Il corpo tranquillo: tranquilli, è il corpo! – Talk a cura di Roberta Melasecca

XVII Giornata del Contemporaneo Talk online

Il corpo tranquillo: tranquilli, è il corpo!

A cura di Roberta Melasecca

Con: Lori Adragna, Paolo Angelosanto, Emanuela Barbi, Michela Becchis, Daniele Casolino, Tiziana Cera Rosco, Alessandra Cristiani, Ivan D’Alberto, Giovanni Gaggia, Eva Gerd, Werther Germondari, Barbara Lalle, Nora Lux, Francesca Romana Pinzari, Simona Spinella, Silvia Stucky. Modera Roberta Melasecca

Il talk aderisce all’iniziativa “Chi colpisce un artista colpisce l’arte. Quattro modi per dire No” a cura di Contemporary Festival

11 dicembre 2021 ore 17.00
In diretta live streaming su:

www.facebook.com/roberta.melasecca.10

In occasione della diciassettesima Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI e all’interno dell’iniziativa “Chi colpisce un artista colpisce l’arte. Quattro modi per dire No” a cura di Contemporary Festival, Interno 14 next propone una riflessione sul corpo come medium artistico, al fine di riprendere il fil rouge della Giornata del Contemporaneo -che tratta quest’anno il tema del performativo in riferimento non solo all’esperienza della corporeità del performer sulla scena, ma soprattutto all’urgenza di ripensare nuove dinamiche di interazione con il pubblico attraverso la condivisione dello spazio- e quanto accaduto al Contemporary Festival nello scorso agosto 2021, a Donori, durante la performance dell’artista Gianmaria Victor De Lisio.

Il talk vuole essere un momento di discussione e riflessione sulla tematica ampia del “corpo” nel momento in cui, dall’essere oggetto di stereotipata visione nei campi della pubblicità, del cinema e della moda diventa oggetto di inadeguatezza, scandalo e di perdita di “tranquillità” quando approda nel campo dell’arte. È forse nella relazione con il pubblico la differenza oppure negli ultimi anni colpiti dalla pandemia e da un sistema di negazione del corpo come unicum si è diffusa una sorta di paura e successiva repressione di quello che il corpo evoca? Oppure è il passaggio dalla rappresentazione del reale (e quindi dall’immaginario) alla realtà vissuta che disorienta?

Ne discuteranno insieme, moderati da Roberta Melasecca, artisti e curatori: Lori Adragna, Paolo Angelosanto (intervento registrato), Emanuela Barbi, Michela Becchis, Daniele Casolino, Tiziana Cera Rosco, Alessandra Cristiani, Ivan D’Alberto (intervista registrata), Giovanni Gaggia e Simona Spinella (intervista registrata), Eva Gerd, Werther Germondari, Barbara Lalle, Nora Lux, Francesca Romana Pinzari (intervento registrato), Silvia Stucky.


INFO

XVII Giornata del Contemporaneo
Talk online
Il corpo tranquillo: tranquilli, è il corpo!

A cura di Roberta Melasecca
Con: Lori Adragna, Paolo Angelosanto, Emanuela Barbi, Michela Becchis, Daniele Casolino, Tiziana Cera Rosco, Alessandra Cristiani, Ivan D’Alberto, Giovanni Gaggia, Eva Gerd, Werther Germondari, Barbara Lalle, Nora Lux, Francesca Romana Pinzari, Simona Spinella, Silvia Stucky. Modera Roberta Melasecca
 Promosso da Interno 14 next e blowart
Il talk aderisce all’iniziativa “Chi colpisce un artista colpisce l’arte. Quattro modi per dire No” a cura di Contemporary Festival

11 dicembre 2021 ore 17.00
In diretta live streaming su: www.facebook.com/roberta.melasecca.10

Interno 14 next
Roberta Melasecca
info@interno14next.it – 3494945612 – www.interno14next.it

IMMAGINE DI APERTURA Courtesy Nora Lux

Messina, Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” – Rime Peloritane di Antonio Cattino

La Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” di Messina, attende i suoi fruitori, presso il Salone Eventi, venerdì 10 dicembre 2021, alle ore 17.00. Nel rispetto di ogni misura anti-Covid e previa esibizione di Green Pass, presenterà “Rime Peloritane”, silloge poetica del messinese Antonio Cattino, IX volume della collana Florilegio del Cenacolo Culturale Hortus Animae, con introduzione del Prof. G. Rando e conclusioni della scrittrice e poeta M. G. Genovese.

L’iniziativa culturale si aprirà con i saluti istituzionali e l’introduzione della Direttrice della Biblioteca Regionale,Dott.ssaTommasa Siragusa, alla quale seguiranno i contributi del Prof. Giuseppe Rando, già Ordinario di Letteratura italiana UNIME e della Dott.ssa Maria Grazia Genovese, Presidente del Cenacolo Culturale “Hortus Animae”. Interverrà l’Ingegnere Enzo Colavecchio componente del Direttivo Regionale Lega Ambiente Sicilia e socio del Circolo Lega Ambiente dei Peloritani. Sarà presente l’Autore.

Durante l’incontro, saranno rese letture tratte dal testo – suddiviso in sei compiute sezioni – che, cucito sui sogni e sentimenti personali dell’autore e sulle crude tematiche politico-sociali, specchio dell’animo sensibile del messinese Antonio Cattino, spronerà gli astanti alla riflessione, e, alla chiusura dei lavori, a un proficuo confronto. Liriche intimiste, intrise di stupore verso il mistero dell’Universo, e a sfondo civile e di denuncia, odi alla Terra di Sicilia e alla Città peloritana, anche di taglio epico… con una cifra sempre personale di impegno e grande dignità e toni ora sommessi, ora accorati o veementi, sovente intrisi di indomito ardore. In ogni caso la dimensione della Sua ispirazione è sempre solidale e la forza etica supporta i versi rendendoli atti a stimolare una coscienza identitaria.

Antonio Cattino, Vice Presidente del Cenacolo culturale “Hortus Animae”, scrive in Lingua Italiana, Siciliana e in Dialetto Messinese. Segue i maggiori poeti siciliani che scrivono in lingua madre, studia il Siciliano nei suoi scrittori e poeti del passato. Punti di riferimento contemporanei per il dialetto messinese sono le compiante poetesse Maria Costa e Iolanda Insana, con specifico riguardo alle tematiche sociali, mentre per la lingua poetica siciliana i suoi riferimenti sono Giovanni Meli ed il contemporaneo, poeta e filologo Salvatore Camilleri, recentemente scomparso.

Notevole la Sua produzione letteraria poetica, accolta positivamente dalla critica e dal pubblico. Inoltre, insieme al regista e artista multidisciplinare Antonello Irrera, ha dato vita  alla sceneggiatura per un lungometraggio su Colapesce,ampiamente tratto dal proprio racconto Cola ‘U Pisci, la cui presentazione è stata trasmessa su RAI 3 Sicilia. Cattino che da sempre ha carpito l’attenzione della stampa locale e non solo, vanta al Suo attivo numerosi importanti riconoscimenti e premi.

Il poeta Cattino, che ha fatto di “penna e calamaio” l’arma bianca per colpire a “suon di versi” il lettore e risvegliarne i moti, frequentemente sopiti, dell’animo di fronte alle tante sofferenze e ingiustizie, nato il 10 dicembre 1948, festeggerà nel modo più consono ad uno scrittore la ricorrenza del Suo compleanno.

Post dell’evento sono presenti sulle pagine social della Biblioteca:

https://www.facebook.com/bibliotecaregionaledimessina/?ref=bookmarks
https://www.instagram.com/bibliotecaregionalemessina/?hl=it

Chi non potrà prendere parte all’evento in presenza, potrà scrivere sui social commenti e domande da rivolgere all’Autore durante l’incontro.

Nei giorni a seguire sarà disponibile il video.

Per INFO   
Ufficio Relazioni con il Pubblico
tel.090674564
urpbibliome@regione.sicilia.it

IMMAGINE DI APERTURA – Locandina

Vincenzo Scolamiero a Siena – Del silenzio e della trasparenza. Pittura, musica, poesia e oro in mostra

Sotto le volte medievali si alternano 60 grandi tele, lavori su carta, libri d’artista, video e altri materiali, frutto di una rigorosa ricerca che muove dalla forza astraente della poesia e della musica e prende forma in una pittura lenta, sedimentata, allo stesso tempo concreta e misteriosa. 

Del silenzio e della trasparenza

Pittura, musica, poesia e oro in mostra
Vincenzo Scolamiero a Siena
Palazzo Pubblico – Magazzini del Sale

SIENA, PALAZZO PUBBLICO – MAGAZZINI DEL SALE
27 NOVEMBRE – 9 GENNAIO 2022
INAUGURAZIONE 27 NOVEMBRE ORE 11.30-17

Siena, Palazzo Pubblico – Magazzini del Sale


Ufficio stampa Melasecca PressOffice
Roberta Melasecca
tel. + 39 3494945612-
email: info@melaseccapressoffice.it


SCHEDA INFO

Titolo mostra: Vincenzo Scolamiero – Del silenzio e della trasparenza

Luogo Museo: Palazzo Pubblico – Magazzini del Sale – Piazza del Campo 1, Siena

Apertura al pubblico: Inaugurazione 27 novembre 2021 h.11.30 – 17.00

Promossa da: Comune di Siena,

Ideazione e cura: inner room, Siena

In collaborazione con:                                  
Fondazione Accademia Musicale Chigiana,
Galleria Edieuropa – QUI arte contemporanea
Museo Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona – Arte Contemporanea

Con il patrocinio di: Accademia di Belle Arti di Roma

Catalogo: De Luca Editori d’Arte in Roma

Info Mostra: 27 novembre 2021 / 9 gennaio 2022

Servizi museali


SPONSOR SISTEMA MUSEI CIVICI

ORARI:
dal lunedì alla domenica dalle ore 10, 00 alle 18,00 (chiusura biglietteria 17, 15)
Natale: Museo chiuso
Capodanno: 12.00 – 18.00

BIGLIETTI (Museo Civico + Magazzini del Sale)
Intero € 10,00
Ridotto € 9,00
– ragazzi da 12 a 19 anni, over 65, studenti universitari non iscritti ad istituzioni universitarie senesi, militari, categorie convenzionate
Biglietto famiglia (2 adulti+minori da 11 a 18 anni) € 22,00

Gratuito:
– residenti nel Comune di Siena, minori di 11 anni, scuole pubbliche ed universitarie senesi, docenti accompagnatori, accompagnatori gruppi, portatori di handicap e relativo accompagnatore, giornalisti
biglietti cumulativi: Museo Civico + Santa Maria della Scala € 14,00
Biglietti integrati: Museo Civico + Santa Maria della Scala + Pinacoteca Nazionale di Siena € 20,00

INFO E PRENOTAZIONI
Tel.: 0577-292614/15
E-mail: ticket@comune.siena.it
on line:  B-ticket

I biglietti cumulativi sono prenotabili su: ticket@comune.siena.it  
sul sito del museo civico e al 0577292615
oltre che sul sito del SMS al 0577286300  
sienasms@operalaboratori.com 

Roma, Teatro Arciliuto – 12 Apostoli Takeawaygallery 2009/2021

12 Apostoli Takeawaygallery 2009/2021

Curata e ideata da Takeawaygallery

Artisti: Vito Bongiorno, Gerald Bruneau, Angelo Cricchi, Claudio Di Carlo, Mauro Magni, Marco Milia, Giancarlo Neri, Dino Pedriali, Massimo Rizzuto, Massimo Scognamiglio, Ugo Spagnuolo, Alberto Timossi

La mostra rientra nella 17° edizione della Giornata del Contemporaneo – AMACI

Inaugurazione giovedì 9 dicembre 2021 dalle 18.30 in poi

Teatro Arciliuto
Piazza Montevecchio 5 – Roma 

Presentazione catalogo gennaio 2022
con un Omaggio a Dino Pedriali e testi di: Mario de Candia, Barbara Martusciello, Carlotta Monteverde

Dal 9 dicembre 2021 al 6 febbraio 2022

La Takeawaygallery, in occasione dei 12 anni della Galleria, ha voluto invitare 12 artisti con cui collabora da anni ad esporre al Teatro Arciliuto. Coerente con il proprio percorso e giocando con i numeri, presenta l’evento con il titolo “12 Apostoli”. La mostra non vuole essere un approfondimento o una critica del Cenacolo di Leonardo o dell’iconografia dei 12 Apostoli, ma una rivisitazione e una riflessione sul Cenacolo visto in chiave contemporanea: gli artisti si confronteranno con il tema guardando soprattutto al futuro. E ancora una volta la Takeawaygallery presenta le opere in una location non convenzionale: già in passato aveva organizzato rappresentazioni teatrali all’Hawtan Space, “Solo Anna” con Lidia Vitale (2013) e l’evento musicale in occasione dei 10 anni della galleria al Teatro Parioli (2019). È la volta adesso del Teatro Arciliuto, per una nuova collaborazione che vuol essere anche una spinta e un sostegno alla ripresa del cinema, del teatro e del mondo dello spettacolo.

Il Teatro Arciliuto, “Teatro della Musica e della Poesia” nel cuore della Roma antica, è un luogo unico nel suo genere. A detta del pubblico, ma soprattutto degli artisti che lo frequentano, è un luogo magico per la musica dal vivo e per pièce teatrali particolari e negli ultimi anni anche per le mostre d’arte. Ha una programmazione snella che viene definita a breve, quasi di mese in mese, per lasciare anche la disponibilità alle richieste di eventi personalizzati di tipo privato.

È situato nell’antico e nobile “Palazzo Chiovenda”, nella piccola piazzetta di Montevecchio, compresa tra Via dei Coronari, il Chiostro del Bramante e Via della Pace, ed al suo interno sono presenti e visibili reperti artistici di alto valore storico. Al piano di ingresso il salottino musicale, e poi la sala teatro ed altre sale accoglienti per degustazioni, aperitivi e cene. Il Teatro ha una capienza complessiva di 100 persone. Il Teatro Arciliuto, aperto nel 1967 dall’artista musicista e poeta Enzo Samaritani, ed oggi con la direzione artistica e organizzativa di Giovanni Samaritani, è un’attività di successo familiare che appartiene alla storia di Roma.

Gli artisti selezionati rappresentano il percorso fatto dalla Takewaygallery in questi 12 anni, dalla pittura, alla fotografia ma soprattutto dalle installazioni site specific ai grandi interventi di installazioni ambientali. Oltre 40 le location, con la peculiarità di una programmazione dinamica anche fuori dalle mura della galleria, sia in spazi canonici, sia fuori dal circuito consueto dell’Arte.

Takeawaygallery ha organizzato mostre di pittura o installazione pittorica, come “Oh My Dog” di Claudio di Carlo all’AURUM di Pescara (2012) o “Nostos” di Vito Bongiorno al Museo di Arte Contemporanea di Alcamo TP (2019); installazioni site specific alle Case Romane del Celio con “In Aere in Aquis” di Marco Milia (2013) e “Latinorum” di Giancarlo Neri (2014); ed ancora “Stringhe” di Massimo Rizzuto ad Opera Unica dove per oltre 3 anni e mezzo si sono alternati oltre 100 artisti (2010/2013). Si continua poi con un intervento di Arte Urbana, “Vuoti di Memoria” di Ugo Spagnuolo, allestimento permanente presso la MetroA fermata di Porta Furba a Roma (2018). Vi sono poi le grandi installazioni ambientali, “Illusione” alle Cave Michelangelo di Carrara (2015) e “Fata Morgana” (2017) nel lago del Col d’Olen in Valle d’Aosta entrambe con Alberto Timossi, e l’ultima installazione scultorea eolica permanente “Horus” con Mauro Magni a Pietrapertosa PZ (2021). Si chiude la lista con i fotografi: da Gerald Bruneau, con la “Paolina in Vetrina” ad Opera Unica (2013), a “Punk Aristocracy” alla TAG Tevere Art Gallery di Massimo Scognamiglio nel 2016, e ancora “Leuko” di Dino Pedriali (2014), che dopo una lunga malattia ci ha lasciato circa un mese fa, e fece l’unica personale presentata nella storica sede di Via della Reginella Roma, ed infine ad Angelo Cricchi, sempre presente nelle collettive di fotografia da “Chiudere un Occhio” allo Studio Abate, San Lorenzo (2009), a “I Love Music” al Room26 Eur a Roma (2010/2011) a “La verità è nuda” da One Piece Art a Via Margutta Roma (2012). E tutti e quattro i fotografi hanno partecipato alla collettiva “Atto Secondo” presso Palazzo Velli Expo a Trastevere (2017).

Inoltre, Takeawaygallery vuole ringraziare con chi, in questi 12 anni e in questa avventura, ha avuto l’onore e il piacere di collaborare: Achille Bonito Oliva, Lorenzo Canova, Maria Cavuoti, Luciano Corvaglia, Enzo Fiammetta, Marina Giustini, Barbara Martusciello, Luciano Massari, Carlotta Monteverde, Andrea Beck Peccoz, Salvatore Savoca.


INFO

12 Apostoli Takeawaygallery 2009/2021
Curata e ideata da Takeawaygallery

Artisti: Vito Bongiorno, Gerald Bruneau, Angelo Cricchi, Claudio Di Carlo,
Mauro Magni, Marco Milia, Giancarlo Neri, Dino Pedriali,
Massimo Rizzuto, Massimo Scognamiglio, Ugo Spagnuolo, Alberto Timossi

La mostra rientra nella 17° edizione della Giornata del Contemporaneo – AMACI

Inaugurazione giovedì 9 dicembre 2021 dalle 18.30 in poi

Teatro Arciliuto
Piazza Montevecchio 5 – Roma

Dal 9 dicembre 2021 al 6 febbraio 2022
Orari: tutti i giorni da giovedi a domenica ore 18.30 / 23.00; su appuntamento: 06 6879419 / 333 8568464

Presentazione catalogo gennaio 2022
con un Omaggio a Dino Pedriali e testi di:
Mario de Candia, Barbara Martusciello, Carlotta Monteverde

Partner tecnici: JEG LIVE, Romana Telai di Cantagalli Fausto

Contatti:
info@arciliuto.it tel. 066879419 / 3338568464 takeawaygallery@gmail.com tel. 3889921616

Ufficio stampa
Roberta Melasecca_Interno 14 next/Melasecca PressOffice roberta.melasecca@gmail.com
tel. 3494945612
www.interno14next.itwww.melaseccapressoffice.it

Ancona – Dialogo tra arte contemporanea e opere antiche del territorio restaurate dopo il sisma di cinque anni fa

Cinque anni fa un terremoto ferì l’Italia centrale provocando ingenti danni e numerosi morti. Le Marche furono una delle regioni più colpite e la città di Ancona fu tra le prime a interrogarsi sulle forme di aiuto da portare ai territori coinvolti.

Gli interventi iniziali si concentrarono proprio sul recupero dei capolavori d’arte antica danneggiati, per i quali vennero immediatamente messi a disposizione gli spazi della Mole Vanvitelliana in cui furono da subito ospitati e custoditi per essere esaminati e restaurati: un’azione tempestiva che vide fianco a fianco il Comune di Ancona, il Ministero dei Beni Culturali, il Nucleo Tutela dei Carabinieri.

Da questa azione, nacque l’idea di realizzare un progetto che facesse dialogare queste opere con quelle di alcuni dei protagonisti dell’arte contemporanea.

E così, la Mole Vanvitelliana, struttura sanitaria e difensiva, che sorge come una spettacolare isola artificiale pentagonale, progettata nel 1732 da Luigi Vanvitelli nel porto di Ancona, diventerà dal 27 novembre all’8 maggio 2022, il centro di questo progetto che aiuterà il pubblico anche a riflettere sul rapporto tra natura e uomo.

ANCONA | MOLE VANVITELLIANA
27 NOVEMBRE 2021 – 8 MAGGIO 2022

TERRA SACRA

Il progetto fa dialogare le opere antiche del territorio, restaurate dopo il sisma di cinque anni fa che ha colpito le Marche e il Centro Italia, e l’arte contemporanea.

Esposti 120 lavori, alcuni site specific, di 35 autori: da Gina Pane a Quayola, da Titina Maselli a Leonardo Cremonini, da Gregorio Botta a Flavio Favelli, da Salvo a Zerocalcare, e molti altri ancora.

A cura di Flavio Arensi

Maurizio Cannavacciuolo, Lazy Ceramist Violet, Sunflower VS Green, 2021,
olio su tela, 200 x 200 cm, Photo: Maria Enquist / Allucinazione

La mostra, dal titolo TERRA SACRA, curata da Flavio Arensi, organizzata e prodotta dal Comune di Ancona e dal Museo Tattile Statale Omero, con il Fondo Mole Vanvitelliana, con la collaborazione della Soprintendenza delle Marche, il sostegno della Regione Marche e della Fondazione Cariverona attraverso il bando Valore Territori, con il patrocinio di ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, è nata proprio nell’ottobre del 2016 quando, durante l’inaugurazione dell’esposizione Ecce Homo sulla condizione umana attraverso la scultura figurativa, si percepirono le maggiori scosse del terremoto che stava colpendo la regione.

“La genesi della mostra l’ha resa ancora più potente – commenta Paolo Marasca, Assessore alla Cultura di Ancona – e l’attesa ci ha spinto a gestire una riflessione che parte dal trauma del terremoto per includere l’intero rapporto tra l’umanità, le sue forme di relazione e il pianeta in cui vive. Un rapporto totalmente messo in discussione dal COVID. Si legano, così, le opere antiche e le comunità che le possiedono, che stiamo coinvolgendo tramite ANCI, e un presente che non ci saremmo mai aspettati. L’arte diventa una chiave di lettura indispensabile. Ancona accetta una grande sfida, che sarà utile a tutto il Paese”.

TERRA SACRA – afferma Flavio Arensi – non ha tuttavia alcuna intenzione di confrontarsi con i fatti materiali, con le perdite e i crolli del terremoto, con il lutto o la paura in senso stretto. Si tratta, invece, di un recupero e di una restituzione della vita”.

Il percorso espositivo che si dispiega per tutti i luoghi della Mole Vanvitelliana, dalle mura alla corte, dal Magazzino Tabacchi al deposito della Soprintendenza delle Marche, presenta le 120 opere di 35 artisti, portavoce di linguaggi espressivi, spesso molto diversi tra loro: Claudio Abate, Guido Airoldi, Giovanni Albanese, Peppe Avallone, Gianfranco Baruchello, Matteo Basilè, Mirella Bentivoglio, Renato Birolli, Gregorio Botta, Andrea Bruno, Silvia Camporesi, Maurizio Cannavacciuolo, Leonardo Cremonini, Gino de Dominicis, Franco Fanelli, Flavio Favelli, Piero Fogliati, Paolo Icaro, Titina Maselli, Pietro Masturzo, Marco Mazzoni, Zoran Music, Gina Pane, Luca Pancrazzi, Filippo Piantanida, Franco Piavoli, Franco Pinna, Pasquale Palmieri, Roberto Pugliese, Quayola, Salvo, Giorgio Santucci, Pierantonio Tanzola, Alessandro Tesei, Zerocalcare.

“Questa mostra – commenta Giorgia Latini, Assessore regionale alla Cultura -, nata da una felice intuizione che, a partire dal terremoto e dalle opere ferite e ricoverate all’interno della Mole, ha immaginato un percorso che indaga il rapporto fra uomo e natura, è la testimonianza della forza di reazione che da sempre ha contraddistinto la nostra regione. Una forza che diventa, come in questo caso, anche uno stimolo alla riflessione: l’uomo ha sempre avuto come riferimento della sua opera la natura, l’arte ne è stata una delle forme espressive più alte. Nell’opera artistica ritroviamo le contraddizioni e le affinità con ciò che ci circonda. La pandemia ci ha introdotti in una nuova necessaria speculazione di questo rapporto. Ripartire dal concetto di Terra Sacra è il giusto modo per rientrare in una relazione che assuma uno sguardo profondo sulla natura, sul paesaggio, sull’uomo, lo sguardo dell’arte, contemplativo, anzitutto pieno di rispetto e di cura”.

La mostra intende partire dal territorio di Ancona e in particolare dalla Mole, che ormai da anni si è confermata uno degli spazi culturali più importanti del centro-sud della Penisola, anche in virtù delle contaminazioni fra cultura (le mostre), psicoanalisi e scienze umane (Festival KUM!), musica (La mia generazione festival), e innovazione nell’ambito dell’accessibilità (Museo Omero).

A tal proposito, il grande Cavallo rosso di Mimmo Paladino, installato sulle mura della Mole cinque anni fa come elemento di un progetto di arte urbana, segna il primo importante legame fra arte e città. La mostra si apre con una gigantografia del Mediterraneo del fotografo Filippo Piantanida, luogo di transito, scoperta, pellegrinaggio e speranza raccontato dalle saghe antiche e dalle cronache contemporanee.

Entrando nello spazio del Magazzino Tabacchi il visitatore incontra il bosco digitale di Quayola: le immagini degli alberi saranno accostate a un lacerto di una scultura classica, rivisitata in chiave tecnologica, che richiama il Gruppo del Laocoonte, associando due degli elementi significativi dell’esposizione, la natura e l’uomo, a partire dalla riflessione che il grande paesaggista francese Gilles Clément fa a proposito del Terzo Paesaggio.

Sezione I. Pittura

Baruchello, Birolli, Cannavacciuolo, Cremonini, de Dominicis, Maselli, Pancrazzi, Pane, Salvo

La prima sezione è dedicata alla pittura che analizza il tema del territorio come luogo di vita, in un percorso che dagli anni cinquanta del secolo scorso giunge fino ai nostri giorni; come per le altre sezioni il curatore ha mescolato periodi e linguaggi, andando a riscoprire autori talvolta dimenticati o poco conosciuti. Dalle Donne addormentate al sole di Leonardo Cremonini ad Anversa di Renato Birolli, fino a un inedito di Maurizio Cannavacciuolo, passando dall’Autostrada di Titina Maselli alla Sicilia di Salvo, ripresa da Luca Pancrazzi, ai luoghi minimi di Gianfranco Baruchello, fino a un raro e delicato ritratto di Gina Pane e un misterioso Gilgamesh di Gino de Dominicis. Uomo e natura che si incontrano.

Sezione II. Antropologia dello spazio

Abate, Fogliati, Icaro, Pinna

Con le immagini di Franco Pinna, che accompagnò l’antropologo Ernesto de Martino nel suo studio sui riti e la magia del Sud Italia, il tema dello spazio sacro o sacrale della Taranta si declina nel luogo dell’immaginazione artistica con la tarantola di Pino Pascali fotografata da Claudio Abate, in un gioco di specchi che prende la forma e la rende eterea nell’opera di Paolo Icaro, elemento di luce in Piero Fogliati.

La terra sacra, è l’ultimo luogo in cui sopravviveva la tradizione orale/sperimentale del sapere, dell’atto magico: un mondo impossibile da replicare con la parola. Consapevoli del guadagno avuto dall’evoluzione storica, possiamo meditare onestamente su quanto abbiamo perso come società.

Sezione III. Luoghi degli altri

Avallone, Camporesi, Favelli, Masturzo, Palmieri, Tanzola, Tesei

La sezione parla dei luoghi e dei confini: dalla Persia di Flavio Favelli, all’Iran di Pietro Masturzo, qui con una selezione di immagini tratte da luoghi di conflitto. In particolare, la sua fotografia che mostra la protesta notturna delle donne di Teheran (vincitrice del World Press Photo 2010) che salgono sul tetto a cantare contro il regime, è un anelito di libertà. Atlas Italiae di Silvia Camporesi è un atlante della metafisica più̀ geografico. Pasquale Palmieri racconta l’uomo nel suo territorio mentale e fisico, mentre Peppe Avallone è uno straordinario testimone del terremoto che colpì negli anni ’80 Napoli, con l’insorgenza artistica legata a Terraemotus (ideata da Lucio Amelio): la cultura che diventa megafono civile. Il video di Pierantonio Tanzola racconta invece i luoghi della stessa tragedia, ma nella loro spettrale caducità. Alessandro Tesei, regista e videomaker è presente con un montato su Fukushima e il disastro naturale che toccò il Giappone. In questa sezione spiccano anche le piccole opere di Mirella Bentivoglio con le sue lettere per destinatari sconosciuti.

Sezione IV. La casa, i senzatetto

Airoldi, Albanese, Basilé, Botta, Bruno, Bentivoglio, Music, Santucci, Zerocalcare

Il piccolo cunicolo del deposito Tabacchi è uno svincolo: ad accogliere chi entra c’è l’installazione Heimat di Guido Airoldi che pone il tema del luogo natio, e indica il territorio in cui ci si sente a casa propria perché vi si è nati, vi si è trascorsa l’infanzia o vi si parla la lingua degli affetti. A ricordare, tuttavia, il pericolo dei confini e delle piccole patrie, è posto uno dei “morti” di Zoran Music per ricondurre la memoria alla follia dei campi di concentramento e alcune tavole di Andrea Bruno prese da Cinema Zenit, dove la protagonista si muove in una città fatta di macerie non solo fisiche. A ciò segue da un lato l’Armata dei Senzatetto di Giovanni Albanese che racconta di un popolo senza dimora, che però ha casa ovunque. Centrale la grande madre che spinge la carrozzina, simbolo di speranza. Dall’altro lato, Orbite di Gregorio Botta, una poetica installazione con alcune campane tibetane che riporta all’attenzione il dramma di un popolo che non può avere una identità. Sono le Macerie prime di Zerocalcare a chiudere questo percorso in cui si racconta la difficoltà di crescere, di scoprire il proprio ruolo nella società, di non perdere i legami che contano. Mentre Matteo Basilé apre lo sguardo a un territorio più misterioso, quello dello spazio, dove infine si trovano i protagonisti disegnati da Giorgio Santucci, i “grigi”, i più noti “extraterrestri”.

Sezione V. Paesaggio interiore paesaggio esteriore

Fanelli, Mazzoni, Pane, Piavoli, Pugliese

L’ultima sezione è Paesaggio interiore paesaggio esteriore dove si trovano le fotografie Pierres déplacées di Gina Pane in dialogo con i grandi tronchi sonori di Roberto Pugliese, l’Erbario di Franco Piavoli, il regista amato da Andrej Tarkovskij ed Ermanno Olmi, autore di Nostos (film su Ulisse) e Il Pianeta azzurro, cui si specchia il bestiario inedito di Marco Mazzoni, e un’opera grafica di Franco Fanelli, uno degli incisori più importanti del panorama artistico odierno.

La mostra si chiude nella Corte della Mole, dove è allestita una selezione di ventotto fotografie firmate dai soci dell’Associazione Ascosi Lasciti (Jesi), a cura di Alessandro Tesei, che propone alcune suggestive immagini di luoghi abbandonati per una riflessione sul fenomeno della Urban exploration (Urbex), oltre a otto fotografie di Danilo Garcia di Meo estratte dal progetto Quatrani che si è interessato di indagare l’adolescenza dei ragazzi dopo il terremoto dell’Aquila del 2009.

Per le persone con disabilità visiva è previsto un percorso ad hoc, appositamente studiato dal Museo Omero, con sei opere da toccare e innovative didascalie tattili a rilievo, ottenute da un processo di sintesi dell’immagine, che consentono a visitatori non vedenti o ipovedenti di scoprire alcune delle opere esposte. Fra queste il piccolo prezioso disegno di Gina Pane, “Moment de l’action Little Journey (Garçon au poisson)”.

Il disegno a rilievo è un processo di sintesi dell’immagine, durante il quale il disegno viene semplificato nelle linee e arricchito di texture per differenziare le aree, e viene quindi tracciato in nero su un particolare foglio dotato di innumerevoli microcapsule di materiale plastico. Quando il foglio viene esposto a una fonte di calore, le parti in nero del disegno si rigonfiano creando il rilievo.

Accompagna la rassegna, un catalogo, edito da Skira, con testi di Flavio Arensi, dell’antropologa Piera Talin e dei documentaristi Alessandro Tesei e Danilo Garcia Di Meo.


TERRA SACRA
Ancona, Mole Vanvitelliana (Banchina Giovanni da Chio, 28)
27 novembre 2021 – 8 maggio 2022

Orari:
da mercoledì a venerdì, 15.00-19.00
sabato e domenica, 10.00-19.00
lunedì e martedì chiuso
Ultimo ingresso ore 18.15

Green pass obbligatorio

Biglietti:
Intero: € 8.00
Ridotto: € 6.00

Informazioni: terra sacra@lamoleancona.it

Catalogo: Skira

Sito internet: www.lamoleancona.it/terrasacra

Social:
facebook.com/laMoleAncona/
instagram.com/lamoleancona/
vimeo.com/lamoleancona

Ufficio stampa
Comune di Ancona
T. +39 071 2222361
T. +39 071 2222316
T. +39 071 2222321
ufficio.stampa@comune.ancona.it

CLP Relazioni Pubbliche
Anna Defrancesco, T. +39 02 36755700; M. +39 349 6107625
anna.defrancesco@clp1968.it; www.clp1968.it

IMMAGINE DI APERTURA Silvia Camporesi, Atlas Italiae 112 fotografie a colori installazione misure variabili

Messina, Orto Botanico Pietro Castelli – Monti Peloritani: cammini e borghi

Sabato 11 dicembre alle ore 10,00 si svolgerà all’Orto Botanico “Pietro Castelli” un nuovo incontro dedicato ai Monti Peloritani. Si parlerà di itinerari escursionistici-naturalistici per un turismo lento e sostenibile. Nel corso della mattinata saranno presentati il programma escursionistico 2022 dell’Associazione “Camminare i Peloritani” e la guida “Monti Peloritani: borghi, cammini, pellegrinaggi e vie del vino”.

Programma

ore 10,00 – Indirizzo di saluto
Prof. Salvatore Cuzzocrea, Magnifico. Rettore dell’Università di Messina

ore 10,15 – Comunicare i Peloritani
Pippo Trimarchi – editore di “TempoStretto”

ore 10,30 – Presentazione della guida “Monti Peloritani, borghi, cammini, pellegrinaggi e vie del vino”
Don Giovanni Lombardo – direttore artistico “Armonie dello Spirito”
Salvatore Arrigo – responsabile comunicazioni Associazione “Camminare i Peloritani”

ore 11,00 – Cammini e programma escursionistico 2022
Pasquale D’Andrea – Presidente Associazione “Camminare i Peloritani”
Antonio Tavilla – Associazione Culturale San Nilo
Filippo Grasso – Università di Messina, delegato del Rettore al Turismo

ore 11,15 – Conclusioni
Nicola Cicero – Università di Messina

Modererà l’incontro la Prof.ssa Rosella Picone, Direttrice dell’Orto Botanico “Pietro Castelli”

Ingresso libero: orario di apertura dell’Orto Botanico sarà dalle 8,30 alle 12,30
www.ortobotanico.messina.it

pagina facebook “Orto Botanico Pietro Castelli di Messina”

L’evento si svolgerà in ottemperanza alle normative vigenti anti Covid

Massimiliano Savorra – La casa razionale

Nel saggio di Massimiliano Savorra leggiamo: «Iniziative a favore della “rivoluzione” domestica furono avviate già nel secondo Ottocento, ma i postulati della casa razionale furono formulati in modo sistematico per la prima volta soltanto subito dopo la Prima guerra mondiale. Espressioni come “ordine”, “semplicità”, “economia”, “sincerità” e “logica costruttiva” furono utilizzate per indicare le caratteristiche delle nuove abitazioni per l’appunto “razionali”. Nell’identificazione tra casa moderna e casa razionale vi era l’idea di derivazione positivista, secondo la quale una corretta concezione dello spazio domestico avrebbe migliorato la vita degli esseri umani. Inoltre, le implicazioni visive e filosofiche dei processi industriali meccanizzati, insieme all’aspirazione a un internazionalismo culturale da parte di molti giovani architetti, diedero l’occasione di sperimentare nuovi linguaggi espressivi anche per gli ambienti dell’abitazione. Accanto a chiare logiche di distribuzione, le forme semplici nella costruzione e nell’arredamento erano considerate fondamentali per il riposo dello spirito, oltre che per l’emancipazione del lavoro femminile domestico. In questo modo, il tema della casa “razionale” o “razionalista” fu ampiamente studiato e discusso in ogni parte del mondo».

CONTINUA A LEGGERE SU ACADEMIA.EDU (OPPURE ESEGUI IL DOWNLOAD): La casa razionale

IMMAGINE DI APERTURA tratta dalla copertina del volume

Massimiliano Savorra
La casa razionale

Una fondazione per Bottega Finzioni – La prima Fondazione narrativa italiana

Dopo 10 anni di intensa attività nell’ambito della narrazione, Bottega Finzioni, la nota scuola di scrittura e casa di produzione si trasforma e diventa una Fondazione.

Dopo un’attività decennale nell’ambito della scrittura narrativa, televisiva, radiofonica e cinematografica, Bottega Finzioni (con sede a Bologna) si trasforma in Fondazione Bottega Finzioni: è la prima fondazione narrativa italiana, direttamente ispirata alle grandi realtà internazionali, quali 826 Valencia di San Francisco, Ministry of Stories di Londra, Narrative Initiative di New York, Letterenfonds di Amsterdam.

Fondazione Bottega Finzioni nasce in memoria del prof. Paolo Fabbri, noto semiologo e intellettuale italiano. Gli intensi legami umani e professionali nati negli anni tra il Direttore Michele Cogo, Paolo Fabbri e Umberto Eco hanno portato allo sviluppo dell’attività di Bottega Finzioni: un amore e una passione per la parola accomunata dalla voglia e necessità di trasmettere sapere e conoscenza. Nelle aule di Bottega si respira ancora questa grande eredità e la narrazione continua a trarre ispirazione da curiosità, ironia, creatività e impegno sociale.

Fondazione Bottega Finzioni, che si avvale del Patrocinio della Regione Emilia-Romagna, vanta tra i soci fondatori il Comune di Bologna, l’Università di Bologna, Fondazione Finanza Etica di Banca Etica, l’attrice Matilda De Angelis oltre a due grandi società di produzione italiane quali IBC Movie ed Indigo Film, solo per citarne alcuni. Sostengono il progetto della Fondazione: Banca di Bologna, FAAC, CER GAS e Fondazione Unipolis che sostiene Bottega Finzioni dal 2014.

PERCHÈ UNA FONDAZIONE?

Bottega Finzioni in questi oltre dieci anni di attività è diventata un punto di riferimento a livello nazionale nell’ambito della scrittura di mestiere; un prestigio confermato dalle numerose collaborazioni, come quella con Sky Arte, Rai Fiction, Mondadori, La Feltrinelli e molte altre, e dai numerosi progetti sviluppati all’interno delle aule: dalle produzioni per cinema e tv, agli albi illustrati per bambini e ragazzi, fino ad arrivare a racconti, romanzi, documentari, programmi radio e corti. Da questo bagaglio di esperienza (letteraria, cinematografica televisiva, radiofonica, teatrale, giornalistica, pubblicitaria, multimediale) e dal grande know how acquisito negli anni, Bottega Finzioni ha scelto di trasformarsi in una Fondazione per “ampliare il proprio raggio d’azione”, mettendo a disposizione la grande fucina di talenti e la creatività al servizio della comunità e del terzo settore, in ambiti differenti della società e apparentemente “lontani” dal mondo della scrittura, come la sanità e il sociale.

Fondazione Bottega Finzioni nasce con l’obiettivo principale di promuovere, divulgare ed applicare la narrazione come strumento imprescindibile di crescita ed evoluzione della persona e delle comunità, soprattutto in relazione alle cosiddette aree di fragilità.

La narrazione è infatti una pratica sociale ed educativa che da sempre risponde a molteplici e complesse funzioni: dal “fare memoria” alla condivisione di esperienze collettive, dall’apprendimento al puro intrattenimento. Fondazione Bottega Finzioni diventa quindi promotrice di questo importante strumento di crescita, sviluppo e innovazione culturale, sociale ed economica, preparandosi ad affrontare le nuove sfide del futuro con nuovi modelli di governance. 

In Italia di Fondazioni narrative come Fondazione Bottega Finzioni non ce ne sono, e a Bologna mancava del tutto una realtà culturale che sapesse coniugare i linguaggi della narrazione a finalità sociali e inclusive. Da qui è nata la necessità di diventare una Fondazione, giuridicamente competitiva e moderna: Fondazione Bottega Finzioni è difatti la prima Fondazione di partecipazione bolognese, racchiudendo in sé alcuni elementi propri della fondazione, combinati con peculiarità dell’associazione. In questo modo realizza un nuovo modello di organizzazione sociale, rappresentando una sintesi dove possono trovare posto gli enti pubblici, le società e le organizzazioni con scopi non lucrativi.

In un momento di crisi”, ha affermato Maurizio Marinelli, Presidente della Fondazione Bottega Finzioni, “ci siamo detti che dovevamo istituzionalizzare questa attività per metterla in una relazione più coerente con gli interlocutori che ne possono comprendere la funzione sociale e culturale. Un’attività che ha l’obiettivo di creare professionalità attraverso la scrittura. Il nostro scopo è dunque quello di costruire le basi solide e sostenibili di un progetto estremamente potente all’interno dell’industria culturale, perché l’Emilia Romagna, e Bologna in particolare, è un importante centro di produzione culturale e la scrittura ne è la base”.

La Fondazione Bottega Finzioni ha lo scopo di dare continuità e sostenibilità nel tempo alle azioni e agli obiettivi intrapresi da Bottega Finzioni fin dalla sua nascita: realizza percorsi narrativi e formativi in ambito professionale e sociale, con particolare attenzione per le cosiddette aree di fragilità e per la lotta alla povertà educativa, sia tra bambini che tra adulti. Si ispira alle fondazioni narrative presenti all’estero,le qualiusano il potere delle storie per creare empatia tra le persone di ogni età e per combattere la povertà educativa con le armi della scrittura.

Ritrovandosi in questa filosofia, la Fondazione amplierà il suo raggio d’azione perseguendo finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale attraverso lo svolgimento di attività d’interesse generale nei campi dell’educazione, dell’istruzione, della ricerca, della sanità e della formazione, e attività culturali di interesse sociale con finalità educativa.

La Fondazione Bottega Finzioni è nata e cresciuta sotto l’impulso e l’accompagnamento di Paolo Fabbri” – così dichiara Michele Cogo, Direttore di Fondazione Bottega Finzioni – “È stato un mio professore, poi amico, e maestro di molti di noi. Un Maestro è qualcuno che ti cambia la vita in meglio, non solo per poche ore o per qualche mese, ma per sempre.

Purtroppo è venuto a mancare in giugno scorso, e ci pareva giusto dedicargli questa fondazione narrativa, alla quale lui teneva tanto, perché pensava potesse essere utile per usare la scrittura e la narrazione come strumenti di trasformazione e di crescita personale e sociale. Grazie a Paolo Fabbri ho incontrato ormai venticinque anni fa anche Umberto Eco, con il quale ho collaborato per diversi progetti, ultimo dei quali quello su Francesco Griffo, che con Bottega Finzioni abbiamo sviluppato in diverse direzioni, dal fumetto al documentario. Spero che Fondazione Bottega Finzioni conservi il gusto della sperimentazione, dell’approfondimento e del divertimento, tutte cose che hanno sempre contraddistinto il lavoro di Paolo Fabbri”.

All’interno del Consiglio d’Amministrazione di Fondazione Bottega Finzioni si annoverano personaggi di spicco provenienti dal mondo della cultura e non: il Presidente Maurizio Marinelli, Presidente di Baskerville (Bologna); il Direttore Michele Cogo, ideatore e fondatore di Bottega; il Presidente Onorario Ermanno Cavazzoni; Roberto Grandi, Presidente dell’Istituzione Bologna Musei; Antonella Grassigli, Business Angel e Advisor per startup e PMI; Giacomo Manzoli, Direttore Dipartimento delle Arti – UNIBO; Annapaola Tonelli, Avvocato esperto in trust, terzo settore e diritto dell’arte.

TRA PRESENTE E FUTURO

Bottega Finzioni nasce nel 2010 a Bologna, da un’idea di Michele Cogo, come scuola di scrittura, studio professionale e casa di produzione cinematografica e televisiva. Un luogo pieno di storie che si ispira alle botteghe rinascimentali dove si lavora insieme, allievi e maestri, al materiale vivo delle narrazioni.

Bottega Finzioni: una scuola di scrittura d’eccellenza nel panorama nazionale

Dal 2015 Bottega Finzioni è ente di formazione accreditato presso la Regione Emilia- Romagna; dal 2016 alcuni dei suoi corsi annuali sono interamente finanziati dal Fondo Sociale Europeo e dalla Regione Emilia-Romagna: caratteristica, questa, che fa di Bottega Finzioni una tra le poche scuole italiane di narrazione con corsi ad accesso gratuito. Grazie a questo aspetto la selezione dei candidati è basata esclusivamente su criteri di meritocrazia, sulle reali capacità e sul talento.

Ogni anno Bottega Finzioni propone corsi incentrati sulla narrazione, declinandola in ogni sua forma: letteraria, cinematografica, televisiva, radiofonica, multimediale.

4 sono le aree didattiche:

  • Autore di fiction cinematografiche e seriali (Fiction);
  • Autore di programmi televisivi e documentari (Non Fiction);
  • Autore di produzioni audiovisive e multimediali per bambini e ragazzi;
  • Letteratura (Romanzo e Racconto).

Rispetto alle altre scuole di scrittura, Bottega Finzioni si distingue per il metodo di insegnamento: attraverso il modello della writers’ room, la classe diventa laboratorio in cui i docenti e gli allievi sviluppano insieme idee e spunti che, lungo il percorso didattico, si concretizzano, si perfezionano, si ottimizzano. Da progetti, attraverso precisi processi, le idee diventano prodotti.

Ed è proprio questa la forza di Bottega Finzioni: le idee, le storie, i progetti che nascono assieme ai corsisti diventano prodotti narrativi di successo, tra format tv, fumetti, romanzi, saggi, racconti, iniziative editoriali, prodotti di storytelling aziendale, progetti multimediali.

Negli anni Bottega Finzioni ha avuto l’onore di ospitare grandi nomi della letteratura, del cinema e, più in generale, della cultura nazionale e internazionale. Tra questi: Umberto Eco, il semiologo Paolo Fabbri, il noto attore Giampaolo Morelli, la giornalista e scrittrice Loredana Lipperini, la scrittrice Simona Vinci, il giornalista Armando Traverso e lo scrittore e sceneggiatore Francesco Piccolo.

Grazie alle collaborazioni sviluppate con numerose case editrici, come Mondadori, La Feltrinelli, Rizzoli, Castelvecchi, Il Castoro e molte altre, nelle aule di Bottega Finzioni sono nati numerosi libri.  Ad oggise ne contano oltre 50, tra albi illustrati, libri per bambini e ragazzi, romanzi, fumetti, saggi e racconti. Ricordiamo ad esempio Ouroboros (Sergio Bonelli, 2013), Stelle di panno (Lapis, 2017), Depistaggi (Castelvecchi, 2018), L’isola è piena di rumori (L’Ultima spiaggia 2018), Inciso nel sangue (Sergio Bonelli, 2018), Il potere delle parole (Pulce edizioni, 2019), Matti di guerra (Morellini editore, 2019), Servizio cacche per posta (Il Castoro, 2019).

Dalla scrittura alla produzione: Bottega Finzioni Produzioni

Dal 2015 Bottega Finzioni diventa una casa di produzione televisiva e cinematografica, nata per concretizzare i progetti audiovisivi ed editoriali sviluppati nelle aule della scuola: progetti di film, format televisivi, documentari, prodotti editoriali e per il web. Una “filiera produttiva” che inizia dalla ricerca delle risorse necessarie per lo sviluppo dei progetti e arriva al suo compimento.

Bottega Finzioni può vantare la collaborazione con importanti broadcaster nazionali come Sky Arte e con società di produzioni d’eccellenza tra le quali IBC Movie, Echivisivi e molte altre.

Numerose, inoltre, sono state le produzioni e i progetti di successo sviluppati da Bottega Finzioni e dai suoi allievi durante gli anni: tra questi la scrittura di una sceneggiatura (Copkiller) per la nota serie tv  L’Ispettore Coliandro (2016), in collaborazione con Rai Fiction; i due format tv originali, scritti e realizzati da Bottega Finzioni per Sky Arte, Muse Inquietanti (2014-2017) e Inseparabili (2018-2019); il docu-film Qualcosa di noi di Wilma Labate, realizzato con gli allievi di Bottega, distribuito da Istituto Luce – Cinecittà e vincitore del Premio speciale alla migliore protagonista nel cinema del reale 2014 ai Nastri d’argento documentari 2015.

Nozioni tecniche: cos’è una fondazione di partecipazione

Fondazione Bottega Finzioni è una fondazione di partecipazione: a metà tra una fondazione tradizionale e un’associazione, è in grado di fondere le esigenze di supervisione e controllo degli enti pubblici locali e le necessità di efficienza, efficacia ed economicità della gestione sociale.

Le fondazioni di partecipazione nascono come mezzi operativi per rispondere all’insufficienza dello schema giuridico della fondazione tradizionale disciplinato dal codice civile: si tratta di una fondazione non più istituita da un singolo soggetto, ma da più soggetti che condividono le stesse finalità.

La fondazione di partecipazione è una figura giuridica atipica, di natura dottrinaria, che racchiude in sé alcuni elementi propri della fondazione, combinati con peculiarità dell’associazione. In questo modo realizza un nuovo modello di organizzazione sociale, rappresentando una sintesi dove possono trovare posto gli enti pubblici, le società e le organizzazioni con scopi non lucrativi.

Questa tipologia di fondazione è uno strumento utile in mano agli enti pubblici per realizzare gli interessi della collettività (attività sociali o di assistenza alle persone con disagio, attività culturali, attività di ricerca scientifica, iniziative tese a facilitare lo sviluppo economico di zone disagiate).

In questo modo c’è la possibilità di coinvolgere i privati e attirare capitali e capacità di gestione che altrimenti sarebbero difficilmente ottenibili.


INFORMAZIONI UTILI

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Su Sky Arte IL MIO NOME È LEGGENDA: Giovanni Aldini – Frankenstein / Helen Kane – Betty Boop

presenta

IL MIO NOME È LEGGENDA

Primo episodio: Giovanni Aldini – Frankenstein
“Frankenstein sono io“

Secondo episodio: Helen Kane – Betty Boop
“La ragazza del Boop-Boop-a-doop“

In onda martedì 7 dicembre 2021 dalle 21.15 su Sky Arte
Disponibile anche On demand e in streaming su NOW

Primo episodio: Frankenstein sono io

Al via Il mio nome è Leggenda, la nuova produzione originale Sky Arte con Matilda De Angelis ideata e realizzata da Bottega Finzioni. La prima puntata andrà in onda martedì 7 dicembre 2021 alle 21:15 su Sky Arte: protagonista la storia di Giovanni Aldini, scienziato bolognese dal quale la nota scrittrice Mary Shelley ha preso ispirazione per la figura del dott. Frankestein. La serie, grazie alle parole e alla narrazione dell’attrice bolognese Matilda De Angelis, esplora le storie vere di illustri sconosciuti dai quali sono nati alcuni dei personaggi più noti dell’immaginario collettivo contemporaneo.

Era una notte buia e tempestosa del 1816, “l’anno senza estate”. A villa Diodati in Svizzera sono riuniti per le vacanze estive Mary Shelley con suo marito Percy, Lord Byron e il medico Polidori. La pioggia incessante li costringe in casa. Per passare il tempo inventano un gioco: scrivere un racconto del terrore. Mary all’inizio non riesce a scrivere nulla poi l’ispirazione folgorante a seguito di un incubo. Nasce così il personaggio di Frankenstein.

Quello che Mary ha sognato però non è fantasia, ma proviene da qualcosa che ha visto. Lo scienziato pazzo del suo romanzo esiste veramente e si chiama Giovanni Aldini. Mary Shelley, oltre che ai propri sogni, ha attinto a piene mani dalla realtà per costruire il suo personaggio fantascientifico: è infatti noto che la giovane immaginò gli esperimenti del dott. Frankestein ispirandosi alle ricerche dello scienziato bolognese Luigi Galvani sulla stimolazione muscolare, che avevano aperto la strada a una nuova teoria, il galvanismo . Proprio a questi studi Shelley fa esplicito riferimento al termine del secondo capitolo del noto libro. Il trait d’union tra la scrittrice e Galvani pare sia stato il nipote di quest’ultimo, Giovanni Aldini, trasferitosi in Inghilterra, patria della Shelley, per proseguire gli esperimenti dello zio.

Ma chi è Giovanni Aldini?

Aldini vive a Bologna dove insegna fisica. Nipote di Luigi Galvani, è un acceso sostenitore della possibilità di rianimare i morti tramite corrente elettrica . Tanto che alla vita da insegnante rispettabile ne affianca presto un’altra, molto più oscura. Aldini, seguendo le orme dell’illustre nonno, comincia a fare esperimenti su cadaveri di animali . Le rane però non gli bastano e si sposta su teste di mucche o altri animali di grossa taglia. Fa dimostrazioni pubbliche durante le quali richiama sempre più gente. Gli esperimenti consistono nel sottoporre le teste a stimoli elettrici ottenuti grazie a una grande pila. Il risultato sono mascelle che si spalancano, lingue che si dibattono, occhi che si spalancano.

Il successo spinge Aldini ad alzare la posta. Così comincia a usare teste e corpi umani. Sono quelli dei condannati a morte, che lo scienziato preleva direttamente dai luoghi dell’esecuzione oppure sottrae alla sepoltura facendo accordi con polizia e autorità. Le sue dimostrazioni scientifiche si trasformano presto in veri spettacoli. Accorrono folle numerose di curiosi che alla fine vanno via inorriditi e stupefatti per quello che hanno visto. Si diffonde la voce che Aldini sia a un passo dall’impresa di riportare in vita i morti. Lo scienziato però non è ancora soddisfatto: i corpi dei condannati per decapitazione sono quasi del tutto privi di sangue, quindi meno reattivi al passaggio della corrente elettrica. È questo il motivo per cui non è ancora riuscito ad animare completamente un cadavere.

Così si reca a Londra dove trova il soggetto perfetto: George Forrest, un giovane di estrazione sociale molto bassa, sospettato di omicidio della moglie e del figlio. Passano 6 soli giorni tra l’inizio del processo e la condanna a morte di Forrest. Anche se non ci sono prove, si dice che Aldini abbia fatto pressione sui giudici per ottenerne rapidamente la condanna a morte. Sono invece sono certe le pressioni di Giovanni Aldini sul medico delle carceri, il dottor Halmond, affinché gli conceda l’uso del cadavere di Forrest. Infatti, subito dopo l’esecuzione, Aldini e il suo assistente prelevano il corpo dal patibolo e lo portano in un ambulatorio accanto alla prigione. Quello che accade dopo lascia i presenti senza fiato. Il corpo di Forrest, attraversato da potenti scariche elettriche, si scuote, sobbalza, gli occhi si aprono, il respiro riprende e anche il battito cardiaco . Almeno fintanto che la pila scarica energia. Poi il cadavere ritorna immobile. Il dottor Halmond è inorridito, ed è convinto di aver visto tornare in vita il povero ragazzo. Così scappa a casa in preda ad agitazione e muore d’infarto due ore dopo tra le braccia della moglie, alla quale racconta l’accaduto. La moglie chiama la polizia e racconta tutto ai giornali, che danno ampio spazio alla vicenda. È così che Mary Shelley, ancora bambina, viene a sapere di tutta questa storia. Dai giornali che legge suo padre. È l’inizio di un incubo che porterà alla nascita di un mito. Per Aldini invece è la fine di un sogno, la dimostrazione un fallimento, e da quel momento cesserà gli esperimenti.

Dopo la sua morte, Aldini dona tutti gli averi alla fondazione della Scuola di Scienze Naturali di Bologna. È ricordato come un grande scienziato e un uomo generoso, dedito alla ricerca. Questa immagine, tuttavia, non considera il suo lato oscuro, quello di uno scienziato sempre alla ricerca di cadaveri e pronto a tutto per realizzare i suoi esperimenti. In fondo, un’incarnazione delle paure dell’epoca, proprio come Victor Frankenstein, il protagonista del romanzo di Mary Shelley che deve il suo successo alla rappresentazione efficace dei timori legati al progresso tecnologico e alle sue conseguenze imprevedibili.

La prima puntata de Il mio nome è Leggenda vedrà la partecipazione del mass-mediologo Roberto Grandi e della storica Elena Pirazzoli.

Il mio nome è Leggenda è una produzione originale Sky Arte, ideata e realizzata da Bottega Finzioni. Un programma di Michele Cogo, Giuseppe Cassaro, Gianmarco Guazzo e Antonio Monti, scritto da Michele Cogo e dagli ex-allievi di Bottega Finzioni Gianmarco Guazzo, Alberta Lepri e Silvia Pelati, con la produzione esecutiva di Giuseppe Cassaro e la regia di Antonio Monti. Hanno partecipato in forma di partnership il Comune di Bologna e Bologna Welcome, mettendo a disposizione una delle location più suggestive della città: il Salone del Podestà a Palazzo Re Enzo.

“Frankenstein sono io“ – testi di Michele Cogo.

Secondo episodio: “La ragazza del Boop-Boop-a-doop“

É il 1927 ed Helen Kane è una celebrità: madre del motto “Boop-boop-a-doop”, con la sua voce da usignolo e il suo sorriso ammiccante è diventata il simbolo dell’età del jazz. Ma l’arrivo di Betty Boop le ruberà la scena e il ruolo di vamp degli Anni Ruggenti. Eppure, Betty è proprio una caricatura di Helen. É questa storia protagonista della seconda puntata de Il mio nome è Leggenda, la nuova produzione originale Sky Arte con Matilda De Angelis ideata e realizzata da Bottega Finzioni. L’episodio andrà in onda martedì 7 dicembre 2021 alle 21:45 su Sky Arte , e disponibile anche on demand e in streaming su NOW.

La serie Il mio nome è Leggenda racconta le storie dei personaggi reali che hanno dato vita ai miti che tutti conosciamo. In questo caso si tratta di Helen Kane, la reginetta del charleston che ispirò il personaggio di Betty Boop. L’attrice fece causa a Max Fleischer, il creatore del suo alter ego animato, per aver sfruttato illegalmente la sua immagine. Ma mentre il tribunale nega ad Helen i diritti sul proprio mito, l’America conservatrice del tempo censura Betty Boop perché troppo osé per la televisione.

Helen Kane debutta nel mondo dello spettacolo come cantante e ballerina di varietà. Nel 1922 arriva a Broadway, dove nel 1927 recita nel musical teatrale A Night in Spain. Lo spettacolo ottiene un successo clamoroso, tanto che la compagnia mette in scena ben 174 repliche tra maggio e novembre di quell’anno.

Una volta finito il tour, Helen viene invitata ad esibirsi al Paramount Theatre di Seattle, ed è qui che nasce il suo mito. Per la sua prima performance canta That’s my Weakness Now ed esegue, per la prima volta, il suo celebre scat “boop-boop-a-doop”. Nel 1928 diventa ancora più celebre grazie alla sua canzone I Wanna Be Loved By You, uno dei brani più popolari del XX secolo che fu poi riadattata da Marilyn Monroe.

Nel 1932 compare per la prima volta Betty Boop. Siamo in un periodo di lotte per le donne, che chiedono più diritti e cercano di emanciparsi anche attraverso atteggiamenti e abiti più provocanti. Betty è una flapper girl, simbolo dell’età del jazz: è allo stesso tempo mascolina e maliziosa, indossa abiti succinti che lasciano scoperte le spalle, le gambe e l’immancabile giarrettiera, mentre i capelli corti sono acconciati secondo la moda dell’epoca.

Nei cartoon in cui appare Betty Boop sembra sempre in balia degli uomini. Ma questo stile di vita non passa inosservato all’America conservatrice, che costringe i suoi ideatori alla censura.

Negli ultimi anni Betty diventa una casalinga dallo stile molto più sobrio, per poi sparire dalle scene nel 1939: era infatti considerata un modello diseducativo e pericoloso per la pubblica morale.

Quando Helen Kane vede per la prima volta Betty Boop si riconosce immediatamente: quella donnina ammiccante che, con voce da usignolo, canticchiava il suo celebre motto le somiglia fin troppo nell’aspetto e nello stile. É evidente, Betty Boop è la sua caricatura. Nel 1932 fa quindi causa a Max Fleisher, chiedendo 250.000 dollari di risarcimento per aver sfruttato illegalmente la sua immagine. Ma nel 1934 la causa è vinta da Fleischer Studios: secondo il tribunale l’estetica di Betty Boop è ispirata al patrimonio della cultura americana. Inoltre, la sentenza afferma che l’invenzione del booping sia da attribuire alla cantante Baby Eshter, ascoltata anni prima dalla Kane.

La seconda puntata de Il mio nome è Leggenda vedrà inoltre la partecipazione del mass-mediologo Roberto Grandi e dell’antropologo Davide Domenici.

Il mio nome è Leggenda è una produzione originale Sky Arte, ideata e realizzata da Bottega Finzioni. Un programma di Michele Cogo, Giuseppe Cassaro, Gianmarco Guazzo e Antonio Monti , scritto da Michele Cogo e dagli ex-allievi di Bottega Finzioni Gianmarco Guazzo, Alberta Lepri e Silvia Pelati, con la produzione esecutiva di Giuseppe Cassaro e la regia di Antonio Monti. Hanno partecipato in forma di partnership il Comune di Bologna e Bologna Welcome, mettendo a disposizione una delle location più suggestive della città: il Salone del Podestà a Palazzo Re Enzo.

“La ragazza del Boop-Boop-a-doop“ – testi di Michele Cogo e Silvia Pelati.

Nota dell’autrice Silvia Pelati:

Scrivere la storia de “La ragazza del boop-boop-a-doop” è stato come fare una passeggiata per Broadway negli affascinanti anni ’30, con un’accompagnatrice speciale. Ho guardato quella ragazza cantare, ballare, recitare finché ho capito che la diva sul palcoscenico aveva dei conti in sospeso con la vita reale. Forse era questo il segreto del suo talento.


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L’Anpi di Messina si dà una nuova dirigenza

L’hanno voluta chiamare “memoria attiva” quella della Resistenza, e si sono schierati non solo a difesa, ma anche per la piena attuazione della Costituzione: questi i risultati politici del congresso provinciale dell’Anpi, l’associazione nazionale dei partigiani d’Italia.

Attorno a questi due punti, e sollecitati dal documento nazionale dell’Associazione, si è sviluppato un appassionante dibattito con l’intervento di molti dei delegati, nominati nelle assemblee cittadine delle sezioni di Barcellona, Capo d’Orlando, Messina, Milazzo e Raccuja. Un movimento democratico in crescita quello dell’Anpi provinciale, ha sottolineato nella sua relazione il fiduciario Fausto Clemente; un riconoscimento del valore delle istanze democratiche da parte dei rappresentanti di sindacati, partiti e associazioni intervenuti per portare saluti e contributi al congresso.

La discussione congressuale ha toccato diversi punti della situazione locale, ma ha pure allargato il suo respiro internazionale, data la crisi generalizzata delle democrazie. Così un primo ordine del giorno sollecita l’Anpi italiana a farsi promotrice di una Federazione antifascista a livello europeo; un secondo ordine del giorno invita sempre l’Anpi italiana a conferire la tessera onoraria a Vanessa Nakate e a Greta Thunberg, giovanissime attiviste del movimento mondiale che intreccia giustizia ambientale e giustizia sociale.

Un momento del congresso nel Salone delle bandiere del Municipio di Messina

Passando agli adempimenti statutari, previsti in vista del congresso nazionale del 24-27 febbraio 2022, l’assemblea per acclamazione ha nominato Federico Martino presidente onorario. Il delegato al congresso nazionale sarà Fausto Clemente. Dal voto dei delegati è poi emersa la nuova composizione del Comitato provinciale dell’Anpi nelle persone di: Giuseppe Barone, Tindaro Bellinvia, Adelina Bertilone, Santino Bonfiglio, Elisa Calabrò, Patrizia Caminiti, Sostine Cannata, Oriana Civile, Marco Corrao, Renato De Luca, Francesco Di Stasio, Beniamino Ginatempo, Antonio Isgrò, Nicola Isgrò, Lamberto La Rosa, Giuseppe Martino, Alessio Micale, Alessandra Minniti, Lina Panella, Fabio Perdichizzi, Daniele Pompejano, Giuseppe Restifo, Dario Russo e Lucio Tuccio.

Dopo le conclusioni di Vincenzo Calò, della segreteria nazionale dell’Anpi, che ha illustrato temi e contenuti del prossimo congresso nazionale, si è riunito il neo-eletto comitato provinciale. Questo ha deciso di nominare presidente Giuseppe Martino, al quale si affiancano i due vice-presidenti Elisa Calabrò e Giuseppe Restifo, il segretario Beniamino Ginatempo e il tesoriere Sostine Cannata. Nominati pure il revisore dei conti (Rosario Duca) e i componenti del Comitato di Garanzia (Giuseppe Barone, Patrizia Caminiti e Lamberto La Rosa).

IMMAGINE DI APERTURA – Nella foto di Pippo Martino, Federico Martino presidente onorario Anpi Messina