Roma, Cappella Orsini: “Anime Prive – in cerca di cibo” – Apre la Mostra dell’artista romano ANDREA MODESTI

Anime Prive – in cerca di cibo è la prima mostra dell’artista romano ventunenne Andrea Modesti.

Dal 27 maggio al 3 giugno, circa 30 opere di Modesti sono ospitate nella splendida cornice di Cappella Orsini in una mostra a cura di Claudia Rebecca Saso.

Testo di presentazione di Daniele Masini, presidente di Fulcro Lucem s.r.l.

La mostra Anime Prive – In cerca di cibo rappresenta per noi un passo importante per marcare il rapporto tra i giovani e il mondo dell’arte. Quell’arte che permette di provare la purezza delle emozioni, non un solo significato, non un solo pensiero, ma lo stupendo connubio tra artista, opera e spettatore.

Da un anno a questa parte, insieme ad Andrea Modesti, sentivamo il bisogno di dover donare un qualcosa alla nostra Città e ai nostri coetanei, e così un giorno passeggiando tra le vie del centro immersi nell’arte che ci circondava, ci siamo immaginati la mostra che avremmo voluto visitare. Proprio in quel momento abbiamo desiderato che questo nostro pensiero si tramutasse in qualcosa di concreto, in un luogo reale visitabile e aperto a tutti.

Un viaggio con sé stessi in cui la mescolanza tra gli elementi della natura e gli elementi dell’artista la fanno da padrone. Tutto ciò è stato realizzato in questa mostra, dove lo spettatore è immerso in quadri, bozzetti e sculture.

Ogni opera ha un segno distintivo che accompagna e unisce passo dopo passo il susseguirsi di emozioni. Modesti per la realizzazione delle sue opere passa infatti dai colori a olio all’argilla, dallo spago ai rovi.

Biografia raccontata di Andrea Modesti

“Sono nato a Roma il 24 luglio del 1999, dove vivo.
Durante l’infanzia abitavo in una casa a Talenti, verso i miei otto anni invece ci siamo trasferiti a Nuovo Salario, una zona a pochi minuti dalla prima ma completamente diversa. Qui ho frequentato prima le scuole elementari e poi le medie, iniziando un periodo pieno di novità, di cambiamenti, ma anche di sfide soprattutto a livello interiore.
A scuola non sono mai stato lo studente modello e, ad oggi, potrei dire perché probabilmente le emozioni mi hanno sempre portato altrove. Io ero uno di quelli sicuramente particolari, quelli che le insegnanti a scuola raccomandano alla madre di essere seguito in un certo e puntiglioso modo; io ero uno di quelli che alla magia ci credeva veramente, che fantasticava con le immagini e che volava con i pensieri.
Sono sempre stato un bambino, un ragazzo altamente emotivo, per cui gestire le emozioni non è mai stato semplice. Anche il mio continuo movimento, le mie mille domande, la continua ricerca di contatto con qualcuno o gli apparentemente insensati “strilletti” che ogni tanto uscivano da sè: tutta questa mia vivacità, che ha appartenuto tanto alla mia infanzia quanto alla mia adolescenza, esisteva perché ero sopraffatto dalle emozioni, ne avevo tante, erano forti, e fare rumore all’esterno era per me un modo per trasferirle sul piano della realtà. Il 2013 fu un anno catartico, segnato da un evento importante, di quelli che chiamerei “di svolta” – interiore – e che mi ha reso possibile conoscere il vero ed unico linguaggio esistente tra me, e me stesso.
Frequentavo le scuole medie avevo tredici anni, era l’anno della terza e un mio compagno di classe si ammalò di leucemia. Era Leonardo, un ragazzino piccolo come me e ingenuo come tutti noi, che però, a differenza nostra, non sapeva se sarebbe mai diventato grande davvero. Leo e la sua malattia erano stati per me così potenti, così coinvolgenti, che gli stati d’animo vissuti in quel periodo mi hanno per forza portato a scoprire la mia àncora di salvezza: l’arte, la pittura.
Quella volta mi ha salvato per la sua prima volta.
Dal quadro che divenne poi, “il quadro di Leonardo” decisi definitivamente di iscrivermi al liceo artistico -l’idea c’era già da prima- e così l’anno successivo mi iscrissi al Liceo artistico Cesi di Roma.
Non furono anni particolarmente brillanti per me quelli dell’adolescenza, anzi, è possibile che stia ancora oggi smaltendo le emozioni negative vissute in quel periodo.
Di fatto quelli sono stati sicuramente gli anni più duri ma allo stesso tempo, anche i più formativi; quell’ambiente non mi aveva mai stimolato, mai rispecchiato e ad oggi posso dire di aver imparato l’importanza che riveste il luogo in cui ti ritrovi a vivere tutti i giorni. Chi in tutti quegli anni sapeva davvero qualcosa di me erano i miei colori, i pennelli, i miei dipinti; per quanto riguarda questi ultimi, devo dire che al tempo nessuno avrebbe mai scommesso su di loro; per quanto riguarda me, fino a non molto tempo fa vale la stessa cosa. D’altronde non ho mai rispecchiato i canoni che la società pretende, sono sempre stato diverso e non ho mai tradito me stesso. Solamente, certo, il percepire questa mia diversità mi aveva portato lungo quegli anni a cambiare totalmente prospettiva: se da piccolo infatti ero un bambino iperattivo e sempre in cerca del contatto con gli altri, con il tempo l’esterno ha ceduto sempre di più posto all’interno.
Sono sempre stato molto sensibile ma un maschio non può esserlo; avevo più amiche femmine che maschi e poteva risultare strano. Ma come ho già scritto, e lo ripeto perchè mi sembra un aspetto molto importante, posso dire di non aver mai tradito me stesso.
Per quanto riguarda gli studi dopo il Liceo artistico mi sono iscritto all’ Accademia delle Belle Arti (anno 2018-2019). Qui ho iniziato a sprigionare tutto quello che volevo. Ho iniziato
a vedere la realtà diversamente e a sentirmi sempre più vicino al mio centro, io che avevo vissuto per anni nell’insicurezza.
Nel mondo stravagante dell’Accademia ho ritrovato un po’ di quella magia che avevo perso crescendo e che mi aveva posseduto per diversi anni. È stato come andare a una sorta di Hogwarts, in un certo senso. I miei quadri e la mia pittura, la totale devozione all’arte pittorica è avvenuta più o meno in quel periodo. Il mondo esterno non mi piaceva, quello interiore mi richiamava ad un continuo soliloquio.

Verso novembre dell’anno accademico accadde poi un incontro magico. Uno di quelli in cui sai che non è stato un incontro casuale, che c’è qualcosa di totalmente puro e familiare con quella persona. Mia sorella li definisce “re-incontri” con le anime che già conosciamo. Di molti che sono avvenuti in seguito, questo è stato il primo. È come se da lì si fossero mosse le acque in un continuo vortice di fortune e sincronicità, da lì, è come se avessi iniziato per la prima volta a volare.”


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Bologna, Cimitero Monumentale della Certosa: Al via la rassegna “Certosa di Bologna. Calendario estivo 2022”

Istituzione Bologna Musei | Museo civico del Risorgimento

Certosa di Bologna. Calendario estivo

26 maggio – 2 novembre 2022

Certosa di Bologna – Foto Michele Brusa

Arte, storia, teatro, musica per immergersi nella città della memoria e scoprirne le bellezze e i segreti. Torna dal 26 maggio al 2 novembre 2022 il Calendario estivo della Certosa, la rassegna di eventi culturali curata dal Museo civico del Risorgimento di Bologna,con il contributo di Bologna Servizi Cimiteriali, per valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico, artistico e architettonico racchiuso nel Cimitero Monumentale, considerato tra i più belli e importanti in Europa.

Giunta alla quattordicesima edizione, l’iniziativa avviata a Bologna si colloca tra le esperienze nazionali e internazionali più precoci nell’affrontare la complessa sfida di trasformare la percezione dei cimiteri da luoghi deputati alla sepoltura dei defunti a siti di rilevante interesse culturale dove è conservato un patrimonio in cui si riflette la storia della città. Grazie ad una sensibilità sempre più diffusa, prendersi cura dei cimiteri oggi significa anche riappropriarsi della dimensione culturale che questi luoghi, veri e propri musei-giardino a cielo aperto, possono offrire come ambienti educativi permanenti per pubblici differenti, dai cittadini ai turisti, dagli adulti ai più giovani.

Tra visite guidate, passeggiate tematiche, trekking, lezioni animate, concerti e spettacoli teatrali sono circa sessanta gli appuntamenti proposti quest’anno, di cui una quarantina fruibili nelle ore serali. Ma non mancheranno attività in altri orari della giornata – al mattino, di pomeriggio, al tramonto – capaci di offrire spunti di stupore, bellezza e meditazione grazie alla spettacolarità della preziosa cornice monumentale e l’unicità delle scenografiche ambientazioni racchiuse al suo interno.

Con il Calendario estivo della Certosa, il Museo civico del Risorgimento rinnova ogni anno un patto di collaborazione interdisciplinare con il mondo dell’associazionismo culturale, del terzo settore edelle guide turistiche professionali della città, per una divulgazione ampia e sfaccettata negli approcci di conoscenza al complesso monumentale.
Tre le tematiche principali che nel 2022 il museo ha proposto tramite l’avviso pubblico per la selezione delle proposte progettuali da includere nel programma: la storia di Bologna nel “Lungo Ottocento” (1796-1915); Giovine Italia, giovine Europa: Idee, lotte, emancipazione; il decennale della scomparsa di Lucio Dalla.
Accanto a questi tre filoni si affiancano altre trame narrative, ricche di fascino e di suggestione, ispirate alle testimonianze del passato offerte dal luogo: dalla ritualità funebre come elemento dell’identità religiosa e civile alle vicende biografiche di donne vissute in epoche diverse ma accomunate dal coraggio dell’emancipazione sociale ispirata dagli ideali mazziniani e partigiani; dalla storia della famiglia Pizzardi, protagonista dell’evoluzione economica e politica di Bologna, ripercorsa in occasione del centenario della morte del marchese Carlo Alberti Pizzardi all’opera dello scultore e medaglista Renaud Martelli, autore di capolavori di arte funeraria realizzati in Certosa negli anni ‘40 e ‘60 del Novecento. E ancora i Trekking dell’Altro Mondo con una maratona insolita e dinamica per sperimentare la Certosa nello spirito della playable city; le visite guidate dedicate a grandi bolognesi come Ottorino Respighi, Giorgio Morandi, Pier Paolo Pasolini, Roberto Roversi; il viaggio condotto dallo scultore Marco Marchesini per scoprire, nel giorni del Solstizio d’estate, le coincidenze astronomiche e astrologiche in cui ci si può imbattere dentro e fuori il Cimitero; la quarta edizione della performance multisensoriale Sound and Silence; la Messa di Requiem tra Marco Enrico Bossi e Ildebrando Pizzetti. Riproposte, in alcuni casi con percorsi rinnovati, le visite guidate tematiche alla scoperta di delitti e passioni, simboli arcani e misteriosi, sempre seguite con grande partecipazione di pubblico.

Accanto alla programmazione, c’è poi un nuovo elemento che contribuisce a rendere particolare questa quattordicesima edizione. Il palcoscenico costituito da un armonioso susseguirsi di chiostri, sale, gallerie, edicole e cappelle con esempi di arte funeraria di grande pregio, espressione dei principali stili e correnti artistiche tra XIX e XX secolo, offre infatti un riscoperto punto di attrattività nell’area porticata inclusa tra le 12 componenti selezionate come espressione rappresentativa dell’identità urbana di Bologna e del suo sistema di percorsi coperti, che nel 2021 hanno ottenuto il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Dopo lo Skogskyrkogården a Stoccolma, in italiano noto come “Cimitero del Bosco”, iscritto dal 1994 nell’elenco dei siti tutelati, la Certosa di Bologna è il secondo cimitero nel mondo – in contemporanea al complesso Žale di Plečnik – Giardino di Tutti i Santi, situato nel cimitero di Žale nella città di Lubiana (conosciuta oggi come Lubiana di Plečnik) – ad essere stato aggiunto nell’elenco del patrimonio culturale e naturale mondiale come sito di eccezionale valore universale.

«L’Estate delle iniziative dei musei civici apre con la ricca programmazione della Certosa. È una architettura di eventi che propone, nelle notti da maggio a novembre, i viali, i monumenti, le lapidi della Certosa come occasioni per narrare attraverso i linguaggi di tutte le arti il rapporto tra le biografie di chi ha vissuto a Bologna dall’Ottocento a oggi e la storia del nostro territorio – sottolinea Elena Di Gioia, delegata del sindaco alla cultura di Bologna e Città metropolitana -. È anche l’occasione per affiancare ai racconti sui personaggi più noti, narrazioni che illustrano le vite sorprendenti e fino a oggi ignorate di chi, soprattutto donne, ha attraversato questi duecento anni, lasciando un segno significativo da recuperare. Questa preziosa possibilità di allargare la narrazione della nostra città è resa possibile dalla ricerca continua del Museo civico del Risorgimento che si riflette nel portale Storia e Memoria di Bologna. Così come il Portico della Certosa è stato inserito in dialogo con gli altri portici della città riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, anche le iniziative sulla narrazione della memoria attraverso i linguaggi delle arti che si tengono alla Certosa saranno sempre più in dialogo con le iniziative che avverranno nel Polo della Memoria, uno dei progetti più ambiziosi di questa amministrazione».

Dell’importanza strategica di cospicui investimenti economici finalizzati a opere di manutenzione strutturale e messa in sicurezza per promuovere il Cimitero Monumentale come meta di visita culturale è da sempre convinta Bologna Servizi Cimiteriali, la società che coordina l’intero complesso pubblico delle attività funerarie del territorio e contribuisce alla realizzazione del calendario estivo. «La valorizzazione del patrimonio storico-artistico della Certosa è fin dalla sua istituzione nel 2013 tra le principali finalità di Bologna Servizi Cimiteriali, che ha stanziato anche per il quinquennio in corso ulteriori 8 milioni di euro per la preservazione e il restauro delle opere e dei beni in concessione – dichiara il presidente Simone Spataro -. Non può quindi che essere un onore e un piacere per noi ospitare all’interno del Cimitero monumentale il programma di eventi promosso dal Museo civico del Risorgimento. Le iniziative in calendario, che ci accompagneranno fino al 2 novembre 2022, rappresentano un’occasione importante per far scoprire (e riscoprire) i tesori del museo a cielo aperto della città, un tesoro che la stessa BSC tiene in particolar modo a promuovere nei confronti di cittadini e turisti. Ancora di più da quando i portici di Bologna, inclusi quelli della Certosa, sono entrati ufficialmente a far parte del Patrimonio dell’Umanità UNESCO».

A sottolineare l’integrazione in un network internazionale di valorizzazione dei cimiteri storici, la manifestazione bolognese prende avvio in occasione dell’annuale Settimana alla scoperta dei cimiteri europeiorganizzata da ASCE – Association of Significant Cemeteries in Europe per sensibilizzare i cittadini europei sull’importanza dei cimiteri e presentarli in una prospettiva diversa a tutti i loro visitatori. L’iniziativa di quest’anno si svolge dal 30 maggio al 5 giugno e ha scelto come tema centrale “Scuole sui cimiteri”, con l’obiettivo di mettere in luce la ricchezza storica, artistica, architettonica e didattica di questi spazi e coinvolgere le giovani generazioni nella loro conservazione.
Come di consueto, il calendario si prolungherà oltre la stagione estiva per concludersi simbolicamente nel segno del ricordo il 2 novembre 2022, giorno in cui si celebra la Festività dei Defunti.

Il Museo civico del Risorgimento partecipa al Tavolo Tecnico SE.F.IT. istituito per la valorizzazione storico-artistica dei cimiteri monumentali italiani, composto da un gruppo ristretto di associati a UTILITALIA – SE.F.IT. (Servizi Funerari Italiani), fra i quali si annoverano i cimiteri di Genova, Torino, Roma, Ferrara, Milano, Trento, Bolzano, Mantova, Parma e Modena.
In occasione del 150° anniversario della morte di Giuseppe Mazzini, giovedì 26 maggio Bologna, con il suo meraviglioso Cimitero della Certosa, sarà la città pilota da cui prenderà avvio il progetto nazionale “GIOVINE ITALIA. GIOVINE EUROPA – idee, lotte, emancipazione – Rievocazione Storica 2022” proposto da 8cento APS, cui il Tavolo Tecnico ha aderito. Nuovi percorsi culturali, animati da scene con figuranti in costumi ottocenteschi, si raccorderanno trasversalmente in tutta Italia per celebrare la memoria di personaggi femminili che hanno partecipato o attivamente contribuito a scrivere la storia mazziniana.

Il calendario estivo 2022 della Certosa di Bologna è realizzato da Istituzione Bologna Musei | Museo civico del Risorgimento con: Associazione Co.Me.Te., Coro Euridice, Associazione Dolci Accenti – Educazione e Divulgazione Musicale, Istantanea Teatro, Associazione culturale Jaya, Associazione culturale Memori, Cooperativa sociale Mirarte, Gruppo teatrale Più o Meno, Associazione culturale Rimachèride, Teatro Circolare.

Con la collaborazione di: 8cento APS, ASCE – Association of Significant Cemeteries in Europe, Associazione Amici della Certosa, MIA – Musei Inclusivi e Aperti, Padri Passionisti, Teatro del Baraccano.

Nell’ambito di: Bologna Estate 2022, il cartellone di attività promosso da Comune di Bologna e Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena. Con il contributo di: Bologna Servizi Cimiteriali.

Certosa di Bologna
Programma del Calendario estivo 2022

CLICCA E SFOGLIA

Immagine di fondo: Sound and Silence Alvisi Alberto


Informazioni
Museo civico del Risorgimento
Piazza Carducci 5 | 40125 Bologna
Tel. + 39 051 347592 / 225583
www.museibologna.it/risorgimento | www.certosadibologna.it   
museorisorgimento@comune.bologna.it
Facebook: Museo civico del Risorgimento – Certosa di Bologna
YouTube: Storia e Memoria di Bologna
Instagram: @certosadibolognaofficial

Istituzione Bologna Musei
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Instagram: @bolognamusei

Ufficio stampa Istituzione Bologna Musei
e-mail UfficioStampaBolognaMusei@comune.bologna.it
Elisa Maria Cerra – tel. +39 051 6496653 – e-mail elisamaria.cerra@comune.bologna.it
Silvia Tonelli – tel. +39 051 6496620 – e-mail silvia.tonelli@comune.bologna.it

Messina, BRUM: quarto appuntamento del Maggio dei Libri – Convegno su “Pandemie ed epidemie” e presentazione del libro “Patocenosi” del Prof. Antonio Pugliese

Quarto appuntamento del Maggio dei Libri

Sabato 28 maggio 2022 la Biblioteca Regionale “G. Longo” di Messina chiuderà l’interessante e diversificato cartellone proposto per la Campagna “Il Maggio dei Libri”, edizione 2022, con due ricchi e importanti momenti incentrati su una tematica che tocca da vicino tutti e che saranno motivo, dopo una stimolante dissertazione condotta da autorevoli esperti in materia, anche di successivo ampio dibattito: le pandemie e le epidemie. Se ne comprenderanno i tanti interrogativi, l’eziologia, la diffusione, le condizioni, analizzando anche i risvolti storici e l’incidenza sulla società di ogni epoca.

Alle 9:30, con i Saluti Istituzionali e l’Introduzione della Direttrice della Biblioteca, Dott.ssa Tommasa Siragusa, si darà inizio al Convegno “Pandemie ed epidemie a Messina: aspetti storico-scientifici”. All’evento, realizzato in collaborazione con il Comitato Civico Cittadino “Messina: La città dimenticata”, interverranno il Prof. Giulio Tarro, Primario Emerito di Virologia dell’Ospedale “Cotugno” di Napoli; il Prof. Antonino Ioli, Professore

Emerito di Malattie Infettive dell’Università di Messina; il Prof. Antonio Pugliese, già Ordinario di Clinica Medica Veterinaria dell’Università di Messina e il Dott. Lorenzo Mondello, già Primario di Malattie Infettive dell’Ospedale “Papardo” di Messina. Fornirà un contributo sul tema il Dott. Aldo  Di Blasi, Medico e Giornalista. Fungerà da Conduttore e Moderatore il Dott. Giuseppe Ruggeri, Medico e Giornalista, Presidente del Comitato “Messina: la città dimenticata”.


Nel pomeriggio, alle ore 17:30, avrà luogo la presentazione del volume “Patocenosi. Dalle malattie contagiose dell’antichità alle pesti, epidemie, pandemie ed epizoozie” del Prof. Antonio Pugliese, noto Professionista, con un’importante esperienza lavorativa ultraventennale vissuta nel campo dell’attività scientifica e nell’adozione di pratiche volte al benessere animale, ma anche dell’uomo, come rivelano i Suoi studi sulla “Pet Therapy”, di cui è stato pioniere in Italia.

La trattazione dell’argomento sarà affrontata, quindi, anche sotto l’aspetto delle cure veterinarie, a partire dalla manifestazione e la diffusione di malattie endemiche del mondo animale. Dopo i Saluti Istituzionali e l’Introduzione della Direttrice della Biblioteca, Dott.ssa Tommasa Siragusa, che fungerà anche da coordinatrice dell’iniziativa culturale, seguiranno i contributi del Prof. Vincenzo Savica, già Primario di Nefrologia e Dialisi dell’Az. Osp. Ospedali Riuniti Papardo-Piemonte di Messina e del Dott. Giuseppe Ruggeri, Medico e Giornalista.

Farà da corollario alla manifestazione una ricca Esposizione Bibliografica e Documentaria del posseduto d’Istituto in argomento, allestita negli ampi e luminosi locali della Biblioteca: saranno resi fruibili preziosi volumi tratti dai Fondi Antichi e testi moderni; arricchiranno, inoltre, il percorso espositivo sei pannelli esplicativi con le biografie di illustri personaggi dell’ambito medico e farmacologico che ne hanno segnato la Storia.

Saranno altresì messi a disposizione dei fruitori, per maggiori approfondimenti, oltre al Catalogo dei Fondi Antichi “Medicina e Farmacia dal 1497 al 1830”, due considerevoli Bibliografie  relative ai libri posseduti dalla “G. Longo” sulle epidemie e sulle pandemie:”Le Pandemie nei Fondi Antichi della Biblioteca Regionale “G.Longo” di Messina” e “Le Pandemie nella Storia”, ove è riportata elencazione dei testi moderni.


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Sono graditi commenti e suggerimenti.

Per INFO:
Ufficio Relazioni con il Pubblico
Funzionario Direttivo Maria Rita Morgana
tel.090674564
urpbibliome@regione.sicilia.it           

Pisa, Museo della Grafica: Attività per famiglie “Un viaggio nel tempo”

In occasione di Amico Museo 2022, il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi (Comune di Pisa, Università di Pisa) organizza:  

UN VIAGGIO NEL TEMPO

Attività per famiglie
Sabato 28 maggio 2022, ore 16:00

Età consigliata: 6 – 12 anni

Se avete il coraggio e l’intraprendenza di Napoleone e la sconfinata immaginazione di Dante, vi aspettiamo al Museo per scoprire insieme le loro avventurose vite e divertirci con giochi e passatempi a loro ispirati. 

Evento gratuito – Partecipazione su prenotazione fino ad esaurimento dei posti disponibili

Prenotazioni all’indirizzo e-mail: educazione.museodellagrafica@sma.unipi.it

Scadenza prenotazioni: Venerdì 27 maggio, ore 13:00 

È richiesta la presenza di un adulto accompagnatore per tutta la durata dell’attività

Per maggiori informazioni

Email: educazione.museodellagrafica@sma.unipi.it – Telefono: 050 2216059/070  

Roma, Villa Sciarra: VERSO MarTE – Pomeriggio per Riccardo Marziali

“VERSO MarTE”

pomeriggio per Riccardo Marziali

Roma, Villa Sciarra*,
sabato 28 maggio 2022,
dalle 16.30 al buio

Incontro per riunire gli amici dell’uomo poliedrico e dai molti interessi che è venuto a mancare lo scorso 23 aprile.

“Festeggiare è ringraziare – scrive Riccardo in una lettera – Ringraziare i nostri predecessori per aver messo quel mattone, grande per loro, piccolo per noi, che ci permette di posare il nostro, grande per noi, piccolo per i nostri nipoti, sopra il loro e poter allargare ancora, un pochino di più, il nostro orizzonte, migliorare, un pochino di più, la nostra consapevolezza di uomini.”

Amici che hanno condiviso attività artistiche testimoniano e celebrano con interventi nati con lui e/o a lui dedicati, in un programma di performance, azioni e compresenza amicale.

*Entrata: preferibilmente dalla parte di Via delle Mura Gianicolensi, di fronte all’ospedale Salvator Mundi, percorrere a destra 100 mt e, all’altezza della targa di Via Adolfo Ledoucq, prendere la salita a gradoni coperta di pergolato, verso destra.

Qualsiasi entrata al parco permette ugualmente di raggiungere la location adottata, identificabile con gli oggetti temporaneamente installati nell’area.

Programma

Istallazioni, performance, eventi musicali, danza, oggetti d’affezione, allestimenti, lavori d’arte visiva e poesia, oltre alle “consuete realtà aumentate”**.

Landmark, e cuore pulsante della manifestazione spontanea sarà la piccola fontana inattiva circondata da una pergola circolare decorata per l’occasione a foulard multicolori e macchine fotografiche della collezione di Riccardo Marziali.

Tra gli oggetti d’accoglienza sul prato:

la “Piramide”, copricapo in polistirolo, e l’”Acquedotto Romano” indossabile, in gommapiuma, realizzati da Riccardo Marziali per “Panorama Roma” di artisti§innocenti; “Cassette Prato” che delimitano e isolano, solo apparentemente, il suolo (C.B.); “Libri Cuciti”, volumi attraversati da multiple traiettorie in fil di ferro di Riccardo Marziali e bandierine con ritratti fotografici realizzati da Paolo Landriscina di Riccardo e del suo allestimento per le vetrine di Mas, nel corso dell’evento “Camerini-Cambi d’artista” del 2016, in cui una serie di macchine fotografiche, trafitte da chiodi, campeggiavano su un planisfero del Pianeta Terra. Sarà anche visibile una sua “Moka al Guinzaglio” che tanti estimatori hanno portato a passeggio e infine la “Pianta senza vaso” che verrà passata di mano in mano per rinnovare un contatto con la terra.

Performance

“Toccati dallo Spirito” e “Sipario Bifronte”, mobile da passeggio e location per “Lo Spettacolo più breve della storia del Teatro”, (lavori di a§i, già interpretati da Riccardo Marziali).

“Turtlon” e “Trama” della bolognese Compagnia dello Zukkero, co-fondata da Riccardo Marziali e Alessandra Ermilli. In “Trama”, performance art interattiva all’interno di installazione visiva, le persone sono invitate a fotografare ad occhi chiusi e a viaggiare sui fili dei ricordi per l’artista ed

amico Riccardo. Performers: Alessandra Ermilli, Antonia Rossi, Antonella Tandi, Paolo Marini, Alessandro Lanzillo.

“Per te, di acqua e di luce” azione di Silvia Stucky.

Poesia

Silvia Bove e Davide Cortese leggono loro versi e una poesia di Sandro Penna.

Lettura

“Lettera del compagno Riccardo Marziali al compagno Antonio Gramsci” letta dalla Antonella Tandi a cui è stata scritta.

“Tubo Estensibile”, “Il Sole” e “Il Mondo -di Jimmy Fontana-” (di a§i).

Danza

“In-con-tra-Ric”: un’onda di danza consapevole ideata da Cristina Crescenzi e Marcella Cardini.

Conclusione

“Le forbici di Riccardo” di Petra Arndt
Qualche lancio della ”Palla Filante” (a§i), una pallavolo di tutti, senza regole. Qualcosa da bere e da gustare.

N.B. Non viene offerto zucchero filato perché era prerogativa di R.M. filarlo nel corso dell’episodio “Casa Nuova” del progetto performativo “Constanza Zimmer – Pensionato Signorile non più a Piramide”, né si prepara il caffè agli ospiti, come faceva il suo personaggio di coreografo- caffeinomane.

N.b.: si raccomanda di portare una bottiglina d’acqua.

Artisti partecipanti: Compagnia dello Zukkero: Alessandra Ermilli; Antonia Rossi, Antonella Tandi, Paolo Marini, Alessandro Lanzillo; Silvia Stucky; Cristina Crescenzi e Marcella Cardini; Paolo Landriscina; a§i: Petra Arndt, Silvia Bove, Davide Cortese, Roberta Guerrera, Armando Moreschi, Tino Nogari, Franco Ottavianelli, Lisa Schlanstein, Otto Schmidt.

** l’espressione, coniata da R.M., sta per adulazione tecnologia a zero gradi ovvero al passo coi nostri tempi proiettati all’ubiquismo virtuale.

Evento in collaborazione con: Roberta Melasecca.
Documentazione fotografica: Simonetta Enei e Elisabetta Pastorboni Giordano.


Per informazioni:

Marcella Cardini cell. 329 9433602, newslady@live.it
Gianni Rami cell. 340 3100308, piacegianni@gmail.com

Messina, BRUM: Ponte mediterraneo per un futuro della Sicilia e del Meridione

Venerdì 27 maggio 2022, alle ore 17, presso la Sala Lettura della Biblioteca si svolgerà su proposta dell’Associazione Nazionale del Fante, riconosciuta dal Ministero della Difesa, e segnatamente della Sez. di Messina,- il cui Presidente, Prof. Domenico Venuti, è stato recentemente designato Consigliere Nazionale Onorario per la Regione Siciliana dell’Associazione Nazionale del Fante-su input del pregiato Docente e Professionista Enzo Siviero un momento convegnistico titolato “Ponte mediterraneo per un futuro della Sicilia e del Meridione”.

Ritenendo che tale tematica sia altamente significante nel panorama internazionale, nazionale e locale, e che dunque necessiti ancora di approfondimenti tecnico-scientifici rilevanti, questa Biblioteca ha accolto la richiesta di presentazione all’uditorio, sicuramente ricco perché interessato, della relazione promanante da un esperto in materia quale il Ch.mo Prof. Ing. Civile, già citato, che illustrerà sulla scorta della Sua formazione largamente accreditata anche  in ambito internazionale, le coordinate fondamentali sulla dibattuta opera ingegneristica rappresentata dal Ponte sullo Stretto.

Saranno sicuramente messe in luce le problematiche che ne hanno sin qui segnato battuta di arresto, cercando di conciliare le ragioni dei fautori con quelle di chi ha espresso il proprio dissenso, riportando la tematica sull’unico piano condivisibile, cioè della utilità, ove scientificamente comprovata, della progettazione e messa in opera della infrastruttura, tenendo fuori gli aspetti ideologici che, in un clima da stadio, fin qui contrassegnato da posizioni espresse con toni esacerbati da una parte e dall’altra, non hanno reso impossibile  un costruttivo dibattito. In particolare, i territori messinesi e della dirimpettaia Calabria dovrebbero essere i veri protagonisti di questa scelta (in un senso o nell’altro), tenuto conto dell’incisività in primis proprio sulle loro esistenze future e potenzialità di sviluppo, senza tralasciare però innegabili insiti elementi di criticità, indubbiamente sussistenti.

La Dirigente Responsabile della Biblioteca Regionale Dott.ssa Tommasa Siragusa, dopo i saluti istituzionali, introdurrà e coordinerà il convegno, che vedrà, anche l’intervento della Giornalista e Critico internazionale Prof.ssa Maria Teresa Prestigiacomo. Ampio spazio sarà lasciato all’auspicabile dibattito fra il pubblico presente.

Nel I secolo a.C. Vitruvio, nel suo “De Architettura”, suggeriva le tre regole fondamentali dell’architettura: firmitas, utilitas, venustas (solidità,utilità,bellezza) e proprio guardando a questi tre elementi e considerandoli cardini essenziali, si è ispirato il Prof.Ing. Arch. Enzo Siviero nella Sua attività professionale scientifica  e didattica. Già Ordinario dell’Università IUAV di Venezia, Rettore dell’Università E-CAMPUS, nel percorso della Sua brillante carriera ha ricoperto importanti cariche ed è stato insignito di vari significativi titoli. Segnaliamo, a titolo esemplificativo: Vice Presidente Vicario del Consiglio Universitario Nazionale e rappresentante per l’area 08 Ingegneria Civile ed Architettura (dal 2007 al 2012 e 2013 al 2016), Consultant Professor conferito dall’Università Tongji di Shanghai (aprile 2008), Membro della commissione mista Miur-Mibact per il Restauro (2011 al 2016), Segretario della Giunta Nazionale del Settore Scientifico disciplinare ICAR 09 Tecnica delle Costruzioni (dal 2000).

Ha posto particolare attenzione al disegno concettuale dei ponti e alla loro integrazione nel paesaggio.

È autore inoltre di numerose pubblicazioni di carattere tecnico-scientifico sul cemento armato precompresso, la gestione della realizzazione di opere strutturali e la loro durabiltà nel tempo, la conservazione restauro e consolidamento dei manufatti stradali.Ha conseguito significativi riconoscimenti internazionali e numerosi premi nazionali (tra cui Premi Acai – Promozione Acciaio), ed europei (ECCS).


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Ufficio Relazioni con il Pubblico
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tel.090674564
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Roma, Casa delle Letterature – TAVOLA ROTONDA Carlo Levi e Pasolini: una idea di realtà

Il giorno 25 maggio 2022 alle ore 18.00, la Fondazione Carlo Levi presenta, negli spazi della Casa delle Letterature, la Tavola rotonda “Carlo Levi e Pasolini: una idea di realtà. Il magistero perlopiù inesplorato di Carlo Levi nella nostra narrativa”, a cura della Fondazione Carlo Levi, con il patrocinio del Comitato Centenario Pier Paolo Pasolini Mic, in collaborazione con l’Istituzione Biblioteche di Roma – Casa delle Letterature.

Interverranno Filippo La Porta, Angela Scarparo e Andrea Di Consoli.

Piacenza, Ex Chiesa del Carmine: “KLIMT. L’OPERA RICOSTRUITA”

KLIMT. L’OPERA RICOSTRUITA

PIACENZA, EX CHIESA DEL CARMINE
26 MAGGIO – 24 LUGLIO 2022

Factum Arte, Medicina (da Gustav Klimt, 1899-1907), 2017. 430×300 cm

In occasione della mostra “Klimt. L’uomo, l’artista, il suo mondo”, dal 26 maggio presso l’Ex Chiesa del Carmine di Piacenza viene presentato al pubblico l’evento Klimt. L’opera ricostruita, un importante progetto di ricostruzione digitale attraverso il quale riprende vita una delle maggiori opere di Gustav Klimt andato perduto per sempre: Medicina, un’opera estremamente controversa, dipinta dall’artista nei primi anni del ‘900 e realizzata su commissione tra le allegorie pensate per il soffitto dell’Aula Magna dell’Università di Vienna.

Un evento che si inserisce, appunto, nell’ampio dibattito sulla “riproducibilità” delle opere, sul rapporto tra arte e nuove tecnologie, su originalità e autenticità dell’opera d’arte, sul ruolo dei musei come luoghi di trasmissione dell’eredità culturale.
Con questa esposizione si vuol mostrare come le più avanzate tecniche digitali consentono di avvicinarci sempre di più alla fedele riproduzione di un’opera realizzata con media tradizionali (disegno, olio, tempera, marmo, bronzo e altri), attraverso tecnologie di scansione, fotoritocco e stampa che non hanno precedenti e, seppur ancora all’alba dello sviluppo, consentono risultati impressionanti.

Klimt. L’opera ricostruita si inserisce all’interno del progetto “Il mistero dei capolavori perduti”, la serie di Sky Arte realizzata da Ballandi che racconta la storia di sette celebri dipinti – realizzati tra il XVII secolo e gli anni Cinquanta – ad oggi tragicamente perduti e ne segue l’emozionante processo di ri-materializzazione grazie alle più moderne tecnologie a cura di Factum Arte, l’organizzazione fondata da Adam Lowe a Madrid, impegnata nella valorizzazione del patrimonio artistico mondiale.

L’evento rientra tra le attività del Comune di Piacenza di promozione del Laboratorio Aperto Piacenza Territorio Snodo – Por Fesr Emilia Romagna 2014-2020 – ASSE 6 Azione 6.7.2 Promozione, è organizzata da Art Projects con la collaborazione di Arthemisia, Factum Arte, Ballandi e Sky Arte.


Orari
Da lunedì a domenica ore 10.00 – 18.00

Siti internet
www.arthemisia.it

Hashtag ufficiale
#KlimtAlCarmine

Ufficio Stampa
Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
T. +39 06 69380306

Relazioni esterne Arthemisia
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Roma: Francesco Zizola racconta Mare Omnis in mostra alla Galleria del Cembalo

Dal 27 aprile 2022, nell’affascinante cornice del seicentesco Palazzo Borghese a Roma all’interno delle suggestive sale affrescate della galleria terrena, la Galleria del Cembalo attende i visitatori con una nuova mostra dedicata alla fotografia: Mare Omnis di Francesco Zizola.

presenta

Mare Omnis di Francesco Zizola

Dal 27 aprile al 30 giugno 2022

L’esposizione, visitabile fino al 30 giugno 2022, presenta una raccolta di 22 fotografie di grande formato che sembrano raffigurare delle costellazioni lontanissime, ma che in realtà sono tonnare, ossia reti da pesca inserite nel grande mare Mediterraneo fotografate da un drone: reti che i tonnarotti – coloro che si occupano della mattanza –installano per catturare i tonni nella loro migrazione verso la costa.

Le immagini sono state tutte realizzate nel mare del Sulcis, nella Sardegna sud occidentale, presso la Tonnara di Portoscuso, che in quelle acque opera da secoli. Nelle fotografie i punti bianchi sono boe e i fili argentati sono le cime che assicurano le parti galleggianti ai fondali. La mostra Mare Omnis documenta in maniera antropologica la vita vissuta in mare attraverso forme di pesca ancora manuali, locali, sostenibili, secondo tradizioni centenarie, indagando il rapporto dell’uomo con la natura e della sua influenza sul mare declinato attraverso un linguaggio visivo articolato e complesso. Costruire i propri strumenti di lavoro, gettare le reti in mare, trascorrere giorni e mesi in attesa della pesca, essere soggetti alle leggi della natura, compongono quel patrimonio di sapere legato alla prossimità con il mare e ad una vita in rapporto con esso che oggi è sostituito da metodi di pesca intensivi e industriali.  Le immagini presentate ci restituiscono – attraverso un quadro visivo potentissimo – il sentimento di una relazione simbiotica che ricuce quella separazione tra uomo e natura adottata dalla società contemporanee: acqua che diventa paesaggio astratto, pesci colti nelle fitte reti immerse nel mare.

La scelta della stampa in bianco e nero è fatta per stimolare l’immaginazione di chi guarda verso uno spaesamento percettivo; il fotografo mette in atto un deliberato inganno semantico per deviare i sensi utilizzando la memoria istintiva. Così, le grandi reti della tonnara finiscono ad assomigliare a cose diverse; alcuni ci leggono dei dream catcher etnici, altri dei graffiti arcaici, altri ancora delle costellazioni nella notte. La serie si chiama Constellation perché alcune di queste fotografie sono espressamente organizzate per rimandare ad una visione notturna delle costellazioni, mentre in altre immagini già dalla prima inquadratura Zizola ha intravisto nelle forme di luce un quadro di Paul Klee, l’Angelus Novus.

Trovo oggi più interessante usare la fotografia per invitare la nostra percezione e la nostra mente su un piano immaginifico e simbolico, capace di procedere per metafore narrative. E la narrazione per me è quella che riguarda il senso del nostro essere e del nostro agire” dice Francesco Zizola.

Come ricorda Barthes: “Qualunque cosa essa dia a vedere e quale che sia la sua maniera, una foto è sempre invisibile: ciò che noi vediamo non è lei.

Cosa guardiamo veramente quando vediamo un’immagine? Cosa riconoscono i nostri occhi davanti ad esse?Sono le domande che ci poniamo osservando le fotografie di Mare Omnis. L’ambiguità è totale e Zizola sceglie di ragionare sul paradigma del fotografico sapendo che le immagini hanno il meraviglioso compito di creare percorsi di significato dando origine a processi di consapevolezza nello spettatore. “C’è una verità estatica, poetica. È misteriosa e inafferrabile, e può essere raggiunta solo attraverso l’immaginazione e la stilizzazione. La fotografia ha il compito di aprire nuove possibili comprensioni della complessità della realtà” commenta Francesco Zizola.

MARE OMNIS, DJI 0009

FRANCESCO ZIZOLA – Biografia

Francesco Zizola (Roma, 1962) ha fotografato per oltre trent’anni le principali crisi e conflitti che si sono succeduti nel mondo.  Un forte impegno etico e una personale cifra stilistica caratterizzano la sua produzione fotografica. Francesco ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui dieci World Press Photo e sei Picture of the Year International. Nel 2003 Henri Cartier Bresson include una fotografia di Francesco tra le sue 100 preferite. Questa collezione è stata trasformata in una mostra – Les Choix d’Henry Cartier Bresson – e in un libro. Tra gli altri volumi ha pubblicato, “Mare Omnis” (Foto-Forum edizioni 2022) con un testo di Claudia Corrent, “Aguanta” (Ediuni edizioni 2022), “Sale Sudore Sangue” (Postcart 2020), “Uno sguardo inadeguato” (Fiaf 2013), “Iraq” (Ega 2007) e “Born Somewhere” (Delpire 2004).

Nel 2015 Francesco Zizola ha iniziato un nuovo progetto, Hybris, che esplora con un linguaggio volutamente non documentario il rapporto tra l’uomo e la natura. Oltre alla fotografia ha esteso la sperimentazione narrativa utilizzando l’immagine in movimento realizzando un cortometraggio che ha vinto il premio SIAE 2018 per il “talento creativo” nell’ambito della Biennale di Venezia, Festival del Cinema. Dal 2007 ha fondato e dirige la 10b Photography Gallery di Roma. Dal 2016 Zizola è anche direttore artistico della mostra World Press Photo di Roma e di Ferrara e curatore del progetto Collezione Roma 2020-21-22 per il Museo di arte contemporanea di Roma – Palazzo delle Esposizioni.

In 27 anni di attività, le sue fotografie sono state esposte in innumerevoli mostre, sia collettive che personali, e sono state acquisite da collezioni di diverse istituzioni francesi, come il Musée Nicéphore Niépce, Chalon-sur-Saone, la MEP, Maison Européenne de la Photographie, Parigi, e la Bibliothèque Nationale de France, Parigi.

GALLERIA DEL CEMBALO

La Galleria del Cembalo, un grande spazio espositivo aperto per iniziativa di Paola Stacchini Cavazza all’interno di Palazzo Borghese, nel cuore antico di Roma, tra piazza di Spagna e il Tevere, vuole restituire ai collezionisti e agli appassionati d’arte alcune delle sale al pianterreno che Marcantonio IV Borghese fece decorare alla fine del Settecento per ospitarvi la propria collezione di opere d’arte.

L’attività espositiva, diretta in collaborazione con Mario Peliti, ha come elemento centrale la fotografia e il suo dialogo con le altre forme di espressione artistica.

La mostra inaugurale, nel maggio del 2013, si intitolava Passaggi ed era a cura di Giovanna Calvenzi. Il tema centrale era la discontinuità di stile e di contenuti nel lavoro di fotografi italiani di tre generazioni. Erano esposte fotografie di Ugo Mulas, Mario Cresci, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Francesco Radino, Antonio Biasiucci, Paolo Pellegrin, Luca Campigotto, Paolo Ventura, Silvia Camporesi, Alice Pavesi e Moira Ricci. Da allora, nell’arco di nove anni sono state prodotte cinquantadue mostre, tra monografiche e collettive, talvolta di rilevante impegno curatoriale, presentando sia lavori di autori celebrati sia nuove proposte.

La galleria annovera tra i suoi artisti Letizia Battaglia, Antonio Biasiucci, Christopher Broadbent, Danila Tkachenko, Alessandro Imbriaco, Luca Campigotto, Lorenzo Castore, Nicolò Cecchella, Stefano Cerio, Kathryn Cook, Karmen Corak, Cortis & Sonderegger, John Demos, Giorgia Fiorio, Joan Fontcuberta, Charles Fréger, Michael Kenna, Charles March, Massimo Siragusa, Toni Thorimbert. Grazie alla continuità e costanza nella programmazione, la Galleria del Cembalo costituisce un punto di riferimento nel panorama culturale romano.

Con regolarità le mostre della galleria sono state recensite da TG 5, RaiNews24, L’Espresso, Internazionale, Io Donna, Sette, Il Giornale dell’Arte, Arte, Artribune, Exibart. Servizi sulla Galleria del Cembalo sono apparsi sul New York Times e Le Figaro. Nelle sale della galleria si ospitano frequentemente presentazioni di libri, incontri di lavoro, eventi privati su richiesta.


INFORMAZIONI UTILI

MOSTRA MARE OMNIS DI FRANCESCO ZIZOLA
Dal 27 aprile al 30 giugno 2022

DOVE: Galleria del Cembalo, Palazzo Borghese – Largo della Fontanella di Borghese 19, Roma
ORARI: Da mercoledì a venerdì dalle 15.30 alle 19.00 – sabato dalle 11.00 alle 19.00
INGRESSO LIBERO

CONTATTI
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UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

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Venezia, Isola di San Giorgio, Fondazione Giorgio Cini: On Fire

L’alta dignità delle arti del fuoco deriva dal fatto che le loro opere portano il segno più profondamente umano, il segno dell’amore primitivo. (…) Le forme create dal fuoco sono modellate, più di ogni altra, come bene suggerisce Paul Valéry: «a forza di carezze».

Gaston Bachelard, La Psicanalisi del Fuoco, 1937

Venezia, Isola di San Giorgio, Fondazione Giorgio Cini

On Fire

Mostra promossa da Tornabuoni Art e Fondazione Cini, a cura di Bruno Corà

Fino al 24 luglio 2022

Yves Klein, Peinture de feu sans titre, ca. 1961, burned cardboard on pannel, 142 x 303 cm.
© Succession Yves Klein c_o ADAGP, Paris, 2022. Reproduction Fee(s) ADAGP, Paris.

“On Fire” è il titolo della prima mostra interamente dedicata all’uso del fuoco come mezzo di creazione artistica tra le avanguardie del Secondo Dopoguerra. L’esposizione curata da Bruno Corà, promossa dalla Fondazione Giorgio Cini e Tornabuoni Art, raccoglie una selezione accurata delle opere più iconiche realizzate mediante il fuoco o che includono la presenza della fiamma stessa.

Il percorso espositivo è strutturato attraverso sei sezioni che permettono di scoprire, per la prima volta l’uno accanto all’altro, Yves Klein, Alberto Burri, Arman, Jannis Kounellis, Pier Paolo Calzolari e Claudio Parmiggiani alle prese con il fuoco.

Naturalmente fuggevole, il fuoco non ha forma, peso o densità. Ciò ha da sempre affascinato gli artisti, sia per i suoi potenziali effetti sugli altri materiali sia in quanto presenza attiva nelle opere d’arte. Le avanguardie del Secondo Dopoguerra riuscirono ad appropriarsi degli effetti sia distruttivi che generatori del fuoco, impiegandolo su diversi materiali. In questa ottica, il fuoco divenne per questi grandi artisti il protagonista sensibile e il medium di una innovazione dello stesso processo trasformativo del loro linguaggio pittorico e plastico.

Seppur accomunati dall’elemento utilizzato, la mostra si concentra, però, su ogni maestro, mettendone in evidenza le diverse modalità d’impiego. Il fuoco si può trovare come strumento di combustione dei materiali (Klein, Burri, Arman); come presenza viva con i propri effetti sensoriali, talvolta spettacolari (attraverso la luce, il calore, e talvolta il rumore) (Klein, Kounellis, Calzolari); infine, come traccia pittorica attraverso il fumo della combustione (Calzolari, Parmiggiani).

‘On Fire’, dunque, attraverso le 26 opere raccolte con la collaborazione delle fondazioni degli artisti e prestiti provenienti da importanti collezioni internazionali, tra cui diversi capolavori inediti o raramente mostrati al pubblico, documenta una delle più radicali, e nel contempo inesplorate, rivoluzioni linguistiche dell’arte contemporanea.

Yves Klein, artista cui spetta l’apertura di questa affascinante mostra,  fu attratto dall’aspetto dialettico del fuoco, simbolo sia del bene che del male, di distruzione e rigenerazione e di vita e morte. “Il fuoco è per me il futuro senza dimenticare il passato. È la memoria della natura.   È dolcezza, il fuoco “è dolcezza e tortura”. È il focolare e l’apocalisse. È un piacere per il bambino sapientemente sedutosi vicino al camino; punisce, tuttavia, ogni disobbedienza quando si vuole giocare troppo da vicino con le sue fiamme. È benessere e rispetto. È un dio tutelare e terribile, buono e cattivo.”

Quello di Alberto Burri con il fuoco è un rapporto che nasce, e riunisce, l’ispirazione creativa e la formazione scientifica. “Per molto tempo ho voluto – annota l’artista – approfondire il modo in cui il fuoco consuma, comprendere la natura della combustione e come tutto possa vivere e morire nella combustione per formare un’unità perfetta”. Burri spiega che prima di tutto ha bisogno di una superficie su cui disporre la composizione… Poi vi depone la plastica e la brucia. “Nulla è lasciato al caso. Quello che faccio qui è il tipo di pittura più controllato e controllabile…Bisogna controllare il materiale e questo si ottiene padroneggiando la tecnica.”

Nel 1964 Arman fu invitato a esporre al Museo Stedeljik di Amsterdam. Quando il curatore gli chiese di creare un’opera per l’ingresso del museo, visitarono una discarica dove una poltrona stile Luigi XV stava bruciando in cima a un mucchio di spazzatura. Quest’opera gli ricordò l’iconico quadro “L’échelle du feu” di René Magritte. Tornato a Nizza, creò il Fauteuil d’Ulysse con l’aiuto di Martial Raysse.  Questo fu il punto di partenza per la tecnica di combustione di Arman, in cui mobili eleganti e strumenti musicali furono consumati dal fuoco prima di essere stabilizzati dall’introduzione di resina. La scelta dei materiali di Arman ricorda il concetto di Ready Made di Duchamp e il cubismo di Braque e Picasso nella divisione degli oggetti in più piani. In questo modo, all’inizio degli anni ’60, riattivò le rivoluzioni delle avanguardie dell’inizio del XX secolo.

Così come concettualizzato nell’Arte Povera, Pier Paolo Calzolari lavora fin dall’inizio con materiali in costante conversazione tra loro, umili e provenienti dai contesti semi-industriali urbani o elementi naturali. Tra questi ci sono il fuoco, il legno, ma anche rottami, oggetti quotidiani e tubi al neon. Le sue opere sono opere d’incontro in tutti i sensi, tra lo spettatore e l’oggetto che vive nel quotidiano, ma che in questo caso ha subito una trasformazione, ma anche tra elementi artificiali e lavorati in opposizione all’elemento naturale e allo stato primordiale, come il fuoco. Dal 21 al 24 aprile, in occasione della vernice, si terrà la performance Mangiafuoco in cui un vero e proprio performer sputerà fuoco a cadenza oraria, dalle 11 alle 19.

“Il problema del fuoco è un problema particolare”, afferma Jannis Kounellis. “Il mio interesse per questo elemento non risiede soltanto nel fuoco come problema, ma anche nei suoi riferimenti con le leggende medievali. Il fuoco nelle leggende medievali si identifica con il castigo e la purificazione.”

Kounellis si allontana dalla pittura negli anni attorno al 1965 ed a partire dal 1967, l’anno della cosiddetta “Margherita di fuoco” (che sarà esposta in mostra), il fenomeno della combustione comincia ad apparire frequentemente nell’opera dell’artista. In quest’opera Kounellis confronta la natura e la cultura mostrando la fiamma ossidrica che ha usato per tagliare le foglie di metallo e sostituendo così la vita organica del fiore con il fuoco, che è l’immagine del suo rinnovamento. Il suo è un fuoco benefico con potenziale alchemico, dalla fiamma mistica delle sue prime opere alla fuliggine degli ultimi anni.

Scegliendo di occupare nel 1970 nella Galleria di Modena uno spazio che serviva da riserva, Claudio Parmiggiani scopre sui muri la traccia della polvere accumulata al termine degli anni. L’artista decide di fare un fuoco con dei pneumatici e delle coperte. Un fumo chiaro e grigio si deposita sugli oggetti che poi ritira. L’ombra diventa allora una forma plastica, un modello di polvere che fissa dal suo interno l’oscillazione del tempo. La rappresentazione si avvicina anche al metodo fotografico che prende l’immagine, la inverte, crea un negativo prima di svilupparlo. Le sue Delocazioni – è il nome dato a queste sue opere – sono uno spazio vuoto di percezioni fisiche, dove però lo spettatore ha la sensazione di penetrare in un luogo abitato. L’assenza di oggetti esposti in precedenza rende i muri ancora più chiari; non c’è più che la loro traccia fuligginosa da vedere. Parmiggiani creerà un’installazione in situ per quest’esposizione.

La mostra sarà accompagnata da una pubblicazione edita da Forma Edizioni sotto la direzione scientifica del Prof. Bruno Corà, con un suo testo critico.

L’esposizione è realizzata con il supporto di Mag, Forma Edizioni e Edra.   


Informazioni

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Ufficio Stampa
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IMMAGINE DI APERTURA: Alberto Burri al lavoro su Grande Plastica nel suo studio a Case Nove di Morra, Città di Castello, 1976. Foto Aurelio Amendola. ©Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri.