Rocco Giordano – La prima vera leva del cambiamento è culturale

Sabato 19 gennaio 2018 nella Sala delle Bandiere di Palazzo Zanca a Messina, Rete Civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno, presieduta da Fernando Rizzo, ha tenuto un importante convegno sul tema “La Sicilia e l’Italia: un progetto di coesione e condivisione”. Oltre agli esponenti di spicco di Rete civica sono intervenuti: il sen. Armando Siri (Sottosegretario ai Trasporti), l’on. Francesco D’Uva (Capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera), il prof. Gaetano Armao (Assessore Regionale dell’Economia), l’on. Cateno De Luca (Sindaco di Messina), il dott. Tonino Genovese (CISL), i professori Pietro Massimo Busetta e Rocco Giordano.
Di seguito pubblichiamo la seconda e ultima parte dell’intervento di Rocco Giordano.

Intervento di Rocco Giordano

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La OBOR (la Via della seta) è una iniziativa strategica avviata dal Governo Cinese per promuovere l’integrazione dei collegamenti tra Asia, Europa e Africa al fine di:

  • Controllare i corridoi di trasporto per sostenere le esportazioni e facilitare gli approvvigionamenti di materie prime di cui detengono il controllo delle più importanti miniere di materie prime.
  • Trovare uno sbocco produttivo ai capitali accumulati durante il primo boom economico che ha determinato un forte “surplus” finanziario ed utilizzato in parte per sostenere il debito pubblico dei Paesi occidentali.
  • Creare nuovi mercati di sbocco sostenendo lo sviluppo economico di Paesi meno avanzati.

Nel frattempo, registriamo linee di intervento strategiche per rendere la OBOR strategia di coesione dei territori che attraversa, ma anche di controllo degli scambi attraverso la creazione della Asian Infrastructure Investment Bamnk, che finanzia progetti al 2-3,5% e aumento della quota di mercato delle costruzioni di megaships da parte dei cantieri cinesi.

La integrazione verticale è stata avviata attraverso:

  • l’acquisizione di porti e terminal (vedi Pireo)
  • le alleanze strategiche (Hutchinson/Cosec China Shipping in Euromax, PSA/Cosco/CMA CGM a Singapore, APM Terminal/Cosec a Vado
  • la partnership per la supply chain dalla lunga distanza all’ultimo miglio.

È necessario che i Paesi europei, occidentali diano segnali di una più forte capacità di governo.

Alla “mano” pubblica, si chiede in primo luogo di attuare politiche economiche di medio-lungo termine, soprattutto per migliorare la gestione dei servizi, sburocratizzare l’economia e aumentare la produttività leva anche per abbassare l’incidenza della fiscalità sul costo del lavoro.

Alla “mano” privata si chiede maggiore partecipazione al partenariato pubblico/privato avendo fiducia nelle prospettive future.

Questo richiede un nuovo progetto geo-politico capace di posizionare l’Italia  e l’Europa nel Mediterraneo per fronteggiare la sfida che si gioca soprattutto sul continente africano.

La Macroregione Mediterranea è una delle strade possibili!

La prima vera leva del cambiamento è culturale.

Il capitale umano è la prima vera sfida da affrontare per evitare che 80.000 persone all’anno (2016) del mezzogiorno, di cui circa 20.000 dalla Sicilia cerchino opportunità di lavoro al nord Italia o all’estero.

La scuola, le famiglie, le imprese devono concentrare gli sforzi per valorizzare il capitale umano per analizzare, progettare e gestire processi economici sociali e produttivi per un rilancio dell’economia nazionale e del Mezzogiorno.

La formazione però va vista come reale acquisizione di competenze non basta il sussidio alla disoccupazione, ma occorre una formazione on the job.

Per questo occorre rinnovare i saperi e riscoprire la storia economica, la geografia economica e funzionale per seguire i processi di globalizzazione e formare allo stesso tempo una classe dirigente internazionale.

La zona Euro-Mediterranea è l’area del cambiamento se riusciamo entro il 2020 a determinare una zona di libero scambio costituita dagli stati membri dell’Unione Europea ed i paesi del Mediterraneo del Sud: Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Autorità Palestinese, Siria, Tunisia, Turchia, Cipro e Malta.

L’Italia e il Mezzogiorno per la posizione strategica che hanno possono essere cerniera dei due grandi blocchi geografici: Europa e Africa Mediterranea e la Macroregione Mediterranea che abbiamo indicato è la saldatura tra I due blocchi.

Il nuovo posizionamento ha un significato solo se riusciamo a superare la provincializzazione del sistema mare, per fare posto ad una gerarchizzazione puntuale degli impianti e ad una specializzazione dei servizi.

Occorre però che le aree di riferimento del sistema mare del Mezzogiorno vanno attrezzate come fronti portuali che vanno utilizzati per riposizionare il Paese e il Mezzogiorno nel bacino del Mediteraneo.

Avendo istituito l’Autorità portuale di Messina in maniera indipendente e coniugando gli interessi della Sicilia sul fronte orientale da Messina ad Augusta e Pozzallo, potremmo realizzare il vero water front globale.

Occorre operare in modo efficiente anche per migliorare le accessibilità rendendo efficienti i collegamenti stradali, ferroviari e territoriali

Le aree logistiche ZES che sono il supporto dei fronti portuali devono essere in grado di garantire sinergia operativa.

Ridurre le incertezze sulla regolarità del servizio e nei termini di resa delle merci. Questo è possibile solo se riusciamo a deciderci che la Sicilia può e deve diventare continentale.

Una maggiore competitività del Paese si può avere solo avendo coscienza che grazie al Gottardo (che non è stato realizzato per un capriccio degli svizzeri), i porti di Rotterdam, Amburgo e Anversa, i Paesi del Nord Europa riescono validamente a proporsi come alternative a Trieste, Venezia e Genova

L’Italia si ostina a non mettere in campo le sue risorse migliori: i porti dell’estremo sud, relegando Taranto, Gioia Tauro e Augusta al ruolo di eterni perdenti!

Occorre anche in politica un nuovo modello concettuale ed operativo, partendo dalla prospettiva che il trasporto non è l’obiettivo finale, ma è il mezzo per incrementare il benessere economico e sociale delle popolazioni, attraverso:

  • Accessibilità dei territori
  • Connettività delle reti
  • Finalismo economico dei trasporti.

Sia chiaro che il ruolo delle infrastrutture non è quello di aumentare gli investimenti, ma fare in modo che siano stratetiche ad un modello economico e geopolitico.

Keynes si espresse a favore dell’investimento in lavori pubblici come strumenti per la creazione di occupazione e sostegno alla domanda aggregata.

Questa teoria Keynesiana è una teoria che possiamo relativizzare considerato che i cicli economici si susseguono a caratteri temporali sempre più brevi e le opportunità di sviluppo sono sempre più affidate a variabili quali il tempo di esecuzione degli investimenti.

Infatti, oggi viene posta in discussione la politica degli investimenti pubblici quale cardine fondamentale dello sviluppo in termini di occupazione e sostegno alla domanda aggregata soprattutto in un momento come questo, ove le aree territoriali di riferimento sono sempre più ampie e più complesse.

Prima parte
Seconda parte

Giacomo Cavallaro: il ponte sarà un gioiello di ingegneria

Di seguito riportiamo il filmato dei momenti salienti dell’incontro di sabato15 dicembre 2018, tenuto nella Sala delle Bandiere del Comune di Messina, relativo all’Assemblea Popolare organizzata dal Comitato per la Macroregione Mediterranea Occidentale e dall’Associazione Europea del Mediterraneo per sollecitare la realizzazione della Macroregione del Mediterraneo e il collegamento stabile tra la Sicilia, l’Europa e l’Africa.

Rocco Giordano – Lo scenario euro mediterraneo ed il contesto mondiale

Sabato 19 gennaio 2018 nella Sala delle Bandiere di Palazzo Zanca a Messina, Rete Civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno, presieduta da Fernando Rizzo, ha tenuto un importante convegno sul tema “La Sicilia e l’Italia: un progetto di coesione e condivisione”. Oltre agli esponenti di spicco di Rete civica sono intervenuti: il sen. Armando Siri (Sottosegretario ai Trasporti), l’on. Francesco D’Uva (Capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera), il prof. Gaetano Armao (Assessore Regionale dell’Economia), l’on. Cateno De Luca (Sindaco di Messina), il dott. Tonino Genovese (CISL), i professori Pietro Massimo Busetta e Rocco Giordano.
Di seguito pubblichiamo la prima parte dell’intervento di Rocco Giordano.

Intervento di Rocco Giordano

Lo scenario euro mediterraneo ed il contesto mondiale

Negli ultimi anni si sta determinando un “conflitto” tra flussi di traffico e luoghi di generazione e destinazione degli spostamenti passeggeri e merci che la logistica non riesce ancora a governare, ma più ancora non lo fanno le politiche di intervento che investono i diversi settori economici ignorando il ruolo rilevante che ricopre questo settore. Non è pensabile individuare politiche di intervento corrette, se non si ha contezza di quello che sta accadendo nella globalizzazione degli scambi merci e passeggeri a livello mondiale.

A scala mondiale i forti cambiamenti nelle economie di sviluppo hanno riposizionato sul piano geo-economico e geo-politico i diversi continenti che possiamo così schematizzare:
– America del Nord – Area a forte valenza di innovazione e ricerca con produzione ad alto valore aggiunto e mercati ad alti consumi;
– Europa del Nord – Area di produzione a valore aggiunto e mercati di consumo;
– Area Euro asiatica data dai Paesi dell’Est-Emirati Arabi – Area con forte presenza di giacimenti di petrolio e metano;
– Continente africano – Area con i più grandi giacimenti minerari di materie prime;
– Far East – Area di produzione a basso costo del lavoro con forti surplus finanziari;
– l’Italia si colloca nella nuova geografia dello sviluppo come area di produzione con strutture di PMI e area di consumi con forti vantaggi per il posizionamento geografico rispetto al mercato degli scambi.

Dalle consultazioni poste ai tavoli di lavoro per le valutazioni degli effetti e delle verifiche del nuovo contesto delineato e dei possibili scenari che si possono definire nei prossimi anni sulla evoluzione dei traffici del settore dei trasporti e logistica a scala internazionale e a scala mondiale, abbiamo potuto verificare che i risultati dati dalle applicazioni di alcuni modelli econometrici dell’anno 2008, verificati nell’anno 2017 per definire scenari al 2020-2030, sono risultati rispetto ai dati statisticamente rilevati, completamente irrealistici!

Dove guarda il mondo – Gennaio 2019

L’imbarazzo maggiore non è stato tanto nella lettura dei risultati, ma dal constatare che i parametri posti a base del modello sono risultati fortemente limitativi nel poter esplicitare fenomeni complessi come quelli dati dal processo di globalizzazione economica.

Ormai è sempre più evidente la “frattura”  tra le metodologie messe a punto fino ad oggi ed i complessi temi economici che devono essere rappresentati.

Le variabili impattano fortemente sulla tenuta dei cicli economici che diventano sempre più brevi e sempre più interrelati tra loro.

Un caso di studio: la popolazione mondiale

I demografi sottolineano che le statistiche ufficiali contano a livello mondiale circa 7 miliardi di persone. Le stime operate sulla base dei consumi nei diversi continenti e fenomeni migratori che stanno  determinando le grandi megalopoli, rispetto al dato ufficiale riportano centinaia di migliaia di persone, non censite. Le “aliquote” di maggiore deficit demografico si registrano in Cina, India, Africa, America Latina.

Lo scenario della popolazione mondiale nella variante media fa registrare inoltre al 2030 un trend di crescita molto sostenuto nel continente africano e quello asiatico con una stabilizzazione e lieve crescita negli altri continenti.

Se questo è lo scenario dobbiamo rivedere le politiche di censimento a livello globale, ma anche i fondamentali dell’economia globale. Non a caso negli ultimi anni il premio Nobel per l’economia è stato assegnato a psicologi, matematici “probalisti” e sociologi.

Lo scenario della popolazione mondiale nella variante media (mln) di abitanti
Fonte: CESME Su dati UN Department of Economic and Social Affairs, Population Division (2015) World Population Prospects: The 2015 Revision. New York: United Nation

L’Europa continua ad invecchiare, la percentuale di anziani è in continuo aumento.

L’età mediana è più elevata in Germania e in Italia dove si riscontra che il rapporto è poco più di tre persone in età lavorativa per ogni persona di età pari o superiore ai 65 anni.

Le tendenze future dell’invecchiamento della popolazione UE nei prossimi 10 anni sarà di meno 3 persone per ogni individuo di età > 65 anni.

Ma qual è lo scenario di contesto che stiamo vivendo e le crisi globali che stiamo affrontando?

Il mondo negli ultimi 10 anni è cambiato e continua a cambiare con una rapidità inimmaginabile fino a pochi anni fa.

Si registrano forti mutamenti nella geografia degli scambi e dei flussi di traffico che hanno modificato la posizione geo-politica dei Paesi. Questo determina forti mutamenti nelle politiche del territorio, strutture urbane, modelli di mobilità con forti impatti sulle governance nei diversi Paesi.

L’indecisione delle scelte ed i diversi conflitti politici interni sono le risposte che registriamo, sintomi delle difficoltà a superare gli attuali assetti economici e politici.

Quello che è certo la ruota dello sviluppo si è invertita, sta girando in senso inverso a quello degli anni ‘60.

Le mappe del futuro ordine mondiale e la geografia dei flussi sta delineando infatti una forte ascesa dei Paesi asiatici rispetto ai Paesi del blocco occidentale che paradossalmente stanno assecondando e sostenendo scelte come la “via della seta”.

Prima parte
Seconda parte

Francesco Attaguile: mobilitare l’opinione pubblica sul tema

Di seguito riportiamo il filmato dei momenti salienti dell’incontro di sabato15 dicembre 2018, tenuto nella Sala delle Bandiere del Comune di Messina, relativo all’Assemblea Popolare organizzata dal Comitato per la Macroregione Mediterranea Occidentale e dall’Associazione Europea del Mediterraneo per sollecitare la realizzazione della Macroregione del Mediterraneo e il collegamento stabile tra la Sicilia, l’Europa e l’Africa.

Giovanni Mollica – Non è giustificabile farsi beffe dell’opera più nota al mondo

Sabato 19 gennaio 2018 nella Sala delle Bandiere di Palazzo Zanca a Messina, Rete Civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno, presieduta da Fernando Rizzo, ha tenuto un importante convegno sul tema “La Sicilia e l’Italia: un progetto di coesione e condivisione”. Oltre agli esponenti di spicco di Rete civica sono intervenuti: il sen. Armando Siri (Sottosegretario ai Trasporti), l’on. Francesco D’Uva (Capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera), il prof. Gaetano Armao (Assessore Regionale dell’Economia), l’on. Cateno De Luca (Sindaco di Messina), il dott. Tonino Genovese (CISL), i professori Pietro Massimo Busetta e Rocco Giordano.
Di seguito pubblichiamo la seconda e ultima parte dell’intervento di Giovanni Mollica, fra gli organizzatori di questo incontro sull’importanza delle regioni meridionali e sulla centralità del Mediterraneo.

Intervento di Giovanni Mollica


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Ragioniamo insieme: un Governo che vuole imboccare la strada inesplorata del cambiamento non può farsi imprigionare da pregiudizi ideologici infondati o limitarsi a difendere gli interessi delle élite che hanno spaccato l’Italia fin dalla sua unificazione .. se vuole realmente dare un futuro a ogni parte del Paese, deve mirare a gestire gli scambi tra i 3 continenti che si affacciano sul Mediterraneo, comprendendo che una Logistica che guarda a sud può esaltare la Manifattura del Nord … un tema più volte affrontato col senatore Siri … ed è arrivato il momento giusto per tradurlo in pratica di governo.

Ignorare che alcune regioni sono più idonee di altre ai fini dell’interscambio con le realtà economiche emergenti non è solo una rozza difesa di interessi costituiti .. è un’idiozia .. o, forse, c’è chi crede veramente che la Questione meridionale e la mancata coesione dell’Italia si risolvano con qualche pensionato di ritorno da Lisbona o Tenerife?

Non è giustificabile levare cori a favore delle infrastrutture e contemporaneamente farsi beffe dell’opera più nota al mondo …

Esaminando i problemi del Paese in tale ottica, viene da chiedersi se non sia meglio lasciare maggiore libertà alle imprese, subordinando però le provvidenze all’insediamento di nuove unità produttive nel Sud, invece che indurre, ancora una volta, chi cerca lavoro a emigrare ..
non vedo perché convenga delocalizzare la produzione in Romania o in Francia quando si possono ottenere gli stessi benefici in un Meridione ben collegato al resto del Paese ….

Un Meridione ben collegato … ci apprestiamo a toccare la parte fondamentale della proposta della Rete .. non credo che un’impresa manifatturiera del Triveneto o anche una grande multinazionale si rifiuterebbero di insediare unità produttive nella ZES di Augusta o Giammoro potendo usufruire di sostanziosi benefici e sapendo che, a 150 km, sta per esplodere una enorme domanda di beni .. magari diventando il primo esempio di applicazione della Flat Tax per il reddito fisso ..

Ecco emergere il terzo elemento di perplessità: la mancanza di un collegamento esplicito e organico tra la politica attiva del lavoro, la rivoluzione economica e sociale che il Governo del cambiamento si propone e le carenze del sistema infrastrutturale nel Meridione.

Un salto logico che rende estremamente improbabile creare lavoro dove ce n’è più bisogno.

Una rapida panoramica delle priorità e la sapiente analisi del prof. Armao autorizzano a credere che non sia necessario ritoccare i saldi di una manovra economica faticosamente approvata … la stessa Bari-Napoli-Taranto, in corso di realizzazione, può servire a testare la nuova strategia.

Politica del lavoro e sistema infrastrutturale sono fattori indispensabili di sviluppo … culturalmente strettamente connessi .. se il Governo giallo-verde li farà suoi avrà vinto la prima fondamentale battaglia di una lunga guerra … perché se è stupido auspicare una crescita senza prevedere la domanda di mercato di domani, è ancora più stupido sperare di riuscirci senza una Logistica in grado di facilitare gli scambi di merci e persone con i Paesi più vicini e disponibili.

Formazione e offerta di lavoro non possono costituire un patchwork disomogeneo di singole cooperazioni tra imprese in cerca di lavoratori da formare e assumere grazie al contributo pubblico … devono essere una sintesi tra lotta alla disoccupazione e aiuto ad aziende proiettate nel futuro .. collegate da una logistica che le rende competitive .. un compendio che trova il suo sostegno in un sistema portuale diffuso che va da Augusta a Trieste a est e a Savona a ovest, unito a terra da una rete di trasporto multimodale che lo rende coerente …

Modificare la struttura economica e sociale del Paese è un processo lungo e articolato, ma non particolarmente difficile o costoso .. a patto di avere idee chiare sugli obiettivi da raggiungere, che vanno dalla riallocazione delle risorse alla collaborazione con le aziende private e pubbliche disponibili .. sensibilizzando le forze sociali, gli enti territoriali, le università e gli ordini professionali e sviluppando le competenze necessarie, così da ottenere quell’ampio consenso che trasforma un cambiamento in una rivoluzione …

Non si gioca a rimpiattino col futuro del Paese … è la storia a dimostrare che i grandi assi trasportistici, se ben realizzati, irradiano sviluppo lungo i territori attraversati … … non sono fantasie dei sognatori della Rete civica, sono i principi ispiratori della Nuova Via della Seta cinese, del Razvitie russo, del Corridoio Equatoriale tra  Camerun e Kenia, del tunnel peruviano attraverso le Ande … il mondo corre e non si ferma ad aspettare chi resta indietro … solo 15 anni fa, il Pil della Cina era uguale a quello della Francia, ora è 5 volte più grande … in Marocco l’AV è già una realtà e non passerà molto che i TGV cofinanziati da Sarkozy e fabbricati dalla francese Alstom corrano a 300 kmh tra Casablanca e Siviglia, superando d’un balzo i 30 km dello Stretto di Gibilterra …. prima o poi l’Unione europea dovrà arrendersi alle pressioni di Grecia e Cina che mirano a far ripartire i lavori dell’AC tra il Pireo e Budapest … quando tutto ciò accadrà – e accadrà certamente – se avremo avuto paura di costruire il Ponte sullo Stretto, l’Italia .. tutta l’Italia .. da Milano a Palermo, resterà un Paese economicamente insignificante e senza futuro.    

Grazie

Parte prima
Parte seconda

Giuseppe Abbati: aspettiamo la Macroregione da sei anni

Di seguito riportiamo il filmato dei momenti salienti dell’incontro di sabato15 dicembre 2018, tenuto nella Sala delle Bandiere del Comune di Messina, relativo all’Assemblea Popolare organizzata dal Comitato per la Macroregione Mediterranea Occidentale e dall’Associazione Europea del Mediterraneo per sollecitare la realizzazione della Macroregione del Mediterraneo e il collegamento stabile tra la Sicilia, l’Europa e l’Africa.

Giovanni Mollica – Le distanze si misurano in ore, non in chilometri

Sabato 19 gennaio 2018 nella Sala delle Bandiere di Palazzo Zanca a Messina, Rete Civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno, presieduta da Fernando Rizzo, ha tenuto un importante convegno sul tema “La Sicilia e l’Italia: un progetto di coesione e condivisione”. Oltre agli esponenti di spicco di Rete civica sono intervenuti: il sen. Armando Siri (Sottosegretario ai Trasporti), l’on. Francesco D’Uva (Capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera), il prof. Gaetano Armao (Assessore Regionale dell’Economia), l’on. Cateno De Luca (Sindaco di Messina), il dott. Tonino Genovese (CISL), i professori Pietro Massimo Busetta e Rocco Giordano.
Di seguito pubblichiamo la prima parte dell’intervento di Giovanni Mollica, fra gli organizzatori di questo incontro sull’importanza delle regioni meridionali e sulla centralità del Mediterraneo.

Intervento di Giovanni Mollica

Gentili signore e signori, autorità,
ora che si conoscono meglio le linee guida del reddito di cittadinanza, ci auguriamo di non leggere più obiezioni pretestuose sui media nazionali e che il confronto si concentri su come far funzionare al meglio il provvedimento .. tenendo presente che è facile ironizzare sull’abolizione della povertà per legge .. ma irridere pregiudizialmente il tentativo di ridurre il numero dei cittadini sotto la soglia di povertà è una squallida difesa dei privilegi di alcuni a danno di altri … e ha ragione Di Maio quando dice che è ridicolo sostenere che uno dei fattori fondamentali della crisi è il basso livello dei consumi interni e, nello stesso tempo, contrastare puntigliosamente l’aiuto da dare a milioni di cittadini che hanno a malapena i soldi per sopravvivere …

Se i dati economici forniti dal professor Busetta e il drammatico quadro della disoccupazione rappresentato dal Segretario Genovese sgomentano, ancora più paura deve fare le motivazioni di chi, proprio a quei milioni di esclusi, attribuisce la colpa della scarsa competitività dell’Italia in Europa. 

Lasciamo ai sociologi il compito di capire se le insostenibili diseguaglianze del Paese derivano dall’insaziabile voracità delle lobby finanziarie e industriali settentrionali – che condizionano media e governi – o dall’inettitudine di un Meridione che vanifica la prosperità del resto d’Italia .. una prosperità più immaginaria che reale, considerato che, da 10 anni, la regione più ricca cresce la metà della Baviera … né ci lasciamo turbare dal desiderio di autonomia del LombardoVeneto .. un desiderio che nasconde l’illusione di essere mezzi tedeschi e la vana speranza di diventarlo per intero .. tardivo omaggio al Principe di Metternich che, 200 anni fa, sosteneva che l’Italia è solo un’espressione geografica …

Allo stesso tempo, però, siamo consapevoli che la Lega interpreta le ragioni di quel Nord operoso che tiene in piedi l’Italia e Salvini non ha torto a temere che un reddito di cittadinanza mal gestito possa far crescere il numero dei furbastri che vogliono vivere alle spalle dello Stato.

Contrapposizioni superate dal sottosegretario ai Trasporti Siri, che salutiamo con simpatia perché ha mostrato di non confondere i fini con i mezzi, perché i mezzi possono essere cambiati, mentre i fini giusti non si discutono … “Sono le imprese a creare lavoro – ha detto Siri – ed è attraverso esse che vanno veicolate le risorse .. non possono farlo i Centri per l’Impiego da soli .. organismi di intermediazione che, soprattutto a Sud, saranno troppo a lungo impreparati a operare in un mondo in rapidissima trasformazione”.

Ma non tutti hanno l’onestà intellettuale di Siri, che tenta di trasformare un reddito di cittadinanza in reddito di avviamento al lavoro, e così i santoni dei talk show hanno messo in guardia il Governo dall’abuso di uno strumento che rischiava di trasferire risorse a un Meridione parassitario, scatenando una gara a chi proponeva gli strumenti più restrittivi per impedire prevedibili tentativi di elusione … tra le perle di questa competizione dickensiana, brillano proposte quali i 6 anni di galera ai bugiardi, la riduzione del contributo per il Meridione – perché, sia sa .. laggiù .. la vita costa meno – e la puntigliosa precisazione delle distanze al di sotto delle quali l’offerta di lavoro è vincolante .. dimenticando che i 222 km tra Roma e Napoli si fanno in 1h e 10’, mentre i 223 tra Messina e Palermo in quasi 3 ore .. e fingendo di ignorare che, nel 3o millennio, le distanze si misurano in ore, non in km …

Questa ossessione del rigore non ci spaventa, ma rischia di far perdere al Paese e al Mezzogiorno un’occasione storica .. perché la capacità di conseguire i risultati sperati non deriva solo dall’ammontare delle risorse stanziate, dalla struttura burocratica che dovrà gestirle e dal dinamismo delle imprese che le utilizzeranno …  ma anche dal ruolo che l’Italia si propone di occupare nel panorama euro mediterraneo … non è saggio puntare sulle carrozze a cavalli quando inizia l’era dell’automobile, anche se chi costruisce le carrozze è ancora disposto ad assumere … nell’era della globalizzazione, crescere vuol dire capire quale sarà il mondo che verrà e anticiparne i cambiamenti …

Capire come sarà il mondo che verrà … il prof. Giordano ha illustrato da par suo alcuni fattori sui quali il Governo dovrebbe riflettere: .. la crescita dell’Africa, l’invecchiamento dell’Europa, il disgelo dell’Artico, i flussi mercantili della Nuova Via della Seta e i nuovi metodi di produzione legati all’Intelligenza Artificiale, alla robotica, all’industria 5.0 e alla rete di 5a generazione .. insistendo sull’opportunità di tenere conto del bisogno di conoscenza dei tanti giovani che vivono nei Paesi emergenti .. Paesi pronti a spalancare le porte a noi italiani più che ad altri – .. a patto di avvicinarli con umiltà … permettetemi un pizzico di retorica .. a patto di avvicinarli all’italiana … centinaia di milioni di persone che non ci guardano dall’alto in basso, come spesso fa chi guida un’Unione europea che volutamente ostacola la crescita di alcuni a favore di altri …


Parte prima
Parte seconda

Il carattere e le qualità di Tex 6/6

Il nostro eroe è di circa 40-45 anni, più o meno alto 180 cm. Ma per le sue fattezze nel corso degli anni Tex è stato disegnato come uno dei grandi attori western americani. Inizialmente, fu Gary Cooper, poi John Wayne o Clint Eastwood. Oggi, assomiglierebbe a Charlton Heston. In effetti, i riferimenti al cinema western del periodo d’oro di Hollywood è, sin dall’inizio, palese. In un numero del 1989, vi sono delle vere e proprie citazioni di Ombre rosse, famosissimo film del regista John Ford.
In compenso, pare che abbia un solo vestito. La camicia gialla (nei primissimi numeri anche rossa) col fazzoletto annodato al collo di colore nero e un jeans; il tutto corredato di cappello tipo Stetson, cinturone e stivali forniti di speroni. Tex cambia l’abbigliamento sol quando la storia lo porta ad intervenire nel mondo degli indiani, vestendosi, a sua volta, di abiti in stile pellerossa, formato da una giacca indiana (con il disegno di un’aquila nera), pantaloni a frange, mocassini indiani e una fascia alla testa al posto del cappello.

Con le donne Tex è un “cavaliere” perfetto, di nome e di fatto. E’ gentile con loro e tende a proteggerle. Se si trova di fronte un nemico di genere femminile, questo non viene mai ucciso da Tex. Nei suoi episodi se la donna-avversaria muore, ciò avviene a causa  di un suicidio, per mano di terzi o per incidenti fortuiti e inevitabili. Conosciamo il Tex innamorato solo nella parte iniziale della sua serie. Molte sono le figure femminili corteggiate dal nostro eroe, ma dopo la storia dell’amore con l’indiana Lilyth, e il conseguente matrimonio, quest’ultima muore, lasciandolo vedovo e solo. Eviterà, in seguito, qualunque coinvolgimento sentimentale.

Guido Paduano – Il testo e il mondo

Tra le parole e le cose esiste uno stadio intermedio, dove le parole esprimono la loro tensione inesausta a diventare cose. L’officina di questa metamorfosi impossibile, e sempre ritentata, si chiama letteratura. Accanto al mondo vero, i testi letterari allestiscono un intramondo provvisto di statuto peculiare, un luogo di delizie per la mente e per i sensi la cui separatezza ha offerto materia a esplorazioni critiche senza fine. 

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Diane Ducret – Le donne dei dittatori

Diane Ducret ricostruisce gli incontri, le strategie seduttive, gli amori, il peso politico, il destino delle donne che hanno intrecciato le loro vite con quelle di Mussolini, Lenin, Stalin, Salazar, Bokassa, Mao, Ceausescu, Hitler, fino a entrare nel loro letto. Le donne dei dittatori esplora così i meccanismi più profondi e segreti del rapporto che lega sesso e potere. E, raccontandoci la storia da un’angolatura inedita, ci aiuta a capire l’attualità.

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