Roma, Palazzo Borghese, Galleria del Cembalo – Due nuove mostre dedicate alla fotografia

Dal 27 aprile 2022, nell’affascinante cornice del seicentesco Palazzo Borghese a Roma all’interno delle suggestive sale affrescate della galleria terrena, la Galleria del Cembalo attende i visitatori con due nuove mostre dedicate alla fotografia: Mare Omnis di Francesco Zizola e Epifanie/03 – LAB/per un laboratorio irregolare a cura di Antonio Biasiucci.

presenta

Mare Omnis di Francesco Zizola

e

Epifanie/03 – LAB/per un laboratorio irregolare

a cura di Antonio Biasiucci

con opere di Paolo Covino, Alessandro Gattuso, Valeria Laureano, Laura Nemes-Jeles, Claire Power, Ilaria Sagaria, Giuseppe Vitale e Tommaso Vitiello

Due mostre dedicate alla fotografia

Opening: 27 aprile 2022, ore 18.00

Mare Omnis: dal 27 aprile al 30 giugno 2022

Epifanie/03: dal 27 aprile al 14 maggio 2022

La mostra Mare Omnis di Francesco Zizola, visitabile fino al 30 giugno 2022, presenta una raccolta di 22 fotografie di grande formato che sembrano raffigurare delle costellazioni lontanissime, ma che in realtà sono tonnare, ossia reti da pesca inserite nel grande mare Mediterraneo fotografate da un drone: reti che i tonnarotti – coloro che si occupano della mattanza –installano per catturare i tonni nella loro migrazione verso la costa.
Le immagini sono state tutte realizzate nel mare del Sulcis, nella Sardegna sud occidentale, presso la Tonnara di Portoscuso, che in quelle acque opera da secoli. Nelle fotografie i punti bianchi sono boe e i fili argentati sono le cime che assicurano le parti galleggianti ai fondali. La mostra Mare Omnis documenta in maniera antropologica la vita vissuta in mare attraverso forme di pesca ancora manuali, locali, sostenibili, secondo tradizioni centenarie, indagando il rapporto dell’uomo con la natura e della sua influenza sul mare declinato attraverso un linguaggio visivo articolato e complesso. Costruire i propri strumenti di lavoro, gettare le reti in mare, trascorrere giorni e mesi in attesa della pesca, essere soggetti alle leggi della natura, compongono quel patrimonio di sapere legato alla prossimità con il mare e ad una vita in rapporto con esso che oggi è sostituito da metodi di pesca intensivi e industriali.  Le immagini presentate ci restituiscono – attraverso un quadro visivo potentissimo – il sentimento di una relazione simbiotica che ricuce quella separazione tra uomo e natura adottata dalla società contemporanee: acqua che diventa paesaggio astratto, pesci colti nelle fitte reti immerse nel mare.

La scelta della stampa in bianco e nero è fatta per stimolare l’immaginazione di chi guarda verso uno spaesamento percettivo; il fotografo mette in atto un deliberato inganno semantico per deviare i sensi utilizzando la memoria istintiva. Così, le grandi reti della tonnara finiscono ad assomigliare a cose diverse; alcuni ci leggono dei dream catcher etnici, altri dei graffiti arcaici, altri ancora delle costellazioni nella notte. La serie si chiama Constellation perché alcune di queste fotografie sono espressamente organizzate per rimandare ad una visione notturna delle costellazioni, mentre in altre immagini già dalla prima inquadratura Zizola ha intravisto nelle forme di luce un quadro di Paul Klee, l’Angelus Novus.
Trovo oggi più interessante usare la fotografia per invitare la nostra percezione e la nostra mente su un piano immaginifico e simbolico, capace di procedere per metafore narrative. E la narrazione per me è quella che riguarda il senso del nostro essere e del nostro agire” dice Francesco Zizola.
Come ricorda Barthes: “Qualunque cosa essa dia a vedere e quale che sia la sua maniera, una foto è sempre invisibile: ciò che noi vediamo non è lei.

Cosa guardiamo veramente quando vediamo un’immagine? Cosa riconoscono i nostri occhi davanti ad esse?Sono le domande che ci poniamo osservando le fotografie di Mare Omnis. L’ambiguità è totale e Zizola sceglie di ragionare sul paradigma del fotografico sapendo che le immagini hanno il meraviglioso compito di creare percorsi di significato dando origine a processi di consapevolezza nello spettatore. “C’è una verità estatica, poetica. È misteriosa e inafferrabile, e può essere raggiunta solo attraverso l’immaginazione e la stilizzazione. La fotografia ha il compito di aprire nuove possibili comprensioni della complessità della realtà” commenta Francesco Zizola.

Ad affiancare Mare Omnis, dopo il successo dell’edizione 2017, il LAB/per un laboratorio irregolare a cura di Antonio Biasiucci torna negli affascinanti spazi della Galleria del Cembalo con la mostra Epifanie/03, la terza edizione del progetto, visitabile fino al 14 maggio 2022. LAB/per un laboratorio irregolare nasce nel 2012 per rispondere all’esigenza di creare un percorso, di circa due anni completamente gratuito, rivolto a giovani artisti a cui trasmettere un metodo costante di approfondimento e critica del proprio lavoro. Anche nel difficile periodo della pandemia, il fotografo Antonio Biasiucci ha seguito gli allievi, in un costante confronto, guidando ognuno di loro nella produzione di un progetto di ricerca personale per assimilare un processo, un criterio, per arrivare a conquistare un proprio sentire, una propria autentica visione delle cose della vita. La mostra Epifanie/03 proporrà circa 80 opere fotografiche realizzate da Paolo Covino, Alessandro Gattuso, Valeria Laureano, Laura Nemes-Jeles, Claire Power, Ilaria Sagaria, Giuseppe Vitale e Tommaso Vitiello. Gli autori della terza edizione del LAB hanno raccontato la propria “epifania” (dal greco επιφάνεια, manifestazione, apparizione), realizzando portfolio fortemente diversi tra loro sia per forme che per contenuti. Otto narrazioni, sguardi autonomi, progetti eterogenei guidati da un unico metodo.

“Oggi restituisco quello che mi è stato dato, perché non ha senso che sia io solo a salvarmi. – spiega Antonio Biasiucci – Metto a disposizione le mie conoscenze, affinché sia dato spazio, tempo e possibilità ad altri di fare fotografia attraverso un Laboratorio ispirato ad Antonio Neiwiller, regista napoletano scomparso venticinque anni fa, che io considero mio maestro. Il Laboratorio produce immagini essenziali, nelle quali l’autore può trovare una parte di sé; sono immagini che si aprono all’altro. Dura circa due anni ed è composto ogni volta da un gruppo eterogeneo di 8 giovani autori dove il confronto, lo scambio, l’empatia verso l’altro sono una premessa fondamentale affinché ognuno possa trovare un proprio linguaggio. Hanno condiviso, mostrando fotografie di volta in volta, le loro esperienze di vita. Ognuno è stato reso partecipe, assistendo al processo artistico dell’altro.”

FRANCESCO ZIZOLA – Biografia

Francesco Zizola (Roma, 1962) ha fotografato per oltre trent’anni le principali crisi e conflitti che si sono succeduti nel mondo.  Un forte impegno etico e una personale cifra stilistica caratterizzano la sua produzione fotografica. Francesco ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui dieci World Press Photo e sei Picture of the Year International. Nel 2003 Henri Cartier Bresson include una fotografia di Francesco tra le sue 100 preferite. Questa collezione è stata trasformata in una mostra – Les Choix d’Henry Cartier Bresson – e in un libro. Tra gli altri volumi ha pubblicato, “Mare Omnis” (Foto-Forum edizioni 2022) con un testo di Claudia Corrent, “Aguanta” (Ediuni edizioni 2022), “Sale Sudore Sangue” (Postcart 2020), “Uno sguardo inadeguato” (Fiaf 2013), “Iraq” (Ega 2007) e “Born Somewhere” (Delpire 2004).
Nel 2015 Francesco Zizola ha iniziato un nuovo progetto, Hybris, che esplora con un linguaggio volutamente non documentario il rapporto tra l’uomo e la natura. Oltre alla fotografia ha esteso la sperimentazione narrativa utilizzando l’immagine in movimento realizzando un cortometraggio che ha vinto il premio SIAE 2018 per il “talento creativo” nell’ambito della Biennale di Venezia, Festival del Cinema. Dal 2007 ha fondato e dirige la 10b Photography Gallery di Roma. Dal 2016 Zizola è anche direttore artistico della mostra World Press Photo di Roma e di Ferrara e curatore del progetto Collezione Roma 2020-21-22 per il Museo di arte contemporanea di Roma – Palazzo delle Esposizioni.
In 27 anni di attività, le sue fotografie sono state esposte in innumerevoli mostre, sia collettive che personali, e sono state acquisite da collezioni di diverse istituzioni francesi, come il Musée Nicéphore Niépce, Chalon-sur-Saone, la MEP, Maison Européenne de la Photographie, Parigi, e la Bibliothèque Nationale de France, Parigi.

ANTONIO BIASIUCCI – Biografia

Antonio Biasiucci nasce a Dragoni (Caserta) nel 1961. Nel 1980 si trasferisce a Napoli, dove comincia un lavoro sugli spazi delle periferie urbane e contemporaneamente una ricerca sulla memoria personale, fotografando riti, ambienti e persone del paese nativo. Nel 1984 inizia una collaborazione con l’Osservatorio vesuviano, svolgendo un ampio lavoro sui vulcani attivi in Italia. Nel 1987 conosce Antonio Neiwiller, attore e regista di teatro: con lui nasce un rapporto di collaborazione che durerà fino al 1993, anno della sua scomparsa. Fin dagli inizi la sua ricerca si radica nei temi della cultura del Sud e si trasforma, in anni recenti, in un viaggio dentro gli elementi primari dell’esistenza. Ha ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui, nel 1992, ad Arles, il premio “European Kodak Panorama”; nel 2005 il “Kraszna/Krausz Photography Book Awards”, per la pubblicazione del volume Res. Lo stato delle cose (2004) e, nello stesso anno, il “Premio Bastianelli”; nel 2016 il “Premio Cultura Sorrento”. Numerosissime le mostre personali e le partecipazioni a mostre collettive, a festival e rassegne nazionali e internazionali. Ha collaborato inoltre a diversi progetti editoriali e ha partecipato a importanti iniziative culturali di carattere sociale. Biasiucci è stato invitato fra gli artisti del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 2015. È docente di “Fotografia come linguaggio artistico” presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 2012 fonda il “LAB/per un laboratorio irregolare” come azione di volontariato sociale. Molte sue opere fanno parte della collezione permanente di musei e istituzioni, in Italia e all’estero, tra cui: Musei Vaticani; MADRE di Napoli; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’Arte Contemporanea; Bibliothèque nationale de France; Musée de l’Elysée (Losanna); Maison Européenne de la Photographie (Parigi); Centre de la Photographie (Ginevra); Departamento de investigación y documentación de la Cultura Audiovisual, Puebla (Messico), Istituto nazionale per la grafica (Roma); MAXXI (Roma); PAN Palazzo delle Arti (Napoli); Galleria Civica di Modena; Fondazione Banco di Napoli; MART (Rovereto).

GALLERIA DEL CEMBALO

La Galleria del Cembalo, un grande spazio espositivo aperto per iniziativa di Paola Stacchini Cavazza all’interno di Palazzo Borghese, nel cuore antico di Roma, tra piazza di Spagna e il Tevere, vuole restituire ai collezionisti e agli appassionati d’arte alcune delle sale al pianterreno che Marcantonio IV Borghese fece decorare alla fine del Settecento per ospitarvi la propria collezione di opere d’arte.
L’attività espositiva, diretta in collaborazione con Mario Peliti, ha come elemento centrale la fotografia e il suo dialogo con le altre forme di espressione artistica.
La mostra inaugurale, nel maggio del 2013, si intitolava Passaggi ed era a cura di Giovanna Calvenzi. Il tema centrale era la discontinuità di stile e di contenuti nel lavoro di fotografi italiani di tre generazioni. Erano esposte fotografie di Ugo Mulas, Mario Cresci, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Francesco Radino, Antonio Biasiucci, Paolo Pellegrin, Luca Campigotto, Paolo Ventura, Silvia Camporesi, Alice Pavesi e Moira Ricci. Da allora, nell’arco di nove anni sono state prodotte cinquantadue mostre, tra monografiche e collettive, talvolta di rilevante impegno curatoriale, presentando sia lavori di autori celebrati sia nuove proposte.
La galleria annovera tra i suoi artisti Letizia Battaglia, Antonio Biasiucci, Christopher Broadbent, Danila Tkachenko, Alessandro Imbriaco, Luca Campigotto, Lorenzo Castore, Nicolò Cecchella, Stefano Cerio, Kathryn Cook, Karmen Corak, Cortis & Sonderegger, John Demos, Giorgia Fiorio, Joan Fontcuberta, Charles Fréger, Michael Kenna, Charles March, Massimo Siragusa, Toni Thorimbert. Grazie alla continuità e costanza nella programmazione, la Galleria del Cembalo costituisce un punto di riferimento nel panorama culturale romano.
Con regolarità le mostre della galleria sono state recensite da TG 5, RaiNews24, L’Espresso, Internazionale, Io Donna, Sette, Il Giornale dell’Arte, Arte, Artribune, Exibart. Servizi sulla Galleria del Cembalo sono apparsi sul New York Times e Le Figaro. Nelle sale della galleria si ospitano frequentemente presentazioni di libri, incontri di lavoro, eventi privati su richiesta.


INFORMAZIONI UTILI

MOSTRA EPIFANIE/03 – LAB/ PER UN LABORATORIO IRREGOLARE A CURA DI ANTONIO BIASIUCCI con opere di Paolo Covino, Alessandro Gattuso, Valeria Laureano, Laura Nemes-Jeles, Claire Power, Ilaria Sagaria, Giuseppe Vitale e Tommaso Vitiello

Dal 27 aprile al 14 maggio 2022

MOSTRA MARE OMNIS DI FRANCESCO ZIZOLA
Dal 27 aprile al 30 giugno 2022

OPENING: Mercoledì 27 aprile ore 18.00

DOVE: Galleria del Cembalo, Palazzo Borghese – Largo della Fontanella di Borghese 19, Roma
ORARI: Da mercoledì a venerdì dalle 15.30 alle 19.00 – sabato dalle 11.00 alle 19.00
INGRESSO LIBERO

CONTATTI
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TELEFONO: +39 06 83796619 (attivo durante gli orari d’apertura)
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UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

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Paola Mura: Il “Quarto tempo” del museo contemporaneo in Europa

Questa ricerca indaga i musei in Europa, nel passaggio tra XX e XXI secolo: questo periodo fu chiamato “Quarto tempo” – Quarto tempo – da Luca Basso Peressut (2005) con riferimento a Franco Albini, che nel 1958 definì “ Terzo tempo“ -Terza volta – nell’evoluzione del museo, nel contesto storico e culturale del secondo dopoguerra. Il Museo viene indagato, attraverso la presentazione di casi studio, nelle sue caratteristiche architettoniche, nelle sue funzioni e come spazio pubblico, rappresentativo dell’identità collettiva.

CONTINUA A LEGGERE SU ACADEMIA.EDU (OPPURE ESEGUI IL DOWNLOAD): IL “QUARTO TEMPO” DEL MUSEO IN EUROPA ARCHITETTURA, FUNZIONI E SPAZIO PUBBLICO NEL MUSEO CONTEMPORANEO

IMMAGINE DI APERTURA tratta dall’interno del volume

Paola Mura
Il “Quarto tempo” del museo in Europa.
Architettura, funzioni e spazio pubblico
nel museo contemporaneo

Firenze: Nel giorno del Dantedì una CHIAMATA AGLI ARTISTI per la realizzazione di opere inedite

In questo particolare momento storico, nel giorno del Dantedì, l’Associazione Culturale “Arte e Arti” e la Compagnia Teatrale “Attori & Convenuti” di Firenze hanno lanciato una “CHIAMATA AGLI ARTISTI” per la realizzazione di opere inedite sul tema della “Resistenza” eseguite con qualsiasi tecnica espressiva bidimensionale.

Dopo la felicissima esperienza dello scorso anno e l’apprezzamento ottenuto, obiettivo della “Chiamata” è quello di costruire un’altra scenografia poliedrica per lo spettacolo teatrale inedito che debutterà in autunno con anteprima in estate. 

Le opere che saranno inviate costituiranno una sorta di introduzione allo spettacolo e, come scenografia, daranno corpo insieme con le parole e la musica eseguita dal vivo, al clima evocato dal testo.
Termine ultimo per rispondere alla “Chiamata”: ore 23.59 di sabato 25 giugno 2022.

25 marzo
in occasione del DANTEDI’ 2022
lanciata una “CHIAMATA AGLI ARTISTI”
per la realizzazione di opere inedite sul tema

“SOSPIRI, PIANTI E ALTI GUAI,
PAROLE DI DOLORE, ACCENTI D’IRA”

Un’opera d’arte per descrivere la forza dell’umanità dolorante
dal paradigma dantesco all’eroismo della Resistenza

da inviare entro il 25 giugno 2022

In questo particolare momento storico, l’Associazione Culturale “Arte e Arti” e la Compagnia Teatrale “Attori & Convenuti” proseguono il percorso intrapreso con linguaggio e mezzi espressivi teatrali per contribuire alla diffusione, alla tutela e alla conservazione della Memoria collettiva e del patrimonio storico, culturale e politico consegnato dalle generazioni che hanno lottato e si sono sacrificate per la libertà e l’edificazione della democrazia e consacrato nella Carta Costituzionale.

E’, infatti, intenzione della Compagnia Teatrale “Attori & Convenuti” e dell’Associazione Culturale “Arte e Arti” realizzare uno spettacolo teatrale in cui – per dirlo con le parole usate da Piero Calamandrei nella circostanza sopra ricordata – si cercherà di “indagare che cosa è rimasto vivo della Resistenza nelle nostre coscienze, che cosa si è tramandato in noi di durevole e quotidiano di quel tempo e che cosa ci sentiamo ancora capaci di tramandare di quel tempo a coloro che verranno dopo di noi“.

Un coro di umanità dolorante – come quella descritta da Dante nell’Inferno – la quale dal male e dall’indicibile pena che stava subendo trasse la forza per scrollarsi di dosso il giogo della tirannia.

L’opera teatrale consisterà, dunque, in una rievocazione in forma drammaturgica di alcuni eventi che tinsero di passione e dolore quel periodo, in cui le voci sono

Sospiri, pianti e alti guai” (…) “parole di dolore, accenti d’ira, voci alte e fioche (Inferno, III, 22 e ss.).

In tale prospettiva, “Attori & Convenuti” e “Arte e Arti” – sulla scia e nella continuità di quanto sperimentato con l’evento teatrale “In fuga dall’ingiusta pece“, creato e realizzato per commemorare i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri (progetto che ha ottenuto il prestigioso patrocinio da parte del Comitato nazionale istituito presso il Ministero della Cultura ed è stato inserito nel cartellone delle Celebrazioni) di cui è imminente la pubblicazione nel periodico Iperuranio del catalogo ragionato con le opere che lo scorso anno risposero alla “Chiamata agli Artisti” – di promuoverne un’altra sul tema della Resistenza, che affondi le radici nel tragico “tumulto” dantesco, invitandoli a creare immagini di forte impatto, idonee a rappresentare un corredo e un supporto allo spettacolo teatrale che sarà presentato nell’estate/autunno di quest’anno.

La visione dantesca dell’umanità dovrà, quindi, trasfigurarsi e prendere forma nell’annichilimento dell’uomo, in efferate stragi di civili inermi, in crudeli rappresaglie.

L’obiettivo che “Attori & Convenuti” e “Arte e Arti” si prefiggono è quello di costruire con le opere degli artisti una galleria – un “selva oscura” – di emozioni, attraverso la quale si deve passare – come nel viaggio fantastico di Dante – per giungere allo spettacolo e che, al tempo stesso, rappresenta uno degli elementi espressivi fondamentali di quello.

In definitiva, le opere che saranno inviate costituiranno una sorta di introduzione allo spettacolo e, come scenografia, daranno corpo, insieme con le parole e la musica eseguita dal vivo, al clima evocato dal testo.

Ogni informazione è reperibile alla pagina dedicata del Magazine Arte e Arti 
https://www.artearti.net/chiamata-agli-artisti-sospiri-pianti-e-altri-guai-parole-di-dolore-accenti-dira
(dalla stessa pagina degli organizzatori, nei prossimi giorni sarà possibile scaricare il bando completo) 
per ulteriori informazioni gli Artisti possono scrivere all’indirizzo:
segreteria@artearti.net indicando nell’oggetto CHIAMATA AGLI ARTISTI 2022

Milano: Con la mostra “Fotografia Italiana Contemporanea” nasce GALLERIA INDICE

L’esposizione propone uno sguardo sul panorama della nuova fotografia italiana, attraverso le opere di sedici autori: Mattia Balsamini, Fabio Barile, Fabrizio Bellomo, Silvia Bigi, Alessandro Calabrese, Marina Caneve, Nicolò Cecchella, Giorgio Di Noto, Rachele Maistrello, Silvia Mariotti, Allegra Martin, Jacopo Rinaldi, Alessandro Sambini, Caterina Erica Shanta, Jacopo Valentini, Emilio Vavarella.

La nuova piattaforma digitale di Galleria Indice si occupa di promuovere la ricerca di artisti che includono la fotografia all’interno della loro progettualità.

MILANO | SCALO LAMBRATE
DAL 25 MARZO AL 24 APRILE 2022

CON LA MOSTRA
Fotografia Italiana Contemporanea
NASCE GALLERIA INDICE

A cura di Andrea Tinterri e Luca Zuccala

www.galleriaindice.com

Caterina Erica Shanta, La Tempesta #2 dalla serie La Tempesta, 2019

Dal 25 marzo al 24 aprile 2022, Scalo Lambrate a Milano (via Saccardo 12) ospita la mostra Fotografia italiana contemporanea.

L’esposizione, curata da Andrea Tinterri e Luca Zuccala, organizzata da STATE OF e sostenuta da Finer Finance Explorer e dall’Istituto Italiano di Fotografia, esplora il panorama dell’immagine contemporanea, attraverso le opere di sedici autori: Mattia Balsamini, Fabio Barile, Fabrizio Bellomo, Silvia Bigi, Alessandro Calabrese, Marina Caneve, Nicolò Cecchella, Giorgio Di Noto, Rachele Maistrello, Silvia Mariotti, Allegra Martin, Jacopo Rinaldi, Alessandro Sambini, Caterina Erica Shanta, Jacopo Valentini, Emilio Vavarella.

L’iniziativa inaugura la nuova piattaforma digitale Galleria Indice (www.galleriaindice.com), dedicata alla fotografia contemporanea italiana. Il progetto nasce come una realtà online che vuol far conoscere attraverso mostre, confronti, conversazioni, iniziative varie, la nuova fotografia italiana e diventare il punto di riferimento di questo linguaggio che oggi sta vivendo un’importante trasformazione.

La rassegna propone sedici opere, una per ogni artista, e raccoglie progetti che documentano la frammentarietà del panorama creativo italiano, che va dal rapporto diaristico con la fotografia, come in Arcadia di Allegra Martin, con fotografie di paesaggio in piccolo formato a raccontare una frequentazione intima con l’immagine, fino al lavoro Human Image Recognition di Alessandro Sambini in cui l’autore ha dapprima selezionato una serie di immagini iconiche o comunque di larga diffusione, quindi ha suddiviso, come farebbe un algoritmo, il rettangolo visivo in diverse porzioni assegnando a ognuna di essa un nome.
È all’interno di questi due poli che si configurano le ricerche degli artisti di Galleria Indice; in Isoai di Mattia Balsamini, il ricordo del paesaggio d’infanzia diventa contenitore di forme ricorrenti, Fabrizio Bellomo propone un’ indagine analitica di macerie ancora abitabili e abitate nel paese di Ksamil in Albania, Nicolò Cecchella s’immerge in una dimensione barocca verificando le potenzialità della materia, Silvia Mariotti accompagna lo spettatore in un bosco al limite dell’informale, Jacopo Rinaldi sovrappone in una sola immagine i volti di una classe di quarantuno bambini tra cui compaiono quelli del filosofo Ludwig Wittgenstein e di Adolf Hitler.
Fabio Barile guarda il paesaggio investigando il concetto di soglia e confine, Marina Caneve, con il progetto Entre chien et loup, si confronta con la dimensione monumentale e immaginifica della montagna, Silvia Bigi filtra il ricordo del sogno attraverso un algoritmo restituendo forme frastagliate in scala di grigi, Alessandro Calabrese continua il suo attento lavoro ‘metafotografico’ stampando sul verso ‘sbagliato’ della carta fotografica, ottenendo un’immagine liquida e instabile, Giorgio Di Noto, con il progetto Matrix sottopone alcune immagini iconiche della storia della fotografia alla ricodifica di un algoritmo, Rachele Maistrello, in Stella Maris, modifica il paesaggio limitrofo a una casa di cura per dare forma alla fantasia e alle percezioni degli ospiti che la abitano. E ancora, Caterina Erica Shanta indaga i frammenti iconografici rimasti a seguito di un disastro climatico, intersecando due momenti drammatici come la tempesta Vaia del 2018 e l’alluvione di Firenze del 1966, Jacopo Valentini esplora la cultura visiva del territorio campano del Vesuvio, modellando un carattere metafisico tra architettura e natura, Emilio Vavarella, nel progetto Double Blind, ricerca il rapporto tra memoria e immagine, attraverso le testimonianze degli abitanti di Santa Maria di Leuca e della loro emigrazione durante gli anni cinquanta.

“Quello su cui abbiamo lavorato – sottolineano Andrea Tinterri e Luca Zuccala – è una proposta eterogenea per restituire un’ampiezza linguistica e tematica. La curatela si è limitata a un carotaggio sulla nuova fotografia italiana senza circoscrivere il campo e innalzare barriere ideologiche. Ormai il termine fotografia è spesso limitante, paradossalmente noi vogliamo rimanere fedeli a questa categoria per portarla alle estreme conseguenze e quindi superarla”.
Galleria Indice – proseguono Andrea Tinterri e Luca Zuccala – vuole raccogliere sotto un unico cappello l’espressione migliore della fotografia italiana contemporanea”.

Galleria Indice si occupa di promuovere, approfondire e veicolare la ricerca di artisti che includono la fotografia all’interno della loro progettualità, senza escludere contaminazioni tecniche e linguistiche.

La piattaforma si caratterizza per un ampio approfondimento critico in modo da diventare un punto di riferimento non solo per collezionisti, ma anche per un pubblico di curatori, ricercatori, professionisti o semplici appassionati.
Sul sito www.galleriaindice.com, i lavori degli artisti sono accompagnati da interviste e interventi che contestualizzano e approfondiscono i diversi progetti selezionati.

Galleria Indice è una società Benefit che si impegna a devolvere una percentuale di ogni vendita all’Associazione Praevenus, dedita alla ricerca e alla prevenzione del tumore al seno.


Fotografia Italiana Contemporanea
Milano, Scalo Lambrate (via Saccardo 12)
25 marzo – 24 aprile 2022

A cura di Andrea Tinterri e Luca Zuccala

Orari:
Da mercoledì a domenica, dalle 15.30 alle 20
(sabato e domenica dalle 12 alle 20)

Inaugurazione: giovedì 24 marzo, dalle 17 alle 21

Ingresso libero
Si accede presentando il Super green pass

Sito internet: www.galleriaindice.com

IG: galleria.indice

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Anna Defrancesco, T +39 02 36755700; M +39 349 6107625
anna.defrancesco@clp1968.it; www.clp1968.it

Messina, Biblioteca Regionale Universitaria – Vittorio Ciccocioppo e il teatro italiano

Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo”

Vittorio Ciccocioppo e il teatro italiano

in occasione della “Giornata Mondiale del Teatro”

Messina 27 marzo 2022

“Cari Amici, mentre il mondo – ora dopo ora e minuto dopo minuto – è sospeso in un flusso continuo, posso invitare tutti noi – in quanto creativi – a entrare nel nostro appropriato ambito, sfera o prospettiva del tempo epico, del cambiamento epico, della consapevolezza epica, della riflessione epica e della visione epica? Stiamo attraversando un periodo epico nella storia dell’umanità, e i cambiamenti profondi e significativi che stiamo vivendo nelle relazioni degli esseri umani con sé stessi, tra di loro e con mondi inumani, vanno quasi oltre le nostre capacità di afferrare, di articolare, di discutere ed esprimere… Dov’è il linguaggio, dove sono i gesti e quali sono le immagini che potrebbero consentirci di comprendere i profondi cambiamenti e le rotture che stiamo vivendo? E come possiamo trasmettere il contenuto delle nostre vite, in questo momento, non come reportage ma come esperienza? IL TEATRO È LA FORMA ARTISTICA DELL’ESPERIENZA.

Queste incisive parole sono tratte dal messaggio, tradotto in 50 lingue, che verrà letto quest’anno, prima degli spettacoli, nei teatri di tutto il mondo e che viene scritto ogni anno da una figura diversa di caratura internazionale per condividere riflessioni sul Teatro e sulla Cultura di Pace. Autore ne è per il 2022 l’Artista statunitense Peter Sellars, irriverente, considerato uno dei più innovativi e audaci registi contemporanei, con all’attivo oltre cento produzioni, tra teatro, opera, cinema e televisione.  

Considerazioni che invitano a fermarsi sul valore della cultura nelle Sue poliedriche forme dello Spettacolo nel corso di quella che è titolata la “Giornata Mondiale del Teatro” giunta alla sua 60esima edizione. Istituita nel 1961 in seno al IX Congresso mondiale dell’Istituto Internazionale del Teatro, su proposta di Arvi Kivimaa, a nome del Centro Finlandese, si celebra ogni anno il 27 marzo.

Questa Biblioteca, che possiede un’intera ricca sezione dedicata allo spettacolo, già nel 2020 ha dedicato all’illustre messinese, il teatrante Vittorio Ciccocioppo, scomparso nel 2015, un momento commemorativo organizzato in collaborazione con il “Comitato Cittadino 100MessinesiperMessina2Mila8” e il “Centro Turistico Giovanile” di Messina, e condiviso con quanti hanno con lo stesso intrecciato legami affettivi e professionali.

Il Memorial, particolarmente intenso anche per le tante testimonianze apportate dai numerosi astanti, tra cui alcuni appartenenti alla sfera teatrale, è stato da stimolo perché da quell’iniziativa prendesse forma una manifestazione ben strutturata che, a partire proprio dalla carriera dell’Artista, allievo della scuola del Piccolo di Milano, protagonista di messe in scena innovative, fondatore di compagnie teatrali del nuovo teatro, gestore di una sala teatrale a Roma, attore di trasposizioni televisive e radiofoniche, animatore culturale, si rappresentasse la scena teatrale italiana coeva e legata a Ciccocioppo.

Nel mese di giugno prossimo, infatti, in date da stabilire, il Nostro Istituto darà appuntamento ai Suoi Utenti e a quanti interessati, per una esposizione sul teatro, con momenti convegnisti e di confronto, alla presenza di note personalità del teatro locale e nazionale.

Teatro, massima e sublime arte performativa, che dagli antichi Teatri di Pietra – quali rito, ritiro, raduno di un Popolo – attraverso un camminamento composito  si è fatto “Tempio dell’Arte”, nelle varie espressioni.
Se non possiamo che lodare l’Arte in parola se volta al civile, al sociale, un Teatro, cioè, per dirla con Edward Bond, quale strumento d’istruzione di massa”, si annoverano forme di pregio, di certo più di nicchia, quale quella riferibile al compianto Carmelo Bene, di disarticolazione degli schemi tradizionali, per porre al centro della “mise en scene” l’interprete, quale “Artefice” che smonta il testo classico per farlo “altro”.
Le Giornate Convegnistiche, unitamente alla Mostra, daranno dunque conto di questo percorso, mettendo il focus comunque sul Teatro dagli Anni ’60 ad oggi, senza tralasciare il superamento della cosiddetta “censura”, che riportava a forme di “Teatro Proibito”.
Si valorizzeranno, altresì, gli esponenti di “NUOVA GENERAZIONE” dell’UNIVERSO TEATRALE.


Per INFO:
Ufficio Relazioni con il Pubblico
tel.090674564
urpbibliome@regione.sicilia.it

IMMAGINE DI APERTURA – Locandina

Artistico – La piattaforma tutta italiana per l’arte moderna e contemporanea

Dalla fine del mese di aprile 2022 sarà ufficialmente online ARTISTICO, la piattaforma, tutta italiana, per l’arte moderna e contemporanea progettata per acquistare, collezionare, scambiare, rivendere frazioni di opere d’arte fisiche, creando, così, un mercato dell’arte accessibile a tutti, trasparente e democratico, e promuovendo opere con un reale valore accertato, certificate per autenticità e provenienza, sempre raggiungibili e fruibili al pubblico.

Il luogo dove l’arte è condivisa

La piattaforma tutta italiana per l’arte moderna e contemporanea
Online da fine aprile 2022

www.artistico.live

Margherita Giannotti – Co-founder Artistico

Ideatrice di questa nuovissima startup è Margherita Giannotti -26 anni, laurea in Media e Communication alla Goldsmiths University e master al King’s College di Londra, con varie esperienze in terra inglese in comunicazione, marketing e social media- che ha voluto fondere le competenze nel digitale e nella comunicazione alla passione per l’arte dando vita, insieme al suo team, ad Artistico.

Artistico si basa su di un modello di business attraverso il quale è possibile divenire proprietari di una o più quote di un’opera d’arte, per poterle rivendere successivamente ad altri utenti”, sottolinea Margherita Giannotti. “Artistico è la piattaforma dell’arte del nuovo millennio che segue e precorre le trasformazioni epocali del mercato dell’arte rinnovato dalle tecnologie in continuo divenire con l’affermarsi della blockchain e dell’intelligenza artificiale. È un mercato fluido, che resiste ai periodi di crescita negativa acquisendo l’accezione di bene rifugio, e abitato da una nuova generazione di collezionisti desiderosi di attuare micro-investimenti in base alle proprie possibilità economiche, non avendo più ormai la necessità di acquistare per possedere.”

Ogni opera viene selezionata da Artistico attraverso un team di esperti nel settore dell’arte contemporanea e in quello del mercato, i quali portano avanti, in modo continuativo, un’attenta ricerca di artisti affermati ed emergenti scelti in base al loro percorso artistico, alla collocabilità e vendibilità delle loro opere e alla prospettiva di incremento di valore. Inoltre ogni opera esce dal semplice circolo privato ed esclusivo per divenire bene comune accessibile a tutti attraverso la proprietà condivisa e l’affido in custodia ad enti pubblici o privati, gallerie d’arte, musei, fondazioni, aziende o complessi monumentali che ne assicurano la promozione e la visibilità e ne valorizzano gli aspetti economici e culturali. L’autenticità e l’origine di ogni opera vengono garantite direttamente dagli artisti, da gallerie e advisor qualificati: per ogni opera d’arte viene realizzato un NFT (not fungible token), che contiene tutte le relative informazioni e certificati dell’opera stessa, e successivamente vengono creati altri token che ne rappresentano le frazioni disponibili.

Vogliamo contribuire ad una diffusione della cultura dell’arte, –conclude con entusiasmo Margheritaall’educazione di un collezionismo appassionato, maturo, informato e capace di scelte consapevoli e al consolidamento di una community di figure professionali etiche e responsabili. Artistico crede nel valore della cultura e della bellezza, sostiene l’arte quale patrimonio della collettività, stimolando la valorizzazione di artisti storicizzati ed emergenti e promuovendo le ricerche più sperimentali. Artistico non è il futuro, Artistico è il presente digitale del mercato dell’arte.


INFO

ARTISTICO

Margherita Giannotti – Co-founder & Head of Marketing
Mario Giannotti – Co-founder & CFO
Roberta Melasecca – Press Office & Art Curator
Luca Acerbi – Creative Director
Stefanos Vladimir – CTO
Giacomo Sarzanini – Community Manager

Contatti

Artistico
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Tel. +39 3314417005
www.artistico.live

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca

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roberta.melasecca@gmail.com
tel. +39 3494945612
www.melaseccapressoffice.it

Gallarate (VA), Museo MA*GA: GEOGRAFIE. Raccontare i tempi, raccontare i luoghi

Contemporaneamente alle personali dedicate a Chiara Dynys e a Michele Lombardelli, il Museo MA*GA di Gallarate (VA) ospita, dal 26 febbraio all’8 maggio 2022, la mostra Geografie. Raccontare i tempi, raccontare i luoghi, che nasce dal riallestimento della collezione del museo gallaratese.

GALLARATE (VA) | MUSEO MA*GA
FINO ALL’8 MAGGIO 2022
LA MOSTRA

GEOGRAFIE

Raccontare i tempi, raccontare i luoghi

A cura di Emma Zanella e Alessandro Castiglioni

Emilio Vedova, L’urto, 1949-50

Il progetto, curato da Emma Zanella e Alessandro Castiglioni, rispettivamente direttrice e conservatore del MA*GA, sviluppa un ambito di ricerca pluriennale che ha dedica alla collezione vista come un momento di approfondimento e di innovazione che, attraverso la selezione di opere scelte, permette di raccontare la contemporaneità sotto una prospettiva inedita.

Geografie prosegue anche il dialogo che lega le arti visive e la letteratura all’interno dell’HIC – Hub Istituti Culturali della Città di Gallarate. Il titolo, Geografie, nasce infatti da una libera lettura e reinterpretazione dell’omonimo libro della saggista e poetessa Antonella Anedda (Roma, 1955) nel quale si trova questa affermazione: “Il tempo si consuma, lo spazio meno. Lo spazio si rinnova non è vero che è vuoto”.

La mostra ruota proprio attorno al rapporto che lega lo spazio al tempo e alla capacità dell’arte di raccontare i tempi e i luoghi della nostra contemporaneità.

Il percorso espositivo si apre con una serie di dipinti che affrontano in modo diretto o indiretto il tema della seconda guerra mondiale e della ricostruzione postbellica a cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta del secolo scorso. Ne è esempio emblematico L’Urto di Emilio Vedova in cui le vorticose forme geometriche sono un riferimento al dramma e alla violenza della guerra. A queste opere risponde il grande dipinto La Pace di Ennio Morlotti in cui il linguaggio cubista ricorda in modo diretto il Picasso di Guernica, dove un’arte impegnata, moralmente e politicamente, racconta la storia nelle sue drammatiche vicende di trasformazione.

Una seconda linea di ricerca propone due idee di spazio a confronto che, in modo trasversale, caratterizzano gli anni sessanta e settanta: la dimensione spaziale più scientifica, ovvero quella delle scoperte cosmiche e del raggiungimento della Luna, e lo spazio politico del movimento, della lotta e della contestazione che porta a forme più elaborate di arte concettuale e architettura radicale, qui approfondite attraverso autori quali Lucio Fontana, Ugo La Pietra, Nanda Vigo, Mirella Bentivoglio e la riapertura dell’ambiente Spazio Elastico di Gianni Colombo dopo un lavoro di analisi conservativa sviluppato insieme all’Archivio Colombo.

Il terzo campo d’indagine si rivolge alle complesse ridefinizioni dello spazio contemporaneo. A questa sezione fanno riferimento opere legate a questioni quali il rapporto tra luogo e storia, e tra natura e artificio, e lavori che riflettono in modo più profondo le identità e le memorie individuali e collettive.

La rassegna si chiude con alcune importanti e recenti acquisizioni del MA*GA, mai esposte prima nel percorso della collezione permanente, come Produttivo di Giorgio Andreotta Calò, Note on Historical Amnesia pt 2 (loop) di Alessandra Ferrini, Senza titolo di Armin Linke e quelle entrate in collezione grazie al progetto Italian Council come Lo Spettro di Malthus di Marzia Migliora, Historia di Francesco Bertocco e Zwischen nicht mehr und noch nicht (Tra non più e non ancora) di Nicola Pellegrini e Ottonella Mocellin.

Per l’occasione, il MA*GA attiverà il Geografie Research Program che, grazie anche al supporto del Fondo Cultura del MIC-Ministero della Cultura, si occuperà di digitalizzare, valorizzare e pubblicare le nuove acquisizioni della collezione.

Contemporaneamente alla mostra GEOGRAFIE. Raccontare i tempi, raccontare i luoghi, il MA*GA presenta dal 26 febbraio all’8 maggio 2022, le personali di Chiara Dynys, Melancholia e di Michele Lombardelli, Untitled.

Ricola, per il quinto anno consecutivo, affiancherà come partner istituzionale il museo gallaratese sostenendo la programmazione espositiva e tutte le attività culturali in programma per il 2022. L’azienda svizzera – produttrice delle benefiche caramelle alle 13 erbe – conferma la grande attenzione che da sempre mostra nei confronti dell’arte e della cultura come strumento di crescita e condivisione.

Proseguono anche le giornate a ingresso gratuito targate Ricola. Venerdì 4 marzo, 1° aprile e 6 maggio 2022, dalle 14 alle 18 fino a esaurimento posti, l’azienda svizzera offrirà l’ingresso a tutti i visitatori e darà loro il benvenuto con la degustazione delle sue benefiche tisane presso il bar del MA*GA a partire dalle ore 15.

Anche l’azienda gallaratese Lamberti S.p.A. conferma il suo sostegno al MA*GA, dimostrando il continuo impegno nella valorizzazione culturale del territorio e la vicinanza, ormai consolidata, al Museo della città.


GEOGRAFIE. Raccontare i tempi, raccontare i luoghi
Gallarate (VA), Museo MA*GA (via E. De Magri 1)
26 febbraio – 8 maggio 2022

Orari:
martedì, mercoledì, giovedì e venerdì: ore 10.00 – 18.00
sabato e domenica: 11.00 – 19.00

Aperture speciali
Pasqua (17 aprile), 11.00-19.00
1° maggio, 11.00-19.00

Ingresso:
Intero: €6,00; ridotto: €4,00
Il biglietto consente la visita delle mostre: CHIARA DYNYS. Melancholia e MICHELE LOMBARDELLI. Untitled.

L’ingresso al MA*GA è consentito esclusivamente ai soggetti in possesso del Certificato Verde Rafforzato.

Museo MA*GA
T +39 0331 706011; info@museomaga.it; www.museomaga.it

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Anna Defrancesco | T +39 02 36755700; M 349 6107625| anna.defrancesco@clp1968.it

IMMAGINE DI APERTURA – Mocellin, Pellegrini, Zwischen nicht mehr und noch nicht (Tra non più e non ancora), 2021

Roma, Palazzo Bonaparte: Quanto è (ri)conosciuta all’estero l’arte contemporanea italiana?

PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO

Quanto è (ri)conosciuta all’estero
l’arte contemporanea italiana?

GIOVEDÌ 24 MARZO 2022 – ORE 17.00

“Quanto è (ri)conosciuta all’estero l’arte contemporanea italiana?” è una ricerca indipendente, prima del genere in Europa, che ha come oggetto di analisi la visibilità dell’arte italiana contemporanea a livello internazionale.
Realizzata da un team indipendente di esperti con il contributo di ARTE Generali, dello studio BBS Lombard e la cooperazione degli istituti di ricerca Artprice, Articker e Wondeur, l’indagine vuole essere uno strumento di conoscenza sulla presenza degli artisti italiani (nati dopo il 1960) nell’ecosistema dell’arte globale.
L’obiettivo dello studio, non esaustivo e da intendersi come primo passo verso gli approfondimenti che verranno, mira a stimolare il dialogo, fissare nuovi traguardi e individuare possibilità di integrazione nel sistema internazionale dell’arte.


Sarà possibile partecipare alla diretta streaming della conferenza cliccando il link

Valeria Arnaldi: Oltre l’immagine, al di là del sogno, cercando l’anima nello specchio

Sabato 19 marzo 2022 alle ore 18.00 Rosso20sette arte contemporanea presenta la mostra personale Specchi di carta di Marco Réa, accompagnata da un testo critico di Valeria Arnaldi. In mostra venti opere su carta che racchiudono l’ultima produzione dell’artista.

Marco Réa
Specchi di carta

Testo di Valeria Arnaldi

Opening sabato 19 marzo 2022 ore 18.00

Rosso20sette arte contemporanea
Via del Sudario 39 – Roma

Fino al 23 aprile 2022

Marco Rèa Iris Van Herpen 21×30
LA MOSTRA

Lo sguardo fiero, puntato dritto davanti a sé a immaginare un orizzonte inedito, in cui muoversi, lontano dal teatro quotidiano, per dare nuovo ritmo al passo. Oppure l’espressione fiera, nella manifesta soddisfazione – e piena consapevolezza – di essere, “apparire” e soprattutto, forse, sentirsi realmente e finalmente protagonista e regista della propria esistenza, fosse anche solo per il tempo di un’occhiata. O invece, il capo leggermente chino, a raccontare malinconie taciute ma ben presenti, che segnano il viso con rughe di riflessione e dolore, facendosi cicatrici nel silenzio. O ancora, gli occhi chiusi un istante prima del risveglio, per concedersi il lusso, tutt’altro che pigro, di ripensarsi su misura delle proprie fantasie, di ieri e di oggi, seguendo sogni di bambina o magari progetti di donna, sollecitando così nuove storie e proiezioni, nel gioco ininterrotto della costruzione di sé. E del sé.

Sono “specchi” che indagano l’anima, nell’eternità del suo essere, ma anche nell’istante-per-istante del divenire, le opere di Marco Réa, apparenti “grovigli” che, laddove sembrano confondere la forma, di fatto, la rivelano, portando in superficie profondità spesso sconosciute, o comunque non riconosciute, perfino da chi vi è immerso o ne è frutto. Basta seguire la “linea”: il segno corre, a volte, invece si fa lento, si prende la pausa di una curva più morbida, poi si ripiega su stesso, fino a creare un incastro di apparenti moltiplicazioni, che diventa indagine delle sfumature dell’Io, manifeste o invece inconfessate, e progressivamente in questo suo movimento finisce per farsi volto. Non quello di carne e ossa. Bensì, quello più vero, disegnato dall’anima e illuminato dai pensieri.

Nello “specchio”, Marco Réa non cerca – e non mostra – la conferma dell’immagine, va ben oltre, investigando il sentimento che di quell’immagine è motore, a fare un ritratto più intimo e vero del soggetto rappresentato, scoprendo nuove forme e fugaci istanti di bellezza, che rende eterni nell’arte pur mantenendo, concettualmente, la fragilità, attraverso l’uso della carta. Ciò che illustra, di opera in opera, è la storia di una singola figura ritratta, ma, attraverso di essa, anche quella universale dell’essere umano, tra filosofia e sentimento, passioni e tormenti. E sogni. È lì, nell’incoscienza e nel torpore che l’anima trova modo e spazio per liberarsi. È lì, lontana dai condizionamenti di corpo e mente, che acquisisce il coraggio di ammettere i propri desideri, le angosce i timori, anche le passioni però e, chissà, le ossessioni. È lì che si rivela e lì che, al contempo, si nasconde. Dunque, è lì che Marco Réa la va a cercare. Nelle sue opere, la dimensione onirica si fa forma concreta a occupare spazio e sguardo fino a vestire parzialmente di sé la figura. Il sogno, componente dell’anima, lo diventa così anche dell’immagine.

Réa guida l’inconscio fuori dall’ombra e lo porta in primo piano, con tratto e colore, a farne “segno” sulla pelle. I simboli che sceglie per dare corpo a quelle fantasie sono remoti, movimenti della mano  prima ancora che vere e proprie forme, gesti che liberano pensieri e sensazioni seguendo un istinto bambino, privo di filtri e sovrastrutture, libera proiezione dell’Io. E in un attento studio della psicologia infantile, Réa traccia nuove linee e disegni, regalando così storia – e storie – ai suoi ritratti. Sono spirali che non si chiudono mai, lasciando aperta la tensione dello spirito all’infinito. E sono simboli identitari, sintesi di forme umane, che ricordano però palloncini affidati al vento, a puntare verso il cielo, al sole. Intimità svelate, in dialogo, tra i singoli ritratti, composti in percorso, e di nuovo con l’osservatore.

In questa ricerca artistica, nata durante la pandemia, più precisamente durante il lockdown, con creazioni eseguite con carta, inchiostro e amuchina, e ora evoluta per tecnica e visione, Marco Réa si ricollega ai lavori precedenti e alla riflessione sull’immagine femminile anche nella moda, ma va al di là, liberando paradossalmente l’immagine da se stessa. I suoi volti sono “mappe” che conservano emozioni, memorie, sentimenti, fantasie, delusioni. Sono ritratti di temperamento e carattere, di eternità e momento. E, in taluni casi, sono monumenti. Così, pressoché ogni opera su carta ha la sua “gemella” sul muro di una città: altro materiale, altre dimensioni, stessa intensità. L’intimo si scopre pubblico, il personale si fa universale, l’ombra scompare nella luce. E, nella potenza della mano dell’artista,  il finito si rivela infinito. Nell’istante e nel segno. 

Note biografiche

Marco Réa, artista romano, nasce nel novembre del ’75. Ha condotto studi artistici dapprima al liceo, poi studiando fumetto ed infine laureandosi in storia dell’arte contemporanea. Per anni è a stretto contatto con la scena del writing romano e dei graffiti. Ha esposto in numerose gallerie in Europa, Stati Uniti, Giappone e collaborato con personalità di fama mondiale come Nick Knight, Kate Moss, Cloe Sevigny ecc.. Ospite in più di un’occasione presso l’Università della Sapienza di Roma e licei artistici italiani, ha tenuto laboratori di street art in scuole medie e centri di aggregazione giovanile. Dal 2005 al 2019 ha portato avanti la sua ricerca artistica definita dall’artista “De Brand” (intervento pittorico sopra manifesti pubblicitari), mentre dal 2020 ha sviluppato un percorso legato alla street art e agli stencil denominato “Grovigli” o line art. Protagonista indiscussa della sua ricerca rimane la donna e i suoi lati più intimi, emozionali e psicologici. Ha eseguito lavori per Disney/Marvel, Fendi, Mondadori Electa, Universal Pictures, Show Studio, Vogue Magazine, Liberty UK, Lampoon Magazine, ecc..


INFO

Marco Réa
Specchi di carta
Testo di Valeria Arnaldi

Opening sabato 19 marzo 2022 ore 18.00

Fino al 23 aprile 2022
Orari: dal martedì al sabato 11.00-19.30 – domenica su appuntamento

Rosso20sette arte contemporanea
Via del Sudario 39 – Roma
info@rosso27.com
tel.06 64761113
www.rosso27.com

Ufficio stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
roberta.melasecca@gmail.com / 349.4945612
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www.interno14next.it

Roma, Radio Trastevere Gallery: La mostra Melk di Maria Donata Papadia inaugura “Fuori Catalogo”

Sarà Melk dell’artista Maria Donata Papadia ad inaugurare, venerdì 25 marzo 2022 alle ore 18, il ciclo di quattro mostre pop up intitolato “Fuori Catalogo. Wandering Pop Up Art Exhibition” a Radio Trastevere Gallery, nuovo hub romano dedicato all’arte contemporanea.  Attraverso un linguaggio nuovo fatto di segni e immagini, il progetto a cura di Barbara Braghittoni vuole ricordare all’osservatore di vivere amore, bellezza e amicizia con sempre rinnovata energia.

La mostra Melk di Maria Donata Papadia
inaugura “Fuori Catalogo”

il ciclo di quattro mostre pop up a
Radio Trastevere Gallery di Roma

IL PROGRAMMA

La mostra Melk propone una selezione di Fiori in tetrapak e Seni, realizzati in gesso con la tecnica del calco dalla pittrice, scenografa e designer Maria Donata Papadia. L’artista vive e lavora ad Amsterdam da molti anni ed è proprio da qui che nasce il titolo dell’esposizione: “Melk” in olandese significa “latte”, un bene legato al nutrimento e alla vita che si collega alle opere presenti in mostra.

Da un lato il visitatore troverà i “fiori di latte” (in olandese Melkbloemen) fatti con i cartoni del latte a cui viene offerta una nuova vita. Il fiore ha una ricca tradizione simbolica e spirituale, a cui vengono attribuiti vari significati, come bellezza e caducità.

Secondo il libro Flowers and their message (The Mother Sri Aurobindo Ashram, Pondicerry), dal quale Maria Donata Papadia ha preso ispirazione, ogni fiore infatti ha il suo immaginario e la sua verità interiore spirituale.

Ad accompagnare i fiori ci saranno i seni, con riferimento al mito delle amazzoni, che documenta il fascino senza tempo della femmina guerriera. La tecnica utilizzata dall’artista è un calco di gesso sul corpo della modella a ritrarre proprio il seno che, secondo la leggenda, le amazzoni si sarebbero amputate per riuscire ad utilizzare l’arco con maggior precisione.

Ma il seno non è solo guerriero: è la nostra prima fonte di nutrimento, portatore di liquido vitale. Come anche i fiori, un tempo portatori di latte, la stessa linfa fondamentale per la vita degli esseri umani.

La nostra vita deve sbocciare come un fiore” afferma l’artista. Melk è quindi un inno alla vita.

BIO MARIA DONATA PAPADIA

Maria Donata Papadia laureata all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, inizia il suo percorso artistico collaborando col Teatro Due Mondi, occupandosi delle scenografie e dei costumi, una sinergia che continua tuttora. Innamorata da sempre della relazione tra colore, energia e sperimentazione, da circa trent’anni lavora come pittrice, scenografa, costumista e ricercatrice cromatica. Vive e lavora ad Amsterdam.


INFO UTILI

Fuori Catalogo. Wandering Pop Up Art Exhibition
Radio Trastevere Gallery, Via Natale del Grande 21, Roma

Orari: dalle 15 alle 20 – opening ore 18
Ingresso gratuito
Mostra Melk di Maria Donata Papadia

Dal 25 al 31 marzo 2022


CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

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