Mauro Bonazzi – Piccola filosofia per tempi agitati

Regna una grande confusione sotto il cielo, in questi tempi agitati.Come sempre succede nei momenti di crisi, non siamo in grado di leggere il presente: forse potremo tracciare una mappa, scrivere la Storia, comprendere i disegni solo tra qualche decennio, o addirittura qualche secolo. Ora come ora, è meglio accettare confusione e complessità piuttosto che rivolgere la prua verso un unico sistema di valori, tanto rassicurante quanto sterile. Ma abbiamo bisogno di una guida  e la filosofia è lo strumento che può aiutarci.

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A Messina la nuova visione: collegamento stabile e riqualificazione urbanistica

Sabato 23 nel salone delle Bandiere di Palazzo Zanca a Messina sarà presentato un lavoro eccezionale, perché riesce a coniugare qualità tecniche, urbanistiche, economiche nel massimo rispetto dell’ambiente naturale. Un progetto sull’attraversamento stabile dello Stretto di Messina ad opera dell’ing. Giovanni Saccà, che riporta a nuova vita l’idea di ponte secondo moderne tecnologie, influendo nel contempo sulle aree dismesse e qualificando i fronti a mare delle due sponde. Un lavoro talmente importante che, se condiviso dalle pubbliche amministrazioni, potrebbe divenire nei prossimi anni la dorsale dei futuri sviluppi per il rilancio dello Stretto e la modernizzazione della sua realtà sociale e culturale.

Shaunta Grimes: 25 consigli per diventare uno scrittore 3/3

Shaunta Grimes

Ultima tornata di consigli. Shaunta Grimes, la blogger, che ha compilato questo piccolo corso di scrittura, è veramente una sorpresa. Perché, se è vero che per scrivere occorre uno spazio tutto proprio (puoi stare da solo in camera da letto o in biblioteca fra appassionati come te), quello che più conta è che occorre fare il possibile per entrare a fare parte di una tribù, di una cerchia culturale. Ti aiuterà a interiorizzare l’idea che anche tu possa essere davvero uno scrittore. Oggi o domani, poco importa; quello che importa è scrivere e per farlo necessita raccogliere consigli, idee, immagini, letture.

25 CONSIGLI PER DIVENTARE UNO SCRITTORE

Di Shaunta Grimes
Traduzione da: 25 TIPS FOR BEING A WRITER

18. Definisciti scrittore.

Fidati di me e dì questo ad alta voce oggi: «Sono uno scrittore». E la prossima volta che qualcuno ti chiede cosa fai, dì «Io sono uno scrittore». Se scrivi ogni giorno, sei uno scrittore. Ti è permesso possedere questo titolo. Non mi interessa quale sia la tua giornata di lavoro. Inizia a identificarti come scrittore. All’inizio sarà difficile se non l’hai mai fatto prima, ma ti ci abituerai.

19. Fine.

Questo è importante: non c’è molto che tu possa fare per diventare uno scrittore se non porti a termine un manoscritto. La tua mente di scrittore farà scaturire nuove idee brillanti quando il gioco si fa duro sul tuo work-in-progress. Appuntale, ma resta concentrato sulla tua storia. Ricorda quando è scaturita la tua nuova brillante idea e continua a scrivere. Vai fino alla fine.

Vorrei tanto che quando i miei primi libri sono stati raccolti da un grande editor, avevano avuto il tempo di dirmi che mi serviva per costruire un pubblico.

20. Fai in modo che la tua giornata lavorativa sia al servizio della tua arte.

Questo è un cambiamento nel modo di pensare che potrebbe cambiare tutto per te. Inizia a pensare al tuo lavoro quotidiano come qualcosa che fai al servizio della tua scrittura. Il tuo lavoro dalle-nove-alle-cinque paga le bollette per te da scrivere. Ti dà quei centesimi di cui hai bisogno per un editor e un grafico di copertine.

21. Crea una mailing list.

Speravo tanto di pubblicare che quando i miei primi libri sono stati scelti da un grande editore, mi hanno lasciato del tempo per dedicarmi alla costruzione di un pubblico. Una lista di e-mail è molto importante per uno scrittore. Comincia ora. Anche se non hai mai scritto un libro. Inizia a scrivere su Medium o sul tuo blog. Pubblica qualcosa una volta alla settimana e metti qualcosa di simile a una casella per i commenti dei lettori in fondo alla pagina.

22. Fai un piano quinquennale.

Avrai davvero bisogno di raggiungere gli step fissati. Annota gli obiettivi intermedi per dove desideri spingerti, che la tua carriera di scrittore si realizzi fra tre mesi, sei mesi, un anno, tre anni e poi cinque anni. Pensa a ciascuno di questi obiettivi ogni volta come a un trampolino di lancio. È molto più facile mettere l’energia giusta nel realizzare qualcosa come «Scrivi tre racconti e avere 50 persone nella mia mailing list in tre mesi», piuttosto che pensare solo a un enorme obiettivo finale.

Sono stata una scrittrice professionista per 20 anni. Ho pubblicato due libri e ne ho un terzo in uscita a marzo 2019. Ecco come appare il mio piano quinquennale:
Tre mesi: arriva a 20.000 nomi nella mia mailing list e lancia The Astonishing Maybe.
Sei mesi: arriva a 25.000 nomi nella mia lista e-mail e finisci di scrivere l’attuale lavoro in corso.
Un anno: arriva a 30.000 nomi nella mia lista di e-mail e lancia il nuovo libro indipendente Thunderstruck.
Tre anni: sono stati pubblicati 10 titoli, alcini con editori tradizionali ed altri indipendenti.
Cinque anni: guadagna abbastanza denaro con la narrativa per sostenere la mia famiglia.

23. Mantieni un calendario editoriale.

Un calendario editoriale è semplicemente uno strumento che ti aiuterà a rimanere in pista mentre ti sposti nel tuo piano quinquennale. Quando ero una giornalista, un calendario editoriale era assolutamente essenziale per il mio lavoro. Non ho mai perso il gusto di averne uno. Preferisco tenere un calendario editoriale analogico. Puoi tenerne anche uno online. Stabilisci le scadenze per te stesso e tieni traccia dei tuoi obiettivi di scrittura.

Io uso FRED per gestire la stesura dei romanzi. Tengo traccia del mio conteggio delle parole e ho un registro giornaliero del mio lavoro. FRED è il partner di responsabilità più efficace che abbia mai avuto.

Uso un piano mensile per la scrittura di saggistica, che sono principalmente post che pubblico sul mio blog e post di Medium. Scrivo il nome del sito per il post in un cerchio e lo depenno con una croce quando ho finito. Personalmente non ho bisogno di scrivere i titoli dei miei post o di pianificare prima del tempo quale post ho intenzione di scrivere, quindi non lo faccio. Annoto alcune cose settimanalmente, come ad esempio i post che ho indirizzato al mio blog o su Medium in modo che sia improbabile che accidentalmente si duplichino. Nel mio calendario editoriale tengo anche una lista di idee su qualche storia.

24. Sii interessante.

Vedo molti scrittori novellini di romanzi commettere questo errore, specialmente se hanno appena firmato con un agente o venduto un manoscritto. Si immergono nei social media focalizzando il proprio metodo narrativo. Se non sei un unicorno, a nessuno interessa il tuo processo di scrittura. Questo vale anche per me. Invece di twittare #AmWriting o bloggare descrizioni su ciò che rivela la copertina del tuo libro, scrivi di te. Fai sapere ai tuoi lettori chi sei al di fuori della scrittura.

Scrivi delle parti più interessanti di te stesso. Sei un pilota? Ami le immersioni subacquee? Hai viaggiato in tutta l’Asia a piedi? Qualunque cosa tu abbia fatto o che ti interessi o se sei un esperto in qualcosa, scrivi a riguardo. E se pensi di non avere qualcosa che ti renda interessante, impara qualcosa di interessante e porta altre persone a cavalcare con te.

25. Pratica.

Ho iniziato questa lista di consigli dicendoti di scrivere tutti i giorni. Sto per finire nello stesso modo. Nessuno degli altri suggerimenti qui può sostituire un’abitudine di scrittura quotidiana. Scrivi ogni giorno e completa i tuoi manoscritti. Tutto il resto è sugo.

3/3 Finito!

Museo Salinas – I Borbone e l’archeologia a Palermo, Napoli e Pompei

𝐏𝐚𝐥𝐞𝐫𝐦𝐨 𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑅𝑒𝑔𝑛𝑜 𝐈 𝐁𝐨𝐫𝐛𝐨𝐧𝐞 𝐞 𝐥’𝐚𝐫𝐜𝐡𝐞𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐚 𝐚 𝐏𝐚𝐥𝐞𝐫𝐦𝐨, 𝐍𝐚𝐩𝐨𝐥𝐢 𝐞 𝐏𝐨𝐦𝐩𝐞𝐢
2 dicembre 2018 – 31 marzo 2019
A cura di Francesca Spatafora

Una storia che inizia nel 1734, quando Carlo di Borbone muove alla conquista del Regno di Napoli e e del Regno di Sicilia sottraendoli alla dominazione austriaca; e si conclude nel 1860, con lo sbarco dei Mille a Marsala e il governo dittatoriale di Giuseppe Garibaldi che portò la Sicilia all’annessione al neonato Regno d’Italia. Un passo indietro: dopo il Congresso di Vienna, il sovrano Borbone Ferdinando IV, che dopo l’unificazione avrebbe assunto il nome di Ferdinando I, aveva riunito in un unico Stato, il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia, grazie alla Legge fondamentale del Regno delle Due Sicilie dell’8 dicembre 1816. La capitale del nuovo Regno fu inizialmente Palermo, sede secolare del Parlamento Siciliano, ma già l’anno successivo, 1817, la capitale viene spostata a Napoli.

La mostra occupa tre saloni del primo piano del museo e racchiude circa un centinaio tra opere e reperti donati all’allora Museo di Palermo dai sovrani Borbone Francesco I e Ferdinando II oltre a diverse opere provenienti da scavi finanziati dai reali a Pompei, Ercolano e Torre del Greco, prestate dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli e dai Parchi Archeologici di Pompei ed Ercolano.

Tre le sezioni:

La prima, dedicata a Pompei, comprende l’intero complesso di opere e materiali provenienti dalla Casa di Sallustio, donati al Museo di Palermo nel 1831 da Ferdinando II; spicca tra questi “Ercole in lotta con il cervo”, gruppo scultoreo in bronzo che abbelliva originariamente l’atrio della domus. Completeranno l’esposizione dedicata alla città vesuviana alcune sculture, vasellame di terracotta e di bronzo, decorazioni architettoniche rinvenute a Pompei nel corso degli scavi realizzati dai Borbone o recuperate nei cunicoli di scavo ottocenteschi.

Una seconda sezione è dedicata a Ercolano: in questo caso saranno esposte, con il grande plastico del teatro di Ercolano realizzato nel 1808, diverse pitture parietali, oggetti di uso quotidiano, bronzi e sculture provenienti dagli scavi ottocenteschi.

Dell’ultima sezione fanno parte opere e pitture rinvenute nella villa di Contrada Sora a Torre del Greco: alcune furono portate a Palermo e donate al museo nel 1831 da Ferdinando II, in fuga da Napoli nel 1798, e tra queste spicca una splendida copia romana in marmo dell’originale in bronzo del Satiro versante di Prassitele; altre, provenienti da scavi ottocenteschi o dei primi anni Novanta dello scorso secolo, provengono dallo stesso contesto e testimoniano la raffinatezza dell’apparato decorativo della villa.

Ad introdurre la mostra sarà la statua monumentale di Menade rinvenuta a Roma, nelle Terme di Caracalla, tra il 1545 e il 1546, durante gli scavi archeologici promossi da Alessandro Farnese [papa Paolo III]; la scultura, confluita nella collezione di famiglia dei Farnese, fu eredita dai Borbone e trasferita a Napoli con altre importanti opere della stessa raccolta. In seguito, nel 1827, venne trasportata a Palermo al seguito del re, fuggito a causa dell’invasione di Napoli da parte dei Francesi, e destinata ad abbellire il Reale Parco della Favorita.

Il Velluto di Nuoro: per abiti classici, tradizionali o casual

Il velluto prende il nome dal latino vellus, proprio perché tessuto caratterizzato da un fitto pelo sulla faccia del dritto. Di origine orientale, si diffuse in Occidente verso il tredicesimo secolo presso le classi più agiate. Nel Cinquecento, periodo in cui si affermò una netta distinzione tra i tessuti per l’abbigliamento e quelli per l’arredo, la produzione del velluto si diffuse anche in Italia. Pur esistendo velluti di lana e di seta, il più diffuso è senza dubbio quello di cotone. Diversi capi tra cui giacche, pantaloni, berretti, e diversi tipi di tessitura, liscia o a coste, rendono il velluto una stoffa poliedrica, adatta ad interpretare qualsiasi stile. In Sardegna probabilmente il velluto giunse con i catalani, e per secoli fu chiamato “terciopelo alla spagnola”. Nostante il nome, questo tessuto veniva fabbricato in Italia per tutto il resto d’Europa.

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IL VELLUTO DI NUORO

GAM Torino – I Macchiaioli, Arte italiana verso la modernità

I MACCHIAIOLI Arte italiana verso la modernità
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino
26 ottobre 2018 – 24 marzo 2019
A cura di: Cristina Acidini, Virginia Bertone
Coordinamento tecnico-scientifico: Silvestra Bietoletti, Francesca Petrucci

Telemaco Signorini (Firenze 1835-1901)
Marina di Viareggio, 1860 circa
Olio su tela, 20 x 48,5 cm
Piacenza, collezione privata, in comodato
presso Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi

Gli antefatti, la nascita e la stagione iniziale e più felice della pittura macchiaiola, ossia il periodo che va dalla sperimentazione degli anni Cinquanta dell’Ottocento ai capolavori degli anni Sessanta, saranno i protagonisti della mostra che per la prima volta alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino valorizzerà il dialogo artistico tra Toscana, Piemonte e Liguria nella ricerca sul vero.

I macchiaioli. Arte italiana verso la modernità”, organizzata e promossa da Fondazione Torino Musei, GAM Torino e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, a cura di Cristina Acidini e Virginia Bertone, con il coordinamento tecnico-scientifico di Silvestra Bietoletti e Francesca Petrucci, vede la collaborazione dell’Istituto Matteucci di Viareggio e presenta circa 80 opere provenienti dai più importanti musei italiani, enti e collezioni private, in un ricco racconto artistico sulla storia del movimento, dalle origini al 1870, con affascinanti confronti con i loro contemporanei italiani.

L’esperienza dei pittori macchiaioli ha costituito uno dei momenti più alti e significativi della volontà di rinnovamento dei linguaggi figurativi, divenuta prioritaria alla metà dell’Ottocento. Fu a Firenze che i giovani frequentatori del Caffè Michelangiolo misero a punto la ‘macchia’. Questa coraggiosa sperimentazione porterà a un’arte italiana “moderna”, che ebbe proprio a Torino, nel maggio del 1861, la sua prima affermazione alla Promotrice delle Belle Arti. Negli anni della sua proclamazione a capitale del Regno d’Italia, Torino visse una stagione di particolare fermento culturale. È proprio a questo periodo, e precisamente nel 1863, che risale la nascita della collezione civica d’arte moderna – l’attuale GAM – che aveva il compito di documentare l’arte allora contemporanea.

A intessere un proficuo dialogo con la pittura macchiaiola è la prestigiosa collezione ottocentesca della GAM, che favorisce un’inedita occasione di studio. In questa prospettiva un’attenzione particolare viene restituita ad Antonio Fontanesi, nel bicentenario della nascita, agli artisti piemontesi della Scuola di Rivara (Carlo Pittara, Ernesto Bertea, Federico Pastoris e Alfredo D’Andrade) e ai liguri della Scuola dei Grigi (Serafino De Avendaño, Ernesto Rayper), individuando nuovi e originali elementi di confronto con la pittura di Cristiano Banti, Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Odoardo Borrani, protagonisti di questa cruciale stagione artistica.

IL PERCORSO

Il percorso prenderà il via con il racconto della formazione dei protagonisti, necessario per far apprezzare a pieno il contributo innovativo dei Macchiaioli all’interno della storia dell’arte. Dalle opere di pittori e maestri accademici di gusto romantico o purista, come Giuseppe Bezzuoli, Luigi Mussini, Enrico Pollastrini, Antonio Ciseri, Stefano Ussi, ai giovani futuri macchiaioli come Silvestro Lega, Giovanni Fattori, Cristiano Banti, Odoardo Borrani: attraverso il confronto delle opere sarà evidenziata la loro educazione tradizionale, rispettosa dei grandi esempi rinascimentali.

A punteggiare la mostra è la partecipazione delle opere scelte alle prime Promotrici di Belle Arti e alla prima Esposizione nazionale di Firenze del 1861; sullo sfondo è la visita all’Esposizione Internazionale di Parigi del 1855, che fu un avvenimento decisivo per i giovani macchiaioli, suscitando grande curiosità ed emulazione nei confronti della nuova visione “oggettiva” e diretta. In questa cornice, sarà presentato al pubblico il dialogo che sospinse alcuni artisti tra Piemonte, Liguria e Toscana a condurre le ricerche “sul vero”. Furono anni di sperimentazione in cui le ricerche sul colore-luce, condotte en plein air, crearono un comune denominatore tra pittori legati in gruppi e cenacoli, di cui l’esempio più noto fu quello dei Macchiaioli toscani.

Si affronta quindi la sperimentazione della macchia applicata al rinnovamento dei soggetti storici e di paesaggio, con opere degli anni Cinquanta e dei primi Sessanta, durante i quali talvolta gli amici si trovavano vicini a dipingere lo stesso soggetto da angolature di poco variate, così da evidenziare il loro percorso comune e il proficuo dialogo intessuto in quegli anni di profondi mutamenti non solo artistici, ma politici e culturali in senso ampio.

A seguire si propongono le scelte figurative dei macchiaioli dall’Unità d’Italia a Firenze capitale e gli ambienti in cui maturò il linguaggio macchiaiolo: dalle movimentate estati trascorse a Castiglioncello, nella tenuta di Martelli, ai più pacati pomeriggi autunnali e primaverili a Piagentina, nell’immediata periferia fiorentina, ove gli artisti si erano ritirati a lavorare al riparo dalle trasformazioni della Firenze moderna, accentuate dal 1865 dal suo ruolo di capitale dell’Italia unita.

L’ultimo capitolo del viaggio affianca alle opere l’esperienza cruciale di due riviste: il «Gazzettino delle Arti del Disegno», pubblicata a Firenze nel 1867, e l’«Arte in Italia», fondata due anni dopo a Torino e che accompagna le vicende artistiche italiane sino al 1873. Sulle colonne del «Gazzettino» Martelli, Signorini e altri critici presentano il loro sensibile e acuto spirito di lettura nei confronti delle espressioni contemporanee europee e la consapevolezza di una ulteriore svolta evolutiva della pittura, che si lascia alle spalle il pur glorioso linguaggio della macchia, che, a quel punto, mostrava di aver compiuto il suo ruolo innovatore. Un impegno sul fronte della critica destinato idealmente a proseguire sul mensile «L’arte in Italia», rivista che contribuì al rinnovamento dell’ambiente artistico piemontese con personalità come Giovanni Camerana, tra i più lucidi sostenitori delle ricerche sul vero condotte da Fontanesi e dalla Scuola di Rivara. Ciò che la mostra restituisce è quindi l’occasione non solo per ammirare capolavori assoluti della pittura macchiaiola, ma permetterne una migliore comprensione sottolineando il dialogo che ha unito gli artisti di varie parti d’Italia nella ricerca tesa alla modernità.

Shaunta Grimes: 25 consigli per diventare uno scrittore 2/3

Shaunta Grimes

I primi nove punti stilati da Shaunta Grimes, la blogger di Medium, gli aspiranti scrittori li hanno già letti nella pagina precedente. Ora ecco altri step sui quali riflettere. Leggeteli con attenzione, se volete intraprendere questa professione e non campate scuse, asserendo che non avete tempo per leggere. Insiste la nostra autrice: «Stephen King dice nel suo libro Sulla scrittura che se non hai il tempo di leggere, allora non hai neppure il tempo (o gli strumenti) per scrivere».

25 CONSIGLI PER DIVENTARE UNO SCRITTORE

Di Shaunta Grimes
Traduzione da: 25 TIPS FOR BEING A WRITER

10. Scrivi con la porta chiusa.

Lo vedo accadere di continuo. Gli scrittori spesso sanno quale sia l’inizio e la fine delle loro storie, ma lo sviluppo centrale – che è in realtà la maggior parte dell’intero libro – diventa oscuro. Quindi iniziano a chiedere opinioni. Alcuni scrittori raggiungono le loro tribù e dicono qualcosa del tipo: «Non sono sicuro di dove andare con questa storia. Cosa ne pensi?».

La tua cerchia di persone competenti è fin troppo importante per assicurarsi la propria presenza in questa lista, ma la tua storia è soltanto tua, finché non sei pronto per i lettori. Solo allora diventa la loro storia. Non lasciare che sia loro finché non hai finito.

11. Impara ad auto-modificare.

L’auto-editing è importante quanto la scrittura. Devi imparare a farlo. Se ti frulla il pensiero in testa che non hai bisogno di avere una buona ortografia o una corretta grammatica o l’uso di una buona punteggiatura, perché è a questo che servono gli editor, caccia via questo pensiero proprio adesso.

Se stai seguendo la via tradizionale, non ti accosterai mai a un editor senza un manoscritto pulito. Se invece segui la via indipendente, dovrai pagare qualcuno per essere il tuo editor. Risparmierai denaro, tempo e imbarazzo, se consegnerai una copia pulita al tuo editor (quale editor hai scelto? ricorda, stai pagando!). Self-Editing for Fiction Writers di Renni Browne e Dave King è un ottimo punto di partenza.

12. Se sei un autore indipendente, investi in editing e copertine artistiche.

Questo non è negoziabile. Se non dovessi trovarti d’accordo con una grande casa editrice, nel pubblicare il tuo romanzo con le modifiche del tuo migliore amico e la tua copertina fatta in casa, allora non puoi nemmeno starci bene. L’autopubblicazione significa che sei effettivamente un editor professionista. Significa che devi assumere professionisti per modificare, progettare la copertina del tuo libro e, se non sai come fare, progettare il libro stesso.

13. Spedisci il tuo libro – a tutti.

È molto raro che qualcuno scriva un solo libro e immagini qualcosa che sembri una carriera. Non parlatemi di Harper Lee o Margaret Mitchell. Sono degli unicorni. Forse anche tu sei un animale fantastico come un unicorno; ma le probabilità che tu sia come il resto di noi tutti, sono circa del 99,99 per cento. Ciò significa che devi continuare a scrivere e continuare a inviare il tuo libro nel mondo.

14. Dai alla tua carriera 10 libri.

Non spedire un solo libro per poi rinunciare quando non entra nella lista dei best-seller. Invece, proponiti l’obiettivo di scrivere 10 o 20 libri davvero buoni. E continua a scrivere. Vedrai il momento di raccogliere. Uno dei miei post preferiti per i consigli riguardanti la scrittura è di Hugh Howey: «Gli scrittori che prendono sul serio quanto vi dico sono quelli che faranno soldi… A cinque anni da oggi, questi professionisti avranno in catalogo 10-20 opere disponibili. Necessiteranno solo di vendere 250-500 libri al mese per guadagnare un reddito supplementare. Come dire: poco più di dieci libri al giorno su 20 titoli. Questo è l’obiettivo a lungo termine».

15. Leggi questi libri

On Writing di Stephen King
The Writer’s Journey di Christopher Vogler
Self-Editing for Fiction Writers di Renni Browne e Dave King
Zen in the Art of Writing di Ray Bradbury
The Kick-Ass Writer di Chuck Wendig
Bird by Bird di Anne Lamott
Story Genius di Lisa Cron

16. Stabilisci piccoli, piccolissimi obiettivi.

Scrivo molto su questo. I minuscoli, piccolissimi obiettivi sono i cambia-vita. Puoi andare ovunque se fai un piccolo passo alla volta. Quindi imposta un obiettivo così piccolo – tanto che è più difficile saltarlo che farlo. Il mio preferito è di 10 minuti: scrivi 10 minuti al giorno; leggi 10 minuti al giorno. Ho persino un quadro per questo.

17. Regalati stelle d’oro.

Questa è una delle cose più semplici e semplicemente efficaci di sempre. Funziona per tutti noi, dall’asilo infantile in su. Prendi un calendario. Imposta il tuo piccolo, piccolissimo obiettivo. Raggiungi il tuo obiettivo. Regalati una stella d’oro sul tuo calendario. (Oppure, se sei troppo freddo per le stelle, prendi un pennarello e traccia una bella X.) Una rappresentazione visiva di una serie di successi ti spingerà verso il mantenimento della serie. Ecco cosa uso. Lo chiamo FRED.

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Museo Salvatore Ferragamo – L’Italia a Hollywood

Museo Salvatore Ferragamo, Palazzo Spini Feroni,
Firenze 24 maggio 2018 -10 marzo 2019
a cura di: Giuliana Muscio, Stefania Ricci

Gli anni dal 1915 al 1927, trascorsi da Salvatore Ferragamo negli Stati Uniti, in particolar modo a Santa Barbara in California, sono la fonte d’ispirazione per il nuovo progetto espositivo del Museo Salvatore Ferragamo: dalla collaborazione con i registi più famosi del tempo, come David Wark Griffith e Cecil B. DeMille, all’apertura dell’Hollywood Boot Shop, il negozio in Hollywood Boulevard frequentato da star del calibro di Mary Pickford, Pola Negri, Charlie Chaplin, Joan Crawford, Lillian Gish e Rodolfo Valentino. “Mi sembra di intravedere un parallelo tra l’industria cinematografica e la mia attività… quando le major superavano la fase iniziale per ingrandirsi e crescere, il mio negozio seguiva la stessa traiettoria.”

Prendendo spunto dal racconto autobiografico di Salvatore Ferragamo, la mostra indaga il fenomeno migratorio e l’influenza esercitata dal mito e dalla cultura italiana in California. Un’ampia sezione è dedicata alle produzioni cinematografiche californiane in cui è manifesto il richiamo all’italianità. Il percorso espositivo focalizza l’attenzione sul mondo dell’arte, dell’artigianato e dello spettacolo, aree d’interesse privilegiate dalla creatività di Ferragamo, sviluppandosi come la trama di un film. L’impressione per il visitatore di trovarsi su un set cinematografico è alimentata dall’allestimento scenografico di Maurizio Balò, che trae ispirazione dagli studios americani degli anni Venti.In quegli anni il cinema muto italiano fornisce a Hollywood potenziali divi come Lido Manetti, Tina Modotti, Frank Puglia e Lina Cavalieri, quest’ultima presente in mostra attraverso quaranta dei trecento celebri ritratti che di lei fece su piatti di ceramica Piero Fornasetti. Altri giovani italiani, come Rodolfo Valentino, si impongono col loro fascino personale, dando origine al moderno divismo.

Il progetto espositivo, che mette in luce nomi e personalità note e meno note, senza trascurare il contributo italiano in area musicale, vuole anche chiarire la contraddittoria valutazione degli italoamericani da parte della cultura WASP (White Anglo-Saxon Protestant), combattuta tra la considerazione positiva della storia e della tradizione italiana e la critica negativa di alcuni aspetti che caratterizzavano lo stereotipo dell’Italiano – l’istintività, la passionalità o il sentimentalismo. Questo binomio di natura e cultura si ricompone in un equilibrio armonico nell’operato di alcuni performer, come Enrico Caruso, che fa tesoro delle proprie doti naturali, la voce e il corpo, e le affina grazie allo studio, alla tecnica e all’arte.

Attraverso fotografie, spezzoni di film, oggetti, abiti e raffigurazioni artistiche, la mostra illustra le relazioni e il ruolo svolto dagli Italiani e dall’arte italiana nella nascita del cinema muto, ma guarda anche all’argomento con occhio contemporaneo. Ne è infatti parte integrante il progetto Two Young Italians in Hollywood, curato da Lo Schermo dell’Arte Film Festival, che prevede il coinvolgimento di due giovani artisti italiani che lavorano a Los Angeles. Manfredi Gioacchini e Yuri Ancarani sono stati invitati a realizzare due idee originali – una serie fotografica e una video installazione – in continuità ideale con quel tema. Cento anni dopo, chi sono gli Italiani che oggi lavorano a Hollywood? Cosa di quei luoghi colpisce lo sguardo di un artista che vi giunge dal nostro paese?

La mostra si avvale di prestiti prestigiosi, forniti da musei e collezioni pubbliche e private italiane e americane, e della collaborazione di alcune importanti istituzioni legate al mondo e alla storia del cinema, che hanno generosamente messo a disposizione conoscenze e consigli. Vi trovano spazio anche le produzioni americane girate in Italia in quegli anni, come Ben Huro Romola, il film prodotto e interpretato da Lillian Gish e girato a Firenze, negli studi cinematografici di Rifredi. Chiude il percorsola sala dedicata a Salvatore Ferragamo, dove sarà ricostruito fedelmente il negozio che il grande artigiano italiano aprì a Hollywood nel 1923. L’allestimento sarà accompagnato da una video installazione che riprodurrà elementi reali della vita a Hollywood negli anni Venti.Hollywood era allora poco più di un paesino. Gli studios cinematografici erano pochi, piccoli e di scarse finanze. Quando nel 1927 Ferragamo lasciò gli Stati Uniti, tutto era cambiato.

CAPSULE COLLECTION L’ITALIA A HOLLYWOOD
In concomitanza della Mostra L’Italia a Hollywood, inaugurata il 24 maggio 2018alMuseo Salvatore Ferragamo, Ferragamo’s Creations propone un’esclusiva Capsule Collection costituita da tre modelli di scarpe da donna – BELLA (1928), ASSOLUTA (1929), FOXTROT (1932) – e tre modelli da uomo – RAMON (1921), SILENCE (1925), SPECIAL (1926) –, creati dal Fondatore nel periodo della sua permanenza in California: i primi tre rispettivamente per le attrici Gloria Swanson, Mary Pickford e Joan Crawford, mentre quelli da uomo tutti per Rodolfo Valentino. L’Hollywood Boot Shop era frequentato dalle star più celebri del tempo, come Mary Pickford, Pola Negri, Charlie Chaplin, Joan Crawford, Lillian Gish e Rodolfo Valentino, con il quale Salvatore Ferragamo instaura rapporti non solo di lavoro, ma anche di amicizia e quotidiana frequentazione. Per l’occasione sarà realizzato un packaging speciale e ogni scarpa sarà accompagnata da un certificato di edizione limitata (analogamente a quanto avviene per tutte le calzature Ferragamo’s Creations). Ufficio stampa:Marco Brusamolin+39 02 77111439marco.brusamolin@ferragamo.comGiuseppe Poeta+39 055 3562401giuseppe.poeta@ferragamo.com

Premio internazionale “Mediterraneo patrimonio dell’umanità”

La Camera di Commercio di Sassari ha istituito il Premio Internazionale denominato “MEDITERRANEO PATRIMONIO DELL’UMANITA’“, dall’11 Febbraio al 17 Aprile 2019. Evento prestigioso a chiusura della manifestazione:  “NAUTIC EVENT 315°”, che si svolgerà ad Alghero dal 1 al 4 maggio 2019.

La Camera di Commercio e Industrie di Sassari è, infatti, consapevole dell’interesse e dei possibili contributi in questo settore, aperto alla partecipazione di un ampio numero di appassionati. Negli allegati si potranno trovare, leggere e consultare, tutte le informazioni, tra cui una presentazione di Habitat nelle varie lingue del Mediterraneo.

MEDITERRANEO PATRIMONIO DELL’UMANITA’

La mission del Premio è quella di ricercare, promuovere e premiare i migliori progetti rivolti alla tutela e alla valorizzazione del grandissimo e straordinario Patrimonio storico, archeologico, paesaggistico, ambientale, artistico e culturale del Mediterraneo. Progetti che coinvolgono le scienze e le tecnologie sostenibili per lo sviluppo delle economie del mare, che pongono le basi per un turismo culturale, sostenibile ed esperenziale, progetti che coinvolgono la sfera sociale delle comunità e dei territori, verso un futuro di innovazione, di rilancio e di prosperità nel pieno rispetto delle risorse umane e ambientali.

Sono due le categorie del Premio

PROGETTI DI ARTE E CULTURA

  • progetti artistici e culturali innovativi che prevedano il coinvolgimento e la partecipazione sociale, rivolti alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio storico-artistico e con particolare attenzione all’ambiente, al paesaggio e alla stratificazione storica dei luoghi nei quali sono inseriti;
  • progetti innovativi per il recupero di arti e mestieri con particolare attenzione ai settori del mare e della nautica.

PROGETTI DI RECUPERO E RIGENERAZIONE SOSTENIBILI

  • progetti innovativi di rigenerazione a tutela delle aree costiere e dei bacini fluviali e marini;
  • progetti di riconversione dei siti industriali e delle aree portuali dismessi;
  • progetti esemplari innovativi per la sostenibilità economica e ambientale dei porti turistici, commerciali o industriali.

Se ci fossero domande da porre, è possibile contattare la segreteria del Premio utilizzando la seguente mail: premiomediterraneo@ss.camcom.it.

REGOLAMENTO del PREMIO “MEDITERRANEO PATRIMONIO DELL’ UMANITA’
MODULO DI ISCRIZIONE AL CONCORSO “MEDITERRANEO PATRIMONIO DELL’UMANITÀ”
SUL SITO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI SASSARI è possibile scaricare il regolamento e la lettera di adesione in italiano, inglese, francese e arabo.