Fiumicino: La violenza non è amore. Installazione di Anna Izzo. Testo critico di Roberta Melasecca

Mercoledì 4 maggio 2022 alle ore 11.00, presso la sede centrale del Comune di Fiumicino (lato Via Portuense) verrà presentata l’installazione scultorea La violenza non è amore di Anna Izzo, accompagnata da un testo critico di Roberta Melasecca.

La scultura, dopo la prima esposizione il 25 novembre 2021 a Città della Pieve, dove è rimasta fino al 31 marzo 2022, sarà visibile nell’ampio spazio retrostante la sede comunale fino al 30 settembre 2022 e verrà inaugurata alla presenza, oltre che dell’artista, del Sindaco Esterino Montino, del Vice Sindaco Ezio Di Genesio Pagliuca e dell’Assessora alle Pari Opportunità Anna Maria Anselmi. L’iniziativa si avvale del patrocinio del Comune di Fiumicino.

La violenza non è amore

Installazione di Anna Izzo

Testo critico di Roberta Melasecca

Inaugurazione 4 maggio 2022 ore 11.00

Sede centrale Comune di Fiumicino
Lato Via Portuense 2498 – Fiumicino (RM)

Fino al 30 settembre 2022

Anna Izzo – La violenza non è amore

“Un cuore d’acciaio, rosso, simbolo di amore e vita, rinchiuso all’interno di una gabbia, primitivo strumento di tortura e morte, tra sbarre coperte di ruggine, trafitto e appeso ad un gancio: la scultura di Anna Izzo è un grido scomodo e stridente che si ode anche nel silenzio più assordante e da cui non è possibile distogliere lo sguardo. L’artista imprime segni dolorosi alla materia, la plasma conservandone la durezza e la resistenza, ne calibra le forme ampliandole a dimensioni innaturali, costringe alla rimozione di uno stereotipato processo di narrazione basato sull’inerzia, sull’indifferenza e su strategie di occultamento e minimizzazione della violenza. Genera, in tal modo, un inusuale luogo di riflessione sui meccanismi di scomposizione e ricostruzione delle identità, sempre in progressivo divenire e in continuo confronto/scontro nei ruoli e negli ambiti sociali ed economici. La violenza non è amore afferma e suggella, con la sua evidente e inevitabile presenza, non più lo spazio di un istante nel quale riconsiderare le proprie relazioni ma una rivoluzione di pensieri ed azioni, una chiave di accesso a delle diverse politiche attive sul territorio che esulano da rappresentazioni radicate nelle convenzioni socio-culturali di un passato conosciuto e di un presente in via di definizione. Le gigantesche gabbie di Anna Izzo, alte quattro metri, a partire dalla scultura La violenza è una gabbia presentata a Capri nel 2020, sono gabbie emozionali, comportamentali e relazionali che riflettono un ordine normativo che chiude e rinchiude corpi e menti: l’artista compie, dunque, un passo verso una de-costruzione e de-consacrazione di un sistema non solo più individuale e personale ma comunitario e collettivo nel quale nuovi saranno i linguaggi, gli immaginari, le raffigurazioni, le conoscenze di una restaurata cittadinanza.” (testo di Roberta Melasecca)

Non si può stare fermi! Non si può stare in silenzio! Bisogna urlare, urlare sempre più forte!!!! La Violenza non è Amore!!!” (Anna Izzo)

“Siamo particolarmente orgogliosi di ospitare nel nostro territorio, presso la sede istituzionale di via Portuense a Fiumicino, l’opera dell’artista Anna Izzo. Come Amministrazione fin da subito ci siamo distinti per una grande sensibilità ai temi della violenza di genere e ci siamo attivati con iniziative che dessero un forte segnale in questo senso. Solo per citarne alcune: ci siamo costituiti parte civile nei processi per le vittime di femminicidio, abbiamo aperto un Centro antiviolenza a Maccarese e una Casa Rifugio a Fiumicino e abbiamo istituito una Commissione Pari opportunità, prima inesistente. Pertanto ci fa piacere avere qui, visibile a tutti per alcuni mesi, un’opera che tenga alta l’attenzione su un tema così urgente e importante e che lo rappresenti visivamente in modo assai efficace”. Lo dichiara il sindaco di Fiumicino Esterino Montino.

“Facciamo passi avanti, ma non basta mai – dichiara il vicesindaco Ezio Di Genesio Pagliuca -. Il tema dell’opera aderisce alla realtà, ma noi dobbiamo continuare a forzare le maglie della rete che prova ad ingabbiare la libertà, sia fisica sia emotiva. Nessuno può rimanere in silenzio di fronte alle statistiche nazionali che vedono 12 donne su 13 vittime di violenza domestica e queste sono le ultime statistiche di marzo 2022. I dati generali dal 2006 ad oggi sono in calo grazie alla costante opera di sensibilizzazione: sempre più donne prendono coscienza di se stesse e denunciano la violenza. La nostra città è inclusiva, vale per tutti e per tutte; ospitare un’opera così preziosa quanto evocativa è un messaggio chiaro che non lascia dubbi: andiamo avanti nella cultura del rispetto e l’arte è cultura del nostro tempo, non lascia indietro nessuno. Grazie all’artista che ha voluto condividere la sua forte espressività con la città di Fiumicino, siamo felici di poterla ospitare e divulgare lo stato di necessità di molte donne italiane e straniere ancora dimenticate”.

“È un piacere per il nostro Ente ospitare questa installazione temporanea simbolo del costante impegno alla lotta contro la violenza sulle Donne – sottolinea l’assessora alle Pari Opportunità, Anna Maria Anselmi -. La scultura che ospiteremo ci ricorda appunto, facendo riferimento al titolo della stessa, che “La Violenza non è Amore”. Dobbiamo portare avanti con costanza questo impegno utilizzando tutti i mezzi a disposizione, compresa l’arte stessa che rappresenta un potente mezzo comunicativo”. 

Anna IzzoNote biografiche

Anna Izzo, pittrice e scultrice, nasce a Taranto ma già adolescente si trasferisce a Sorrento dove il padre gallerista la introduce nel mondo dell’arte con una importante frequentazione di artisti della scuola napoletana. Le sue opere attraversano vari materiali, ferro, bronzo, resina, in una continua ricerca estetica innovativa. I suoi lavori hanno ricevuto consensi di importanti artisti: Arman, Daniel Spoerri, Mimmo Rotella, ecc. ed di illustri critici d’arte quali Costanzo Costantini, Vito Apuleio, Milena Milani, Linda De Sanctis, Ludovico Pratesi, Vittorio Sgarbi, Paolo Levi che hanno scritto e parlato di lei e dei suoi lavori con significativi apprezzamenti. Vive e lavora tra Roma e Siena ed espone in Italia e all’estero. Tra le ultime mostre: luglio 2016 Conference Center Hollywood USA; ottobre 2016 Jolly Madison New York; novembre 2016 Sofitel Conference Washington DC; dicembre 2016 Palazzo Francavilla Palermo ritiro premio Gran Maestro; gennaio 2017 Galleria La Vaccarella Roma; gennaio 2017 Palazzo Barion Taranto ritiro premio Taras per l’arte; febbraio 2017 Galleria San Vidal Venezia; luglio 2017 Teatro dal Verme Milano; ottobre 2017 Biennale Milano International Art Meeting; ottobre 2017 Biennale Venezia Spoleto Pavillon; novembre 2017 Biennale Mantova; dicembre 2017 Miami Meet Milano USA; gennaio 2018 Palazzo Ximenes Firenze; marzo 2018 Biennale delle Nazioni Venezia; giugno 2018 Auditorium Dell’acquario Genova ritiro premio Cristoforo Colombo; ottobre 2018 Roma Galleria Triphè La Seduzione; giugno 2019 Trofeo Maestri D’Italia ArtExpò Biennale internazionale Arte contemporanea Mantova; luglio 2019 premio Internazionale Michelangelo Firenze; settembre 2019 mostra Biancoscuro Art Contest Montecarlo; novembre 2019 personale di scultura La gabbia Museo d’Arte Sacra Castelmuzio; novembre 2019 Budapest ArtExpò Biennale D’Arte Italiana; marzo 2020 Capri Scultura monumentale dal titolo La Violenza è una Gabbia; febbraio 2021 esposizione sculture al Premio Vittorio Sgarbi a Ferrara; novembre 2021 Città della Pieve scultura monumentale dal titolo La violenza non è amore.


INFO

La violenza non è amore
Installazione di Anna Izzo
Testo critico di Roberta Melasecca
Con il patrocinio del Comune di Fiumicino

Inaugurazione 4 maggio 2022 ore 11.00

Sede centrale Comune di Fiumicino
Lato Via Portuense 2498 – Fiumicino (RM)

Fino al 30 settembre 2022

Anna Izzo
annaizzoart@gmail.com
www.annaizzoartdesign.com

Ufficio stampa Comune di Fiumicino
Caterina Coppola
0665210531
ufficio.stampa@comune.fiumicino.rm.it

Ufficio stampa per l’artista
Roberta Melasecca_Interno 14 next/Melasecca PressOffice
roberta.melasecca@gmail.com
tel. 3494945612
www.interno14next.it
cartella stampa su www.melaseccapressoffice.it

Venezia, Spazio Eventi Manganer: “La luce delle stelle” – mostra personale di Cen Long

  • I dipinti di Cen Long, come luminose costellazioni nel cielo notturno, ci donano Speranza e amore e purificano i nostri cuori.
  • Un nuovo Spazio Eventi caratteristico, ampio e aperto alle istanze e alle proposte artistico – culturali cittadine e internazionali nel cuore di Venezia.

LA LUCE DELLE STELLE

Personale di Cen Long a Spazio Eventi Manganer
6 maggio – 26 giugno

Cen Long, Siesta, 2021

L’appuntamento per l’Opening di LA LUCE DELLE STELLE, la personale di Cen Long è nel nuovissimo Spazio Eventi Manganer a partire dalle 18.30 venerdì 6 maggio. Dopo le esposizioni alla Chiesa dei Cavalieri di Malta e alla Scala Contarini del Bovolo le opere di Cen Long tengono a battesimo lo Spazio Eventi Manganer a due passi dal frequentatissimo Campo Ss. Apostoli, nell’angolo fra il Campo drio la Chiesa e la calle del Manganer che ci introduce nella direzione della Scuola Grande di San Marco e di una Venezia meno percorsa dai grandi flussi turistici. La curatrice è Metra Lin che da decenni è conoscitrice profonda dell’opera di Cen Long e che si dedica con competenza e grande passione alla divulgazione della sua arte.

Si tratta di una Mostra di grande interesse, che resterà allestita dal 6 maggio al 26 giugno, che non mancherà di stupire positivamente il pubblico: grandi tele di pura pittura, solide nella costruzione e libere nella pennellata fluida assai distanti dall’immaginario dell’arte ufficiale cinese novecentesca, così come dal distacco polemico delle ultime generazioni, spesso orientato al concettuale. Le sue sono figure dal modellato plastico, in costante dialogo con il Rinascimento toscano; tessiture corali dalle profonde reminiscenze occidentali; una spiritualità diffusa che, pur non collegandosi direttamente agli stilemi del cristianesimo, ne veicola contenuti di attesa ed illuminazione che, come scrive la critica Francesca Brandes: “rappresentano un’umanità senza connotazioni storiche e in cammino; uomini e donne colti nella semplicità di un auspicio, sotto al cielo stellato; pescatori, pastori, una formidabile Maternità”.

Immagini potenti, una mostra da vedere, nel nuovo Spazio Eventi Manganer a Cannaregio 4516 | Ss.Apostoli – Venezia. Calle del Manganer è un toponimo che ritroviamo tuttora in alcune strade di Venezia, a Cannaregio, nella zona di santi Apostoli, e a San Polo, vicino a Ruga Rialto dove una laterale di calle S. Matio è calle del Manganer. Ai tempi della Serenissima i Manganeri erano gli artigiani che rifinivano i tessuti di lana e seta per renderne liscia la superficie. Il nome derivava dallo strumento che usavano, il mangano, un macchinario a forma di grande ruota che serviva appunto a dare lucentezza ai panni. Lo Spazio, pur inserendosi nell’offerta delle locations espositive cittadine, intende instaurare un dialogo con tutte le tipologie di iniziative culturali, dalla presentazione di libri a piccoli performance musicali e con una particolare attenzione all’artigianato veneziano di alto livello.

“Cen Long – scrive nel suo saggio introduttivo alla Mostra, la curatrice Metra Ling – ha dedicato il lavoro della sua vita a un’esposizione dell’essenza dell’umanità. Si batte per un ideale: annunciare i significati più profondi con i metodi stilistici più vicini alla vita reale, e in tal modo rendere la sua opera d’arte un ponte per comunicare profondamente con qualsiasi pubblico. È questo obiettivo fondamentale che guida la sua esistenza nell’esprimere intuizioni artistiche attraverso una tecnica realistica; attraverso l’intelligibilità universale di questo stile il pubblico può facilmente “essere catturato” attraverso la tela e attraversare l’universo dei valori estetico-morali: amore, gentilezza, speranza e forza. Attraverso lo stile di Cen Long, la filosofia di fondo e uno sforzo instancabile, arriviamo a capire le sue vere intenzioni: egli aspira a dipingere “stelle guida” per l’era della modernità, per aiutarci a recuperare speranza e pace dal rumore e dalla furia del nostro tempo”

Cen Long – breve biografia

Nato nel 1957 a Guangzhou, Cina. Il suo approccio artistico consiste in uno stile semplice, pennellate sofisticate, composizione rigorosa, colorazione stratificata e solida. Queste tecniche generano grande forza nei suoi dipinti; ogni pezzo contiene un significato più profondo sotto le sue qualità superficiali. Insieme, questi attributi esprimono valori che possono resistere alla prova del tempo e affascinare l’immaginazione.  Le sue opere evocano un senso di chiarezza e serenità nello spettatore, incoraggiando chi è gravato dal trambusto della vita moderna a ri-sperimentare l’estetica della tranquillità, per tornare ad uno stato più fondamentale dell’essere. 


ArtistaCen Long 
CuratriceMetra Lin 
Organizzatore | Crux Art Foundation 
Co-Organizzatore |FG-Comunicazione Venezia – Art Agency
Location | Spazio Eventi Manganer | Cannaregio 4516 | Ss. Apostoli – Venezia
Durata della Mostra6 maggio – 26 giugno 2022 
Orario di AperturaDal mercoledì alla domenica 10:00 – 12.00 / 15.00 – 19.00  

UFFICIO STAMPA 
FG COMUNICAZIONE – Venezia  
Davide Federici 
+39 331 5265149  

info@fg-comunicazione.it 
info@davidefederici.it 
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Roma: Il Circolo Esteri del Ministero Affari Esteri presenta la mostra Particolare/Universale di Giorgio Bevignani nell’ambito del progetto Mondi-Sette

“MONDI” è un progetto appositamente ideato per il Circolo Esteri del Ministero Affari Esteri di Roma nel ventennale della Collezione Farnesina di Arte Contemporanea. Esso vive nobilmente sulle arti che riprogrammano il mondo, si campiona ad essere uno spettacolare archivio decentralizzato ove le diverse discipline si nutrono di arte-mondo, mira a rappresentare come si abita la cultura globale, ovvero l’altramodernità, che altro non è che una sorta di costellazione, una specie di arcipelago di singoli mondi e singoli artisti le cui isole interconnesse non costituiscono un continente unico di pensiero, ma lo specchio di un’arte postproduttiva e frontaliera, mobile, ipermoderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. E’ con questo progetto, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, intellettuale di piano internazionale, che si vuole indicare e sorreggere un’Europa Creativa Festival e, dunque, protagonisti e bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell’eterno. Il terzo millennio che fa vivere i processi creativi nel clima di abitare stili e forme storicizzate, perché il futuro è ora, fra rappresentazioni e interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza. Con l’arte vogliamo aprire finestre sul mondo, con l’arte vogliamo aprire stagioni eroiche, con l’arte vogliamo inaugurare una nuova civiltà. Con “MONDI” (2020-2021-2022) si porgono dodici mostre personali di dodici artisti contemporanei, taluni di chiara fama. Questa mostra dal titolo “Particolare / Universale” è la settima del percorso, ed è già una novità in quanto si veicolano a Roma nomi dell’arte contemporanea di significativo rilievo, che evidenziano e mettono in luce gli svolgimenti più intriganti del fare arte nel terzo millennio. L’esposizione curata dall’illustre Storico dell’Arte Contemporanea di fama internazionale, Prof. Carlo Franza, che firma anche il testo in catalogo dal titolo “Particolare / Universale”, riunisce una serie di opere dell’artista Giorgio Bevignani, già apparso agli occhi della critica italiana e internazionale come una figura delle più interessanti e propositive dell’arte contemporanea, e ricordato come chiaro e significante interprete.

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Scrive Carlo Franza nel testo: “Sono ormai vent’anni che l’artista Giorgio Bevignani (Città di Castello 1955) movimenta grandi mostre in giro per il mondo, per ciò l’avevo definito instancabile viaggiatore, e scrivevo: “pronto a cogliere le spinte e le sollecitazioni che gli arrivano dai contesti più diversi. E’ così che orchestra il suo fare arte, nell’operare e costruire ambienti, attraverso nuovi linguaggi così come espresso dalle neoavanguardie”. Erano accensioni architettoniche e scenografiche volanti in spazi per inventare nuove soluzioni espositive in cui si infiltrava una nuova creatività diffusa. Esperienze artistiche vissute su una concezione dell’arte profondamente segnata dall’idea di site specificity. Da allora, oltre alla ricerca ossessiva di materiali, fino alle diverse paste, al silicone, a polvere di marmi e pigmenti e altro ancora, l’intensità distillata di questa materia-luce traccia e rintraccia quei fondali-teleri che si fanno campo sensibile che origina, ad ogni opera, unità pulsanti di energia. Ebbene, diciamolo, Giorgio Bevignani vive oggi la cornice più suggestiva e illuminata del suo movimentare l’avanguardia, comprese certe dinamiche di creazione e lettura dell’arte, e soprattutto la sua fertile ricerca si è ormai avviata completamente verso una estetica minimalista, dove “particolare e universale” evidenziano una geometria imperfetta con un uso sapiente di luce e una gestualità asciutta, producendo riflessioni significative sulla “pittura fondamentale”. Questi spunti più riusciti aprono a nuovi orizzonti, dopo essersi permeati di ascetismo, di vibrazioni filosofiche che toccano il mondo nel profondo dello spazio e del tempo, caratterizzando l’esplorazione di varie possibilità cromatiche. In questo percorso minimalista Bevignani vive l’esigenza di concretare una dimensione infinita nella forma finita dell’opera; ritrae il tempo, la luce, lo spazio, sicché assistiamo al declinarsi di un pensiero intuitivo che genera continuamente nuovi spazi, è il colore stesso a costituire la metamorfosi delle tracce, in una sorta di scrittura fluente dell’energia universale, tra echi spaziali e intrecci timbrici, traducendo il pulsare della vita che si propaga come un respiro. Plasticità, discontinuità, disseminazione, sono coordinate poetiche ed operative che occasionano questa nuova pittura minimalista, dove il corpo cromatico è in espansione spaziale-pulsante, possibile permutazione, e si mostra in un palpitare di opposti, bianco/nero, luce/tenebre, particolare/universale, vita/morte, attimo/eternità, quiete/movimento, pieno/vuoto, lucido/opaco, liscio/ruvido, naturale e artificiale, ordine/disordine, limitato/infinito. Il linguaggio di queste opere movimenta un universo nuovo perché l’arte è soprattutto filosofia, e Giorgio Bevignani movimenta energie sensibili alla vita. Esse documentano calma e inquietudine, ordine e caos, fatalità e azzardo, rimbalzano tra particolare e universale, riassumono le forze della vita e quelle della morte. Si pensi che Yves Klein nel 1961 dichiarò: “Dove si trova il vuoto si trova il fuoco”. Le opere di questo capitolo novello, sono intessute in un gioco di paste e di colori, e appaiono liberate dalla gravità, in un volo nell’immensità cosmica la cui progressione va verso un massimo irraggiamento di toni pulviscolari, ed anche di inclinazioni, concentrazioni, forme; giallo, rosso, blu, violetto, oro-bronzo, la lucentezza di ogni colore è un pensiero colorato nel suo nascere e nel suo svanire perché colorata è l’energia che la genera. Le sue opere si dilatano in un andirivieni tra il particolare e l’universale, un territorio dove la superficie monocroma nella sua concretezza e fisicità, pulsa in un’espansione possibile e luminosa; originando germinazioni pittoriche percorse da fessurazioni e intermittenze, bagliori e vibrazioni. Giorgio Bevignani declina la propria poetica come traccia di conoscenza e misurazione dell’universo nel suo svolgersi, specie quando la monocromia lascia il passo a delle trame lievemente percettibili. Non è solo certo, si apparenta ad altri nomi internazionali che del minimalismo ne hanno evidenziato la pura esistenza e l’atto di dipingere, penso a Robert Ryman soprattutto, e ancora Carl Andre, Donald Judd, Yves Klein e Piero Manzoni; Bevignani ci accompagna con le sue opere sulla soglia della luce, ci porta a compiere un viaggio orfico, ad entrare nella densità notturna del mondo, del grembo delle cose, a percepire il silenzio del mondo e riportarlo alla luce, per leggere finalmente la preziosità delle cose del mondo della vita.

Biografia dell’artista

Giorgio Bevignani nasce a Città di Castello nel 1955, vive e lavora a Castel San Pietro Terme, Bologna (Italia). Diplomato Maestro d’Arte all’Istituto d’Arte San Bernardino di Betto di Perugia nel 1979. Diploma di maturità in Arte applicata (scultura) all’Istituto d’Arte Duccio di Buoninsegna di Siena nel 1981. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bologna dal 1984 al 1986, e l’Accademia di Belle Arti di Brera (Milano) dal 1986 al 1988. Membro della Royal British Society of Sculptors dal 2014. Dal 1990 al 1993 ha vissuto e lavorato a New York, dove ha esposto per la galleria 39 Mercer Street, ed è stato notato dal celebre gallerista Leo Castelli. Nel 1995 ha trascorso un periodo in Colombia realizzando la personale “Pinturas”, a cura di Marta Elena Cardinal Arango presso la galleria Diners di Santafé. Nel 1999 è stato selezionato dall’emittente televisiva WDR e dall’Istituto di Cultura Italiana di Colonia per rappresentare l’Italia nella mostra collettiva “Coincidences”, presso l’Ignis Kulturzentrum. Tra le mostre personali più recenti vanno ricordate: “Peter Pan e l’Orizzonte dei Rossi” presso Fabbrica (FC) nel 2009, “Granada” sempre nel 2009 a Bogota in Colombia, “BIO-Abisso” durante la Human Rights nights presso la Cineteca di Bologna nel 2010; “Europa” presso la Galleria Restarte & Contemporary Concept durante Artefiera off Bologna, 2012, e infine “La compagnia evanescente” Casa dell’architettura, Roma, 2013. Tra le collettive: “A certain Form of Heaven / Male” a cura di Isabella Falbo, 2007, galleria Artsinergy, Bologna; e “Premio Città di Novara” 2008, in occasione del quale Giovanni Cordero gli conferisce il premio per l’opera. E ancora ricordiamo “Direzione alterità” presso il Teatro India a Roma, 2011; dello stesso anno “Peace Island” all’Istituto Superiore Antincendi a Roma e “BO- Hème” presso la Galleria H2O a Bologna, 2012. L’opera recente “Jordan’s Red Water” è in questo momento esposta al BAG, Bocconi Art Gallery, Milano. Le sue opere si trovano in collezioni private a MOA 美術館 – Museum of Art di Atami in Giappone, Miami, Milano, Francoforte, Siena, Bologna, Roma, Reggio Emilia, Brescia, Ancona, Cesena, Modena, Imperia, Bogotà, Nizza, Basilea, Strasburgo, Bruxelles, San Paolo, Helsingborg, Città di Castello.

Biografia del curatore

Carlo Franza è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Nato ad Alessano (Lecce) nel 1949, è vissuto dal 1959 al 1980 a Roma dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Sociologia e Filosofia); dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Allievo e Assistente Ordinario di Giulio Carlo Argan all’Università La Sapienza di Roma. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, nell’Università della Slesia e in altre numerose Università Estere (Università della Slesia, ecc.). Docente nell’ Executive Master “Diplomatic, Economic and Strategic Perspectives in Global Scenarios” alla School of Management dell’Università LUM nella Villa Clerici sede del Campus di Milano, Docente nel Master di Fotografia (ARD&NT Institute di Milano – Accademia di Belle Arti di Brera e Politecnico di Milano) dell’Accademia di Brera e Politecnico di Milano e nel Master Universitario in Management dei Beni Culturali allo Ied di Milano. E’ Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l’Arte Moderna e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci critici d’arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a “Il Giornale” di Indro Montanelli, poi a “Libero” fondato da Vittorio Feltri. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la collaborazione giornalistica come opinionista, unitamente alla sua Rubrica “Scenari dell’arte”, divenendone una delle Firme più lette. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ fondatore e direttore del Mimac della Fondazione Don Tonino Bello. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (del quale è oggi Presidente di Giuria) e il Premio Città di Tricase nel 2008. Nel 2013 ha vinto il Premio “Berlino” per il Giornalismo e la Critica d’Arte. Nel 2016 ha vinto a Roma-Sala Vanvitelliana il Premio ARTECOM-onlus per il Giornalismo, la Docenza Universitaria e la Critica d’Arte. Nell’ottobre 2020 gli viene assegnato a Roma nella Biblioteca Vallicelliana il Premio Artecom-onlus come Protagonista della Cultura 2020.

Portfolio di Giorgio Bevignani – 2022


MONDI – SETTE
Progetto Artistico Internazionale ideato e diretto da Carlo Franza

ARTISTA
GIORGIO BEVIGNANI

TITOLO
PARTICOLARE / UNIVERSALE

INAUGURAZIONE
Mercoledì 18 maggio 2022, ore 18.00

Alla presenza dell’Artista

DURATA MOSTRA
Dal 18 maggio 2022 al 3 luglio 2022
Da Lunedì a Domenica ore 9.00/22.00

CURATORE
Prof. Carlo Franza
Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea,
Giornalista e Critico de “Il Giornale” fondato da Indro Montanelli

INTERVERRANNO
Laura Carpini
Vice Presidente Circolo degli Esteri-Roma
l’Ambasciatore Umberto Vattani
Presidente della “Venice International University”
l’Ambasciatore Gaetano Cortese

CIRCOLO DEGLI ESTERI
Via dell’Acqua Acetosa 42 – 00197 ROMA
Tel./ Fax : +39 02 48958934 – cell. 347 9784833
Mail: circmae@tiscali.it http://www.circoloesteri.it/.