GENOVA SESSANTA. Le trasformazioni della città, della creatività e del costume negli anni del boom economico

La rivoluzione degli Anni Sessanta a Genova. La racconta, ricorrendo all’architettura, all’arte, al design, alla fotografia… una grandiosa mostra-affresco che (dal 14 aprile) rimarrà aperta fino al 31 luglio 2022 al Palazzo Reale di Genova, nel Teatro del Falcone.
L’esposizione è promossa da Palazzo Reale (Ministero della Cultura), a cura di Alessandra Guerrini e Luca Leoncini con Benedetto Besio, Luisa Chimenz, Leo Lecci e Elisabetta Papone. L’obiettivo è quello di raccontare le grandi trasformazioni di Genova negli anni sessanta del Novecento, un decennio di profondi cambiamenti dovuti all’irrompere di nuove idee e rinnovati stimoli culturali, di significativi mutamenti sociali, d’innovazioni economiche e nuovi linguaggi che hanno segnato un’accelerazione nelle produzioni delle arti visive.

Fino al 31 Luglio 2022

Genova, Palazzo Reale, Teatro del Falcone

GENOVA SESSANTA.

Arti visive, architettura e società.
Le trasformazioni della città, della creatività e del costume negli anni del boom economico

a cura di Alessandra Guerrini e Luca Leoncini
con Benedetto Besio, Luisa Chimenz, Leo Lecci ed Elisabetta Papone

Leo Finzi, Lorenzo Martinoia, Remo Pagani, Franco Sironi, collaborazione di Remo Parmigiani PALASPORT, FIERA DEL MARE DI GENOVA, 1960-63 foto di Jacopo Baccani

È una città in magmatico fermento quella che nel decennio del Grande Boom italiano vuole lasciarsi definitivamente alle spalle le ferite della guerra per darsi un volto ed un ruolo europei, puntando sull’industrializzazione e sui servizi, alimentati da nuove arterie di comunicazione e da nuovi quartieri progettati per ospitare una forza lavoro proveniente dal Sud. In un pugno di anni la vecchia Genova si trasforma, calamitando grandi professionisti da fuori ma galvanizzando anche le risorse culturali proprie, per trasformare visioni in realtà. L’energia della crescita incentiva la creatività in tutti i settori, dall’arte, al design alla musica, alla cultura, all’economia.
Fisiologicamente, è una storia di luci ed ombre, fotografia di una Italia che in quel fatidico decennio cerca una sua non facile nuova strada.
Oggi, a distanza di 60 anni da quegli anni ’60, la cronaca si è fatta storia e diventa meno velleitario tracciare delle analisi, evidenziando la potenza rigeneratrice che spingeva verso dei futuri ritenuti comunque migliori, senza tralasciare le molte contraddizioni di un’epoca che, comunque la si valuti, continua a incidere, se non connotare, la Genova di oggi.
Un viaggio entusiasmante in quella fucina di energie e visioni esistenziali che fu la Genova degli anni sessanta scandito, lungo tutto il percorso espositivo, dagli scatti di alcuni dei grandi fotografi genovesi attivi in quegli anni – Lisetta Carmi e Giorgio Bergami soprattutto – con disegni di architettura, arredi di design, grafica pubblicitaria, oggetti industriali, dipinti e sculture di autori di assoluto primo piano, da Lucio Fontana a Andy Warhol, da Mimmo Rotella a Vico Magistretti, da Gio Ponti a Franco Albini, da Angelo Mangiarotti a Eugenio Carmi.

L’allestimento del Teatro del Falcone – esso stesso luogo emblematico di quel decennio –, punta dunque ad accompagnare il visitatore in un percorso cronologico e tematico, organizzato per sezioni intese quali frammenti di specifiche esperienze esemplificative di un determinato processo di sviluppo, attraverso i fatidici anni sessanta che inevitabilmente agirono anche da ponte di raccordo tra passato e futuro.

L’importante evento espositivo sarà accompagnato da un catalogo scientifico con saggi e schede delle opere esposte, edito da Silvana Editoriale, a firma non solo dei curatori (Alessandra Guerrini, Luca Leoncini, Benedetto Besio, Leo Lecci, Luisa Chimenz, Elisabetta Papone) ma anche di storici e specialisti del settore quali Ferdinando Fasce, Bruno Giontoni, Sara Rulli, Jacopo Baccani e Gian Luca Porcile, che renderanno la pubblicazione un testo imprescindibile per indagare e conoscere quello straordinario decennio di storia, arte e cultura.

La mostra ha il patrocinio del Comune di Genova, della Regione Liguria, della Fondazione dell’Ordine degli Architetti; il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, ha come Main Sponsor Primocanale, come Media Partner Banca Carige e diverse aziende prestatrici figurano come Sponsor tecnici (tra queste si contano TATO, ARTEMIDE, OLUCE, ZANOTTA, CAPPELLINI, MARTINELLI LUCE, POLTRONA FRAU).


Ufficio Promozione e Comunicazione – Palazzo Reale di Genova
Anna Manzitti, anna.manzitti@beniculturali.it, tel. 010.2705218.

Ufficio Stampa: STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Tel. 049 663499; www.studioesseci.net; simone@studioesseci.net,
referente Simone Raddi

Roma: Aula Giulio Cesare in Campidoglio, la Total Performing 7 Arts for Peace realizzata dalla FESTA delle 7 ARTI

Mercoledì 11 maggio alle ore 11,30 sarà presentata alla stampa, nella prestigiosa Aula Giulio Cesare in Campidoglio, la Total Performing 7 Arts for Peace realizzata dalla FESTA delle 7 ARTI, il movimento artistico fondato dalla regista e performer Francesca Chialà che avrà luogo sabato 14 maggio dalle ore 11 (fino al primo pomeriggio) in Piazza Tevere (riva sinistra del Tevere tra Ponte Sisto e Ponte Mazzini).

FESTA delle 7 ARTI

Total Performing 7 Arts for Peace

Francesca Chialà regista e performer per la FESTA delle 7 ARTI; la poltrona “Habemus” è stata realizzata dalla Art Designer Simona Baldacchini ed è stata presentata alla Biennale di Venezia. Sarà posizionata accanto alle 12 tele e sarà luogo di gioco e interazione per il pubblico che potrà sedersi e fotografarsi durante l’evento. Foto di Enrico Ripari

Per promuovere la pace tra i popoli e la cura della natura e dell’ambiente, bambini ucraini scappati dalla guerra e ospitati nei centri di accoglienza di Roma, assieme ai bambini delle scuole Montessori, si divertiranno a colorare 12 lunghe tele di complessivamente 120 metri, stimolati dalla musica dal vivo, dal canto e dalla danza – sulle note dell’Inno di Mameli, dell’Inno alla Gioia della 9° Sinfonia di Beethoven, sulle arie della Turandot e del Nabucco, grazie all’Orchestra Sinfonica Città di Roma e al Coro Accademia Vocale Romana – in un lungo happening artistico.

La performance artistica si terrà nella Giornata Mondiale del Paziente Oncologico e nel Tevere “remeranno verso l’arte” le barche dei principali circoli di canottaggio, per sostenere un team di donne americane con tumore al seno che verranno in Italia per l’occasione e la squadra di canottiere dell’associazione Rosaremo, fondata da donne che sono state affette dallo stesso male.

Per l’occasione, tanti straordinari cantanti e musicisti suoneranno musica sinfonica, lirica, jazz, soul e pop – tra i quali Gianluca Guidi, attore e regista, e la campionessa paraolimpica Annalisa Minetti – sulla riva e su un battello nel Tevere, sotto Ponte Sisto, davanti alle 12 tele, mentre Francesca Chialà duetterà con la performer cinese Jing Paris Artist che verrà da Parigi per portare la follia delle sue maschere e le sue giocose interpretazioni.

Tutta la riva sinistra di Piazza Tevere sarà ripulita, lungo le sponde del fiume, grazie alle associazioni ambientaliste LegambienteMareVivoTevereternoTevereDay, il coinvolgimento dei cittadini e il supporto delle Istituzioni, per valorizzare la manifestazione storica di Legambiente proprio del 14 maggio, Spiagge e fondali puliti, sempre in occasione del Total Performing 7 Arts for Peace.

“È solo l’inizio del percorso Ho deciso di adottare il Tevere – dichiara Francesca Chialà – un progetto a lungo termine in cui voglio contribuire concretamente a riappacificare le persone con il fiume che ha reso possibile la nascita e la prosperità della nostra amata Roma. Unirò la mia innata passione per le 7 Arti, che ho tradotto in arte contemporanea performativa con i valori universali dello sport, e dell’ambiente, in una gioiosa FESTA di RINASCITA del Tevere. E invitare i romani a scoprire quella che era una grande passione di Gian Lorenzo Bernini, intrattenersi a contemplare il Tevere che scorre.”


Ufficio Stampa FESTA delle 7 ARTI
press7arti@gmail.com
+39 366 4435942

Bologna: al Museo d’Arte Moderna MAMBO Matilda de Angelis tra arte e leggenda

Venerdì 13 maggio 2022, alle ore 16, presso il Museo d’Arte Moderna di Bologna MAMBO, Matilda De Angelis presenta, in una maratona esclusiva, le sei puntate della serie televisiva, produzione originale Sky Arte, Il mio nome è leggenda, ideata e realizzata da Bottega Finzioni. Poi renderà omaggio a Giorgio Morandi visitando le sale del Museo e il leggendario studio del Maestro in via Fondazza.

Matilda de Angelis

A chi si è ispirato George Lucas quando ha creato Indiana Jones? E Mary Shelley dove ha tratto ispirazione per la figura del dottor Frankenstein? O ancora: da quale strano angolo di mondo è sbucato un personaggio come Zorro?

A queste domande ha provato a rispondere l’attrice Matilda De Angelis con i racconti fatti nelle sei puntate de Il mio nome è leggenda, la produzione ideata e realizzata da Bottega Finzioni in collaborazione con il Comune di Bologna e Bologna Welcome, che ha debuttato a dicembre 2021 su Sky Arte, molto apprezzata dal pubblico e dagli addetti ai lavori.

La serie (ancora disponibile On Demand e in streaming su Now) è stata ideata e scritta da Michele Cogo e dagli ex-allievi di Fondazione Bottega Finzioni Gianmarco Guazzo (che firma anche il programma), Alberta Lepri e Silvia Pelati, per la regia di Antonio Monti e la produzione esecutiva di Giuseppe Cassaro (anche loro co-autori del format).

Matilda De Angelis, nuova stella del cinema italiano, è stata la compagna ideale per raccontare questo viaggio e l’origine di questi “miti d’oggi”, che sono stati approfonditi dagli interventi del mass-mediologo Roberto Grandi.

Dalle 16 alle 20 la proiezione delle 6 puntate del programma presso la Sala Conferenze del Mambo. Ingresso gratuito fino a esaurimento posti.

La proiezione sarà preceduta da un saluto del sindaco Matteo Lepore, del direttore del Mambo Lorenzo Balbi, di Silvia Muntoni (responsabile editoriale del progetto per Sky Arte). Oltre a Matilda De Angelis interverranno anche Michele Cogo (autore del programma e direttore di Fondazione Bottega Finzioni), il regista Antonio Monti, e il produttore Giuseppe Cassaro. L’incontro sarà introdotto e moderato da Roberto Grandi.

In questa occasione Matilda De Angelis, dopo avere reso omaggio alle sei leggende della serie televisiva, renderà omaggio a una settima leggenda, Giorgio Morandi.

Giorgio Morandi è infatti una leggenda nel mondo dell’arte. Uno dei più noti e importanti artisti, non solo italiani, del secolo scorso. Un artista a cui in questi ultimi anni sono state dedicate tante mostre in diverse capitali dell’arte del mondo: Seul, Tokyo, Mosca, Stoccolma, Bilbao e, fino al mese scorso, Sao Paolo e Madrid. È l’artista il cui valore commerciale è cresciuto di più nell’ultimo decennio, alle aste di Sotheby’s i suoi quadri si mantengono costantemente sopra il milione di euro. È l’artista a cui Bologna vuole dedicare un nuovo Museo Monografico in una palazzina appena acquisita.

Giorgio Morandi è diventato leggenda, a differenza di quelli della serie televisiva, senza essersi ispirato ad altri che a se stesso, senza avere realizzato imprese mirabolanti e senza avere utilizzato i mezzi di comunicazione di massa o il cinema per affermarsi.

Morandi è diventato leggenda non muovendosi mai da Bologna, città natale sua, così come di Matilda De Angelis, tranne i mesi di vacanza nella sua casa di Grizzana, nell’Appennino Bolognese. È diventato leggenda isolandosi dai movimenti artistici del suo tempo e dipingendo in continuazione pochi soggetti: bottiglie, vasi con fiori finti, ciotole e il paesaggio dell’Appennino.

È diventato leggenda ripetendo sempre gli stessi temi, approfondendo le forme, le luci, i riflessi, le sfumature. Sempre uguale e sempre diverso.

A questa leggenda dell’arte Matilda De Angelis si avvicinerà visitando le opere del Museo Morandi, al secondo piano di MAMbo e, soprattutto, visitando la casa del Maestro in Via Fondazza 36. In particolare, il suo studio con i vasi, le bottiglie, le conchiglie e i modelli di studio collocati nel posto in cui li ha lasciati nel 1964, l’anno della morte.  All’interno di questo piccolo studio, pieno di oggetti e di memoria, non si guarda la leggenda, ma si entra nella leggenda di Giorgio Morandi.


UFFICIO STAMPA BOTTEGA FINZIONI
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN
051 6569105 – 392 2527126                               
info@culturaliart.com 

UFFICIO STAMPA MATILDA DE ANGELIS
VANESSA BOZZACCHI
392 9392494
vanessa@otherag.com

Milano: L’artista olandese Larissa Ambachtsheer firma l’immagine coordinata di MIA Fair 2022

L’artista olandese Larissa Ambachtsheer firma l’immagine coordinata di MIA Fair 2022
MIA Fair entra nel gruppo Fiere di Parma

Main sponsor: BNL BNP Paribas

MILANO | SUPERSTUDIO MAXI
28 APRILE | 1° MAGGIO 2022

MIA FAIR 2022
XI edizione

Ryan Mendoza, Lara in Simpsons’ Living Room, 2021, Giclée su Canson Rag Photographique 310, cm 99×132, 5, Courtesy Ryan Mendoza / Courtesy Luigi Solito Galleria Contemporanea

A Milano ritorna la primavera della fotografia!

Dopo l’eccezionale appuntamento autunnale, MIA Fair – Milan Image Art Fair, la più prestigiosa fiera italiana, interamente dedicata all’immagine fotografica, si ripresenta nella sua collocazione più abituale, dal 28 aprile al 1° maggio 2022.

Sarà ancora SUPERSTUDIO MAXI a Milano (via Moncucco 35), in zona Famagosta ad accogliere la XI edizione e 97 espositori  provenienti dall’Italia e dall’estero, che porteranno a Milano quanto di meglio il mondo della fotografia è in grado di proporre.

MIA Fair sarà quindi un luogo dove approfondire e ampliare ulteriormente i campi disciplinari che si prefigge di affrontare, concentrandosi sulla ricerca e sulla trasversalità dei linguaggi artistici contemporanei.

Da questa edizione, MIA Fair entra nel gruppo Fiere di Parma.

“Dopo alcuni anni di collaborazione durante i quali abbiamo potuto verificare le nostre affinità elettive – afferma Antonio Cellie, Amministratore delegato di Fiere di Parma -, abbiamo accolto con entusiasmo la disponibilità della famiglia Castelli a diventare loro azionisti per lavorare insieme al progetto di sviluppo e di internazionalizzazione di MIA Fair. Già dal 2023 abbiamo in previsione alcuni importanti appuntamenti all’estero che consentiranno di consolidare il rapporto tra MIA Fair e la sua community di buyer e di collezionisti”.

“Ci tenevamo molto – sottolineano Fabio Castelli e Lorenza Castelli, ideatori di MIA Fair – che MIA Fair rientrasse nel suo consueto ambito temporale primaverile. E, pur avendo a disposizione solo pochi mesi per lavorare, siamo riusciti a organizzare una nuova edizione della fiera che proporrà, come sempre è avvenuto negli anni precedenti, tante e interessanti novità”.

“Consideriamo quella che stiamo per inaugurare – proseguono Fabio Castelli e Lorenza Castelli – l’edizione zero di una nuova avventura che ci vede unire le forze con Fiere di Parma con l’obiettivo di dare ulteriore impulso al mercato della fotografia, e di attrarre gli investimenti non solo dei collezionisti e dei buyer internazionali, ma anche per stimolare l’interesse del pubblico appassionato d’arte e, in particolare, di fotografia”.

Dopo Rankin, tocca quest’anno all’artista olandese Larissa Ambachtsheer (1993) firmare l’immagine coordinata di MIA Fair, con opere tratte dalla serie You Choose, I seduce(2017), in cui indaga il comportamento umano creando set e messe in scena, per realizzare nature morte, interrogandosi sul ruolo del colore nel cibo e su come lo si possa utilizzare come strumento di manipolazione.

Il mosaico di MIA Fair si compone di numerose tessere. La più rilevante, il cuore dell’intera fiera, è rappresentata dalla Main section che accoglierà un panel di espositori, selezionato da Fabio Castelli, direttore di MIA Fair,  Gigliola Foschi ed Enrica Viganò, advisor di MIA Fair.

Tra le varie sezioni, si segnala la conferma di Beyond Photography Dialogue, curata da Domenico de Chirico, che ha selezionato con le gallerie invitate artisti consolidati ed emergenti, in un dialogo tra opere di fotografia intesa come linguaggio d’arte contemporanea e altri medium  come scultura, pittura e installazione.

MIA Fair può contare su un affezionato gruppo di sponsor.

Per l’undicesimo anno consecutivo, BNL BNP Paribas è partner di MIA Fair nel ruolo di Main Sponsor, promuovendo il Premio BNL BNP Paribas, quello di maggior rilievo della manifestazione, assegnato da una giuria ad artisti che prendono parte alla fiera, esponendo con le proprie gallerie di riferimento. Il riconoscimento sottolinea il forte interesse di BNL BNP Paribas nello sviluppo della cultura e nella ricerca dell’arte contemporanea in Italia. L’opera vincitrice sarà annunciata il 27 aprile e sarà acquisita da BNL BNP Paribas entrando a far parte della collezione della banca, che a oggi conta oltre 5.000 lavori.

Anche Eberhard & Co., che accompagna MIA Fair da 10 anni, conferma il proprio supporto e propone un nuovo progetto per la divulgazione di una parte dell’archivio di Adriano Scoffone (1891-1980) contenente circa 40.000 lastre e pellicole realizzate dal fotografo piemontese, nonché la contestuale digitalizzazione in una banca dati consultabile online.

A MIA Fair, si terrà la mostra Quei temerari delle strade bianche. Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo – Colle della Maddalena, a cura di Giosuè Boetto Cohen, con il sostegno di Eberhard & Co., che racconterà, attraverso una selezione di 20 immagini, la sfida automobilistica Cuneo-Colle della Maddalena, tra il 1925 e il 1930, considerata per difficoltà e lunghezza come una delle corse più pericolose dell’epoca. Personaggio fondamentale delle fotografie in esposizione è Tazio Nuvolari, uno dei più grandi nomi dell’automobilismo mondiale, a cui, da oltre 30 anni, Eberhard & Co. dedica una speciale collezione.

I PREMI

Fin dalla prima edizione, MIA Fair si è contraddistinta per la qualità e la varietà delle proposte e dei premi, frutto di preziose collaborazioni con diverse istituzioni e partner culturali.

Tra questi, si segnala il Premio New Post Photography, organizzato da MIA Fair, curato da Gigliola Foschi, che si propone di promuovere le tendenze più creative e innovative nel mondo della fotografia contemporanea e di essere una significativa vetrina, capace di registrare e mettere in luce i cambiamenti in atto.

La giuria, composta da Gigliola Foschi (curatrice del Premio e Advisor di MIA Fair), Sara Benaglia e Mauro Zanchi (docenti, curatori di BACO – Base Arte Contemporanea Odierna di Bergamo), Matteo Bergamini (direttore responsabile di exibart, membro del team curatoriale della biennale d’arte contemporanea milanese “BienNoLo”), Steve Bisson (direttore artistico Ragusa Foto Festival, docente al Paris College of Art), Franco Carlisi (direttore della rivista “Gente di Fotografia”) e Claudio Composti (curatore e direttore artistico di mc2 gallery), hanno selezionato Giorgia Bisanti, Mitikafe, Alessandro Cristofoletti, Daria Danilova, Francesca De Pieri, Massimiliano Gatti, Alessandro Laita / Chiaralice Rizzi, Marco Lanza, Nikola Lorenzin, Libera Mazzoleni, Sara Munari, Giangiacomo Rocco di Torrepadula, Alessandro Sambini, Filippo Tommasoli, Ulderico Tramacere, i cui lavori saranno esposti durante MIA Fair, in uno spazio dedicato.

MIA Fair 2022 accoglie la prima edizione del Premio IRINOX SAVE THE FOOD, a cura di Claudio Composti, aperto a progetti di artisti che abbiano una relazione con il tema del cibo in ogni sua forma.

Tra i molti candidati, sono stati selezionati dalla giuria finale composta da Katia Da Ros, (imprenditrice e Vicepresidente di Irinox S.p.A., Conegliano, TV), Carlo Sala (curatore e critico d’arte) ed Enrico Stefanelli (Direttore di Photolux Festival, Lucca) i 3 finalisti del Premio: Margherita del Piano, Malena Mazza e Maurizio Montagna e altri 13 autori, le cui opere saranno esposte all’interno della fiera: Simone Barberis, Giulio Cassanelli, Arnaldo Dal Bosco, Alessia De Montis, Margherita Del Piano, Mario Ermoli, Silvia Gaffurini, Giacomo Giannini, Luca Gilli, Ziqian Liu, Rohn Meijer, Ryan Mendoza, Romana Zambon, Patrizia Zelano.

La giuria ha decretato Malena Mazza, Margherita Del Piano e Maurizio Montagna come vincitori del premio e l’opera Convivio di Malena Mazza entrerà a far parte della Collezione Irinox, grazie a un premio acquisto di Euro 2000.

Il Premio è supportato da Irinox S.p.A., leader nella produzione di abbattitori rapidi di temperatura e di sistemi di conservazione di alta qualità per il settore professionale e domestico e di quadri elettrici in acciaio inox.

Sky Arte, media partner di MIA Fair, promuove il Premio Sky Arte che verrà assegnato a uno dei fotografi presenti in fiera, in palio uno speciale interamente dedicato alla sua carriera e alla sua visione artistica che sarà trasmesso sul canale tematico.

La giuria è composta da Fabio Castelli, ideatore di MIA Fair, da Francesco Raganato, autore e regista, Daria Scolamacchia, photo editor e coordinatrice del dipartimento dello IED di Roma, e Dino Vannini, Head of Documentary & Factual Channels di Sky.

Sky Arte, inoltre, realizzerà un servizio su MIA Fair che verrà diffuso sui canali 120 e 400 di Sky e in streaming su NOW.

I PROGETTI SPECIALI

Oltre alla Main section e ai premi, MIA Fair si completa con una serie di Progetti speciali.

BDC – Bonanni Del Rio Catalog, polo culturale di Parma (acronimo della coppia di collezionisti parmigiani Lucia Bonanni e Mauro Del Rio e ‘C’ di Catalog) promuove la prima edizione di La Nuova Scelta Italiana, che mira a valorizzare il lavoro di tre artisti che sono stati selezionati come  eredi dei grandi maestri della fotografia italiana. Gli artisti vincitori, oltre a un premio in denaro, esporranno le loro opere a MIA Fair 2022 e, in autunno, nella sede di BDC a Parma.

Fiere di Parma ha inoltre istituito un fondo di Euro 20.000 da impiegare per l’acquisto di opere selezionate durante i giorni di MIA Fair, da una commissione composta da Fabio Castelli e da esponenti dello CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, fondato da Carlo Arturo Quintavalle, che entreranno a far parte della collezione Fiere di Parma.

SNAM, principale operatore europeo nel trasporto e nello stoccaggio di gas naturale, promuove The Thin Line, progetto che documenta il viaggio fotografico lungo 4000 km, compiuto da Giada Ripa in Italia, dall’estremo nord in Friuli Venezia Giulia a Mazara del Vallo in Sicilia, il cui territorio ospita reti e infrastrutture rispettose dell’ambiente naturale e umano attraverso le quali scorrono gas verdi come idrogeno e biometano, capaci di avvicinare sempre di più le persone alle fonti di energia rinnovabili.

Il Centro di Ricerca Advanced Technology in Health and Well-Being e ICONE, il Centro Europeo di Ricerca di Storia e Teoria dell’immagine dell’Università Vita-Salute San Raffaele tornano a MIA Fair con NEFFIE, un Progetto di Neuro-Estetica Fotografica che unisce arte fotografica e innovazione tecnologica e un ciclo di incontri culturali dedicato a riflettere in senso ampio su questa relazione.

NEFFIE riattualizza l’iconica cabina delle fototessere utilizzata da Franco Vaccari nella sua opera fotografica che prendeva forma in tempo reale, Esposizione in tempo reale n. 4: Lascia su queste pareti una traccia fotografica del tuo passaggio, presentata alla Biennale di Venezia del 1972, rendendola protagonista di quella che potrebbe definirsi una nuova Esposizione virtuale in tempo reale e mostrando l’attualità anticipatrice di concetti quali “feedback” o “inconscio tecnologico”. In particolare, NEFFIE utilizza specifici biosensori e un complesso algoritmo di Intelligenza Artificiale per elaborare le risposte emotive e cognitive dei visitatori di fronte a una fotografia complessa, restituendo una rappresentazione tangibile di ciò che abbiamo visto e percepito di fronte a questa come simbolo concreto del nostro “inconscio neuro-estetico”. Dopo i riscontri ampiamenti positivi ricevuti a MIA Fair nell’ottobre del 2021, la piattaforma riapre al pubblico offrendo lo spazio per una nuova sperimentazione in prima persona, riaffermando la centralità del mezzo fotografico come dispositivo artistico di consapevolezza e di emancipazione culturale, individuale e sociale.

La Olympic Foundation for Culture and Heritage presenta Olympism Made Visible un progetto internazionale di fotografia per divulgare i valori olimpici, attraverso iniziative di sviluppo su base comunitaria in settori quali l’assistenza umanitaria, la promozione della pace, della salute e del benessere attraverso lo sport.

Per l’occasione, saranno esposte, per la prima volta in una fiera europea della fotografia, le immagini di Alex Majoli e Lorenzo Vitturi che hanno lavorato con organizzazioni, in Brasile e Cambogia, che promuovono lo sviluppo sociale attraverso lo sport.

Alex Majoli, tra i più riconosciuti fotoreporter di guerra, propone 33 scatti raccolti durante la sua visita a due organizzazioni operanti nelle favelas di Rio de Janeiro, mentre Lorenzo Vitturi, artista visivo, fotografo e scultore, espone dodici immagini ispirate dal suo incontro con la scuola di skateboard per ragazzini delle periferie povere di Phnom Penh in Cambogia.

Roberto Polillo, uno dei più conosciuti fotografi italiani a livello internazionale, porta a MIA Fair il suo progetto Invisibile.

Curato da Denis Curti, Invisibile, racconta la ricerca dell’artista milanese, attraverso 21 immagini che sono lo specchio di oltre quindici anni di indagine fotografica che nei primi anni della sua carriera gli ha permesso di ritrarre alcuni dei più importanti nomi del Jazz, quindi, mosso dall’amore per il viaggio, lo ha spinto in oltre 25 paesi nel mondo, dal Marocco alla Cambogia, dal Giappone all’India. Le opere esposte a MIA Fair presentano paesaggi e architetture, colori e percezioni, che aspirano a cogliere l’anima dei luoghi e rivelare una realtà ridotta ai suoi elementi essenziali, evocativi di una realtà altra e diversa da quella registrata soltanto dagli occhi e alla volontà di trovare un linguaggio che possa diventare veicolo per una nuova espressione della realtà.

Il progetto si completa con il talk di venerdì 29 aprile alle ore 18.00 dal titolo Esplorando l’invisibile che vedrà un dialogo tra Denis Curti e Alberto Diaspro, direttore del Dipartimento di Nanofisica dell’Istituto Italiano di Tecnologia, con Mauro Pagani, polistrumentista, compositore e produttore discografico, e Francesca Taroni, direttore di Living e Abitare.

Animica è il titolo del progetto speciale di Barbara Pigazzi, curato da Angela Madesani.

Protagonista è la laguna veneta fra le provincie di Padova e Venezia, patrimonio dell’UNESCO. La mostra presenta 16 immagini, stampate su carta Hahnemühle, che propongono un paesaggio antropizzato, sul quale la fotografa lavora da molti anni. I luoghi sono teatro di brevi racconti dell’anima, popolati di personaggi, uomini e donne, in cui a dominare sono la scelta poetica della luce e il silenzio della natura. Per l’occasione Barbara Pigazzi ha realizzato un portfolio in 7 esemplari, costituito dalle 7 immagini fotografiche più significative di Animica.

La Galleria Project 2.0 de L’Aia (Paesi Bassi), con il progetto Dutch Talent Pavillion, col patrocinio del Consolato del Regno dei Paesi Bassi, ha scelto la vetrina di MIA Fair per presentare 5 tra i fotografi più originali della nuova scena olandese contemporanea: Sanja Marušič, Manon Hertog, David Hummelen, Lisanne Hoogerwerf e Larissa Ambachtsheer che ha firmato l’immagine della fiera. I cinque autori propongono altrettante visioni della vita quotidiana che si sviluppano in una narrazione fatta d’immagini collegate tra loro.

Anche in questa edizione MIA Fair rinsalda la collaborazione con Photo Independent, la fiera di fotografia di Los Angeles che sonda le nuove generazioni di fotografi indipendenti che, per l’occasione, presenterà una mostra immersiva e una selezione dei più interessanti autori, scelti tra i molti che hanno esposto nella rassegna californiana.

Onde nella Foresta. L’invisibile che esiste è il progetto fotografico di Marco Lanzetta Bertani, ideato e curato da Claudio Composti, in collaborazione con Tenuta de l’Annunziata di Uggiate Trevano (CO), un Natural Relais nato dal recupero di un’antica proprietà a lungo abbandonata, inserito in un bosco di 13 ettari, mappato dal bio architetto Marco Nieri, nel quale si può usufruire dei percorsi meditativi guidati da Margot Errante, insegnante di discipline contemplative asiatiche.

La mostra nasce dalla consapevolezza che il binomio natura-uomo è quanto mai attuale e gli scatti di Marco Lanzetta Bertani, da sempre dedicati al tema della foresta, forniscono una chiave di lettura inedita per raccontare la relazione Uomo-Albero. Per Lanzetta, fotografare i boschi e le foreste significa aprire un “portale”, per entrare attraverso l’immagine in uno stato introspettivo e per iniziare un viaggio dentro sé stessi, in un luogo dove s’incontrano l’io cosciente e l’inconscio.

A corollario, sabato 30 aprile alle ore 18.00, nell’Area Talk di MIA Fair si terrà una conversazione tra Marco Lanzetta Bertani, Margot Errante e Marco Nieri.

Mondadori Portfolio – agenzia fotografica del Gruppo Mondadori – celebra i suoi primi dieci anni di attività con Uno sguardo gentile, fotografie di Marisa Rastellini, una monografica, curata da Maria Vittoria Baravelli in collaborazione con Mondadori Portfolio, dedicata alla raffinata fotografa che ha lavorato, dagli anni sessanta fino alla fine degli anni ottanta, per i magazine Grazia ed Epoca.

In mostra saranno esposte stampe vintage di Marisa Rastellini, in grado di documentare perfettamente lo spirito del tempo da lei vissuto e molto ben rappresentato nei suoi ritratti di attori, personaggi della letteratura e della cultura italiana, e nei numerosi reportage di moda. Una fotografa dallo sguardo profondo, il cui straordinario lavoro esce per la prima volta dagli archivi della Mondadori.

A MIA Fair sarà presentato Morpheus, un progetto sviluppato da Bit For Fun che propone il meglio della tecnologia da applicare su metaverso e mostrare gallerie di opere e NFT in uno scenario personalizzato, con un livello di definizione e di realismo finora mai visto. I visitatori avranno così la possibilità di provare le funzionalità di Morpheus, accedendo alle gallerie virtuali in tempo reale.

Con questa edizione, MIA Fair inizia una collaborazione con Instagramers Milano (@IgersMilano), la community milanese di riferimento per gli appassionati di Instagram con oltre 54mila follower, che si traduce in due iniziative. La prima è un workshop in cui Orazio Spoto, esperto di comunicazione digitale, cofondatore di Newmi B Corp e presidente di Instagramers Italia ETS, parlerà di “Instagram e fotografia: 10 profili per ispirarsi” fornendo così esempi e spunti utili a professionisti e curiosi.

La seconda è una challenge, ovvero una “sfida fotografica” su Instagram aperta a tutti in cui si chiede di rappresentare con una fotografia “l’amore” in tutte le sue forme, inclusivo e solidale, e di segnalarla con il tag #AmoreMiaFair. Una giuria presieduta dal fotografo Stefano Guindani selezionerà le più interessanti che verranno poi esposte in fiera e vendute per beneficenza in collaborazione con la Fondazione Rava.

La Fondazione Rava presenta anche il progetto Emergenza Ucraina, raccontato attraverso le intense immagini di Alfredo Bosco, fotoreporter dell’Agenzia LUZ e volontario della Fondazione in Haiti. Dal primo giorno del conflitto, Alfredo Bosco si trova in territorio ucraino, continuando a testimoniare la gravissima situazione attraverso i suoi scatti.

Quale ideale prologo della fiera, MIA Fair organizza, dall’11 aprile al 19 settembre 2022, negli spazi dedicati alla fotografia d’arte dell’Università Bocconi di Milano, la mostra Ganga Ma (Madre Gange), che documenta il viaggio di dieci anni lungo il fiume sacro che il fotografo italiano Giulio Di Sturco ha intrapreso riportando gli effetti di inquinamento, industrializzazione e cambiamenti climatici. Il progetto accompagna il fiume per 2.500 miglia, dalla fonte nell’Himalaya in India al delta nella Baia di Bengal in Bangladesh, raccontando di come esso si trovi sospeso tra la crisi umanitaria e il disastro ecologico.

L’Archivio Carlo Orsi si presenta a MIA Fair con una mostra che ripercorre la carriera del fotografo milanese, attraverso 30 immagini tratte dai suoi cicli più famosi, da quelle più iconiche dedicate alla Milano degli anni sessanta, a quelle dei suoi viaggi intorno al mondo, ai ritratti di personalità della cultura, quali Riccardo Muti ed Ettore Sottsass, dello sport – Michael Schumacher, Marco Simoncelli, e altri.

Un altro fiore all’occhiello di MIA Fair è il programma culturale che, nei giorni di apertura della manifestazione, organizzerà incontri, conferenze, talk su alcuni dei temi più attuali nel campo dell’arte e della fotografia.

MIA Fair – Milan Image Art Fair, organizzata da Fiere di Parma, gode del patrocinio della Regione Lombardia, della Città Metropolitana di Milano, del Comune di Milano e del Kingdom of The Netherlands.  Main sponsor BNL BNP Paribas. Sponsor Eberhard & Co.Note biografiche

Larissa Ambachtsheer (1993) vive e lavora a L’Aia (Olanda), si è diplomata nel 2017 alla Royal Academy of Visual Arts deL’Aia.

Il suo lavoro si concentra su temi legati al comportamento umano come la consapevolezza, lo stile di vita minimalista e la sostenibilità. Osserva ciò che accade nella vita quotidiana e lo trasforma nella sua realtà. Ciò si traduce in nature morte, creazioni di moda e serie di immagini fotografiche. Con questi lavori, Larissa Ambachtsheer pone in evidenza i meccanismi manipolatori, sociali e automatici che spesso controllano il rapporto con noi stessi e le nostre vite.


MIA Fair | Milan Image Art Fair 2022
SUPERSTUDIO MAXI
Milano, via Moncucco 35 (MM Famagosta)
28 aprile – 1° maggio 2022

Inaugurazione su invito: mercoledì 27 aprile 2022 dalle 17.00 alle 22.00

Apertura al pubblico da giovedì 28 aprile a domenica 1°maggio 2022

Biglietti:
Intero: Euro 16
Ridotto: Euro 12 (studenti fino a 21 anni; over 65)
Ridotto serale: Euro 12 dopo le 18.00
Enti convenzionati: Euro 10
Università convenzionate: Euro 10
Ingresso libero per disabili e bambini fino ai 14 anni

Informazioni:
Segreteria Organizzativa MIA Fair
Tel. +39 02 83241412
info@miafair.it – www.miafair.it

Ufficio stampa Fiere di Parma
Antonella Maia Communications
Antonella Maia I M 3494757783 | press@antonellamaia.com | www.antonellamaia.com

Ufficio stampa MIA Fair
CLP Relazioni Pubbliche
Anna Defrancesco | T +390236755700; M 349 6107625 |
anna.defrancesco@clp1968.it; www.clp1968.it

Roma, “Fuori Catalogo. Wandering Pop Up Art Exhibition”: il ciclo prosegue con Impronte di Maria Donata Papadia

Dal 20 al 26 maggio 2022 Radio Trastevere Gallery di Roma ospiterà Impronte di Maria Donata Papadia, la terza mostra pop up di “Fuori catalogo. Wandering Pop Up Art Exhibition”, un progetto nato dalla mente creativa di Barbara Braghittoni dedicatoai valori del dialogo e del confronto tra esseri umani.  

Durante l’opening del 20 maggio si svolgerà una live performance dell’artista, durante la quale, partendo dal corpo di una modella, mostrerà la creazione di una delle sue “Impronte”, dando vita a un momento di contemplazione e sinergica collaborazione tra l’artista, la modella e il pubblico. L’evento sarà inoltre seguito da un reading accompagnato da un’improvvisazione totale con sintetizzatori di dj Bibi.

“Fuori Catalogo. Wandering Pop Up Art Exhibition”

Il ciclo di quattro mostre pop up prosegue con la mostra

Impronte

di Maria Donata Papadia

Dal 20 al 26 maggio 2022
Radio Trastevere Gallery
Via Natale del Grande 21, Roma

IL PROGRAMMA

Impronte prende vita da una serie di riflessioni dell’artista sul corpo: “Che cos’è il corpo? Questo strato dall’apparenza solida che ci avvolge è uno, come ci appare ad un primo sguardo, o sono infiniti, a seconda di come li si guarda? E se c’è il contenitore, qual è il suo contenuto?

Sulla base di tali domande, Papadia mette al centro figure umane realizzate partendo dall’impronta del corpo dei modelli e lavorando successivamente con sovrapposizioni di carte veline colorate a mano su garza e tarlatana, per creare un contrasto tra la leggerezza dei materiali e la pesantezza del corpo fisico.

Le linee di contorno delle impronte sono tracciate con la matita, così da enfatizzarne l’aspetto effimero. Al più piccolo movimento, infatti, il contorno cambia, pur restando lo stesso corpo, il quale col passare dei minuti invecchia, si trasforma, si muove. Allora cosa rimane di quello che si è tracciato?

La percezione del corpo, non solo come custode dell’essenza umana, ci spinge, grazie a Maria Donata Papadia, a confrontarci con l’irrisolto che è insito dentro di noi e che ciascuno deve imparare a riconoscere per poter evolvere.

BIO DI MARIA DONATA PAPADIA

Maria Donata Papadia laureata all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, inizia il suo percorso artistico collaborando col Teatro Due Mondi, occupandosi delle scenografie e dei costumi, una sinergia che continua tuttora. Innamorata da sempre della relazione tra colore, energia e sperimentazione, da circa trent’anni lavora come pittrice, scenografa, costumista e ricercatrice cromatica. Vive e lavora ad Amsterdam.

RADIO TRASTEVERE GALLERY

Radio Trastevere Gallery nasce nel 2021 ed è diretta da Sasha Caterina. Non solo atelier e galleria d’arte, Radio Trastevere Gallery ospiterà la stessa Web Radio Trastevere con un nuovo concetto di news e talk show. 
Radio Trastevere è l’hot spot hub dove gli artisti possono incontrarsi, fare brainstorming, produrre arte, canzoni e tanto altro.
L’atelier/galleria è arricchita da un affascinante giardino, uno spazio aperto che ospita servizi fotografici e vernissage.


INFO UTILI

Fuori Catalogo. Wandering Pop Up Art Exhibition
Mostra Impronte di Maria Donata Papadia
Dal 20 al 26 maggio 2022
Radio Trastevere Gallery, Via Natale del Grande 21, Roma
Orari: dalle 15 alle 20opening ore 18
Ingresso gratuito

Contatti: 339 7450018


CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

051 6569105 – 392 2527126                 
info@culturaliart.com  | www.culturaliart.com
Facebook: Culturalia | Instagram: Culturalia_comunicare_arte
Linkedin: Culturalia di Norma Waltmann | Youtube: Culturalia

A Palermo il verde di Villa Malfitano e Villa Trabia si popola delle colorate sculture firmate Cracking Art

Chiocciole, conigli, gatti, rondini, elefanti, tartarughe e pinguini. Sono oltre 40 le maxisculture dalle dimensioni più svariate pronte a invadere due spazi iconici della città di Palermo: dal 10 maggio fino al 10 luglio, arriva nel capoluogo siciliano Cracking Art, uno dei fenomeni d’arte contemporanea più conosciuti al mondo, con la mostra Stories.

Dal 10 maggio a Palermo
viene presentata per la prima volta la mostra open-air

Cracking Art a Palermo, allestimento, Foto di Salvo Puccio

La natura nella Natura; una nuova vita e una nuova atmosfera si impossessano del verde palermitano attraverso l’apparizione di creature sorprendenti in plastica rigenerata, con una mostra “diffusa” che prende dimora proprio nei lussureggianti e storici giardini di Villa Malfitano e Villa Trabia.
Un’invasione di sculture “sostenibili”, creature in dialogo con lo spazio urbano, prendono possesso del luogo con lo spirito leggero e favolistico di un gioco meraviglioso.
Grandissimi animali dalle tinte sgargianti rendono il cuore di Palermo una galleria d’arte a cielo aperto, uno speciale museo senza barriere dove protagonisti sono sempre la natura e il rispetto per essa.

Sono tante le storie che si possono quotidianamente raccontare attraverso l’utilizzo degli smartphone e delle applicazioni ad essi connesse. Narrazioni che vengono condivise in brevi spezzoni – ormai note come “stories”, appunto – e che vengono spesso arricchite dall’uso di filtri, stickers, musiche che aggiungono elementi di fantasia a ciò che si vede, creando delle vere e proprie interpretazioni personalizzate della realtà circostante.
Le opere Cracking Art sono anche questo: inserimenti inaspettati di elementi di fantasia che popolano il mondo reale per reinterpretarlo e dare significati diversi.
Ogni opera si inserisce nel contesto per dare un messaggio, per interpretare il luogo o per dare una visione inaspettata di un luogo conosciuto.
Le “stories” che si incontrano nelle installazioni a Villa Malfitano e Villa Trabia traggono la loro origine dalla storia del luogo per reinterpretarla sotto forma di favola contemporanea.

La mostra, con il patrocinio del Comune di Palermo e dell’Assessorato alle CulturE, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale per volontà del suo Presidente Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, realizzata dalla Fondazione Cultura e Arte con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia, in collaborazione con la Fondazione G. Whitaker, è curata dal collettivo Cracking Art ed è pensata e voluta gratuita e all’aperto, affinché possa essere alla portata di tutti, non solo in termini di accessibilità ma anche perché possa essere interiorizzata stimolando le reazioni e l’attenzione del singolo e – allo stesso tempo – della collettività verso importanti tematiche di interesse sociale.

La plastica, infatti, si trasforma e si rende mezzo di comunicazione: da semplice materiale di uso comune e sostanza potenzialmente dannosa per l’ambiente, si modella divenendo elemento decorativo e fonte di ispirazione.
Le installazioni Cracking Art – movimento noto nel mondo per la sua attenzione all’ambiente, per il suo forte impegno ecologista e per la pratica della rigenerazione che ha reso iconiche le sue creazioni – si inseriscono e si confrontano con la storia e l’architettura dei luoghi che le ospitano e si animano con le interazioni empatiche che vengono stabilite con il pubblico. Ogni opera, col soggetto rappresentato, è portatrice di un messaggio che ogni visitatore è chiamato a interpretare e diffondere.

Dichiara il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale: «Desidero, in particolare, soffermarmi sulla valenza artistica del movimento Cracking Art, nato nei primi anni Novanta, che in principio si richiama alle esperienze della Land Art, mettendo in relazione natura e umanità, ed in seguito attinge agli stilemi della Pop Art e del graffitismo, dai quali mutua il gusto per l’esagerazione, la voglia di stupire, lo stretto legame con le vicende della società, uniti ad una prioritaria attenzione alla questione ambientale. Dagli inizi del nuovo secolo, gli interventi e le performances del movimento si susseguono a ritmo serrato, ricordando in questo le manifestazioni del Dadaismo – che postulava la negazione dell’arte in quanto portatrice dei valori e delle convenzioni borghesi, colpevoli di frenare la libertà espressiva – e trovando un illustre precursore nel Nouveau Réalisme, i cui artisti furono fra i primi a porsi il problema del riciclo negli anni Sessanta.
La nuova mostra dal titolo “Cracking Art. Stories”, che approda questa primavera in Sicilia, a Palermo, la mia città natale, si declina in particolare sul concetto della reinterpretazione di luoghi conosciuti, che assumono in tal modo identità e significati diversi da quelli usuali: nel nostro caso, che ha come scenario la sontuosa Villa Malfitano, sede della Fondazione G. Whitaker di cui mi pregio essere il Presidente Onorario, le opere si inseriscono nel contesto prescelto – con il quale instaurano un’interazione meditata, del tutto particolare – per fornirci una visione inaspettata del luogo o per veicolare un messaggio specifico, sempre legato al rispetto della natura, alla valorizzazione del territorio, alla sostenibilità ambientale.»

«Amore per la natura e impegno eco-sostenibile. Credo si possa riassumere così questa mostra en plein air che racchiude il senso di due valori fondamentali per la città di Palermo: la riscoperta del verde e il rispetto della natura. Questa mostra ci insegna ad avere cura degli spazi urbani e ci ricorda soprattutto che costituiscono un bene collettivo da salvaguardare e da promuovere. Esprimo, dunque, un sentito ringraziamento alla Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale, in particolar modo al presidente Emmanuele F. M. Emanuele, e ad Arthemisia perché con questa installazione contribuiscono, inoltre, ad esaltare la bellezza di Villa Trabia e Villa Malfitano.» Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo.

«Il progetto artistico Cracking Art viene condiviso con l’Assessorato Verde e Giardini. Le sculture che vedono gli animali protagonisti, intendono dialogare armonicamente con gli spazi urbani e i giardini storici con un linguaggio artistico innovativo che non mancherà di attivare processi di riflessione sui temi legati alla sostenibilità e alla difesa dell’ambiente.
Palermo ancora una volta si rivela protagonista nelle sue molteplici espressioni e potenzialità artistiche.» Mario Zito, Assessorato alle CulturE del Comune di Palermo.

IL COLLETTIVO CRACKING ART

Il movimento Cracking Art nasce nel 1993 con l’obiettivo di cambiare radicalmente la storia dell’arte attraverso un forte impegno sociale e ambientale che unito all’utilizzo rivoluzionario dei materiali plastici mette in evidenza il rapporto sempre più stretto tra vita naturale e realtà artificiale. Il termine Cracking Art deriva dal verbo inglese “to crack”, che descrive l’atto di incrinarsi, spezzarsi, rompersi, cedere, crollare. Con il nome di cracking catalitico è anche chiamata la reazione chimica che trasforma il petrolio grezzo in plastica: per gli artisti è questo il momento in cui il naturale permuta in artificiale, l’organico in sintetico, ed è tale processo che essi intendono rappresentare attraverso la loro arte.

Le opere sono realizzate per sollecitare una riflessione collettiva sui temi dell’effetto antropico sull’ambiente naturale tramite azioni performative coinvolgenti, in cui installazioni fuori scala – come i celebri animali colorati – invadono i luoghi più vari, dagli spazi propriamente deputati all’arte a quelli della vita quotidiana.

Rigenerare la plastica significa sottrarla alla distruzione tossica e devastante per l’ambiente donandole nuova vita, farne delle opere d’arte significa comunicare attraverso un linguaggio estetico innovativo esprimendo una particolare sensibilità nei confronti della natura.
Oltre alle tre partecipazioni ufficiali alla Biennale di Venezia (2001, 2011 e 2013), tra le mostre e installazioni più recenti si segnalano: Natura Indomita (2020), a Teramo; En Plein Air (2020), a San

Benedetto del Tronto; Wild Rising (2019), presso il Desert Botanical Garden di Phoenix, Arizona(USA); Regeneration@Newhollandisland (2019), presso New Holland Island, San Pietroburgo (Russia); Spectaculars Creatures (2018), presso IMA Indianapolis Museum of Art – Indianapolis (USA); BarocCracking (2018), presso Palazzo Leoni Montanari – Gallerie d’Italia, Vicenza (Italia); Cracking Art@Hangang Art Park (2018) presso Hangang Park, Seoul (Korea).

Cracking Art a Palermo, allestimento, Foto di Salvo Puccio

Informazioni
info@fondazionewhitaker.it

Siti
www.fondazioneterzopilastrointernazionale.it
www.fondazionewhitaker.it
www.arthemisia.it
www.crackingart.com

Hashtag ufficiale
#crackingartpalermo

Uffici Stampa
Comune di Palermo
Fabio Citrano
ufficiostampa@comune.palermo.it

Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale
Raffaella Salato | T. +39 06 97625591
rsalato@fondazioneterzopilastrointernazionale.it

Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 693 803 06

MLC Comunicazione
Maria Letizia Cassata | Chiara Lodato
mlc.comunicazione@gmail.com | +39 3389701502 | +39 3297956778
Ufficio Stampa
Sveva Alagna | Gioia Sgarlata
stampa.studiogs@gmail.com | +39 3387723404 |+39 3314039019

Roma: “Trame di luce” La materia-colore di Ingrid Gozzano – Testo critico di Costanza Barbieri

Martedì 10 maggio 2022 alle ore 17.00 inaugura la mostra Trame di luce di Ingrid Gozzano, a cura di Costanza Barbieri, presso le sale della Galleria della Biblioteca Angelica (MiBACT), prestigioso spazio adibito alle esposizioni di arte contemporanea: in mostra circa trenta opere, realizzate fra il 2008 e il 2022, che, pur rimanendo saldamente ancorate al mondo reale, si pongono ai confini fra il figurativo e l’astratto.

Ingrid Gozzano
Trame di luce

A cura di Costanza Barbieri


Inaugurazione 10 maggio 2022 ore 17.00 – 20.00
Galleria Biblioteca Angelica
Via di Sant’Agostino 11 – Roma

Fino al 25 maggio 2022

Ingrid Gozzano, Filati, 2004
LA MOSTRA

Tutte le forme che io abbia mai utilizzato mi sono sempre arrivate da ‘sole’ (…). Queste maturazioni interiori non si sottomettono all’osservazione: sono misteriose e dipendono da cause nascoste”
Vasilij Kandinskij, 1918

Trame di luce La materia-colore di Ingrid Gozzano

Testo critico di Costanza Barbieri

Il percorso misterioso così acutamente messo a fuoco da Kandinskij, sia negli scritti teorici, sia nella produzione figurativa, è lo stesso percorso che Ingrid Gozzano ha compiuto nella progressiva individuazione, nel corso di più di vent’anni, delle forme ideali, adatte a manifestare la sua poetica. Nell’occasione della sua prima personale presso la sala espositiva della Biblioteca Angelica, Ingrid Gozzano espone circa trenta di opere realizzate fra il 2008 e il 2022.

La materia-colore di Gozzano si rivela dapprima come elemento figurativo, identificato con lane stese al sole ad asciugare, sassi sul bordo del mare, muri dipinti, panni stesi all’aria e alla luce, oggetti annotati con cura, osservati o fotografati nel corso di viaggi, di passeggiate, d’improvvise rivelazioni.

Queste osservazioni si sono sedimentate nell’immaginazione, conservando la ricchezza cromatica, le profondità di tono e le sfumature, la qualità e la densità della materia, soffice o pesante, e si sono poi trasfigurate in forme autonome, dove il colore prende il sopravvento e si impone sull’originario modello. Una trasfigurazione che acquista anche valenza simbolica, perché l’astrazione crescente, nel corso degli anni, spinge a evocare nuovi contenuti, diversi da quelli originari.

Il viaggio attraverso le trame di luce inizia con le tele raffiguranti Il peso della lana e Sete uzbeke, olio e fili di seta, rispettivamente del 2008 e del 2010: matasse colorate stese su pioli di legno a catturare lo sguardo come una tavolozza di colori sgargianti, che va dai rossi amaranto, ai viola, ai verdi, agli azzurri, ai gialli oro. Alcuni fili, come nel Peso della lana del 2008, si materializzano in veri filati e sporgono dalle matasse dipinte, a sottolineare la presenza materica e la continuità fra rappresentazione e oggetto, come in un ready made. Qui però non è l’oggetto che si fa opera d’arte, ma la pittura che si reifica in un precipitato materico.

Nella Cascata di lana, del 2020, la forza selvaggia dei filati rosso sangue trasfigura il soggetto originario in una tumultuosa materia vitale, mentre Asciugatura sui tetti (2020) supera il confine della rappresentazione per evocare, attraverso il motivo dello sgocciolamento di un rosso che sembra sangue, una macellazione di agnelli. Nel grande Incontro ravvicinato, viola e arancio, del 2021, l’autrice fa emergere una materia pulsante e corposa, ritmica e inquieta, che va molto oltre lo spunto iniziale: è possibile cambiare registro, migrare dal figurativo all’informale e viceversa, se l’occhio si fa catturare dai ritmi dissonanti, dalle dinamiche interne di cadute e scuotimenti che ricordano certe astrazioni di Schifano, o se riordina la visione nello schema di partenza.

Crepitante come il fuoco è Luce e calore, una fiammata ricreata in astratto: non la forma, che anzi è rovesciata, né gli effetti grafici, ma le giustapposizioni cromatiche e i graffianti colpi di pennello provocano l’effetto luminescente, di bagliore infuocato. Vampate incombenti e monumentali, come sospese, sono le Scintille, di grande effetto volumetrico (2021).

Le matasse si trasformano, nell’ultima serie di opere, in grandi masse cromatiche tendenti al non figurativo, sprazzi di luce colorata, come Contrasti di colori e Incontri di colori (2022).

Progressivamente le forme si sfaldano e il colore diventa protagonista in accordi imprevisti, in sfilacciamenti che sono tutt’uno con le pennellate e i tocchi di luce, come nella giustapposizione fra rosa, rossi e celesti di Sete fluttuanti del 2021, o nell’energetico contrasto di rossi e viola di Svelando il buio (2021), sublimazione cromatica che ricorda alcune opere Fauve, o il Kandinskij delle prime opere astratte, fino all’informale.

Pur rimanendo saldamente ancorate al mondo reale, le opere di Ingrid Gozzano si pongono ai confini fra il figurativo e l’astratto, rivelando l’intimo processo creativo dell’autrice e evocando, attraverso un colore potente e risonante, la sostanza che va oltre il visibile, insieme alle metafore che ne scaturiscono.

Note biografiche di Costanza Barbieri

Costanza Barbieri è docente di Storia dell’arte moderna e di Storia del disegno nell’Accademia di Belle Arti di Roma. È specialista di Sebastiano del Piombo e ha curato la prima mostra dedicata ai rapporti fra il pittore veneziano e Michelangelo (Viterbo, 2004). È membro del progetto Horizon2020-2023 “Differences” sulla ricerca artistica in Europa.

“Il colore è il mezzo che consente di esercitare un influsso diretto sull’anima: il colore è il tasto, l’occhio il martelletto, l’anima il pianoforte dalle molte corde” (Dello spirituale nell’arte, in Wassily Kandisnsky, Tutti gli scritti, a cura di Philippe Sers, Feltrinelli, 1989).

Note biografiche di Ingrid Gozzano

Ingrid Gozzano è cresciuta in un ambiente ricco di stimoli artistici e scientifici. Il bello era ovunque e rappresentava per lei una condizione naturale in cui muoversi. Attirata da tante passioni diverse, sceglie di sposarsi giovanissima per riprendere gli studi un decennio più tardi. Laureatasi in Medicina – Psichiatra dell’età evolutiva, ha contemporaneamente approfondito i suoi studi sulla psicoanalisi che tuttora rappresentano la terra dalla quale si sente sostenuta nella folta trama di rapporti umani e artistici. Solo negli ultimi decenni Ingrid ha dato ascolto alle sue esperienze trasponendole nelle sue opere.


INFO

Ingrid Gozzano
Trame di luce
A cura di Costanza Barbieri
Testo critico di Costanza Barbieri
Foto opere di Riccardo Ragazzi


Inaugurazione 10 maggio 2022 ore 17.00 – 20.00
Galleria Biblioteca Angelica
Via di Sant’Agostino 11 – Roma


Fino al 25 maggio 2022

Orari: dal lunedì al venerdì 10.00 – 20.00

Biblioteca Angelica
Piazza S. Agostino 8 – Roma
+ 39 066840801

b-ange@beniculturali.it
www.bibliotecaangelica.beniculturali.it

Ufficio stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
roberta.melasecca@gmail.com / 349.4945612
www.melaseccapressoffice.it
www.interno14next.it+

A Feltre, la “Venezia dolomitica”, ha aperto i battenti il nuovo Museo Archeologico

©Bergamaschi Marco Museo Feltre reperti, Maschera comica

A Feltre, la “Venezia dolomitica”, il 29 aprile 2022 ha aperto i battenti il nuovo Museo Archeologico. Documenta le vicende della romana Feltria, municipium che aveva competenza sulle vallate alpine comprese tra Belluno e Trento, come è testimoniato da una scritta scolpita ad oltre 2000 metri d’altezza sul Monte Pergol, nella catena del Lagorai. Un territorio vastissimo che rendeva Feltria tra i più rilevanti centri dell’alta terraferma veneta.
Ad essere stato creato dal Comune di Feltre, d’accordo con la Sovrintendenza Archeologica competente, è un museo di nuova generazione, luogo di esposizione di reperti spesso unici, ma anche e soprattutto luogo dove la Storia si fa racconto. Per offrire un viaggio che inizia all’interno del Museo per espandersi nell’intera città, conducendo ai luoghi di rinvenimento dei reperti esposti o di collocazione dei principali monumenti della città romana e, ancor prima, retica. Mille anni di vita di Feltre, dalla civiltà retica alla caduta dell’Impero. Qui ogni reperto esposto è abbinato ad un sistema di approfondimento digitale, che si connette ad un archivio web, richiamato tramite QR Code direttamente sullo smartphone del visitatore. Altri dispositivi multimediali, quali videoproiettori, monitor, diffusori acustici, accompagnano il percorso espositivo, rendendolo altamente interattivo.
Ma ad essere suggeriti dal nuovo Museo sono anche itinerari che idealmente conducono molto lontano da queste terre. Come nel caso della rarissima iscrizione di Anna Perenna, singolare (e ambivalente) figura di divinità testimoniata a Feltre e nel quartiere Parioli a Roma, dove in anni molto recenti è stato rinvenuto un suo santuario, con una cisterna al cui interno gli archeologi hanno trovato una ventina di lamine con maledizioni e figurine antropomorfe di materiale organico entro piccoli contenitori.
Sempre a Roma conduce il monumento funebre dedicato a Lucius Oclatius Florentinus, pretoriano feltrino di illustre lignaggio, morto all’età di 24 anni. “Sepolto due volte”, caso rarissimo, a Feltre e a Roma, all’imbocco della via Cassia. Unica persona, due monumenti funebri che, per la prima volta, saranno riuniti al Museo grazie al prestito del secondo da parte del Museo Archeologico Romano della Capitale.
La lettura incrociata di tali manufatti consente di ricostruire le vicende del più ampio nucleo familiare noto della Feltre romana.
Ad accogliere il visitatore nel nuovo Museo è la scenografica parata di capitelli ionico-italici in pietra tenera di Vicenza. L’attigua sala è invece dedicata alla piccola statuaria e mostra il gusto raffinato degli ornamenti delle ricche dimore locali tra il I sec. a.C. e il II d.C. La fontanella, rinvenuta nel 1926 in via Mezzaterra, evoca gli zampilli che dovevano risuonare in un elegante giardino e l’enigmatico sorriso della Testa di Satiro, trovata poco distante nel 1935, trasporta in un mondo di miti legati a Dioniso e al suo seguito. Davvero insolite le circostanze del rinvenimento del busto di efebo, copia romana del Narciso di Policleto, scoperto nel 1986, murato nei palazzetti Bovio-Da Comirano. Nella sala dedicata ai culti è possibile ammirare la monumentale statua di Esculapio in marmo greco, emersa durante gli scavi sul sagrato del Duomo nel 1974, che costituisce oggi la più grande rappresentazione del dio della medicina di tutta l’Italia centro-settentrionale ed è uno dei pezzi più iconici del Museo civico archeologico. Accanto ad essa l’ara votiva all’antichissima dea delle origini di Roma, la già citata Anna Perenna. Due altre sale propongono una carrellata sui culti funerari attestati nel Feltrino: dalle iscrizioni, come quella a Celio Montano dall’elaborata decorazione scolpita, al frammento di un imponente sarcofago di età imperiale emerso negli scavi di palazzo Bizzarini nel 2002. Non mancano reperti rinvenuti in aree sepolcrali di remoto utilizzo quale quella del cimitero urbano, che offrono un esempio degli oggetti che accompagnavano il defunto nel suo viaggio nell’aldilà: dagli ornamenti della persona a monete e suppellettili in terracotta, vetro soffiato e metallo. Del tutto particolare la tomba di Aeronia Maxima rinvenuta a Sovramonte negli anni ’50, composta da un’urna tufacea contenente ossa incinerate, un’iscrizione e un piccolo corredo.
Il salto nel tempo di duemila anni dalle sale del Museo prosegue in un percorso cittadino che delinea una vera e propria carta archeologica a cielo aperto, testimoniando l’antica ricchezza culturale di un’area di cerniera tra montagna e pianura.


Per informazioni:
Museo Archelogico presso Museo Civico
Feltre, via Luzzo 23
Sito: Visitfeltre.it

Dal 30 aprile a tutto maggio:
dal lunedì alle domenica 10.30-13.00 e 15.00-18.00 – Previste aperture straordinarie e serali https://www.visitfeltre.info/
Ingresso con Totem card che consente l’accesso a Museo civico, Galleria Rizzarda, Museo Diocesano, Torri del Castello ed ex Prigioni (ridotta 8 euro, intera 10, famiglia 14)
Info e prenotazioni
Società Aqua srl 327/2562682
museifeltre@aqua-naturaecultura.com
Portineria civico: 0439/885241
Ufficio Musei: 0439/885242

Ufficio Stampa del Comune di Feltre

In collaborazione con
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel. 049.663499
Roberta Barbaro – roberta@studioesseci.net

Meet the Docs! Film Fest: il programma completo della rassegna dedicata al cinema documentario

Forlì è pronta ad ospitare il meglio del cinema documentario: dal 18 al 22 maggio 2022 torna all’EXATR Meet the Docs! Film Fest, la rassegna dedicata al cinema del reale con cinque giorni ricchi di proiezioni in anteprima, masterclass esclusive, panel tematici di approfondimento, tre matinée dedicate alle scuole del territorio, workshop, musica live, degustazioni e convivialità, offrendo al pubblico l’opportunità di incontrare numerosi registi e ospiti autorevoli.

Meet the Docs! Film Fest

Il festival del cinema documentario torna in scena a
Forlì dal 18 al 22 maggio 2022

Il programma della sesta edizione

Dal 18 al 22 maggio 2022
Teatro Tenda EXATR
Via Ugo Bassi 16, Forlì

La rassegna è organizzata da Sunset in collaborazione con Città di Ebla e Tiresia, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Forlì e con il supporto di BCC ravennate, forlivese e imolese.

I documentari salveranno il mondo, resta questa la filosofia e l’identità che da qualche anno Meet the Docs! Film Fest propone al pubblico. “Echi dal margine è il titolo della nuova edizione di Meet the Docs! Film Fest. – così dichiara Matteo Lolletti, Direttore Artistico di Meet The Docs! Film Fest – Vogliamo provare a percorrere quei margini che sono confine, soglia, orlo, e ancora bordo, estremità, fine di qualcosa e inizio di altro, ma anche perimetro, limite. Meet the Docs! Film Fest, che per noi è un atto politico, vuole camminare lungo i bordi per raccogliere gli echi che provengono dal margine, e portarli al centro dell’attenzione: margini che attraversiamo, esploriamo, scopriamo, abitiamo e frequentiamo. Ciò significa che ci interessano le storie che si collocano su questi margini, che ci vivono sopra, per contenuto e per forma. Storie di persone e luoghi periferici, quindi, ma anche forme radicali di racconto, forme narrative di e in trasformazione”.

La rassegna forlivese non rappresenta quindi un semplice festival di documentari, ma si configura come un’occasione sia per ragionare, dialogare e confrontarsi su argomenti connessi all’attualità, alla Storia e alla contemporaneità, sia per riflettere e agire sui racconti legati al reale, quindi sulla pratica documentaristica e sulla responsabilità della narrazione.

IL PROGRAMMA DELLA SESTA EDIZIONE DI MEET THE DOCS

Mercoledì 18 maggio 2022: Contaminazioni

Ad inaugurare la sesta edizione di Meet The Docs! Film Fest alle 21:00 sarà la proiezione di “Atlantide” di Yuri Ancarani, documentario selezionato nella sezione Orizzonti alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. “Atlantide” racconta la storia di Daniele, un giovane che vive ai margini della laguna di Venezia, il quale sogna un barchino da record. Una storia di iniziazione maschile, violenta e predestinata al fallimento, che esplode trascinando la città fantasma in un naufragio psichedelico. A seguire il dibattito alla presenza del regista e di Claudio Angelini, fondatore di Città di Ebla.

Giovedì 19 maggio 2022: Migrazioni

Ad aprire la seconda giornata del festival il primo incontro matinèe del progetto Doc a Scuola, realizzato in collaborazione con la Videoteca dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e dell’Associazione D.E-R Documentaristi Emilia-Romagna che porta nelle scuole il film documentario con incontri accompagnati da autori. Si parte con “1944: Silenzio sul Montesole” di Lorenzo K. Stanzani che dialogherà con gli studenti.

Dalle 14:00 alle 15:00 il programma prosegue con un evento speciale: l’inaugurazione della mostra dell’illustratrice Alessandra Bruni, in arte Allissand, nome emergente del panorama nazionale e autrice dell’immagine della rassegna per il 2022, che alle 15:00 guiderà la masterclass “L’illustrazione del reale”.

Alle 17:00 appuntamento con il primo incontro del ciclo di presentazioni dedicate a riviste nazionali e internazionali legate ai temi delle singole giornate, in collaborazione con Frab’s Magazine & More. A dialogare saranno Anna Frabotta, responsabile di Frab’s Magazine & More, con Chiara Comito di Arabpop Magazine, rivista dedicata alle arti e alle letterature contemporanee dei paesi arabi.

Si passa poi alle 18:00 con la proiezione di “The Last Shelter” di Ousmane Samassekou, dalla rassegna di documentari “Mondovisioni” della rivista Internazionale, che affronta il tema delle migrazioni. A seguire il dibattito con Eugenio Alfano, Responsabile del Coordinamento Rifugiati e Migranti – Amnesty International, e il giornalista Andrea De Georgio. Alle 21:00 l’ultima proiezione della giornata con il documentario che ha sconvolto la Berlinale del 2020, “Purple Seadi Amel Alzakout e Khaled Abdulwahed: la regista siriana Amel Alkazout decide di testimoniare la personale traversata in mare con l’utilizzo di una telecamera waterproof, ma durante il viaggio gli scafisti abbandonano il mezzo e la barca si ribalta. A discutere del documentario saranno Elena Giacomelli, Ricercatrice dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, e Chiara Comito, autrice e scrittrice.

Venerdì 20 maggio 2022: Ambiente

La terza giornata si apre con il secondo incontro matinèe del progetto Doc a Scuola con la proiezione di “Ethbet – Resisti!” di Matteo Ferrarini che dialogherà con gli studenti.

Alle 17:00 appuntamento con il secondo incontro a cura di Frab’s Magazine & More: presentazione con Simone Marcelli Pitzalis, redattore di Menelique Magazine, rivista che diffonde un punto di vista intersezionale e postcoloniale che possa avversare la crescente cultura dell’odio nei confronti dei migranti, che avvelena il dibattito pubblico italiano.

Alle 18:00 si inizia con la proiezione di “Hambachers” di Leonora Pigliucci e Claudio Marziali che racconta la storia della resistenza ecologista sviluppatasi all’interno della foresta di Hambach. A seguire il dibatti con Linda Maggiori (Giornalista, scrittrice e attivista per il clima – Extinction Rebellion Italia), e i due registi Claudio Marziali e Leonora Pigliucci.

La terza giornata di Meet The Docs! Film Fest si conclude con “Now” di Jim Rakete, il nuovo film di riferimento per il movimento ambientalista, al quale seguirà il dibattito con Giacomo Zattini (Attivista per il clima – Fridays For Future Italia).

Sabato 21 maggio 2022: Questioni di genere

La mattina si apre con l’ultimo incontro matinèe del progetto Doc a Scuola con la proiezione di “Italicus, la verità negata” di Enza Negroni che dialogherà con gli studenti assieme a Franco Sirotti.

Matteo Marelli, redattore di FilmTv e saggista, alle 14:00 in occasione dei cento anni dalla nascita, tiene una masterclass dedicata all’attività di Pier Paolo Pasolini come documentarista, concentrandosi su come il grande intellettuale italiano abbia abitato una disciplina come quella della narrazione documentaria, in relazione non solo alla produzione cinematografica ma anche a quella letteraria. Ad apertura della masterclass sarà proiettato, in collaborazione con la Cineteca di Bologna, “Comizi d’amore” nella sua versione restaurata.

Come ogni anno, Meet the Docs! Film Fest dedica particolare attenzione alle generazioni più giovani: alle 15:30 è previsto un laboratorio per bambini dai 4 ai 10 anni “Kid’s Drive In”, a cura dell’associazione di promozione sociale MarbreBlond DidArt. Un viaggio all’insegna del divertimento e della creatività in cui i piccoli partecipanti riceveranno un apposito kit per costruire la sua macchinina di cartone automontante e asisteranno poi alla proiezione de “Il piccolo principe” di Mark Osborne.

Dalle 15:00 Meet The Docs apre la possibilità a registi e produttori di sottoporre la propria idea di documentario o di docuserie all’avvocato ed executive producer Leonardo Paulillo e all’autrice, sceneggiatrice e regista Mariangela Barbanente (riservata a non più di quattro progetti preventivamente selezionati). Una possibilità per ricevere indicazioni, consigli e consulenza sui passi da intraprendere per rendere la propria idea progettuale maggiormente finanziabile e appetibile a buyers del mercato italiano ed europeo.

Alle 17:00 continuano gli incontri a cura di Frab’s Magazine & More con la presentazione insieme a Cecilia Cappelli e Lucia Gasti, fondatrici di Frute, rivista indipendente che affronta i temi del femminismo intersezionale, dei confini sessuali e dell’accettazione.

Si prosegue con le due proiezioni della giornata: alle 18:00 “Dying to divorce” di Chloe Fairweather dalla rassegna di documentari “Mondovisioni” di Internazionale con gli ospiti Giulia Vescia (Avvocata, attivista e formatrice) e Francesco Brusa (Giornalista e critico teatrale). Alle 21:00 il documentario candidato ai Premi Oscar 2022Flee” di Jonas Poher Rasmussen, il racconto di una fuga che si trasforma in un inno alla vita e alla libertà. A seguire il dibattito con Thomas Belvedere aka aThomics (Attivista e vignettista) e Marta Rohani (Psicologa e formatrice). La serata si conclude con il Djset “contaminato” di Systemfehler.

Domenica 22 maggio 2022: Conflitti

L’ultima giornata di Meet The Docs! Film Fest si apre alle 11.00 con la masterclass di Leonardo Paulillo e Mariangela BarbanenteIl caso Costa Concordia: un docufilm internazionale tra Italia, Germania e Inghilterra” per parlare di come stia cambiando il panorama internazionale rispetto alle modalità di produzione e rappresentazione del reale.

Alle 14:00 il pubblico di Meet The Docs! Film Fest potrà partecipare al panel tematico dedicato alle drammatiche vicende ucraine “La rappresentazione del conflitto” con gli interventi di Antonello Ciccozzi (Antropologo, Docente di antropologia culturale all’Università degli Studi dell’Aquila) e Maria Chiara Franceschelli (Dottoranda in Scienza politica e sociologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa).

Ultimo appuntamento a cura di Frab’s Magazine & More alle 17:00 con la presentazione insieme a Paolo Cosseddu, direttore editoriale di Ossigeno, rivista che nasce nel 2020 con l’intento di essere un punto di vista specifico e al passo con l’attualità, che condivide l’obiettivo della casa editrice: “raccontare e indagare il cambiamento nella società”.

L’ultima giornata del festival prosegue alle 18:00 con la proiezione di “Sarura – The Future is an Unknown Place” di Nicola Zambelli: alle porte del deserto del Negev un gruppo di giovani palestinesi combatte l’occupazione militare israeliana con videocamere e azioni nonviolente, riappropriandosi delle terre sottratte alle loro famiglie. Stefano Ignone, editor e collaboratore di Una Città, dialogherà con il giornalista e scrittore Gideon Levy.

A chiudere la sesta edizione di Meet The Docs! Film Fest sarà “The earth is blue as an orange” di Iryna Tsilyk, un documentario che racconta il conflitto in Ucraina nella zona del Donbas del quale parlerà Maria Chiara Franceschelli (Dottoranda in Scienza politica e sociologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa). La serata si chiude con il live set di Giulio Cantore, cantautore folk poetico e delicato, nonché liutaio e protagonista di una vita avventurosa e particolare, che riverbera nelle sue composizioni.

VINI DAL MARGINE

Durante tutti i giorni del festival, Meet the Docs! Film Fest accoglie in esclusiva FurgonVino – l’enoteca a quattro ruote. Con la 2CV Furgonetta d’epoca arriveranno la Cuvée Speciale Champagne FurgonVino e altri vini che andranno a comporre la carta in accompagnamento al piccolo menù del bar à vin. Saranno inoltre organizzati alcuni percorsi degustativi, dal venerdì alla domenica alle ore 19:00, con un viaggio dentro ai Vini dal Margine realizzato con Paolo Tegoni, presidente dell’Associazione Gastronomi Professionisti. Per info e prenotazioni: info@meetthedocs.it // 347 2782603

MEET THE GREEN!

Meet the Docs! Film Fest presta da anni particolare attenzione alla tematica ambientale, e anche per la sua sesta edizione attua azioni concrete e misure favorevoli alla sostenibilità della manifestazione. Ad esempio a livello energetico, l’area della rassegna viene gestita con un sistema di spegnimento manuale che permette di ridurre il consumo energetico nel momento in cui gli spazi non sono utilizzati. Durante le giornate del festival, inoltre, saranno presenti erogatori di acqua gratuiti e sostenibili. Nell’area ristoro e durante le degustazioni vengono inoltre utilizzate stoviglie compostabili e/o bicchieri in vetro e i prodotti enogastronomici offerti sono quasi esclusivamente locali e a km 0.

Il programma completo e dettagliato della manifestazione è disponibile sul sito https://meetthedocs.it/ 

Scansiona il QR code per consultare il programma aggiornato:


INFORMAZIONI UTILI

Meet the Docs! Film Fest – sesta edizione
Dal 18 al 22 maggio 2022
Teatro Tenda EX ATR, Via Ugo Bassi 16, Forlì (FC)

Organizzato da Sunset
In collaborazione con Tiresia e Città di Ebla
Sostenuto da Regione Emilia-Romagna e Comune di Forlì
Sponsor: LA BCC ravennate, forlivese e imolese
Partner: Forlì.Soglie, Cineteca di Bologna, Amnesty International, Centro di Ricerca PoliTeSse, Politiche e Teorie della Sessualità – Università di Verona, Videoteca dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna, DER Associazione Documentaristi Emilia-Romagna, Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, Rete del Caffè Sospeso, Frab’s Magazines & More, Open DDB, Festival del Buon Vivere, CNA Cinema e Audiovisivo Forlì-Cesena, Centro Pace “Annalena Tonelli”, Forlì Città Aperta, EXATR, Spazi indecisi, Kaleo, Fridays for Future, Ferri&Menta, Panifico, Gardenia Guest House, Hotel Marta
Food &Wine: Villa Bagnolo, Paolo Tegoni, Enoteca Naturale, Furgonvino
Media partner: FilmTv, Teleromagna, ForlìToday, MMPWebTv, Radio Bruno, Radio Città Fujiko, Billy – rivista di cinema e altre perversioni
Sponsor tecnico: Tipografico Soc. Coop.

CONTATTI
MAIL: info@meetthedocs.it
WEB: https://meetthedocs.it/
FACEBOOK: https://www.facebook.com/meetthedocs/
INSTAGRAM: https://www.instagram.com/meet_the_docs/

UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

051 6569105 – 392 2527126            
info@culturaliart.com
www.culturaliart.com
Facebook: Culturalia
Instagram: Culturalia_comunicare_arte
Linkedin: Culturalia di Norma Waltmann
Youtube: Culturalia

Gli amici Fauves di Matisse: Albert Marquet

di Sergio Bertolami

45 – I protagonisti

Abbiamo letto nella puntata scorsa che Fernand Léger descriveva così Salon des Indépendants (ripeto la citazione per comodità, vostra e mia): «È soprattutto una fiera di pittori per pittori, una fiera di dimostrazioni d’arte, il suo eterno rinnovamento, che è poi la sua ragion d’essere. Il Salon des Indépendants è un salone per dilettanti, il salone degli inventori. I borghesi che vengono a ridere di queste palpitazioni non sospetteranno mai che si stia recitando un dramma completo, con tutte le sue gioie e le sue storie. Se ne fossero consapevoli, perché in fondo sono brave persone, vi entrerebbero con rispetto, come in una chiesa».

Albert Marquet

A rileggere le fonti, sorprende come siano ricorrenti alcuni termini, accompagnati a immagini suggestive, come questo della chiesa, riferito da Léger.  Scriveva, infatti, Vauxcelles: «È stata istituita una cappella, officiano due preti superbi. MM. Derain e Matisse; poche decine di catecumeni innocenti hanno ricevuto il battesimo». Solo che i nomi che enumera non sono quelli battezzati come fauves nell’articolo d’apertura del Salon d’Automne. In questo caso, il critico del quotidiano Gil Blas, affermava esserci «una quantità di Indipendenti», come Marquet e compagni. Di Marquet ho già accennato, ma vorrei aggiungere qualche parola.

Albert Marquet, Autoritratto, 1904

Albert Marquet

Lo abbiamo già conosciuto, quando con l’amico Matisse iniziò un percorso comune ai tempi in cui praticavano regolarmente lo studio di Gustave Moreau. Seguendo l’incitamento del maestro, Marquet percorreva in lungo e largo la città per appuntare sul suo taccino schizzi di banchine e ponti, sul lungosènna. Disegnava di tutto, velocemente, con maestria, riprendendo chiatte e lavandaie, scene di strada e passanti, carrozze, ciclisti, caffè-concerto. Usava pastelli a colori vivaci, ma anche pennelli. Quando racimolava qualcosa, affittava una stanza di servizio o una stanza d’albergo, per farne uno studio momentaneo.

Albert Marquet, La Senna e l’abside di Notre-Dame, 1902
Albert Marquet, Notre-Dame sous la neige, 1905

Come al 25 quai de la Tournelle nel 1902 per dipingere scorci di Notre-Dame oppure al 1di rue Dauphine vedute della Senna nel 1904. Di nuovo nel 1906 dipinge il panorama dalla Torre Eiffel all’Île de la Cité. Fonte d’ispirazione era Monet con la serie delle cattedrali di Rouen. A conti fatti, Marquet fa l’esperienza fauvista, espone insieme ai compagni. Ammira Matisse, ma non lo segue del tutto nelle sue sperimentazioni. Naturalmente la critica lo percepisce e lo fa notare, perché i suoi dipinti, pur usando i colori puri, resistono a certe forzature coloristiche dei suoi compagni. Gustave Coquiot gli rimprovera «un fauvismo castigato capace di piacere al grande pubblico», che, in verità, ai grandi felini preferisce i «gatti di casa» (Tériade).

Albert Marquet, Fécamp (The Beach at Sainte-Adresse), 1906

Dal 1905, meglio dal 1906, avviene la svolta che lo scioglie dalle endemiche difficoltà finanziarie. Lo Stato acquista alcuni suoi dipinti (Les Arbres à Billancourt nel 1904, e l’anno successivo Notre-Dame, soleil e nel 1906 Le Port de Fécamp). Espone al Salon belga de La Libre Esthétique. A Parigi è presente nelle gallerie di Berthe Weill e Bernheim-Jeune. Firma un contratto di esclusiva con Eugène Druet che gli assicura così di che vivere. Ora può viaggiare, e dipingere anche fuori di Parigi. Gli piace divertirsi, ha una vita sociale interessante. Ama il bigliardo e molto meno le discussioni intellettuali. Piuttosto preferisce i bordelli, che frequenta con Charles Camoin o George Besson. Riprende in questo modo, nell’inverno 1908-1909, gli studi di nudo trascurati dai tempi delle Accademie. Proseguirà così fino allo scoppio della guerra. Modella preferita è Ernestine Bazin, in arte Yvonne, alla quale si lega fino al 1922. È giovane, bella, vivace e impertinente. Soprattutto, davanti allo stesso carattere scontroso di suo padre che ogni tanto riemerge, Ernestine sa come farlo ridere. Chiaramente, gli ispira pose meno convenzionali delle modelle ritratte nelle sessioni di studio accademico.

Albert ed Ernestine-Yvonne intorno al 1910, quai Saint-Michel
Albert Marquet, Disegno da L’Académie des Dames

Quando viene dichiarata la guerra, anche Marquet è mobilitato, ma dimesso subito dopo per motivi di salute. Passeggiando tra una riva e l’altra della Senna o per il Quartiere Latino con Matisse e Van Dongen, attendono momenti migliori dandosi da fare a favore degli amici al fronte. Certo dal tempo dei fauves era passato qualche anno. Nell’ambito del movimento, Marquet aveva sviluppato uno stile personale, differenziandosi per un cromatismo meno marcato.

Albert Marquet, Vesuvius, c. 1909
Albert Marquet, Le Pont St. Michel, 1910

Dal 1909 alla violenza dei contrasti prediligeva toni grigi e sommessi, attraverso cui tradurre luci e atmosfere del paesaggio urbano (Il ponte Saint-Michel, Grenoble, Musée de Peinture et de Sculpture). Ora i suoi interessi si indirizzavano verso i grandi spazi di acqua e di cielo, come le sue vedute dei porti di Fécamp, Algeri, Napoli, Amburgo, Stoccolma. Aveva cominciato dopo il 1905, sulle orme di Matisse, ad intraprendere viaggi di studio in Francia, ora lo faceva anche all’Estero e continuerà per tutta la vita con questa passione dei viaggi: in Algeria e in Egitto, in Romania, Russia e Scandinavia.

Albert Marquet, La femme blonde (Femme blonde sur un fond de châle espagnol),1919
<<< PrecedenteSeguente >>>

IMMAGINE DI APERTURA – L’orologio al Musée D’Orsay – Foto di Guy Dugas da Pixabay