L’artista Carmela Rizzuti selezionata per il “NEW FREEDOM THINK” di Milano

L’artista palermitana Carmela Rizzuti è stata selezionata per esporre le sue opere fotografiche per il “New Freedom Think” organizzato dalla MADS di Milano, la prima e più importante galleria italiana multimediale digitale permanente per artisti, uno spazio che ha rivoluzionato il processo di presentazione delle opere d’arte.

Grazie all’allestimento tramite schermi di più forme e dimensioni, realtà aumentata e l’esclusiva tecnologia touch screen, si permette al visitatore di entrare nel dettaglio di opere e di creare con esse una vera e propria interazione multimediale. Il fruitore può cioè interagire con l’opera catapultandosi all’interno di essa.

L’artista Carmela Rizzuti
selezionata per il “NEW FREEDOM THINK” di Milano

La più importante galleria italiana multimediale digitale permanente per artisti

http://www.carmelarizzuti.net/

NFT Carmela Rizzuti Nascita papaveri

Grande la soddisfazione artistica di Carmela Rizzuti: «Sono molto contenta di partecipare a questa mostra perché la trovo innovativa e stimolante, siamo sempre in continua evoluzione e dobbiamo sfruttare tutti i mezzi che la tecnologia ci offre. L’arte può essere vista ed espressa in tanti modi senza perdere la qualità e la percezione visiva oltretutto si evita anche lo stress che le opere d’arte devono subire come l’imballaggio e il trasposto e oltretutto si abbattono anche i costi di trasporto e l’assicurazione. Oggi la tecnologia ci aiuta ad essere sempre e costantemente informati a divulgare notizie di vario genere tra queste anche l’arte. La cultura ci deve avvicinare perché ci aiuta a capire noi stessi e a rendere viva la nostra esistenza e quando non è possibile dobbiamo sfruttare tutti gli strumenti che sono a nostra disposizione.»

MADS, con il suo innovativo progetto di fruizione artistica, è riuscita ad incrementare la qualità visiva dei dettagli, la loro tridimensionalità e i materiali. In questo modo sono state risolte più variabili, come il costo (in termini di spedizione, imballo, assicurazione, dogana), i tempi e la burocrazia. L’opera permane all’artista in totale sicurezza ed è pronta per essere spedita ad un eventuale acquirente. Non ultimo, la situazione che stiamo vivendo ha consentito a MADS di garantire la fruizione dell’arte, e l’arricchimento culturale che da essa deriva, anche a distanza.

La galleria multimediale digitale rappresenta un’evoluzione per il mercato dell’arte, una nuova tendenza, un sistema totalmente diverso da ciò a cui siamo abituati.

L’obiettivo primario è la condivisione artistica, al fine di mettere in luce l’artista, il suo talento e il suo portfolio, rendendolo accessibile a un pubblico sempre più vasto e internazionale. MADS si differenzia dal modello standard di gallerie che hanno un metodo di esposizione tradizionale, sia per il set up (poiché nonostante sia una galleria fisica vanta un set up digitale) sia per i servizi dedicati agli artisti.

La galleria non si occupa solo dell’esposizione ma offre tutti quei servizi di marketing, promozione e pubblicità che oggi sono strumenti indispensabili per qualsiasi professione.

Si garantisce all’artista il supporto di professionisti che si occupano di lanciare, accrescere ed impreziosire la sua immagine. MADS offre servizi di questo tipo per ogni artista, sia emergenti che affermati. L’artista emergente ha infatti bisogno di un progetto di crescita, mentre l’artista affermato ha bisogno di consolidare il proprio percorso.


INFO:
https://www.madsgallery.art/

Titolo:
NEW FREEDOM THINK di Milano
Dal: 28 marzo 2022
Mostra Internazionale d’Arte Contemporanea
MADS, galleria d’arte contemporanea in zona Navigli.

Agenzia di Marketing e Comunicazione:
Media & Service
+39 333 624 9616
mediaeservice@gmail.com

IMMAGINE DI APERTURA – NFT Carmela Rizzuti Nascita papaveri Diploma

Santa Marinella (Roma), Villa La Saracena: FORTEZZA. Mostra personale di Mirko Leuzzi

Domenica 10 aprile 2022 dalle ore 12.00 Villa La Saracena presenta FORTEZZA, mostra personale di Mirko Leuzzi, a cura di Maria Costanza Magli e Paola Aloisio.

FORTEZZA

di Mirko Leuzzi

a cura di Maria Costanza Magli e Paola Aloisio
testo critico di Paola Aloisio

Villa La Saracena
progettata da Luigi Moretti

Lungomare Guglielmo Marconi 137 – Santa Marinella (RM)

Evento per una sola giornata

domenica 10 aprile 2022

porte aperte dalle ore 12:00 ultimo ingresso ore 18:00

Mirko Leuzzi, Elogio alla passione, Olio su tela, cm. 130×100
TESTO CRITICO

Fortezza nasce da un incontro fortunato, quello tra l’artista Mirko Leuzzi e Maria Costanza Magli, giovane rappresentante della dimora storica La Saracena, progettata da Luigi Moretti. La loro sinergia è immediata e il progetto dell’esposizione nasce tra le chiacchiere delle fresche serate estive a Santa Marinella e, man mano, durante il periodo invernale, prende sempre più forma per concretizzarsi in questo evento di domenica 10 aprile. Per una sola giornata, dalle 12.00 alle 18.00, La Saracena apre le porte a tutti per mostrare il suo lato nascosto e presentare le opere di Mirko Leuzzi.

Villa La Saracena, ph. Giulio Valerio Mancini

La Saracena di Luigi Moretti accoglie le anime, sentimentalmente abusate, ritratte da Mirko Leuzzi che in questa dimora storica entra alla ricerca di una Fortezza per le sue Muse. Una casa pensata, dallo stesso architetto, come un luogo dove potersi rifugiare quando se ne ha abbastanza del mondo: la facciata che si rivolge ad esso infatti presenta mura alte e spesse aperte solo da lunghe feritoie, volumi materici, sinuosi e assolutamente imperscrutabili. Eppure la casa è viva. Se non si entra non lo si può capire. Muta con il volgere del giorno, prende le sembianze della stagione che attraversa. Varcato l’ingresso il corridoio vetrato proietta l’ospite verso il mare e il giardino interno: tutto si apre senza più ostacoli ad impedire alla vista di espandersi; anche nelle stanze da letto, protette come in un abbraccio dallo spesso bastione esterno, la parete verso il mare non è che una grande finestra. La luce pervade e modella i volumi dell’alzato, la materia stessa delle pareti; a seconda dell’ora o della stagione in cui la si osserva questo gioco mai uguale regala, a chi ha la fortuna di poterci passare qualche giorno, un senso di lontananza dall’umana irrequietezza.

Le ragazze di Leuzzi cercano, quindi, il loro posto in questa Fortezza inespugnabile portando il fardello di quello che hanno affrontato fuori: le conseguenze, i rimpianti, le domande, la vergogna si ripresentano nel cuore col mutare della luce, con il rumore del vento, con lo sciabordio o col ruggire del mare. L’intensità del loro smarrimento segue i tempi della casa in un dialogo ragionato tra il vissuto e il luogo, tra quello che esprimono e lo spazio dove l’opera stessa è stata collocata. I ritratti, come fossero una fotografia interiore, rivelano lo stato d’animo del soggetto attraverso una pittura materica caratterizzata da colori vividi, dall’attenzione ai gesti, alle posizioni dei corpi e soprattutto agli occhi. Come nelle icone dei primi cristiani, i soggetti, privati della tridimensionalità e alleggeriti dal disturbo dei dettagli, osservano con occhi ieratici lo spettatore in un muto dialogo in cui ognuno può risalire suo personale tormento interiore.”

NOTE BIOGRAFICHE

Mirko Leuzzi nasce a Roma nel marzo del 1992: durante gli anni universitari prende confidenza con una personalissima visione del mondo che lo porta ad abbandonare gli studi in Lettere e Filosofia per dedicarsi a qualcosa di diverso. Comincia a viaggiare nel tentativo di comprendere la propria esigenza creativa finché, quasi per caso, nel 2020 è davanti alla sua prima tela. Da subito ottiene il consenso del pubblico, ritraendo quei soggetti femminili che oggi sono la sua firma. Espone la sua prima personale nel 2021, alla b-art gallery del quartiere Trastevere, a Roma.


INFO

FORTEZZA

di Mirko Leuzzi
a cura di Maria Costanza Magli e Paola Aloisio
Allestimento e curatela: Maria Costanza Magli e Paola Aloisio
Testo critico: Paola Aloisio


Evento per una sola giornata
domenica 10 aprile 2022
porte aperte dalle ore 12:00 ultimo ingresso ore 18:00
Ingressi contingentati al raggiungimento della capienza massima di 250 persone

Villa La Saracena
Lungomare Guglielmo Marconi 137 – 00058 Santa Marinella (RM)
Tel. (+39)351 8982 808
info@villasaracenaeventi.it
www.villasaracenaeventi.it

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
tel 3494945612
roberta.melasecca@gmail.com
www.melaseccapressoffice.it
www.interno14next.it

Trieste: Palazzo Revoltella – Progettato dal berlinese Friedrich Hitzig allievo del grande Schinkel

Al Museo Revoltella di Trieste è presente in mostra fino al 5 giugno un eccezionale corpus di oltre 70 opere che racconta il movimento impressionista e i suoi stretti legami con la Normandia. Sul palcoscenico di questa terra, pittori come Monet, Renoir, Delacroix e Courbet – in mostra insieme a molti altri – colgono l’immediatezza e la vitalità del paesaggio imprimendo sulla tela gli umori del cielo, lo scintillio dell’acqua e le valli verdeggianti della Normandia, culla dell’Impressionismo.

Fino al 5 giugno 2022
Museo Revoltella, Trieste

LA MOSTRA DI MONET

Palazzo Revoltella. Una dimora principesca

Il Museo Revoltella è ospitato nel palazzo che Pasquale Revoltella si era fatto costruire tra il 1852 e il 1858 nel borgo Giuseppino, a pochi passi dalla riva del mare. Progettato dal berlinese
Friedrich Hitzig, allievo del grande Schinkel, era già concepito come futuro museo.
Del resto Revoltella decise di affrontare l’impresa quando aveva quasi sessant’anni, e per di più era celibe, per cui non aveva certo la necessità di un’abitazione di questo tipo. Si tratta di uno degli edifici più rappresentativi di Trieste, grazie al quale fu introdotta nell’architettura cittadina, da decenni caratterizzata dallo stile neoclassico (Borsa, Palazzo Carciotti, Teatro Verdi, Chiesa di S. Antonio), una tendenza eclettica e neorinascimentale.

La facciata è caratterizzata da una sobria eleganza e da un accentuato verticalismo che culmina nelle quattro statue di coronamento di Francesco Bosa. Per la decorazione interna del palazzo, Revoltella chiamò a lavorare diversi artisti, ma affidò l’incarico più impegnativo allo scultore milanese Pietro Magni, che si cimentò nell’interpretazione allegorica di due temi a lui molto cari: la costruzione del secondo acquedotto triestino, celebrata nella “Fontana della Ninfa Aurisina” (1858), che orna l’atrio, e l’apertura del canale di Suez, ricordata nel gruppo scultoreo intitolato “L’istmo di Suez” (1863) posto al primo piano. L’apparato decorativo del palazzo è sontuoso e raffinato, sia nei materiali scelti per rivestimenti e decorazioni, sia nell’arredamento, come si può cogliere già nella biblioteca del pianterreno, un piccolo gioiello di ebanisteria, con alte librerie intagliate e ornate dai ritratti di letterati e filosofi. I vani più grandi e l’elegante scalone elicoidale, sono rivestiti in scagliola, con un effetto molto suggestivo di finto marmo. Molto ricercati anche i disegni dei pavimenti, sia quelli, sempre in scagliola, dei pianerottoli sia quelli in legno delle varie sale, sia al primo che al secondo piano.

Scalone baronale verso primo piano

L’appartamento del primo piano era riservato alla vita privata e al lavoro, mentre il secondo piano, arredato con particolare sfarzo, era usato per i ricevimenti.
Il palazzo era certamente il più lussuoso della città, una piccola “reggia” creata in competizione con il castello di Miramare, che l’arciduca Massimiliano, fratello dell’imperatore Francesco Giuseppe, costruiva negli stessi anni sul promontorio di Grignano. Revoltella aveva rapporti cordiali con l’arciduca, e questi, nel febbraio 1859, lo onorò della sua presenza alla festa d’inagurazione del palazzo. Pasquale Revoltella morì nel settembre 1869 lasciando il suo patrimonio alla città. Nel testamento espresse la volontà che il suo palazzo con le opere e gli arredi che conteneva divenisse “un istituto di belle arti” e a tale fine destinò al futuro museo anche una cospicua dotazione di fondi, che doveva essere amministrata da un Curatorio. Il Museo Revoltella fu aperto al pubblico nel 1872. Grazie alle rendite di questo capitale la collezione d’arte si arricchì ben presto di dipinti e sculture di notevole interesse, che dettero al museo una dimensione non solo cittadina ma rappresentativa delle maggiori scuole artistiche italiane e, in una certa misura, europee.

Se alla fondazione, che avvenne nel 1872, la collezione comprendeva solo un centinaio di pezzi tra dipinti e sculture, già alla fine del secolo il patrimonio era più che raddoppiato tanto che la sede era ormai insufficiente ad esporlo completamente al pubblico.

Atrio, Fontana Scarpa

Il Museo Revoltella. L’espansione della Galleria d’Arte Moderna

Per aggiungere spazi adeguati alle nuove dimensioni del patrimonio del Museo Revoltella, nel 1907 il Comune di Trieste acquistò l’attiguo palazzo Brunner, ma i cambiamenti avvenuti con la prima guerra mondiale fermarono il processo di ampliamento e il museo ottenne, negli anni trenta, solo un piano.
Si dovettero aspettare gli anni sessanta per avere tutto l’edificio a disposizione.

Il progetto di ristrutturazione fu affidato nel 1963 all’architetto Carlo Scarpa (già molto noto come autore del Museo di Castelvecchio di Verona e della Fondazione Querini Stampalia di Venezia), che lasciò

intatti i muri perimetrali, ma operò una completa trasformazione degli spazi interni, aprendo un grande vano al centro, attorno al quale si snoda un percorso costituito da una galleria continua e molto articolata, che inizia nel grande atrio, sale attraverso Palazzo Revoltella, rientra nel Palazzo Brunner all’altezza del terzo piano e si conclude al piano in un ambiente luminosissimo e aperto sulla città e sul mare.

Nel corso dei lavori, iniziati appena nel ’68, sorsero molti problemi e ben presto Scarpa lasciò l’incarico. Gli subentrarono, in un primo tempo, il suo assistente Franco Vattolo che continuò la sua opera negli anni settanta, ma ci fu un’altra interruzione, e solo nel 1991, sotto la direzione di Giampaolo Bartoli, i lavori si conclusero e il Museo Revoltella, che ormai possiede oltre 1500 opere, tra dipinti e sculture, potè essere riaperto al pubblico e continuare a svolgere pienamente la sua funzione culturale, grazie anche a una sede adeguata ai tempi e ad attrezzature moderne e funzionali.

Il Museo Revoltella. La collezione

Ciò che caratterizza maggiormente la raccolta d’arte di questo museo è la presenza, accanto ai nomi dei maggiori artisti italiani, di un cospicuo numero di autori stranieri, austriaci, tedeschi, francesi, spagnoli, belgi, che rispecchiano il carattere cosmopolita della Trieste ottocentesca e i suoi legami, non solo commerciali, ma anche culturali, con tutta l’Europa.

Accanto ad alcuni grandi nomi dell’arte neoclassica, Canova, Bartolini (un busto di Felice Baciocchi di Lorenzo Bartolini fu il primo acquisto del Museo) nella sezione ottocentesca ospitata nelle sale di Palazzo Revoltella troviamo un’ampia rassegna di ritrattisti operanti all’inizio dell’800 in ambito austriaco e veneto: da Giuseppe Tominz, pittore goriziano autore dei più efficaci ritratti della borghesia cittadina negli anni della Restaurazione, a Natale Schiavoni e Friedrich Amerling. Meno numerose ma senz’altro interessanti, le vedute della prima metà dell’Ottocento, con qualche influsso neoclassico (Scarabelotto) ma principalmente derivate dalla tradizione veneziana, come le opere di Bison, Inganni, Canella e Caffi. Il museo Revoltella possiede anche un’ampia serie di dipinti di soggetto storico: vi sono rappresentati autori noti a livello nazionale come Francesco Hayez, Giovanni Pagliarini e Domenico Morelli, ma anche gli specialisti locali di questo genere, Giuseppe Lorenzo Gatteri e Cesare Dell’Acqua.

Un nucleo importante è costituito da opere appartenenti alle ricerche sul “vero” e databili attorno alla metà del secolo o poco più tardi: vi figurano i protagonisti delle diverse scuole regionali, lombarda, veneta, toscana e napoletana, come Domenico Induno, Filippo Palizzi, Vincenzo Cabianca, Giacomo Favretto.

Non manca una significativa presenza di tele dedicate a episodi risorgimentali, tra cui è da segnalare un “Bivacco” di Giovanni Fattori accanto al quale troviamo anche opere dei famosi fratelli Induno, efficaci cronisti delle imprese garibaldine. L’epoca a cavallo tra Ottocento e Novecento, che corrisponde alla prima fase di sviluppo dell’istituzione, è ben documentata nella collezione del Museo Revoltella, che, come si è detto, grazie al lascito testamentario, disponeva di cospicui fondi per gli acquisti. Un punto di riferimento fondamentale divenne la Biennale di Venezia dove, fin dalla prima edizione (1895), in cui si scelse “La derelitta” di Domenico Trentacoste, vennero acquistate molte opere che ancor oggi sono la parte più interessante della collezione. Vanno citati a tale proposito Canonica, Bistolfi, Balestrieri, De Maria, von Stuck, Zorn, de Nittis, tutte acquisizioni precedenti al 1914. Ma la ricerca di opere significative per arricchire il museo veniva fatta dal Curatorio anche in altre mostre nazionali e internazionali (Ciardi, Nono) o direttamente dagli artisti (Morelli).

Una sezione molto suggestiva è quella che riunisce paesaggi e marine degli anni a cavallo tra i due secoli, con opere di Fragiacomo, Belloni, Bezzi, Delleani e Grimani.
Le vicende dell’arte triestina si possono approfondire in una sezione, dedicata a Italo Svevo e alla cerchia di artisti che lo scrittore frequentava e sosteneva (Veruda e Fittke, soprattutto).

Il percorso dell’Ottocento, che si conclude coi grandi formati degli ultimi anni, si estende ben oltre lo spazio di Palazzo Revoltella, e occupa anche il terzo e il quarto piano di Palazzo Brunner, dove troviamo il capolavoro di Gaetano Previati, “Il giorno sveglia la notte”, che condivide lo spazio con altre opere molto rappresentative del clima internazionale del primo decennio, quali: Mancini, Zuloaga, von Stuck, Egger Lienz, Zorn.

Quinto piano, Galleria

Al quinto piano troviamo il Novecento, con un’ampia documentazione di opere di artisti locali e nazionali, appartenenti all’epoca del Secessionismo.

Una saletta al quinto piano è riservata ad alcuni protagonisti del Novecento italiano, tempestivamente acquistati nelle Biennali e Quadriennali del periodo tra le due guerre: Casorati, Sironi, Carrà, Carena. Per altre vie pervennero altri grandi nomi italiani degli anni trenta: de Chirico, Savinio, Plinio Nomellini, Francesco Messina.

Naturalmente ricca la rappresentanza degli artisti giuliani del primo Novecento, un periodo decisamente vivace con tante personalità originali: Vittorio Bolaffio, Arturo Nathan, Carlo Sbisà, Leonor Fini, Gino Parin, Ruggero Rovan, Bruno Croatto, Cesare Sofianopulo e Marcello Mascherini. Il percorso del Museo Revoltella si conclude al sesto piano con una rassegna abbastanza ampia delle tendenze che hanno caratterizzato gli anni Cinquanta e Sessanta in Italia: oltre all’importante “Paesaggio” (1944) di Giorgio Morandi, esposto ad inizio percorso, sono presenti alcuni nomi del cosiddetto “Gruppo degli Otto” (formatosi nel 1952 attorno al critico Lionello Venturi), con Afro, Antonio Corpora, Mattia Moreni, Morlotti, Giuseppe Santomaso ed Emilio Vedova, tutte opere provenienti dalle Biennali veneziane di quegli anni. Ci sono anche Renato Guttuso e Alberto Viani, accomunati ad alcuni degli autori appena citati per la partecipazione al “Fronte Nuovo delle Arti”.

Un terzo gruppo è quello degli spazialisti con Fontana, De Luigi, Capogrossi e Scanavino.
Sul versante opposto troviamo Burri, con un’opera che bene esemplifica gli sviluppi materici dell’informale. Figure importanti come Music, Pirandello, Zigaina, ed altri ancora, completano lo scenario della pittura mentre un folto gruppo di opere molto pregevoli documenta la produzione scultorea del secondo dopoguerra: dal “Bambino con l’anatra” di Manzù (1947), alla “Sfera” di Arnaldo Pomodoro, dal “Ritratto di Carrà” firmato da Marini alla testa femminile di sapore arcaico di Emilio Greco. Sullo sfondo di queste opere c’è una stupenda vista sulla città e sul golfo di Trieste, che l’ideatore di questi spazi, Carlo Scarpa, non ha voluto precludere al pubblico, ma ha ritagliato sulle pareti e sul soffitto per permettere la compenetrazione di spazio interno ed esterno, di natura e arte, di città e museo.


SEDE
Museo Revoltella
Via Armando Diaz, 27
34123 Trieste (TS)

INFORMAZIONI
T. +39 040 982831
www.arthemisia.it
www.triestecultura.it
www.discover-trieste.it

ORARI
Dal lunedì alla domenica e festivi 9:00 -19:00
Martedì chiuso
(la biglietteria chiude un’ora prima)

Hashtag ufficiale
#ImpressionistiTrieste

UFFICIO STAMPA
Arthemisia
Salvatore Macaluso
sam@arthemisia.it | M. +39 392 4325883
press@arthemsia.it | T. +39 06 69308306