Marcello Grottesi. Vita e arte sul filo della memoria. La biografia

Giovedì 24 febbraio 2022, negli spazi di Micro Arti Visive di Paola Valori a Roma, si inaugura alle 18.30 la mostra “Marcello Grottesi. Vita e arte sul filo della memoria”, occasione per riaprire un capitolo degli irripetibili anni ’70 e per mettere a fuoco il protagonismo di uno dei suoi migliori interpreti. Eccentrico, disallineato, artista tra i più versatili (regista, pittore, scultore, attore, performer), Marcello Grottesi è un personaggio chiave della Romadi quegli anni, quando la città, dopo Parigi e New York, torna ad essere uno dei più importanti centri di sperimentazione dell’arte contemporanea in Italia.

Marcello Grottesi.
Vita e arte sul filo della memoria

a cura di Pier Paolo Grottesi e Clarissa Grottesi
in collaborazione con Paola Valori

Inaugurazione 24 febbraio 2022 ore 18.30

MICRO Arti Visive
Viale Mazzini 1 Roma

Fino al 3 marzo 2022

LA MOSTRA
Marcello Grottesi, 1998

Marcello Grottesi nasce a Roma l’8 Marzo 1939.  Sin da giovanissimo, si dedica al disegno come scoperta e rifugio creativo. Il 1952 segna l’avvio al cinema in occasione del primo film di Dino Risi: Vacanze col gangster.

Nel 1960 è a Nizza dove soggiorna nel corso degli anni seguenti in Avenue de Provence, a Cimiez, dove frequenta il Museo dedicato all’artista francese Matisse. Nell’ armonia essenziale delle figure della Cappella di S.Paul de Vence trova taciti riferimenti al modo spontaneo di fare pittura. Nel 1965 a Roma la prima mostra “Attimi”: forme astratte in Via del Babuino, suscita molta provocazione. Seguiranno tantissime altre manifestazioni sempre nel segno della ricerca di Forma e Sostanza del linguaggio pittorico. 

Nel 1968 fonda Il Gruppo di Via Brunetti, Laboratorio ’70, con Gianfranco Notargiacomo e Paolo Matteucci, in seguito si unirà Gino De Dominicis, vivacizzando la scena artistica romana con performance d’Avanguardia molto provocatorie, di carattere ambientale spostando l’espressione artistica dal luogo tradizionalmente deputato a contenerla, la galleria d’arte, verso le piazze e le strade: dalle Pillole Pincus anticoncezionali lanciate a Piazza San Pietro, alla Ghigliottina trasportata in Piazza del Popolo e molti altri. Nel 1969 Palma Bucarelli Sovrintendente alla Galleria Nazionale d’ Arte Moderna decide di proiettare il film Zoomtrack nelle sale della Galleria. Il gruppo è poi invitato anche alla Sixième Biennale de Paris. Sul finire del 1969 lo scioglimento del gruppo.

Tra il 1968 e il 1971 Grottesi realizza due lungometraggi in qualità di autore e regista: Time e Il Gesto, presentati alla Qinzaine des Rèalisateurs di Cannes. È invitato poi al Festival di Mannhein. Nel 1972 riceve il Titano d’ Argento per il film Il Gesto, Repubblica della città di San Marino, partecipa al Festival di Avignone e al Festival di Parigi. Nel 1976 gli viene consegnato il Premio Europa, per il miglior cortometraggio a colori: Oltre Concerto, Bruxelles. Ancora nel 1976 è a Venezia con alcune mostre in: Campo Santo Stefano e Frezzeria. Alcuni incontri: a Venezia Turcato lo vuole accanto a sé in una delle sue mostre veneziane; Mario De Luigi ne scriverà entusiasta: “ Marcello! Quel quadro nero, guardalo! È un capolavoro”, offrendogli uno spazio per dipingere in laguna. Nel 1977 conosce il regista A. Lattuada che gli scrive il testo in occasione della stampa di una cartella di litografie. Sempre nel 1977, l’Assessore alla Cultura di Roma, Renato Nicolini, invita Grottesi a presentare una mostra personale di film documentari sul Barocco Romano, proiettati in Piazza Margana. Tra le mostre: nel 1985 Emozione della Materia al Museo di Castel Sant’Angelo a Roma, grande successo di pubblico internazionale. Nel 1995 a Roma alla Galleria di Palazzo Falconieri, Accademia d’Ungheria in Via Giulia, la mostra di pittura Realtà dell’Assenza altro successo di pubblico: i Tedeschi esclamavano “Wunderbar”, gli Americani si entusiasmavano, un prete Spagnolo pronunciò: “ quell’artista ha superato il computer”, i Giapponesi esprimevano consenso con il loro continuo fotografare, gli Inglesi scrivevano: “Amazing”.

Nel 1993, è invitato in Germania per una serie di mostre: Echo Welle Geometrie, personale di pittura alla Scarpati’s Galerie, Wuppertal, Kunst Auf der Talsohle, itinerario di pittura e scultura, Wuppertal, Ursprung, Galerie L, personale di pittura a Moenchengladbach, Dusseldorf, 1996.

Nel mese di Marzo 2002 è ospitato negli spazi quattrocenteschi della Sala del Bramante di Piazza del popolo a Roma con una mostra Antologica di opere pittoriche del 1990 al 1996, patrocinata dall’Assessore alle Politiche Culturali di Roma.

Nell’ aprile del 2002 viene invitato dall’Assesorato alle Politiche Culturali di Prato ad esporre con la mostra: Origine, la prima fase dell’ultima ricerca pittorica. Nel 2003, Grottesi decide di scrivere la sua biografia che viene stampata dopo due anni di lavoro per i tipi della Pieraldo Editore Roma. Nell’ Aprile del 2006, il libro è presentato su

iniziativa del Sindaco di Roma Walter Veltroni e l’Assessore Gianni Borgna presso la Sala Pietro da Cortona in Campidoglio. Nel Maggio 2010 a cura di Achille Bonito Oliva, si inaugura il nuovo Museo MAXXI a Roma e viene presentata in esclusiva una video installazione Esperienze 1968 di tutto il gruppo di Via Brunetti. Nel Settembre del 2011, Grottesi è invitato con il corto Zoomtrack alla 68 Biennale di Venezia Cinema Orizzonti anni ’60-70. Nel 2012 La Cineteca Nazionale e il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dedica un “Grottesi Day” con proiezione del suo ultimo film “Oltre” del 2010 al Cinema Trevi, Roma. Sempre nel 2012 Mostra Personale I Magazzini della Memoria 1968-2012, proiezione del film Oltre, Antico Palazzo della Pretura, Castell’Arquato.

Nel 2012 VII Edizione del Festival del Film di Roma Anarchitaly film documentario di D. Farina

Nel Maggio 2013 è a Palazzo Trinci, Foligno con la Performance “Colazione sull’ Erba 2013”,

a cui segue la proiezione del film Time all’Isola del Cinema, Roma, sempre nel 2013 realizza il film

Controvento“. Nel 2014 la mostra ” Natura Notturna” con Proiezione del Film Oltre, presso la Galleria Angelica, Roma. Nel Marzo 2015 avviene la Prima della proiezione del film ” Un Tocco di Colore” Cinema Azzurro Scipioni Roma. Il 6 Maggio 2016 esce il nuovo film “Galleria del Tempo” prima al Cinema Azzurro Scipioni Roma. Nell’Ottobre 2017 la prima di Roma la Toppa al Cinema Azzurro Scipioni, Roma. Venerdi 1 Dicembre 2017 viene proiettato il film Oltre in ricordo della amatissima Mariolina scomparsa il 4 Marzo dello stesso anno. Del 2018 Respiro dell’Orso e la Mostra Paesaggi della Memoria, alla Galleria Angelica Roma. Febbraio 2019 la sua ultima Mostra Altre Visioni, alla Virus Art Gallery di Roma. Maggio 2019 il suo ultimo film Il Giudizio Strappato prima al Cinema Azzuro Scipioni Roma. Il Grande maestro ci lascia il 17 Gennaio 2020.


INFO

“Marcello Grottesi. Vita e arte sul filo della memoria”
a cura di Pier Paolo Grottesi e Clarissa Grottesi
in collaborazione con Paola Valori

Inaugurazione 24 febbraio 2022 ore 18.30

Fino al 3 marzo 2022
Orari: dal lunedì al sabato 15.30 -19.30 – domenica chiuso

MICRO | Arti Visive
Viale Mazzini 1 – Roma
www.microartivisive.it
info@microartivisive.it
tel. +39 347.0900625

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
tel 3494945612
roberta.melasecca@gmail.com
www.melaseccapressoffice.it
www.interno14next.it

IMMAGINE DI APERTURA – Invito

Pisa, Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi: Caccia al tesoro… a Carnevale

Il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi (Comune di Pisa, Università di Pisa) organizza: 

CACCIA AL TESORO… A CARNEVALE 

Attività per famiglie

Domenica 27 febbraio 2022, ore 16:00

Età consigliata: 6 – 11 anni

In occasione del Carnevale, vi aspettiamo al Museo per divertirci con un’appassionante Caccia al Tesoro tra le opere esposte nella mostra Mitografie e altre favole. Le stampe di Renzo Galardini. Gli indizi che troveremo ci condurranno alla parola segreta che ci ispirerà per realizzare una coloratissima opera d’arte.  

Costo: 4 € – Partecipazione su prenotazione fino ad esaurimento dei posti disponibili. 

Gli accompagnatori dei partecipanti potranno usufruire di una visita guidata gratuita alle mostre in corso durante lo svolgimento della Caccia al Tesoro.

Prenotazioni all’indirizzo e-mail: educazione.museodellagrafica@sma.unipi.it

Scadenza prenotazioni: venerdì 25 febbraio, ore 13:00 

È richiesta la presenza di un adulto accompagnatore per tutta la durata dell’attività

Per maggiori informazioni


Email: educazione.museodellagrafica@sma.unipi.it – Telefono: 050 2216059/070  

Per accedere al Museo è necessaria la certificazione verde rafforzata COVID-19 per gli adulti accompagnatori

IMMAGINE DI APERTURA – Invito

Pele e Alma – Il nuovo album del compositore Alessandro De Rosa e dell’artista brasiliana Fantine Tho

Il 22 febbraio 2022 è la data in cui uscirà su tutte le piattaforme digitali Pele e Alma, il nuovo album realizzato dal compositore e produttore Alessandro De Rosa e dalla cantautrice brasiliana, performer e attivista Fantine Tho, due volte disco di platino in Brasile.

Questo concept album si configura come un viaggio musicale alla ricerca di ciò che ci collega a noi stessi, all’altro e alla natura.

Il tessuto sonoro, elettronico e acustico, di tradizione e sperimentazione, abbraccia e sostiene la voce femminile di Fantine Tho, che dalla narrazione di storie simboliche e universali di crescita personale, si trasforma sempre più spesso in canto.

“Alma” è una coscienza superiore che tende la mano e indica una possibile via verso una diversa comprensione delle cose. A lei si contrappone “Pele”, una voce maschile graffiante, spesso disperata e, nel bene e nel male, costantemente alla ricerca.  

Due identità, quindi, ma accomunate da un medesimo destino. Lei lo chiama a sé, ma lui sta cercando qualcosa che non ha ancora trovato. La natura è l’ispirazione. L’armonia è l’obiettivo.

Pele e Alma è la versione portoghese del progetto internazionale (in lingua inglese) Flesh and Soul, in uscita nei prossimi mesi. L’album, della durata di 70 minuti, è una sorta di “meditazione musicale e si compone in totale di 8 tracce: un’ouverture chiamata Perseverança (O Sol Nascente) seguita da altri 7 “passaggi”. L’intento è stato quello di condurre i due protagonisti, e speriamo anche l’ascoltatore, da una condizione di frammentazione, ad una più profonda capacità di connessione, anzi, di riconnessione, con se stessi e col mondo circostante.” – Alessandro De Rosa

Le musiche di Pele e Alma sono profondamente legate al libro-eserciziario di prossima pubblicazione, composto dalle stesse storie narrate nell’album, da esercizi, percorsi di pratica meditativa, e dalle suggestive illustrazioni di Greta Desirèe Facchinato.

Come artista brasiliana, Fantine Tho e il suo gruppo di lavoro Green Atlantic, da lei fondato, sono particolarmente sensibili rispetto alle serie problematiche ambientali legate al grande polmone amazzonico, oggi più che mai sfruttato e minacciato. Quando mi contattò aveva l’esigenza di modificare il suo percorso artistico e aprirsi ad un nuovo universo sonoro. Il suo desiderio era quello di contribuire ad amplificare la riflessione sulle grandi problematiche ambientali partendo proprio da questa “svolta” nella sua attività artistica. Così ho accettato la sfida. Siamo infatti entrambi convinti che il mondo interno ed esterno vadano intesi in realtà come un tutt’uno, e che quindi non si possa incentivare un cambiamento in uno dei due senza prendere in considerazione anche l’altro.” – Alessandro De Rosa

Biografia Alessandro De Rosa

Alessandro De Rosa (Milano, 1985) è un compositore, produttore, songwriter diplomato al Conservatorio Reale dell’Aia, Paesi Bassi. È biografo del Maestro Ennio Morricone e coautore con lui della sua autobiografia in conversazione “Ennio Morricone. Inseguendo quel suono. La mia musica, la mia vita” (Mondadori Libri, 2016-2020-2021) tradotta in molte lingue tra le più parlate al mondo, e del podcast “Io e Ennio Morricone” (Amazon Audible, Feb. 2020). Come compositore e arrangiatore, ha scritto sia musica da concerto che musica applicata e ha collaborato per molti anni con il cantante Jon Anderson (Yes, Vangelis, Kitaro) e società come Pastelle Music, Amadeus Music, Rai Com e altre compagnie di musica applicata. La sua musica da concerto è stata eseguita in prestigiosi festival e luoghi come Biennale Musica – La Biennale di Venezia, De Doelen (Rotterdam), Gaudeamus (Utrecht). Attualmente lavora come musicista freelance, biografo di riferimento del Maestro Ennio Morricone e autore\speaker per RSI (Radiotelevisione Svizzera di Lingua Italiana) e Amazon Audible.

Biografia Fantine Tho

Fantine Tho (Amazzonia, Brasile, 1979) è una cantautrice e performer, Sony Music Brazil Pop Artist, con la band brasiliana Rouge. Pluripremiata e vincitrice di più dischi di platino in Brasile, Ha studiato yoga e meditazione con il famoso Guru Dev Sri Sri Ravi Shankar nel sud dell’India. Attualmente è ambasciatrice della missione di riforestazione globale della IAHV (International Association of Human Values), Mission Green Earth ed è fondatrice del gruppo di lavoro a scopo benefico e ambientale Green Atlantic. La sua canzone “Wonder” è stata scelta all’unanimità per rappresentare la 19a Conferenza Internazionale delle Donne, il più grande movimento per la pace del mondo, l’Art of Living. Crescere in mezzo a più culture oltre a vivere all’estero in più paesi ha svolto un ruolo chiave nel plasmare la sua musica, le scelte professionali e gli sforzi filantropici con lo scopo di promuovere la connessione con noi stessi, gli altri e il pianeta. Convivere umanamente e armoniosamente celebrando la diversità.


UFFICIO STAMPA | CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

051 6569105 – 392 2527126                 

info@culturaliart.com  | www.culturaliart.com
Facebook: Culturalia | Instagram: Culturalia_comunicare_arte
Linkedin: Culturalia di Norma Waltmann | Youtube: Culturalia

IMMAGINE DI APERTURA PELE E ALMA – COVER

Egon Schiele: “Fanno un sacco di pubblicità con i miei disegni proibiti”

di Sergio Bertolami

36/2 (Parte prima) – I protagonisti

Non soltanto la guerra, ma anche la pandemia d’influenza spagnola, falcidiarono milioni di vittime. «La guerra è finita e devo andare – scrive Egon Schiele ansioso di riprendere a pieno ritmo il suo lavoro d’artista – I miei dipinti saranno esposti in tutti i musei del mondo». In quell’anno 1918 arriva la tanto sognata svolta con la 49ª mostra della Secessione. Schiele espone 19 tele ad olio e una trentina fra disegni ed acquerelli: vende ben cinque dipinti. La Österreichische Galerie Belvedere acquisisce il Ritratto di Edith, sua moglie: è il primo acquisto di una sua opera da parte di un museo austriaco. È lui che disegna il manifesto dell’importante mostra: una specie di tavola rotonda dell’avanguardia austriaca. Schiele siede a capotavola, gli altri personaggi rimangono indistinti, sono artisti e ammiratori del suo lavoro: Georg Merkel, Willi Novak, Felix Harta, forse Otto Wagner. Dicono che la sedia vuota in primo piano era nei disegni preparatori occupata dalla figura di Klimt. Al momento di andare in stampa il maestro era già morto e quindi, nella versione finale, Schiele lasciò la sedia vuota. L’influenza spagnola già impazzava anche a Vienna e Gustav Klimt era stato una delle prime vittime. Colpito da ictus l’11 gennaio 1918, al rientro da un viaggio in Romania, è ricoverato d’urgenza e in ospedale si contagia, morendo per infezione polmonare provocata dal virus, il 6 febbraio, a soli 56 anni.

Egon Schiele, manifesto per la 49ª mostra della Secessione, 1918

La medesima sorte tocca in autunno allo stesso Schiele, il prediletto di Klimt. E dire che, per ironia, per scongiuro o, davvero, presago di una presumibile e imminente fine a causa della pandemia, in quello stesso anno Schiele aveva progettato un mausoleo per sé e per sua moglie. In una fotografia dell’artista sul letto di morte (ritratto da Martha Fein) ha la testa appoggiata sul braccio piegato come se dormisse, in una delle pose da pantomima raffigurate nei disegni che lo hanno reso celebre. Si è spento il 31 ottobre 1918, tre giorni dopo sua moglie, Edith Harms, incinta di sei mesi. Per evitare l’infezione, chi veniva a fargli visita comunicava con lui attraverso uno specchio, posto sulla soglia tra la stanza da letto e l’atelier. Lo stesso specchio che usava per ritrarre le modelle. Durante la sua esistenza brevissima, conclusa a 28 anni – di cui poco più che una decina dedicati all’arte – ha prodotto 334 dipinti ad olio e 2.503 disegni. Carattere insofferente ma vitale, elegantissimo dandy, dall’abilità grafica straordinaria, ha ottenuto consensi sin dall’inizio del suo promettente lavoro di studente. Tra il 1906 e il 1909, quando ancora frequenta l’Accademia di Vienna, è accolto con entusiasmo nella cerchia sofisticata ed estetizzante di Klimt e di Hofmann, semplicemente esibendo l’album dei suoi lavori. Per gli intellettuali ed artisti che lo elogiano rappresenta il senso concreto di quel clima innovativo e lineare dello stile Jugend. Raffigura ritratti di amici ed autoritratti, nature morte e paesaggi di case, ma soprattutto un’infinità di nudi. Terribilmente non convenzionali. Così mentre Sigmund Freud mette in evidenza le turbe represse della società viennese, Schiele scruta le intimità delle sue giovanissime modelle, smascherando la celata sessualità di un pubblico ipocrita.

Egon Schiele in un ritratto fotografico di Anton Josef Trcka (Antios), 1914

Unico figlio maschio di Adolf Schiele e Marie Soukup, Egon Schiele è nato il 12 giugno 1890 a Tulln, sulle rive del Danubio, a una trentina di chilometri a nord di Vienna. Passa l’infanzia in un appartamento di servizio al primo piano dell’edificio dello scalo ferroviario, dal momento che suo padre è il capostazione di Tulln. Come spesso accade, in famiglia tutti sono convinti che “da grande” sarà un eccellente ingegnere ferroviario, come il nonno Karl, a suo tempo impegnato nel progetto per la costruzione della linea ferroviaria di collegamento fra Praga e la Baviera. Lo zio, Leopold Czihaczek, marito di una sorella del padre, è impiegato nelle ferrovie come ispettore capo e anche il nonno materno, Johann Soukup, da giovane lavorava su di una linea della Boemia meridionale. Così Egon sviluppa da bambino una innata passione: installa i binari dei suoi trenini a molla e gioca con locomotive e vagoni in miniatura. Già dall’età di dieci anni, ispirandosi agli schizzi del padre, disegna stazioni e convogli passeggeri. Se questa storia fosse continuata assecondando le attitudini infantili, avremmo perso uno dei maggiori esponenti della pittura espressionista. Per fortuna Egon cambiò idea, forse dopo uno scatto d’ira di suo padre, che un giorno gli bruciò uno dei quadernini da disegno. Per la verità, il padre ogni tanto trascendeva oltre misura, non per carattere, ma per malattia: una volta tentò di gettarsi dalla finestra e un’altra scaraventò nel fuoco i titoli azionari delle Ferrovie di Stato austriache, mandando in cenere la sua modesta fortuna. Una fortuna che avrebbe garantito finanziariamente la famiglia, quando la sifilide peggiorò la sua salute, rendendolo paralitico. Si raccontava in famiglia di avere contratta la malattia durante il viaggio di nozze, quando sua moglie, la prima notte, era fuggita dalla camera da letto e il marito ebbe la pessima idea di far visita a un bordello di Trieste e s’infettò. A Capodanno del 1905, la paralisi progressiva se lo portò definitivamente via a 55 anni.

Treno disegnato da Egon bambino intorno al 1900, grafite su carta, coll. 
privato (dettaglio)

Una morte che colpisce profondamente il giovane Schiele, già scosso della precedente scomparsa, a undici anni, della sorella maggiore Elvira, forse causata della medesima malattia ereditata dal padre, trasmessa alla madre, e che probabilmente aveva in precedenza ucciso in culla anche altri due maschietti nati prima di Egon. Queste tragedie familiari non sono prive di riflessi sul carattere e l’opera dell’artista, perché causate dal contorto e intransigente moralismo dei suoi tempi. Sono una reazione a tutto questo anche le intese e proibitive sessioni di nudo svolte con la sorella Gerti, che gli fa da modella, dove l’artista mostra, con un interesse distaccato, le intimità sovreccitate della disinibita dodicenne. Gerti, pelle lentigginosa, occhi verdi e capelli rossi, è il prototipo di tutte le successive donne e modelle di Schiele. Quando si trattò di commentare la prima grande mostra dedicata Schiele, a Londra nel 1964, Oskar Kokoschka la giudicò espressamente come “pornografica”. Un’idea ancora oggi radicata, se nel 2018, sempre a Londra, nei manifesti della metropolitana che pubblicizzavano la rassegna “Egon Schiele, espressionismo e lirismo”, esposta al Leopold Museum, le “parti intime” dei soggetti raffigurati da Schiele sono state coperte dalla scritta «Sorry, 100 years old but still daring today», come dire “Scusate, sono state dipinte cent’anni fa, ma sono ancora troppo audaci”. È una trovata di marketing. Norbert Kettner, quale amministratore delegato dell’ente turistico viennese ha così commentato: «Vogliamo mostrare alle persone quanto in anticipo sui tempi fossero questi grandi artisti attivi a Vienna più di un secolo fa. Oltre a questo, vogliamo incoraggiare il pubblico a notare quanto poco aperte e moderne siano rimaste le nostre società». Anche lo stesso Schiele si lamentava che i giornali censuravano i suoi lavori per vendere più copie. In una lettera scrive: «Fanno un sacco di pubblicità con i miei disegni proibiti». e continua citando cinque importanti organi di stampa che indecorosamente si riferivano a lui.

Egon Schiele, Giovane seminuda sdraiata, 1911, matita, guazzo e acquarello su carta

Dopo aver frequentato, prima il Realgymnasium a Krems, poi a Klosterneuburg, nell’ottobre 1906 Schiele supera al primo tentativo l’esame di ammissione all’Accademia di Belle Arti ed entra nella classe di pittura di Christian Griepenkerl. Un colpo di fortuna al quale nessuno sperava, perché fino ad allora Egon era stato sempre uno studente negligente e demotivato. Lo zio Leopold Czihaczek, divenuto tutore del ragazzo, aveva sperato per lui in un lavoro di fotografo a Vienna, ma ora l’Accademia poteva rappresentare una soluzione. Già nel 1907 Egon fa di tutto per conoscere personalmente Gustav Klimt e ci riesce. Da quel momento ricopre per lui la figura paterna per eccellenza. Lo sostiene generosamente, lo incita artisticamente, e lo farà per il resto della vita. Si scambiano disegni. Accetta persino di posare per questo giovane talento.

Egon Schiele, Gustav Klimt nella sua camicia blu per dipingere (1913)

Schiele si trasferisce in un proprio studio a Vienna e nel 1908 espone per la prima volta dieci opere in una mostra pubblica nella Sala Imperiale del Monastero di Klosterneuburg. Sono paesaggi di piccola scala dipinti fra l’estate e l’autunno. All’accademia dura solo tre anni, trascorsi senza piacere né emozioni artistiche. Non frequenta le lezioni, è presente solo alle sessioni di disegno per usufruire gratuitamente dei modelli. Non può assolutamente conciliare il suo spirito innovativo con l’orientamento storicista di Griepenkerl, il quale a sua volta ha divergenze anche con un altro studente: Richard Gerstl. Così si convince che questi due bizzarri allievi li abbia mandati nella sua classe il diavolo fatto persona. Alla fine, Schiele riesce a strappare un mezzo attestato e abbandona l’Accademia ad aprile del 1909, seguito da numerosi colleghi, tra cui Anton Peschka, Anton Faistauer, Rudolf Kalvach e Franz Wiegele. Con loro fonda il Neukunstgruppe, ovvero il Nuovo gruppo artistico. Poco dopo, Albert Paris Gütersloh e Hans Böhler si uniscono a loro. Come d’uso Schiele stende anche il manifesto programmatico del nuovo gruppo: «L’arte resta sempre la stessa, non c’è arte nuova. Ci sono solo nuovi artisti […] Il nuovo artista è, e deve essere necessariamente, sé stesso. Deve essere un creatore e deve, senza intermediari, senza utilizzare l’eredità del passato, costruire le sue fondamenta assolutamente da solo. Allora soltanto sarà un nuovo artista. Ognuno di noi sia sé stesso».

Ritratto di Poldi Lodzinsky, 1910

Schiele è intraprendente e riesce a fare inserire quattro delle sue opere nella Internationale Kunstschau Wien del 1909, il cui comitato espositivo è diretto proprio dal suo amico Gustav Klimt e dove espongono ufficialmente di Gauguin, Van Gogh, Munch, Vallotton, Bonnard, Matisse, Vlaminck. Le tele di Schiele passano inosservate alla critica, ma è questa l’occasione per conoscere persone e farsi conoscere da un pubblico ampio. Entra in contatto con la Wiener Werkstätte e per il tramite dell’architetto Josef Hoffmann otterrà presto delle commesse: gli è richiesto un bozzetto per una vetrata di palazzo Stoclet che Hofmann sta realizzando ed arredando a Bruxelles. Si tratta del Ritratto di Poldi Lodzinsky, una ragazza fragile, che posa seduta con le mani in grembo, veste un camice scuro ed è avvolta da una coperta a quadri colorata. La modella è la figlia di un autista di autobus di Krumau, la città natale della madre di Schiele. È un gioco di geometrie coloristiche ispirate a Klimt; ma è anche il tentativo di inserire nella casa di un ricco signore l’idea della fame e dalla miseria dei derelitti. Manco a dirlo, nonostante i vari schizzi, di cui una versione ad olio, la vetrata non fu mai realizzata.

A dicembre del 1909 il Neukunstgruppe allestisce la sua prima mostra alla Kunstsalon Pisko e, in questa circostanza, Arthur Roessler, critico d’arte del quotidiano socialdemocratico Arbeiter-Zeitung, scopre le doti del giovane pittore. Attraverso la mediazione di Roessler, Schiele incontra i collezionisti d’arte Carl Reininghaus e Oskar Reichel, che finanziariamente gli permettono un dignitoso ingresso nell’ambiente artistico viennese assicurandogli molte opere su commissione. Influente mecenate è il collezionista d’arte Franz Hauer, ma c’è anche l’editore Edouard Kosmack al quale Schiele dedicherà uno dei suoi ritratti più espressivi. Quel che più conta è la stretta amicizia che nasce con Klimt. Lo aiuta, lo consiglia, gli paga le modelle. Tuttavia, a differenza di Klimt, Schiele preferisce cercare per strada i soggetti dei suoi lavori. Sono ragazze del proletariato oppure prostitute. Ama i corpi smilzi e asciutti, giovani donne che ricordano il fisico acerbo di sua sorella, con la quale aveva cominciato a disegnare, soprattutto modelle che si diversificano per la loro appartenenza ad una classe subalterna, così differenti dalle signore abbienti, procaci e ben nutrite, strette nei loro traboccanti corsetti. Un’idea che non mancherà di suscitare le obiezioni dei benpensanti.

IMMAGINE DI APERTURA – L’orologio al Musée D’Orsay – Foto di Guy Dugas da Pixabay 

Marco Fogliani – Scherzi della Pandemia

La raccolta include tutti i racconti dell’autore che trattano della pandemia, o comunque immaginati in questo particolare periodo della nostra storia. Di seguito, in ordine alfabetico, l’elenco dei racconti inclusi nella raccolta: Il bunker, L’amico di nonna Pina, La donna di Capitan Novax, La retata, La scommessa. Si fa presente che, dato il carattere tematico della raccolta, alcuni di questi racconti potrebbero essere inclusi anche in altre raccolte dello stesso autore.

SCARICA IL LIBRO FORMATO E-BOOK GRATIS DA IBS

IMMAGINE DI APERTURA – copertina del libro 

Bologna, Museo Civico Archeologico – LUCIO DALLA. Anche se il tempo passa

La grande mostra-evento apre a Bologna prima tappa di un importante percorso nazionale che la vedrà realizzata a Roma in autunno, dal 22 settembre all’Ara Pacis e, successivamente, nel 2023, in occasione dell’ottantesimo della nascita, a Napoli e a Milano.

Museo Civico Archeologico | Bologna
4 marzo – 17 luglio 2022

Lucio Dalla in uno spettacolino teatrale, Archivio Antonio Bagnoli
Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è link.png
IL CATALOGO SKIRA

La mostra è ospitata nella prestigiosa cornice del Museo Civico Archeologico, a partire dal 4 marzo e fino al 17 luglio. Promossa dal Comune di Bologna con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, è ideata e organizzata dalla società C.O.R. Creare Organizzare Realizzare di Roma. La curatela è di Alessandro Nicosia con la Fondazione Lucio Dalla, ed è il frutto di una lunga ricerca di materiali, molti dei quali esposti per la prima volta, che documentano l’intero percorso umano e artistico di uno dei più amati artisti italiani e internazionali che ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica, dello spettacolo e della cultura.

“Quello tra Lucio Dalla e Bologna è un legame indissolubile e straordinario – sostiene il Sindaco di Bologna Matteo Lepore – che traspare dalle sue canzoni e nel ricordo personale che molti bolognesi conservano di lui. A 10 anni dalla sua scomparsa, Bologna Città creativa della musica Unesco vuole celebrare la sua musica, le sue canzoni, il suo genio, attraverso una grande mostra. Voluta dalla Fondazione Lucio Dalla, con il sostegno del Comune di Bologna, al Museo Archeologico sarà possibile rivivere emozioni e ricordi e scoprire aspetti inediti di Lucio, che tanto ha amato Bologna e che da Bologna è fortemente ricambiato. Ne sono prova, a distanza di dieci anni, le continue dimostrazioni di affetto e di riconoscimento della città e dall’Italia tutta, per un autore che ha rappresentato una delle più alte espressioni popolari della nostra cultura”.

Dichiara Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna “Dedicare una mostra a Lucio Dalla è qualcosa di più che un semplice tributo.
Abbiamo tutti una canzone di Lucio nel cuore. I suoi brani, la sua poetica, hanno accompagnato come una colonna sonora la nostra vita e quella di generazioni di italiani.
È una prerogativa solo dei grandi artisti, quella di riuscire a essere così empatici, capaci di interpretare con le parole e la melodia di una canzone anche il nostro vissuto e i nostri stati d’animo.
Per questo ho trovato subito veramente interessante l’idea di una mostra evento dedicata a questo nostro grande artista a dieci anni dalla sua scomparsa e a ottanta dalla nascita.
Un’occasione per ripercorrere la sua produzione di cantante e compositore ma anche la dimensione umana, privata, così ironica e straripante.
Lucio non è stato solo un grande musicista, ma anche un artista poliedrico che fu attore cinematografico, scrittore, regista teatrale, amante dello sport, appassionato di motori. In breve, un autore capace di interpretare l’anima e la storia del nostro Paese.
Ringrazio dunque la Fondazione Lucio Dalla e l’azienda COR per averci offerto l’opportunità di questa mostra, per poi portare nuovamente, dopo Bologna, Lucio in tour a Roma, Milano, Napoli prima che all’estero”.

Un percorso dal quale, partendo dall’infanzia, viene evidenziato come il rapporto con la musica di Lucio Dalla è sempre centrale ed è un elemento continuativo che lo seguirà per tutta la vita. Dice Alessandro Nicosia curatore e organizzatore della mostra (a cui si devono, tra le tante, esposizioni dedicate a Federico Fellini, ad Alberto Sordi, a Luciano Pavarotti, a Oriana Fallaci etc.): “Presentare l’Universo Dalla in uno spazio di 1000 metri quadri è stata un’impresa difficile ma sicuramente affascinante; in lui la musica scorre dalla più tenera età, con estrema naturalezza. Grazie alla sua capacità innata di dare forma a qualsiasi espressione musicale gli capitasse alle orecchie, ha dato vita a questa incredibile carriera, lunga, intensa, multiforme, sempre all’insegna di strade nuove e inesplorate”.
Per avere un quadro più attento e preciso, ho condotto un lungo e approfondito lavoro di ricerca, leggendo tantissimi libri, interviste, giornali, guardando filmati, ma soprattutto intervistando chi realmente l’ha amato e conosciuto: in questo modo mi è stato possibile raccogliere numerosissime testimonianze fondamentali per riuscire a comporre una lettura esaustiva di una personalità così sfaccettata.
Oltre dieci le sezioni in cui è suddivisa l’esposizione: Famiglia-Infanzia-Amicizie-Inizi musicali, Dalla ci racconta, Il clarinetto, Il museo Dalla, Dalla e la sua musica, Dalla e il cinema, Dalla e il teatro, Dalla e la televisione, l’Universo Dalla, Dalla e Roversi, Dalla e la sua Bologna. Insieme ai documenti, tante foto, filmati, abiti di scena e altri aspetti che ci raccontano la sua vita, l’arte e le sue passioni. Per capire meglio il risultato finale di questa importante ricerca/esperienza va sottolineata la sezione Universo Dalla, con decine di foto del Maestro con tanti personaggi della cultura, i più importanti cantanti, i tantissimi collaboratori che lo accompagnarono puntualmente nel suo lavoro e, ancora, un’interessante chicca con un’enciclopedia di oltre 250 nomi di persone di ogni genere sociale, con cui ha avuto rapporti di lavoro e amicizia che lo hanno seguito per tutta la vita con gioia e con il massimo della considerazione. Con l’occasione l’esposizione sarà accompagnata da un prestigioso catalogo edito per i tipi di Skira che vede, tra le tante cose, un lungo elenco di straordinarie testimonianze raccolte in occasione delle celebrazioni che aiutano a capire Lucio Dalla.

Sottolinea Andrea Faccani, Presidente Fondazione Lucio Dalla “Lo scopo per cui abbiamo dato vita alla Fondazione Lucio Dalla, nel 2014, è quello di mantenere viva la memoria di Lucio e di raccontarne la storia. Ciò diviene ancora più importante e significativo nel biennio in cui ricorre il decennale della sua scomparsa e l’ottantesimo anniversario dalla nascita. Vorremmo che in questi due anni il ricordo di Lucio fosse corale, partecipato e diffuso. Che la memoria di questo grande artista e di questo incredibile uomo attraversasse come un brivido di emozione tutto il nostro Paese, per poi andare oltre, lontano e portare il ricordo di Lucio in giro per il mondo come quando io lo accompagnavo ai concerti. Sono tante le iniziative che Fondazione Lucio Dalla realizzerà e promuoverà, tanti coloro che saranno al fianco della Fondazione nel nome di Lucio e che ringraziamo per le idee, per l’omaggio, per l’entusiasmo con cui stiamo condividendo e condivideremo il ricordo di Lucio, da Bologna fino a Sorrento. Tra queste senz’altro la prima grande Mostra dedicata a Lucio Dalla sarà centrale e rappresenta per Fondazione Lucio Dalla un nuovo capitolo nella narrazione dedicata all’artista. La grande Mostra “LUCIO DALLA. Anche se il tempo passa” è un racconto emozionato ed emozionante dell’uomo e dell’artista che da Bologna partirà e attraverserà l’Italia offrendo l’opportunità di un incontro davvero speciale con Lucio”.

La mostra è sostenuta da RAI, Cinecittà Luce, Special Partner Lavoropiù, si ringraziano Gruppo Hera, Banca di Bologna e Confcommercio Ascom Bologna, con la collaborazione di Universal Music Publishing Group, Bologna Welcome, SIAE Società Italiana degli Autori ed Editori, Skira Editore, Fondazione Teatro Comunale di Bologna e Ticketone. Sponsor tecnico BIG Broker Insurance Group – CiaccioArte.

“Lucio Dalla, nel corso della sua vita, è stato ambasciatore della bolognesità in tutto il mondo. E lo è tuttora, grazie alla sua musica – afferma Matteo Naldi, direttore Marketing di Lavoropiù -. La nostra azienda condivide con il Maestro un filo indissolubile con Bologna, città alla quale siamo molto legati e che contribuiamo a sostenere garantendo contributi a tutte le iniziative che riteniamo meritevoli. La mostra ‘Lucio Dalla. Anche se il tempo passa’ non poteva che essere una di queste, perché incarna alla perfezione il nostro spirito: un evento culturale che, in un luogo simbolo della città come il Museo Civico Archeologico, parla di musica e di arte coinvolgendo anche i giovani delle scuole medie e superiori con iniziative ad hoc. Siamo orgogliosi di avere sposato il progetto vestendo i panni di Special Partner”.


Ufficio stampa FONDAZIONE LUCIO DALLA
Emanuela Sponza
Mob. +39 320.7732769
emanuela.sponza@fondazioneluciodalla.it

Ufficio Stampa ISTITUZIONE BOLOGNA MUSEI
Elisa Maria Cerra Tel. +39.0516496653
Silvia Tonelli Tel. +39.051.6496620
ufficiostampabolognamusei@comune.bologna.it

Ufficio stampa PUNTOeVIRGOLA
+39.06.45763506
info@studiopuntoevirgola.com

Web communication FONDAZIONE LUCIO DALLA
Stella Caracchi
Tel. +39.051.273530
stella.caracchi@fondazioneluciodalla.it

IMMAGINE DI APERTURA – Clarinetto regalato a Lucio Dalla dalla madre.

Al MA*GA di Gallarate (VA) Untitled, la personale di Michele Lombardelli

Dal 26 febbraio all’8 maggio 2022, le sale del MA*GA di Gallarate (VA) accolgono Untitled, la personale di Michele Lombardelli (Cremona, 1968).

Gallarate (VA), Museo MA*GA
26.02.2022  08.05.2022

MICHELE LOMBARDELLI. Untitled

Michele Lombardelli, senza titolo, 2021, tempera e acrilico su tela, 180×130 cm

Partendo dalle opere pittoriche degli ultimi anni la mostra intreccia i diversi linguaggi sperimentati dall’artista, evidenziando come l’interesse, la ricerca e il pensiero laterale di Lombardelli si muovano contemporaneamente verso la pittura come segno, l’immagine fotografica come testo, il libro come oggetto d’indagine, e il suono come materia di esplorazione e dimensione priva di misure e confini.

Al MA*GA si troverà una serie di dipinti recenti, fondati su rigorose variazioni cromatiche e geometriche che non escludono l’imprevisto e, al contempo, riformulano l’idea di astrazione, dissolvendo qualsiasi connessione referenziale con la rappresentabilità del reale.

Nella poetica di Lombardelli, le opere pittoriche, così come le fotografie e i progetti sonori e musicali si allontanano dall’idea di sintesi o referenzialità del segno e dell’immagine per dare spazio alla presenza muta e allo stesso tempo sonante del significante. Ogni lavoro si pone come frammento ed elemento di un discorso estetico intenzionalmente mai concluso. Per Lombardelli l’opera sembra essere segno in cui significato e significante si scambiano e ruotano in una mobilità continua, dimensione in cui centro e origine sono assenti e la logica della causalità sovvertita. Ogni volta che la poetica si definisce in una forma, sia essa plastica, visiva o sonora questa non è mai fissata in modo definitivo e diviene parte di un sistema aperto, dinamico e di continue correlazioni e rimandi tra i percorsi indagati, i linguaggi sperimentati e i diversi esiti formali raggiunti. L’opera di Lombardelli estremamente libera nelle scelte dei mezzi espressivi (dipinto, fotografia, disegno, serigrafia, suono) e dei supporti (tela/tavola, carta, moquette, ceramica, vinile) è caratterizzata da una vocazione ambientale e da una qualità espansiva in cui scorre una costante e sottile tensione tra equilibrio e precarietà, disordine e controllo: elementi di una dialettica ancor più serrata quando l’artista performa il suono.

Per l’occasione verrà pubblicata la monografia Michele Lombardelli. Untitled (Postmediabooks).


Informazioni

MICHELE LOMBARDELLI. Untitled
Gallarate (VA), Museo MA*GA (via E. De Magri 1)
26 febbraio – 8 maggio 2022

Museo MA*GA
T +39 0331 706011; info@museomaga.itwww.museomaga.it

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Anna Defrancesco | T +39 02 36755700; M 349 6107625| anna.defrancesco@clp1968.it

IMMAGINE DI APERTURA – Michele Lombardelli, senza titolo, 2021, tempera e acrilico su tela, 140×110 cm

Bologna – The Best of. Laboratori musicali per bambini 0-99 anni

Riparte dal 26 febbraio 2022 il primo dei due cicli annuali di The Best ofla rassegna di laboratori e spettacoli musicali – come di consueto divisa in due parti: da febbraio a giugno e da settembre a dicembre – che il Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna propone a bambini e genitori per trascorrere il weekend insieme giocando, imparando e divertendosi con la musica.

Istituzione Bologna Musei | Museo internazionale e biblioteca della musica

The Best of. Laboratori musicali per bambini 0-99 anni

26 febbraio – 11 giugno 2022

www.museibologna.it/musica

Musica col marsupio concerto

I piccolissimi della fascia d’età 0-36 mesi, accompagnati dai rispettivi genitori, sono i protagonisti indiscussi di Mamamusica, il progetto che ad ogni edizione riscuote un ampio successo di partecipanti e che quest’anno si presenta in una versione rinnovata: entrano a far parte del cerchio di suoni che avvolge bimbi e adulti nuovi strumenti musicali, nuove voci, nuovi repertori appositamente arrangiati e preparati per il progetto.
Nel laboratorio, e nel successivo Concerto disturbato, i bimbi potranno gattonare a ritmo delle musiche suonate e cantate dal vivo dai musicisti e dagli stessi genitori.
I bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni potranno invece sperimentare un laboratorio di movimento creativo che prende spunto dalla filastrocca Orecchie acerbe di Gianni Rodari e conoscere la storia dell’elefantino Bubu narrata dall’attrice Margherita Molinazzi del Teatro Testoni Ragazzi – La Baracca.
I più grandi invece avranno l’occasione di trasformarsi in esploratori per andare alla scoperta dei tanti animali musicali che ogni musicista presenterà attraverso attività pratiche legate al proprio linguaggio musicale.
A chiusura un appuntamento The Best OFF: in collaborazione con Scie Festival un laboratorio speciale di canti e ritmi in movimento.
Buon divertimento!

Margherita Molinazzi, Elefantino

Programma

Da 0 a 36 mesi

Sabato 26 febbraio | 5/12/19 marzo > Mamamusica I
h 10.00 (0-18 mesi) / h 11.15 (25-36 mesi)

Sabato 7/14/21/28 maggio > Mamamusica II

h 10.00 (19-24 mesi) / h 11.15 (19-26 mesi)
Progetto del Museo della Musica a cura di Luca Bernard (voce, contrabbasso) e Linda Tesauro (voce), con la partecipazione di Serena Pecoraro (voce, ukulele), Tommy Ruggiero (voce, percussioni)
Uno spazio musicale speciale, emozionante ed inclusivo per grandi e piccolissimi in cui l’attenzione si concentra esclusivamente sui suoni. Canti e ritmi provenienti da repertori molto diversi, un avvolgente abbraccio di suoni scandito anche da intensi silenzi, in cui adulti e bambini costruiscono una relazione comunicativa unica, per scoprire e riscoprire l’incanto di esprimersi attraverso la musica.

Sabato 9 aprile > Mamamusica ensemble “disturbato”
h 10.00 (0-24 mesi) / h 11.15 (25-36 mesi)
Mamamusica ensemble
Con Luca Bernard (voce, contrabbasso), Enrico Farnedi (voce, tromba), Serena Pecoraro (voce, ukulele), Paolo Prosperini (voce, chitarra), Tommy Ruggiero (voce, percussioni), Linda Tesauro (voce) Il concerto “disturbato” del Mamamusica ensemble aperto a tutti: un vero e proprio bagno di suoni con musica del repertorio classico, jazz ed etnico-popolare, in cui immergersi e partecipare con il corpo e con la voce.

Da 3 a 5 anni

Sabato 19/26 marzo | 2 aprile h 10.30 > Orecchie acerbe
laboratorio di movimento creativo con Rita Favaretto

Signore, gli dissi dunque, lei ha una certa età,
di quell’orecchio verde che cosa se ne fa?”Rispose gentilmente: “Dica pure che son vecchio.
Di giovane mi è rimasto soltanto quest’orecchio.
È un orecchio bambino, mi serve per capirele cose che i grandi non stanno mai a sentire…”
La musica e il movimento per giocare insieme e animare le filastrocche di Gianni Rodari.

Sabato 26 marzo h 16.30 > L’elefantino
laboratorio teatrale-musicale con Margherita Molinazzi
in collaborazione con Teatro Testoni Ragazzi – La Baracca
Bubu è l’unico maschietto della famiglia. Le sue sorelline sono troppo piccole e così mamma e papà hanno dato a Bubu l’incarico di lavare i calzini di tutti. È un lavoro noioso e Bubu, mentre lava, si racconta una storia.
Come per magia i calzini prendono vita e si trasformano in animali della giungla: Bubu ne incontrerà di tutti i colori e di tutte le dimensioni, ma soprattutto incontrerà canzoni, perché ogni calzino ha un suono che fa cantare. Sono suoni che ricordano l’Africa, voci che lasciano immaginare la terra, gli alberi, l’acqua verde e limacciosa del fiume.

Da 6 a 8 anni

Domenica 27 febbraio | 6/13 marzo h 10.30 > Animali musicali
Laboratorio in 3 incontri con con Tommy Ruggero (percussioni e body percussion), Rita Favaretto (movimento espressivo), Serena Pecoraro (canto)
Esploratori!… si parte alla scoperta di animali dalle diverse sonorità!
C’è chi canta, chi emette suoni muovendosi, chi costruisce strumenti naturali, chi suona per suonare, chi canta per fare innamorare…
E tu? Quale di questi animali vorresti diventare?

Sabato 11 giugno h 10 e 11.15 > In-Cantamenti
laboratorio di canti e ritmi in movimento con Valentina Turrini (compagnia le Strologhe)
in collaborazione con Scie Festival
Il laboratorio è ispirato ai canti contenuti nel libro illustrato MANTEÌA. Lingua da un mondo astratto, una raccolta di alcune delle più significati storie appartenenti al FA, archivio culturale di influenze indoeuropee, mediorientali e africane, un compendio di favole, leggende, canzoni, metafore e riferimenti simbolici, per comprendere i costumi e le visioni del mondo di molte culture africane moderne.
Con esercizi e giochi di gruppo, aprendoci a modalità di relazione e interazione differenti, risvegliando il corpo e la percezione, ascoltando il respiro, stimolando l’immaginazione, apprenderemo canti della tradizione africana del Benin. Bimbe, bimbi e genitori insieme, esploreranno lo spazio e i suoni, canteranno e giocheranno con la voce e con il ritmo.


Tariffe
laboratori | € 5 ad incontro a partecipante
L’elefantino e Concerto disturbato | € 6 a partecipante
In-cantamenti | € 5,00 a famiglia (prenotazione necessaria entro giovedi 9 giugno: prenotazioni.sciefestival@gmail.com | 339 7198161)
Per i laboratori in più appuntamenti, il pagamento è anticipato.

Prenotazioni
La prenotazione e l’acquisto del biglietto sono obbligatori e aperti dal 18 febbraio 2022:
• presso il bookshop del Museo della Musica nei giorni e orari di apertura
• on line (con una maggiorazione di € 1) su https://www.midaticket.it/eventi/rassegna-best-of-museo-della-musica.
I biglietti non sono rimborsabili. In caso di chiusura della sede per motivi legati all’emergenza Covid-19, il biglietto acquistato online sarà sostituito con un voucher di pari importo per consentire di recuperare il servizio non usufruito.

Prima di procedere, si consiglia di controllare bene l’età per partecipare al laboratorio.
Si richiede conferma o eventuale disdetta entro il giovedì precedente la data del laboratorio: tel. +39 051 2757711 – prenotazionimuseomusica@comune.bologna.it.

Misure per la fruizione in sicurezza per adulti e bambini
Si ricorda che per accedere al museo e agli eventi gli adulti accompagnatori sono obbligati a esibire il green pass “rafforzato” (c.d. super green pass), cioè la certificazione verde rilasciata a seguito di vaccinazione o di guarigione, e indossare una mascherina di tipo FFP2. La mascherina è obbligatoria per i bambini di età superiore a 6 anni.

Informazioni

Museo internazionale e biblioteca della musica
Strada Maggiore 34 | 40125 Bologna
Tel. +39 051 2757711
museomusica@comune.bologna.it

www.museibologna.it/musica
Facebook: Museo internazionale e biblioteca della musica

Informazioni per una visita in sicurezza
www.museibologna.it/musica/documenti/102086

Istituzione Bologna Musei

www.bolognamusei.it
Instagram:
 @bolognamusei

Orari di apertura museo

martedì, mercoledì, giovedì ore 11-13.30 / 14.30-18.30venerdì ore 10-13.30 / 14.30-19sabato, domenica, festivi ore 10-19


Ufficio Stampa / Press Office Istituzione Bologna Musei
Via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 6496653 / 6496620
ufficiostampabolognamusei@comune.bologna.it
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it
www.museibologna.it
Instagram: @bolognamusei