William Turner – La modernità si affacciava sulla scena del mondo

 

È la prima volta che le opere di William Turner sono in mostra a Roma, raccolte da David Blayney Brown per esporle al Chiostro del Bramante dal 22 marzo al 26 agosto 2018 con il titolo “TURNER, Opere della Tate”. Sono, infatti, provenienti dalla Tate Britain di Londra; ma in realtà giungono a noi direttamente dallo studio personale dell’artista, che non volle vendere, quanto donarle all’Inghilterra come lascito testamentario. Secondo il suo amico ed estimatore, John Ruskin, sono state realizzate negli anni per il suo “proprio diletto”. Rievocazioni di viaggi, vedute paesaggistiche fissate col pennello, emozioni dell’animo suscitate nel corso dei suoi soggiorni all’estero. Ruskin era solo uno degli illustri e colti intenditori che frequentavano costantemente il suo studio al numero 64 di Harley Street di Londra. Il duca di Bridgewater o Sir John Leicester avranno visto e commentato le oltre novanta opere esposte oggi a Roma: schizzi, studi, acquerelli, disegni e naturalmente dipinti ad olio. In inverno l’estroso pittore si chiudeva fra le pareti avvolgenti dello studio per trasferire su tela i ricordi di quanto gli si era impresso nella memoria dal vivo. Quando la bella stagione affiorava, prendeva a lavorare all’aria aperta. Allora, era possibile vedere in giro un ometto di poche parole, di bassa statura, robusto, sbrindellato. Anche se nel proprio ritratto giovanile sembra tutt’altra persona. Quest’uomo con tavolozza e cavalletto a spalla spaziava dai dintorni della sua residenza a mezza Europa. Disponeva il cavalletto dove percepiva una scena che lo colpiva, come il mare in tempesta o un rudere monumentale.

Davanti alle rovine di un acquedotto romano, “eterna” la Città Eterna. Qualcuno che mastica di pittura, da queste poche parole lette, si sarà ricordato degli impressionisti; si dedicavano anche loro alla pittura “en plain air”, solo che William Turner molto prima di loro ha colto modernamente la realtà che si presentava al suo sguardo curioso. Restituiva, con pennellate irrequiete, bagliori di luci e oscurità di ombre, lo scorrere o l’agitarsi dell’acqua, lo sfrecciare di un treno in una nuvola di fumo. Tutto questo lo dipingeva in modo libero, svincolato dal “controllo” che all’epoca la Royal Academy esercitava sugli artisti ammessi fra i suoi soci, come era lui stesso, ma dai quali spesso si dissociava per quel suo carattere indipendente che lo portava a dipingere a modo suo. Non era, perciò, un pittore alla moda, né era ben accetto dalla critica; anzi era oggetto di biasimi e allusioni, sui giornali dell’epoca. Questo però non gli precludeva dal rimanere sempre attratto dal giusto prezzo a cui vendere le proprie opere. E le opere di Roma sono proprio alcune di quelle invendute, perché non pagate secondo quanto da lui richiesto. Il fatto è che quelle vedute colte nei suoi viaggi affascinavano i contemporanei come luoghi esotici. Nell’agosto del 1818 è in Italia: Torino, Milano, Venezia, Roma, Napoli. Ammira i maestri della pittura nei musei, nelle chiese e nei palazzi dell’aristocrazia. Ed oggi a sua volta si fa ammirare da un pubblico incantato, perché è come scoprire il passato: non solo con gli occhi dei pittori, ma con la loro stessa sensibilità percettiva, come in quel suo acquarello nel quale ritrae Venezia e la laguna al tramonto. Turner lo dipingeva nel 1840, ma a noi tutti ricorda Claude Monet che nel 1872 rappresentava la sua evanescente impressione al levar del sole (Impression, soleil levant, al Musée Marmottan Monet di Parigi). Monet, col suo quadro connoterà la strada lungimirante, aperta molti anni prima da pittori come William Turner e non solo da lui. La modernità si affacciava sulla scena del mondo.

 

JOSEPH MALLORD WILLIAM TURNER (Londra, 23 aprile 1775 – Chelsea, 19 dicembre 1851) è stato un pittore e incisore inglese. Appartenente al movimento romantico, il suo stile pose le basi per la nascita dell’Impressionismo. Benché ai suoi tempi fosse visto come una figura controversa, Turner è oggi considerato l’artista che elevò la pittura paesaggistica ad un livello tale da poter competere con la più blasonata pittura storica. Famoso per le sue opere ad olio, Turner fu anche uno dei più grandi maestri britannici nella realizzazione di paesaggi all’acquerello, e meritò il soprannome di «pittore della luce». (Da Wikipedia, l’enciclopedia libera).

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Turner in Italia – Roma la folgorazione

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