Pratiche relazionali: il cibo come legante sociale

 

Zygmunt Bauman ci ha ricordato la liquidità della nostra epoca. Nonostante ciò, si sta diffondendo una nuova voglia di condivisione e di socialità, cioè una nuova “voglia di comunità”. Manuel Castells sostiene che: «in un mondo di cambiamenti incontrollati, confusi, la gente tende a raggrupparsi attorno alle identità primarie: religiose, etniche, territoriali, nazionali. In un mondo di flussi globali, di ricchezza, di potere di immagini, la ricerca dell’identità, collettiva o individuale, conferita o costruita, diviene la fonte essenziale di senso sociale». Questo pensiero è sottinteso nelle pagine del libro che stiamo iniziando a leggere: Evelyn Leveghi, “Pratiche relazionali del cibo. Mangiare nell’epoca dei social“. Un libro per comprendere come il cibo sia diventato, oggi più di un tempo, legante sociale (da semplice nutrimento quale era), espressione di umanità, opportunità di relazioni e di condivisioni. Tutto ciò in contrapposizione al nichilismo intellettuale, allo scetticismo collettivo, al cinismo istituzionale, che hanno contraddistinto gli anni dell’età moderna e contemporanea.

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