Paolo Pantani e i suoi ospiti gustano l’Aglianico di Taurasi

Presentiamo una nuova puntata della trasmissione di Paolo Pantani, curata per l’emittente partenopea Canale 695. In particolare la nuova serie è dedicata agli incontri con l’Ateneo dei Vini Erranti. Ospiti fissi sono il professore Bruno de Concilis, che dell’Ateneo è il rettore e il professore Pasquale Persico, ordinario di Economia Politica e segretario dell’influente consesso.

Da sinistra: Paolo Pantani, Bruno de Concilis, Pasquale Persico

Paolo Pantani su Canale 695

IMMAGINE DI APERTURA – Illustrazione ArtTower da Pixabay 

Bolzano, Centro Trevi: Ugo La Pietra – Ovunque a casa propria. Film e video

Si aprirà il 10 febbraio 2022 il progetto Ovunque a casa propria, primo approfondimento espositivo sulla ricerca cinematografica e sulle sperimentazioni audiovisive di Ugo La Pietra, instancabile sperimentatore della percezione visiva. In mostra anche le videoinstallazioni contemporanee di Lucio La Pietra. Il progetto, a cura di Manuel Canelles, è promosso da Spazio5 artecontemporanea e realizzato in collaborazione con TreviLab, Unibz, Liceo Artistico Pascoli, Bolzano Officine Vispa, Vintola18 Centro di cultura giovanile Cineclub Bolzano, Spazio Macello – Meta, con il sostegno della Ripartizione cultura italiana della Provincia di Bolzano, del Comune di Bolzano e della Libera Università di Bolzano.

Ugo La Pietra
Ovunque a casa propria Film e video 1973/2015

A cura di Manuel Canelles

Inaugurazione 10 febbraio 2022 ore 18.00 Centro Trevi
Via dei Cappuccini 28 – Bolzano

Fino al 20 marzo 2022

Ugo La Pietra. La mia identità
TESTO CRITICO DI MANUEL CANELLES

Ironica, beffarda, anarchica, politicamente scorretta, la ricerca di Ugo La Pietra è presente in musei e in collezioni internazionali. Ugo La Pietra è stato uno dei maggiori protagonisti della stagione legata al cinema e video d’artista: con Cioni Carpi, Ugo Nespolo, Gianfranco Baruchello, Franco Vaccari, Luca Maria Patella, nel 1975 vince il Primo Premio al Festival del Cinema di Nancy con il film “La grande occasione”. Presente in molte manifestazioni nazionali e internazionali coordinate da Vittorio Fagone, nel 1978 presenta questa corrente artistica alla Biennale di Venezia. Con le sue ricerche dal 1960 ha attraversato diverse correnti artistiche: arte segnica, arte concettuale, arte ambientale, arte nel sociale, narrative art, cinema d’artista, nuova scrittura, extra media, neo-eclettismo, architettura e design radicale. Ha comunicato e divulgato il suo pensiero e le sue esperienze attraverso un’intensa attività didattica ed editoriale. Si è fatto promotore di gruppi di ricerca (Gruppo del Cenobio, Gruppo La Lepre Lunare, Global Tools, Cooperativa Maroncelli, Fabbrica di Comunicazione, Libero Laboratorio) e di attività espositive coinvolgendo un grandissimo numero di operatori (artisti, architetti, designer). Riconosciuto tra i protagonisti dell’architettura radicale, attraversa la controscuola della Global Tools che riuniva gruppi di artisti e architetti della cosiddetta “Architettura radicale”. Ha realizzato più di 900 mostre personali e collettive partecipando alla Biennale di Venezia nel 1970, 1978, 1980, alla Triennale di Milano nel 1968, 1972, 1979-80-81, 1993, 1996, 2007; ha esposto inoltre al Museum of Modern Art di New York, al Centro Pompidou di Parigi, al Museum of Contemporary Craft di New York, alla Galleria di Palazzo Galvani di Bologna, alla Neue Galerie di Graz, a Palazzo dei Diamanti di Ferrara, alla Fortezza da Basso a Firenze, alla Fondazione Ragghianti di Lucca, al Museé Departemental di Gap, al Museum Für Angewandre Kunst Colonia, al Museo Nordio Linz, al Museo della Permanente di Milano, al Royal College of Art di Londra, alla Biennale di Chateauroux, alla Biennale di Albisola, alla mostra “Masterpieces” – Palazzo Bricherasio, Torino, alla Fondazione Umberto Mastroianni di Arpino (FR), allo Spazio Oberdan (Cineteca Italiana), al Museo di Villa Croce a Genova, alla Fortezza da Basso a Firenze, alla Fondazione Orestiadi di Gibellina, alla Fondazione Mudima di Milano, al FRAC Centre di Orléans, al MIC di Faenza, Musée D’Art Modern di Saint-Etienne, al MIC di Faenza, al Museo MA*GA di Gallarate, al CCA Canadian Centre for Architecture di Montreal.

Il progetto Ovunque a casa propria a Bolzano assume la natura di evento di portata internazionale, considerata l’esclusività del progetto, prima antologica dei lavori cinematografici del grande artista. Il titolo del progetto è un omaggio a uno degli slogan più conosciuti e apprezzati di Ugo La Pietra, non a caso presente in uno dei suoi film più conosciuti, “La riappropriazione della città”. Nel film, diversi modi e luoghi – periferie urbane, stazione centrale, attrezzature urbane di Milano –riportano un’esplicita indicazione dello slogan che per anni ha caratterizzato buona parte delle ricerche di La Pietra: “Abitare è essere ovunque a casa propria”. Opere, film, foto, installazioni che l’artista ha prodotto in quel periodo miravano a rompere e decodificare questa realtà imposta. Le Immersioni, ad esempio, vogliono spezzare l’equilibrio acquisito dall’individuo mediante la perdita dei parametri di riferimento con ciò che lo circonda, e quindi anche della sicurezza.

Sarà, dunque, più un progetto/happening che un’esposizione vera e propria, con un focus particolare sull’esperienza sociale, il contatto con realtà marginali, sviluppi di comunità, con l’obiettivo di attivare un transito di comunicazione tra il linguaggio video e l’impegno sociale: quasi un ponte tra l’esperienza storica e le emergenze vive delle nuove generazioni e delle nuove povertà. Portare i video di La Pietra a Bolzano offre la possibilità alle realtà coinvolte nel progetto di rivisitare gli spazi di risulta della città, i luoghi intermedi, gli interstizi di sopravvivenza: dagli orti urbani, ai luoghi di scarto dei senza tetto, ai passaggi ferroviari in disuso, dove affiora una vita intermittente e sconvolta. Infatti, Spazio5 artecontemporanea, con la direzione curatoriale di Manuel Canelles, coinvolge nel progetto dedicato a La Pietra, spazi istituzionali (Centro Trevi, Università di Bolzano) e spazi alternativi insieme alle associazioni del territorio o collettivi impegnati in un’architettura di ritorno, sviluppi di comunità, centri giovanili, luoghi di didattica istituzionali (Liceo Artistico Pascoli) insieme a progetti indipendenti, al fine di riflettere sulla portata del tema della partecipazione e attivando al contempo laboratori, talk e performance artistiche.

Questo sviluppo capillare sulla città si pone l’obiettivo di problematizzare l’ontologia dell’azione collettiva e di lavorare in maniera concreta sull’idea stessa di spazio attivo e mobile, paradigma inquieto del nostro tempo; in virtù, aggiungiamo, anche del senso profondo e sotterraneo che collega le azioni artistica di Ugo La Pietra ai concetti di disequilibrio, accadimento e imprevisto, elementi esistenziali (ed emergenziali) della contemporaneità. Oggi ripensare alle azioni sociali di La Pietra permette di riconsiderare il nostro approccio alla manifestazione estetica, alla relazione con l’alterità, e ricalibrare quei fenomeni che sottendono all’idea di spazio come attesa, architettura e oggetto come emblemi di ascolto, senza i quali, ci piace pensare, non potrebbe esserci partecipazione. Dunque azione sociale o pensiero politico.

Il progetto è già stato avviato grazie alla preziosa collaborazione con la Libera Università di Bolzano. A dicembre, infatti, nel corridoio centrale, in occasione della chiusura del laboratorio “Passato Radical Futuro” elaborato e condotto da Kuno Prey, Hans Leo Höger e Manuel Canelles all’interno dello Studium Generale, ha inaugurato un’installazione video-sonora progettata da Kuno Prey con la collaborazione dello studente Rodrigo Luis Medina, proponendo alcuni video sperimentali di Ugo La Pietra tra cui alcuni film che hanno fatto la storia di quella corrente culturale passata alla storia come “Cinema d’artista” Tra le opere già esposte: Il video comunicatore;, Immersioni, Il monumentalismo, I propri itinerari.

Durante i mesi dell’esposizione, sono previsti eventi ed happening artistici che si relazioneranno con l’opera e la poetica di Ugo La Pietra: un intervento dell’artista Stefano Bernardi, un progetto fotografico di Christian Martinelli o progetti laboratoriali in collaborazione con il Liceo Pascoli e Macello / Teatro Pratiko / Vintola18. I laboratori partono dall’esperienza didattica e pedagogico- artistica legata alla dimensione sociale e periferica svolta dagli artisti radicali degli anni ’70 e in particolar modo dalle azioni video e performative di Ugo La Pietra, esploratore delle frontiere del design e dei bisogni degli utenti, che coniuga la tradizione artigianale con nuovi bisogni sociali. Questi progetti si trasformano in indagine artistica audiovisiva nell’ambito della quale il videomaker diventa viaggiatore dello spazio urbano, adottando una strategia di passaggio indeterminato che lo porta a muoversi in maniera casuale all’interno di più territori.

In mostra anche le suggestive videoinstallazioni di Lucio La Pietra, videomaker milanese che lavora e fa ricerca nel campo delle arti visive, in particolare nell’ambito delle produzioni video, collaborando con aziende, case di produzione, agenzie di comunicazione, studi di architettura, istituzioni, musei. L’interazione con le opere del padre è particolarmente significative in quanto dal dialogo intimo con le opere del padre è possibile interrogarsi sui concetti di tempo storico e tempo soggettivo, ma anche sulla necessità di accettare le differenze da cui può scaturire, persino, un’intima complicità.

Ugo La Pietra. La riappropriazione della città (1977)

INFO

Ugo La Pietra
Ovunque a casa propria
A cura di Manuel Canelles

Progetto promosso da
Spazio5 artecontemporanea
In collaborazione con
TreviLab, Unibz, Liceo Artistico Pascoli, Bolzano Officine Vispa,
Vintola18 Centro di cultura giovanile Cineclub Bolzano, Spazio Macello – Meta
Con il sostegno di
Ripartizione cultura italiana della Provincia di Bolzano, Comune di Bolzano, Libera Università di Bolzano Allestimento
Andrea Oradini / Manuel Canelles
Consulenza scientifica
Archivio Ugo La Pietra
Grafica
Sonia Galluzzo
Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Collaborazioni
Lucia Andergassen, Cristina Nicchiotti
Catalogo
Edizioni Archivio Ugo La Pietra
Progetto grafico
Ugo La Pietra, Simona Cesana
Redazione e ricerca iconografica
Simona Cesana

Inaugurazione 10 febbraio 2022
Fino al 20 marzo 2022
Orari:
9.00 – 20.00
Centro Trevi – Via dei Cappuccini, 28 – Bolzano
Tel. +39 0471 300980

Archivio Ugo La Pietra
Via Guercino 7 – Milano
Tel. +39 02 0236552825
www.ugolapietra.com

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
tel 3494945612
roberta.melasecca@gmail.com
www.melaseccapressoffice.it
www.interno14next.it

IMMAGINE DI APERTURA – Ugo La Pietra. La Grande Occasione (foto di copertina della mostra) Foto Aurelia Raffo

Roma, Palazzo Bonaparte – Apre la mostra “JAGO. The exhibition”

Dal 12 marzo, Palazzo Bonaparte a Roma ospita la prima grande mostra di JAGO. Jago scolpisce come Michelangelo ed è una rockstar. Amatissimo dal grande pubblico, mito per i giovani e fenomeno social, è l’emblema dell’artista contemporaneo, che unisce talento creativo e capacità comunicative.

Arthemisia propone la sua prima mostra, in contemporanea a quella dedicata all’icona della video-arte, BILL VIOLA. E propone anche il primo esperimento di studio d’artista durante l’esposizione: Jago lavorerà a una nuova opera all’interno delle sale di Palazzo Bonaparte, rendendo partecipe il pubblico della sua creazione.

Una primavera ricca di energia, dedicata all’arte contemporanea, a Palazzo Bonaparte.

JAGO
The exhibition

12 marzo – 3 luglio 2022 Palazzo Bonaparte, Roma

Jago
Habemus hominem, 2009 / 2016 1
Marmo, 60x35x69 cm
Chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi (NA)
Photo by Francesco Bertola

Palazzo Bonaparte a Roma ospiterà dal 12 marzo al 3 luglio 2022 la prima grande mostra dedicata a Jago. Jago, pseudonimo di Jacopo Cardillo, nato a Frosinone nel 1987, scultore raffinato dalle reminiscenze michelangiolesche, è conosciuto in tutto il mondo come “The Social Artist” per le sue innate capacità comunicative e il grande successo che riscuote sui social.

Jago unisce un grande talento creativo all’utilizzo dei mezzi di comunicazione più contemporanei. E come tutti i grandi artisti, arriva al cuore del pubblico che lo ama, anzi lo adora. È una rockstar, e trasmette l’amore per l’arte ai giovani.

Le dirette streaming e le documentazioni foto e video raccontano il processo produttivo di ogni sua singola opera, e, mediante questo percorso condiviso, lo scultore rende tutti partecipi della genesi di ogni suo lavoro.

La genialità moderna di Jago viene raccontata per la prima volta in una mostra in cui sono esposte tutte le opere realizzate sino ad oggi, dai piccoli sassi di fiume scolpiti (da Memoria di Sé a Excalibur), fino alle sculture monumentali di più recente realizzazione (la Pietà), passando per le opere più mediatiche quali il Papa (Habemus Hominem).

Curata dalla Professoressa Maria Teresa Benedetti, la mostra vedrà esposte 12 opere di Jago, a connotare gli elementi chiave di un’opera dedicata a istituire un rapporto tra il nostro tempo e la tradizione.

Prima testimonianza è lo scavo sui grandi sassi raccolti nel greto di un fiume alle pendici delle Alpi Apuane, pazientemente scavati nel desiderio di raccontare una storia personale e umana. Pietà e violenza si intrecciano nello sguardo del giovane artista. Sorprendente è la scardinante nudità del Pontefice emerito, mentre l’immagine di una Venere (2018), priva della venustà giovanile, sconcerta e induce a riflettere. D’altro lato incalza l’oggi con la presenza del Figlio Velato (2019), icona simbolica di tragedie senza tempo, cui si connette l’intensa meditazione sul dolore, racchiusa nella drammatica monumentalità della Pietà (2021). Nel contempo l’artista propone un tema svincolato dalla storia, nel replicare la sequenza del battito cardiaco in Apparato Circolatorio (2017).

Palazzo Bonaparte si trasformerà inoltre in uno studio d’artista: durante i mesi di mostra, infatti, Jago lavorerà alla sua prossima imponente scultura all’interno della sede espositiva, rendendo partecipi i visitatori del processo creativo della sua opera.

La mostra JAGO. The Exhibition è prodotta e organizzata da Arthemisia e da Jago Studio.

L’ARTISTA

JAGO è un artista italiano che opera nel campo della scultura, grafica e produzione video.
Nasce a Frosinone (Italia) nel 1987, dove ha frequentato il liceo artistico e poi il Accademia di Belle Arti (lasciata nel 2010).

Dal 2016, anno della sua prima mostra personale nella capitale italiana, ha vissuto e lavorato in Italia, Cina e America. È stato professore ospite al New York Academy of Art, dove ha tenuto una masterclass e diverse lezioni nel 2018. JAGO ha ricevuto numerosi premi nazionali e internazionali quali: la Medaglia Pontificia (consegnatagli dal cardinale Ravasi in occasione del premio delle Pontificie Accademie nel 2010), il premio Gala de l’Art di Monte Carlo nel 2013, il premio Pio Catel nel 2015, il Premio del pubblico Arte Fiera nel 2017 e ha inoltre ricevuto l’investitura come Mastro della Pietra al MarmoMacc del 2017.

All’età di 24 anni, su presentazione della storica dell’arte Maria Teresa Benedetti, è stato selezionato dal prof. Vittorio Sgarbi per partecipare alla 54a edizione della Biennale di Venezia, esponendo il busto in marmo di Papa Benedetto XVI (2009) che gli è valso la suddetta Medaglia Pontificia. Questa scultura giovanile è stata poi rielaborata nel 2016, prendendo il nome di “Habemus Hominem” e divenendo una

delle sue opere più significative. L’opera, che raffigura la spoliazione del Papa emerito da suoi paramenti, è stata esposta a Roma, nel 2018, presso il Museo Carlo Bilotti di Villa Borghese, con un numero record di visitatori (più di 3.500 durante la sola inaugurazione).
A seguito di un’esposizione all’Armory Show di Manhattan, JAGO si trasferisce a New York. Qui inizia la

realizzazione del “Figlio Velato”, opera ispirata al Cristo Velato del Sanmartino, esposta permanentemente all’interno della Cappella dei Bianchi nella Chiesa di San Severo fuori le mura. La ricerca artistica di JAGO occupa una complessa cornice concettuale che, tuttavia, fonda le sue radici nelle tecniche ereditate dai maestri del Rinascimento, tentando di instaurare un rapporto diretto con il pubblico mediante l’utilizzo dei video e dei social network, attraverso i quali condivide il processo produttivo delle sue opere.

Nel 2019, in occasione della missione Beyond dell’ESA (European Space Agency), JAGO è stato il primo artista ad aver inviato una scultura in marmo sulla Stazione Spaziale Internazionale. L’opera, intitolata

“The First Baby” e raffigurante il feto di un bambino, è tornata sulla terra a febbraio 2020 sotto la custodia del capo missione, Luca Parmitano. Da maggio 2020 Jago risiede a Napoli, dove lavora nel suo studio nella Chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi e dove, a inizio novembre, ha realizzato l’installazione “Look Down” in Piazza del Plebiscito, mentre il 1 ottobre 2021, installa l’opera “Pietà” nella Basilica di Santa Maria in Montesanto, in Piazza del Popolo a Roma.


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