Mickael Cuillerat – L’avenir des villes-musées, l’exemple italien

La ville italienne semble fi gée dans un idéal passéiste, muséifiée pour sembler éternelle. Mais l’éternité n’est-elle pas un gage d’échec si l’on souhaite intégrer la ville dans les composantes de l’urbanité du XXIème siècle ? Venise semble être l’exemple parfait de cette mort progressive de la ville idéalement protegée. La protection du patrimoine, si complexe en Italie, n’est pourtant pas un gage de cristallisation de la ville ancienne. Cependant comment concilier modernité et patrimoine dans ces villes italiennes si atypiques ? D’autres villes italiennes comme Rome ou encore Gênes ont su adapter leur centre-ville historique aux ambitions de la ville contemporaine, tout en assurant une pérénnité au patrimoine ancien.Ce mémoire se veut être un portait de la ville ancienne au XXIème, à l’heure où le futur de celle-ci reste incertain mais pour laquelle il va falloir trouver des solutions viables pour reconstruire la ville sur elle-même.

IMMAGINE DI APERTURA – Genova: il bigo di Renzo Piano, foto tratta da pag. 4 del libro.

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C. Sodano, N. Santopuoli – Il concetto di paesaggio nella normativa italiana

Il concetto di paesaggio è stato evoluto nel tempo fino a giungere a un paesaggio culturale espresso nella Convenzione Europea del Paesaggio e nel Codice dei Beni Culturali italiano. Il percorso dal concetto ottocentesco di paesaggio come veduta a quello culturale è ripercorribile attraverso le norme di tutela italiane. Il dibattito italiano che si guarda alla fine dell’Ottocento, richiama il dibattito europeo sul tema della tutela del paesaggio che si svolgeranno negli anni anni e che guardano le leggi di tutela degli affari e delle lingue interpretando i miei intellettuali del tempo, tra i quali Alois Riegl e John Ruskin. Il contributo affronta il tema del paesaggio con la storia delle norme di tutela

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Irene Lisi: La visione dell’antico fra conoscenza e progetto

Il rapporto tra il “monumento” di architettura contemporanea e il monumento storico è esplicito in un accurato lavoro di analisi dei rapporti geometrici e di percezione visiva, che svelano interrelazioni inaspettate e puntuali fra i due elementi. L’innovativo metodo di ricerca mira a contestualizzare l’Ara Pacis all’interno della teca di Richard Meier. Non si tratta mai di tempo immerso nella realtà aumentata del viaggio nel presente dello spettatore odierno.

IMMAGINE DI APERTURA – L’Ara Pacis all’interno della teca di Richard Meier, foto tratta da pag. 62 del libro.

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F. Gasmi Issiakhem, G. Lotti, V. Frosini: Design et durabilité en Algérie et Italie

Design e sostenibilità tra Algeria e Italia: sfide, contributo e specificità. Un catalogo della mostra Quando il design italiano incontra il design algerino, Algeri, 2018. Design et durabilité entre l’Algérie et l’Italie: défis, contribution et spécificité. Un catalogo per l’esposizione Quand le design italien rencontre le design algérien, Alger, 2018.

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Geografie dell’abbandono: indagine del fenomeno

La tesi indaga il fenomeno della dismissione dei borghi in Italia, analizzando in una prima parte numeri, causa e situazione attuale del paese. L’obiettivo è quello di definire una metodologia di studio per le realtà che permetta di individuare le possibili strategie di riattivazione. La seconda parte riguarda l’applicazione di questa metodologia sul caso studio della Valle di Zeri, un comune che si trova nell’alta Toscana. I temi su cui si focalizzano la metodologia sono: lettura del contesto, ricostruzione storica, analisi delle risorse e lettura dei casi studio. L’analisi della situazione in corso il trend attuale dell’andamento della popolazione portandolo ad un progressivo incremento.

Politecnico di Milano – Facoltà di Architettura
Relatore: Gennaro Postiglione
Studente: Michela Bassanelli
Anno Accademico 2008-2009
IMMAGINE DI APERTURA: Civita, frazione di 11 abitanti del comune di Bagnoregio (Viterbo) – Foto tratta da pag.10 della pubblicazione.

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Alessandro Barbero spiega Marc Bloch, il più grande fra gli storici moderni

Marc Léopold Benjamin Bloch (Lione, 6 luglio 1886 – Lione, 16 giugno 1944) è stato uno storico e militare francese. Tra 1920 e 1926, con Lucien Febvre, tentò il progetto di lanciare una rivista internazionale di storia sociale ed economica comparata, con l’ambizione di sollecitare la partecipazione e gli scambi scientifici tra gli studiosi europei delle varie discipline. I due, in cerca di un curatore di elevato profilo accademico, si rivolsero nel 1921 a Henri Pirenne. Attraverso Pirenne, nel 1925, Bloch e Febvre contattarono l’American Historical Association, nella speranza di ottenere un finanziamento dal fondo intitolato a Laura Spelman Rockefeller. Il progetto naufragò, in parte per interessi nazionalistici da ambo le parti, ma non da ultimo per la riluttanza da parte di Bloch e di Febvre ad ammettere studiosi tedeschi nel comitato editoriale, nonostante il carattere internazionale della rivista.

Nel 1929, col «gruppo strasburghese» che includeva anche Febvre, Bloch fondò invece la rivista Annales d’histoire économique et sociale (dal 1994 chiamata Annales. Histoire, Sciences Sociales), il cui titolo era già di per sé una rottura con «la storia storicizzante», in auge in Francia grazie al positivismo. Bloch, uno dei primi storici francesi a interessarsi allo studio comparato delle civiltà e alla storia del pensiero (vista anche come storia antropologica), vi pubblicò nel periodo precedente alla guerra importanti articoli, centrati soprattutto sul feudalesimo, e brillanti note di lettura il cui apporto metodologico è rimasto vivo anche dopo la morte dell’autore e sino ai giorni nostri.

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Gli studenti italiani in viaggio tra i monumenti adottati

 

Il progetto La scuola adotta un monumento® della Fondazione Napoli Novantanove, nato a Napoli nel 1993, muove dal riconoscimento della centralità della scuola nella formazione della cultura e dei comportamenti dei cittadini ed individua nelle giovani generazioni il soggetto privilegiato per l’affermazione di una nuova consapevolezza del bene culturale. Significa imparare a riconoscere i beni culturali come emergenze monumentali e insieme manufatti antropologici, radicati nel tessuto culturale e sociale di una comunità, segno forte della sua identità e, al tempo stesso, veicolo di sentimenti di appartenenza, di solidarietà, di condivisione. La scuola adotta un monumento® si inserisce in tale prospettiva formativa indicando, quale strumento privilegiato per l’acquisizione delle proprie radici culturali e di atteggiamenti propositivi nei confronti del futuro, la conoscenza del bene culturale: “adottare un monumento non significa solo conoscerlo ma anche prenderlo sotto tutela spirituale e dunque sottrarlo all’oblio e al degrado, averne cura, tutelarne la conservazione, diffonderne la conoscenza, promuoverne la valorizzazione.” Nel 2018, anno Europeo del Patrimonio, la Fondazione compie 25 anni di intensa attività.

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GLI STUDENTI ITALIANI IN VIAGGIO TRA I MONUMENTI ADOTTATI

 

Il Risorgimento nella Collezione della Fondazione Cariplo

 

I decenni del Risorgimento, gli anni compresi tra la metà e la fine del XIX secolo, rappresentarono un momento di intensa vitalità e di rinnovamento dei mezzi espressivi dell’arte italiana. In quegli anni si succedettero repentinamente grandi avvenimenti, impensabili fino a poco tempo prima, che videro per la prima volta la partecipazione corale del popolo. Parallelamente si assistette nel mondo dell’arte a un profondo mutamento dei generi pittorici, dei temi, delle gerarchie e, soprattutto, alla nascita di una pittura ispirata alle vicende del Risorgimento in grado di competere con la pittura di stori­a internazionale.

Un importante nucleo di dipinti d’epoca e soggetto risorgimentale, attualmente nella Collezione della Fondazione Cariplo, racconta con straordinaria vivacità e intenso realismo questo momento cruciale della storia e dell’arte italiana.

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1859 – 1893 – PITTURA DEL RISORGIMENTO La Collezione della Fondazione Cariplo

 

Istituto Luce Cinecittà – Quegli anni lontani della dolce vita

 

Negli anni Cinquanta l’Italia scopre il benessere: non è una scoperta improvvisa, ma una conquista guadagnata dopo duri anni di lavoro. Di fronte alle devastazioni morali e materiali del fascismo e della guerra gli italiani danno il meglio di sé rimboccandosi le maniche e mostrando al mondo la propria tenacia e il proprio talento creativo, nel campo dell’industria come in quello dell’arte e dello spettacolo. Ideale momento chiave dell’intero periodo è il 1960, anno di uscita del film “La dolce vita” di Federico Fellini. Ma è poi così dolce la vita degli italiani?

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Ceramiche italiane dal medioevo ai giorni nostri: Guida alle collezioni

 

Sin dal Medioevo Faenza si distinse come centro ceramico di primaria importanza, tanto da legare il proprio nome alla tipologia che nei secoli maggiormente la contraddistinse, la maiolica per l’appunto, conosciuta dalla seconda metà del ‘500 in tutta Europa con il termine faÏence. In epoca medievale gli artefici faentini svilupparono una brillante fase “arcaica” con la produzione di maioliche (perlopiù boccali, ma anche albarelli, versatoi, ciotole, coppe, ecc.) dipinte nella caratteristica bicromia bruno manganese e verde “ramina” (più raramente blu) con un ricco repertorio decorativo di motivi zoomorfi, fitomorfi, epigrafici e araldici, questi ultimi spesso riferiti a famiglie e personaggi illustri della città. 

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