Rancate (Mendrisio) – L’INCANTO DEL PAESAGGIO. Disegno, arte, tecnologia

È un originale confronto quello che la Pinacoteca Cantonale Züst propone in questa mostra. Il confronto/raffronto tra arte e tecnologia nel racconto del paesaggio, nello specifico, dei diversi ambienti del Canton Ticino. L’arco temporale preso in esame dalla mostra è quello a cavallo tra ‘800 e ‘900, momento di importanti innovazioni nell’arte e altrettanto nella tecnologia. 

13 Novembre 2021 – 25 Aprile 2022
Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera, Pinacoteca cantonale Giovanni Züst

L’INCANTO DEL PAESAGGIO
Disegno, arte, tecnologia

A cura di: Paolo Crivelli, Giulio Foletti, Filippo Rampazzi
Coordinamento: Mariangela Agliati Ruggia e Alessandra Brambilla

Francesco Solari: Paliotto d’altare con Paesaggio (1732).
Scagliola dipinta e intarsiata, lastra unica, 188.5×104 cm. Motto di Dongio, Chiesa di San Pietro

Tra la metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento il territorio ticinese è stato gradualmente scoperto e descritto da molti naturalisti e uomini di scienza, da geografi, fotografi, pittori, storici dell’arte: essi hanno percorso e analizzato, sia con gli strumenti scientifici, sia attraverso gli strumenti tecnici propri della loro epoca e del loro mestiere (il disegno, il rilievo morfologico, l’incisione, la fotografia, la pittura ad olio…) il paese in cui vivevano e operavano.

È un territorio interamente costruito, nella sua fisicità, da un’onnipresente e aspra natura alpina e soprattutto dagli uomini che nel corso dei secoli l’hanno utilizzata, vissuta e talvolta trasformata: è un’opera aperta, sempre plasmabile, che racchiude in sé, in un grande palinsesto, elementi naturali che talvolta assurgono a simbolo cui gli abitanti hanno costantemente attribuito una funzione e un significato differente nel corso del tempo, manufatti ed edifici utilitari o rappresentativi che ne hanno profondamente modellato l’aspetto.
Questa esposizione vuole illustrare le intuizioni e le tecniche utilizzate da coloro che, a partire da metà Ottocento, guardarono e interpretarono con occhi nuovi e nuovi strumenti di indagine il loro territorio. Nacquero così le prime elaborazioni cartografiche, le carte topografiche Dufour e Siegfried, allestite secondo aggiornati criteri geodetici e trigonometrici, misurati e stabiliti con precisione (e grandi fatiche) sul terreno.

Qualche tempo dopo fu elaborata una prima catalogazione dei monumenti più significativi esistenti sul territorio ticinese, sotto l’impulso del padre della storiografia artistica elvetica Johann Rudolf Rahn (1841-1912). In mostra si espone una serie di disegni del suo allievo e aiutante Hermann Fietz (1869-1931), che illustrò e rilevò con oggettività e precisione non solamente i monumenti maggiori, ma anche il contesto e il paesaggio che li conteneva. Con uguale acribia operarono anche i primi naturalisti – tra tutti non si può non ricordare Luigi Lavizzari (1814-1875) uomo di scienza ma anche politico – che descrissero con precisione le componenti del paesaggio naturale raccogliendo e catalogando i più differenti materiali. La prima parte dell’esposizione vuole quindi dar conto di questa grande operazione analitica, che da subito fu accompagnata non solamente dal disegno e dalla cartografia ma anche dalla fotografia.

La seconda parte si concentrerà invece sulla presentazione di alcuni aspetti particolarmente significativi del territorio ticinese (il bosco e la selva castanile; il vigneto; il territorio alpino e glaciale; l’ambiente lascustre) grazie alle opere di artisti (quelli noti come Luigi Rossi, Edoardo Berta, Filippo Franzoni, Ugo Zaccheo ma anche di quelli meno noti come Remo Patocchi, Regina Conti, Emilio Maccagni…) che interpretarono e diedero un nuovo significato a questi paesaggi.
Questi dipinti saranno messi a confronto, ove possibile, con i materiali elaborati da naturalisti, geografi e fotografi per restituire un sguardo di insieme su come veniva percepito e rappresentato il paesaggio, secondo un nuovo modo di sentire e un fortissimo interesse.

Chiuderà l’esposizione uno sguardo, inevitabile e peraltro dovuto, sul futuro. Oggi il paesaggio è letto attraverso l’informatica, le nuove tecnologie (il rilevamento fotogrammetrico; il Laser scanner e i droni) e la geomatica. Questi strumenti ci permettono di avere una percezione e quindi un’interpretazione nuova e inedita del paesaggio, che non sarà certamente l’ultima.
Il nostro territorio, con i suoi contenuti naturali e antropici, sarà sempre per chi vi abita fonte inesauribile di nuove storie, magie e meraviglie: un paesaggio incantato, per l’appunto. Una postazione presenta inedite e suggestive riprese con i droni e la loro rielaborazione attraverso un modello in 3D.


INFORMAZIONI

Testi in catalogo di
Mariangela Agliati Ruggia (presentazione vol. 1)
Ignazio Cassis (presentazione vol. 2)
Paolo Crivelli
Claudio Ferrata
Giulio Foletti
Thomas Müller
Filippo Rampazzi
Stefano Romani
Carlo Silini
Gianmarco Talamona

Allestimento

Progetto
Martino Pedrozzi e Sidi Vanetti
Direzione lavori e coordinamento
Paolo Bianchi
Alessandra Brambilla
Realizzazione
Dipartimento delle finanze e dell’economia,
Sezione della logistica
con
Piercarlo Bortolotti
Enzio Cereghetti

Orari, prezzi e servizi:
13 novembre 2021 – 25 aprile 2022
Da martedì a venerdì: 9-12 / 14-18
Sabato, domenica e festivi: 10-12 / 14-18
Chiuso: il lunedì; 24, 25 e 31/12
Aperto: 1/11; 8, 26/12; 1, 6/01

intero: CHF/€ 10.-
ridotto (pensionati, studenti, gruppi): CHF/€ 8.-
Visite guidate su prenotazione anche fuori orario; bookshop; audioguide; parcheggi nelle vicinanze.
Si accettano Euro.

Ufficio stampa
per la Svizzera:
Pinacoteca Züst
Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera
Tel. +41 (0)91 816.47.91
decs-pinacoteca.zuest@ti.ch
www.ti.ch/zuest

per l’Italia:
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo
Padova, Italia
Tel. +39 049.663.499 (Simone Raddi)
gestione2@studioesseci.net
www.studioesseci.net

COME RAGGIUNGERE LA PINACOTECA ZÜST
Rancate (Mendrisio) si trova a pochi chilometri dai valichi di Chiasso, Bizzarone (Como) e del Gaggiolo (Varese), facilmente raggiungibile con l’ausilio della segnaletica. La Pinacoteca si trova di fronte alla chiesa parrocchiale. Rancate è raggiungibile anche in treno, linea Milano-Como-Lugano, stazione di Mendrisio, e poi a piedi, in 10 minuti, o con l’autobus (linea 524, Mendrisio-Serpiano).

IMMAGINE DI APERTURA Carlo Bossoli: Riva del grano (1849). Tempera su carta, 49×68 cm. Museo d’Arte della Svizzera italiana, Lugano. Collezione Città di Lugano

Il nuovo Bauhaus europeo: una iniziativa creativa e interdisciplinare per progettare futuri modi di vivere

Arte/cultura/inclusione sociale/scienza/tecnologia 

Dopo il Bauhaus – la scuola di arte e design che svolse una importante attività artistica in Germania dal 1919 al 1933 – ecco riproposto ai nostri giorni il Nuovo Bauhaus Europeo! Lanciato dall’Unione Europea come parte del suo Patto Verde, intende promuovere stili di vita più estetici, sostenibili e inclusivi. «Il nuovo Bauhaus europeo – dice la guida ufficiale – ha l’ambizione di trasformare il Green Deal in un’esperienza culturale, positiva e tangibile, incentrata sulle persone. Tutti dovrebbero essere in grado di sentire, vedere e sperimentare la trasformazione verde e digitale e il modo in cui essa migliora la nostra qualità di vita. Si tratta di collegare le sfide globali alle soluzioni proposte a livello locale, per raggiungere i nostri obiettivi climatici e sostenere una prospettiva di trasformazione più ampia». Il suo obiettivo è esplicitare, in un modo del tutto innovativo, tre dimensioni fondamentali: sostenibilità (compresa la circolarità); estetica (e altre dimensioni della qualità dell’esperienza oltre alla funzionalità); inclusione (compresa l’accessibilità, anche sotto il profilo economico).

Per questo motivo è stato creato un concorso, e i progetti dei vincitori possono essere guardati in questa galleria virtuale. Solo per portare all’attenzione qualche esempio, il primo che apre la lunga serie, concepito in Austria, riguarda tecniche, materiali e processi per la costruzione e la progettazione, con elementi costruttivi prefabbricati in terra battuta non stabilizzata realizzati al 100% in terra naturale e completamente riciclabili. Il secondo denominato, non a caso, Gardens in the Air è un’iniziativa di rinaturalizzazione urbana: in pratica sono proposti mini “giardini in aria”, irrigati con acqua riciclata dai condizionatori in un quartiere povero di Siviglia, “Tres Barrios-Amate”. Basta scorrere la sequenza dei progetti per trovarne di interessanti, come La Fàbrika, un’ex stabilimento di cemento nell’Estremadura rurale abbandonata per decenni; qui sono state inventate molteplici attività da parte di collaboratori locali e internazionali: ad esempio hanno installato un cinema all’aperto, piantagioni per la rigenerazione del suolo, laboratori di arte o edilizia sostenibile, laboratorio buen vivir (“vivere bene”) … Insomma, i progetti si susseguono, avendo tutti come riferimento l’incitamento di Ursula von der Leyen: «Voglio che NextGenerationEU faccia partire un’ondata di ristrutturazioni in tutta Europa e renda l’Unione capofila dell’economia circolare. Ma non è solo un progetto ambientale o economico: dev’essere un nuovo progetto culturale europeo».

GUARDA COME SI POSSONO COSTRUIRE INSIEME SPAZI DI VITA PIÙ BELLI, SOSTENIBILI ED INCLUSIVI

A Pisa, Museo della Grafica, la mostra – Il mercante dei numeri: Leonardo Pisano, detto Fibonacci

Nell’ambito delle celebrazioni rivolte al grande matematico Leonardo Fibonacci, il Museo della Grafica  (Comune di Pisa, Università di Pisa) è lieto di invitarvi:

Martedì 23 novembre

Ore 17:30:  

  • Cerimonia per l’annullo speciale del francobollo dedicato a Leonardo Pisano detto Fibonacci.
  • Inaugurazione della mostra Il mercante dei numeri: Leonardo Pisano, detto Fibonacci. Percorso filatelico nella biografia del grande matematico, a cura di Fabrizio Fabrini.


Ore 19:00: 

  • Concerto di Federico Rovini, pianoforte, Francesco Negroni e Lorenzo Corti, viole. Musiche di J.S. Bach, F. Chopin, C. Debussy, B. Bartók Fibonacci: dai numeri alle parole, dalle parole alle note.

Gli eventi si svolgeranno in presenza con prenotazione obbligatoria al seguente link: 
https://museodellagrafica.sma.unipi.it/prenotazione-eventi-speciali/

LEGGI IL PROGRAMMA

Per ulteriori informazioni:
https://museodellagrafica.sma.unipi.it/2021/11/pisa-celebra-fibonacci/

Museo della Grafica – Lungarno Galilei, 9 – Pisa
Tel. 050/2216060 (62-66-67)
E-mail: museodellagrafica@adm.unipi.it
www.museodellagrafica.sma.unipi.it

IMMAGINE DI APERTURA – Locandina

Palazzo Mazzetti di Asti – I Macchiaioli. L’avventura dell’arte moderna

Dal 19 novembre 2021 al 1° maggio 2022, Palazzo Mazzetti di Asti apre le sue porte a I Macchiaioli. L’avventura dell’arte moderna: una mostra che, attraverso un corpus di oltre 80 opere, presenta alcuni capolavori dell’arte dell’Ottocento italiano, fra dipinti celebri e opere meno note perché mai esposte prima, in gran parte provenienti dalle più prestigiose collezioni private europee.

A Palazzo Mazzetti la mostra rappresenta un’occasione unica per scoprire i Macchiaioli, il movimento pittorico più importante dell’avanguardia italiana risorgimentale e il clima sociale che fa da sfondo alla vicenda di questi artisti, oltre ai temi, ai contenuti e ai personaggi di questo rivoluzionario movimento: si potranno ammirare opere quali Mamma con bambino (1866-67) di Silvestro Lega, Tramonto in Maremma (1900-05) di Giovanni Fattori, Bambino al sole (1869) di Giuseppe De Nittis, accanto a Alaide Banti sulla panchina (1870-75) di Cristiano Banti, Una visita al mio studio (1872) di Odoardo Borrani e Signore al pianoforte (1869) di Giovanni Boldini.

In mostra, dunque, anche opere a cavallo tra Ottocento e Novecento che raccontano come le conquiste formali e concettuali dei Macchiaioli furono recepite e sviluppate dalle successive generazioni di pittori.

Silvestro Lega
Mamma col bambino, 1866-67
Olio su tavola, 38×29,5 cm Collezione privata

Opere dai contenuti innovativi per l’epoca che vertono sulla potenza espressiva della luce, che rappresentano la punta di diamante di ricchissime raccolte di grandi mecenati di quel tempo, personaggi di straordinario interesse, accomunati dalla passione per la pittura, imprenditori e uomini d’affari innamorati della bellezza, senza i quali oggi non avremmo potuto ammirare questi capolavori. Talvolta donate dagli autori stessi e più spesso acquistate per sostenere gli amici pittori in difficili momenti, queste opere – in grado di assecondare il piacere estetico e arricchire le più grandi quadrerie – sono diventate capolavori ricercati anche dai grandi intenditori d’arte dei nostri giorni. Progettata per mettere a confronto fra loro i capi d’opera della “macchia” (1856-1868) naturalismo toscano (1865-1900), la mostra propone una narrazione visiva dalla nascita all’evolversi e al concludersi dell’esperienza artistica dei Macchiaioli e del loro entourage, dal 1856 fino al ‘900 inoltrato.

La mostra, curata da Tiziano Panconi, è realizzata dalla Fondazione Asti Musei in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, la Regione Piemonte e il Comune di Asti, gode del contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, è organizzata da Arthemisia, con la collaborazione del Museoarchives Giovanni Boldini Macchiaioli di Pistoia e vede come sponsor Gruppo Banca di Asti.


SEDE
Palazzo Mazzetti
Corso Vittorio Alfieri, 357
14100 Asti

INFORMAZIONI
FONDAZIONE ASTI MUSEI

www.museidiasti.com
prenotazioni@fondazioneastimusei.it
info@fondazioneastimusei.it
T. +39 0141 530403
M. +39 388 1640915

ORARI
Martedì – domenica 10.00 – 19.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Lunedì chiuso

UFFICIO STAMPA
ARTHEMISIA
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306

IMMAGINE DI APERTURA – Una veduta dell’allestimento

Leica Galerie Milano: 25 opere di Gabriele Basilico, Paolo Gioli, Weege, Edward Weston e molti altri

Dal 9 novembre al 15 gennaio 2022 lo spazio milanese di Leica Galerie, in via Giuseppe Mengoni 4 (angolo piazza Duomo), ospita la mostra UNA COLLEZIONE IDEALE che presenta 25 opere di alcuni tra i più celebrati fotografi italiani e internazionali del Novecento quali Manuel Álvarez (Bravo), Edward Weston, Aldo Ballo, Gabriele Basilico, Paolo Gioli, Franco Grignani, Pierre Molinier, Rudolf Schwarzkogler, Paolo Ventura.

LEICA GALERIE MILANO
DAL 9 NOVEMBRE 2021 AL 15 GENNAIO 2022
LA MOSTRA

UNA COLLEZIONE IDEALE

La collettiva presenta 25 opere di importanti autori quali
Gabriele Basilico, Paolo Gioli, Weege, Edward Weston e molti altri.

Aldo Ballo, Olivetti. 1957

La rassegna, curata da Denis Curti, è pensata come un excursus didattico sulla storia della fotografia, dove i suoi protagonisti attraversano le varie epoche e documentano le molte tipologie che questa particolare forma d’arte è stata capace di affrontare, per iniziare a costituire una prima, quanto importante, collezione.

“Collezionare fotografie è una continua scoperta, ma da dove iniziare? Questa la domanda che mi ero posto quando ho immaginato la mostra – sottolinea Denis Curti – e allora ho pensato di riunire alcuni grandi nomi della fotografia contemporanea che consentissero al visitatore di orientarsi tra l’ampia varietà di proposte ma, nello stesso tempo, garantire un’offerta di indiscutibile qualità artistica”.

Il percorso espositivo si apre idealmente con alcuni artisti d’oltreoceano, dal messicano Mauro Álvarez Bravo, uno dei vertici della fotografia centroamericana, con la famosa immagine delle donne con le anfore sotto braccio all’interno del mercato di Merida, a Florence Henri figura tra le più interessanti delle avanguardie del Novecento, qui con una delle sue famose “Composizioni”, a Weegee, maestro del fotoreportage che si apriva a sperimentazioni come nel caso della distorsione del volto di Marilyn Monroe, alle fotografie delle architetture moderniste californiane di Julius Shulman.

Le ambientazioni provocatoriamente erotiche, come nell’autoritratto in calze a rete, di Pierre Molinier e la documentazione di una delle performance più crude e simboliche di Rudolf Scwarzkogler, esponente tra i più controversi dell’Azionismo viennese, riportano l’itinerario fotografico nel continente europeo che si conclude con una ricca sezione di fotografi italiani.

Tra questi, spiccano le personalità di autori divenuti ormai dei classici, quali Mario Giacomelli, con l’immagine della serie dedicata alla sua ricerca sul paesaggio, o Gabriele Basilico, qui con una delle sue rare stampe a colori, e di altri che, nella seconda metà del secolo, iniziarono a sperimentare le potenzialità del mezzo fotografico. È il caso di Aldo Ballo che ha fotografato le creazioni dei grandi designer italiani, come nel caso della fotografia della macchina da scrivere Lettera 22 di Olivetti, o di Franco Grignani, la cui formazione da designer, lascia spazio a quella di fotografo per esplorare le potenzialità della luce in ambito ottico-visivo.

Alla collezione non mancano esponenti delle nuove generazioni, tra cui Paolo Ventura con le sue ambientazioni ricostruite come set teatrali e cinematografici.

Le stampe esposte da Leica Galerie sono esemplari vintage in edizione numerata, prove d’autore, insieme a una precisa selezione di tecniche di stampa. Tutte le opere sono firmate, timbrate o comunque autenticate da eredi o estate ufficiale.


LEICA GALERIE MILANO

La Leica Galerie Milano, situata nel cuore della città a pochi passi da Piazza del Duomo, è uno dei punti di riferimento per gli appassionati di fotografia. Oltre alle mostre fotografiche, Leica Galerie ospita lezioni, dibattiti, booksigning e incontri con i più significativi professionisti del settore.

Milano, 8 novembre 2021

UNA COLLEZIONE IDEALE
Leica Galerie Milano Via Giuseppe Mengoni 4 (angolo piazza del Duomo)
9 novembre 2021 – 15 gennaio 2022

T: +39 02 89095156
info@leicastore-milano.com
www.leicastore-milano.com

Orario di apertura:
Martedì – sabato: 10.00 -14.00; 15.00 – 19.00
Domenica e lunedì, chiuso

Ingresso libero

L’ingresso sarà consentito solo attraverso la presentazione della Certificazione verde COVID-19 (Green pass) come da Decreto Legge 21 settembre 2021, n. 127

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Anna Defrancesco | T. +39 02 36755700; M. +39 349 6107625  anna@clp1968.it
www.clp1968.it

IMMAGINE DI APERTURA Franco Grignani, Proiezione

“La Casa delle Narrazioni” è una proposta di Fondazione Bottega Finzioni al Comune di Bologna

La Casa delle Narrazioni sarà un luogo accogliente, aperto a tutti i tipi di narrazione, aperto alla città. È una proposta di Fondazione Bottega Finzioni fatta al Comune di Bologna (socio fondatore di FBF), per cercare di coinvolgere tutte le realtà del territorio che si occupano delle varie forme di racconto, dagli enti pubblici e privati, alle associazioni, ai singoli narratori.

Fondazione Bottega Finzioni si è costituita nel corso del 2020, grazie a un progetto sviluppato con il noto semiologo Paolo Fabbri, venuto a mancare nel giugno del 2020 e al quale la fondazione è dedicata (la moglie Simonetta Franci è tra i componenti del Comitato etico di FBF).

Lo scopo principale del progetto era quello di trasformare la scuola di scrittura Bottega Finzioni (attiva da più di 10 anni sul territorio come srl) in un ente del terzo settore e in una Fondazione narrativa di stampo anglosassone, come la 826 di San Francisco (co-fondata da Dave Eggers), o la Ministry of Stories di Londra (co-fondata da Nick Hornby), che fanno attività di alta formazione in ambito narrativo anche rivolte al sociale e alle aree di fragilità (bambini, aree di povertà educativa, carceri, ospedali, etc.). Per questo progetto FBF ha avviato da tempo un dialogo con l’amministrazione comunale per individuazione di una sede che possa accogliere le attività della propria fondazione narrativa.

Oltre a questo, nel corso della progettazione triennale FBF ha chiesto al Comune, su impulso del presidente onorario Ermanno Cavazzoni, di cercare uno spazio ulteriore anche per una Casa delle narrazioni, un luogo che possa accogliere le attività per i tanti tipi di narrazioni con cui conviviamo, la sceneggiatura, il fumetto, la divulgazione scientifica in tutti i suoi ambiti, la letteratura, il teatro, la scrittura di canzoni, e tante altre ancora. All’interno di questi spazi FBF sarebbe disponibile a portare in dote alcuni dei propri progetti rivolti alle scuole (come ad esempio “Brutte storie”, in partenza proprio in questi giorni, rivolto alle scuole primarie) o anche altri progetti da valutare man mano, sperando che altre istituzioni, associazioni ed enti possano fare la stessa cosa e che portino alcune delle loro attività in ambito narrativo all’interno di questa casa comune.

Per questo, su iniziativa di Fondazione Bottega Finzioni e su invito del Comune di Bologna, si sta istituendo in questi mesi un comitato all’interno del quale avviare la discussione e la progettazione di una possibile Casa delle narrazioni.

Al momento hanno aderito al comitato numerose realtà del panorama culturale bolognese – l’Accademia Drosselmeier, la Cineteca, il Conservatorio di Musica Giovanni Battista Martini, il DAMS, il Settore Biblioteche/Patto per la Lettura di Bologna, le Librerie COOP, il MAMbo, la Zanichelli, oltre a singoli autori, narratori, registi, sceneggiatori, musicisti, illustratori, scienziati, i quali sono stati contattati e coinvolti.

Nel suo progetto iniziale, la Casa promuoverà eventi e progetti culturali nella sua sede e nei luoghi delle istituzioni che parteciperanno alla sua fondazione. Vi si potranno fare presentazioni, incontri, attività didattiche. Vi si creeranno dialoghi, ricerche, indagini. Vi si riuniranno gruppi di confronto, tematici o finalizzati a nuovi progetti narrativi, magari anche una residenza per narratori che vengono da fuori città. Sarebbe bello che fosse soprattutto una casa di relazioni e di incontro, con un luogo di ristoro e altri spazi comuni.

L’obiettivo ora è quello di aprire il progetto della Casa delle Narrazioni a tutte le categorie di pertinenza (associazioni, istituzioni, singoli cittadini etc.) cercando adesioni per realizzarla, definirne la gestione, il programma e come renderla economicamente sostenibile.

Come afferma Maurizio Marinelli, Presidente di Bottega Finzioni “In Italia una Casa come questa non c’è. Ed è una Casa che Bologna si merita, perché nella sua dimensione metropolitana policentrica è di fatto il terzo polo produttivo di cultura in Italia. Ed è anche un laboratorio, sociale, politico e culturale, perché ha sede la più antica Università del mondo, perché qui è nato il DAMS, perché c’è la nostra Cineteca, il MAMbo, le ricche Biblioteche pubbliche, le scuole, le associazioni di cultura, molti editori, teatri, cinema, radio, tv e una attività in rete densa e vivace. Ci sono scrittori, registi, attori, artisti, produttori e operatori di film e programmi tv, cantanti, musicisti compositori, fotografi, fumettisti, sviluppatori di videogiochi, raccontatori di realtà e fantasie, per professione e per passione”.

Secondo Ermanno Cavazzoni, Presidente onorario di Fondazione Bottega Finzioni e ideatore della Casa delle narrazioni, sarà “un luogo vivo, non monumentale che possa accogliere progetti e gruppi nuovi e già esistenti, una fucina di suggerimenti con risultati pubblici. Diventerà un’istituzione forte e autonoma, con una sua programmazione. C’è bisogno dell’aiuto di tutti per realizzare una cosa bella e che rimanga alla città nel tempo, oltre la nostra esistenza fugace”.

Per questo si chiamano a raccolta tutte le realtà private e istituzionali interessate a partecipare a questo progetto, sperando che nasca davvero.


Per adesioni e informazioni:

info@casadellenarrazioni.it

tel. 051 468 4297
www.casadellenarrazioni.it

UFFICIO STAMPA CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

051 6569105 – 392 2527126                    

info@culturaliart.com
www.culturaliart.com
Facebook: Culturalia
Instagram: Culturalia_comunicare_arte
Linkedin: Culturalia di Norma Waltmann
Youtube: Culturalia

IMMAGINE DI APERTURA – Elaborazione grafica di Experiences.it

Nel 75° anniversario di UNICEF, si inaugura a Bologna la mostra dedicata ai bei sogni dei più piccoli

Disegni, poesie e frasi che descrivono i sogni e le speranze dei bambini durante il lungo e complesso periodo del lockdown. Proprio l’infanzia è protagonista della mostraI sogni dei Bambini” che la città di Bologna inaugura martedì 23 novembre alle ore 10 negli spazi di SalaBorsa. L’evento è organizzato dal Comitato Provinciale UNICEF Bologna e mette in primo piano i lavori realizzati da bambini e ragazzi durante il periodo della pandemia, un mix di emozioni con cui disegnano e colorano il futuro in cui sperano.

Nel 75° anniversario di UNICEF, il 23 novembre si inaugura a Bologna la mostra dedicata ai bei sogni dei più piccoli.

La mostra voluta dal Comitato Provinciale UNICEF Bologna accompagna gli adulti attraverso uno “scrigno” di pensieri emersi durante la Pandemia in tanti bambini e bambine.

“In questo tempo segnato dalla presenza del COVID-19 – spiega il presidente di Unicef Bologna Raffaele Pignone – i bambini e le bambine sono stati tra i più assenti del dibattito nazionale, riservato ad esperti della materia e del mondo scientifico. I più piccoli comunque hanno portato avanti i loro “sentimenti”, emersi a casa e a scuola grazie al lavoro dei docenti che a distanza, li hanno seguiti nel percorso didattico. Con questa mostra rinasce uno spazio all’infanzia e all’adolescenza, nel cuore del centro cittadino, per dare un segnale importante in tema di Diritti e di futuro che gli stessi bambini comunicano attraverso i disegni” – conclude il dott. Pignone.

In SalaBorsa è possibile ammirare, fino al 4 dicembre 2021, alcuni dei disegni pubblicati nel libro “I bambini al tempo del lockdown” edito da Pendragon che nasce da un’idea del Comitato UNICEF di Bologna con la partecipazione degli alunni delle scuole della provincia. Saranno esposti i lavori realizzati dai bambini ricoverati negli Ospedali di Bologna, i disegni sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza secondo la Convenzione ONU; nella galleria troverà posto una raccolta di immagini e volti di bambini durante la pandemia a cura del fotografo Massimiliano Martorelli, una selezione di scatti tra strade, piazze e monumenti di Bologna durante il lockdown realizzate da Luciano Nadalini fotografo e un’interpretazione dei disegni in mostra a cura di Anna Maria Casadei. Alla mostra parteciperà anche l’Istituto – “amico” delle iniziative Unicef – Gaetano Salvemini di Casalecchio di Reno attraverso i quadri sulla strage del 1990.

All’inaugurazione, aperta a tutti i cittadini, interverrà Matteo Lepore Sindaco di Bologna, Raffaele Pignone Presidente Comitato UNICEF Bologna, Don Davide Baraldi Vicario Episcopale Chiesa di Bologna, Clede Maria Garavini Garante per l’infanzia e l’adolescenza dell’Assemblea Legislativa ER, Carmela Pace Presidente UNICEF Italia. Un momento importante sarà la presentazione de libro di Unicef “Bambini al tempo del lockdown” casa editrice Pendragon a cura di Mirella Facchini insegnante della scuola elementare di Argelato. Altri bambini, di altri istituti scolastici, allieteranno la giornata portando musiche e canzoni.

I sogni dei bambini” vuole rendere omaggio ai 75 anni di attività di UNICEF.

Nato l’11 dicembre 1946 per aiutare i bambini al termine della Seconda guerra mondiale, oggi il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia opera a 360° per la sopravvivenza, la protezione e lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti di tutto il mondo. L’UNICEF è da sempre in prima linea nelle emergenze umanitarie, non solo con l’invio di aiuti di primo soccorso ma anche con programmi di sostegno psicologico per i bambini traumatizzati dai conflitti o dalle catastrofi naturali. Anche durante la pandemia l’UNICEF è scesa in campo, alla guida della più grande operazione di fornitura e distribuzione di vaccini mai operata nella storia: COVAX Facility, la partnership internazionale sottoscritta da 190 Stati (Italia inclusa).

La mostra è realizzata dal Comitato Provinciale UNICEF Bologna e dalle Scuole Amiche in collaborazione con BimboTu, FANEP – Associazione Famiglie Neurologia Pediatrica, Piccoli Grandi Cuori, Granello di Senape, Mondo Donna, Bambini e Genitori.

Ufficio Stampa
AD Communications
Deborah Annolino | d.annolino@adcommunications.it | 347.407 2574
Piera Pastore | adcommunications.bo@gmail.com | 327.5793739

IMMAGINE DI APERTURA – Locandina

Su Sky Arte le storie vere degli sconosciuti che hanno ispirato l’immaginario contemporaneo

IL MIO NOME È LEGGENDA
La nuova produzione originale Sky Arte con Matilda De Angelis
dedicata ai personaggi che hanno ispirato i grandi miti,
da Indiana Jones a Frankenstein, da Zorro a Betty Boop

DAL 7 DICEMBRE SU SKY ARTE E IN STREAMING SU NOW

A dicembre debutta su Sky IL MIO NOME È LEGGENDA, la nuova produzione originale Sky Arte, ideata e realizzata da Bottega Finzioni con Matilda De Angelis,in collaborazione con il Comune di Bologna e Bologna Welcome.

La serie, grazie alle parole e alla narrazione dell’attrice bolognese Matilda De Angelis, esplora le storie vere di illustri sconosciuti dai quali sono nati alcuni dei personaggi più noti dell’immaginario collettivo contemporaneo. In ciascuna puntata sarà raccontata la vita di persone realmente esistite e di come si siano trasformate in fonti d’ispirazione per i nostri miti. Matilda De Angelis, nuova stella del cinema italiano, è la compagna ideale per raccontare questo viaggio e, con un sottile gioco meta-cinematografico, l’origine di questi “miti d’oggi”, che saranno approfonditi dagli interventi del mass-mediologo Roberto Grandi.

IL MIO NOME È LEGGENDA, è una serie in 6 puntate in onda in prima serata su Sky Arte a partire dal 7 dicembre. Il format è stato scritto da Michele Cogo e dagli ex-allievi di Bottega Finzioni Gianmarco Guazzo, Alberta Lepri e Silvia Pelati, con la produzione esecutiva di Giuseppe Cassaro e la regia di Antonio Monti.

LA PROGRAMMAZIONE

FRANKENSTEIN SONO IO – 7 dicembre ore 21.15

Era una notte buia e tempestosa del 1816, “l’anno senza estate”.

A villa Diodati sono riuniti per le vacanze estive Mary Shelley con suo marito Percy, Lord Byron e il medico Polidori. La pioggia incessante li costringe in casa. Per passare il tempo inventano un gioco: scrivere un racconto del terrore. Mary all’inizio non riesce a scrivere nulla poi l’ispirazione folgorante a seguito di un incubo. Nasce così il personaggio di Frankenstein.

Quello che Mary ha sognato però non è fantasia, ma proviene da qualcosa che ha visto.

Lo scienziato pazzo del suo romanzo esiste veramente e si chiama Giovanni Aldini, vive a Bologna dove insegna fisica. Nipote di Luigi Galvani, è un acceso sostenitore della possibilità di rianimare i morti tramite corrente elettrica. Finora ha fatto esperimenti sugli animali, rane in particolare, ma ora vuol mettere alla prova le sue teorie anche sugli esseri umani, e così corrompe alcuni giudici inglesi per far condannare a morte un poveraccio, e usarne il corpo per provare a rianimarlo con la corrente elettrica. Ma qualcosa va storto: un medico muore nel corso dell’esperimento, la notizia va a finire sul giornale e arriva fino alla giovanissima Mary Shelley…

LA RAGAZZA DEL BOOP-BOOP-A-DOOP – 7 dicembre 21.45

Nel 1927, Helen Kane è una celebrità: è uno dei volti dell’età del jazz, voce da usignolo e sorriso ammiccante, madre del famosissimo “boop-boop-a-doop”. Kane resta la reginetta del charleston fino all’arrivo di Betty Boop, che in un attimo le ruba la scena: da quel momento, e per sempre, sarà lei la vamp degli anni ruggenti.

Ma Betty non è che la caricatura di Helen. L’attrice fa causa a Max Fleischer, creatore del suo alter ego animato, per aver sfruttato illegalmente la sua immagine. E non è l’unica ad osservare le mosse del produttore: l’America conservatrice della Grande Depressione trova il personaggio di Betty Boop troppo osé per la televisione.

Così, mentre un tribunale nega ad Helen Kane i diritti sul proprio mito, la censura nega per sempre a Betty Boop un futuro sullo schermo.

GIÙ LA MASCHERA! – 14 dicembre 21.15

Zorro, l’abile spadaccino difensore dei più deboli è stato introdotto nell’immaginario di finzione nel 1919, quando all’interno del fumetto All Story Weekly viene raccontata la prima avventura di Don Diego de la Vega.

Ma se dietro l’invenzione di uno dei personaggi più conosciuti di tutti i tempi si celasse un fuorilegge sanguinario senza scrupoli?

Joaquin Murrieta nasce a Sonora, nella contea di Tuolumne, nel 1829, e si unisce presto allo zio Claudio Feliz che, dopo essere fuggito di prigione, diventa il capo di una delle più crudeli bande di fuorilegge dell’epoca.

Nonostante i fatti storici parlino chiaro, le leggende popolari iniziano a soddisfare l’eterno bisogno d’identificarsi con eroi confortanti e positivi, quindi a ritrarre Murrieta come un uomo pacifico che cerca vendetta solo dopo un’accusa ingiusta. A questi racconti tradizionali s’ispira John Rollin Ridge, poeta e giornalista, quando nel 1854 scrive The Life and Adventures of Joaquin Murrieta, The Celebrated California Bandit. Il libro ha un buon successo di vendite e getta le basi per mitizzare la figura di Murrieta.

NON VOGLIO CRESCERE – 21 dicembre 21.15

Una bambina che vive sola con una scimmietta e un cavallo. Ha le trecce rosse che stanno dritte, in orizzontale, le lentiggini e un sacco pieno di monete d’oro. Non va a scuola, a proteggerla ci pensa la mamma, diventata un angelo che la controlla dal cielo. Il papà? È un pirata (buono) sempre in giro per il mondo. Più o meno, questa è la vita libera e bizzarra di Pippi Calzelunghe, uno dei personaggi di letteratura per l’infanzia più famosi nel mondo, anche grazie a una serie televisiva svedese di grande successo prodotta a fine anni Sessanta.

Pochi sanno che la scrittrice Astrid Lindgren, che ha inventato Pippi (e molti altri personaggi per i piccoli, vendendo più di 165 milioni di libri), nella creazione del suo personaggio più celebre si è ispirata… a sé stessa.

GIOVANNI BELZONI E I TEMPLI MALEDETTI – 28 dicembre 21.15

11 agosto 1816. Luxor, Egitto.

Ancora un ultimo sforzo ed è fatta; ottanta uomini madidi di sudore stanno caricando un gigantesco busto in pietra, pesante oltre 7 tonnellate, a bordo di un’imbarcazione giunta sul Nilo per l’occorrenza, direttamente dall’Inghilterra.

A dirigere i lavori è un italiano di 38 anni, alto oltre due metri e con un fisico da culturista.

Certo, è molto forte – tra l’altro in passato ha dato prova della sua forza in spettacoli circensi in giro per l’Europa – ma il busto di Ramses II lo ha spostato grazie ad un’altra sua qualità: l’ingegno.

Nei quindici giorni precedenti infatti, ha potuto finalmente mettere in pratica gli studi di ingegneria idraulica, che aveva appreso in una delle sue tante vite precedenti. Si chiama Giovanni Battista Belzoni, padovano, e quel giorno di agosto sta nascendo la sua passione per l’esplorazione archeologica.

Questa è la storia di un uomo burbero ma appassionato, dotato di grande forza e di un multiforme ingegno. La sua è la storia che ispirerà George Lucas nella creazione del personaggio di Indiana Jones.

SANGUE DEL MIO SANGUE – 4 gennaio 21.15

Nelle foreste della Transilvania, i cui alberi lasciano filtrare poca luce, nel freddo novembre del 1431 nasce il figlio del voivoda Vlad II Dracul, un impavido militare appartenente all’Ordine del Drago.

Al tempo del suo primo vagito nessuno può sapere che il bambino, il cui nome è Vlad III di Valacchia, diventerà uno dei più feroci esseri umani della storia. Nel corso della sua vita, infatti, sarò noto come Vlad Țepeș, che in rumeno significa “Vlad l’Impalatore”, per la pratica con la quale amava giustiziare i nemici del Cristianesimo di cui era protettore.

Un condottiero inarrestabile, che, malgrado abbia mietuto un numero sconfinato di vite umane con efferata spietatezza, non poteva nemmeno lontanamente immaginare che la sua sete di sangue, da metaforica che era, sarebbe divenuta effettiva, se non nella realtà, almeno nella finzione di uno dei romanzi più famosi di tutti i tempi, quattro secoli dopo la sua morte.

Nel romanzo epistolare Dracula, lo scrittore irlandese Bram Stoker trae ispirazione dal personaggio dell’antico condottiero rumeno per reinventare una figura mitologica antichissima, trasformando una creatura priva di intelletto in un mostro intelligente, romantico e destinato a cambiare per sempre il concetto stesso di essere sovrannaturale, divenendone l’archetipo: il vampiro.

IL MIO NOME È LEGGENDA è una produzione originale Sky Arte realizzata da Bottega Finzioni e arriverà in prima assoluta dal 7 dicembre alle 21.15 su Sky Arte, On Demand e in streaming su NOW.

Bottega Finzioni Produzioni è una casa di produzione cinematografica che opera dal 2015, gestita da Fondazione Bottega Finzioni con sede a Bologna, realtà attiva da oltre dieci anni che conta al suo attivo anche una scuola di narrazione e uno studio professionale.

Hanno partecipato in forma di partnership il Comune di Bologna e Bologna Welcome, mettendo a disposizione una delle location più suggestive della città: il Salone del Podestà a Palazzo Re Enzo.


UFFICIO STAMPA SKY
Fabiana Troiani fabiana.troiani@skytv.it 3351858947

UFFICIO STAMPA BOTTEGA FINZIONI

CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

051 6569105 – 392 2527126                               
info@culturaliart.com 

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquip ex ea commodo consequat. Duis aute irure dolor in reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint occaecat cupidatat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum.

IMMAGINE DI APERTURA L’attrice bolognese Matilda De Angelis, conduttrice del programma televisivo

Gustave Caillebotte – I piallatori di parquet, 1875

Galleria d’arte sotto forma di puzzle.
A cura di Laura Gentile

Seconda versione detta anche “versione piccola” de I piallatori di parquet (1876)

Les raboteurs de parquet (I piallatori di parquet) è un dipinto del pittore francese Gustave Caillebotte, realizzato nel 1875. Nella sua tipica interpretazione impressionista, mostra tre uomini al lavoro, prestando molta attenzione all’effetto del controluce. L’opera è ora nella collezione del Musée d’Orsay di Parigi.

La prima grande mostra retrospettiva del lavoro di Caillebotte ha avuto luogo nel 1994, cento anni dopo la sua morte. Per gran parte del ventesimo secolo, il suo lavoro è rimasto quasi del tutto sconosciuto. Il motivo era che i dipinti di Caillebotte non potevano essere visti nei musei fino agli anni ’50. Non c’erano nemmeno immagini delle sue opere. Essendo benestante, non aveva mai sentito il bisogno di mettere in vendita il suo lavoro pittorico nel corso della sua vita. Inoltre, dopo la morte del fratello minore René nel 1876, fece redigere un testamento in cui stabiliva che la sua opera fosse lasciata in eredità allo Stato francese, ma che potesse essere esposta nei principali musei solo non appena fosse diventato evidente che il grande pubblico era in grado di apprezzare le sue opere impressioniste. Pierre Auguste Renoir dopo la sua morte, avvenuta nel 1894, in quanto esecutore testamentario, ebbe grandi difficoltà ad assecondare tale volontà. Ne conseguì che la famiglia decise di mantenere il possesso di tutte le opere. Fu solo negli anni ’50 che iniziarono a vendere il suo lavoro alla spicciolata e gradualmente il nome del pittore prese ad essere conosciuto anche dal grande pubblico.

Si verificò, tuttavia, un’eccezione a questa linea di condotta da parte degli eredi del pittore: nel 1897 lo Stato francese acconsentì alla raccolta di una collezione di quaranta dipinti impressionisti nel Musée du Luxembourg, una sorta di riconoscimento semiufficiale del movimento. Tra questi dipinti c’era anche un’opera di Caillebotte, aggiunta dall’amico Renoir: Les raboteurs de parquet. Per molto tempo questa rimarrà l’unica opera di Caillebotte a sfuggire all’oblio temporaneo. L’opera fu trasferita al Louvre nel 1929, alla Galerie nationale du Jeu de Paume nel 1947 e infine al Musée d’Orsay nel 1986, dove è tuttora esposta.

Gli impressionisti dipingevano non solo il lavoro rurale, come i pittori di Barbizon, ma anche il lavoro urbano. Caillebotte raffigura tre piallatori di parquet al lavoro, probabilmente nel suo studio in Rue de Miromesnil. Che Caillebotte abbia scelto un soggetto così apparentemente banale è stata una sorpresa per i suoi contemporanei ed è stata presa anche come una provocazione da parte di alcuni. Il comitato di selezione del salone di Parigi rifiutò quindi il dipinto e lo espose infine insieme ad altre sette sue opere nel 1876, durante la seconda grande mostra impressionista.

L’aspetto più sorprendente di Les raboteurs de parquet è l’illuminazione resa tecnicamente in modo estremamente intelligente che proviene sullo sfondo dalla portafinestra che immette sul piccolo balcone. Riflette il bagliore delle braccia e della schiena degli operai. Le strisce di laccatura scura sul pavimento risplendono di luce mentre le assi già sverniciate appaiono opache. I due uomini davanti eseguono lo stesso movimento. Stanno discutendo rivolgendo lo sguardo l’uno verso l’altro. Il collega che lavora in secondo piano sulla sinistra è tagliato fuori dal bordo dell’immagine, un principio fotografico che enfatizza l’idea dell’istantanea. La sua schiena corre parallela alla linea orizzontale della boiserie, ricordando certi studi di movimenti ritmici similari che possono vedersi nelle ballerine e nei cavalli da corsa di Edgar Degas. Dal punto di vista compositivo, c’è molta attenzione per una linea prospettica equilibrata.

Per questo dipinto relativamente grande (102×146,5 cm) Caillebotte ha prima realizzato uno schizzo più piccolo, che misura 26×39 cm. Un anno dopo dipinse un secondo quadro con il medesimo tema dei piallatori di parquet, detto anche “versione piccola” (31,5 x 39,5 cm.), anch’esso esposto alla seconda grande mostra impressionista, ora di proprietà privata.

LEGGI SU WIKIPEDIA: I piallatori di parquet

IMMAGINI IN CANTO. I Corali della Certosa di Pavia

04 Novembre 2021 – 09 Gennaio 2022
Pavia, Biblioteca della Certosa

Iniziativa promossa ed organizzata dalla Direzione regionale Musei Lombardia.
A cura di Emanuela Daffra con Barbara Galli

SITO WEB

Museo della Certosa e Certosa di Pavia, esterno

Un doppio, eccezionale (termine che in questo caso è assolutamente corretto) appuntamento alla Certosa di Pavia. Si tratta dell’esposizione di quello che è uno dei tesori meno noti del Museo statale della Certosa, i sontuosi graduali miniati cinquecenteschi. Altro evento nell’evento è l’apertura, per l’occasione, del locale della Biblioteca, un ambiente che è tutt’ora di pertinenza del Monastero e che, per questo particolare evento la comunità monastica ha messo generosamente a disposizione per accogliere il pubblico davanti ai Corali che per secoli vi sono stati conservati. È la Direzione Regionale dei Musei Statali della Lombardia, organo territoriale del Mic – Ministero alla Cultura, a organizzare questa prima esposizione, che – come evidenzia il Direttore Regionale, dottoressa Emanuela Daffra, “viene proposta a conclusione dell’intervento di restauro del Codice 822, magnifico esemplare miniato di “Graduale”, cioè volume che raccoglie i canti delle messe che si susseguono nel Calendario Liturgico della Chiesa Cattolica”.
“Non si trattava – sottolinea la Direttrice Daffra, che è curatrice del progetto in cui l’esposizione si inserisce – di un libro ad uso personale, ma collettivo. Il codice veniva aperto, e via via sfogliato, su un alto leggio al centro del Coro, in modo che tutti monaci potessero, dai loro stalli, seguirne i testi e le annotazioni musicali, ammirandone anche gli sfavillanti decori”.

Graduale 814, foglio 31R. Certosa di Pavia


Di questi colossali codici la ricca Certosa pavese ne vantava almeno 39, come ricorda l’inventario dei beni del monastero redatto il 16 dicembre 1782, al momento della sua soppressione.
Da quel momento iniziò la diaspora di uno dei grandi giacimenti librari lombardi. La Biblioteca della Certosa riuniva, infatti, più di 10 mila volumi, tra codici miniati, manoscritti e incunaboli. Un insieme unico che prese in parte la via della biblioteca Braidense di Milano, in parte di quella Universitaria di Pavia disperdendosi poi lungo rivoli ancora in parte ignoti. Era un patrimonio di grande ricchezza anche in termini di qualità, poiché sulle pagine dei volumi più antichi furono al lavoro i maggiori artisti e miniatori attivi per la corte dei Visconti prima e degli Sforza poi, grandi protettori del monastero pavese.
Le ricerche condotte nel tempo hanno reso possibile l’individuazione di molti tra di essi ed il progetto della Direzione regionale Musei della Lombardia è di arrivare a riunirli in una esposizione ad essi dedicata della quale quella odierna non è che un assaggio, fondato sul patrimonio rimasto nel monastero e del quale si è avviato il recupero sistematico, grazie al progetto Sleeping Beauty voluto e finanziato dal MIC”, conclude la Direttrice Daffra.
Protagonisti di questa tappa saranno proprio i monumentali corali miniati e il sontuoso mobile che, nel 1886 venne creato proprio per accoglierli al ritorno in Certosa. Anche questo solido esempio di ebanisteria lombarda è stato oggetto di restauro ad opera di Luciano Gritti, che lo ha anche reso più funzionale alla corretta conservazione dei manoscritti.
Quattro corali, i due restaurati e due di cui è progettato il prossimo recupero, saranno esposti aperti sulle pagine più belle, ma il visitatore potrà sfogliare virtualmente per intero sia il corale 822 che il codice 814, restaurato nel 2009 dalle monache Benedettine di Viboldone, grazie alla campagna fotografica effettuata a tappeto in questa occasione.
Ma una nuova emozione si aggiunge: per la prima volta da molti secoli, le notazioni musicali segnate sulle antiche pergamene e che i monaci dell’antica Certosa trasformavano in preghiera cantata, ritorneranno suono grazie alle voci del Centro di Musica Antica della Fondazione Ghislieri – Schola Gregoriana Ghislieri diretta dal maestro Renato Cadel.
Esse accoglieranno i visitatori in biblioteca ma, soprattutto, ridaranno fiato e funzione alle monodie del gregoriano, da secoli dormienti nelle pagine chiuse dei manoscritti accompagnando la Messa che i monaci celebreranno il giorno 12 dicembre alle ore 11.30 nella Basilica.
Restituire al patrimonio la forza di vita legata anche all’uso e farlo conoscere nella sua pienezza è tra i principali obiettivi della DRM- Lombardia e il progetto certosino va in questa direzione.


IMMAGINI IN CANTO. I Corali della Certosa di Pavia (Pavia, Biblioteca Antica, 4 novembre 2021 – 9 gennaio 2022. Mostra promossa ed organizzata dalla Direzione regionale Musei Lombardia.
A cura di Emanuela Daffra con Barbara Galli
Comitato scientifico: Emanuela Daffra, Barbara Galli, Pier Luigi Mulas, Angelo Rossi, Cristina Quattrini.
Info: www.musei.lombardia.beniculturali.it.
Orari: dal venerdì alla domenica, ore 9.30-11.30; 14.30-16.30

Su coralicertosapavia.it realizzato da Viva! sarà possibile sfogliare le immagini complete dei volumi in alta definizione e ammirare i dettagli delle miniature.

Calendario appuntamenti musicali
• Sabato 11 dicembre, ore 16.30, concerto della Schola Gregoriana Ghislieri presso il Museo Archeologico Nazionale della Lomellina, Vigevano.

• Domenica 12 dicembre alle ore 11.30 Messa cantata dal coro della Schola Gregoriana Ghislieri presso la Certosa di Pavia.

Direzione regionale Musei Lombardia
Corso Magenta, 24 – 20123 Milano
Telefono 02.80294401
drm-lom@beniculturali.it
www.musei.lombardia.beniculturali.it

Ufficio Comunicazione
drm-lom.comunicazione@beniculturali.it

In collaborazione con
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Tel. 049663499
www.studioesseci.net
Referente Roberta Barbaro: roberta@studioesseci.net

IMMAGINE DI APERTURA Graduale 822, foglio 13R. Certosa di Pavia