L’Italia della Green Economia nei nuovi scenari globali

 

Oggi la parola d’ordine, ripetuta con insistenza in ogni circostanza, è crescita, per uscire dalla crisi economica e finanziaria legata al debito pubblico, allontanando lo spettro della bancarotta. Alla crescita, però va data una precisa direzione di marcia verso la sostenibilità, che tenga conto dell’ambiente, delle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie pulite e più efficienti e della necessità di un’innovazione sociale orientata all’equità. 

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Franklin Foer – I nuovi poteri forti

 

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Senza soffermarci troppo a riflettere sulle conseguenze, nell’ultimo decennio abbiamo accolto con entusiasmo i prodotti e i servizi di alcune grandi aziende: facciamo acquisti su Amazon, socializziamo su Facebook, ci affidiamo a Google per ogni tipo di informazione e Apple ci fornisce gli strumenti digitali. Queste aziende ci hanno venduto (spesso regalato) la loro efficienza e le loro idee asserendo di voler migliorare la nostra vita e la diffusione della conoscenza, ma in realtà puntavano a un unico obiettivo: ottenere il monopolio assoluto del loro mercato. 

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Frédéric Gros – Andare a piedi

 

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Camminare è sicuramente una delle azioni più comuni delle nostre vite. Ma Frédéric Gros, con un libro originale e delicato, ci fa riscoprire la bellezza e la profondità di questo semplice gesto e il senso di libertà, di crescita interiore e di scoperta che esso può riuscire a suscitare in ciascuno di noi. Attraverso la riflessione e il racconto magistrale delle vite di grandi camminatori del passato – da Nietzsche a Rousseau, da Proust a Gandhi che in questo modo hanno costruito e perfezionato i propri pensieri –, Andare a piedi propone un percorso ricco di curiosità, capace di far pensare e appassionare.

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Partenone: il tempio dedicato ad Atena nubile e vergine

 

La storia del Partenone è lunga più di duemila anni e comprende numerose trasformazioni: costruito nel V secolo a.C. come tempio di Atena, nel V secolo d.C., cioè nel periodo bizantino, fu trasformato in una chiesa cristiana, infatti molte sculture e molti edifici dedicati a divinità pagane vennero distrutti. Nel XV secolo divenne una moschea, nel 1687 fu usato come polveriera e venne in parte distrutto da un colpo di mortaio veneziano; nei secoli successivi gran parte delle sue sculture furono asportate, soprattutto da lord Elgin nel 1801. Oggi il Partenone è visitabile e vi giungono ogni anno milioni di turisti.

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Ercolano: la città di Ercole sepolta da una nube piroclastica

 

“Roma, una città un impero” è una rivista degna di attenzione, dedicata a monografie su opere tutelate dalla soprintendenza di Roma. Ha interrotto da tempo le proprie pubblicazioni ed è un vero peccato. In questo numero leggiamo una serie di articoli interessanti e, fra questi, uno dedicato alla scoperta di Ercolano.

Pur essendo meno famosi degli scavi di Pompei gli scavi di Ercolano ne rappresentano il naturale completamento. Gli scavi dei due antichi insediamenti, pur mostrando città romane dello stesso periodo, presentano delle differenze sostanziali che impongono al turista attento una visita ad entrambe. Pompei è stata dissepolta quasi completamente e per questo offre una visione di insieme su come poteva essere una antica città romana sotto il regno di Tiberio. L’antica Ercolano invece non è stata completamente dissepolta perché sullo stesso territorio sorge la città nuova, mancano infatti all’appello molti edifici pubblici, ma i dettagli sono molto meglio conservati. Infatti la cittadina di Ercolano fu sepolta da una nube ardente, che i geologi chiamano nube piroclastica, la cui temperatura superava di molto i 100° e che trascinava anche frammenti di rocce vulcaniche e pomice ridotti a forma liquida. Raffreddandosi, queste polveri assunsero l’aspetto di una fanghiglia capace di insinuarsi e penetrare in ogni interstizio, impedendo la decomposizione di materiali come legno e stoffa che erano stati carbonizzati ma non distrutti dall’improvviso enorme calore. 

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Storytelling digitale e musei scientifici inclusivi

 

La pubblicazione ” Storie per i musei – Storytelling digitale e musei scientifici inclusivi: un progetto europeo” è il resoconto dell’attività e della ricerca di due anni del progetto “Diamond: Dialoguing museum for a new cultural democracy” d’ispirazione per altri musei e associazioni che lavorano per allargare la partecipazione alla cultura anche con l’uso delle nuove tecnologie. Il principio ispiratore di questo progetto è il riconoscimento del valore del patrimonio culturale come settore strategico per la politica comunitaria, dal momento che è considerato un elemento di integrazione tra le diverse anime che formano l’Europa, attraverso la conoscenza e la valorizzazione di differenze e similitudini delle culture e delle tradizioni locali e nazionali.

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Cottura della pasta? Il tempo necessario per due paternostri

 

La pasta, nel periodo medievale, era cotta principalmente nel brodo, che poteva essere di cappone o di carne. Sembra che in periodo quaresimale fosse cotta direttamente in acqua. Esistono documenti che ci parlano di pasta cotta nel latte. Si evidenziano, infatti, i “vermicelli cum lacte”.  La pasta si immergeva, anche allora, quando l’acqua era in fase di ebollizione. Ma è sui tempi di cottura che i dati non tornano. Alcuni manoscritti parlano di un’ora di cottura, altri di due ore. È d’obbligo diffidare di queste informazioni. Infatti, per quanto riguarda la pasta ripiena i dati cambiano. Martino consiglia di bollirli per il tempo necessario per dire due paternostri (altri quattro). I ravioli vanno cotti, comunque, lentamente, affinché non si rompano. La rapidità era consigliata per i ravioli “ignudi”. Il testo di Martino, con i dati riferiti, ci conferma la sua abilità e, soprattutto, il controllo sapiente di tutte le fasi di lavorazione di una buona pasta ripiena.

I dati, se confermati, proverebbero l’ipotesi che, al tempo, la pasta veniva gustata molto cotta, cioè “fondente”, per eliminare l’amido che conteneva. Un proverbio del tempo, infatti, recitava: “grosso come l’acqua dei maccheroni”. L’acqua di cottura, era senza sale, molta per quantità, torbida e collosa. A questo si aggiunge che all’epoca, grosso significava sciocco. Per cui il proverbio indicava una persona sciocca, che si lasciava abbindolare facilmente. Sembra che il significato del proverbio sia confermato nella Lettera in proverbi del Vignali, del 1557.
È comunque assodato che i tempi di cottura della pasta fossero lunghissimi. Il cuoco Martino suggeriva di cuocerla circa mezz’ora ”perché ogni pasta volle essere ben cotta”.
Questo accadeva, non solo per un problema di gusto, ma soprattutto, in campo medico. Si riteneva infatti che la pasta poco cotta procurasse costipazioni o la calcolosi renale. Un medico del XIII secolo, Arnaldi di Villanova, consigliava di “farla cuocere a lungo e servirla con molto latte di mandorle”. Tale modalità tecnica (della pasta scotta) rimase nell’usanza per alcuni secoli, per poi variare. Nei trattati di cucina del Rinascimento, la cottura non è precisata, ma dai testi si suppone sia la stessa del periodo medievale. Ma già Scappi, successivamente, consiglia mezz’ora (dimezzando i tempi) per una minestra di maccheroni alla romanesca. Terminata verrà posta sul piatto in tre strati, conditi con formaggio grattugiato, zucchero e cannella (quindi un gusto dolce). Dopo di ché, la pietanza andava stufata lentamente con il calore basso della cenere, per un’altra mezz’ora. Questa tecnica era utilizzata anche, nel XVII secolo, dai cuochi francesi.

La pasta “fondente”, cioè molto scotta, riportata anche da Romoli, inizia a variare con il XVII secolo, con una progressiva diminuzione dei tempi di cottura, allora così lunghi. Giovanni del Turco, musicista fiorentino, iniziò a rivedere le ricette del maestro Scappi. Parlando di cottura, il musicista, una volta cotta “a punto” la pasta, suggerisce di fermare l’ebollizione dell’acqua della pentola, con l’aggiunta di acqua fredda, per far rinvenire i maccheroni e renderli più corposi. Naturalmente, raccolse molte critiche dai grandi cuochi del tempo. La cottura della pasta, alla fine del XVII secolo, diventò una fase da migliorare. Gli chef si misero al lavoro, variando le modalità della cottura. Antonio Latini confeziona i suoi tagliolini di monica, cioè fatti nei conventi dalle suore. Sono cotti nel brodo, ma per breve tempo, essendo molto sottili. Nel Cuoco piemontese, libro del 1766, le tagliatelle fresche, invece, devono passare dall’acqua bollente velocemente all’acqua fredda. Condite con burro e formaggio grattugiato, indi gratinate al forno. Anche un altro cuoco, Francesco Chapusot, divide la cottura in due fasi. Per primo, le tagliatelle devono cuocere in acqua bollente, per 10 minuti circa, poi condite e, infine, mantecate sulla brace, per altri 10 minuti.

UE: confronto a Napoli sulla Macroregione del Mediterraneo Occidentale

 

Il 7 settembre dibattito sulle politiche di intervento

   (ANSA) – NAPOLI, 28 AGO – Politiche di cooperazione europee ed euromediterranee per la cultura, la tutela ambientale, la ricerca scientifica, l’innovazione, i sistemi energetici, la connettività territoriale, la mobilitàurbana sostenibile, e dunque lo sviluppo socioeconomico della terra meridionale e dei Paesi rivieraschi del Mediterraneo centro occidentale: come e quali gli strumenti per garantire una proficua ed utile partecipazione delle Autoritàregionali, locali e dei cittadini? Questi i temi principali trattati nella pubblicazione “Per la Macroregione occidentale” di Renato D’Amico e Andrea Piraino (Franco Angeli, editore) che sarà presentata venerdi 7 settembre, alle 9:30, nella Stazione Marittima del porto di Napoli. L’evento, rileva una nota, “rientra nella fase di preparazione del Forum in programma per la terza decade di ottobre a Napoli dal titolo: “Per la Macroregione de Mediterraneo occidentale”. L’appuntamento è organizzato da Paolo Pantani, presidente emerito di Acli Beni Culturali, Stanislao Napolano, presidente dell’Associazione Carlo Filangieri, Giordano Editore e quotidiano online Il Denaro.it.”. Gli autori sono Renato D’Amico, professore ordinario di Scienza della politica nell’Università degli Studi di Catania e Andrea Piraino, professore ordinario di Diritto costituzionale nell’Università degli Studi di Palermo. All’incontro, moderato da Alfonso Ruffo, direttore de “Il Denaro”, parteciperanno rappresentanti delle istituzioni, esponenti del mondo politico ed accademico.

PRESENTAZIONE LIBRO “PER LA MACROREGIONE DEL MEDITERRANEO OCCIDENTALE
A CURA DI RENATO D’AMICO E ANDREA PIRAINO, FRANCO ANGELI

INTERVENTI
modera ALFONSO RUFFO, Direttore de “Il Denaro”
ore 9.30 – LUIGI DE MAGISTRIS – Saluti
ore 9.45 – PAOLO PANTANI– Apertura dei lavori
ore 10.00 – ROCCO GIORDANO – Logistica e sistemi dei trasporti della Macroregione
ore 10.15 – AMARILIS GUTIERREZ GRAFFE – Scambi internazionali
ore 10.30 – ALBERTO CAMMARATA – Unione Europea e Macroregioni
ore 10.45 – ALESSANDRO CITARELLA – Le istanze meridionaliste nelle costituenti macroaree
ore 11.00 – PIETRO SPIRITO – Sistema portuale integrato nel Mediterraneo
ore 11.15 – STANISLAO NAPOLANO – Macroregione Mezzogiorno e Macroregione Mediterraneo Occ.
ore 11.30 – PASQUALE GALLIFUOCO – Geografia della Macroregione Mediterraneo Occidentale
ore 11.45 – PASQUALE ORLANDO – Il Mediterraneo Occidentale come coesione tra i popoli
ore 12.00 – DOMENICO DE CRESCENZO – I professionisti e la nuova realtà del federalismo macroregionale
ore 12.15 – ROBERTO ROSSINI – La promozione sociale nelle macroregioni
ore 12.30 – VINCENZO MENNA – Le fondazioni e le strategie macroregionali
ore 12. 45 – VITO GRASSI – La macroregione del Mediterraneo Occidentale e l’interesse degli industriali campani
ore 13.00 – SANDRO STAIANO – Il federalismo solidale
ore 13.15 – STELIO MANGIAMELI – La ricerca scientifica e le strategie macro regionali
ore 13.30 – CARLO AMIRANTE – La questione sociale del Mediterraneo occidentale
ore 13.45 – ADRIANO GIANNOLA – Le attività produttive integrate del Mezzogiorno
ore 14.00 – GERARDO BIANCO – La storia del Mezzogiorno d’Italia e i suoi interessi
ore 14.15 – PASQUALE PERSICO – Le zone interne e le strategie macroregionali
ore 14.30 – ANDREA COZZOLINO – La riforma dei fondi strutturali
ore 14.45 – ROSA D’AMELIO – Gli interessi della Regione Campania nei contesti macroregionali
RELATORI
CARLO AMIRANTE, Costituzionalista, Federico II
GERARDO BIANCO, Presidente Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia
ALBERTO CAMMARATA, Head of the Political, European Integration and Trade Section of the EU Delegation (Invitato)
ALESSANDRO CITARELLA – Segretario Generale dei Meridionalisti Democratici
ANDREA COZZOLINO, Vicepresidente della Commissione Europea per lo sviluppo regionale – Portavoce del Parlamento Europeo per la riforma dei Fondi Strutturali.
ROSA D’AMELIO, Presidente Consiglio Regionale della Campania
DOMENICO DE CRESCENZO, Presidente della Consulta degli Ordini e dei Collegi di Napoli e della Campania (Invitato)
LUIGI DE MAGISTRIS, Sindaco della Città Metropolitana di Napoli (Invitato)
PASQUALE GALLIFUOCO, Geografo – Acli Beni Culturali
ADRIANO GIANNOLA, Presidente SVIMEZ
ROCCO GIORDANO, Presidente Giordano Editore
VITO GRASSI, Presidente Unione Industriali Napoli – Presidente Confindustria Campania
AMARILIS GUTIERREZ GRAFFE, Console Generale della Repubblica Bolivariana del Venezuela a Napoli e Console Generale Decano del Corpo Diplomatico di Napoli (Invitata)
STELIO MANGIAMELI, Direttore dell’ISSiRFA – CNR
VINCENZO MENNA, Direttore della Fondazione “Achille Grandi”
STANISLAO NAPOLANO, Presidente Associazione “Carlo Filangieri”
PASQUALE ORLANDO, Dirigente Nazionale F.A.P. Acli – Curatore Rivista “Risorsa Mezzogiorno”
PAOLO PANTANI, Presidente Emerito Acli Beni Culturali – Coordinatore del Forum di Ottobre “Macroregione del Mediterraneo Occidentale”
PASQUALE PERSICO, Economista, Università di Salerno
ROBERTO ROSSINI, Presidente Nazionale delle ACLI
PIETRO SPIRITO, Presidente Autorità di Sistema Portuale del Mare Tirreno Centrale
SANDRO STAIANO, Costituzionalista, Federico II, componente della Rivista “Federalismi”
CONCLUSIONI
degli autori RENATO D’AMICO e ANDREA PIRAINO
RENATO D’AMICO, professore ordinario di scienza politica all’Università degli Studi di Catania, dove insegna Scienza della amministrazione e Analisi delle politiche pubbliche tra le sue più recenti pubblicazioni: Il rapporto tra Governo e Assemblea nella Regione Siciliana (2015) Politiche europee e prove di sviluppo locale in Sicilia (2015); L’Università dalla prima alla terza missione: il contributo della didattica di “terzo livello” (2017)
ANDREA PIRAINO, professore ordinario di Diritto costituzionale all’Università degli Studi di Palermo. E’ stato assessore del Governo della Regione siciliana e segretario generale dell’Anci Sicilia. Tra le più più recenti pubblicazioni: L’autonomia federale nella azione e nel pensiero sturziano (2015); La controriforma della riforma costituzionale (2016); La politica ed il bene comune. Fine di un rapporto? (2016); Un nuovo comune policentrico nella nuova Italia (2017).

 

Laetitia Colombani – La treccia

 

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A un primo sguardo, niente unisce Smita, Giulia e Sarah. Smita vive in un villaggio indiano, incatenata alla sua condizione d’intoccabile. Giulia abita a Palermo e lavora per il padre, proprietario di uno storico laboratorio in cui si realizzano parrucche con capelli veri. Sarah è un avvocato di Montréal che ha sacrificato affetti e sogni sull’altare della carriera. Eppure queste tre donne condividono lo stesso coraggio.

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Jamie Ford – L’aroma nascosto del tè

 

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Seattle, 1962. Per Ernest Young la storia sembra destinata a ripetersi. Sono passati più di cinquant’anni dall’ultima volta che ha visitato l’Esposizione universale, ma nulla è cambiato. Oggi come allora c’è il padiglione della lotteria, su cui svetta una bandiera gialla e viola. A Ernest basta vederla stagliarsi nel cielo azzurro per sentirsi di nuovo nel lontano 1909. Per lui, appena sbarcato in America dalla Cina a soli dodici anni, quella bandiera è un simbolo di speranza e libertà.

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