In uno scritto del 1758, vengono riportate informazioni sul consumo alimentare della città di Napoli. A quella data risulterebbe un consumo di 140.000 tomoli di pasta, mentre il quantitativo di farina per la lavorazione del pane è di 300.000 tomoli. I dati sono riferiti ad una popolazione di 350.000 persone. Quindi la produzione del pane risulta il doppio di quella della pasta. C’è da chiedersi il perché di un modo di dire che vuole i napoletani come “mangiamaccheroni”. Forse perché i turisti a Napoli, passeggiando per le strade, occupate anche da pasta stesa al sole, potevano mangiare un piatto di pasta condita con formaggio grattugiato, direttamente sul posto con le mani. Il tutto pagando poco.
I maccheroni con sopra una salsa di pomodoro, oppure un timballo di maccheroni, diventeranno il simbolo della città partenopea, icona dell’Italian food. Guarda caso a Napoli è stata inventata la pizza, chiamata, appunto, “pizza napoletana”. Dalle ricette più semplici a quelle più raffinate e complesse, la cucina italiana si differenzia da tutte le altre cucine del mondo intero, anche per la pasta molto apprezzata ovunque.