Attiviamo i Gruppi di lavoro e rimuoviamo il totem della disinformazione

di Cosimo Inferrera

Il tema della Comunicazione è fondamentale per un minimo di speranza di approdare all’idea/proposta della MACROREGIONE MEDITERRANEA. Abbiamo istituito i Gruppi di Lavoro dell’AEM a tale fine. Fra questi quello della Comunicazione. I Gruppi di Lavoro sono volutamente eterogenei, nel senso che vi appartengono amici partecipanti distanti fra loro centinaia di Km, proprio per conferire il respiro unitario dei territori della MMO. È chiaro che possano organizzarsi dei sottogruppi e che alcuni possano interagire per via telematica. È parimenti evidente che i direttori di testate on line e/o su carta stampata possano trovarsi su gruppi di Lavoro distinti, ma non diversi, e che un valido editore-direttore come Rocco Giordano non a caso sia stato pregato di accettare il ruolo di Vicepresidente. Mi pregio aggiungere il Prof. Giuseppe Valerio e il Prof Maurizio Ballistreri con i loro puntuali articoli. In sintesi occorre combattere in modo coordinato e sistematico i nemici peggiori che si chiamano IGNORANZA DEI PROBLEMI REALI DEL SUD E DEI SISTEMI CHE NEL MONDO FUNZIONANO. In Italia il fenomeno è vasto e profondo proprio a cagione dei media tv e giornali, soprattutto a Sud dove sperare di cambiare qualcosa a colpi di Referendum può significare aggravare i problemi con rimedi peggiori del male. “Vision and Global Trends” di Tiberio Graziani e Filippo Romeo di Roma è uno dei pilastri da cui siamo partiti per l’avventura della Macroregione del Mezzogiorno (prima) e del Mediterraneo (poi). Basta “sfogliare” a ritroso questo Gruppo per trovare le produzioni editoriali di Peppino Abbati e di Sergio Bertolami che raggiungono anche paesi stranieri. Ma non bastano a rimuovere il TOTEM DELLA DISINFORMAZIONE, che è ben pasciuto dall’unanimismo dei tam tam mediatici. Osservate la rassegna stampa e/o i telegiornali … Ogni tanto qualche voce fuori dal coro, subito subissata da notizie che la cancellano o la distorcono. E voglio anche menzionare Paolo Pantani con le sue pagine caustiche dalla Campania. Da Roma si muove non da meno Carmelo Cutuli. In sintesi:
– Occorre ricercare armonia su INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE sia fra di noi, sia con i giornali di grossa tiratura o dei territori.
– Occorre trovare riferimenti importanti nei Sindaci e Vicesindaci. Ne vantiamo alcuni, ne stiamo acquisendo altri…
– Occorre censire e coordinare Associazioni, Reti, Comitati, Club dei territori meridionali che siano convergenti con le finalità dell’AEM e del C-MMO. Intorno a noi cominciamo a farlo, ma deve essere tentato nei territori della istituenda Macroregione.
– Occorre “seminare” nelle Scuole, nelle Università, nelle Fondazioni culturali, nelle Istituzioni…
– Occorre “LIBERARE ENERGIE”!

Bologna, Museo Civico Medievale – I volti del Buddha dal perduto Museo Indiano di Bologna

Bologna, Museo Civico Medievale
I volti del Buddha dal perduto Museo Indiano di Bologna
A cura di Luca Villa
Dal 23 Novembre 2018 al 28 Aprile 2019
WEBSITE UFFICIALE

L’esposizione presenta al pubblico una parte significativa delle collezioni del Museo Indiano cittadino, inaugurato nel palazzo dell’Archiginnasio nel 1907, grazie alla compartecipazione delle autorità comunali e universitarie, e chiuso nel 1935, in seguito alla morte del suo fondatore, Francesco Lorenzo Pullè. Il nome del Museo lascia immaginare la presenza di raccolte unicamente legate al panorama artistico e culturale dell’India, ma in realtà le collezioni si componevano di materiali provenienti da India, Cina e Giappone, oggi conservati presso il Museo Civico Medievale e il Museo di Palazzo Poggi, che collabora all’iniziativa con alcuni prestiti. Particolare rilievo sarà dato alla presenza di statue del pantheon buddhista himalayano e cinese, così come alla ricchissima collezione fotografica, che risulta essere una delle più cospicue e dettagliate raccolte di riproduzioni riferite all’arte del Gandhara presente in Europa e, con tutta probabilità, nel mondo, superando per importanza analoghe collezioni depositate presso il British Museum e il Victoria & Albert Museum.

L’esposizione avrà quindi l’obiettivo di presentare il ricco patrimonio di materiali di matrice buddhista disponibili, compresi alcuni importanti oggetti recentemente restaurati, senza dimenticare di considerare le espressioni artistiche della cultura hindu propria dell’India.