Roma, Galleria d’Arte Moderna: Presentazione del libro “Arte e identità della specie umana” di Gabriele Simongini 

Il giorno 19 maggio 2022 alle ore 18.00 la Galleria d’arte Moderna di Roma ospita la presentazione del libro Arte e identità della specie umana(Manfredi Edizioni)di Gabriele Simongini.
Interverranno, oltre all’autore, Cesare Biasini Selvaggi – Direttore editoriale Exibart, Federica Pirani – Storica dell’arte, Sovrintendenza Capitolina, Raffaele Simongini – Docente e Storico del Cinema.

Presentazione del libro

Arte e identità della specie umana
di Gabriele Simongini

Intervengono:
Cesare Biasini Selvaggi – Direttore editoriale Exibart
Federica Pirani – Storica dell’arte, Sovrintendenza Capitolina
Raffaele Simongini – Docente e Storico del Cinema

19 maggio 2022 ore 18.00

Galleria d’Arte Moderna
Via Francesco Crispi, 24 – Roma

“Gli artisti, tanto più oggi, possono dare un contributo fondamentale perché gli esseri umani restino tali di fronte ai profondi mutamenti antropologici provocati dalle inesauste innovazioni tecnologiche. Purtroppo anche l’arte è oggetto di una aggressione parassitaria da parte della moda, del design, dei social network, della speculazione finanziaria e del marketing che è parallela alla costante, progressiva cancellazione della memoria e della natura alla quale stiamo assistendo passivamente se non partecipando attivamente con i nostri comportamenti quotidiani. Con questo saggio, inteso anche come testimonianza del disagio di un appassionato d’arte, si intende fornire un contributo ad una riflessione più ampia, che non separi l’arte dal contesto economico e sociale in cui viviamo con tutti i suoi cambiamenti, non di rado inquietanti. Nel segno di un pluralismo polifonico che superi e purifichi l’ego autoriale si è ricorso ad una sorta di dialogo ideale e ad un montaggio di voci autorevoli, diverse e disseminate nel tempo, che hanno colto quasi profeticamente i segni dell’annichilimento di arte, natura e memoria. L’obiettivo, senza alcuna intenzione di demonizzare la tecnologia e tenendo conto che l’ibridazione fra gli esseri umani e la tecnica è ormai inevitabile, è quello di ipotizzare come proprio l’arte possa salvaguardare l’identità della specie umana prima di tutto riallacciando legami profondi, primigeni e ramificati con la memoria e con la natura ma anche contrastando la colonizzazione del vivente, che va tutelato nella sua singolarità, da parte delle macchine.”

Gabriele Simongini – Note biografiche

Gabriele Simongini è Ordinario di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Frosinone. Collabora con “Il Tempo”. Fa parte dei Comitatiscientifici della Fondazione Toti Scialoja, dell’Imago Museum di Pescara e dell’Archivio Vinicio Berti. È stato Commissario nella XIV Quadriennale Nazionale d’Arte (2004-2005). Ha fatto parte del Comitato di Studi per il Padiglione Italia della 54a Biennale Arti Visivedi Venezia (2011). È stato consulente artistico della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale. Ha curato numerose mostre in musei italiani e stranieri, dedicando cataloghi e monografie anche a gruppi e sodalizi come l’Art Club, “Forma 1” e la Scuola di piazza del Popolo. Ha pubblicato, fra l’altro, il “Catalogo Ragionato dell’Opera Incisa (1962-1993) di Piero Dorazio” (1996) e il libro “Astrattismo italiano” (2004).


INFO

Gabriele Simongini
Arte e identità della specie umana
Manfredi Edizioni

Galleria d’Arte Moderna
Via Francesco Crispi, 24 – Roma
www.galleriaartemodernaroma.it
tel. 060608

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca Melasecca PressOffice – Interno 14 next
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3494945612
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Messina: all’Orto Botanico “Pietro Castelli” l’annuale incontro dedicato alle piante grasse e tartarughe

Domenica 22 maggio si svolgerà all’Orto Botanico “Pietro Castelli“, dopo due anni di assenza, l’annuale incontro dedicato alle piante grasse e tartarughe.Nei viali dell’Orto sarà allestita la tradizionale esposizione di piante grasse e si potranno osservare, in spazi dedicati, alcuni esemplari di diverse specie di tartarughe gentilmente messe a disposizione da privati.Nella cavea dell’Orto sono in programma due incontri: nella mattinata si parlerà di tartarughe e nel pomeriggio di piante grasse, in particolare di Astrophytum.

Sarà presente il tradizionale mercatino di piante grasse.

Orari di apertura: 9-13 e 16-19 – ingresso libero

Appuntamenti

Mattina:
10.30 – “Tartarughe: il perché del loro successo e … tanti miti da sfatare”
Annalaura Scuto e Salvatore Principato – medici veterinari
Pomeriggio:
17.00 – “Gli Astrophytum: diversità, semina, coltivazione e innesti
Gaetano Parlato – Orto Botanico “Pietro Castelli”


Organizzazione del “ChelonianDay” a cura dell’Orto Botanico in collaborazione con l’associazione VETeam Esotici dei medici veterinari dott.ssa Annalaura Scuto CT e dott. Salvatore Principato ME.

www.ortobotanico.messina.it
pagina facebook “Orto Botanico Pietro Castelli di Messina

Roma, Casa delle Letterature – TAVOLA ROTONDA Carlo Levi e Pasolini: una idea di realtà

Il giorno 25 maggio 2022 alle ore 18.00, la Fondazione Carlo Levi presenta, negli spazi della Casa delle Letterature, la Tavola rotonda “Carlo Levi e Pasolini: una idea di realtà. Il magistero perlopiù inesplorato di Carlo Levi nella nostra narrativa”, a cura della Fondazione Carlo Levi, con il patrocinio del Comitato Centenario Pier Paolo Pasolini Mic, in collaborazione con l’Istituzione Biblioteche di Roma – Casa delle Letterature.

Interverranno Filippo La Porta, Angela Scarparo e Andrea Di Consoli.

TAVOLA ROTONDA

Carlo Levi e Pasolini: una idea di realtà
Il magistero perlopiù inesplorato di Carlo Levi
nella nostra narrativa

Filippo La Porta  Angela Scarparo  Andrea Di Consoli

25 maggio 2022 ore 18.00
Casa delle Letterature
Piazza dell’Orologio 3 – Roma

A cura della Fondazione Carlo Levi
Con il patrocinio del Comitato Centenario Pier Paolo Pasolini Mic

In collaborazione con l’Istituzione Biblioteche di Roma
Casa delle Letterature

Carlo Levi all’interno della nostra letteratura non è stato una meteora isolata, anche se apparentemente non sono documentabili influenze dirette su altri scrittori. La sua idea di realtà ha quasi certamente ispirato Elsa Morante e Pasolini. Non la realtà del neorealismo – coincidente con la cronaca – ma l’esistenza nella sua interezza, che sempre un po’ ci sfugge e resta nascosta, e di cui testimonia il sacro (che Levi scopre nel confino di Aliano, dentro il mondo contadino, e Pasolini nelle borgate romane e in seguito nel Terzo Mondo). Sono così “reali” la vita e la morte, il desiderio e la felicità, tutto ciò che non controlliamo, mentre è “irreale” la borghesia, con la sua pretesa di possedere le cose e le persone, l’esistenza stessa. La realtà deve essere non tanto rispecchiata quanto “inventata”, liberandola da automatismi e cliché, ritrovandola anche nel sogno e nel mito.

I due si conoscevano e si amavano. Mentre Pasolini aveva recensito con entusiasmo una mostra leviana, Levi disegnò il manifesto per il film “Accattone” e in un commento alla sceneggiatura osservò che si trattava di un cinema di poesia, in cui si celebra il fluire vitale stesso, ancora privo di forma, pre-espressivo, legame con una alterità che confina con il sacro e con l’originario.

Per partecipare alla tavola rotonda occorre prenotarsi alla seguente mail:
casadelleletterature@bibliotechediroma.it


INFO

TAVOLA ROTONDA
Carlo Levi e Pasolini: una idea di realtà
Il magistero perlopiù inesplorato di Carlo Levi nella nostra narrativa
Filippo La Porta  Angela Scarparo  Andrea Di Consoli
A cura della Fondazione Carlo Levi
Con il patrocinio del Comitato Centenario Pier Paolo Pasolini Mic
In collaborazione con l’Istituzione Biblioteche di Roma – Casa delle Letterature

25 maggio 2022 ore 18.00
Casa delle Letterature
Piazza dell’Orologio 3 – Roma

Per info e prenotazioni
tel. 06 45460581
casadelleletterature@bibliotechediroma.it

Fondazione Carlo Levi
carlolevifondazione@gmail.com
www.carlolevifondazione.it

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
tel 3494945612 – roberta.melasecca@gmail.com
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EXATR, Forlì: Al via Meet the Docs! Film Fest. Il programma delle prime due giornate del festival dedicato al cinema documentario

Tutto pronto per la sesta edizione di Meet the Docs! Film Fest, la rassegna dedicata al cinema del reale. Dal 18 al 22 maggio l’EXATR di Forlì si animerà con cinque giorni ricchi di proiezioni in anteprima, masterclass esclusive, panel tematici di approfondimento, tre matinée dedicate alle scuole del territorio, workshop, musica live, degustazioni e convivialità, offrendo al pubblico l’opportunità di incontrare numerosi registi e ospiti autorevoli.

Il tema scelto quest’anno è “Echi dal margine”. Come afferma Matteo Lolletti, Direttore Artistico: “Meet the Docs! Film Fest, che per noi è un atto politico, vuole camminare lungo i bordi per raccogliere gli echi che provengono dal margine, e portarli al centro dell’attenzione: margini che attraversiamo, esploriamo, scopriamo, abitiamo e frequentiamo”.

La rassegna è organizzata da Sunset in collaborazione con Città di Ebla e Tiresia, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Forlì e con il supporto di BCC ravennate, forlivese e imolese.

Meet the Docs! Film Fest

Tutto pronto per l’avvio della sesta edizione

Il programma del 18 e 19 maggio 2022

Dal 18 al 22 maggio 2022
Teatro Tenda EXATR
Via Ugo Bassi 16, Forlì

IL PROGRAMMA DELLE PRIME DUE GIORNATE

Mercoledì 18 maggio 2022: Contaminazioni

Ad inaugurare la sesta edizione di Meet The Docs! Film Fest alle 21:00 sarà la proiezione di “Atlantide” di Yuri Ancarani, documentario selezionato nella sezione Orizzonti alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. “Atlantide” racconta la storia di Daniele, un giovane che vive a Sant’Erasmo, un’isola della laguna di Venezia. Vive di espedienti, ed è emarginato anche dal gruppo dei suoi coetanei, i quali condividono un’intensa vita di svago, che si esprime nella religione del barchino: un culto incentrato sull’elaborazione di motori sempre più potenti, che trasformano i piccoli motoscafi lagunari in pericolosi bolidi da competizione. Anche Daniele sogna un barchino da record. Il degrado che intacca le relazioni, l’ambiente e le pratiche di una generazione alla deriva viene osservato attraverso gli occhi del paesaggio senza tempo di Venezia. Il punto di non ritorno è una balorda, residuale storia di iniziazione maschile, violenta e predestinata al fallimento, che esplode trascinando la città fantasma in un trip di naufragio psichedelico.

A seguire il dibattito alla presenza del regista e di Claudio Angelini, fondatore di Città di Ebla.

Giovedì 19 maggio 2022: Migrazioni

Ad aprire la seconda giornata del festival alle ore 9 il primo incontro matinèe del progetto Doc a Scuola, realizzato in collaborazione con la Videoteca dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e dell’Associazione D.E-R Documentaristi Emilia-Romagna che porta nelle scuole il film documentario con incontri accompagnati da autori. Si parte con “1944: Silenzio sul Montesole” di Lorenzo K. Stanzani, che racconta uno degli eccidi più efferati compiuti dalle truppe naziste durante la seconda guerra mondiale tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944: 777 vite, per lo più bambini, donne e anziani, vengono trucidate dai soldati tedeschi. Un documentario che esalta l’insindacabile valore della memoria.

Al termine della proiezione il regista dialogherà con gli studenti.

Dalle 14:00 alle 15:00 il programma prosegue con un evento speciale: l’inaugurazione della mostra dell’illustratrice Alessandra Bruni, in arte Allissand, nome emergente del panorama nazionale e autrice dell’immagine della rassegna per il 2022, che alle 15:00 guiderà la masterclass “L’illustrazione del reale”.

Alle 17:00 appuntamento con il primo incontro del ciclo di presentazioni dedicate a riviste nazionali e internazionali legate ai temi delle singole giornate, in collaborazione con Frab’s Magazine & More. A dialogare saranno Anna Frabotta, responsabile di Frab’s Magazine & More, con Chiara Comito di Arabpop Magazine, rivista dedicata alle arti e alle letterature contemporanee dei paesi arabi.

Si passa poi alle 18:00 con la proiezione di “The Last Shelter” di Ousmane Samassekou, dalla rassegna di documentari “Mondovisioni” della rivista Internazionale, che affronta il tema delle migrazioni. All’estremità meridionale del Sahara si trova la Casa dei Migranti: un rifugio per chi è in viaggio verso l’Europa o per chi ritorna. Qui si confrontano le loro storie: come ti senti quando i tuoi sogni sono stati sepolti nella sabbia, o aspettano di essere vissuti? A seguire il dibattito con Eugenio Alfano, Responsabile del Coordinamento Rifugiati e Migranti – Amnesty International, e il giornalista Andrea De Georgio.

Alle 21:00 l’ultima proiezione della giornata con il documentario che ha sconvolto la Berlinale del 2020, “Purple Seadi Amel Alzakout e Khaled Abdulwahed: la regista siriana Amel Alkazout decide di testimoniare la personale traversata in mare con l’utilizzo di una telecamera waterproof, ma durante il viaggio gli scafisti abbandonano il mezzo e la barca si ribalta. A discutere del documentario saranno Elena Giacomelli, Ricercatrice dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, e Chiara Comito, autrice e scrittrice.

VINI DAL MARGINE

Durante tutti i giorni del festival, Meet the Docs! Film Fest accoglie in esclusiva FurgonVino – l’enoteca a quattro ruote. Con la 2CV Furgonetta d’epoca arriveranno la Cuvée Speciale Champagne FurgonVino e altri vini che andranno a comporre la carta in accompagnamento al piccolo menù del bar à vin. Saranno inoltre organizzati alcuni percorsi degustativi, dal venerdì alla domenica alle ore 19:00, con un viaggio dentro ai Vini dal Margine realizzato con Paolo Tegoni, presidente dell’Associazione Gastronomi Professionisti. Per info e prenotazioni: info@meetthedocs.it // 347 2782603

MEET THE GREEN!

Meet the Docs! Film Fest presta da anni particolare attenzione alla tematica ambientale, e anche per la sua sesta edizione attua azioni concrete e misure favorevoli alla sostenibilità della manifestazione. Ad esempio a livello energetico, l’area della rassegna viene gestita con un sistema di spegnimento manuale che permette di ridurre il consumo energetico nel momento in cui gli spazi non sono utilizzati. Durante le giornate del festival, inoltre, saranno presenti erogatori di acqua gratuiti e sostenibili. Nell’area ristoro e durante le degustazioni vengono inoltre utilizzate stoviglie compostabili e/o bicchieri in vetro e i prodotti enogastronomici offerti sono quasi esclusivamente locali e a km 0.

Il programma completo e dettagliato della manifestazione è disponibile sul sito https://meetthedocs.it/ 

Scansiona il QR code per consultare il programma aggiornato:


INFORMAZIONI UTILI

Meet the Docs! Film Fest – sesta edizione
Dal 18 al 22 maggio 2022
Teatro Tenda EX ATR, Via Ugo Bassi 16, Forlì (FC)

Organizzato da Sunset
In collaborazione con Tiresia e Città di Ebla
Sostenuto da Regione Emilia-Romagna e Comune di Forlì
Sponsor: LA BCC ravennate, forlivese e imolese
Partner: Forlì.Soglie, Cineteca di Bologna, Amnesty International, Centro di Ricerca PoliTeSse, Politiche e Teorie della Sessualità – Università di Verona, Videoteca dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna, DER Associazione Documentaristi Emilia-Romagna, Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, Rete del Caffè Sospeso, Frab’s Magazines & More, Open DDB, Festival del Buon Vivere, CNA Cinema e Audiovisivo Forlì-Cesena, Centro Pace “Annalena Tonelli”, Forlì Città Aperta, EXATR, Spazi indecisi, Kaleo, Fridays for Future, Ferri&Menta, Panifico, Gardenia Guest House, Hotel Marta
Food &Wine: Villa Bagnolo, Paolo Tegoni, Enoteca Naturale, Furgonvino
Media partner: FilmTv, Teleromagna, ForlìToday, MMPWebTv, Radio Bruno, Radio Città Fujiko, Billy – rivista di cinema e altre perversioni
Sponsor tecnico: Tipografico Soc. Coop.

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Gli amici Fauves di Matisse: Maurice de Vlaminck

di Sergio Bertolami

46 – I protagonisti

Di Maurice de Vlaminck ho già accennato parlando di Derain. La sua unione con i fauves fu fragile e breve, come per molti altri del gruppo che dopo il 1907 intraprenderanno, chi più chi meno, un percorso autonomo.

Maurice de Vlaminck, Chiatte sulla Senna (Bateaux sur la Seine), 1905-06
Maurice de Vlaminck, La Senna a Chatou, 1906
Maurice de Vlaminck, Le bassin à Chatou (Il bacino di Chatou con barca a vela bianca), 1907

Il sodalizio con André Derain fu per Maurice de Vlaminck determinante, per gli sviluppi artistici che lo imposero all’attenzione come una delle personalità più forti e tenaci del gruppo. Conobbe l’amico Derain il 18 giugno 1900, in occasione del deragliamento di un treno per pendolari. L’anno successivo, visitando nella galleria Bernheim una retrospettiva dedicata a Vincent van Gogh sceglie la pittura come percorso privilegiato di vita. Fino a quel momento, pur di lavorare, aveva fatto un po’ di tutto: prima il meccanico, poi il corridore di bicicletta, poi il musicista suonando il violino nelle orchestrine della domenica. Infine, decise di unirsi a Derain e impiantare un proprio atelier artistico a Chatou, nell’antica Maison Levanneur, che attualmente ospita il Centre National Édition Art Image (Cneai).

Vista notturna della Maison Levanneur com’è oggi. Importante centro culturale di Chatou, che ospita la casa dei pittori Cneai (Centro nazionale per l’edizione, l’arte e l’immagine) del XIX secolo

Un anno dopo Derain lo lasciò a sé stesso, perché chiamato a prestare il servizio militare, ma tenne col giovane uno stretto rapporto epistolare. Si apriva un periodo da bohémien per l’artista, con una famiglia da mantenere, costretto a raschiare vecchi dipinti per recuperare le tele. Alla pittura accomunò la scrittura di due romanzi dall’estetica decadente e i contenuti piuttosto spinti per l’epoca. La passione verso l’arte primitiva e il fauvismo, che lo coinvolse completamente, gli permisero di inserirsi a pieno titolo fra gli artisti emergenti. Alla ricca cultura di Matisse de Vlaminck contrapponeva il suo istintivo entusiasmo di chi scopre il mondo da autodidatta. Si vantava di non essere un frequentatore di musei, ma di «amare van Gogh più di suo padre».

Maurice de Vlaminck, Paesaggio con alberi rossi, 1906

Matisse lo invitò a presentare lavori alla galleria di Berthe Weil e al Salon des Indépendants del 1905. Qualche mese dopo al Salon d’Automne. Lo scandalo smosse il mondo delle gallerie. Il mercante d’arte Ambroise Vollard fu affascinato dal lavoro di de Vlaminck. Lo sostenne con acquisti e nel 1908 gli dedicò una mostra personale. Non fu però l’unico mercante d’arte, perché anche Daniel-Henry Kahnweiler si interessò a lui. Sono questi gli anni, prima della guerra, in cui la pittura di Maurice de Vlaminck è incentrata su violenti toni puri (Il ponte di Chatou, Soleure, collezione privata; Paesaggio con alberi rossi, 1906, Parigi, Musée d’Art Moderne). Trascorsa, però, la stagione fauve, l’artista si accostò alla costruzione pittorica di Paul Cézanne (Autoritratto, 1912), passando poi a interessi condivisi dalla ricerca contemporanea (H. Rousseau e l’arte negra) fino ad intraprendere qualche sperimentazione cubista.

Maurice de Vlaminck, Autoritratto, 1912
Maurice de Vlaminck, Village, 1912 circa

Con la guerra venne assegnato a una fabbrica nella regione di Parigi e non spedito al fronte, avendo allora una moglie e tre figlie. Quando a conclusione del conflitto il peggio fu superato, divorziò e si risposò con Berthe Combe, che gli diede altre due figlie. L’arte fauves era ormai alle spalle e l’artista preferì concentrarsi su di una figurazione realistica, dai forti accenti espressionistici, con paesaggi dai colori cupi e densi. Dal 1925 si stabilirà a Rueil-la-Gadelière fino alla morte.

 André Derain (a sinistra) e de Vlaminck (a destra), nel 1942

IMMAGINE DI APERTURA – L’orologio al Musée D’Orsay – Foto di Guy Dugas da Pixabay 

Pisa: Il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi organizza visite guidate gratuite alle mostre

Il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi (Comune di Pisa, Università di Pisa)in occasione di Amico Museo. Aria di Primavera nei musei toscani, organizza:  
Visite guidate gratuite alle mostre:

  • Il Trittico del Centenario – Una Commedia Divina – L’Inferno di Claudio Sacchi 
  • Napoleone. Storie tra note e immagini

Calendario delle visite

  • Giovedì 19 e 26 maggio 2022, unico turno di visita alle ore: 16:00
  • Sabato 4 giugno 2022, due turni di visita alle ore: 16:00 e alle 17:00

 Le visite guidate sono su prenotazione fino a esaurimento dei posti disponibili al seguente linkhttps://museodellagrafica.sma.unipi.it/prenota-visite-online/

Durata della visita: 1 ora

Obbligatorio l’utilizzo della mascherina FFp2

Per maggiori informazioni cliccare il logo: 


Museo della Grafica – Lungarno Galilei, 9 – Pisa
Tel. 050/2216060 (62-66-67)
E-mail: museodellagrafica@adm.unipi.it
www.museodellagrafica.sma.unipi.it

Bologna: Gli Arcipelaghi sospesi di Mirta Tagliati – Testo critico di Marinella Paderni

Maison Laviniaturra apre le porte del suo atelier all’arte con la mostra

“Arcipelaghi Sospesi”
di Mirta Tagliati

Mirta Tagliati, arcipelago 8, cm 120×80

Dal 17 maggio al 5 giugno 2022, ore 17.30-19
Via dei Sabbioni 9, Bologna
Dal lunedì al sabato su appuntamento

“L’intera storia delle immagini può dunque essere narrata come uno sforzo, uno sforzo per oltrepassare visivamente le contrapposizioni triviali tra il visibile e l’invisibile” (*).

Gli Arcipelaghi sospesi di Mirta Tagliati

Testo critico di Marinella Paderni

Nel lungo inverno della storia che stiamo vivendo, provati dall’insopportabile eccesso di realtà, abbiamo sempre l’arte che ci nutre di un diverso ordine del segreto.

Un genere di ordine che non porta sospetto, paura, dolore come spesso accade oggi, ma che invece procura stupore, incanto, meraviglia, gioia. Il segreto risiede in quella che Cartesio definiva la tassonomia delle passioni (Les passions de l’âme, 1649), in cui la meraviglia detiene il primo posto. La meraviglia, secondo il filosofo francese, è essenzialmente legata alla conoscenza, all’esperienza del sapere: il senso di meraviglia nasce quando ci troviamo davanti a un oggetto che ci sorprende superando le nostre attese o mettendo in difetto le nostre conoscenze antecedenti. L’oggetto del segreto – in questo caso l’opera d’arte – acquisisce così una dimensione di eccezionalità che ci porta a considerarla con attenzione, a guardarla con occhi nuovi. Diventa il tramite di un’esperienza di conoscenza, trasformandosi da cosa misteriosa a materia reale.

L’incontro con la pittura di Mirta Tagliati è uno di quei momenti di stupore segreto che ci allevia dai rumori eccessivi del presente. I suoi dipinti vogliono rappresentare paesaggi dell’anima, territori incerti e indefiniti abitati da “isole” di colore che si muovono nello spazio della composizione come arcipelaghi sospesi. Parlano dell’esistenza, della condizione umana, disegnano traiettorie che ci conducono verso mondi lontani tracciando possibili rotte di salvezza, lontano dalla grevità dell’oggi. Davanti alle sue immagini si viene pervasi da una sensazione di astrazione e di distanza dalla pesantezza della realtà, che lascia posto alla riscoperta di nuove possibilità dell’essere.

In questo suo ciclo di lavori inediti – realizzati espressamente per la mostra Arcipelaghi sospesi presso l’atelier di Lavinia Turra – la materia soffice dei pastelli a olio conferisce un’immediatezza al dialogo tra segni e forme che paiono fluttuare sulle superfici e scivolare nello spazio della tela come terre galleggianti alla ricerca di nuovi assetti. Trasmettono un senso di gioia e di leggerezza, di ritrovata libertà dell’essere. Per l’artista sono un’allegoria delle relazioni umane, dalle qualità complesse e definite da moti a volte sereni, altre volte precari e divergenti. Nelle sue opere le forme giocano a rincorrersi: alcune si attraggono e creano nuovi ordini, altre si scompongono e prendono il largo come viaggiatori anomali in acque incerte. Il nostro sguardo le insegue nel loro movimento singolare lasciandosi trasportare in una dimensione di sospensione, di sosta ma anche di magia.  Un’esperienza dello sguardo che alleggerisce il respiro e porta ristoro, poesia, speranza.

Le opere di Mirta Tagliati sono evocazioni lasciate aperte all’immaginazione del pubblico, in continuo divenire, come lo è la materia di cui sono fatte le relazioni. Questa similitudine visiva si collega all’essenza più intima dell’arte, che è quella di mostrare ciò che non si può vedere. Non si può vedere l’anima, la sua materia emotiva, solo gli artisti sono in grado di far affiorare visivamente le passioni, anche quelle più nascoste, rivelandocene la sostanza e mettendo in forma le ombre della psiche. L’artista conosce a fondo la potenza dell’arte che aiuta a esprimere l’invisibile, a  elaborare l’insopportabile, grazie al lavoro fatto negli anni sui processi creativi dei bambini e allo studio dell’arteterapia.

Arcipelaghi sospesi parla anche dell’incontro tra le due artiste e autrici di questo progetto, Lavinia e Mirta. Il tempio creativo della stilista è il luogo di una mise en scène originale dove il loro estro s’incontra creando un racconto a due voci tra gli abiti, le fantasie e le forme delle collezioni di Lavinia e i dipinti lirici di Mirta.

LAVINIA TURRA

Lavinia Turra

Nata a Bologna, cresciuta fra donne che tagliavano e cucivano, ha frequentato da bambina antiche sartorie e imparato l’amore per questo lavoro.

Il suo mestiere nasce e cresce con l’uso delle mani, che conoscono e usano non solo i colori e le matite, ma soprattutto le stoffe e i tessuti, adoperando forbici, ago e filo. Arriva a questo lavoro attraverso un’attrazione e una lunga strada di “connivenze” e “complicità” legate all’arte, alla pittura, al teatro.

Curiosa per natura, la relazione personale e l’ascolto sono alla base del suo modo di “vestire” perché l’abito, “deve rappresentare la donna e non travestirla”.

Nel 2017 fonda Maison laviniaturra, sentendo la necessità di uno spazio che non solo offra ma accolga, come solo una “casa” sa fare.

L’apertura della Maison coincide anche con l’inizio della collaborazione creativa con la figlia Cecilia Torsello, rinnovamento e fresca energia del brand.

Un prodotto 100% Made in Italy, tessuti di ricerca, forme timeless e dettagli all’avanguardia: Maison laviniaturra propone una propria idea di lusso, legato all’etica di produzione, all’individualità e ispirata alla cultura del bello.

MIRTA TAGLIATI

Mirta Tagliati

Mirta Tagliati (Roma, 1966) vive e lavora a Bologna. Ha conseguito il diploma in Design presso l’Isia di Faenza e, contemporaneamente agli studi, ha avuto l’opportunità di ampliare la sua formazione con Bruno Munari, perfezionandosi in tecniche per la didattica artistica: un’esperienza particolarmente significativa che l’ha portata a dedicarsi alla creazione artistica e agli atelier d’arte per bambini e adulti. Nel frattempo si è specializzata in Arteterapia. Da alcuni anni si è concentrata sulla ricerca artistica in ambito pittorico esponendo in mostre collettive e personali, in spazi pubblici e gallerie private, in Italia e all’estero.

(*) G. Didi-Huberman, Immagini malgrado tutto, Raffaello Cortina Editore, Milano 2005, p. 169


INFO UTILI

Arcipelaghi Sospesi di Mirta Tagliati

DOVE: Maison laviniaturra, via dei Sabbioni 9, Bologna
INAUGURAZIONE: martedì 17 maggio ore 17.30
QUANDO: Dal 18 maggio al 5 giugno 2022
ORARI: dal lunedi al sabato, 17 – 19
Su appuntamento. Per visitare la mostra è necessario telefonare al 320 9188304

CONTATTI MAISON LAVINIATURRA
FACEBOOK: Maison laviniaturra
INSTAGRAM: maisonlaviniaturra
SITO: maison laviniaturra

UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

051 6569105 – 392 2527126             
info@culturaliart.com
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Giovanna De Rosa – Volevo essere il numero uno

È il 1974, in televisione danno il Mondiale Italia-Haiti e per Rocco Jesi e Claudio Cairano gli esami di terza media sono alle porte. Ma non è questo che li preoccupa; a breve si disputerà infatti la partita più importante del campionato locale, tra la loro squadra, l’Olympia, e la rivale Velox, e in paese non si parla d’altro. Il signor Cairano la pensa diversamente, e sarà dura convincerlo a far giocare Claudio e soprattutto a permettere che Liliana, la figlia “maschiaccio” innamorata del calcio, possa andare a tifare per suo fratello. Ma quando finalmente arriva il grande giorno, una notizia sconvolgente getta nel panico pubblico e giocatori: Sandro Masi, il fuoriclasse della squadra, non si è presentato in campo. Rocco e Claudio dovranno mettercela davvero tutta per ottenere la vittoria anche senza il loro eroe, mentre l’astuta Liliana, che è riuscita a intrufolarsi allo stadio con un piano diabolico, si improvvisa detective per scoprire cosa è successo al campione scomparso. Età di lettura: da 12 anni.

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IMMAGINE DI APERTURA – copertina del libro



A Firenze presentazione del libro ENTRA IN GIOCO CON LA TESTA di Nicoletta Romanazzi, la Coach dei campioni olimpionici

Nicoletta Romanazzi, mental coach dei campioni olimpionici italiani di Tokyo 2020, ci parla del suo lavoro in occasione dell’uscita per Longanesi del suo primo libro, Entra in gioco con la testa, in libreria dal 28 aprile. Riunendo in poco più di 200 pagine consigli pratici e spunti di riflessione e autoanalisi, è possibile accedere a un “non-metodo” studiato e perfezionato attraverso anni di coaching con alcuni degli atleti italiani più noti nel Mondo (tra cui Marcell Jacobs, doppia medaglia d’oro alle ultime Olimpiadi, che ha anche firmato la prefazione del suo libro). Chiunque desideri raggiungere i propri obiettivi, siano essi sportivi, professionali o personali, troverà tra queste pagine di che imparare.

Link all’articolo di Eurocomunicazione


Cecilia Sandroni
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Venezia, Procuratie Vecchie: LOUISE NEVELSON. Persistence – Evento Collaterale della Biennale

La Louise Nevelson Foundation è felice di annunciare un progetto espositivo di portata storica del lavoro dell’artista, figura rivoluzionaria dell’astrazione americana. Dal 23 aprile all’11 settembre 2022, una grande mostra sarà allestita a Venezia nelle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco quale Evento Collaterale ufficiale della 59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.
“Louise Nevelson. Persistence” segnerà il sessantesimo anniversario della partecipazione dell’artista alla Biennale Arte del 1962, quando fu chiamata a rappresentare gli Stati Uniti nel padiglione americano.
La mostra, che riunirà oltre sessanta lavori realizzati dalla Nevelson tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta, è curata da Julia Bryan-Wilson, docente di Arte Moderna e Contemporanea a Berkeley, Università della California. Tra i massimi esperti del lavoro dell’artista, Julia Bryan-Wilson pubblicherà nel 2023 una monografia su Louise Nevelson con la Yale University Press.
Articolata in nove sale del secondo piano delle Procuratie Vecchie affacciate su Piazza San Marco, sarà la più ampia e approfondita rassegna realizzata in Italia dal 2013: vi saranno esposte le celebri e monumentali sculture dipinte insieme a esempi meno conosciuti dei suoi importanti collage, a rappresentare l’approccio unico e distintivo dell’artista all’astrazione e all’assemblaggio. Inoltre, nel percorso espositivo saranno messe in evidenza le connessioni formali e concettuali tra le diverse fasi e i diversi momenti del lavoro della Nevelson.
Per la prima volta in 500 anni di storia delle Procuratie Vecchie, una grande parte dell’edificio verrà aperta al pubblico, al termine di un lungo restauro guidato da David Chipperfield Architects Milan, che è anche advisor della mostra. Il design dell’esposizione è stato sviluppato dallo studio veneziano Torsello Architettura, e riflette e amplifica la visione unica di David Chipperfield Architects Milan per l’edificio, uno dei più iconici e riconoscibili di Venezia.

23 Aprile 2022 – 11 Settembre 2022

Venezia, Procuratie Vecchie

LOUISE NEVELSON.
Persistence

Evento Collaterale della 59a Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia

Louise Nevelson, Untitled, 1985

Cuore dell’esposizione saranno le sculture di grandi dimensioni in legno dipinto, pezzi iconici della produzione della Nevelson, tra le quali svettano esempi provenienti da diversi cicli scultorei prodotti negli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta e Ottanta. Ma si potranno ammirare anche esempi delle sue sculture bianche, tra le quali l’installazione multipla a colonna Dawn’s Presence – Three (1975) e dei suoi rari lavori color oro, come The Golden Pearl (1962).
Il percorso sottolinea la relazione tra il lavoro della Nevelson come scultrice e la sua pratica – durata tutta la vita – dedicata ai collage e agli assemblaggi da parete. I collage e gli assemblage scultorei saranno infatti presentati in dialogo con i lavori di grandi dimensioni, per gettare luce sui tratti fondamentali del processo creativo – per il quale la critica italiana Carla Lonzi usò le parole “distruzione e trasfigurazione” – ma anche sul suo interesse per materiali non convenzionali come legno grezzo, metallo, cartone, carta vetrata, pellicola di alluminio.
Nata a Pereiaslav, Ucraina (vicino a Kiev) nel 1899, Louise Nevelson migrò negli Stati Uniti con la famiglia nel 1905, stabilendosi nel Maine. Dopo essersi trasferita a New York nel 1920, la Nevelson studiò presso la Art Students League. Negli anni Trenta fu assistente di Diego Rivera, e più tardi insegnante d’arte con la Works Progress Administration. Ebbe la sua prima mostra personale nel 1941 presso la Nierendorf Gallery di New York. Nei primi anni Cinquanta viaggiò in Guatemala e in Messico per conoscere l’arte precolombiana. A seguito di questi viaggi, iniziò a creare le sue prime sculture in legno. Nel corso dei quattro decenni successivi, la Nevelson divenne una tra gli artisti più rivoluzionari degli Stati Uniti, facendosi conoscere per le grandi sculture monocromatiche in legno composte da multipli elementi astratti, spesso disposti in griglie di compartimenti geometrici. Profondamente legate ai risultati del Cubismo e del Costruttivismo, le opere della Nevelson incorporano combinazioni inaspettate di forme e di materiali. Così pure gli assemblage, i collage e i lavori di gioielleria nascevano in relazione profonda con il suo lavoro scultoreo. Di fatto tutta la sua pratica riflette una instancabile sperimentazione con la materia, con la forma e con lo spazio.

Portrait of Louise Nevelson, 1976, CREDIT: © Lynn Gilbert


L’eredità di questa grande artista americana vive, oltre che nell’attività della Louise Nevelson Foundation, anche nei musei e negli spazi pubblici delle più importanti città americane, e in particolare a New York dove un gruppo delle sue sculture monumentali in acciaio ha una collocazione permanente nella Louise Nevelson Plaza, nel Financial District della città. Qui le sue opere danno vita a un ambiente immersivo all’aria aperta che si connette agli alberi, alle panchine e al contesto urbano. Nove sue sculture da parete si trovano nella Chapel of the Good Sheperd della Chiesa di Saint Peter a Midtown Manhattan, per la quale la Nevelson disegnò anche la lampada della cappella e i paramenti, concependo un ambiente totale che lei descrisse come “un’oasi”. Oggi il lavoro di Louise Nevelson si trova nelle collezioni di tutti i maggiori musei americani, tra cui il Metropolitan Museum of Art di New York, Il Museum of Modern Art di New York; la National Gallery of Art di Washington, D.C., il Los Angeles County Museum of Art e il San Francisco Museum of Modern Art. Le sue opere sono inoltre presenti in collezioni museali europee, incluse quelle della Tate di Londra, della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, del Louisiana Museum of Modern Art di Humlebæk in Danimarca, del Moderna Museet di Stoccolma, e di numerose altre istituzioni internazionali.


INFO UTILI
Procuratie Vecchie di Piazza San Marco, secondo piano (ingresso da San Marco 118/b)
Date: 23 aprile – 11 settembre 2022

Orari: dal martedì alla domenica dalle 10-18
Ingresso gratuito
Web site: louisenevelsonvenice.com

Ufficio stampa
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo
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