Qual è il rapporto tra Fotografia, Paesaggio & Interpretazione personale delle immagini?

Questa la domanda alla base di “Frammenti Fotografici”, il prossimo workshop di Jardino dedicato alle tecniche fotografiche e alle pratiche di immersione nel paesaggio.

Il workshop si svolgerà come segue: dopo un’introduzione tecnica sulla selezione dei soggetti e alla composizione di una fotografia, i partecipanti esploreranno i dintorni del canale della Martesana per realizzare diversi scatti che verranno poi rivisti con il gruppo durante una sessione di feedback.

Il workshop sarà condotto da Lucrezia Costa, artista ospite in residenza da Jardino. Lucrezia si è laureata in Fotografia alla LABA, e in Arti Visive e Studi Curatoriali alla NABA. Ha esposto i suoi lavori sia in Italia (Mudec, Area Contesa, Base Milano, StudioEo, sia all’estero (Shacklewell Lane, Londra, Joya:AiR, Andalusia, Spagna).

Data : domenica 13 febbraio dalle 14:30 alle 17:30
Prezzo : 30€ per le 3 ore di workshop
Posti limitati disponibili

Lecce, Fondazione Biscozzi | Rimbaud – Salvatore Sava. L’altra scultura

La Fondazione Biscozzi | Rimbaud dedica la propria seconda mostra, dopo quella inaugurale su Angelo Savelli, a Salvatore Sava, classe 1966, scultore salentino tra i più significativi della propria generazione in Italia.

Due sue opere – Sentieri interrotti del 1998 e Rosa selvatica del 1999 – sono già presenti nell’allestimento permanente della sede museale della nuova Fondazione leccese, in virtù dell’ammirazione nutrita per lui, fin dagli esordi, dalla coppia di collezionisti costituita da Luigi Biscozzi (scomparso nel settembre del 2018) e dalla moglie Dominique Rimbaud, attuale presidente della Fondazione.

Salvatore Sava. L’altra scultura

Lecce, Fondazione Biscozzi | Rimbaud
6 febbraio – 25 settembre 2022

Salvatore Sava, Trappola per il vento, 1998, resina, fibra di vetro e smalto, 50 × 60 × 14 cm

La mostra comprende circa trenta lavori, che coprono un ampio arco della produzione dell’artista, oggetto delle acute investigazioni critiche, tra gli altri, di Luciano Caramel e di Giuseppe Appella. L’intento del curatore, il direttore scientifico Paolo Bolpagni, è di esporre anche diverse opere – di datazione fra gli anni Novanta e oggi – rimaste finora inedite, che svelano aspetti e ricerche di Sava restati in ombra, ma meritevoli di grande attenzione. Ormai proverbiale è infatti il ricorso, nelle sue sculture, al ferro, alla pietra leccese, all’acciaio, più di recente ai colori fluorescenti, ma in realtà l’universo creativo di questo originale artista comprende anche materiali e media differenti. In particolare, saranno per la prima volta presentati i cicli dei “neri” polimaterici, dei lavori in legno, in resina, in fibra di vetro e smalto, dei collages metallici su cartone, che rivelano un volto diverso dell’artista, la cui potenza espressiva sarà una sorpresa sia per quanti già lo conoscono, sia per chi si accosterà senza precognizioni alla sua produzione.

Come scrive Bolpagni: «centrale è e resta comunque il tema della natura, che però non è rappresentata, ma emblematizzata in forme pure e talvolta rudi, vissuta con la consapevolezza appassionata di chi ha le proprie radici in una terra profondamente “sentita”, quella del Salento, cui Sava è voluto rimanere fedele. Perciò anche il dramma della xylella, il batterio che ha distrutto una grande parte dei secolari ulivi, non è evocato in termini retorici, né tanto meno politici, bensì vissuto, per così dire, dal di dentro, in maniera autentica e sofferta, interiorizzata. Càpita che alcune delle recenti sculture di Salvatore Sava ricordino arbusti disseccati, nei quali la natura vegetale è stata sostituita dal metallo e dalla pietra, come a seguito di una metamorfosi dovuta ai disastri ambientali che ci minacciano. Il pensiero corre a un celebre episodio del film Sogni di Akira Kurosawa, ma tutta l’opera di Sava possiede una forza singolare e personalissima, che rende arduo l’accostamento a modelli e l’istituzione di parallelismi».

La Fondazione Biscozzi | Rimbaud, aperta a Lecce dal marzo del 2021 in piazzetta Baglivi in un palazzetto storico ristrutturato nel rispetto dell’architettura locale e accolta con entusiasmo e partecipazione dal pubblico e dalla critica, pur nell’alternanza di aperture e chiusure dovute alla pandemia, annovera opere importanti di grandi nomi italiani e internazionali dell’arte del Novecento (Filippo de Pisis, Arturo Martini, Enrico Prampolini, Josef Albers, Alberto Magnelli, Luigi Veronesi), con particolare riferimento agli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta: Fausto Melotti, Alberto Burri, Piero Dorazio, Renato Birolli, Tancredi, Emilio Scanavino, Pietro Consagra, Kengiro Azuma, Dadamaino, Agostino Bonalumi, Angelo Savelli, Mario Schifano e molti altri.

La bella mostra di Sava rappresenta dunque un’occasione per vedere anche la collezione permanente.

BIOGRAFIA SALVATORE SAVA

Ritratto di Salvatore Sava (2021)

Salvatore Sava è nato nel 1966 a Surbo (Lecce), dove attualmente vive e lavora.
La sua formazione è avvenuta tra la città d’origine, Roma e ripetuti soggiorni all’estero.
Dal 1990 insegna all’Accademia di Belle Arti di Lecce.
La sua prima mostra personale risale al 1983. Nell’attività più recente ha privilegiato il lavoro nelle tre dimensioni, ma si dedica anche alla grafica, alla pittura e alla fotografia, affrontando spesso temi di natura ecologica.
Tra le personali: 1996, Magica Luna, a cura di Luciano Caramel, Castello Carlo V, Lecce; 1999, Tramontana, a cura di Luciano Caramel, Galleria San Carlo, Milano; 2001, Salvatore Sava. Opere 1994-2001, a cura di Luciano Caramel, Castello Carlo V, Lecce; 2009, Eliomorfosi, a cura di Luciano Caramel, Galleria San Carlo, Milano; 2010-2011, Il candido presepe di Salvatore Sava, a cura di Giuseppe Appella, Duomo di Orvieto; 2011, Le radici della speranza, a cura di Massimo Guastella, MAP – Museo della Scultura Contemporanea, Brindisi; 2014, Follie barocche, a cura di Letizia Gaeta e Massimo Guastella, Università del Salento e Monastero degli Olivetani, Lecce; 2019, Salvatore Sava. Echi di natura in giallo fluo, a cura di Rosella Ghezzi, Galleria San Carlo, Milano; 2021, Estate in Accademia, Accademia di Belle Arti, Lecce.
Nel 2005 ha partecipato alla XIV Quadriennale d’Arte di Roma. Nel 2006 ha vinto il Premio internazionale di scultura “Terzo Millennio” a Erbusco (Brescia) e ha partecipato alla mostra Scultura internazionale ad Agliè presso il Castello di Agliè (Torino). Nel 2008 ha vinto il Premio Mastroianni nell’ambito della sesta Biennale Internazionale di Scultura della Regione Piemonte, a Torino. Nel 2010 ha esposto nella mostra Gualtiero Marchesi e la grande cucina italiana al Castello Sforzesco di Milano ed è stato presente alla Biennale d’Arte Sacra del Gran Sasso. Nel 2012 ha vinto il Premio Limen Arte per la scultura a Vibo Valentia; nel 2017 ha partecipato alla collettiva L’arte e il suo calore, a cura di Flaminio Gualdoni, nel Museo Civico di San Cesario di Lecce.
Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private di importanti istituzioni italiane: la Banca Nazionale del Lavoro di Roma, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, il MUSMA – Museo della Scultura Contemporanea di Matera, il MIG – Museo Internazionale della Grafica di Castronuovo di Sant’Andrea, la Fondazione Ragghianti di Lucca, la Fondazione Biscozzi | Rimbaud di Lecce.

Ufficio-stampa: Lucia Crespi, tel. 02 89415532 – 02 89401645, lucia@luciacrespi.it

IMMAGINE DI APERTURA – Salvatore Sava, Lifting eurobarocco, 2002 cemento, pietra leccese, smalto e rame, 60 (diametro) × 20 cm

Roma, MICRO Arti Visive: Marcello Grottesi. Vita e arte sul filo della memoria

Giovedì 24 febbraio 2022, negli spazi di Micro Arti Visive di Paola Valori a Roma, si inaugura alle 18.30 la mostra “Marcello Grottesi. Vita e arte sul filo della memoria”, occasione per riaprire un capitolo degli irripetibili anni ’70 e per mettere a fuoco il protagonismo di uno dei suoi migliori interpreti. Eccentrico, disallineato, artista tra i più versatili (regista, pittore, scultore, attore, performer), Marcello Grottesi è un personaggio chiave della Romadi quegli anni, quando la città, dopo Parigi e New York, torna ad essere uno dei più importanti centri di sperimentazione dell’arte contemporanea in Italia.

Marcello Grottesi.
Vita e arte sul filo della memoria

a cura di Pier Paolo Grottesi e Clarissa Grottesi
in collaborazione con Paola Valori

Inaugurazione 24 febbraio 2022 ore 18.30

MICRO Arti Visive
Viale Mazzini 1 Roma

Fino al 3 marzo 2022

LA BIOGRAFIA

L’esposizione, che pone l’accento sulla linea poetica di Grottesi, è stata fortemente voluta dai figli Pier Paolo e Clarissa per ripercorrere i momenti salienti dell’evoluzione artistica del padre, raccogliendone l’insegnamento e riorganizzando l’Archivio con puntigliosa precisione, presso la casa del Maestro nel quartiere Prati a Roma.

Un grande periodo di fermento e idee rivoluzionarie – scrive Paola Valori in catalogo- che con questa mostra si intende approfondire per tentare di collocare al giusto posto il valore del Laboratorio ‘70 che Grottesi, assieme a Gianfranco Notargiacomo e Paolo Matteucci hanno contribuito a forgiare”.

È il 1968 quando Grottesi riunisce Gianfranco Notargiacomo e Paolo Matteucci in via Brunetti: da lì, da ciò che nel tempo diventerà il Laboratorio ‘70, poi Gruppo di via Brunetti – di cui fece parte inizialmente anche Gino De Dominicis – prenderanno le mosse una serie di attività fuori dagli schemi, con performance in strada e i primi veri e propri “blitz” urbani, eventi che si svolgevano nelle pubbliche piazze con l’intento di scardinare le regole del sistema dell’arte e di una Roma papalina che reggeva il potere delle coscienze.

Non a caso, si svolge nell’area del Vaticanola prima “azione”: nel momento in cui il Papato sta per opporsi all’uso della pillola anticoncezionale, Grottesi insieme a Notargiacomo e Matteucci installano in Piazza San Pietro delle gigantesche pillole in legno dipinto di giallo, arrecanti la scritta PINCUS: il subbuglio tra passanti e il traffico è assicurato. Questo evento performativo e gli altri che verranno sono meticolosamente ripresi dal regista Mario Carbone, che realizza una sorta di documentario sul gruppo (Zoomtrack).

Dal 24 febbraio, dunque, si riavvolge il nastro per tornare indietro negli anni in cui Roma metteva in campo i suoi migliori talenti, artisti ma anche galleristi, curatori, critici e intellettuali. Sono gli anni di Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini, della galleria l’Attico di Fabio Sargentini, e dei film di Federico Fellini: una “dolce vita” che non sarà più replicabile ma di cui se ne insegue costantemente l’esempio.


INFO

“Marcello Grottesi. Vita e arte sul filo della memoria”
a cura di Pier Paolo Grottesi e Clarissa Grottesi
in collaborazione con Paola Valori

Inaugurazione 24 febbraio 2022 ore 18.30

Fino al 3 marzo 2022
Orari: dal lunedì al sabato 15.30 -19.30 – domenica chiuso

MICRO | Arti Visive
Viale Mazzini 1 – Roma
www.microartivisive.it
info@microartivisive.it
tel. +39 347.0900625

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
tel 3494945612
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www.melaseccapressoffice.it
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IMMAGINE DI APERTURA – Invito