04 – POP ART – La società di massa diventa arte – Gianfranco Maraniello

Negli Stati Uniti, gli anni Cinquanta del Novecento si concludono con un periodo di forte crescita economica e con l’esplosione dei consumi di massa. Il nuovo benessere modifica e uniforma le abitudini e i gusti della società: si diffondono in tutto il Paese nuovi oggetti, come l’automobile, il televisore, la lavatrice, che diventando autentici status symbol. La diffusione dei beni è favorita e veicolata dai mass media, il cui linguaggio diventa più evoluto e raffinato: la pubblicità, con i suoi slogan diretti e le immagini di forte impatto emotivo, è il principale catalizzatore di questo mutamento epocale. Gli artisti si confrontano con il cambiamento, elaborando strumenti comunicativi adeguati alle nuove dinamiche della società: nasce la pop art.

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Collezioni: Fondazione Adriano Olivetti

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Nata nel 1962 per iniziativa degli eredi di Adriano Olivetti, la Fondazione promuove e tutela la figura e l’opera di Adriano Olivetti. La Fondazione Adriano Olivetti è un’ istituzione indipendente che si sostiene attraverso le attività che svolge e grazie al contributo di chi crede nella sua missione. Ha sede a Roma e Ivrea.
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IMMAGINE DI APERTURA – Foto da Flicr.com, Le magasin Olivetti de Carlo Scarpa (Venise) di Jean-Pierre Dalbéra, Licenza Creative Commons (CC BY 2.0)

Edward Snowden – Errore di sistema

È il 2013. E quell’uomo sta per dire addio alla vita come la conosceva. Sei anni dopo, dalle pagine di questa intensa autobiografia, Snowden rivela per la prima volta il proprio ruolo nella creazione della tecnologia che ha consegnato agli Stati Uniti un’arma troppo potente per qualunque governo intenda conservarsi democratico, e cosa lo ha spinto a denunciarne infine l’esistenza. Scritto con genio, grazia, passione e una fede incrollabile nel valore dell’onestà, Errore di sistema è una testimonianza cruciale dell’età digitale in cui viviamo, destinato a diventare un classico imprescindibile.  

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03 – NEO DADA – La riflessione sul fare arte – Carlos Basualdo

Nel 1913 Marcel Duchamp presenta a un’esposizione ufficiale il primo “ready-made”, sostituendo definitivamente la tecnica pittorica tradizionale con un nuovo modo di fare arte, di matrice essenzialmente intellettuale. Ha inizio un processo che prosegue per tutto il Novecento, in cui l’opera d’arte perde i suoi connotati espressivi ed estetici per acquisire aspetti culturali e conoscitivi. L’invenzione di Duchamp è punto di partenza per le ricerche di carattere concettuale e performativo degli anni Cinquanta e Sessanta: tra queste in particolare vi è il neo dada, i cui principali protagonisti, gli americani Jasper Johns e Robert Rauschenberg, approdano a un’idea di arte come specchio della società contemporanea, che è ormai in piena fase consumistica.

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