Roma, Rosso20sette : Antonio Pronostico. Seduta di Coppia

Sabato 5 febbraio 2022 alle ore 18.00 Rosso20sette arte contemporanea presenta la mostra personale Seduta di coppia di Antonio Pronostico, vincitore del Premio Artribune come Migliore Illustratore 2021, accompagnata da un testo critico di Fabiagio Salerno.

Antonio Pronostico
Seduta di Coppia

Opening sabato 5 febbraio 2022 ore 18.00
Rosso20sette arte contemporanea

Via del Sudario 39 – Roma

Fino al 5 marzo 2022

Testo critico di Fabiagio Salerno
PROSSIMAMENTE

“[…] Nell’era della riproducibilità tecnica, ci sembra ovvio che l’ideazione di un oggetto (ordinario o straordinario che sia) sia un processo complicato, frutto degli sforzi di menti eccelse; mentre la sua produzione in serie sia un fatto meccanico, che non richiede sforzi. Il progettista di oggetti – il designer – è quindi un intellettuale privo di manualità, che modella le idee che qualcun altro realizzerà. Questo lo rende molto architetto e poco artigiano, poiché la sua idea è mediata da un processo industriale. Aver uniformato in quel processo la realizzazione degli oggetti a quella degli edifici, ha fatto sì che tutti i grandi architetti dell’era moderna si siano cimentati nel design di oggetti di largo impiego.

La sedia è la regina del design industriale (per qualcuno se la gioca con la lampada), perché è una sintesi dell’architettura: materia, forma e struttura si condensano in un oggetto semplice, la cui funzione è così chiara che non va spiegata. Invece della funzione sociale del design immaginato da Morris è rimasto poco: esiste una frattura profonda per cui gli oggetti di design sono così preziosi da elevare lo spirito elitario dell’alta borghesia. […]

L’architettura è un’immagine e il design è il suo decoro. Ci meravigliamo quando un progetto finito è davvero identico al suo render – e la sedia è un orpello tra gli altri: caratterizza l’immagine di uno spazio rigorosamente vuoto. Così perfino un oggetto d’uso quotidiano come la sedia ha finito per perdere la sua funzione. Il divano ci ha inghiottiti a tal punto da riuscire a diventare insieme seduta e tavolo da pranzo, che sfruttiamo mangiando sushi con lo sguardo proiettato nell’orizzonte di serie Netflix. Le cucine ruotano attorno a isole circondate di sgabelli, e nelle sale riunioni di Google spadroneggiano i pouff. […]

Con le sue Sedute di coppia Antonio Pronostico tenta di dar vita a oggetti spesso ostili, costringendo su sedie simbolo coppie di innamorati intenti nelle più varie attività: c’è chi prende un libro in cima a uno scaffale, chi amoreggia, chi si consola, chi sonnecchia. Sono sedie spesso scomode – questo si coglie anche nella stilizzazione del fumettista – eppure in questa serie di immagini Pronostico è riuscito in un’impresa che tante volte è sfuggita a chi quelle sedie le ha progettate: ci ha portato la vita.” (dal testo critico di Fabiagio Salerno)

Antonio Pronostico

Illustratore e fumettista, è nato nel 1987 a Tricarico e il giorno dopo si è trasferito a Potenza dove è cresciuto. Ora vive a Roma. Ha studiato comunicazione visiva a Firenze, dove ha iniziato a disegnare e con due grandi amici ha fondato il Collettivomensa, rivista autoprodotta di letteratura e fumetto. Nel 2019, insieme al regista Fulvio Risuleo, pubblica Sniff, il suo primo graphic novel, edito da Coconino Press. In seguito pubblica Passatempo (Coconino Press – 2019), Cinque – Giovanni Truppi (antologia – Coconino Press – 2019) e Tango (Coconino Press – 2021). Ha collaborato con le riviste: L’Espresso, La Repubblica (Web), La Stampa (Web), Internazionale, Domani, America (FR), Jacobin Italia, Artribune, Donna Moderna, Interni. Nel 2017 espone Amore, amore un corno, la sua prima personale presso la galleria Parione9 a Roma. Nel 2020 espone i suoi lavori presso la Galerie Glénat a Parigi. Ha vinto, inoltre, il Premio Artribune come Migliore Illustratore 2021.


INFO

Antonio Pronostico Seduta di Coppia
Testo di Fabiagio Salerno

Opening sabato 5 Febbraio 2022 ore 18.00

Rosso20sette arte contemporanea
Via del Sudario 39 – Roma

Fino al 5 marzo 2022
Orari
: dal martedì al sabato 11.00-19.30 – domenica su appuntamento

Rosso20sette arte contemporanea
Via del Sudario 39 – Roma
info@rosso27.com
tel.06 64761113
www.rosso27.com

Ufficio stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
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Bassano del Grappa (Vi) – RUTH ORKIN. Leggenda della fotografia

Fino al 2 maggio 2022, i Musei Civici di Bassano del Grappa propongono la prima retrospettiva italiana di Ruth Orkin (1921-1985), leggendaria figura di fotoreporter ma anche cineasta americana, autrice del lungometraggio indipendente “Little Fugitive”, realizzato assieme al marito Morris Engel, premiato con il Leone d’Argento al Festival di Venezia del 1953.

Fino al 2 Maggio 2022
Bassano del Grappa (Vi), Museo Civico

RUTH ORKIN.
Leggenda della fotografia

Ruth Orkin, Jinx at AMEX, Florence, 1951 © Ruth Orkin Photo Archive

L’opera di Orkin arriva in Italia in concomitanza del centenario della nascita della fotografa (1921), da poco omaggiata di una retrospettiva a New York e Toronto e da una monografia di Hatije&Cantz. Dopo Bassano (unica tappa italiana), l’antologica, realizzata assieme a DiChroma Photography, inizierà un tour europeo ed è attesa a San Sebastian, in Spagna, e a Cascais, in Portogallo.

Ad annunciare questo, che per il mondo della fotografia è un vero evento, è la nuova direttrice dei Musei Civici bassanesi Barbara Guidi: «sono molto lieta di presentare l’opera di questa protagonista della fotografia del Novecento. La sua capacità di fondere assieme, in un’alchimia perfetta e misteriosa, la forza coinvolgente del racconto e la freschezza dell’attimo catturato al volo, fa di lei una delle artiste tra le più affascinanti del secolo scorso».

Le immagini di Ruth Orkin sono delle intense interpretazioni, qualunque sia il soggetto del suo sguardo: personaggi illustri del mondo hollywoodiano o newyorchese – come Robert Capa, Lauren Bacall, Albert Einstein o Woody Allen – o situazioni di vita straordinariamente ordinaria. Emblematiche le sue immagini riprese perpendicolarmente dalla finestra del suo appartamento sul Central Park o la celeberrima “American Girl in Italy”, icona della fotografia del Novecento che ha il primato di essere il secondo poster più venduto al mondo e che ancora oggi, al tempo del “mee too”, sollecita accese discussioni sul tema del sessismo.

La bella Nina Lee Craig, studentessa statunitense di storia dell’arte che la Orkin aveva conosciuto al rientro da un reportage in Israele, diviene la protagonista di una sequenza di immagini scattate per le strade di Firenze che racconta l’esperienza di una giovane americana in viaggio nell’Italia del dopoguerra. In questi scatti permeati dall’atmosfera dei film americani degli anni Cinquanta, “Vacanze romane” in primis, la Orkin dimostra non solo di saper cogliere col suo obbiettivo situazioni potentemente iconiche, emblematiche, intriganti, ma di saper fare di queste immagini i lemmi di un racconto potentemente evocativo.

L’eco del linguaggio cinematografico ha un ruolo centrale nella poetica della Orkin.
Tanto negli scatti singoli quanto nei lavori composti da sequenze di fotogrammi, Orkin dà vita a veri e propri storytelling, dando prova di saper trasformare un “semplice” ritratto o un paesaggio urbano, sia esso di New York, di Roma o Venezia, in un racconto in cui luoghi e persone si rispecchiano l’uno nell’altro.

Il mondo del Cinema era del resto un luogo familiare a Ruth Orkin. Figlia d’arte, Ruth crebbe nella Hollywood degli anni d’oro, il secondo e terzo decennio del Novecento, da Mary Ruby, un’intensa interprete del muto. A dieci anni ebbe tra le mani la prima macchina fotografica, una Univex costata 39 centesimi, donatale per il suo compleanno. Dotata di un’indole avventurosa, ancora giovanissima parte in sella alla sua bici da Los Angeles per raggiungere New York e visitare l’Expo del 1939, registrando in suggestive immagini luoghi e persone incontrati in questo lungo e solitario viaggio.

Dopo aver sognato di diventare regista per la MGM, professione allora preclusa alle donne, Orkin si trasferisce a New York nel 1943 lavorando come fotografa in un locale notturno. Negli anni Quaranta scatta per i maggiori magazine del tempo come LIFE, Look, Laydies Home Journal divenendo una delle firme femminili più importanti della fotografia. Documenta inoltre il Tanglewood Music Festival – dove incontra Leonard Bernstein, Isaac Stern, Aaron Copland e molti altri. Nel ‘47 pubblica per il magazine “Look” la sequenza di scatti “Jimmy the Storyteller”. Appassionata di musica e di cinema ne immortala i protagonisti in ritratti vividi e straordinariamente intensi, ma rivolge la sua attenzione anche ad altri personaggi del jet set internazionale.

Nel 1951 “LIFE” le commissiona un reportage in Israele. Dalla successiva visita a Firenze nasce la citata “American Girl in Italy”. Poi l’adesione alla Photo League nel 1952, il matrimonio con Engel e la realizzazione di alcuni lungometraggi come “Little Fugitive” nominato agli Oscar per la migliore sceneggiatura. Una carriera di successo nella quale, accanto ai lavori per il New York Times e altre testate, Orkin continua il suo personale viaggio nella quotidianità dando vita a progetti originalissimi come “A World Outside My Window”, pubblicato nel ’78, con il quale racconta semplicemente ciò che scorre sotto le finestre di casa sua.


RUTH ORKIN
LEGGENDA DELLA FOTOGRAFIA

Museo Civico di Bassano del Grappa 18.12.2021 – 2.5.2022
Piazza Garibaldi 34 Bassano del Grappa (VI)
www.museibassano.it

Uffici stampa
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo Roberta Barbaro
T. +39 049 663499
E. roberta@studioesseci.net

Chiara Padovan
Comune di Bassano del Grappa T. +39 0424 519373
E. ufficiostampa@comune.bassano.vi.it

Comunicazione Musei Civici
T. +39 0424 519919
E. museo@comune.bassano.vi.it

IMMAGINE DI APERTURA Ruth Orkin, American Girl in Italy, Florence, 1951 © Ruth Orkin Photo Archive