reperti paleontologici, minerali, fossile e attrezzatura speleologica, a cura della Società Adriatica Speleologia, Ente gestore del museo.

Il progetto “Quattro passi SottoeSopra. La Speleologia del Novecento tra storia e folklore”, ideato e diretto da Lorena Matic, organizzato dall’Associazione culturale Opera Viva, si realizza grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, il contributo della Fondazione CRTrieste e la collaborazione della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, il Conservatorio di Musica Giuseppe Tartini, la Società Adriatica di Speleologia, la Società di Studi Carsici A.F. Lindner, il Gruppo Speleologico Flondar, la Commissione Grotte Eugenio Boegan – Alpina delle Giulie e l’Accademia di Fumetto e Arti Grafiche di Trieste.


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it