Carl Larsson – Tra Natale e Capodanno

Ecco un Anno Nuovo, per ricominciare da capo; ecco un’ulteriore possibilità per sperare di realizzare tutto ciò che non siamo riusciti a fare durante l’anno appena trascorso. Nel giorno di festa accogliamo amici e parenti nella casa tirata a lucido come se fosse nuova, brindiamo, poi “al lume di candela” interroghiamo gli astri sul futuro. Una cosa è sicura: dobbiamo evitare che i sogni e le previsioni siano una inutile costruzione di carte e si trasformino in bolle di sapone. Come? Semplice: evitando di contare soltanto sulle aspettative piuttosto che sull’agire. Le cinque opere che abbiamo scelto (dipinte da Carl Larsson, Gerard van Honthorst, Gerard van Honthorst e Jean-Baptiste-Siméon Chardin), sembrano rappresentare i compiacimenti del giorno di festa e la mera illusione dell’Anno Nuovo. Auguri a tutti noi. Happy New Year.

Carl e Karin Larsson hanno combinato il nuovo design con le vecchie tradizioni. La praticità ha dettato il loro design d’interni, ma era ugualmente importante che i mobili e gli oggetti formassero un’armonia attraente. Questo ideale è stato anche propagato da altri, tra cui Ellen Key, che ha sostenuto le case in uno stile nuovo e leggero, nel suo saggio “Skönhet för alla” (Beauty for All) nel 1899. 

I Larsson si trasferirono a Lilla Hyttnäs, una casa nel Sundborn, durante l’estate del 1889. Qui, Carl e Karin hanno creato insieme gli interni che hanno reso famosa la loro abitazione, come modello del nuovo design. Karin ha progettato i mobili e i tessuti, che ha disegnato e ricamato. Un angolo studio era sistemato in uno dei corridoi; quando poi si è ampliato con uno spazio attiguo, questa stanza è diventata un laboratorio per tutta la famiglia.

Gli interni della casa di Larsson erano caratterizzati dalla semplicità rurale. Tuttavia, ogni dettaglio è stato accuratamente progettato, con influenze provenienti da Inghilterra, Scozia e Giappone. La cucina, che compare nell’acquerello, prima di tutto luogo per le faccende domestiche, non mostrava lo stesso stile moderno e il comfort del resto della casa. Permette, tuttavia, di godere dell’arte nuova che si va imponendo in tutta Europa.

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Piero Dorfles – Le palline di zucchero della Fata Turchina


Le avventure di Pinocchio è uno dei libri più noti al mondo: ogni anno si aggiungono nuove versioni teatrali, cinematografiche e a fumetti. I protagonisti – da Lucignolo al Grillo Parlante, da Mangiafoco al Gatto e la Volpe – sono entrati nell’immaginario collettivo a simboleggiare vizi e virtù del nostro paese. Ma qual è il segreto del suo successo? Perché il burattino nato dalle mani di Geppetto è diventato così popolare? Riportandoci come per incanto a spasso tra il Paese dei Balocchi e l’osteria del Gambero rosso, Piero Dorfles si conferma straordinario critico e divulgatore.

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Franco Fabbro – Identità culturale e violenza


Franco Fabbro ha studiato per decenni sotto il profilo neuroscientifico le due componenti identificative e coesive dei gruppi umani, ossia le lingue e le religioni: acquisite entrambe nelle prime età della vita, scolpiscono il cervello con analoghi meccanismi neurali, organizzandosi nella memoria implicita e determinando un’architettura neuropsicologica che differirà a seconda delle singole tradizioni. Questi marcatori culturali sono collegati ai sistemi emozionali, quindi alle reazioni difensive e aggressive. Allora, come mitigare gli aspetti violenti dell’identità culturale e preservarne al tempo stesso gli elementi che conferiscono «consistenza e spessore» agli esseri umani, come scrive il teologo Vito Mancuso nella Prefazione?

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La iatrochimica di Paracelso – 8/8

 

La iatrochimica, branca della chimica e della medicina, originatasi nel Rinascimento, sosteneva che la vita dipendesse dall’equilibrio tra elementi chimici e, quindi, la salute del corpo umano consisteva nell’equilibrio tra i vari fluidi corporei. Quindi la ricerca della chimica, applicata alla medicina, poteva trovare i rimedi farmacologici contro la malattia.
Le ricerche del famoso Paracelso, medico svizzero, e degli iatrochimici, inizialmente molto simili a quelle effettuate contemporaneamente dagli alchimisti, portarono all’individuazione di primi rimedi chimici, tra i quali anche di alcuni ancora oggi utilizzati. Ad esempio, tra questi, citiamo: la tintura di ferro, il laudano, il tartaro emetico, l’acetato ammonico, il colchino, l’etere solforico (o etere dietilico).
La iatrochimica, non ancora pienamente scienza, poggiava sul concetto di fluidi corporei, teorizzati molto tempo prima da Ippocrate. Fu definito, infatti, una scuola filosofica. Apertamente in contrasto con le pratiche mediche vigenti all’epoca, la iatrochimica scomparve proprio a causa delle moderne pratiche mediche, sviluppatesi seguentemente. Il suo periodo di massima diffusione che va dal 1525 al 1660.

La fine dell’Alchimia
Nel XVII secolo, l’Alchimia, ridotta a pseudo-scienza, denunciò la caratteristica filosofica delle sue teorie. Quella che era stata l’Ars magna, condivise lo stesso destino di altre teorie esoteriche, come l’astrologia e la cabala, apparentate tra loro semplicemente dalla superstizione. L’Alchimia si svalutò d’importanza ed uscì dagli studi universitari del tempo.
Tuttavia, il grande credito che l’Alchimia aveva goduto per millenni, non poteva scomparire da un momento all’altro. Soprattutto a livello popolare, non informato delle nuove scoperte scientifiche, l’alchimia continuò ad avere una grande diffusione. Gli alchimisti seguitavano ad avere doti di guaritori e detentori del grande sapere. Molti di questi scrissero libri sulla falsariga dei grandi alchimisti del passato, autocelebrandosi ed autoaffermandosi. Nacquero veri e propri manuali, come i cosiddetti “erbari dei falsi alchimisti”.
Con l’affermazione progressiva della scienza, nel tempo, l’alchimia perse ogni prestigio intellettuale, finendo per scomparire del tutto. Solo verso la fine dell’Ottocento e nei primi decenni del secolo successivo, l’alchimia venne riscoperta, ma più come fenomeno culturale del passato, non certo per la sua “scienza”. Tra le personalità che si interessarono ad essa, vi furono, tra gli altri, lo psicanalista Carl Gustav Jung, mentre tra i primi studiosi che si interessarono all’esoterismo e all’occultismo, e quindi di alchimia, vi furono Julius Evola e Giuliano Kremmerz.

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Quando guardavamo il mondo con occhi incantati

A Christmas Carol di Charles Dickens è ormai un classico senza il quale la festa sembrerebbe privata della gioia di leggere questo capolavoro letterario. Anche quest’anno noi di EXPERIENCES vogliamo farne omaggio ai visitatori delle nostre pagine. Per noi è il modo di ricordare quando quattro-amici-quattro guardavano il mondo con occhi incantati. Il Cantico di Natale, una delle opere più famose e popolari di Charles Dickens (1812-1870) è una storia fantastica sul ravvedimento dell’avaro e scontroso Scrooge, visitato nella notte di Natale dal defunto amico e socio d’affari Marley e dai tre fantasmi del Natale passato, Natale presente e Natale futuro. Il racconto è una critica sottile ed efficace dell’autore nei confronti della società dell’epoca soggetta alle problematiche della Poverty Law (Legge contro la povertà). Ma è anche una delle più celebri e coinvolgenti storie che sanno restituire lo spirito universale del Natale.

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Il Canto di Natale (A Christmas Carol, in Prose. Being a Ghost-Story of Christmas), noto anche come Cantico di Natale, Ballata di Natale o Racconto di Natale, è un romanzo breve di genere fantastico del 1843 di Charles Dickens (1812-1870), di cui è una delle opere più famose e popolari. È il più importante della serie dei Libri di Natale (The Christmas Books), una serie di storie che include anche Le campane (The Chimes, 1845), Il grillo del focolare (The Cricket on the Hearth, 1845), La battaglia della vita (The Battle for Life, 1846) e Il patto col fantasma (The Haunted Man, 1848). Il romanzo è uno degli esempi di critica di Dickens alla società ed è anche una delle più famose e commoventi storie sul Natale nel mondo. Narra della conversione del vecchio e tirchio Ebenezer Scrooge, visitato nella notte di Natale da tre spiriti (il Natale del passato, del presente e del futuro), preceduti da un’ammonizione dello spettro del defunto amico e collega Jacob Marley. Il Canto unisce al gusto del racconto gotico l’impegno nella lotta alla povertà e allo sfruttamento minorile, attaccando l’analfabetismo: problemi esasperati apparentemente proprio dalla Poor Law (Legge contro la povertà).

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L’innocente letizia sotto i rami dell’albero di Natale

In quanti modi un semplice albero di Natale può essere modellato in una spilla da indossare? Dalla raccolta qui pubblicata sembrerebbe che non ci siano limiti alla fantasia! Negli Stati Uniti l’usanza di indossare spille a forma di albero di Natale per le feste nasce subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, ed è una tradizione ancora molto viva ai nostri giorni. Molte spille sono di metallo non prezioso dorato o argentato, incastonate con pietre colorate, strass, cristalli Swarovski, poche sono quelle in sterling silver, lega composta dal 92,5 % di argento e dal 7,5% di rame. Alcune spille hanno forme classiche e sono ricche di minuziosi particolari, altre rivelano semplici linee stilizzate, ma tutte richiamano lo splendore festoso dell’albero di Natale. Molti di questi allegri e fantasiosi bijou, di cui più avanti sarà dato un elenco delle Case produttrici, recano sul retro il marchio o il punzone della ditta, altri hanno incise le iniziali del designer che li ha creati, altri ancora sono privi di qualsiasi segno di riconoscimento, ma questo certamente non diminuisce il loro fascino. Nei giorni precedenti il Natale i negozi e i grandi magazzini americani, come lo storico complesso Macy’s di New York, nel centro di Manhattan, offrono al pubblico una vasta varietà di cartoline, biglietti di auguri e bigiotteria natalizia che nel corso degli anni sono diventati oggetto di collezionismo.

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a cura di Luigi Sansone
CHRISTMAS TREE
Piccoli alberi raccontano storie di Natale nel mondo

Edito da: Biblioteca Comunale Centrale “Palazzo Sormani”




Cene e pranzi di Natale in Italia e nel mondo

Prima di iniziare un ampio excursus tra le tavole imbandite per le festività natalizie nelle varie regioni d’Italia e intorno al mondo, vorremmo riportare le impressioni e lo stupore di un brano di Wolfgang Goethe che nel 1786- 88, nel suo lungo viaggio in Italia dal Trentino alla Sicilia, soggiorna per ben due volte a Napoli dove rimane affascinato dall’abbondanza dei prodotti “commestibili” che soprattutto in questa città a Natale vengono esposti nelle botteghe: ”non c’è niente che si addobbi con più cura delle varie specie di carni… Non si espongon mai nelle beccherie i quarti de’ bovi, de’ vitelli, de’ montoni, senza che i fianchi o le coscie non siano, sul grasso, ricoperte d’una larga doratura. Molti giorni dell’anno, specialmente quelli del Natale, son rinomati come feste da stravizi; si solennizza allora una generale cuccagna, a cui pare si sian data la parola un cinquecento mila persone. La via Toledo, e varie piazze e vicoli dei dintorni, son decorati nel modo più piacevole. Rallegrano gli occhi i negozi ove si vende la verdura, e in cui sono posti in mostra i grappoli d’uva secca, i melloni, i fichi. I commestibili son sospesi a festoni da un lato all’altro della strada: grossi rosari di salsicce dorate legate da nastri amaranti; galli d’india, con una rossa banderuola sotto la coda. Mi si assicura che se ne siano venduti una trenta mila, senza tener conto di quelli che erano stati ingrassati nelle case. Inoltre, una folla d’asini carichi di ortaggi, di capponi, di agnelli poppanti, percorrono la città e i mercati; e i mucchi d’uova, che si veggono qua e là, formano una così grande massa che non la si può immaginare…”. (Wolfgang Goethe, Lettere da Napoli, traduzione di G. Fortunato, introduzione M. Rossi Doria, Guida, Napoli, 1987).

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a cura di Luigi Sansone
IL PRANZO DI NATALE: TAVOLE IN FESTA NEL MONDO
Edito da: Biblioteca Comunale Centrale “Palazzo Sormani”


Babbo Natale nell’illustrazione dei libri e nella narrativa

La figura di Santa Claus (Babbo Natale) ha origini antiche e nel corso dei secoli si intrecciano con storie e leggende di diverse culture, che ne modificano il significato, il nome e anche l’aspetto fisico, ma in tutte egli è considerato un personaggio benevolo portatore di doni e di allegria.
Santa Claus deriva dal nome olandese Sinterklaas, traduzione di San Nicola che nel terzo secolo d.c. fu vescovo di Myra, ora Demre, in Turchia, la cui festività, il 6 dicembre, a partire dal Quattordicesimo secolo fu ampiamente celebrata con scambi di doni. Clement Clarke Moore (New York 1779 – Newport 1863), scrittore e poeta americano, nel 1848 pubblica il volumetto A visit from St. Nicholas, contenente una ballata di 56 versi che diviene nei decenni successivi la poesia sul Natale più famosa in America e nel mondo, gettando le basi della moderna iconografia di Santa Claus. Moore aveva composto la poesia in occasione del Natale del 1822 per i suoi sei figli, ma egli volle rimanere anonimo finché decise di includerla insieme ad altri versi nell’antologia The New York Book of Poetry,1837, e in seguito nel volume Poems, 1844.

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a cura di Luigi Sansone
LA NOTTE PRIMA DI NATALE
Storie e immagini di Babbo Natale da San Nicola a Santa Claus

Edito da: Biblioteca Comunale Centrale “Palazzo Sormani”

La Pina, F. Giunta – Cosa non farei per trovare un fidanzato


In questo libro di ecologia sentimentale La Pina e Federico Giunta spiegano una volta per tutte cosa evitare se vuoi trovare un fidanzato. È un lavoro sporco, ma qualcuno doveva pur farlo.   I fatti e le persone raccontati in questo libro non sono puramente casuali. Riguardano voi, le vostre amiche, vostra sorella, le vostre cugine e le colleghe dell’ufficio. Forte rischio di immedesimazione nei personaggi. Fatevi coraggio e buona lettura.

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Matteo Nucci – L’abisso di Eros

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«Chi ama davvero non può che essere riamato». «Chi ama davvero ama per sempre». Stanno così le cose o queste due leggi dell’amore non sono altro che un sogno cui tutti vorremmo credere? Dobbiamo tornare molto indietro nel tempo per trovare una risposta. Sono storie famosissime quelle che possono aiutarci. Elena e Menelao; Pericle e Aspasia; Saffo e le sue ragazze; Socrate e i suoi ragazzi. Tutti i grandi amanti dell’antichità seppero conquistarsi amori eterni. Quale fu il loro segreto? In un libro in cui lo studio e i racconti si uniscono al viaggio nei luoghi dove tutto accadde, Matteo Nucci narra la potenza invincibile di Eros.

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