Adolfo, continua a raccontare della Sunday law

 

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Sono nel salotto buono di Adolfo Rossi, che pochi conosceranno come giornalista del Corriere della Sera e ancor meno come direttore del Progresso italo-americano, quotidiano statunitense in lingua italiana pubblicato a New York che nei tempi d’oro ha raggiunto la tiratura di ben centomila copie giornaliere. Detto in una parola, il suo quotidiano avrebbe potuto riportare la testata Italians, come la rubrica di Beppe Severgnini, perché non c’era un italiano residente nella grande mela che non lo leggesse. Nei suoi libri ha descritto l’America, come quella delle famiglie arricchitesi con le ferrovie, come da noi oggi possono essersi arricchite con le autostrade. Ma non è di questo che stavamo discorrendo prima della nostra pausa caffè.

Nella pagina precedente raccontavi storie semplici, scaturite dalla vita quotidiana dei tuoi tempi, soggetta a certe leggi astruse. Hai parlato in particolare delle leggi domenicali così come erano applicate a New York, nulla in confronto a come erano applicate New-Haven nel Connecticut.

Quello Stato era già famoso da un pezzo per le sue blue laws. Eccone una pagina: – Nessuno potrà dare il suo voto se non è iscritto in una chiesa di questo dominio. Nessuno camminerà in giorno festivo o passeggerà nel suo giardino o altrove, eccetto che, con compunzione, dalla sua casa alla chiesa e viceversa. Nessuno viaggerà, cuocerà cibi, rifarà letti, spazzerà case, si taglierà i capelli o si farà la barba in giorno festivo. Nessuna donna bacerà i suoi figliuoli nei giorni consacrati dalla Chiesa a pregare il Signore.

Leggi terribilmente restrittive, tanto da sembrare delle imposizioni inquisitoriali. Ci si può giungere anche all’improvviso, quando la società sembrerebbe indirizzata in tutt’altro verso. Anche oggi. Basterebbe leggere certe esternazioni dei “castigatori della tastiera”, che sui Social puntualizzano su tutto, dall’alto della propria ignoranza. Così come basterebbe che qualche Gran manipolatore sapesse usare il clangore delle buccine per cantare una nuova messa.

Senti un po’ quello che toccò a Sara Tuttle e a Jacob Newton per aver osato di trasgredire al “codice blue”. Sara era una buona ragazza, nella primavera della vita, che aveva una gran voglia di prendere marito ed era innamorata di Jacob, un povero e bravo giovinetto del vicinato. Avrebbe voluto fare all’amore con lui, ma il pudore le impediva di essere la prima a parlare, e, da parte sua, il giovinotto non ardiva di farsi avanti perché Sara era troppo ricca per lui. Ma in questi casi, ove manca il coraggio dell’uomo, supplisce l’astuzia della donna.

Una domenica mattina Sara incontrò Jacob per la strada, e, per trovar modo d’attaccar discorso, lasciò cadere i guanti fingendo di non avvedersene. Jacob li raccolse e disse sorridendo a Sara: —Se li volete, desidero una ricompensa. —Ma io non ho denaro con me —rispose la biricchina.— Che cosa posso fare per voi? Jacob mise insieme tutto il suo coraggio e disse: —Vorrei un bacio!

Sara non se lo fece dire due volte e lo baciò. Una pinzochera ingiallita e invecchiata nel desiderio di baci che non aveva mai ottenuti, osservò e denunziò il fatto. E i due colpevoli furono citati davanti al competente magistrato, il quale li condannò a pagare la multa.

Può essere assurdo, ma questa è realtà storica. È vero, fa parte di un tempo tanto distante che parrebbe inverosimile che si ripetesse. Questo, però, è il timore costante. Potrei fare un lungo elenco di film o romanzi sul tema di un futuro distopico; tuttavia il tuo resoconto dei fatti è la testimonianza diretta che l’irrazionale è sempre in agguato. Ma torniamo alla capitale del Connecticut.

Una domenica di novembre del 1883 mi recai a New-Haven a trovare un amico. Da New-York si andava a New-Haven in un paio d’ore, attraversando, fra gli altri paesi, Bridgeport, la patria di Barnum, dove il famoso showman teneva i suoi quartieri d’inverno pieni di cavalli e di bestie feroci. Da quelle stalle, per far parlare di sé, di tanto in tanto Barnum lasciava scappare qualche elefante che scorrazzava per i campi circostanti e rovesciava parecchie siepi, affinché non languisse la cronaca dei giornali locali.

New-Haven, a quei tempi, contava più di sessantamila abitanti, ma era tranquilla come un villaggio; strade belle e larghe, fiancheggiate da filari d’alberi, quasi tutte di legno, piccole, eleganti e simpatiche come tante palazzine di villeggiatura. È rinomata per la Yale University … e per la severità con cui si osserva il riposo della domenica.

Il Yale Colege è oggigiorno uno dei più rinomati e importanti degli Stati Uniti, la terza istituzione universitaria più antica, fondata nel 1701. Quindi la città dovrebbe essere un centro nevralgico di cultura superiore. All’epoca c’era anche una colonia italiana che contava circa un migliaio e mezzo di pacifici e laboriosi operai, assai ben visti dalla popolazione.

Quasi tutti lavoravano nelle numerose fabbriche di carrozze e di oggetti di gomma. Per provare il buon conto, il Municipio aprì per essi una scuola nella quale si davano lezioni gratuite serali d’inglese. Straordinario è il numero di chiese d’ogni culto. Nel solo centro della città ne sorgono cinque, a pochi passi l’una dall’altra. Uno dei punti più belli di New-Haven è dove la città finisce sulla riva del Sound. A levante sorgono alcune collinette e a ponente si stendono fino a perdita d’occhio le acque calme del fiume, popolate di barche e di qualche schooner. Mentre io e l’amico tornavamo in città, facemmo quella domenica uno strano incontro. Ventun persone, fra uomini e donne, elegantemente vestiti, venivano condotti a New-Haven prigionieri, scortati da alcuni policemen. Gli arrestati appartenevano alla miglior società.

Di che cosa si erano resi colpevoli?

Ignorando che le autorità avevano deciso di rimettere in vigore le puritane blue laws, quei signori erano usciti a passeggiare come il solito di tutte le feste. Giunti a un certo punto vennero arrestati come contravventori alla legge sulla domenica, rinchiusi in una masseria come un branco di montoni, e condotti quindi tutti insieme a New-Haven. Tradotti davanti al giudice, alcuni furono rilasciati pagando una cauzione, altri trattenuti in prigione. Quella inattesa risurrezione di leggi cadute in disuso era dovuta alla richiesta degli abitanti della borgata di Foxon. Costoro si lagnavano che «quelli di New-Haven violavano costantemente la domenica passando in vettura a Foxon, con grande disappunto e scandalo dei buoni cittadini».

Anche riunirsi in comitiva e visitare i dintorni della città di domenica era da considerarsi vietato? Queste blue laws erano l’espressione di una visione locale e certamente trincerata verso il prossimo. Comico, ma vero!

È comico, piuttosto, il modo usato per fermare quelli che passavano. Il signor Thompson (che svolgeva il compito di constabile, un dirigente di polizia) aveva imboscato i suoi uomini in un punto in cui la strada era tutta coperta dalle noci che il vento aveva fatto cadere dalle piante circostanti. Come il malizioso constabile aveva preveduto, tutti quelli che arrivarono in carrozza a quel punto, vedendo le belle noci, scesero per riempirsene le saccocce. In quella sbucarono i policemen e li dichiararono in arresto.

E dire che oggi lamentiamo gli appostamenti degli autovelox!