INCLUSA EST FLAMMA. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante

12 Settembre 2020 – 10 Gennaio 2021
Ravenna, Biblioteca Classense
INCLUSA EST FLAMMA. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante
a cura di Benedetto Gugliotta
www.classense.ra.it

14 settembre 1920, Sala di Dante della Biblioteca Classense: Benedetto Croce, ministro della Pubblica Istruzione, apre le celebrazioni nazionali per il VI Centenario della morte del poeta (fototeca Classense)

Apre venerdì 11 settembre alle 17 in Biblioteca Classense la mostra Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante. Si tratta della prima di tre mostre che compongono Il progetto espositivo Dante. Gli occhi e la mente, ideato dal Comune di Ravenna – Assessorato alla cultura, dal MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna e dalla Biblioteca Classense in occasione del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri. Le mostre si svolgeranno da settembre 2020 fino a luglio 2021 presso il MAR, la chiesa di San Romualdo e la Classense.

Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante, a cura di Benedetto Gugliotta, responsabile dell’Ufficio Tutela e Valorizzazione della Biblioteca Classense, è un percorso di documentazione storica che ha il suo nucleo centrale nelle celebrazioni nazionali per il VI centenario dantesco del 1921, inaugurate l’anno prima proprio in Classense alla presenza del Ministro della Pubblica Istruzione Benedetto Croce. Saranno esposti libri, manifesti, fotografie, dipinti, manoscritti e numerosi oggetti d’arte conferiti come omaggio a Dante e alla città “ultimo rifugio” del poeta. Ciascuno degli oggetti, testimonianze della storia “ufficiale”, offrirà spunti per raccontare anche storie particolari, spesso sconosciute al grande pubblico e a volte sorprendenti.

Il Secentenario del 1921 fu preceduto da altri momenti celebrativi di valenza nazionale, come per esempio le “Feste dantesche” del settembre 1908, organizzate dalla Società Dantesca Italiana, che riunirono a Ravenna rappresentanti di città e territori allora sotto la sovranità dell’Impero asburgico. In quell’anno si ritrovarono in un fraterno abbraccio Ravenna, Firenze, Trieste, Trento e le città della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia che dopo la Grande Guerra completarono l’Unità d’Italia fino al Golfo del Quarnero. Nacque in quell’occasione la Cerimonia dell’olio, in cui annualmente  Firenze offre l’olio destinato ad ardere nella lampada all’interno della tomba, simbolico atto di espiazione per l’esilio inflitto al poeta.

E fu proprio nel settembre 1908 che venne presentata al pubblico la Collezione Dantesca Olschki, uno dei fondi bibliografici a soggetto dantesco più importanti al mondo. Acquisita nel 1905 dal libraio antiquario ed editore Leo Samuel Olschki, è ricca di oltre 4.000 volumi alcuni dei quali molto rari. Grazie alla collaborazione con la Casa editrice Olschki e con il Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali di Ravenna, sarà possibile vedere riuniti due esemplari di un’edizione pregiatissima e a tiratura limitata (solo 306 esemplari) della Commedia, insieme al manoscritto autografo del proemio, scritto da Gabriele D’Annunzio. Si tratta dell’edizione celebrativa per i 50 anni dell’Unità d’Italia (1911). La copia prestata da Olschki (l’altra è della biblioteca) è stampata su pergamena poi miniata e ha una legatura con borchie d’argento: un monumento dell’arte tipografica, stampata in soli 6 esemplari.

È stata inoltre stabilita una collaborazione con l’Archivio Chini di Lido di Camaiore (LU), custode della memoria di Galileo Chini (1873-1956), forse il maggior interprete italiano dello stile Liberty. È lui l’autore del manifesto ufficiale del Secentenario, di grande formato (cm 200×150) recentemente restaurato ed esposto a Ravenna per la prima volta dopo il 1921. Oltre a quanto già citato, tra i pezzi più importanti in mostra saranno visibili il modello in bronzo del monumento di Dante a Trento, realizzato da Cesare Zocchi nel 1896; Dante nella pineta e I funerali di Dante, opere del triestino Carlo Wostry (1865-1943) e i celebri sacchi donati da Gabriele D’Annunzio e decorati da Adolfo De Carolis col motto “Inclusa est flamma” (“la fiamma è all’interno”) che dà il titolo alla mostra. I sacchi in tela di juta, contenenti foglie di alloro in omaggio a Dante, furono trasportati in aereo a Ravenna da tre aviatori che avevano partecipato a famose imprese militari di D’Annunzio, come il volo su Vienna del 1918 o l’Impresa di Fiume. Il Vate stabilì un parallelo tra la fiamma che ardeva sulla tomba di Dante e la fiamma perenne che veniva custodita presso il santuario di Apollo a Delfi, considerato dagli antichi Greci il cuore vivo della loro civiltà. Una simbologia iniziatica che intendeva rappresentare Dante visto come profeta della Nazione oltre che padre della lingua italiana.

A scandire il percorso saranno diversi Albi di firme della Tomba di Dante e della Classense, che raccolgono autografi di visitatori e visitatrici illustri ma anche di comuni cittadini e cittadine che, tra XIX e XX secolo, intendevano testimoniare i loro sentimenti durante la visita al sepolcro di Dante. Curiosi, su tutti, gli autografi di papa Pio IX, che trascrisse dei versi danteschi ma non lasciò firma, e di quell’anonima fiorentina che, scossa dai sensi di colpa, chiese perdono al poeta quasi fosse stata lei stessa, cinque o sei secoli prima, a decretarne l’esilio dalla sua città natale.

Un calendario di eventi e iniziative collaterali, curati insieme alla Fondazione Alfredo Oriani di Ravenna e all’Istituto Storico per la Resistenza e l’Età contemporanea della Provincia di Ravenna, approfondirà di volta in volta alcuni aspetti del percorso espositivo.

IMMAGINE DI APERTURAGalileo Chini, Secentenario della morte di Dante Alighieri 1321-1921, manifesto ufficiale delle celebrazioni, dettaglio

Paul Cézanne – I giocatori di carte

I giocatori di carte, 1890-1895, Musée d’Orsay, Parigi

IL DIPINTO

I giocatori di carte è una serie di dipinti a olio su tela (47×56 cm) realizzati da Paul Cézanne fra il 1890 e il 1895. La versione qui presente è conservata nel Musée d’Orsay di Parigi mentre le altre quattro al: ” Barnes Foundtion ” di Philadelphia, al ” Metropolian Museum of Art ” di New York, alla “Courtauld Institute of Art” di Londra e nella collezione privata della famiglia reale del Qatar. Infatti, sul tema della partita a carte Cézanne dipinse cinque differenti versioni. In questa versione due uomini in un’osteria di paese stanno giocando a carte davanti ad uno specchio. La tela si presenta con uno schema fortemente geometrizzato, che conferisce ai due personaggi dignità classica, pur rimanendo un’immagine di contemplazione pura e senza pathos (le due figure sono compagne di gioco in un’opposizione consensuale). Distorcendo la visione prospettica, Cézanne riesce ad ottenere il massimo grado di centralità, che risulti credibile in una scena di vita vissuta: questo lieve scarto dal centro è un acuto stratagemma per evitare il rischio che l’opera risulti troppo artefatta: le cose non ci si presentano mai in uno stato di perfetto equilibrio.

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Autoritratto, 1883-1887, Ny Carlsberg Glyptotek, Copenaghen

L’ARTISTA

Paul Cézanne (Aix-en-Provence, 19 gennaio 1839 – Aix-en-Provence, 22 ottobre 1906) è stato un pittore francese. Paul Cézanne nacque a Aix-en-Provence, cittadina nel meridione della Provenza, in Francia, il 19 gennaio 1839 in seno a una famiglia dalle origini italiane. Secondo una recente scoperta storicamente ben documentata le vere origini del pittore Cézanne sarebbero a Cesena, in Romagna. In un libro di memorie scoperto a Milano nel 1995 dallo studioso Romano Pieri c’è una autocertificazione che recita testualmente: “Il padre di Paul Cézanne era originario di Cesena, in Romagna.” Nell’archivio del museo Cézanne venne trovata una vecchia richiesta del gallerista Vollard che chiedeva precisi dati biografici della famiglia da riportare sul dépliant della grande mostra di Cézanne a Parigi. Da quella scoperta nel Castello Sforzesco di Milano, Romano Pieri iniziò a ricostruire la storia di una famiglia: il padre del pittore si chiamava originariamente Luigi Augusto Cesena (della popolosa comunità ebraica di Cesena) che da giovane forse apprende il mestiere di cappellaio nella città romagnola e si trasferisce in Francia, a Aix en Provence, continuando la sua attività presso un laboratorio che gli offre piena ospitalità di residenza, favorendo anche una relazione amorosa con un’operaia dalla quale nascerà il figlio Paul. Luigi Augusto era così intraprendente da avere poi successo nel gestire una banca locale che gli consente di mantenere il figlio a Parigi, presso l’Accademia delle Belle Arti (notizie ed riportate nel libro “Cézanne Genio cesenate” scritto da Romano Pieri ed edito dalla casa editrice Ponte Vecchio nel 2005).

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Simonetta Conti: Roma dal 1450 al 1870. Quattro secoli di vita della città

Scrive Simonetta Conti nella premessa al libro: «Da cittadino che ama la sua città mi sono posta il problema quanto di questa città e della sua evoluzione potessero conoscere studenti giovani e meno giovani che spesso non abitano neppure vicino al centro. Tutto ciò ha portato alla redazione di queste pagine e a una serie di seminari itineranti che, attraverso i vecchi storici 14 Rioni romani, compresi entro la grande cerchia delle Mura Aureliane, ha portato tutti noi, docenti e discenti a una maggiore conoscenza di Roma e della sua evoluzione, urbanistica, demografica, economica, dalla metà del XV secolo, periodo della riaffermazione del potere papale in Roma alla fatidica data del 20 settembre 1870 quando i piemontesi entrando dalla breccia di Porta Pia dettero vita a una evoluzione-involuzione della città che dura tuttora».

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IMMAGINE DI APERTURA – Pein La Breccia di Porta Pia 20 settembre 1870. Seconda metà XIX sec. Litografia colorata. Roma Museo Centrale del Risorgimento (Fonte Wikipedia)

L’Italia con Enit alla 77esima mostra del cinema di Venezia per rilanciare la Meeting Industry

The Movie Charity Auction 2020: ENIT ed MPI Italia promuovono un’asta di beneficenza al Festival del Cinema di Venezia per sostenere la meeting industry

Si terrà l’11 settembre la 7^ edizione del The Movie Charity Auction al Lido di Venezia. ENIT promuove l’edizione 2020 e il ricavato dell’asta benefica verrà devoluto alla MPI Foundation a sostegno della meeting industry.

di Francesca Cicatelli
Ufficio Stampa Enit

Si terrà l’11 settembre negli spazi della Fondazione Ente dello Spettacolo, presso l’Hotel Excelsior al Lido di Venezia, la 7^ edizione del The Movie Charity Auction, l’evento dedicato al networking della meeting industry con asta benefica, ideato da Mauro Bernardini, Managing Director della All Star Agency, in collaborazione con MPI Italia Chapter, e con il supporto creativo e organizzativo di un team di masterini del Master in Tourism, Hospitality & Event Management della BeAcademy.

L’evento, che si svolgerà come sempre nell’ambito del Festival del Cinema di Venezia, giunto alla 77esima edizione, rappresenta quest’anno un momento simbolico di ripartenza per l’industria degli eventi, in concomitanza con il primo grande evento in presenza post Covid-19 e rivolto a sostenere il comparto e i suoi operatori. Sarà la MPI Foundation, infatti, a beneficiare del ricavato dell’asta benefica per supportare la meeting industry, fortemente colpita dagli effetti della pandemia, per dare aiuto concreto ai giovani professionisti del settore.

Main sponsor di questa 7^ edizione è ENIT. Sensibile alla causa dell’industria degli eventi, l’ente nazionale del turismo ha ritenuto fondamentale compiere un gesto a sostegno del settore.

Enit è attenta ad ogni occasione di rilancio dell’immagine dell’Italia e di sostegno al comparto turistico. L’Italia ha ancora memoria del suo posizionamento pre-Covid nella classifica mondiale del turismo congressuale, dove si posizionava tra i primi sei Paesi al mondo con 550 meeting internazionali nel 2019 (ENIT su dati ICCA) con una crescita del 5,4%. L’evento promosso da MPI Italia nell’ambito della prima grande vetrina dell’Italia post-Covid, il Festival del Cinema di Venezia, è stato apprezzato quale iniziativa pertinente rispetto ad una linea di intervento che abbiamo attuato per fronteggiare questa fase di incertezza. Da ottobre lanceremo workshop in ben 12 Paesi – Austria, Canada Cina, Corea del Sud, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Norvegia, Spagna, Svezia, Svizzera e USA – per amplificare la promozione di MICE, lusso, leisure e active. Il nostro impegno per il MICE proseguirà a novembre, puntando su sostenibilità, innovazione e destagionalizzazione. Il congressuale è un settore in forte espansione e cruciale per l’Italia. Con The Movie Charity Auction rafforziamo il nostro impegno a sostegno della meeting industry.“, dichiara Maria Elena Rossi, Direttrice Marketing ENIT.

L’emergenza pandemica ha spinto l’organizzazione ed MPI Italia ad innovare il format per renderlo accessibile anche a chi non potrà partecipare in presenza. Novità del 2020, infatti, è un sito web dedicato all’iniziativa dal quale poter visionare i voucher all’asta e fare la propria offerta. Aperta ieri l’asta benefica su www.themoviecharity.it, è già possibile fare la propria offerta per contribuire alla raccolta fondi.  

È davvero una grande soddisfazione per chi crea un evento quando esso stesso diventa una tradizione. Con la settima edizione a favore di MPI Foundation e le centinaia di richieste di partecipazione penso di avere raggiunto l’obiettivo, al fianco di MPI Italia, e con le importanti novità che ci consentiranno di ampliare l’audience dell’evento e incrementare il ricavato da devolvere, questa edizione si preannuncia entusiasmante.” – dichiara Mauro Bernardini, e conclude – “Ringrazio tutti i partner organizzativi, dalla BeAcademy alla Fondazione Ente dello Spettacolo, e non ultimo tutti gli sponsor, senza i quali non potremmo riuscire nella nostra missione”.  

Come Presidente MPI Italia sono felice di aver visto crescere anno per anno questa prestigiosa manifestazione, sempre al fianco di una causa nobile.” – commenta Maddalena Milone, Presidente MPI Italia – “Questo evento ha visto sempre più uniti alberghi congressuali e leisure, che hanno offerto voucher attraverso cui abbiamo raccolto fondi per sostenere importanti associazioni. La paura di dover rinunciare quest’anno all’evento ci ha offerto l’occasione di implementarlo con una asta da svolgere anche online, con più ampia visibilità per gli sponsor e una maggiore adesione anche da remoto.”- e conclude – “Ringraziamo ENIT per la prestigiosa partnership che ha convalidato ulteriormente il valore del carattere internazionale della nostra community e l’importanza degli eventi per la crescita e l’economia del Paese”.

L’evento, che ha già esaurito i posti disponibili in presenza e sarà trasmesso anche live con una diretta Facebook, vede quest’anno la partecipazione di numerosi sponsor: Almar Jesolo Resort & Spa, Anantara Resorts & Spa Abu Dhabi; Best Western Hotel Group; Cà Sagredo; Double Tree by Hilton con gli alberghi Roma Monti, Trieste e Turin Lingotto; Falisia Resort & Spa, FH55 Hotel Group con gli alberghi Grand Hotel Mediterraneo, Villa Fiesole e Grand Hotel Palatino; Forte Village Sardinia; Gruppo UNA; Hilton Milan; Hilton Molino Stucky; Hilton Lake Como; Hilton Sorrento Palace; Hotel Danieli; Hotel Indigo Venice Sant’Elena; Hotel Indigo Verona – Grand Hotel Des Arts; Hotel Monaco & Gran Canal; I Palazzi con gli alberghi Cà Bonfadini; San Lorenzo a Linari, Palace Grand Hotel; Il Melograno Masseria; Grand Hotel Parker’s; La Bagnaia Golf & Spa Resorts Siena; NH Collection Murano; NH Hotel Group; Palazzo Caracciolo; Parco dei Principi Grand Hotel & Spa; Ristorante Antica Besseta; Rome Cavalieri – A Waldorf Astoria Hotel; San Clemente Palace Kempinski; Starhotels; The Britannique Naples; Therasia Resort; Venice Events; Villa Fiorita.

IMMAGINE DI APERTURA Rielaborazione grafica della Home del sito web dell’Enit

Georges Seurat – Bagnanti ad Asnières

Bagnanti ad Asnières, 1884, National Gallery, Londra

IL DIPINTO

Bagnanti ad Asnières (Une baignade à Asnières) è un dipinto del pittore francese Georges Seurat, realizzato nel 1884 e conservato alla National Gallery di Londra. Nel 1879, quando mancavano ormai pochi anni prima dell’esecuzione di Bagnanti ad Asnières, Seurat stava ancora perfezionando la propria tecnica pittorica sotto la guida degli insegnanti della École des Beaux-Arts. L’Accademia insegnava ai propri studenti che qualsiasi dipinto di grande formato, prima di esser portato a compimento, doveva essere preceduto da una sicura preparazione disegnativa, da predisporre con l’esecuzione di numerosissimi disegni e bozzetti preparatori. È possibile che Seurat pensasse ai Bagnanti ad Asnières già a partire dal 1882. Da quell’anno fino al 1884 si sono succeduti diversi studi a olio (il catalogue raisonné di César de Hauke ne elenca quattordici): si osservi, in tal senso, il bozzetto preparatorio oggi esposto a Chicago, del tutto simile alla redazione finale, fatta eccezione ovviamente per le dimensioni (molto piccole, 25×16 cm). Seurat era solito soprannominare affettuosamente queste minuscole tavole con il termine croquetons, oggi divenuto così popolare da potersi considerare a tutti gli effetti come un occasionalismo linguistico.

CONTINUA LA LETTURA SU WIKIPEDIA: Bagnanti ad Asnières

Georges Seurat in un ritratto fotografico di Lucie Cousturier (1888)

L’ARTISTA

Georges Seurat (Parigi, 2 dicembre 1859 – Gravelines, 29 marzo 1891) è stato un pittore francese, pioniere del movimento puntinista. Insieme con l’amico Edmond Aman-Jean nel 1878 Seurat si iscrisse all’École des beaux-arts, seguendo i corsi di un allievo di Ingres, il pittore Henri Lehmann che, ammiratore della pittura del Rinascimento italiano, aveva a lungo soggiornato in Italia, in particolare a Firenze. Nella biblioteca della scuola Seurat scovò la Loi du contraste simultané des couleurs [Legge del contrasto simultaneo dei colori], un saggio del chimico Michel Eugène Chevreul pubblicato nel 1839: la legge formulata da Chevreul afferma che «il contrasto simultaneo dei colori racchiude i fenomeni di modificazione che gli oggetti diversamente colorati sembrerebbero subire nella composizione fisica, e la scala dei loro rispettivi colori quando si vedano simultaneamente». Fu un libro che gli aprì un intero orizzonte di studio sulla funzione del colore nella pittura cui dedicherà il resto della vita: Chevreul sosteneva che «mettere il colore sulla tela non significa soltanto colorare con quel colore una determinata parte di tela, ma significa anche colorare con il suo colore complementare la parte circostante».

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Le Passeggiate del Direttore: L’evoluzione dell’arte funeraria

Cosa c’è di meglio di una web serie per tenervi compagnia? A grande richiesta, vi presentiamo LE PASSEGGIATE DEL DIRETTORE, la prima stagione di una serie firmata dal Museo Egizio, un viaggio nella storia suddiviso in brevi episodi. 

Il Museo Egizio di Torino è il più antico museo, a livello mondiale, interamente dedicato alla civiltà nilotica ed è considerato, per valore e quantità dei reperti, il più importante al mondo dopo quello del Cairo. Nel 2004 il ministero dei beni culturali l’ha affidato in gestione alla “Fondazione Museo Egizio di Torino”. Nel 2019 il museo ha fatto registrare 853 320 visitatori, risultando il sesto museo italiano più visitato. Nel 2017 i Premi Travellers’ Choice di TripAdvisor classificano l’Egizio al primo posto tra i musei più apprezzati in Italia, al nono in Europa e al quattordicesimo nel mondo.
CONTINUA LA LETTURA SU WIKIPEDIA: Museo Egizio di Torino

Le Passeggiate del Direttore: L’evoluzione dell’arte funeraria

IMMAGINE DI APERTURA – Ingresso del museo egizio, Torino (Fonte Wikipedia)

Alberto Pian – Tecnologia alimentare. Album delle figurine

Queste figurine sono state create insieme ai ragazzi, in classe, durante le lezioni di tecnologia. Ogni giorno veniva studiato un argomento – soprattutto attraverso esperienze dirette e fonti specifiche, senza mai usare il libro di testo – e subito, immediatamente, ogni giorno veniva trasformato questo argomento in una o più figurine dell’album. Un ragazzo a turno scriveva materialmente il testo che insieme, in classe, veniva discusso ogni volta. È stato un esercizio didattico formidabile, non solo per “tecnologia dei materiali”, ma per tutta una serie di competenze, linguistiche, logiche, di comunicazione, di composizione, legate alla padronanza. Non è mai stata fatta “lezione”, nel senso tradizionale del termine; è stato adottato un metodo “attivo”. Un metodo, cioè, in cui sono gli allievi stessi i protagonisti del loro apprendimento. Le figurine sono un linguaggio particolare, molto simile al fumetto con il quale hanno in comune proprio alcune caratteristiche “linguistiche”. Innanzitutto si esprimono attraverso l’associazione di testi e di immagini. In secondo luogo sono una espressione di sintesi sia testuale che per immagini. In terzo luogo sono racchiuse in un album che si sfoglia. Il termine “album” è utilizzato anche per indicare una graphic novel, una storia a fumetti. Invece sul terreno della narrazione insorgono delle differenze. Le figurine rappresentano una narrazione meno articolata rispetto al fumetto. Tuttavia entrambi i linguaggi si collocano all’interno di un discorso narrativo. Le figurine rappresentano una narrazione sintetica, mentre il fumetto solitamente rappresenta una narrazione più distesa, quasi un passaggio dalla narrazione alla sintesi. Le figurine (come il fumetto), rappresentano anche un momento storico della crescita di un ragazzo. Se fate una breve inchiesta nella vostra classe vi renderete conto che tutti hanno avuto a che fare con le figurine, ma che solo pochi fortunati hanno “completato l’album”. Il gioco legato alle figurine è infatti di completare l’album scambiando le figurine doppie con quelle mancanti e acquistando nuovi pacchetti. Quindi si tratta di un linguaggio molto ben conosciuto, legato a un gioco, che crea una aspettativa, utile come espressione di sintesi che unisce testo e immagini e come strumento di narrazione quasi vicino a uno “storyboard”. Perché non usarlo in classe? Si tratta di uno strumento che annovera caratteristiche importanti ai fini dell’apprendimento.

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IMMAGINE DI APERTURA: Foto di ALBERTO FABREGAS da Pixabay

Brescia: Juan Navarro Baldeweg

Brescia, Museo di Santa Giulia – Dal 18 settembre 2020 al 5 aprile 2021
JUAN NAVARRO BALDEWEG
Architettura, Pittura, Scultura – In un campo di energia e processo
A cura di Pierre-Alain Croset

La mostra indagherà il processo creativo di uno degli architetti più originali del panorama contemporaneo internazionale, attraverso l’esposizione di opere di architettura, pittura e scultura. A Juan Navarro Baldeweg, la Fondazione Brescia Musei ha commissionato la realizzazione del nuovo allestimento del Capitolium che accoglierà la Vittoria Alata, la straordinaria statua che a novembre 2020 tornerà in città dopo un restauro durato due anni.

Juan Navarro Baldeweg, Escalera, 1973-1999, scultura parte de La Mesa © Juan Navarro Baldeweg

Dal 18 settembre 2020 al 5 aprile 2021, il Museo di Santa Giulia ospita la retrospettiva dedicata a Juan Navarro Baldeweg (Santander, Spagna, 1939), uno degli architetti più originali del panorama contemporaneo internazionale.

L’iniziativa rientra nel programma delle celebrazioni per la restituzione alla città di Brescia della Vittoria Alata, la scultura romana che, dopo un attento restauro durato due anni presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, a novembre 2020 ritornerà in città e verrà collocata nella cella orientale del Capitolium, riallestita proprio su progetto dell’architetto spagnolo.

La mostra, curata da Pierre-Alain Croset, organizzata dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Brescia Musei, diretta da Stefano Karadjov, col patrocinio dell’Ambasciata di Spagna a Roma e dell’Ordine degli architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Brescia, presenterà una serie di opere – modelli e disegni dei suoi progetti più importanti, grandi tele e sculture – che ripercorreranno la poliedrica carriera di Navarro Baldeweg, come architetto, pittore e scultore, e che consentiranno di cogliere le interazioni e le connessioni tra le varie arti.

Il percorso espositivo si snoderà, all’interno del Museo di Santa Giulia, in tre luoghi particolarmente suggestivi: il Coro delle Monache, la Basilica di San Salvatore e la sottostante Cripta.

Nel Coro delle Monache, nella sezione Immagini del fare e dei modi del fare, si troverà un grande polittico bifacciale con sei quadri su ciascun lato, che documenterà processi espressivi manuali e forme elementari di manipolazione.

La Basilica longobarda di San Salvatore accoglierà la sezione Metafore dell’orizzonte e della natura (luce, gravità, il corpo e i processi) dove saranno esposti i suoi lavori plastici sul tema dell’equilibrio e della gravità, a fianco di opere che indagheranno il tema della luce zenitale, l’appropriazione organica dello spazio. Qui il visitatore potrà seguire la ricerca dell’architetto, molto personale, libera, tesa a stabilire una relazione diretta con gli elementi primi dello spazio costruito, quali l’orizzonte, la luce, la materia.

Nella Cripta, che ospiterà la sezione Una casa dentro un’altra casa, saranno esposti modelli e disegni dei più importanti progetti di Navarro Baldeweg, tra i quali il Palazzo dei Congressi di Salamanca, il Museo delle Grotte di Altamira, il Teatro del Canal a Madrid e la Biblioteca Hertziana a Roma. I plastici, in questo spazio di ridotte dimensione, daranno forma a una città in miniatura. 

Nel poliedrico lavoro di Navarro Baldeweg, emerge con chiarezza la connessione e il dialogo tra le varie arti e ritornano temi e obiettivi comuni che si intrecciano negli spazi costruiti, nelle sculture e nei grandi quadri. Appare forte il desiderio di ridurre la complessa realtà in fenomeni essenziali e di rendere visibile l’invisibile.

Nelle sue installazioni sono da ricercare gli spunti, ma anche gli esiti della ricerca architettonica. Il presupposto concettuale si trasforma nella sua architettura in spazi raffinati e complessi, definiti dalla peculiarità dei materiali utilizzati, dalla loro reazione alla luce e dal rapporto con quello che sta loro attorno.

Come dichiara il curatore della mostra Pierre-Alain Croset, “In un’epoca che premia sempre di più la specializzazione, è diventato sempre più raro incontrare architetti che fondano il loro lavoro su una pratica artistica a tutto campo, come avveniva nel Rinascimento, e come solo pochissimi architetti hanno saputo fare in epoca contemporanea. La mostra bresciana evidenzierà la straordinaria coerenza e continuità dell’opera di Navarro Baldeweg, insieme architettonica ed artistica, ma anche la sua capacità rara di saper dialogare con le preesistenze storiche. Per la prima volta è stata offerta a Juan Navarro l’occasione di concepire una mostra antologica in spazi riconosciuti Patrimonio Mondiale dell’Umanità, e possiamo quindi interpretare la mostra come un’installazione site specific di frammenti in dialogo con lo straordinario palinsesto architettonico di Santa Giulia”.

Accompagna la mostra una pubblicazione Skira.

Note biografiche

Juan Navarro Baldeweg, architetto-artista, nato a Santander nel 1939, ha studiato presso la Escuela de Bellas Artes di San Fernando e presso la Escuela Técnica Superior de Arquitectura di Madrid. Dal 1977 Navarro Baldeweg è professore di progettazione alla Escuela Técnica Superior de Arquitectura di Madrid; è stato inoltre visiting professor in numerosi atenei internazionali, fra cui l’Università di architettura di Philadelphia-Pennsylvania nel 1987, l’Università di Yale-Connecticut nel 1990, l’Università di Princeton-New Jersey nel 1992 e l’Università di Harvard-Massachusetts nel 1997. Numerosi i riconoscimenti attribuitigli nel corso degli anni. Fra i molti citiamo nel 1988 il primo premio per il Palazzo dei Congressi e Esposizioni di Cadice; nel 1992 il primo premio del concorso internazionale per il Centro Congressi a Salisburgo; nel 1993 il premio internazionale Architetture di Pietra di Verona per il Palazzo dei Congressi e Esposizioni a Salamanca; nel 1995 il primo premio per il progetto della Biblioteca Hertziana. Navarro Baldeweg è inoltre stato eletto Accademico della Reale Accademia di Belle Arti di San Fernando di Madrid nel 2000, mentre l’anno successivo viene nominato honorary fellow dell’American Institute of Architects. A partire dalla metà degli anni ’70 Juan Navarro Baldeweg ha realizzato oggetti, sculture, opere d’arte, motivato dalla volontà di lavorare con le variabili fisiche della luce, della gravità e del corpo. Questa attività si è sviluppata parallelamente a quella di architetto, in maniera continua nel tempo. Le prime opere relative alla gravità come La colonna e il peso oppure La ruota e il peso sono datate 1973 e 1974. In questo periodo emerge però anche l’interesse per la luce naturale e le sue manifestazioni in architettura e nello spazio in generale.

Pierre-Alain Croset, architetto, è Professore ordinario di Composizione Architettonica e Urbana al Politecnico di Milano. Dopo la Laurea in architettura al Politecnico di Losanna nel 1982, diventa assistente di Vittorio Gregotti alla direzione della rivista internazionale di architettura “Casabella” dal 1982 al 1996, pubblicando numerosi scritti sull’architettura moderna e contemporanea. Dal 1985 al 1993 ha collaborato con Luigi Snozzi al Politecnico di Losanna e nello studio di Locarno. Dopo esser stato professore invitato alla Columbia University (New York) nel 1994, vince la cattedra di Professore ordinario di Architettura alla Technische Universität di Graz, dove fu Preside della Facoltà di Architettura dal 2001 al 2002. Nel 2002, diventa professore ordinario di progettazione architettonica al Politecnico di Torino, mentre dal 2015 al 2018 ha insegnato e diretto il Dipartimento di Architettura della Xi’an Jiatong-Liverpool University a Suzhou (Cina).

IMMAGINE DI APERTURA – Palacio de Congresos y Exposiciones de Castilla-León, Salamanca, 1985-1992 © Juan Navarro Baldeweg

Mandanici 2020: Il Corpo, La Mente e L’Anima

Questo evento è un tentativo di “rivisitazione critica” dei concetti di spazio, luogo, ambiente, territorio e paesaggio attraverso una prospettiva antropologica e storica della percezione dei “comportamenti umani” e dei “fenomeni” che in essi avvengono. Un occasione culturale di confronto tra aree del sapere apparentemente distanti tra loro come le neuroscienze e la psicoanalisi, l’architettura e il design, le scienze musicali e l’archeologia, l’economia e il diritto, la filosofia e la geografia, l’antropologia e la storia. La vera conoscenza di un “territorio” da parte di chi lo abita ma anche di chi lo visita non può continuare ad essere sostenuta solo da motivazioni di tipo individuale e consumistico, ma dovrebbe sempre tendere ad una “esplorazione cognitiva delle memorie” dalla quale possa emergere una nuova coscienza collettiva dell’abitare e attraversare i luoghi, non solo in senso fisico ma anche in senso spirituale, immaginario, metafisico e simbolico.

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Programma-Mandanici-2020

IMMAGINE DI APERTURA – Elaborazione grafica della locandina del Convegno

Felice Nunziata: I rigatoni dell’Ussaro delle Due Sicilie

Fra la sorpresa e l’ammirazione devota dei suoi compagni d`Armi, un avo, un Ufficiale della Cavalleria Leggera, un Ussaro dal temperamento focoso e guascone, che bramava di assaporare la vita nello scintillio delle lame al sole, nel galoppo sfrenato, immerso in brumose albe ed in incantati tramonti persi nel tempo, con un colpo di genio degno di quell`artista folle che cerca di dorare l’oro zecchino e biancheggiare il giglio, ideò una ricetta che varcò i confini dell’Antico Regno.

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IMMAGINE DI APERTURA – Dipinto tratto dal testo