Paola Barbera e Maria Rosaria Vitale – Architetti in viaggio

Oggetto di una sterminata produzione di diari, racconti, lettere, relazioni, raffigurazioni, la Sicilia dei viaggiatori è un territorio in buona parte esplorato da studiosi di rilievo, italiani e stranieri. Eppure, per le strade dell’isola, sulle sue coste e nei remoti paesi dell’interno si sono avventurati viaggiatori di cui ancora sappiamo poco, talvolta nulla. Con il convegno La Sicilia nello sguardo degli altri: architetti in viaggio (Siracusa, 18-19 maggio 2017) la nostra attenzione è stata rivolta agli architetti che nel corso di un lungo arco temporale, dalla fine del Settecento al Novecento, hanno visitato la Sicilia. I loro disegni e scritti ci restituiscono una molteplicità di ritratti dell’isola, delle sue architetture e dei suoi paesaggi e insieme a questi anche una sequenza di autoritratti, che raffigurano gli architetti e molto ci dicono del loro modo di progettare, in ogni tempo alla ricerca di un punto di equilibrio tra memoria e modernità, tra domande sulle origini dell’architettura e sul suo futuro.

IMMAGINE DI APERTURA tratta dalla pagina per l’acquisto del libro “Architetti in viaggio” sul sito letteraventidue.com

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Eurocamera: l’avvocato Giuseppe Fortunato si è candidato a Mediatore UE

3 dicembre 2019
Relazione alla Commissione per le petizioni
Presentazione della candidatura dell’Avv. Giuseppe Fortunato quale Mediatore Europeo

dell’Avv. Giuseppe Fortunato, Ombudsman 

Sono molto lieto di essere in questa audizione della Commissione per le petizioni, aperta per l’occasione a tutti i parlamentari europei, a presentare la mia candidatura quale Mediatore Europeo. È la terza volta che ho questa grande opportunità, nell’ambito di un percorso di vita, di competenze acquisite e di esperienze maturate, incentrato proprio sulla specifica figura di Difensore Civico.
Il mio intervento introduttivo consiste in una brevissima necessaria premessa sulla figura di Difensore Civico alla luce della mia esperienza su tale campo e in tre parti:
a)  in primo luogo, mirando a presentare la mia persona, tramite gli studi specifici, le competenze specifiche e le concrete attività svolte;
b) in secondo luogo, illustrando alcuni risultati concreti della mia azione quale Difensore Civico;
c) in terzo luogo, indicando le prime linee fondamentali dell’azione del nuovo Mediatore Europeo, soprattutto in relazione alle grandi potenzialità, ben poco utilizzate, di questo ruolo fondamentale nel contesto dell’Unione Europea, sapendo che non mancherà occasione di approfondire questi punti nella successiva discussione.

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La brevissima premessa sulla figura del Difensore Civico è necessaria perché orienta ogni considerazione, valutazione, scelta.

Guardando nel cuore della normativa, che cos’è questa figura di Difensore Civico? E’ l’Amico competente del Cittadino, è l’Intermediario istituzionale che favorisce i buoni rapporti fra Cittadino e Pubbliche Amministrazioni, è il Promotore di Giustizia sostanziale nella Pubbliche Amministrazioni.

Tutti i poteri pubblici, ciascuno con la sua specificità, devono essere al servizio del Cittadino e, quindi, ogni atto, così come ogni comportamento, della Pubblica Amministrazione deve essere sempre celere, gentile, efficiente, efficace, giusto e, salvo esigenze specifiche, trasparente. Il Difensore Civico deve essere, quindi, capace di risolvere concretamente il caso di maladministration sottoposto dal Cittadino oppure comunque individuato e spingere la Pubblica Amministrazione al suo miglioramento. Il Difensore Civico, con il suo operato, innanzitutto trasforma, nel caso specifico, il disagio, l’insoddisfazione, il dolore del Cittadino in un sorriso ma deve anche sapere fare di più, andando alle radici del problema nelle pubbliche amministrazioni per evitare che analoga situazione dolorosa si ripresenti e costruendo così una Pubblica Amministrazione più trasparente, più celere, più gentile, più efficiente, più efficace, più giusta.

Il Difensore Civico deve saper fronteggiare vittoriosamente le resistenze burocratiche che spesso si nascondono dietro interpretazioni di norme e saper far maturare effettive soluzioni.

Per svolgere proficuamente tale funzione di Difensore Civico è indispensabile, quindi, un’alta competenza giuridica, specificamente di pubbliche amministrazioni, riconoscendo le patologie di atti amministrativi, di attività non conformi a leggi e comunque non corrette e le soluzioni effettivamente percorribili. Senza competenze giuridiche si rischia, come è avvenuto in più casi, di aprire sulle vicende inchieste lunghe senza un esito positivo, creando frustrazione e senso di impotenza. Inoltre, le competenze giuridiche sono necessarie ma non bastano perché solo l’avere maturato la concreta esperienza all’interno delle Pubbliche Amministrazione può farne capire le dinamiche pratiche e indirizzarle a un benessere duraturo.

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a) Da questa breve necessaria premessa possono essere tratte le chiare ragioni per cui ho deciso di candidarmi, ancora una volta, quale Mediatore Europeo, poiché i Cittadini europei non hanno visto ancora in Europa realizzarsi le grandi e giustificate aspettative per questo ruolo.

Non ho necessità di spiegare perché voglio ricoprire questa funzione di Mediatore dato che la ho svolta e la svolgo in altro Ente mentre il mio desiderio di svolgerlo in Europa è in linea con l’impegno da me sempre profuso per gli specifici aspetti internazionali della Difesa Civica.

Ho maturato, in tanti anni, specifica esperienza e competenza di Difensore Civico: sono stato già Difensore Civico della Campania dal giugno 1999 al novembre 2004 e sono ora nuovamente Difensore Civico della Campania dal luglio 2018. Sono stato Presidente dell’Associazione Nazionale dei Difensori Civici Italiani e ho sempre curato gli aspetti internazionali. Sono stato il Presidente di due reti internazionali di Difensori Civici: lo Sportello Unico Internazionale della Difesa Civica (fra i Difensori Civici dei Paesi del Consiglio d’Europa) e The International Ombudsman (con Ombudsman di tutto il mondo).

Dal 2005 al 2012 sono stato Garante per la protezione dei dati personali e sono stato Coordinatore del Laboratorio Privacy Sviluppo, un organismo internazionale cui hanno preso parte 25 Autorità Garanti per la protezione dei dati personali, occupandosi degli aspetti più innovativi correlati alla dignità, alla libertà e all’identità della persona e al suo sviluppo. 

Sono avvocato, più volte specializzato presso l’Università italiane, ho svolto corsi e stage all’estero, anche presso questo Parlamento Europeo e presso Istituti internazionali di questa città di Bruxelles, ho svolto ricerche e docenze universitarie e presso Istituti pubblici, sempre spinto ad occuparmi del rapporto fra Cittadini e pubblica amministrazione

Nelle mie attività professionali nella Pubblica Amministrazione sono stato Capo dell’Ufficio Legale e Legislativo della Vice Presidenza del Consiglio dei Ministri in Palazzo Chigi, Direttore di Sezioni Giuridizionali della Giurisdizione Amministrativa, Amministratore di strutture sanitarie e ospedaliere.

Sono stato Direttore di Master rivolti a laureati e professionisti; ho selezionato e formato dirigenti della pubblica amministrazione; ho soprattutto approfondito nella mia vita e nei miei libri il tema dei diritti del Cittadino e delle sue garanzie. Ho lanciato il tema della Civicrazia, la democrazia compiuta in cui i diritti sono concretamente garantiti. Il Difensore Civico è un formidabile strumento soprattutto per realizzare pienamente il corretto rapporto e dialogo fra Cittadini e Istituzioni. La mia convinzione è che non basta rispettare la legalità ma bisogna saper combattere quotidianamente per la legalità e un Difensore Civico ha il dovere di far rispettare le leggi e far garantire i diritti, non soltanto contrastando ma dimostrando di sapere sconfiggere effettivamente la maladministration.

 b) Vengo allora ai risultati nei miei ruoli di Difensore Civico. A un Difensore Civico occorre chiedere concreti risultati, non l’elenco di casi trattati né proclami.  Essere un Difensore Civico è un’attività anche ben distinta da quella di un giudice amministrativo che giudica la pubblica amministrazione e dà ragione o torto in sentenza mentre il Difensore Civico cerca le modalità di evitare l’ingiustizia, mirando a ogni possibile positiva soluzione, anche creativa, e procedendo ad estendere il suo intervento anche fuori dal caso specifico, intervenendo alla radice sulla fonte dell’ingiustizia. 

Voglio fare rapidamente venti esempi per fare capire uno stile gentile con tutti ma chiaro e deciso contro i soprusi per garantire i diritti.

  1.  Ho chiaramente dimostrato, anche senza ricoprire il ruolo di Difensore Civico, che so “domare la belva selvaggia” della Pubblica Amministrazione quando essa non rispetta le regole.   Il futuro del funzionamento dei pubblici servizi e di ogni istituto pubblico è molto correlato al fatto che le scelte dei nominati siano affidate ai più competenti nello specifico campo e non ai più raccomandati.

    Non è facile intervenire in questo campo delle nomine perché significa contrastare metodi. Io l’ho fatto, innanzitutto, allorquando la Regione Campania voleva nominare un Difensore Civico regionale fuori dalle procedure legalmente sancite. Non ci è riuscita perché ho saputo difendere l’indipendenza di quest’Autorità indipendente del Difensore Civico e il rispetto della legge, anche avendo ottenuto otto consecutive pronunce giudiziarie.

2. Divenuto Difensore Civico della Regione Campania, non ho esitato a contestare quando il Consiglio regionale ha nominato il Garante dei Disabili e anche qui ho avuto ragione, come hanno poi evidenziato quattro consecutive pronunce giudiziarie. Ciò ha prodotto una maggiore attenzione verso la qualità dei nominati e alla motivazione delle scelte. In ogni parte d’Europa si contrastano le scelte dei più capaci e dei più meritevoli e il Difensore Civico è un baluardo per le buone scelte.

3. Ho trasmesso miei inviti   a tutti i Comuni per la costituzione dei Comitati Unici di Garanzia (un organismo di tutela comunale, anche per la pari opportunità per le donne) e per quanto riguarda l’adeguamento a normative quale quella del regolamento europeo per la protezione dei dati personali.   Con il continuo impegno, con i solleciti e le informazioni, i Comuni si sono adeguati, inviando al Difensore Civico le relative delibere attuative della normativa.

4. Naturalmente ho fatto attuare la normativa della Difesa Civica. Per quanto riguarda la Città metropolitana di Napoli (ove il Difensore Civico metropolitano di Napoli era previsto dalla legge e dallo Statuto ma mancava da quattro anni) il mio invito quale Difensore Civico campano ha prodotto un avviso pubblico per la nomina. Poi la Città metropolitana di Napoli indugiava e rinviava la nomina, cosicché è stato necessario il mio ulteriore intervento per la nomina del Difensore Civico, sulla base di una stretta comparazione dei curricula dei candidati, evitando anche in questo caso scelte sbagliate.

5. La mia continua attività persuasiva del Difensore Civico campano ha prodotto un forte innalzamento della presenza delle donne nelle giunte delle amministrazioni locali (ai fini del rispetto della legge).

6. In moltissimi casi ho fatto cessare un duraturo silenzio di pubbliche amministrazioni. La nuova prospettazione del ricorrente, dopo che l’amministrazione aveva spesso rotto il persistente silenzio, e la sottolineatura specifica di alcuni aspetti hanno sempre arricchito il confronto da cui sono emerse soluzioni, utilizzando fino in fondo i miei poteri. In alcuni casi grovigli burocratici causano danni enormi perché non si riesce ad avere necessarie autorizzazioni e come Difensore Civico ho posto fine a tali vicende.     

7. Manifesti orridamente lesivi della dignità delle donne sono stati affissi da tre Comuni. Essi sono stati subito defissi su intervento pronto del Difensore Civico. Ho costituita anche uno specifico Comitato di Esperte contro la pubblicità offensiva della dignità delle donne. Le pubbliche amministrazioni non possono essere moltiplicatori dell’orrido. La lotta alla violenza sessuale e alle molestie può avvalersi ora anche di queste concrete vittorie.

8. Nell’esercizio di prerogative in materia di accesso agli atti, la dichiarazione di illegittimità di diniego, sovente tacito, ha permesso l’accesso rapido a atti indebitamente negati a tanti Cittadini. La trasparenza è la migliore garanzia che non vi siano interferenze illecite nei procedimenti amministrativi.

9. Un buon risultato è stato quello per i boschi e gli incendi estivi, richiamando precisamente l’attenzione dei Sindaci, indicando precisamente che cosa fare, facendo circolare le migliori pratiche. Ottimo il successo iniziale. Poi l’azione di tutela è proseguita positivamente. Prevenire è meglio che curare. Dare alle pubbliche amministrazioni suggerimenti concreti e precisi avvertimenti impedisce errori.

10. L’abusivismo speculativo in Campania, convivente spesso con le organizzazioni criminali (e in Campania opera la camorra), ha subito con i miei interventi rilevanti sconfitte. Le difese da parte di pubbliche amministrazioni di opere speculative abusive sono censurabili sotto molti profili.

11.  I diritti dei diversamente abili non possono rimanere sulla carta. Ho ottenuto l’abbattimento di decine di barriere architettoniche.

12. Il punto più importante del mio sperimentato metodo di Difensore Civico è: “affrontare il caso specifico, risolvere le situazioni analoghe, costruire modelli duraturi”. Vediamo, come esempio, come sono stati da me affrontati alcuni casi nel mondo della scuola.

Da singoli casi specifici sono nate profonde trasformazioni. Una denuncia al Difensore Civico deve, infatti, portare alla risoluzione del caso concreto ma anche alla necessaria innovativa nuova regola di civiltà. Dalla posizione del Mediatore Europeo tale metodo sarebbe un acceleratore formidabile.

Un importante risultato, ad esempio, è stata la comunicazione preventiva delle bocciature ai genitori dei ragazzi bocciati prima della pubblicazione (mentre, prima che fossi Difensore Civico, si erano verificati anche casi di suicidi di ragazzi che avevano appreso la brutta notizia della bocciatura solo dagli affissi quadri scolastici degli esiti annuali). E’ bastato un ricorso in un caso per cambiare la regola, a favore di tutti.

13. Sempre nel mondo della scuola, un ulteriore risultato è stato il limite di peso per i libri da portare da tutti gli scolari a seguito della giusta lamentela di un solo ragazzo.

14. Ancora nel mondo della scuola, il trasmettere le pagelle anche ai genitori separati non conviventi (pagelle prima date solo ai genitori affidatari conviventi) è stata un’altra mia realizzazione concreta. Ricordo Stefano che era il giovane padre che, tramite la denuncia al Difensore Civico, risolse la sua situazione ma anche la situazione di tutti i padri e tutte le madri nella stessa situazione di genitore separato non convivente.

15. Queste ed altre situazioni specifiche affrontate sono divenute in Italia regole nazionali a seguito dell’azione del Difensore Civico

 La ragazza di nome Antonella che si rivolse a me come Difensore Civico per lamentarsi contro l’uso del cellulare di inservienti per ragioni personali in ospedale dinanzi a suo padre malato oltre a ricevere le scuse della direzione dell’ospedale ha ottenuto che fosse costruito il segnale di divieto di uso cellulare nelle camere di malati gravi per tanti ospedali.

Ora continuamente controllo con esito positivo il nuovo corso con le regole giuste ma prima dei miei interventi come Difensore Civico la situazione era ingiusta e senza regole.

16. La forte intimazione che ho fatto verso gli Enti gestori di Parco di attivare i poteri di scioglimento dei consigli di amministrazione se non approvavano subito i dovuti regolamenti per la partecipazione dei Cittadini li hanno portati a emanare le normative in materia di partecipazione.

17. Anche in alcuni Comuni sono riuscito a ottenere il mancante dovuto regolamento obbligatorio per la partecipazione dei Cittadini.

Legge e statuto lo prescrivono. Le associazioni li richiedono.

18. Enti distinti litigano e i Cittadini spesso non sanno che fare. Li ho convocati subito in esami congiunti allo stesso tavolo e talora in poco tempo si smette un ping pong decennale di carte. Il Difensore Civico deve sapere trovare una soluzione, evitando ritardi.

19. A Somma Vesuviana il mio Commissario ad acta ha fatto con buon senso un ottimo lavoro sull’edilizia e per la giustizia urbanistica. Servirà non solo per Somma Vesuviana ma come esempio. Un’opera deturpante non può restare.

20. Una grave malattia di taluna burocrazia è la sordità. Talvolta una mancanza di ascolto può creare un ritardo in qualcosa che sembra piccola cosa ma che crea gravi problemi. Sconfitta, ad esempio, dal Difensore Civico la sordità nel Comune capoluogo di Benevento. I Cittadini per dovute certificazioni stavano aspettando da mesi e quel semplice certificato non faceva completare una pratica importante, danneggiando le vite, fino all’esito positivo per l’intervento del Difensore Civico campano.

Esposti questi venti punti come esempi di come voglio agire, non posso mancare di evidenziare in questa sede come il Difensore Civico campano ha favorito l’attuazione di iniziative dell’Unione Europea quale la Macroregione Mediterranea. In Europa sono state approvate le strategie di quattro Macroregioni.

L’Assemblea della Macroregione Mediterranea, dopo un ritardo di nove anni per incapacità delle pubbliche amministrazioni locali a cogliere tale rilevante opportunità dell’Unione Europea, si è rivolta unanimemente il 9 novembre 2018 al Difensore Civico campano quale Pubblica Amministrazione procedente. Accogliendo tale legittima e fondata unanime richiesta è stato quindi emanato dal Difensore Civico il decreto n. 9 del 12 novembre 2018, pubblicato sul BURC n. 89 del 29 novembre 2018.

 In questa rilevante azione partecipata e dalle concomitanti esperienze per la partecipazione e per le positive iniziative dell’Unione Europea vedo forte l’impegno di tanti Cittadini ad agire in prima persona per costruire, dal basso, una pubblica amministrazione nuova, pienamente del Cittadino e, quindi, a servizio del Cittadino. L’azione della società civile mi fa ben sperare e certamente il Difensore Civico in ogni parte d’Europa (e in particolare il Mediatore Europeo) è il formidabile alleato in tale percorso di costruzione di un positivo legame fra l’Europa e i Cittadini.

c) Concludo allora con alcune ulteriori linee circa l’auspicato futuro del Mediatore Europeo.

Riconosco ogni impegno di chi ha svolto negli anni questa funzione di Mediatore Europeo  ma, per spirito di chiarezza e verità, pur rispettando il lavoro svolto, cinque punti mi convincono che è oggi opportuno un salto di qualità. Mi limito a questi cinque punti perché è evidente (e non avrei bisogno di aggiungere altro) che il mio programma di attività è soprattutto l’applicazione in chiave europea dei risultati, principi e metodi di lavoro già adottati e indicati. Non avrei bisogno di aggiungere altro

1. Troppo poche sono le denunce al Mediatore Europeo, neppure 2200 all’anno. L’Istituto del Mediatore Europeo non è conosciuto. Probabilmente perché non risultano modifiche strutturali derivanti dall’azione del Mediatore Europeo e il fatto che le tre distinte conosciute principali campagne contro tre distinte persone,

diversamente da quanto da me evidenziato, sono state infruttuose. 

2. Di queste denunce meno di 900 sono nel mandato del Mediatore Europeo. Per la maggior parte delle denunce il Mediatore Europeo, quindi, si limita a trasmettere la denuncia ad altra autorità e spesso al Difensore Civico Nazionale (e spesso inutilmente perché il denunciante si era già contestualmente rivolto).

Appare a questo punto necessario chiedere alle istituzioni europee di indicare in ogni procedimento e in ogni atto la possibilità di rivolgersi al Mediatore Europeo.

3. Non bisogna affermare che gli standard della pubblica amministrazione della Commissione Europea sono buoni. Questo giudizio del Mediatore Europeo nella sua relazione non è fondato su alcun dato. Gli standard della Commissione Europea vanno innalzati in trasparenza, in celerità, in efficacia e in giustizia. Questo frettoloso giudizio non ha motivazioni perché lo scarso numero di denunce non deriva da un’alta qualità della Pubblica Amministrazione della Commissione Europea bensì dalla poco conoscenza della figura del Mediatore Europeo e anche dalla poco fiducia nella sua azione visto il fallimento delle sue tre campagne.

4. Occorre un’azione molto incisiva del Mediatore Europeo circa le Agenzie Europee. Non bastano oggi azioni singole ma il Mediatore Europeo deve energicamente rendere trasparenti le loro procedure.

5. Occorre creare una fattiva quotidiana cooperazione del Mediatore Europeo con i parlamentari europei. Non bisogna limitarsi a documenti e incontri. Bisogna dire forte che spesso i parlamentari europei sono ostacolati nella loro piena funzione di rappresentanti eletti rispetto alle situazioni che evidenziano. Nelle interrogazioni dei parlamentari europei vi sono molti spunti di concreto intervento per il Mediatore Europeo. Se eletto Mediatore Europeo, a fianco alla procedura ordinaria per le denunce, tratterò d’ufficio ogni interrogazione come denuncia, giungendo alla massima trasparenza sui fatti indicati e al concreto risultato del buon andamento della pubblica amministrazione.

Ho la certezza che il Mediatore Europeo dovrà aiutare con competenza, con esperienza, con entusiasmo, con indipendenza i Cittadini e i parlamentari europei, loro rappresentanti, per un potere pubblico europeo che aiuti tutti a una vita migliore. Sono lieto di poter approfondire con Voi questi e altri aspetti e rispondere alla Vostre domande. Grazie.

IMMAGINE DI APERTURA: Foto di 3D Animation Production Company da Pixabay 

Collezioni: il Museo Correr a Venezia

Libreria Pisani al Museo Correr
Museo Correr
Venezia, Italia

Il Museo Correr è strutturato in varie sezioni che offrono una visione affascinante dell’arte e della storia di Venezia. La prima sezione occupa l’ala napoleonica, dove le sontuose sale neoclassiche ospitano una notevole collezione di opere del grande scultore Antonio Canova (1757-1822). Le ampie sale delle Procuratie Nuove, progettate dall’architetto Vincenzo Scamozzi (1552-1616), espongono collezioni che documentano vari aspetti della storia veneziana, dalla vita quotidiana alle istituzioni pubbliche, dalle conquiste navali alle celebrazioni locali. 
CONTINUA LA LETTURA E VISITA LA COLLEZIONE SU GOOGLE ARTS & CULTURMUSEO CORRER VENEZIA, ITALIA

Il Museo Correr è uno dei più importanti e rappresentativi musei della città di Venezia. È situato nel sestiere di San Marco, presso piazza San Marco, e fa parte della Fondazione Musei Civici di Venezia. Esso illustra, nelle varie sezioni e nelle variegate e ricche raccolte, l’arte, la civiltà e la storia di Venezia.
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VENEZIA – Interni del Museo Correr filmati da Massimo Nalli

IMMAGINE DI APERTURA – Il Museo Correr si affaccia su piazza San Marco (Fonte: Wikimedia Commons).

Negli Stati Uniti c’è un ristorante che regala libri ai clienti

Non ci crederete, per questo continuerete a leggere l’articolo, perché questo locale è così curioso nel suo genere, a metà strada tra ristorante e libreria, che viene voglia di passarci qualche ora. La notizia la riprendiamo da “Il Libraio”, il sito web cui facciamo riferimento per proporre le novità appena pubblicate. Ma in questo ristorante la lettura sembra senza tempo, perché potremmo trovarci di tutto. Di cosa stiamo parlando? “Si chiama Traveler il ristorante che regala libri ai propri clienti. Si trova in Connecticut, negli Stati Uniti, e si presenta come una tipica tavola calda americana, aperta praticamente tutto il giorno, dalla colazione alla cena, dove chi arriva, dopo aver consumato il proprio pasto, può portare via con sé fino a tre volumi scelti tra la vasta offerta dal locale”.

CONTINUA LA LETTURA SU “IL LIBRAIO”

Food and books: explore the Traveler Restaurant in Connecticut

IMMAGINE DI APERTURA: Foto di StockSnap da Pixabay

11 – LAND ART – Il mondo come spazio dell’opera d’arte – Germano Celant

Negli Stati Uniti la seconda metà degli anni Sessanta è caratterizzata da profonde tensioni politiche e sociali che sfociano nel clima di protesta che in breve raggiungerà anche l’Europa. I primi drammatici effetti sull’ambiente causati dalla massiccia industrializzazione portano alla nascita di un pensiero ecologista che propone nuovi valori e un polemico ritorno alla natura.

IMMAGINE DI APERTURA by Ichigo121212 da Pixabay   

Piacenza: MES – Museo dell’Emigrazione Giovan Battista Scalabrini

A Piacenza
Domenica 1° dicembre 2019
Apre il
MES – Museo dell’Emigrazione Giovan Battista Scalabrini

Allestito all’interno della Casa madre dei Missionari Scalabriniani, il MES si struttura come un percorso multimediale in grado di ripercorrere l’esperienza migratoria in tutte le sue fasi, dalla partenza, al viaggio, all’arrivo e all’inserimento in un paese straniero.

Dedicato a Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza dal 1876 al 1905, definito il “Padre dei migranti”, il museo farà conoscere uno dei fenomeni avvertiti con massima attenzione dalla società attuale.

All’interno della proiezione a 270°, situazione migratoria a partire dal 1870,
ritratti di persone che hanno lasciato gli Appennini e raccontano le loro storie
All’interno della proiezione a 270°, situazione migratoria a partire dal 1870,
ritratti di persone che hanno lasciato gli Appennini e raccontano le loro storie

Dal 1° dicembre 2019, Piacenza si arricchisce di un nuovo spazio culturale, interamente dedicato all’esperienza migratoria, uno dei fenomeni avvertiti con massima attenzione dalla società attuale. All’interno della Casa madre dei Missionari Scalabriniani, infatti, si apre il MES – Museo dell’Emigrazione Scalabrini.

Promosso dal Centro Missionari di San Carlo – Scalabriniani, con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano, il MES andrà ad arricchire il programma di Piacenza 2020, in linea con il tema “Crocevia di culture”. Si struttura come un percorso multimediale, interattivo e multisensoriale ideato dall’architetto Manuel Ferrari con contenuti multimediali di Twin Studio che, attraverso video, immagini e suoni, condurrà il visitatore ad approfondire il tema delle migrazioni, facendone comprendere il divenire storico, le dinamiche socio-politiche dal 1870 fino ad oggi, le soluzioni illuminate che un grande uomo di pensiero e azione come monsignor Giovanni Battista Scalabrini (1839-1905), vescovo di Piacenza tra il 1876 e il 1905, definito il Padre dei migranti, ha saputo mettere in campo, mostrando come la sua azione sia ancora viva nel mondo, grazie all’operato delle congregazioni religiose e laiche da lui fondate.
L’esperienza migratoria è presentata nei suoi momenti salienti: dalla partenza con tutte le sofferenze legate al distacco dai propri cari e dalla propria terra, all’opera ignominiosa dei “sensali di carne umana”, come li definiva lo stesso Scalabrini, ai pericoli del viaggio, alle difficoltà d’inserimento in un paese straniero e spesso ostile che li costringeva ad accettare i lavori più umili e degradanti e ad affrontare ogni sorta di sacrifici per dare un futuro alla famiglia e per aiutare i parenti rimasti in patria

Il MES intende soprattutto fare luce su una vicenda storica, come l’emigrazione italiana, sulla quale è calato il silenzio, proprio nel momento in cui si fa ogni giorno più acuto il dramma di intere generazioni che, ieri come oggi, fuggono dalla povertà e dalla miseria, dalla guerra e dalla violenza, dallo sfruttamento e dalla persecuzione.
Il percorso espositivo, suddiviso in quattro sale, si apre con quella che racconta la storia della migrazione, in particolare di quella piacentina ed emiliano-romagnola, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, attraverso immagini, suoni, testi, interamente tratti dal repertorio archivistico della Casa Madre dell’Ordine Scalabriniano, proiettati in uno spazio circolare. Le citazioni audio di Giovanni Battista Scalabrini consentono un’esperienza immersiva capace di esemplificare il disagio vissuto da chi ha scelto di emigrare.
Da qui si accede a una piccola stanza simile a quella che si poteva incontrare in una casa rurale tipica del territorio piacentino – con il grande camino, un pagliericcio, le valigie pronte per la partenza. Testimonianze, immagini, documenti inediti, raccontano la vita delle persone che a causa di un malessere non più sostenibile scelsero di cercare fortuna altrove con i mezzi allora disponibili.

La seconda sala, ripropone l’esperienza del viaggio a partire dalle citazioni dei viaggiatori dell’epoca che fanno ben comprendere le enormi difficoltà cui andava incontro chi cercava un futuro migliore per sé e per i propri familiari.
Il visitatore è accolto dalla ricostruzione di una biglietteria del tempo e dalla riproduzione in grande scala della Giulio Cesare, una delle navi transatlantiche più veloci del tempo. Qui viene distribuito il biglietto di viaggio e, dopo il timbro e i controlli di rito, si entra fisicamente nella pancia dell’imbarcazione, ovvero in una scomoda e buia terza classe arredata con i lettini in ferro. L’esperienza del viaggio è rivissuta attraverso un oblò posto al centro dell’ambiente, su cui scorreranno tutte le tappe del viaggio: dalla partenza dal porto d’imbarco, al viaggio in mare aperto, con i canti e passatempi per rendere sopportabile quell’interminabile tragitto, fino all’arrivo nel porto di Ellis Island, con lo sguardo rivolto alla Statua della Libertà.

Il racconto continua con la sezione “Gli italiani nel mondo e la visione di Scalabrini”, in cui viene mostrato quanto dovettero subire i nostri connazionali, una volta arrivati in Europa e in America. Le discriminazioni e le difficoltà che furono costretti a fronteggiare non lasciarono insensibile Giovanni Battista Scalabrini, che sentì urgente il dovere di dare immediato sostegno alle famiglie dei migranti.
Varcata la soglia della terza sala, il visitatore è accolto da un ologramma del Vescovo, che racconta la sua visione del fenomeno migratorio in atto e le scelte adottate in aiuto a queste persone. La metafora dell’intensa vita del vescovo è tradotta da uno schedario, al cui interno sono presenti supporti multimediali video e oggetti dal grande valore storico-testimoniale, che espongono le tappe più significative del suo operato. All’interno di antiche valigie di cartone, alcuni video raccontano i due viaggi di Scalabrini in America.

Il percorso si conclude con la sala dedicata alle migrazioni oggi, attraverso i dati messi a disposizione dagli scalabriniani presenti con missioni e case in tutto il mondo. Una serie di ritratti video-fotografici di immigrati a Piacenza nell’ultimo ventennio consente, attraverso testimonianze toccanti, di comprendere l’azione dei padri scalabriniani nella direzione della “cultura dell’accoglienza” verso una “casa comune”.
L’inaugurazione del Museo dell’Emigrazione è parte del programma di Piacenza 2020, il ricco calendario di eventi culturali, promosso dal Comune di Piacenza, dalla Fondazione Piacenza e Vigevano, dalla Diocesi Piacenza-Bobbio, dalla Camera di Commercio di Piacenza, in linea con il tema scelto: “Crocevia di culture”.

Cenni biografici

Giovanni Battista Scalabrini nacque l’8 luglio 1839 a Fino Mornasco (Como). Ordinato sacerdote nel 1863, divenne professore e rettore del seminario diocesano S. Abbondio di Como e, nel 1870, parroco di San Bartolomeo a Como. Nel 1876, venne ordinato vescovo della diocesi di Piacenza che resse fino alla morte. Durante il suo apostolato, fondò le Scuole della Dottrina Cristiana, pubblicò la rivista il “Catechista Cattolico”, celebrò il primo Congresso Catechistico nazionale nel 1889, meritandosi l’appellativo di “Apostolo del Catechismo” da papa Pio IX.
Come “Padre degli emigranti”, fondò nel 1887 la Congregazione dei missionari di San Carlo. Due anni più tardi, nel 1889, istituì l’associazione laicale San Raffaele per l’assistenza ai migranti e, nel 1895, le Suore missionarie di San Carlo. Intraprese due viaggi per visitare le missioni scalabriniane in America: nel 1901 negli Stati Uniti e nel 1904 in Brasile. Morì a Piacenza il 1° giugno 1905.
È stato proclamato beato da papa Giovanni Paolo II, il 9 novembre 1997.

Missionari scalabriniani

La Congregazione dei missionari scalabriniani è nata a Piacenza nel 1887 per assistere gli emigranti italiani che partivano in massa per le Americhe. Nei decenni la missione di assistenza ai migranti si è estesa ad altri continenti, nazionalità e soggetti della mobilità umana. Da oltre 50 anni la congregazione è internazionale sia nei suoi destinatari sia nei suoi componenti. Oggi i missionari sono circa 700, di circa 40 nazionalità diverse e operano in 34 paesi.
In Europa e in Africa, unite in un’unica Regione scalabriniana, si contano oggi 200 missionari presenti in 29 città di 10 nazioni, tutti impegnati in una variegata gamma di servizi sociali e religiosi offerti a migranti, rifugiati, richiedenti asilo e marinai di diverse nazionalità e confessioni religiose. L’azione di missionari, religiosi e sacerdoti è coadiuvata da circa 600 operatori laici che, a tempo pieno o a tempo parziale, partecipano alle varie attività di assistenza.

IMMAGINE DI APERTURA – Riproduzione di una stanza di abitazione degli appennini di fine ‘800