Roma – Prorogata fino al 13 febbraio prossimo la mostra di Quayola a Palazzo Cipolla

La grande mostra “Re-coding” di Quayola a Palazzo Cipolla, prima personale dell’artista romano di fama internazionale nella Capitale, resterà aperta fino al 13 febbraio 2022, in virtù del grande successo di pubblico, stampa e critica ottenuto in questi mesi e della straordinaria affluenza di visitatori di cui ha goduto nelle ultime settimane.

FINO AL 13 FEBBRAIO 2022
PALAZZO CIPOLLA
VIA DEL CORSO, 320 ROMA

Entusiastica la reazione della maggior parte del pubblico che ha già potuto ammirare l’esposizione, come dimostrano alcuni dei numerosi commenti raccolti:

“La grande mostra personale di Quayola a Palazzo Cipolla a Roma, meraviglia e interroga, contamina e ibrida i due paradigmi. Straordinario lo spazio espositivo, il progetto curatoriale, chiarissima la didattica in mostra. Bravissimi tutti!!!”

“Bellissima!!! Mostra da non perdere per chi ama il design e la tecnologia. Allestimento top. Ero passato per caso davanti al museo e sono entrato in un cielo spettacolare … da vedere!!!!”

“Quayola è stato una sorpresa, scompone il Classico usando la tecnologia, mostra la Natura trasformarsi in una tavolozza di colori che giocano con l’anima. Ipnotico.”

“Poi mi direte se anche su di voi le opere di Quayola producono un effetto magnetico. Quayola – re-coding, mostra consigliatissima da vedere a Palazzo Cipolla a Roma.”

” Se non siete tipi da soliti musei e pensate che le mostre classiche possano annoiare i bambini, ecco la mostra che fa al caso vostro. Opere digitali che cambiano e statue create con l’aiuto della robotica… Vi verrà voglia di toccarle.”

Quayola
Laocoön #D20-Q1, 2016
Scultura in polvere di marmo e resina / Marbleresin Sculpture

La proroga di due settimane è resa possibile grazie all’impegno della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, che la promuove, e alla disponibilità dell’artista e dei prestatori delle opere.

La mostra, curata da Jérôme Neutres e Valentino Catricalà, è stata fortemente voluta dal Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro- Internazionale, e realizzata da POEMA con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia.

«Sono molto lieto di prolungare la fruizione della mostra “Re-coding” da parte dei visitatori di Palazzo Cipolla, offrendo loro l’opportunità di conoscere ed apprezzare un artista straordinario come Quayola, in grado di avvicinare i puristi della tradizione ai nuovi codici espressivi derivanti dalle tecnologie più attuali.» – ha dichiarato il Prof. Emanuele – «Quayola utilizza gli algoritmi che regolano il mondo digitale per scandagliare, con le infinite opportunità che la tecnologia gli offre, il processo di ricerca che è alla base dell’opera d’arte stessa, costruendo nuovi canoni estetici del tutto inediti. In questo percorso così innovativo e originale, è significativo che per Quayola sia fondamentale ispirarsi costantemente ai grandi maestri dell’arte classica, quali Raffaello, Botticelli, Rubens, Bernini, in un ideale e ineludibile dialogo tra il passato e il presente.».

Classe 1982, tra i più importanti esponenti della media-art a livello internazionale, Quayola appartiene a quella rara dinastia di creatori d’arte che, inventando un loro codice espressivo personale, hanno ri-masterizzato la storia dell’arte attraverso la sua visione. L’edificio storico di Palazzo Cipolla si è rivelato lo spazio ideale per esporre la storia dell’arte di Quayola, animata da un confronto permanente tra l’educazione classica dell’artista e il suo uso quotidiano dei mezzi di espressione visiva più futuristici. Le opere esposte, realizzate tra il 2007 e il 2021, ci restituiscono una panoramica completa del processo creativo dell’artista, spaziando dalla forma immateriale (i video) a quella materiale (le stampe o le sculture).

Lo spazio espositivo di Palazzo Cipolla osserverà i seguenti orari: dal martedì alla domenica ore 10.00 – 20.00 (il servizio di biglietteria termina alle ore 19.00); lunedì chiuso.

Uffici Stampa
Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale
Raffaella Salato
rsalato@fondazioneterzopilastrointernazionale.it | T. + 39 06 97625591

Arthemisia
Salvatore Macaluso
sam@arthemisia.it | M. +39 392 4325883
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272

IMMAGINE DI APERTURA – Locandina

Roma, Rosso20sette: Antonio Pronostico. Seduta di Coppia – Testo critico di Fabiagio Salerno

Sabato 5 febbraio 2022 alle ore 18.00 Rosso20sette arte contemporanea presenta la mostra personale Seduta di coppia di Antonio Pronostico, vincitore del Premio Artribune come Migliore Illustratore 2021, accompagnata da un testo critico di Fabiagio Salerno.

Antonio Pronostico
Seduta di Coppia

Opening sabato 5 febbraio 2022 ore 18.00
Rosso20sette arte contemporanea

Via del Sudario 39 – Roma

Fino al 5 marzo 2022

LA MOSTRA

Sedute di coppia

Testo critico di Fabiagio Salerno

Sulla rivista c’è un’immagine: un soggiorno dai pavimenti in resina. E un camino addossato al muro con due ciocchi di legno – cilindri perfetti, dalla corteccia liscia – che non bruciano. Non si vedono tracce di cenere, parrebbe che il fuoco non sia mai stato acceso. Enormi vetrate inquadrano un paesaggio da cartolina dai contorni sfumati nella nebbia, tra poco cadrà una nevivata copiosa. I muri caldi di cemento faccia-vista toccano terra esatti, non hanno battiscopa, segnano uno spazio perfettamente quadrato. Al centro un solo faro illumina una sedia, in acciaio cromato e pelle nera. È una Barcellona di Mies Van der Rohe, è vuota.

Non doveva finire così.
Quando alla fine dell’Ottocento William Morris diede slancio alle idee dell’Art and Craft, che hanno gettato le basi di quello che oggi chiamiamo design, non poteva avere idea del significato che la parola avrebbe assunto nel tempo: prodotti da cartolina per un pugno di ricchi. Con lo sviluppo dell’industria e la cultura del consumo di massa, la preoccupazione di Morris era far sì che si producessero prodotti di qualità alla portata di tutti – terrorizzato dalla prospettiva che la realizzazione in serie di oggetti comuni ci avrebbe condotti ad abbrutimento e omogolazione.

Sono un architetto. Un giorno chiesi a un falegname di Firenze di fare delle sedie per una casa in collina di clienti facoltosi. Gli diedi piena libertà: al contrario di quanto avveniva in epoca proto-industriale, oggi è un lusso possedere oggetti artigianali. Il falegname mi consegnò una serie di sedie comodissime e dai dettagli ineccepibili, ma anonime. Rimasi deluso. Mi spiegò che questo è ciò che fanno gli artigiani da sempre: prodotti funzionali. La distorsione è pretendere che un falegname sia necessariamente un artista. Ne esistono di falegnami-artisti, ma se a un falegname chiedi una sedia, molto probabilmente ti darà una sedia a forma di sedia. Nella visione di Morris il design industriale doveva essere il ponte tra l’artigiano e i consumatori, che avrebbero avuto finalmente la possibilità di elevare la propria esistenza tramite bellissimi prodotti a basso costo.

Nell’era della riproducibilità tecnica, ci sembra ovvio che l’ideazione di un oggetto (ordinario o straordinario che sia) sia un processo complicato, frutto degli sforzi di menti eccelse; mentre la sua produzione in serie sia un fatto meccanico, che non richiede sforzi. Il progettista di oggetti – il designer – è quindi un intellettuale privo di manualità, che modella le idee che qualcun altro realizzerà. Questo lo rende molto architetto e poco artigiano, poiché la sua idea è mediata da un processo industriale. Aver uniformato in quel processo la realizzazione degli oggetti a quella degli edifici, ha fatto sì che tutti i grandi architetti dell’era moderna si siano cimentati nel design di oggetti di largo impiego. La sedia è la regina del design industriale (per qualcuno se la gioca con la lampada), perché è una sintesi dell’architettura: materia, forma e struttura si condensano in un oggetto semplice, la cui funzione è così chiara che non va spiegata.

Invece della funzione sociale del design immaginato da Morris è rimasto poco: esiste una frattura profonda per cui gli oggetti di design sono così preziosi da elevare lo spirito elitario dell’alta borghesia. Ho iniziato a capirlo quando ho visto portare in soggiorno una LC2, la poltrona disegnata da Le Corbusier, e dopo lo scatto di una foto riportarla via. L’architettura è un’immagine e il design è il suo decoro. Ci meravigliamo quando un progetto finito è davvero identico al suo render – e la sedia è un orpello tra gli altri: caratterizza l’immagine di uno spazio rigorosamente vuoto.

Così perfino un oggetto d’uso quotidiano come la sedia ha finito per perdere la sua funzione. Il divano ci ha inghiottiti a tal punto da riuscire a diventare insieme seduta e tavolo da pranzo, che sfruttiamo mangiando sushi con lo sguardo proiettato nell’orizzonte di serie Netflix. Le cucine ruotano attorno a isole circondate di sgabelli, e nelle sale riunioni di Google spadroneggiano i pouff.

In un viaggio in Marocco mi innamorai di uno spazio senza sedie. Attorno a un vuoto dal perimetro irregolare, si distribuivano sedute fatte di cassetti, sportelli e anfratti polverosi. Sopra uno scaffale basso si snodava un serpentone di cuscini, a volte doppi o tripli, dove erano assenti emergeva il nudo del legno. Su quella che possiamo quasi considerare una sorta di singolarissima sedia stavamo in venti, poi c’erano due gatti, qualche libro, un pezzo di pane e un narghilè. Mentre quella seduta ci accoglieva parlavamo tra noi, intenti a osservare il centro vuoto. La vita era lungo il perimetro. Sono certo che se avessi dovuto fotografare quell’enorme spazio vuoto ci avrei messo una sedia griffata, disegnata da un grande architetto.

Con le sue Sedute di coppia Antonio Pronostico tenta di dar vita a oggetti spesso ostili, costringendo su sedie simbolo coppie di innamorati intenti nelle più varie attività: c’è chi prende un libro in cima a uno scaffale, chi amoreggia, chi si consola, chi sonnecchia. Sono sedie spesso scomode – questo si coglie anche nella stilizzazione del fumettista – eppure in questa serie di immagini Pronostico è riuscito in un’impresa che tante volte è sfuggita a chi quelle sedie le ha progettate: ci ha portato la vita.

Antonio PronosticoSeduta di Coppia

Antonio Pronostico

Illustratore e fumettista, è nato nel 1987 a Tricarico e il giorno dopo si è trasferito a Potenza dove è cresciuto. Ora vive a Roma. Ha studiato comunicazione visiva a Firenze, dove ha iniziato a disegnare e con due grandi amici ha fondato il Collettivomensa, rivista autoprodotta di letteratura e fumetto. Nel 2019, insieme al regista Fulvio Risuleo, pubblica Sniff, il suo primo graphic novel, edito da Coconino Press. In seguito pubblica Passatempo (Coconino Press – 2019), Cinque – Giovanni Truppi (antologia – Coconino Press – 2019) e Tango (Coconino Press – 2021). Ha collaborato con le riviste: L’Espresso, La Repubblica (Web), La Stampa (Web), Internazionale, Domani, America (FR), Jacobin Italia, Artribune, Donna Moderna, Interni. Nel 2017 espone Amore, amore un corno, la sua prima personale presso la galleria Parione9 a Roma. Nel 2020 espone i suoi lavori presso la Galerie Glénat a Parigi. Ha vinto, inoltre, il Premio Artribune come Migliore Illustratore 2021.


INFO

Antonio Pronostico Seduta di Coppia
Testo di Fabiagio Salerno

Opening sabato 5 Febbraio 2022 ore 18.00

Rosso20sette arte contemporanea
Via del Sudario 39 – Roma

Fino al 5 marzo 2022
Orari
: dal martedì al sabato 11.00-19.30 – domenica su appuntamento

Rosso20sette arte contemporanea
Via del Sudario 39 – Roma
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tel.06 64761113
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Ufficio stampa
Roberta Melasecca
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