All’indomani della Seconda guerra mondiale la società europea è profondamente segnata dai drammatici eventi dell’esperienza bellica. Si afferma tra gli intellettuali e gli artisti la consapevolezza della natura effimera e priva di certezze del tempo presente, che i filosofi esistenzialisti pongono al centro della propria riflessione. A Parigi fa il suo esordio l’arte informale. I suoi esponenti non fanno riferimento a una particolare forma stilistica: per questo motivo il critico Michel Tapiè definisce il loro lavoro informel. È la nascita di un linguaggio nuovo, che tende a infrangere gli schemi formali per dare libero sfogo all’espressività individuale, e che si concentra sulla ricerca materica, gestuale e segnica.
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