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Solo oggi, a seguito dei recenti progetti norvegesi di adeguamento
dell’autostrada E39 (Norwegian Public Roads Administration – Statensvegvesen),
è stato possibile pensare di realizzare un attraversamento stabile dello
Stretto lungo un tracciato che consente di minimizzare la distanza tra le due
città metropolitane di Messina e Reggio Calabria.
In Norvegia i lavori relativi alla E39, iniziati nel 2016
dovrebbero essere ultimati entro il 2035 per un costo complessivo stimato in 47
miliardi di dollari, permetteranno di eliminare 8 servizi di navi traghetto che
verranno sostituiti con ponti e tunnel. Con la costruzione della nuova
autostrada si ridurrà il congestionamento nei punti di scambio abbattendo in
modo decisivo i tempi di percorrenza per coprire le lunghe distanze nel Paese. L’impatto
sul trasporto sarà infatti significativo: attualmente per completare il vecchio
percorso di 1100 km ci vogliono 21 ore che saranno portate a 10 una volta che
l’opera sarà terminata. Un beneficio non solo per il trasporto privato, ma
anche per il trasporto merci. Si calcola infatti che il costo generale per
portare la merce da un estremo all’altro dell’autostrada si ridurrà del 50%
rispetto alle condizioni attuali.
Gli otto fiordi da
superare hanno una larghezza compresa tra 1,7 km e 26,7 km e profondità che
varia da 300 a 1250 m.
Per ciascun fiordo, alla luce delle moderne tecniche, sono
state prese in considerazione soluzioni diverse, ponti sospesi a una o più
campate con fondazioni galleggianti e fisse, tunnel a mezz’acqua e subalvei.
Le novità più significative in termini di progettazione
traggono spunto dalle tecniche utilizzate negli ultimi decenni per la
realizzazione di piattaforme off-shore, installate in mezzo agli oceani per
l’estrazione di petrolio e gas naturale da grandi giacimenti.
A partire dal 1973 sono state realizzate dalla compagnia
Norwegian Contractors le prime piattaforme che utilizzano la tecnologia GBS
(Gravity Basic Structure) per costruire Condeep (Concrete Deep Water Structure),
che sono enormi strutture in cemento armato alte fino a 610 m. Queste
costruzioni fisse sono molto stabili ed hanno una base molto larga e fondazioni
profonde per resistere ai terremoti e a tutte le sollecitazioni esterne dovute
ad un ambiente ostile posto in mezzo all’oceano. Normalmente sorreggono una
piattaforma off-shore che ospita oltre ai macchinari per l’estrazione del
greggio e del gas anche tutti gli edifici utilizzati dall’equipaggio, che
devono essere realizzati con criteri di sicurezza tali da costituire un “luogo
sicuro” (Fig.1).
Fig. 1 – Alcune piattaforme di calcestruzzo installate dalla Norvegia nell’Oceano Atlantico; Fonte: (www.olavolsen.no)
In Norvegia per il Sulafjorden, un fiordo largo circa 4 km e profondo
500 m, tra le numerosissime soluzioni ipotizzate, è stata scelta quella che
prevede la costruzione di un ponte multicampata che utilizza le stesse tecniche
impiegate per la realizzazione di piattaforme off-shore basate sulla tecnologia
GBS (Fig. 2).
Fig. 2 – Ponte sospeso a più campate sul Sulafjorden sostenute da strutture GBS (Gravity-based Structures) – Fonte: immagini estratte dal video realizzato da Rambøll e Sweco per Statens vegvesen (Strade dello stato della Norvegia). Youtube “Statens vegvesen – E39 Sulafjorden K2” https://www.youtube.com/watch?v=7s2l7Uq_oZ4
Partendo dai progetti norvegesi è nata l’idea di utilizzare
tali tecniche per ipotizzare la realizzazione di un ponte sullo Stretto
localizzato in modo da essere utilizzato quotidianamente dagli abitanti delle
città metropolitane di Messina e di Reggio Calabria e non per essere utilizzato
quasi esclusivamente dal traffico viaggiatori e merci a lunga percorrenza. Da
qui il nome Ponte ME-RC (Messina-Reggio Calabria).
Posizionando opportune strutture GBS, è possibile realizzare
un percorso diretto tra Messina Scalo e Villa San Giovanni. Ovvero non è più
necessario allontanarsi dalle città per raggiungere il punto più vicino tra la
costa calabra e quella siciliana rendendo improbabile l’utilizzo quotidiano di
tale ponte per il traffico locale, che dovrebbe essere il principale fruitore
di tale opera. Il ponte deve eliminare, per quanto possibile, l’attuale
ostacolo sia economico che temporale, che impedisce lo sviluppo dell’area
metropolitana dello Stretto e più in generale della Sicilia e della Calabria.
Nel caso specifico del ponte ME-RC è necessario attraversare
un tratto di mare profondo al massimo 320 m. I due piloni centrali dovrebbero
essere realizzati in un’area quasi pianeggiante denominata “Messina Valley” in
luoghi profondi 300 m, che sono molto meno dei 450 m del Sulafjord norvegese.
La distanza tra le due coste lungo la direttrice scelta è di 6.620 m (Fig.3).
Dato che il ponte oltre che stradale deve essere anche
ferroviario e che attualmente non esiste al mondo alcun ponte di tale tipo che
abbia una campata maggiore di 1.408 m, per superare la distanza di 6.620 m
bisognerebbe realizzare un ponte costituito da 5 campate da 1.324 m utilizzando
4 piloni GBS. L’attuale record di ponte stradale e ferroviario che ha la
campata da 1.408 m è detenuto dal ponte Yavuz Sultan Selim, chiamato anche il
“terzo ponte sul Bosforo”, inaugurato il 26 agosto 2016.
Data la profondità del mare lungo la direttrice prescelta si
dovrebbero realizzare 4 condeep di altezze comprese tra i 400 e i 500 m. Da
notare che i grandi spazi presenti in corrispondenza dei quattro condeep consentono
la realizzazione sia di luoghi panoramici turistici, sfruttabili
commercialmente, che di luoghi sicuri da utilizzare in caso di emergenza (Fig.
4).
Fig. 4 – Ponte ME-RC
A causa della posizione obbligata della nuova stazione di
Messina Centrale, bisognerà rendere navigabile per le grandi navi la quarta
campata lato Sicilia, in modo che la pendenza risulti circa del 17 ‰, che è
inferiore alla massima ammessa sulla rete AV/AC italiana (18 ‰) (Fig. 5).
Fig. 5 – Stima di massima delle dimensioni principali del Ponte ME-RC
Sul ponte ME-RC potrebbe essere realizzata oltre alla linea
ferroviaria a doppio binario anche una autostrada a tre corsie per ogni senso
di marcia per fare fronte non solo al traffico a lunga percorrenza ma anche a
quello futuro della città metropolitana dello Stretto. Data la breve distanza
tra le due città dello Stretto si potrebbe pensare di attivare anche un
servizio metropolitano ferroviario tra le due coste in modo da collegare in
tempi rapidissimi tramite il ponte oltre al centro delle due città anche tutte
le località comprese tra Rosarno e Melito di Porto Salvo in Calabria e tutte le
località comprese tra Giampilieri e Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia
(Servizio Suburbano). Creando le condizioni rilanciare l’economia semplificando
i movimenti delle persone che potrebbero spostarsi quotidianamente tra le loro
abitazioni e i punti di interesse dell’altra città, alla ZES annessa al Porto
di Gioia Tauro, all’aeroporto dello Stretto “Tito Minniti”, alle aree turistiche
e produttive/ZES di Milazzo/Barcellona e di Giampilieri/Taormina, ecc.
Nelle immediate vicinanze del pilone posto sulla costa
siciliana si potrebbe realizzare uno svincolo autostradale collegato con il
centralissimo viale Europa.
Fig. 6 – Svincolo autostradale “Messina Europa”
L’autostrada,
dal ponte ME-RC, continua in viadotto seguendo il vecchio percorso dell’ex
ferrovia Messina-Palermo in modo sopraelevato, per consentire l’utilizzo della
vecchia ferrovia come linea metropolitana.
La galleria dell’Angelo verrebbe utilizzata per la
metropolitana, mentre sopra verrebbe realizzata la galleria autostradale.
Subito dopo, superata in viadotto via del Santo, l’autostrada proseguirà in
galleria sino alla E45 dove sarà realizzato lo svincolo “Messina Ponte” tra gli
svincoli di “Messina Centro” e “Messina Gazzi” (Fig. 7).
Fig. 7 – Mappa di Messina con evidenziata in bianco l’area della nuova stazione di Messina Centrale (Maregrosso), in marrone il nuovo tracciato autostradale dal ponte ME-RC alla E45 e i nuovi svincoli di “Messina Europa” (vicino al pilone del ponte ME-RC) e di “Messina Ponte”, in verde è evidenziato il tracciato dell’ex ferrovia Messina-Palermo (tratta Camaro-Messina Scalo)
La nuova stazione di Messina Centrale dovrebbe essere
realizzata a Maregrosso, attualmente utilizzata come Messina Scalo, nella
stessa area già individuata sino al 2005 per la realizzazione della stazione di
“Messina Ponte sullo Stretto”. Dalla nuova stazione ferroviaria, seguendo la
costa, utilizzando la linea ferroviaria si giunge a Catania, mentre utilizzando
la galleria di base dei Peloritani si giunge a Palermo.
Tra l’altro la nuova stazione ferroviaria di Messina
Centrale, essendo di transito ovvero non più di testa, non avrà più la
necessità di avere nelle vicinanze depositi locomotive e scali dove
parcheggiare materiali rotabili viaggiatori e merci. I treni regionali e
metropolitani potrebbero utilizzare gli impianti ferroviari di Reggio Calabria,
liberando ampi spazi a Messina. L’area dell’ex Officina Grandi Riparazioni di
Messina potrebbe essere riutilizzata per il deposito e la manutenzione dei
materiali rotabili delle linee metropolitane.
Dopo aver completato la copertura del torrente San Filippo,
il piazzale della stazione di Contesse e i binari di collegamento con la
fermata di Tremestieri potrebbero essere trasformati in un centro intermodale
dove caricare e scaricare dai treni mezzi commerciali che altrimenti
percorrerebbero la rete autostradale italiana per centinaia di chilometri.
L’area compresa tra Gazzi e la Zona Falcata diventerà
centralissima e di pregio, pertanto sarà necessaria la predisposizione di un
apposito studio urbanistico da inserire nel Piano Regolatore Generale della
città di Messina per far fronte alla progettazione di alberghi, spazi
commerciali e residenziali, strutture ricettive e congressuali, strade e piazze,
zone destinate a parcheggio multipiano.
Con la realizzazione del Ponte ME-RC sarà necessario ridisegnare
il water front della città visibile dal ponte e le aree attraversate dalla
nuova bretella autostradale dovranno essere adeguatamente riqualificate in
quanto diventeranno parte integrante del nuovo centro della città, nonché
biglietto da visita di Messina, della Sicilia e simbolo positivo dell’Italia
intera.
Il progetto Ponte ME-RC renderà appetibili commercialmente
molte aree inserite dal progetto “CAPACITY” come aree da riqualificare. In
particolare, saranno interessati dai lavori collaterali al ponte ME-RC i
seguenti ambiti territoriali: Gazzi, Fondo Saccà, Camaro, Zona Falcata, Fondo
Fucile e Villaggio Santo.
Pertanto, la realizzazione del ponte ME-RC non è importante
solo per l’attraversamento dello Stretto, ma anche per il risanamento della città
di Messina, che da quando è stata colpita dal terremoto del 28 dicembre del
1908 continua a soffrire per problemi legati all’emergenza abitativa di
migliaia di persone.
Alla luce di ciò la realizzazione del Ponte ME-RC
rappresenta un capovolgimento dei termini in quanto trasforma gli interventi di
riqualificazione urbana in un investimento strategico di importanza
internazionale che modifica in modo permanente il valore delle aree coinvolte.
Contestualmente alla realizzazione del ponte ME-RC sarebbe necessario
ripensare il TPL sia messinese che reggino per ridurre in modo significativo la
congestione del traffico stradale e per rilanciare l’economia semplificando i
movimenti delle persone (biglietto unico integrato della nuova città
metropolitana dello Stretto utilizzabile su tutti i mezzi pubblici).
L’ex tracciato della ferrovia Messina-Palermo, tra Camaro e
Messina Scalo (circa 7 km), potrebbe essere facilmente trasformato in
metropolitana realizzando numerose fermate per servire i quartieri attraversati.
La metropolitana verde (Fig. 7), partendo da Camaro dopo essere giunta alla
nuova stazione di Messina Centrale, potrebbe proseguire tramite il ponte per la
città di Reggio Calabria o per altre destinazioni calabre.
Inoltre, sarebbe opportuno realizzare a Messina un nuovo
tracciato di metropolitana in galleria da Tremestieri Porto fino all’Annunziata
(linea rossa lunga circa 11 km) in modo da ridurre drasticamente la congestione
del traffico stradale e servire velocemente tutte le aree maggiormente
urbanizzate della città ed in particolare il centro storico, le principali
scuole, gli uffici e i centri commerciali (Fig. 8, 9 e 10).
Fig. 8 – Tracciati di massima delle ipotizzate linee metropolitane, tranviarie e funiviarie di Messina
Fig. 9 – Tracciati di massima delle ipotizzate linee metropolitane, tranviarie e funiviarie di Messina
Fig. 10 – Tracciati di massima delle ipotizzate linee metropolitane, tranviarie e funiviarie di Messina
È da ricordare che in base ai rapporti periodici “TomTom
index” sia la città di Messina che quella di Reggio Calabria normalmente si
classificano a livello nazionale tra il 2° e il 4° posto per la congestione del
traffico stradale ed è per tale motivo che dal DEF 2016 sono previsti interventi
di potenziamento dei servizi metropolitani e tranviari nelle due città (SdF,
PUMS, ecc.).
Lungo il percorso della nuova linea metropolitana rossa “Tremestieri-Annunziata”
dovrebbe essere prevista una derivazione in corrispondenza di Villa Dante in
modo da servire la nuova stazione centrale e poi, tramite il ponte ME-RC
giungere velocemente in Calabria. La realizzazione di questa nuova linea
metropolitana risulta molto importante per eliminare gli attuali colli di
bottiglia e per migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Il tracciato è stato scelto in modo da essere
sufficientemente lontano dal mare e contemporaneamente in modo da mantenere la centralità,
evitando allo stesso tempo di costituire intralcio alle attività commerciali.
Le fermate della metropolitana dovrebbero essere ricavabili in spazi già
disponibili o facilmente disponibili a seguito di espropri di limitata entità.
In tale contesto l’attuale linea tranviaria (linea gialla) cambierebbe
il percorso da Villa Dante verso la nuova stazione di Messina Centrale in
quanto non sarebbe più necessario giungere all’attuale capolinea sud posto allo
ZIR, già servito dalla nuova linea metropolitana rossa tramite la fermata del
Policlinico e tramite la fermata ferroviaria di Messina Fiumara Gazzi.
Con l’occasione sarà possibile modificare il tracciato
dell’attuale linea tranviaria anche nella zona centrale in modo da aumentarne
in modo significativo la velocità commerciale. In particolare, giunti
all’attuale stazione ferroviaria, ovvero in Piazza della Repubblica, si
potrebbe proseguire diritti sino al porto e realizzare una fermata in
corrispondenza dell’attracco delle navi veloci. Poi, rettificando il confine
dell’area portuale, si potrebbe spostare il tracciato sino alla fermata Municipio
in modo da eliminare le attuali problematiche connesse con le attività
commerciali poste lungo il porto. Dalla fermata Municipio il tram potrebbe
continuare secondo l’attuale tracciato sino al capolinea del Museo o potrebbe
proseguire sino all’Annunziata in modo da trovare corrispondenza con la linea
metropolitana.
La nuova linea metropolitana attraverserebbe la città per
tutta la lunghezza, mentre la linea tranviaria servirebbe di rinforzo per le
aree centrali riuscendo a servire anche le aree portuali difficilmente
raggiungibili tramite la metropolitana. I collegamenti con i quartieri delle
vallate e con quelli collinari dovrebbero continuare ad essere effettuati a
pettine tramite autobus.
Per valorizzare la natura culturale e turistica della città
di Messina, oltre che per raccordare la linea tranviaria e le due linee
metropolitane, in modo da minimizzare i tempi di spostamento urbano, sarebbe opportuno
realizzare una funivia urbana (linea bianca) da Boccetta, dove attraccano le
navi da crociera (Fig.11), a forte Gonzaga raggiungibile in circa 10 minuti e
da dove si può ammirare il bellissimo panorama dello Stretto di Messina,
dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità (Fig. 12).
Fig. 11 – Navi da crociera ancorate nel porto di Messina
La funivia urbana (linea bianca) si interconnette in
posizione centrale con la linea tranviaria (gialla) presso la fermata
“Boccetta” (Fig.10), con la linea metropolitana rossa presso la fermata “San
Francesco”, con la linea metropolitana verde presso la fermata “Montepiselli/Bisconte”
prima di giungere al capolinea “Gonzaga”. Tutto ciò contribuirà in modo
determinante ad un suo uso continuo in quanto riduce in modo significativo i
tempi di spostamento urbani e contemporaneamente potrebbe diventare
un’attrazione per i croceristi e più in generale per i turisti.
Fig. 12 – Panorama dello Stretto e Ponte ME-RC visto da Forte Gonzaga
Spostandoci sulla costa calabra, possiamo analizzare gli
effetti che si avranno sul Trasporto Pubblico Locale della Città Metropolitana
di Reggio Calabria a seguito della realizzazione del ponte ME-RC.
I collegamenti sia autostradali che ferroviari in Calabria non
prevedono modifiche significative e quindi risultano molto semplici da
realizzare. In particolare, per la parte autostradale è necessario costruire un
viadotto di collegamento tra il pilone calabro del ponte ME-RC e l’autostrada
del Mediterraneo, lungo circa 1 km e un nuovo svincolo autostradale subito dopo
quello di uscita per Villa San Giovanni (Fig. 13).
Per quanto riguarda la ferrovia è necessario raccordare il
tracciato del ponte con la ferrovia esistente in modo da poter proseguire sia
verso la stazione di Villa San Giovanni e quindi verso nord, sia verso Reggio
Calabria e oltre. Il servizio metropolitano proveniente dal ponte, proseguendo
verso Reggio Calabria, potrebbe utilizzare le attuali stazioni e fermate
ferroviarie (Fig.14).
Fig. 14 – Linee e raccordi ferroviari del Ponte ME-RC
Subito dopo la fermata di Pentimele si potrebbe realizzare un bivio da
cui derivare una linea ferroviaria metropolitana passante, che sottopassi tutto
il centro della città sino a giungere all’aeroporto dello Stretto “Tito
Minniti” ed alla stazione di S. Gregorio dove si potrebbe riconnettere alla
linea ferroviaria attuale (Fig.15). In
tal modo potrebbero essere attivati servizi metroferroviari veloci tra le due
città metropolitane dello Stretto. Anche questo tracciato, così come la nuova linea
metropolitana ipotizzata a Messina, servirebbe il centro storico, le principali
scuole, gli uffici e i centri commerciali.
Fig. 15 – Tracciato di massima dell’ipotizzata linea ferroviaria metropolitana passante di Reggio Calabria
L’insieme di tutte queste proposte progettuali potrebbe
diventare negli anni futuri fonte di sviluppo per il rilancio dell’area dello
Stretto e del Mezzogiorno. Influendo sulle aree dismesse e riqualificando i
waterfront delle due coste, si darà notevole impulso alla realtà economica,
sociale e culturale dell’intera area metropolitana.
Ricordiamo, per concludere, che il corridoio
Scandinavo-Mediterraneo, uno dei quattro corridoi TEN-T che attraversano
l’Italia, nella sua parte finale da Napoli a Palermo deve necessariamente
attraversare lo Stretto.
Le reti TEN-T (Trans-European Networks – Transport) sono un
insieme di infrastrutture di trasporto integrate, previste dalla Comunità
Europea per sostenere il mercato unico, garantire la libera circolazione delle
merci e delle persone e rafforzare la crescita, l’occupazione e la
competitività dell’Unione europea. Oggi la priorità a livello europeo è quella
di assicurare la continuità dei Corridoi, realizzando i collegamenti mancanti,
assicurando collegamenti tra le differenti modalità di trasporto, eliminando i
colli di bottiglia esistenti. Nel caso specifico, la realizzazione
dell’attraversamento stabile eliminerebbe la condizione di insularità della
Sicilia. Come citato nel trattato di
Maastricht del 7 febbraio 1992 le reti TEN-T
mirano a favorire l’interconnessione delle reti infrastrutturali nazionali e la
loro interoperabilità, tenendo conto in particolare della necessità di
collegare alle regioni centrali dell’Unione le regioni insulari, prive di
sbocchi al mare e periferiche.
Inoltre, con riferimento a quanto stabilito dal DEF 2017 allegato infrastrutture, nell’ambito degli interventi prioritari ferroviari con il potenziamento della “Direttrice Napoli – Palermo” è prevista la predisposizione di uno Studio di Fattibilità finalizzato a verificare le possibili opzioni di attraversamento sia stabili che non stabili dello Stretto. Tale intervento è inserito anche nel DEF 2018 allegato “Connettere l’Italia” interventi per il Mezzogiorno che dichiara, tra l’altro, che per l’attraversamento dello Stretto è in corso una fase di progettazione di fattibilità. Confidando nella felice e tempestiva conclusione della fase di Studio di Fattibilità dell’attraversamento stabile dello Stretto che per la conseguente predisposizione del Piano Regolatore Generale che comprenda sia la regolamentazione della realizzazione del nuovo water front sia la riqualificazione delle aree attraversate dai nuovi tracciati ferroviari e stradali, sia la riorganizzazione del TPL dell’Area Metropolitana dello Stretto, possiamo concludere che gli interventi ipotizzati consentiranno una drastica riduzione dei tempi di percorrenza tra le circoscrizioni più popolose delle due città, riducendo in modo significativo la necessità di utilizzare le auto private, contribuendo in modo determinante a fare recuperare alle città metropolitane di Messina e di Reggio Calabria molte posizioni nella classifica della vivibilità tra le città d’Italia e d’Europa oltreché contribuire in modo decisivo al rilancio sociale ed economico di una parte significativa del Sud Italia. Considerato che complessivamente le due città metropolitane hanno un numero di abitanti pari a circa 885.000, il numero di passeggeri/giorno che fruiranno del servizio pubblico dovrebbe attestarsi su valori tali da giustificare l’investimento, così come normalmente avviene in tutte le città metropolitane europee di pari dimensioni. Non bisogna dimenticare che l’unione delle due città metropolitane darebbe vita ad una città che per popolazione sarà la 7° città d’Italia e la 3° del sud Italia.