Padova: “MONET. Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Paris”

Manca solo un mese alla chiusura della grande mostra “Monet. Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Paris” al Centro Culturale Altinate | San Gaetano di Padova che, dalla sua apertura, ha subito riscosso un grandissimo successo. Sono infatti oltre 135mila gli ingressi di coloro che hanno già potuto ammirare i 60 capolavori di CLAUDE MONET, il Padre dell’Impressionismo, a cui il Comune di Padova Arthemisia hanno voluto rivolgere un tributo proprio a 150 anni dalla nascita del movimento impressionista.

ULTIMO MESE PER

“MONET.
Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Paris”

Ultimo mese per ammirare i più grandi capolavori di Monet a Padova!

Fino al 14 luglio sarà possibile visitare al Centro Culturale Altinate | San Gaetano di Padova la mostra
“Monet. Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Paris”.

Visitata già da oltre 135 mila persone, è senza dubbio una delle mostre più amate di ogni tempo,
e anche una delle ultime occasioni di poter vedere in Italia le maggiori opere di Monet.

L’Assessore alla cultura e al turismo del Comune di Padova Andrea Colasio sottolinea: “Non possiamo che essere orgogliosi del risultato a oggi raggiunto e grati a tutto il pubblico che, fin dal primo giorno, ci ha manifestato forte il suo interesse verso un’esposizione dal grandissimo valore culturale. Un risultato per niente scontato ma che vogliamo festeggiare insieme ad Arthemisia, compagna insostituibile, con la quale abbiamo scelto di intraprendere questo viaggio. Padova si conferma, in questo modo, importante centro per la diffusione della cultura e della bellezza a livello nazionale, oltre che per la sua offerta turistica. Al richiamo di Monet sono stati inoltre tantissimi i visitatori giunti al San Gaetano da varie parti del mondo e tanti ancora ne arriveranno.”

Fino al 14 luglio sarà ancora possibile prender parte a un viaggio nella vita e nei luoghi più amati da Monet, entrare nel suo giardino privato dove ritrovare le sue ninfee, gli iris, i salici piangenti e i ponti giapponesi; opere tutte provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi che custodisce la più grande e importante collezione di dipinti dell’artista francese, frutto della generosa donazione fatta dal figlio Michel nel 1966.
L’esposizione rappresenta anche un evento eccezionale dal momento che è una delle ultime occasioni, almeno per qualche anno, per poter vedere in Italia le maggiori opere di Monet.

La mostra “Monet. Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Paris“, promossa dal Comune di Padova, è prodotta ed organizzata da Arthemisia in collaborazione con il Musée Marmottan Monet di Parigi ed è curata da Sylvie Carlier, curatrice generale del Musée Marmottan Monet, con la co-curatela della storica dell’arte Marianne Mathieu e l’assistente alla curatela del Musée Marmottan Monet Aurélie Gavoille.

La mostra vede come sponsor Generali Valore Cultura e Acegas Aps Amgamedia partner la Repubblica, special partnerRicola e mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale.
Catalogo edito da Skira.


Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Roma, PrimaLinea Studio: bipersonale di Alessandra Cecchini e Andrea Frosolini

Sabato 22 giugno 2024 dalle ore 18:00 inaugura presso il rinnovato spazio espositivo di PrimaLinea Studio, Just Add Water la mostra bipersonale di Alessandra Cecchini e Andrea Frosolini. I due membri dell’artist-run space Spazio Insitu presentano per l’occasione una serie di installazioni inedite sul tema della sirena, figura allegorica e pervasiva dell’immaginario collettivo.

Sabato 22 giugno 2024 dalle 18:00
 
PrimaLinea Studio presenta
Just add water:
Something fishy
 
bipersonale di Alessandra Cecchini e Andrea Frosolini
 
A cura del Collettivo PrimaLinea Studio
 
PrimaLinea Studio, Via Giovan Battista Gandino 31

Sulla sinusoide sinuosa si muove senza se amala
ti ammalia, balia bagnata
fatata fanciulla ti alliscia
ti culla poi ti lascia
in balia delle onde
Melodia confonde
Dalla superficie alle acque fonde Da limpide a torbide in un turbine remando verso l’apice
poi vicino al culmine l’incudine sconvolge ma le bolge, sconquassa sugli scogli

Cachaça e catrame Brame
Branchie e squame Fame
Unghie e piume
Le ali sbatte, bocca inghiotte
flut di brut tra i flutti
frutti di mare
ossi di seppia
lische sul fondale
fiori del male
free shipping
Sci nautico
Shibari all’albero
un oscuro scrutare
parte la nave
stella polare
stella di mare
e il naufragar m’è dolce

Nell’Odissea le sirene sono descritte come figure seducenti e mortifere, che soggiogano il viaggiatore attirandolo con canti melodiosi. Queste fanciulle virginali, incarnano con la loro ambiguità il binomio Eros e Thanatos. Secondo alcune interpretazioni, con il canto invitano il viaggiatore a ottenere la conoscenza “onnisciente” che porta alla morte minacciando di compromettere i legami familiari e civili. Questa creatura fantastica e ancestrale è indagata dagli artisti in chiave antropologica con i più recenti strumenti tecnologici attraverso la cultura post-internet e pop. Ne conseguono lavori che analizzano la percezione di sé e degli altri e che considerano le rivoluzioni del nostro tempo. Le installazioni, in parte realizzate con le intelligenze artificiali, sono declinate su oggetti di uso comune. Le figure androgine nell’opera Come on girl look at you (but it’s not you)  di Alessandra Cecchini, sono ibridate non solo dal punto di vista di genere ma anche da quello tecnico: analogico e digitale. Le sue immagini antropomorfe stampate su veli mettono in dubbio le nostre certezze riguardo al passaggio dal reale al virtuale dando origine a nuovi luoghi di incontro-scontro tra osservazione e pensiero. I corpi che osserviamo hanno connotati umani che vanno oltre le classiche fattezze per scompaginare in forme irreali e post-umane. Il tema dell’ibrido ricorre anche in May Jailer di Andrea Frosolini che includendo nell’opera l’elemento sonoro indaga l’aspetto antropologico della sirena. La traccia audio presente nell’installazione è frutto della fusione di brani metal, originariamente molto violenti con le voci delle popstar più amate della musica contemporanea e simula il canto melodioso della sirena. L’artista, in chiave critica, schietta ma ironica, cita icone e movimenti della cultura pop ’90-’20, evidenziando le modalità effimere dell’ultra-attualità. Il titolo della mostra allude a un episodio della serie teen H2O, infatti nel complesso la mostra ha una carattere spiccatamente femminile che esalta la contrapposizione tra vita e morte intesa sia come forza creativa che distruttiva. Questo principio esistenziale dell’analisi freudiana, si riduce alla pulsione di vita (Eros), che implica il principio della sopravvivenza e alla pulsione di morte (Thanatos), che si manifesta invece in tendenze autodistruttive. Questa pluralità è rintracciabile anche nel rapporto con la tecnologia: i nuovi strumenti tecnologici e le nuove culture nate in rete, come le sirene, sono generatori di nuove bellezze, di nuove estetiche ma rappresentano anche la minaccia di morte dei vecchi sistemi e del vecchio gusto. La rivoluzione sociale in atto e la rapida diffusione di nuove identità sono interpretate da alcuni come una possibilità di autodeterminazione, mentre per altri rappresentano una minaccia per la sopravvivenza della specie. Questi principi sono reiterati in Buy my purple wig for my mermaid video opera condivisa in cui gli assunti sono espressi tramite l’elemento del pozzo, oggetto dalla duplice valenza, fonte di vita o pericolo di morte. Nel complesso Just Add Water è un viaggio attraverso la percezione di sé e degli altri in cui esplorare il valore del dualismo e il contrasto tra minaccia e bellezza attraverso il filtro della tecnologia e della cultura contemporanea.

Alessandra Cecchini,il suo lavoro riguarda l’immagine che è intesa come forma esteriore e le dinamiche attraverso le quali determina, costruisce la nostra percezione del mondo. Quest’ultimo, frammentato e ricomposto, contrapposto e duale, appare come il territorio di incontro-scontro tra reale e virtuale. Il risultato è un contesto ibrido entro il quale l’artista ricerca gli elementi contraddittori e i confini labili così come gli spazi di continuità.

Andrea Frosolini, La sua ricerca ha origine dall’osservazione di pratiche comunicative contemporanee con l’intento di offrire nuove visioni e punti di vista tramite processi di sintetizzazione digitali della realtà. L’opera diviene un pretesto per raccontare crudamente la realtà, da una parte convertendo in un’unica forma il rapporto, quasi inscindibile, che intercorre tra superficie, volume e contenuto; dall’altra legittimando come spazio potenzialmente infinito di contestualizzazione del reale.


PrimaLinea Studio
Via Giovan Battista Gandino 31, 00167, Roma, RM
Opening sabato 22 giugno dalle ore 18:00
La mostra è visitabile dal lunedì al sabato, dalle 16:00 alle 20:00 
dal 22 giugno fino al 7 settembre con una pausa estiva
l’Ingresso è libero su appuntamento 
INFO E CONTATTI STAMPA:
+39 3896904704
primalinea@mail.com 

Brescia: alla Pieve di Urago Mella va in scena “Synesthesia – atto II”

È stata inaugurata venerdì 14 giugno alle 18.00 “Synesthesia – Atto II”, seconda edizione dell’esposizione di una selezione di lavori degli studenti del triennio della Scuola di Decorazione Artistica dell’Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia.

L’esposizione, allestita presso la Pieve di Urago Mella, in via della Chiesa 136, a Brescia, è aperta al pubblico il fine settimana: sabato 15, domenica 16, sabato 22 e domenica 23 giugno, dalle ore 16.00 alle ore 19.00.

La mostra espone una selezione di lavori degli studenti del triennio della Scuola di Decorazione Artistica dell’Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia.

L’esposizione, allestita presso la Pieve di Urago Mella, in via della Chiesa 136, a Brescia, è aperta al pubblico il fine settimana: sabato 15, domenica 16, sabato 22 e domenica 23 giugno, dalle ore 16.00 alle ore 19.00.

La mostra dà spazio alle diverse sfaccettature della Decorazione Artistica e mostrare al pubblico la sua essenza: la decorazione, così come l’arte stessa, è una disciplina sempre contemporanea.

L’esposizione vuole dare spazio alle diverse sfaccettature della Decorazione Artistica e mostrare al pubblico la sua essenza: la decorazione, così come l’arte stessa, è una disciplina sempre contemporanea. 

“Il decoratore nel tempo si relaziona creativamente con vari temi del sapere umano”, ricorda Andrea Mariconti, coordinatore della Scuola di Decorazione Artistica dell’Accademia SantaGiulia, è un professionista capace di integrare arte, scienza, umanesimo e tecnologie moderne”.

I materiali e gli strumenti tecnici combinati alla conoscenza e alla ricerca sono fondamentali per lo sviluppo della figura del decoratore che è un artigiano-imprenditore-creativo in grado di intervenire in contesti diversi grazie al proprio stile e alla propria sensibilità artistica.

La mostra, frutto della didattica del percorso triennale, descrive una disciplina ampia e versatile, che evolve e si adatta ai cambiamenti del tempo, con un occhio puntato al settore del lavoro contemporaneo, alla committenza e alle nuove tecnologie.

“La riflessione etica sugli strumenti a disposizione oggi, inclusa l’intelligenza artificiale, è cruciale”, continua il professor Mariconti. “Come in passato con altre innovazioni, le nuove tecnologie sono inizialmente accolte con resistenza, ma col tempo diventano parte integrante delle competenze e della cultura dell’epoca, fungendo da mezzo e supporto per diverse attività, come emerge proprio dalle opere degli studenti presentate”.


Valeria Magnoli
Ufficio stampa
GRUPPO FOPPA
COOPERATIVA SOCIALE ONLUS

Via Cremona, 99 – 25124 Brescia
Tel. 030/3770554 – Fax 030/3776740
ufficiostampa@foppagroup.it
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RSVP – JISBAR : “Sketch to Scale” – Incontro e dedicace al Sist’art Gallery Venezia

Un evento esclusivo dell’artista JISBAR, dedicato alla presentazione del suo nuovo libro “Sketch to Scale”. Il libro sarà disponibile in pre-vendita a partire dal 13 giugno e in vendita ufficiale dal 17 giugno. L’evento si terrà il 22 giugno, alle ore 17:00, nella storica Sist’art Gallery, situata in 135 Piazza San Marco, Venezia.

« Sketch to Scale » è molto più di un semplice libro; è un’opera introspectiva e rivelatrice. JISBAR condivide le sue esperienze, i progetti, le collaborazioni significative e le mostre, accompagnate da ricche illustrazioni delle sue opere. I dettagli di produzione aggiungono un tocco unico: copertina rigida con rivestimento soft touch, rilegatura cucita e pagine interne in carta satinata da 150 g/m2 con stampa ad alta definizione.

L’incontro rappresenta una prima opportunità per collezionisti, appassionati e lettori di interagire con l’autore e scoprire le opere presentate nel libro. La serata includerà una mostra dedicata e una sessione di dediche direttamente dall’artista. L’evento è destinato a essere una fonte di ispirazione, esplorando le interconnessioni tra arte e letteratura.

La prefazione del libro “Sketch to Scale” è stata firmata da Richard Orlinsky.
« Jisbar è la nuova stella del Pop Art. Con umiltà, parla della sua ammirazione per gli artisti che lo hanno ispirato, offre la sua visione personale della storia dell’arte e modifica le regole per rafforzare il proprio stile. Mi sono visto in lui; un artista autodidatta che non ha paura di condividere i suoi dubbi, i suoi sogni e una sensibilità esasperata. » estratto dalla Prefazione scritta da Richard Orlinsky.

Per partecipare all’evento esclusivo di presentazione del libro “Sketch to Scale” di JISBAR, seguite queste indicazioni:
Data e Ora : 22 giugno, ore 17:00
Luogo : Sist’art Gallery, 135 Piazza San Marco, 30124 Venezia, Italia
Prenotazioni : Per confermare la vostra presenza, si prega di RSVP clicca qui
Dettagli dell’Evento : Unisciti a noi per una serata di arte e cultura, con una sessione di dediche
dal vivo e l’opportunità di incontrare l’artista.
Accesso : L’evento è aperto al pubblico ma la registrazione è obbligatoria a causa della limitata
disponibilità.

In un estratto dal libro, JISBAR commenta: « Quest’opera è il riflesso della mia anima d’artista; ogni pagina si volge come un’eco della mia vita, unendo introspezione ed espressione. È un invito a scoprire non solo la mia arte ma anche il mio percorso personale e professionale. Dedico a questo progetto ogni sera, dalle 20:00 alle 23:00, con lo stesso spirito autodidatta che ha guidato la mia carriera artistica. Considero questo libro una vera opera d’arte, alla stregua di uno dei miei quadri o sculture. »

Pre-vendita : A partire dal 13 giugno su instagram di JISBAR o sul suo sito web https://www.jisbar-art.com/

Disponibilità : Disponibile presso la Sist’art Gallery, Piazza San Marco, 30124, Venezia a partire dal 17 giugno

Formati : Libro di 292 pagine, copertina rigida con rivestimento soft touch, rilegatura cucita e pagine interne in carta satinata da 150g/m2 con stampa ad alta definizione

Prezzo : Al pubblico – 65 euro
Per ulteriori informazioni : www.jisbar-art.com

Nato nel 1989, questo artista francese di pop-street sta ridefinendo la scena artistica con il suo mix unico di arte classica e influenze moderne del pop e street art. Operando tra Parigi e Lisbona, l’opera di JISBAR è una ricca tessitura di riferimenti culturali e innovazione artistica.
Per maggiori informazioni, visitate https://www.jisbar-art.com/


Contatto Stampa per JISBAR
AGENCE ANONYME PARIS

Emilie Melloni-Quemar
 emilie@anonymagence.com // +33(0)6.75.73.08.28

Pubblicato il 20 maggio 2024


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A Bruxelles un nuovo evento con il libro “Trieste è un’isola” di Francesco De Filippo

A Bruxelles (rue du Commerce 49) giovedì 13 giugno, all’Ufficio di collegamento della Regione Friuli Venezia Giulia , è stato presentato il libro Trieste è un’isola (Castelvecchi editore) dello scrittore e giornalista Francesco De Filippo. L’incontro ha rappresentato il terzo appuntamento collaterale alla mostra L’arte triestina al femminile nel ‘900 d’avanguardia italiano ed europeo, allestita all’Istituto Italiano di Cultura fino al 31 luglio, promossa e sostenuta dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giuliae dall’Associazione Foemina APS di Trieste e realizzata in coproduzione con Istituto stesso.

L’autore è stato introdotto da Marianna Accerboni, ideatrice e curatrice dell’incontro e della mostra, e da un rappresentante del Circolo di Bruxelles dell’Associazione Giuliani nel Mondo.

All’Ufficio di Collocamento della REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA a BRUXELLES
presentazione del libro TRIESTE È UN’ISOLA di Francesco De Filippo, nell’ambito della mostra L’arte triestina al femminile nel ‘900 d’avanguardia italiano ed europeo

Il libro è un poliziesco intenso, complesso ma anche ironico in cui un ex agente dei servizi segreti, napoletano momentaneamente in esilio a Trieste, si trova suo malgrado a dover indagare su una vicenda che affonda le radici negli ultimi, difficili anni della seconda Guerra mondiale, cruciali per il destino di Trieste. Quelli in cui vissero intensamente e operarono le artiste protagoniste della mostra allestita all’Istituto Italiano di Cultura: Leonor Fini, attiva a Parigi ma sempre molto legata alla città, Maria Lupieri, Maria Melan, Anita Pittoni e una giovanissima Miela Reina. Il protagonista, Vincenzo Tagliente, seguendo la vicenda di una turista in cui si era casualmente imbattuto, scoprirà le tragedie avvenute nel territorio oggi appartenente alla Slovenia, il dramma dei 300mila profughi istriani, il faticoso periodo del dopoguerra. Perché – afferma De Filippo – è sempre illusoria la linea che divide il passato dal presente e, unendo decine di tessere, miracolosamente si ricompongono esistenze dolorose che non chiedevano altro che di essere testimoniate.

De Filippo racconta tutto questo con maestria mettendo insieme un mosaico che vede non soltanto una straordinaria ricchezza linguistica ma anche una sorta di fusione e compenetrazione di piani e stili narrativi. È come se le forme della scrittura trovassero tutte insieme un nido, e in questo è calzante la metafora dell’isola che l’autore cita spesso.

Scrittore, saggista e giornalista italiano, Francesco De Filippo (Napoli 1960) è autore di oltre venti libri, tra romanzi, saggi e varia, diversi dei quali tradotti in Francia, Germania e Repubblica Ceca. Il romanzo d’esordio, Una storia anche d’amore (Rizzoli, 2001), ha vinto il premio Cypraea, è entrato in cinquina per il Premio Berto ed è stato finalista al Premio Arezzo. Il successivo, L’affondatore di gommoni (Mondadori, 2004), è stato pubblicato nella Repubblica Ceca e in Francia, dove è stato selezionato per il Supercampiello Europa e per il prestigioso premio Polar. La regista Maria Luisa Bigai ne ha poi ricavato una pièce teatrale dal titolo Bestie da sbarco/Sconcerto. Numerosi suoi racconti sono stati pubblicati su quotidiani e periodici (la Repubblica, Carta, Il manifesto) e compaiono in varie antologie. I diritti di alcuni suoi romanzi sono stati opzionati da due società produttrici per realizzare dei film. Ha vinto premi letterari internazionali, tra cui il Paris Noir. Già corrispondente per Il Sole 24 Ore, è responsabile dell’Agenzia Ansa per il Friuli Venezia Giulia. Fra le sue ultime opere Filosofia per i prossimi umani (con Maria Frega – Giunti, 2020), e per Castelvecchi La nuova via della seta (2019), No vax: il grande sogno negato (2022) e i romanzi Le visioni di Johanna (2019), Prima sterminammo gli uccelli… (2020).



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Roma, Villa Altieri: presentato il convegno dal titolo “Cura della libertà e libertà della cura”

All’interno del progetto Opera Unica* di Angelo Gallo promosso da A-HEAD Project di Angelo Azzurro ONLUS, sabato 8 Giugno 2024 è stato presentato a Villa Altieri il convegno dal titolo “Cura della libertà e libertà della cura” moderato dalla Dottoressa Stefania Calapai, dal Dottor Francesco Cro e dalla Giornalista Barbara Speca, con il patrocinio di Città Metropolitana di Roma Capitale.

A-Head Project ha presentato il convegno
“Cura della libertà e libertà della cura”
 
La sfida di Franco Basaglia a 100 anni dalla nascita
 
A-HEAD Project di Angelo Azzurro ONLUS
ha presentato l’ultima tappa del connubio arte-psichiatria all’interno della mostra Opera Unica* di Angelo Gallo a
Villa Altieri
Viale Manzoni 47 – Roma

Negli anni A-HEAD Project di Angelo Azzurro Onlus porta avanti un’importante opera di lotta allo stigma della malattia mentale in un percorso sinergico con l’arte contemporanea. In occasione dei 100 anni dalla nascita del lungimirante psichiatra Franco Basaglia, è stato ribadito da parte della Onlus il sodalizio tra arte e psichiatria che ha dimostrato essere vincente.

Infatti all’interno del progetto OPERA UNICA* dell’artista Angelo Gallo, promosso da A-HEAD Project, sabato 8 Giugno 2024 è stato presentato a Villa Altieri il convegno dal titolo “Cura della libertà e libertà della cura” moderato dalla Dottoressa Stefania Calapai, dal Dottor Francesco Cro e dalla Giornalista Barbara Speca, con il patrocinio di Città Metropolitana di Roma Capitale.

Si è discusso di cura della libertà e libertà della cura, ricordando la dura battaglia combattuta da Franco Basaglia affinché la salute mentale fosse un diritto e non una dura punizione, un approccio terapeutico fondato sul dialogo e non sull’annientamento del paziente in difficoltà. Si è spaziato dall’arte come metodo di cura parlando della creatività come strumento per superare l’incomunicabilità del malato. Si è illustrato il pensiero analitico di Carl Gustav Jung,  che considerava fondamentale l’analisi delle immagini interne del paziente nella terapia psichiatrica, i cosiddetti “archetipi”. Fino ad arrivare al delicato quanto importante reinserimento in società attraverso l’attività lavorativa. Sono state analizzate le nuove frontiere riguardanti le cure psichiatriche testate durante la pandemia, ponendo un importante accento su tecniche alternative come la telepsichiatria, ma anche tecniche che prevedono l’ analisi della mente strettamente legate agli studi junghiani della conoscenza del Sé e nuovi approcci basati sull’esplorazione della propria interiorità favoriti dalle sostanze psichedeliche, oggetto di studio e ricerca negli ultimi 20 anni

Sulla scia del pensiero di Franco Basaglia, attraverso il progetto A-HEAD l’Associazione Angelo Azzurro considera l’arte una via privilegiata per combattere i disturbi della Salute mentale e lo stigma nei confronti di essi nella nostra società. Molte opere d’arte contemporanea si ispirano direttamente alle teorie di Foucault e di Basaglia, mettendo in discussione le norme sociali e le istituzioni che influenzano la percezione e il trattamento delle persone con disturbi mentali.

 Al centro dell’incontro, la necessità di un approccio terapeutico fondato sul dialogo, la comprensione e l’ascolto, la creazione di progetti che favoriscano l’inclusione e l’empowerment delle persone con disturbi mentali, l’arte come mezzo per mettere in discussione le norme sociali e le istituzioni, e poi il lavoro come riabilitazione psicosociale e l’applicazione della telemedicina nel campo psichiatrico. “Libertà della cura vuol dire soprattutto poter accedere alla Salute e quindi anche alla Salute mentale – spiega Fabrizio Starace, presidente della Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica (Siep)-. La salute è un diritto costituzionalmente garantito ma emergono diseguaglianze pesantissime tra le diverse aree del Paese, disagi soprattutto nel Sud Italia. Citando Sandro Pertini ‘la libertà senza giustizia sociale è una conquista vana’. In quest’ottica risulta essenziale l’attività del Servizio sanitario Nazionale e il costante monitoraggio del governo centrale per garantire a tutti i cittadini l’uniformità del diritto alla Salute, anche della Salute mentale, in un sistema plurale e universalistico come il nostro in cui la salute non può essere considerata un mero prodotto di mercato”.

La presidente di Angelo Azzurro Onlus Stefania Calapai:“Da psichiatra e presidente di Angelo Azzurro Onlus per me il sodalizio tra arte e psichiatria è risultato essere un connubio  vincente per la lotta allo stigma della malattia mentale. In questo convegno cerchiamo di gettare un ponte tra l’enorme lavoro di Basaglia, che ricordiamo a 100 anni della sua nascita, ed il nostro. Importante inoltre per noi è essere affiancati da un’istituzione come Città Metropolitana di Roma Capitale che ci permette di dare un’ulteriore spinta al lavoro che svolgiamo da anni”

L’incontro ha visto inoltre ila partecipazione ed altri interventi di rilievo: Fabio De Chirico, Direttore Servizio II Arte contemporanea Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura; Dottor Giuseppe Capparelli, storico dell’arte; Dottor Guido Alberto Valentini, Sociologo; Dottor Gianluigi Passaro, psicologo e psicoterapeuta; Dottoressa Vittoria Quondamatteo, Psicologa psicoterapeuta analista junghiana; Dottoressa Emanuela Mari, PhD Psicologa; Dottor Eugenio Marino, Medico e Presidente di Doctorium; Dottor Piero Cipriano, Psichiatra e Psicoterapeuta


Il progetto A-HEAD nasce nel 2017 per volere della famiglia Calapai per la lotta allo stigma dei disturbi mentali e dalla collaborazione tra l’Associazione Angelo Azzurro ONLUS ed artisti e dj di respiro internazionale: infatti con il progetto A-HEAD Angelo Azzurro, curato da Piero Gagliardi dal 2017, mira a sviluppare un percorso conoscitivo delle malattie mentali attraverso l’arte, sostenendo in maniera attiva l’arte contemporanea e gli artisti che collaborano ai vari laboratori che da anni l’associazione svolge accanto alle attività di psicoterapia più tradizionali. Data la natura benefica del progetto, con A-HEAD la cultura, nell’accezione più ampia del termine, diviene un motore generatore di sanità, nella misura in cui i ricavati sono devoluti a favore di progetti riabilitativi della Onlus Angelo Azzurro, legati alla creatività, intesa come caratteristica prettamente umana, fondamentale per lo sviluppo di una sana interiorità. Lo scopo globale del progetto è quello di aiutare i giovani che hanno attraversato un periodo di difficoltà a reintegrarsi a pieno nella società, attraverso lo sviluppo di nuove capacità lavorative e creative.


A-Head Project – Opera Unica* di Angelo Gallo
Promossa da A-Head – Angelo Azzurro Onlus
Con il patrocinio di Città Metropolitana di Roma Capitale
A cura di Simona Spinella – Testi critici di Simona Spinella e Giuseppe Capparelli
 
Fino al 27 giugno 2024
Villa Altieri – Città Metropolitana di Roma Capitale
Viale Manzoni 47 – Roma
Orari: dal lunedì al giovedì ore: 9.00-19.00; venerdì 9.00-17.00
 
Angelo Azzurro ONLUS
infoangeloazzurro@gmail.com – tel. 3386757976
https://associazioneangeloazzurro.org
www.facebook.com/Aheadangeloazzurrowww.instagram.com/angelo_azzurro_onlus

Ufficio Stampa Angelo Azzurro
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Ufficio stampa A-HEAD
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roberta.melasecca@gmail.com – tel. 3494945612
cartella stampa su www.melaseccapressoffice.it

Messina, FORO G gallery: Seconda performance “Vesto di memoria” di Roberta Guarnera

Mercoledì 19 Giugno alle 19.00, presso Colapesce libri, gusti e idee, in collaborazione con la FORO G gallery, si terrà la seconda performance di Roberta Guarnera “Vesto di memoria”, chiamando il pubblico ad interagire.

Con “Vesto di memoria” voglio trattare il concetto di tradizione e di trasmissione. Il corredo è un oggetto di tradizione e trasmissione ed in Sicilia era molto sentito, soprattutto nell’ambiente femminile e con esso è annesso il concetto di casa. Quando penso al significato di tradizione e trasmissione ecco che la fotografia trova a mio avviso terreno fertile perché è il mezzo ed il linguaggio con il quale custodiamo il nostro passato. Un giorno ho trovato delle vesti appartenute a mia nonna materna e decido dunque di dare un nuovo significato al corredo. Centrando il focus sulla storia, la tratto come una reliquia e ricamo sulle vesti parti di fotografie di mia nonna, evidenziando così il suo vissuto. Da lì l’obbligo / performativo della vestizione in cui il mio corpo si fa tramite del racconto fotografico.


Colapesce libri
Via Mario Giurba, 8, 98123 Messina ME
Da Roberta Guarnera robertagartwork@gmail.com  

* Possagno: “Conservare per innovare”. Strategie e obiettivi per il Museo Canova

“Conservare per innovare” è lo slogan che Massimo Zanetti, neo Presidente della Fondazione Canova, e con lui la Direttrice del Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, Moira Mascotto, si sono proposti come linea programmatica.
Ad affiancarli Valerio Favero – nella sua doppia veste di Sindaco di Possagno e Vicepresidente – Elisa Basso, Marco Comellini, Isabella Finato, Gianantonio Tramet e Alessandro Vardanega, membri del nuovo Consiglio di Amministrazione entrato in carica lo scorso febbraio.

“Conservare per innovare” Strategie ed obiettivi per il Museo Canova.

Li annunciano Il neo Presidente Zanetti
e la Direttrice Mascotto

“Conservare – chiarisce il Presidente Zanetti – è, innanzitutto, saper rispettare, salvaguardare e valorizzare la meraviglia delle opere di Canova a noi affidate. L’obiettivo è di accompagnare al futuro quello scrigno di arte e magia che sono la Casa Museo e la Gypsotheca, con l’attenzione e la visione che questo unicum mondiale merita”.

“Innovare – secondo la Direttrice Mascotto – si traduce nell’avvicinare un pubblico sempre più ampio al nostro patrimonio artistico, offrendo contesti che consentano di apprezzare appieno i nostri tesori, comprenderli e farli propri. Questo significa non solo guidare le persone alla riscoperta del Museo e del vicino Tempio, ma anche far vivere loro l’armonia dei paesaggi del nostro territorio, quegli stessi che ispirarono il giovane Canova. In questo modo, infondiamo nuova linfa vitale alla sua arte, permettendo ai visitatori di connettersi profondamente con l’ispirazione che permea queste terre”.

“Abbiamo l’obiettivo di mettere il visitatore al centro del nostro Museo, garantendogli la migliore fruizione delle opere. Desideriamo che l’attenzione che gli dedichiamo, l’atmosfera accogliente e i servizi offerti rendano unici e indimenticabili i momenti passati qui, facendo sentire ognuno avvolto da un profondo senso di benessere. Questo è un luogo che invita sempre a tornare, consapevoli che ogni visita riserverà nuove sorprese e scoperte”.

Che non si tratti solo di buoni propositi lo confermano gli importanti interventi (ed investimenti) già in corso di concretizzazione. Innanzitutto il restauro e la messa in sicurezza da effetti sismici della seconda e terza campata dell’Ala Ottocentesca, un progetto ideato dal Comune di Possagno in collaborazione con il Museo Canova.

“I lavori saranno conclusi entro l’estate, annuncia il Presidente Zanetti, utilizzando tecnologie d’avanguardia. Intanto sarà integralmente innovato l’impianto di illuminazione, ricorrendo ai più aggiornati criteri di illuminotecnica museale”.

In parallelo si sta procedendo alla digitalizzazione della Gypsotheca.

“Questa fase – sottolinea la Direttrice – prevede la combinazione e l’integrazione di metodi e tecnologie innovative della geomatica, per la riproduzione digitale del complesso architettonico e di fruizione partecipata del pubblico. Il progetto, comprese le schede informative realizzate con rilievi laser scanner di alta precisione, con restituzione 3D, sarà consultabile su una piattaforma online con la possibilità di un’interazione partecipativa da parte del pubblico”.

Ottimizzare la conservazione e il godimento del patrimonio sono obiettivi prioritari, ma lo è altrettanto l’arricchimento mirato delle collezioni. A questo proposito la Fondazione ha deciso di scendere in campo, insieme alla Direzione, per portare a Possagno l’Autoritratto di Giorgione, un olio su tela realizzato dallo stesso Canova nel 1792. Un dipinto che, a partire dal titolo, racconta una storia singolare che svela il lato ironico e meno noto della personalità dell’Artista.

L’esito positivo della campagna di raccolta fondi permetterà di rendere l’opera fruibile da tutti: infatti, la tela, attualmente di proprietà privata, con l’acquisto diventerà pubblica e verrà esposta assieme agli altri dipinti che Canova realizzò nel corso della sua carriera, arricchendo la collezione possagnese.

Un Museo vivo com’è quello Canoviano è tale anche per gli eventi temporanei che sa proporre per aumentare e rinnovare la propria attrattività. In queste settimane, e sino al 29 settembre, è in corso l’affascinante mostra “Canova. Quattro Tempi. Fotografie di Luigi Spina”. Per essa, l’artista ha selezionato 32 fotografie in bianco e nero di grande formato, rappresentative dei temi amorosi, mitologici, eroici presenti nelle opere canoviane di Possagno, ponendole in dialogo con le opere stesse. Sono immagini che catturano l’attimo creativo dell’artista, quello in cui l’idea si trasmuta in forma e in gesso. Il momento in cui la genialità si misura con i limiti della materia, cercando di plasmarla, modificarla, assoggettarla alla forma desiderata.

Fondazione e Direzione, infine, stanno lavorando per rafforzare una rete di sinergie con il territorio, partendo dai rapporti già in essere con le vicine realtà culturali. Già vivace la collaborazione denominata Isola dei Musei della quale fanno parte il Museo Giorgione di Castelfranco Veneto, le Ville di Maser e Fanzolo e il Museo Civico di Asolo. Inoltre il Museo Canova ha recentemente sottoscritto l’accordo di programma Terre natie con gli enti proprietari di Casa Giorgione, Casa Tiziano e la Regione Veneto con l’intento di valorizzare i luoghi che hanno dato i natali ai tre grandi artisti.

Infine, non dimentichiamo il contesto di riferimento: un territorio che ha una naturale vocazione per esperienze sportive ed enogastronomiche. Un territorio da scoprire e da vivere.


Un nuovo progetto per conservare, catalogare e riallestire il corredo di vesti canoviane “Il restauro dei vestiti di Antonio Canova. Un nuovo progetto per conservare, catalogare e riallestire il corredo di vesti canoviane” è un’iniziativa volta al miglioramento dello stato conservativo dei quattro abiti dello Scultore che appartengono al patrimonio del Museo di Possagno.
Le attività di restauro, a cura della ditta Passarella Restauri, si sono concretizzate in quattro fasi di lavoro – lo smontaggio degli abiti, aspirazione e pulitura a secco dei tessuti, consolidamento a cucito laddove necessario – alle qualisono seguite la catalogazione dei cimeli e la loro collocazione in nuove teche, su dei manichini che vestono armonicamente gli abiti.
L’iniziativa conferma l’impegno del Museo nelle attività di conservazione e valorizzazione del suo patrimonio: le vesti portano con sé, oltre al grande pregio artigianale, anche un notevole valore storico essendo state indossate da Canova in alcuni dei momenti epocali della sua vita, come l’incontro con Napoleone a Parigi e la cerimonia per la posa della prima pietra del Tempio di Possagno.
La restituzione al pubblico che avverrà sabato 8 giugno sarà l’occasione per scoprire il nuovo allestimento predisposto in due sale finemente decorate del primo piano della Casa natale che fu dell’Artista, una delle quali finora chiusa al pubblico e denominata “la stanza del Viceré”, ovvero la stanza dove Ranieri d’Asburgo trascorse la notte tra il 17 e il 18 aprile del 1830. La nuova predisposizione degli spazi e degli indumenti migliorerà la qualità della conservazione e della fruizione del patrimonio canoviano.
Le attività di restauro e valorizzazione sono rese possibili con il patrocinio e il contributo della Regione Veneto e Unioncamere Veneto. In collaborazione e con il contributo della CCIAA di Treviso – Belluno. Si ringraziano per il sostegno Banca delle Terre Venete, Industria Cementi Giovanni Rossi Spa, Theke Museum, Alessia Vardanega, e l’Associazione Amici dell’Arte Lapidea di Pove del Grappa.


Info e contatti
Museo Gypsotheca Antonio Canova
Via A.Canova 74, Possagno (TV)
www.museocanova.it
 
Ufficio Stampa Museo Gypsotheca Antonio Canova
Laura Casarsa  comunicazione@museocanova.it
 
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Rif. Simone Raddi  049.663499 simone@studioesseci.net

Roma: SOSTENIBILITA’ VITINIVICOLA – Chiusa la terza conferenza Vino Sapiens

Un successo la terza conferenza sulla sostenibilità vitivinicola organizzata da Vino Sapiens il 5 giugno scorso. Un pubblico numeroso e attento ha partecipato in maniera attiva all’evento, attraverso una vivace interazione con due relatori d’eccezione: Vincenzo Betalli (CIVIT) e Giovanni Pica (ARSIAL LAZIO), moderati da Costantina Vocino (VINO SAPIENS).
Al centro dell’incontro, i vitigni resistenti che stanno riscontrando un grande interesse da parte dei viticoltori del nord Italia: il Bronner e il Souvignier Gris. La serata ha visto anche la degustazione di due micro-vinificazioni prodotte dalla Fondazione E. Mach, a cui sono seguiti gli assaggi di sei vini in commercio ottenuti da queste varietà. I Vini Sapiens protagonisti dell’assaggio consapevole sono stati quindi: Micro-vinificazione Souvignier Gris 2023 – Fondazione E. Mach; Micro-vinificazione Bronner 2022 – Fondazione E. Mach; “Laisè” – Spumante da Bronner – Az. Agr. Terre di Cerealto; “Edel” – Vino Bianco Fermo da Bronner e Souvignier Gris – Az. Agr. Terre di Cerealto; “Take it Easy” – Vino Bianco Fermo da Bronner e Souvignier Gris – Cantina La Vis; “Resi” – Vino bianco fermo da uve Bronner – Kellerei Kurtatsch; “Souvignier Gris” – Vino Bianco Fermo da Souvignier Gris – Cantina Gentili; “Naran” – Vino Bianco Fermo da Souvignier Gris – Az. Agr. Pravis.

Grande coinvolgimento del pubblico nella terza conferenza di Vino Sapiens sulla sostenibilità vitivinicola: Bronner e Souvignier Gris protagonisti.

Prossimo appuntamento venerdì 21 giugno 2024 al Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ARTOV), Via del Fosso del Cavaliere 100 a Roma. Relazioni della Prof.ssa Gabriella De Lorenzis, Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali – Università degli Studi di Milano e del Prof. Corrado Di Natale, Dipartimento di Ingegneria Elettronica Università di Roma Tor Vergata. (Accrediti-stampa: info@vinosapiens.it)

Bronner e Souvignier Gris: due uve che convincono nel panorama dei resistenti

I vitigni Bronner e Souvignier Gris si distinguono per la loro naturale resistenza alle malattie fungine, come la peronospora e l’oidio. Questa caratteristica permette di ridurre significativamente l’utilizzo di fitofarmaci, contribuendo a un’agricoltura più sostenibile e rispettosa dell’ambiente. La degustazione ha permesso ai partecipanti di apprezzare le diverse sfaccettature del Bronner e del Souvignier Gris. I vini prodotti da queste varietà si caratterizzano per freschezza, aromaticità e piacevolezza al palato.

Un evento informativo e coinvolgente

La conferenza è stata un’occasione preziosa per approfondire le conoscenze sui vitigni resistenti e sul loro potenziale per il futuro della viticoltura. I relatori, competenti e appassionati, hanno saputo coinvolgere il pubblico e stimolare interessanti riflessioni.  Costantina Vocino, commentando alcuni passaggi della serata: “Bisogna proporre una riflessione seria sul presente e sul futuro del vino, rivedendo anche la comunicazione e il racconto del vigneto Italia. Il grande coinvolgimento di pubblico, operatori e giornalisti di settore in questo ciclo di conferenze sulla sostenibilità vitivinicola, ha dimostrato il crescente interesse per una viticoltura sempre più sensibile alle necessità sociali e ambientali. I vitigni resistenti rappresentano oggi la migliore strategia che la viticoltura possa offrire in termini di sostenibilità e, soprattutto, di qualità“.

Vincenzo Betalli, tecnico di CIVIT, Segretario di Piwi Trentino e supporto alla segreteria di Piwi Italia ha riferito circa lo stato dell’arte dei piwi, le prospettive sul futuro e la relazione con le varietà tradizionali. A seguito anche della recentissima notizia che le quattro varietà di vite resistenti alle principali malattie fungine (peronospora ed oidio), provenienti dal programma di miglioramento genetico della Fondazione Edmund Mach e iscritte nel Registro nazionale delle varietà di vite nel 2020, hanno finalmente ottenuto il certificato di privativa vegetale comunitaria dal CPVO, il Consorzio Innovazione Vite (CIVIT) si conferma protagonista nella ricerca e sviluppo di nuove varietà di vite resistenti alle malattie fungine. Lo scorso 3 giugno, infatti, è stata ufficializzata la decisione dell’Ufficio Comunitario delle Varietà Vegetali, che si è espresso favorevolmente in merito ai vitigni ‘Termantis’, ‘Nermantis’,’Valnosia’ e ‘Charvir’, nati dall’incrocio naturale tra la Vitis vinifera e le varietà portatrici di geni di resistenza. Nato nel 2012 dalla collaborazione tra il Consorzio dei Vivaisti Viticoli Trentini (AVIT) e la Fondazione Edmund Mach, CIVIT ha ottenuto dei risultati molto concreti: 15.000 barbatelle di nuove varietà sviluppate e una posizione di centrale nel panorama italiano ed Europeo. “L’obiettivo principale di CIVIT – ha insistito Betalli – è quello di ridurre l’impatto ambientale della viticoltura attraverso la selezione di vitigni naturalmente resistenti alle malattie fungine. Questo si traduce in un minor numero di trattamenti con fitofarmaci, a beneficio dell’ecosistema e della salute dei consumatori”.

La sperimentazione continua: l’esempio del Lazio

Anche nel Lazio sono in corso sperimentazioni con i vitigni resistenti. L’ARSIAL (Agenzia Regionale per lo Sviluppo in Agricoltura del Lazio) ha impiantato 94 vitigni, di cui 10 Piwi, per valutare le loro prestazioni in termini di resa, qualità delle uve e resistenza alle malattie. I primi risultati sono molto incoraggianti e aprono la strada per i piwi nel panorama della viticoltura laziale. Durante la conferenza Giovanni Pica, Responsabile dell’Azienda Sperimentale Dimostrativa Vitivinicola di ARSIAL Lazio, ha riportato alcuni dati: la superficie vitivinicola europea incide del 3,5% sulla Fao complessiva europea, ma il suo peso per utilizzo dei trattamenti per le malattie funginee è addirittura del 65%. “Questo dato – ha sottolineato Pica – mostra come sia davvero urgente e importante impegnarsi per una crescente responsabilità da parte di tutti i player della wine industry”. 

L’iscrizione nei registri regionali dei 10 vitigni resistenti del Lazio è frutto di una sperimentazione pluriennale condotta da Arsial e Crea VE, che a partire dal 2016, sui terreni dell’azienda Sperimentale Dimostrativa Arsial di Velletri, hanno messo a dimora le 10 varietà resistenti, con l’obiettivo di valutarne la risposta viticola ed enologica rispetto alle condizioni pedoclimatiche locali. L’attività sperimentale svolta in questi anni è stata realizzata attraverso rilievi agronomici in campo (fasi fenologiche e dati produttivi), microvinificazioni per singolo vitigno e prove di valutazione della resistenza alle patologie (oidio e peronospora), prettamente mirate alla verifica della risposta enologica e all’iscrizione nei registri. Al momento, visto l’interesse della filiera vitivinicola regionale per il tema, la sperimentazione di Arsial sui vitigni resistenti sta proseguendo su altre 10 varietà, messe a dimora nella primavera del 2022nel vigneto della biodiversità dell’azienda di Velletri: Pinot Iskra b., Pinot Kors n., Volturnis n., Kersus b., Souvignier Gris b., Johanniter b., Bronner b., Prior n., Poloskei Muskotaly b., Vitigno sigla 72.096. Inoltre, sempre nel quadro delle attività orientate all’attuazione della nuova politica agricola UE (New Green Deal Europeo), Arsial e Crea VE hanno avviato, tra i primi in Italia, un percorso di miglioramento genetico finalizzato ad ottenere vitigni resistenti a partire da vitigni autoctoni. Nello specifico, ceppi di Malvasia del Lazio e Cesanese di Affile, due tra gli autoctoni di maggior pregio di questa regione.

Per saperne di più:

•           Vino Sapiens
•           CIVIT
•           ARSIAL LAZIO


Comunicazione
VINO SAPIENS
Diana Daneluz
e-mail: dianadaneluz410@gmail.com

Burano (Venezia), Museo del Merletto: Biennale del merletto 2024. Fragile Stories

Dal 14 giugno 2024 all’8 gennaio 2025, Fondazione Musei Civici di Venezia presenta la nuova edizione della Biennale del Merletto al Museo del Merletto di Burano. 
Una rassegna internazionale con una mostra, un concorso, incontri e convegni per raccontare, trasmettere, vivere, celebrare l’arte dell’isola veneziana e la sua eredità.

Una mostra con due voci contemporanee Mandy Bonnell e Kelly Déirdre, e le loro interpretazioni sulla storia, il valore dialogico, estetico e storico dell’arte del merletto, tradotte in opere su carta; una serie di incontri per scoprire da vicino la tradizione, le eredi, la trasmissione della conoscenza e dei saperi con i Venerdì del Merletto; un convegno nazionale che riunisce i maggiori esperti del settore. Questi gli appuntamenti che animano questa nuova edizione della Biennale del Merletto, promossa da Fondazione Musei Civici al Museo di Burano, a cura di Chiara Squarcina.

Biennale del merletto 2024
Fragile Stories
Burano (Ve), Museo del Merletto
14 giugno 2024 – 8 gennaio 2025

Il Museo del Merletto di Burano ospita FRAGILE STORIES con opere di Mandy Bonnell e Kelly Déirdre, e una conversazione ideale con le merlettaie che, toccando questioni di fragilità e durabilità, si traduce in opere realizzate con preziosi trafori ritagliati su carte pregiate e mappe geografiche, evocando le forme, le trame, utilizzando il linguaggio estetico del merletto, abbracciando e partecipando alla ricca creatività delle donne eredi di questa tradizione.  

Due autrici unite dall’energia collettiva del lavoro femminile attraverso traduzioni, interpretazioni e reiterazioni della ricca collezione di imparaticci e disegni per merletti conservati nell’archivio del Museo di Palazzo Mocenigo e nella collezione del Museo del Merletto a BuranoFragile Stories presenta una serie di opere scandite da una dettagliata complessità derivata da stampe, disegni e libri d’artista che evocano assenze e presenze, alludendo alla perfezione dei fili intrecciati.

La lavorazione del merletto veneziano come tradizionale attività artigianale ed economica femminile è diventata l’incarnazione del patrimonio sociale e culturale delle isole di Venezia: a ciò le artiste Mandy Bonnell e Déirdre Kelly rendono omaggio, mirando a dare una voce duratura a questa memoria culturale. Interagendo con le tradizioni delle merlettaie di Burano, Bonnell e Kelly hanno trovato il modo di raccontare storie intrecciate ed evocare viaggi, sovrapponendo nuove tecniche ad antichi mestieri. 

La giornata del 14 giugno è l’occasione, inoltre, per la premiazione del 10° Concorso nazionale di merletto ad ago e di merletto a fuselli, dedicato quest’anno al tema La favola intesa non solo come rimando ai racconti di Esopo, Fedro, Jean de La Fontaine, i fratelli Grimm, Charles Perrault e Gianni Rodari, ma anche e soprattutto come narrazione dall’importante valore educativo. 

Un concorso nato per promuovere a livello nazionale un’attività di alto artigianato che, oggi più che mai, rischia di scomparire. 

L’iniziativa rientra nel novero di attività che hanno lo scopo di mantenere vivo l’interesse, esecutivo e artistico nei confronti di una realtà che si declina in modo originale anche sul versante contemporaneo. Emerge così un nuovo ruolo del merletto che, come opera autonoma, abbandona la funzione di abbigliamento e arredo a favore di un’inedita espressività. Il concorso accoglie due categorie di lavoro, merletto ad ago e a fuselli, e due stili, antico e moderno. Tipica del merletto dell’isola veneziana di Burano è la lavorazione rigorosamente ad ago: i merletti originali di Burano si distinguono per l’estrema complessità del disegno e della tecnica, per l’utilizzo di fili molto sottili (di cotone, lino, seta, dorati o argentati) e per una lavorazione estremamente lunga, per la quale sono d’obbligo studio e applicazione pluridecennali. La lavorazione a fuselli, più veloce e tecnicamente meno impegnativa, è divenuta invece tipica, nell’ambito della laguna di Venezia, dei merletti di Pellestrina.  L’edizione 2024 ha visto l’inserimento di un ulteriore riconoscimento: il Premio Doretta Davanzo Poli, assegnato al miglior saggio inviato dedicato al tema Il futuro del Merletto.

Con dodici incontri dal 12 luglio al 27 settembre, tornano I venerdì del merletto al Museo di Palazzo Mocenigo; con le Maestre Merlettaie della Fondazione Andriana Marcello di Burano, del Gruppo Sacolà e…ciacola ad ago di Mestre, dell’Associazione A.C.S. Murazzo di Pellestrina e l’Associazione Il merletto di Chioggia, presenti per dare dimostrazione della lavorazione sia ad ago che a fuselli.


F R A G I L E S T O R I E S  
Biografie

Mandy Bonnell, nata nel Regno Unito nel 1957, si è formata presso il Gloucester College of Art e al Royal College of Art, conseguendo nel 1983 un Master of Arts in Printmaking.
Specializzata in disegno e stampa, all’inizio degli anni ’90 ha contribuito a creare, con il sostegno del British Council, un laboratorio di stampa autonomo a Lamu, in Kenya.
Ha ricercato le tradizioni in botanica ed erbari durante vari soggiorni, tra i quali all’Albers Foundation (2009 e 2014) e presso l’Oak Spring Garden Foundation (2023). 
I suoi libri d’artista e le collezioni uniche di disegni, collage e campioni botanici sono stati presentati alla mostra ‘Of Green Leaf Bird and Flower’ presso lo Yale Center for British Art (2014).
Bonnell è rappresentata dalla Eagle Gallery/EMH Arts di Londra.
Il suo lavoro è conservato in diverse importanti collezioni pubbliche. 

Nata a Londra nel 1962, nel 1984 ha conseguito il Master of Arts presso la Wimbledon School of Art ed è stata eletta membro della Royal Society of Painter Printmakers.
È stata direttrice e curatrice fondatrice della Hardware Gallery di Londra (1986-2003), luogo al centro del revival dei libri d’artista tra la ne degli anni ’80 e gli anni ’90.
Le sue opere sono conservate in numerose collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Dal 2012 è associata alla Ballinglen Visual Arts Foundation, in Irlanda.
Nel 2021 è diventata Companion of John Ruskin’s Guild of St George. Il suo ultimo progetto, ‘TRACERY, Venice and the Lakes Interlaced’, è stato ospitato a Brantwood, la casa di John Ruskin nel Lake District, in Inghilterra (2023).
Attualmente vive e lavora a Venezia.


Informazioni per la stampa
Fondazione Musei Civici di Venezia
Chiara Vedovetto 
con Alessandra Abbate 
press@fmcvenezia.it
tel. +39 041 2405225
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa
 
Con il supporto di 
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Roberta Barbaro
roberta@studioesseci.net