Shaunta Grimes: 25 consigli per diventare uno scrittore 2/3

Shaunta Grimes

I primi nove punti stilati da Shaunta Grimes, la blogger di Medium, gli aspiranti scrittori li hanno già letti nella pagina precedente. Ora ecco altri step sui quali riflettere. Leggeteli con attenzione, se volete intraprendere questa professione e non campate scuse, asserendo che non avete tempo per leggere. Insiste la nostra autrice: «Stephen King dice nel suo libro Sulla scrittura che se non hai il tempo di leggere, allora non hai neppure il tempo (o gli strumenti) per scrivere».

25 CONSIGLI PER DIVENTARE UNO SCRITTORE

Di Shaunta Grimes
Traduzione da: 25 TIPS FOR BEING A WRITER

10. Scrivi con la porta chiusa.

Lo vedo accadere di continuo. Gli scrittori spesso sanno quale sia l’inizio e la fine delle loro storie, ma lo sviluppo centrale – che è in realtà la maggior parte dell’intero libro – diventa oscuro. Quindi iniziano a chiedere opinioni. Alcuni scrittori raggiungono le loro tribù e dicono qualcosa del tipo: «Non sono sicuro di dove andare con questa storia. Cosa ne pensi?».

La tua cerchia di persone competenti è fin troppo importante per assicurarsi la propria presenza in questa lista, ma la tua storia è soltanto tua, finché non sei pronto per i lettori. Solo allora diventa la loro storia. Non lasciare che sia loro finché non hai finito.

11. Impara ad auto-modificare.

L’auto-editing è importante quanto la scrittura. Devi imparare a farlo. Se ti frulla il pensiero in testa che non hai bisogno di avere una buona ortografia o una corretta grammatica o l’uso di una buona punteggiatura, perché è a questo che servono gli editor, caccia via questo pensiero proprio adesso.

Se stai seguendo la via tradizionale, non ti accosterai mai a un editor senza un manoscritto pulito. Se invece segui la via indipendente, dovrai pagare qualcuno per essere il tuo editor. Risparmierai denaro, tempo e imbarazzo, se consegnerai una copia pulita al tuo editor (quale editor hai scelto? ricorda, stai pagando!). Self-Editing for Fiction Writers di Renni Browne e Dave King è un ottimo punto di partenza.

12. Se sei un autore indipendente, investi in editing e copertine artistiche.

Questo non è negoziabile. Se non dovessi trovarti d’accordo con una grande casa editrice, nel pubblicare il tuo romanzo con le modifiche del tuo migliore amico e la tua copertina fatta in casa, allora non puoi nemmeno starci bene. L’autopubblicazione significa che sei effettivamente un editor professionista. Significa che devi assumere professionisti per modificare, progettare la copertina del tuo libro e, se non sai come fare, progettare il libro stesso.

13. Spedisci il tuo libro – a tutti.

È molto raro che qualcuno scriva un solo libro e immagini qualcosa che sembri una carriera. Non parlatemi di Harper Lee o Margaret Mitchell. Sono degli unicorni. Forse anche tu sei un animale fantastico come un unicorno; ma le probabilità che tu sia come il resto di noi tutti, sono circa del 99,99 per cento. Ciò significa che devi continuare a scrivere e continuare a inviare il tuo libro nel mondo.

14. Dai alla tua carriera 10 libri.

Non spedire un solo libro per poi rinunciare quando non entra nella lista dei best-seller. Invece, proponiti l’obiettivo di scrivere 10 o 20 libri davvero buoni. E continua a scrivere. Vedrai il momento di raccogliere. Uno dei miei post preferiti per i consigli riguardanti la scrittura è di Hugh Howey: «Gli scrittori che prendono sul serio quanto vi dico sono quelli che faranno soldi… A cinque anni da oggi, questi professionisti avranno in catalogo 10-20 opere disponibili. Necessiteranno solo di vendere 250-500 libri al mese per guadagnare un reddito supplementare. Come dire: poco più di dieci libri al giorno su 20 titoli. Questo è l’obiettivo a lungo termine».

15. Leggi questi libri

On Writing di Stephen King
The Writer’s Journey di Christopher Vogler
Self-Editing for Fiction Writers di Renni Browne e Dave King
Zen in the Art of Writing di Ray Bradbury
The Kick-Ass Writer di Chuck Wendig
Bird by Bird di Anne Lamott
Story Genius di Lisa Cron

16. Stabilisci piccoli, piccolissimi obiettivi.

Scrivo molto su questo. I minuscoli, piccolissimi obiettivi sono i cambia-vita. Puoi andare ovunque se fai un piccolo passo alla volta. Quindi imposta un obiettivo così piccolo – tanto che è più difficile saltarlo che farlo. Il mio preferito è di 10 minuti: scrivi 10 minuti al giorno; leggi 10 minuti al giorno. Ho persino un quadro per questo.

17. Regalati stelle d’oro.

Questa è una delle cose più semplici e semplicemente efficaci di sempre. Funziona per tutti noi, dall’asilo infantile in su. Prendi un calendario. Imposta il tuo piccolo, piccolissimo obiettivo. Raggiungi il tuo obiettivo. Regalati una stella d’oro sul tuo calendario. (Oppure, se sei troppo freddo per le stelle, prendi un pennarello e traccia una bella X.) Una rappresentazione visiva di una serie di successi ti spingerà verso il mantenimento della serie. Ecco cosa uso. Lo chiamo FRED.

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Museo Salvatore Ferragamo – L’Italia a Hollywood

Museo Salvatore Ferragamo, Palazzo Spini Feroni,
Firenze 24 maggio 2018 -10 marzo 2019
a cura di: Giuliana Muscio, Stefania Ricci

Gli anni dal 1915 al 1927, trascorsi da Salvatore Ferragamo negli Stati Uniti, in particolar modo a Santa Barbara in California, sono la fonte d’ispirazione per il nuovo progetto espositivo del Museo Salvatore Ferragamo: dalla collaborazione con i registi più famosi del tempo, come David Wark Griffith e Cecil B. DeMille, all’apertura dell’Hollywood Boot Shop, il negozio in Hollywood Boulevard frequentato da star del calibro di Mary Pickford, Pola Negri, Charlie Chaplin, Joan Crawford, Lillian Gish e Rodolfo Valentino. “Mi sembra di intravedere un parallelo tra l’industria cinematografica e la mia attività… quando le major superavano la fase iniziale per ingrandirsi e crescere, il mio negozio seguiva la stessa traiettoria.”

Prendendo spunto dal racconto autobiografico di Salvatore Ferragamo, la mostra indaga il fenomeno migratorio e l’influenza esercitata dal mito e dalla cultura italiana in California. Un’ampia sezione è dedicata alle produzioni cinematografiche californiane in cui è manifesto il richiamo all’italianità. Il percorso espositivo focalizza l’attenzione sul mondo dell’arte, dell’artigianato e dello spettacolo, aree d’interesse privilegiate dalla creatività di Ferragamo, sviluppandosi come la trama di un film. L’impressione per il visitatore di trovarsi su un set cinematografico è alimentata dall’allestimento scenografico di Maurizio Balò, che trae ispirazione dagli studios americani degli anni Venti.In quegli anni il cinema muto italiano fornisce a Hollywood potenziali divi come Lido Manetti, Tina Modotti, Frank Puglia e Lina Cavalieri, quest’ultima presente in mostra attraverso quaranta dei trecento celebri ritratti che di lei fece su piatti di ceramica Piero Fornasetti. Altri giovani italiani, come Rodolfo Valentino, si impongono col loro fascino personale, dando origine al moderno divismo.

Il progetto espositivo, che mette in luce nomi e personalità note e meno note, senza trascurare il contributo italiano in area musicale, vuole anche chiarire la contraddittoria valutazione degli italoamericani da parte della cultura WASP (White Anglo-Saxon Protestant), combattuta tra la considerazione positiva della storia e della tradizione italiana e la critica negativa di alcuni aspetti che caratterizzavano lo stereotipo dell’Italiano – l’istintività, la passionalità o il sentimentalismo. Questo binomio di natura e cultura si ricompone in un equilibrio armonico nell’operato di alcuni performer, come Enrico Caruso, che fa tesoro delle proprie doti naturali, la voce e il corpo, e le affina grazie allo studio, alla tecnica e all’arte.

Attraverso fotografie, spezzoni di film, oggetti, abiti e raffigurazioni artistiche, la mostra illustra le relazioni e il ruolo svolto dagli Italiani e dall’arte italiana nella nascita del cinema muto, ma guarda anche all’argomento con occhio contemporaneo. Ne è infatti parte integrante il progetto Two Young Italians in Hollywood, curato da Lo Schermo dell’Arte Film Festival, che prevede il coinvolgimento di due giovani artisti italiani che lavorano a Los Angeles. Manfredi Gioacchini e Yuri Ancarani sono stati invitati a realizzare due idee originali – una serie fotografica e una video installazione – in continuità ideale con quel tema. Cento anni dopo, chi sono gli Italiani che oggi lavorano a Hollywood? Cosa di quei luoghi colpisce lo sguardo di un artista che vi giunge dal nostro paese?

La mostra si avvale di prestiti prestigiosi, forniti da musei e collezioni pubbliche e private italiane e americane, e della collaborazione di alcune importanti istituzioni legate al mondo e alla storia del cinema, che hanno generosamente messo a disposizione conoscenze e consigli. Vi trovano spazio anche le produzioni americane girate in Italia in quegli anni, come Ben Huro Romola, il film prodotto e interpretato da Lillian Gish e girato a Firenze, negli studi cinematografici di Rifredi. Chiude il percorsola sala dedicata a Salvatore Ferragamo, dove sarà ricostruito fedelmente il negozio che il grande artigiano italiano aprì a Hollywood nel 1923. L’allestimento sarà accompagnato da una video installazione che riprodurrà elementi reali della vita a Hollywood negli anni Venti.Hollywood era allora poco più di un paesino. Gli studios cinematografici erano pochi, piccoli e di scarse finanze. Quando nel 1927 Ferragamo lasciò gli Stati Uniti, tutto era cambiato.

CAPSULE COLLECTION L’ITALIA A HOLLYWOOD
In concomitanza della Mostra L’Italia a Hollywood, inaugurata il 24 maggio 2018alMuseo Salvatore Ferragamo, Ferragamo’s Creations propone un’esclusiva Capsule Collection costituita da tre modelli di scarpe da donna – BELLA (1928), ASSOLUTA (1929), FOXTROT (1932) – e tre modelli da uomo – RAMON (1921), SILENCE (1925), SPECIAL (1926) –, creati dal Fondatore nel periodo della sua permanenza in California: i primi tre rispettivamente per le attrici Gloria Swanson, Mary Pickford e Joan Crawford, mentre quelli da uomo tutti per Rodolfo Valentino. L’Hollywood Boot Shop era frequentato dalle star più celebri del tempo, come Mary Pickford, Pola Negri, Charlie Chaplin, Joan Crawford, Lillian Gish e Rodolfo Valentino, con il quale Salvatore Ferragamo instaura rapporti non solo di lavoro, ma anche di amicizia e quotidiana frequentazione. Per l’occasione sarà realizzato un packaging speciale e ogni scarpa sarà accompagnata da un certificato di edizione limitata (analogamente a quanto avviene per tutte le calzature Ferragamo’s Creations). Ufficio stampa:Marco Brusamolin+39 02 77111439marco.brusamolin@ferragamo.comGiuseppe Poeta+39 055 3562401giuseppe.poeta@ferragamo.com