Aubrey Vincent Beardsley – Salomè

Aubrey Beardsley: The Apotheosis, illustrazione per il dramma Salome di Oscar Wilde,
pubblicata in “The Studio”, Vol. 1, No. 1, 1893.

LE ILLUSTRAZIONI

Salomè è un dramma in un atto unico del drammaturgo irlandese Oscar Wilde scritto in lingua francese nel 1891 e rappresentato nella stessa lingua per la prima volta l’11 febbraio 1896 al Théâtre de l’Œuvre di Parigi grazie all’attore francese Lugné-Poë. È ispirato alla figura di Salomè, figlia di Erodiade, ed alla sua storia, riportata, pur tacendone il nome, nei Vangeli di Marco e Matteo. Per compiacere la sua volontà, infatti, Erode ordinò la decapitazione di Iokanaan (Giovanni Battista, nella tradizione cristiana). L’opera venne scritta in lingua francese durante un soggiorno del drammaturgo a Parigi nel 1891 appositamente per l’attrice Sarah Bernhardt la quale, nonostante le numerose prove, si rifiutò di interpretare il personaggio sulle scene, a causa dello scandalo che aveva travolto Wilde. Il 22 febbraio 1893 Salomé esce in volume, nella versione francese. L’opera venne pubblicata nel 1894 con le illustrazioni liberty di Aubrey Beardsley: la traduzione in lingua inglese venne affidata all’amante di Oscar Wilde, Lord Alfred Douglas (Bosie). Rivelatosi il giovane impari all’impresa, la sua traduzione venne in realtà sostituita con un’altra rimasta anonima (approvata da Wilde, che non intervenne nella redazione, come testimonia il figlio Vivian Holland) e nella prima edizione compare la dedica “A Lord Alfred Douglas, traduttore della mia commedia”. Nella versione francese la dedica è, invece, a Pierre Louÿs.

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Aubrey Beardsley (1896)

L’ARTISTA

Aubrey Vincent Beardsley (Brighton, 21 agosto 1872 – Mentone, 16 marzo 1898) è stato un illustratore, scrittore e pittore inglese, piuttosto influente negli ambienti teatrali all’epoca di Oscar Wilde. Fu profondamente influenzato dallo stile giapponese che era di moda in quegli anni: famose sono le sue illustrazioni in bianco e nero a campiture piatte per opere come Salomè. Allineata con il modello estetico che vide in Oscar Wilde l’emblema, la vita di Beardsley fu improntata all’eccentricità ed al pubblico egocentrismo, al punto che ebbe a dichiarare: “Ho uno scopo: il grottesco. Se non sono grottesco, non sono niente.” Oscar Wilde amava descriverlo come un uomo “dalla faccia come un piatto d’argento e con capelli verdi come l’erba”. Tra le voci più insistenti riguardo alla sua vita privata vi sono quelle di omosessualità e di incesto con sua sorella maggiore, Mabel, da cui avrebbe avuto anche un figlio. Beardsley morì di tubercolosi a Mentone, in Francia, nel 1898, all’età di 25 anni. Molti affermano che fosse molto bello e che si vantasse assai di questo suo pregio.

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