Asti: Palazzo Mazzetti ospita la mostra “Il vetro è vita. La collezione Pino e Donatella Clinanti”

L’arte del vetro è antica quasi come la storia della civiltà.Già si facevano oggetti di vetro quando ancora non si conoscevala sua composizione ed una tecnica di produzione:così l’origine di questa materia è rimasta nella leggenda.

Pino Clinanti
(da
Il Fuoco il Vetro il Vino, Fondazione Banfi, Montalcino, 1992, p. 17)

Dopo la grande mostra “I Macchiaioli. L’avventura dell’arte moderna” terminata con grande successo di pubblico lo scorso 5 giugno, dal 25 giugno al 16 ottobrePalazzo Mazzetti di Asti apre le sue porte a “Il vetro è vita. La collezione Pino e Donatella Clinanti.”

In continuità con la rassegna sugli arazzi di Asti tenutasi a cavallo tra il 2020 e il 2021, Palazzo Mazzetti propone una nuova esposizione dedicata al territorio e al collezionismo locale e, nell’Anno Internazionale del Vetro, designato dalle Nazioni Unite, ospita la preziosa raccolta di vetri nata dalla passione collezionistica di Pino Clinanti e proseguita con entusiasmo dalla figlia Donatella.

All’interno di un percorso che racconta l’impiego del vetro nell’arte attraverso i secoli, la collezione testimonia l’intreccio tra vita e sentimento estetico dell’ingegnere Pino Clinanti (1914 – 2007) ed è resa straordinaria grazie alla presenza di un importante e antico nucleo di contenitori in vetro lattimo (un vetro “mimetico” di colore bianco opaco come il latte, risalente al 1450 circa e utilizzato come imitazione della porcellana cinese giunta a Venezia), materiale di cui Clinanti fu grande studioso.

La mostra Il vetro è vita. La collezione Pino e Donatella Clinanti è realizzata dalla Fondazione Asti Musei, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, dalla Regione Piemonte, dal Comune di Asti e dalla Camera di Commercio di Asti, vede come sponsor il Gruppo Banca di Asti, è in collaborazione con O-I Italy, con la comunicazione e la promozione a cura di Arthemisia.


Informazioni e prenotazioni
T. +39 0141 530 403
M. +39 388 164 09 15
www.museidiasti.com
didattica@fondazioneastimusei.it
info@fondazioneastimusei.it

Orario di apertura
Lunedì chiuso
Martedì – domenica 10.00 – 19.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)

Hashtag ufficiale
#MostraVetro

Ufficio Stampa
Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
T. +39 06 69380306

A Milano l’arte visiva e il suono si incontrano per creare un’esperienza immersiva e meditativa memorabile

𝘓’𝘈𝘳𝘵𝘦 𝘝𝘪𝘴𝘪𝘷𝘢 & 𝘪𝘭 𝘚𝘶𝘰𝘯𝘰 𝘴𝘪 𝘪𝘯𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘢𝘯𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘤𝘳𝘦𝘢𝘳𝘦 𝘶𝘯’𝘦𝘴𝘱𝘦𝘳𝘪𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘪𝘮𝘮𝘦𝘳𝘴𝘪𝘷𝘢 𝘦 𝘮𝘦𝘥𝘪𝘵𝘢𝘵𝘪𝘷𝘢 𝘮𝘦𝘮𝘰𝘳𝘢𝘣𝘪𝘭𝘦 …


Hai mai sognato di assistere ad un concerto all’interno di un’opera d’arte? Se si, questo evento è per te!

Il concerto meditativo avrà luogo a Jardino, dove è stata allestita l’installazione immersiva ” MU, 無 Tempio Sensoriale ” dall’artista Ambre Cardinal. MU, 無 è un invito alla connessione spirituale tramite l’esperienza di un viaggio sensoriale attraverso la stimolazione di tutte le nostre porte sensoriali…

Il concerto meditativo è un’esperienza di ascolto e rilassamento in cui i partecipanti sono accompagnati in un viaggio alla scoperta di sé attraverso il suono di gong, arpe angeliche e altri strumenti ancestrali. Le vibrazioni permettono di raggiungere un profondo stato meditativo, fuori dal tempo, in cui tutte le cellule sono delicatamente massaggiate dal suono mentre la mente è libera di alleggerirsi e dare nuova luce a ricordi ed emozioni.

L’esperienza è condotta da Fabio Vescarelli di GONG whisper, musicista, gong master, ricercatore del suono.

𝙈𝙖𝙩𝙚𝙧𝙞𝙖𝙡𝙚 𝙣𝙚𝙘𝙚𝙨𝙨𝙖𝙧𝙞𝙤: vestiti comodi, eventuale cuscino alto da meditazione – l’evento si svolgerà seduti 

A fine concerto sarà offerto un piccolo rinfresco da condividere. 

I posti sono limitati. Sono stati organizzati due turni ed è necessario compilare il modulo di prenotazione per partecipare:

Dalle 18:30 alle 20:00: https://bit.ly/3O4uMob
Dalle 21:00 alle 22:30: https://bit.ly/3HxcUQl

Contribuito: 25€

Grazie e presto !

ARTISTICO premia la ricerca dell’artista Veronica Gaido durante la Design Week di Milano 2022

Artistico, piattaforma per l’arte moderna e contemporanea, continua nel suo percorso di valorizzazione dell’arte e degli artisti premiando la ricerca di Veronica Gaido in occasione della sua mostra personale Dedalo e altre storie presentata durante la Design Week 2022 presso gli spazi di STILL Fotografia a Milano.

La mostra è dedicata ai cantieri navali Sanlorenzo, oltre a una selezione speciale di progetti personali dell’artista: quaranta immagini che raccontano la storia dei Cantieri Sanlorenzo, poste in dialogo con la città di Venezia e alla sua millenaria tradizione di regina dei mari. Veronica Gaido ritrae forme in costante mutazione, grazie a una ripresa in movimento, che attraggono l’occhio del visitatore e contemporaneamente lo ingannano. L’iniziale certezza, indotta dalla rassicurante emozione del riconoscimento, svanisce e lascia spazio alla nostra immaginazione.

ARTISTICO è una piattaforma per acquistare, collezionare, scambiare, rivendere frazioni di opere d’arte fisiche, creando, così, un mercato dell’arte accessibile a tutti, trasparente e democratico, e promuovendo opere con un reale valore accertato, certificate per autenticità e provenienza, sempre raggiungibili e fruibili al pubblico. Ideatrice di questa nuovissima startup è Margherita Giannotti -26 anni, laurea in Media e Communication alla Goldsmiths University e master al King’s College di Londra, con varie esperienze in terra inglese in comunicazione, marketing e social media- che ha voluto fondere le competenze nel digitale e nella comunicazione alla passione per l’arte dando vita, insieme al suo team, ad Artistico.

Ogni opera viene selezionata da Artistico attraverso un team di esperti nel settore dell’arte contemporanea e in quello del mercato, i quali portano avanti, in modo continuativo, un’attenta ricerca di artisti affermati ed emergenti scelti in base al loro percorso artistico, alla collocabilità e vendibilità delle loro opere e alla prospettiva di incremento di valore. Inoltre ogni opera esce dal semplice circolo privato ed esclusivo per divenire bene comune accessibile a tutti attraverso la proprietà condivisa e l’affido in custodia ad enti pubblici o privati, gallerie d’arte, musei, fondazioni, aziende o complessi monumentali che ne assicurano la promozione e la visibilità e ne valorizzano gli aspetti economici e culturali; mentre l’autenticità e l’origine di ogni opera vengono garantite direttamente dagli artisti, da gallerie e advisor qualificati.

Vogliamo contribuire ad una diffusione della cultura dell’arte, -afferma Margherita- all’educazione di un collezionismo appassionato, maturo, informato e capace di scelte consapevoli e al consolidamento di una community di figure professionali etiche e responsabili. Artistico crede nel valore della cultura e della bellezza, sostiene l’arte quale patrimonio della collettività, stimolando la valorizzazione di artisti storicizzati ed emergenti e promuovendo le ricerche più sperimentali.

Artistico è online su: www.artistico.live

Veronica Gaido – Note biografiche

Veronica Gaido nasce a Viareggio nel 1974 e muove i primi passi nel mondo fotografico ancora adolescente, trasferendosi prima a Milano, dove studia all’Istituto Italiano di Fotografia e poi nelle grandi metropoli per ampliare le sue esperienze frequentando workshop formativi. Nel 2001 collabora con la Biennale di Venezia di Harald Szeemann per il bunker poetico di Marco Nereo Rotelli. Nell’agosto del 2002 tiene la sua prima mostra Sabbie Mobili nello spazio di Massimo Rebecchi a Forte dei Marmi, curata da Maurizio Vanni. Oltre al lavoro professionistico di fotografo, la Gaido ha esplorato nuove prospettive utilizzando un drone per riprese aeree dedicandosi alla creazione di un video per la Fondazione Henraux, presentato alla Triennale di Milano nel 2012. Nello stesso anno la fotografa fa parte della giuria “Premio Fondazione Henraux”, presieduta da Philippe Daverio, creando il progetto Awareness of Matter. Nel 2013 realizza un tour tra India e Bangladesh che porta al progetto Atman curato da Enrico Mattei e Roberto Mutti. Espone a Pietrasanta, Milano, Londra e Parigi. Dal 2014 si dedica al progetto Mogador interamente realizzato nel porto di Essaouira in Marocco. Al termine delle lavorazioni, la Gaido espone nel 2017 il suo lavoro con Vito Tongiani a Rabat, Essaouira e Siviglia. Le serie Aphrodite, 2017, e Invisible Cities, 2013-2018, sono state esposte nel 2019, a Roma al museo S.Salvatore in Lauro. Il progetto Dedalo è stato presentato alla Casa dei Tre Oci a Venezia, in contemporanea con la Biennale del 2021.


ARTISTICO

Margherita Giannotti – Co-founder & Head of Marketing Mario Giannotti – Co-founder & CFO
Roberta Melasecca – Press Office & Art Curator
Luca Acerbi – Creative Director
Stefanos Vladimir – CTO
Giacomo Sarzanini – Community Manager

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Artistico
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Ufficio Stampa
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Parco Archeologico di Selinunte (TP): Architects meet in Selinunte 2022. Volare Oh Oh – Rigenerare, Riqualificare, Ripartire

L’AIAC – Associazione Italiana di Architettura e Critica presenta l’XI edizione di Architects meet in Selinunte dal titolo “Volare Oh Oh – Rigenerare, Riqualificare, Ripartire”.

L’edizione 2022 affronterà il tema delle opportunità che si prospettano all’architettura in Italia, trainate dalla notevole mole di finanziamenti, anche in forma di detassazione, disponibili. Si approfondirà il tema dell’architettura dell’accoglienza con particolare attenzione all’offerta turistica e alla riqualificazione dei borghi. Verranno inoltre analizzati progetti e realizzazioni tesi a migliorare l’offerta culturale del territorio, con particolare attenzione alle strutture museali e ai parchi.

Architects meet in Selinunte 2022

Volare Oh Oh
Rigenerare-Riqualificare-Ripartire

23 – 24 – 25 giugno 2022

Parco Archeologico di Selinunte (TP)

Programma

/Giovedì 23 giugno | dalle 15:00 alle 21:00
Baglio Florio, Parco Archeologico di Selinunte

Saluti Istituzionali

Architetti, designer, urbanisti ed esperti Siciliani si alterneranno sul Palco del Convegno per confrontarsi sui temi della ripartenza culturale dell’Isola e del Paese, della riqualificazione dei Borghi e dell’accoglienza turistica

/Venerdì 24 giugno | dalle 10:00 alle 21:00

| 10:00 alle 13:00
Hotel Admeto

Incontri e presentazioni di idee, libri e riviste

| 15:00 alle 21:00
Baglio Florio, Parco Archeologico di Selinunte

Saluti Istituzionali

Architetti, designer, urbanisti ed esperti provenienti da tutta Italia si alterneranno sul Palco del Convegno per confrontarsi sui temi della ripartenza culturale del Paese, della riqualificazione dei Borghi e dell’accoglienza turistica

Happening ed eventi serali

/ Sabato 25 giugno | dalle 10:00 alle 21:00
Parco Archeologico di Selinunte

| 10:00 alle 13:00

visita al Parco Archeologico 

| 15:00 alle 21:00
Baglio Florio, Parco Archeologico di Selinunte

Architetti, designer, urbanisti ed esperti provenienti dall’Europa si alterneranno sul Palco del Convegno per confrontarsi sui temi della ripartenza culturale ed economica del nostro Continente, con un focus sulle strutture museali, i parchi e le architetture dell’accoglienza.

Premi Speciali Selinunte e Premi Internazionali Selinunte

Festa finale

ISTRUZIONI PER LA REGISTRAZIONE VALIDA AI SOLI FINI DELL’ATTRIBUZIONE DEI CREDITI FORMATIVI

La procedura per l’accreditamento dei CFP (6 per ogni giornata) è subordinata al pagamento da parte del singolo architetto dell’importo di € 10,00 al giorno per diritti di segreteria, da versare inderogabilmente prima dell’evento tramite sistema PAGOPa mediante l’apposita funzione presente in homepage (banner in alto) del sito istituzionale www.architettitrapani.it 

La registrazione all’evento formativo, ad una o più giornate, dovrà essere fatta al seguente link allegando la ricevuta del versamento dei diritti di segreteria di importo pari al numero di giornate per le quali si richiede il rilascio dei CFP.


XI Edizione Architects meet in Selinunte
Volare Oh Oh
Rigenerare, Riqualificare, Ripartire

Ideazione e organizzazione: AIAC, Studio La Monaca, PresSTletter, PresSTFactory

Con il patrocinio: Regione Siciliana-Parco Archeologico di Selinunte, Cave di Cosa e Pantelleria, Comune di Castelvetrano-Selinunte, Regione Sicilia Beni Culturali

Partner istituzionali: Ordine Architetti Trapani, Fondazione Architetti Trapani

Partner tecnici: Hotel Admeto, Althea Palace, Hotel Alceste

Thanks to OIKOS

Per info:
Ufficio Stampa AIAC
roberta.melasecca@gmail.com
3494945612

Apre a Milano, a Palazzo Reale, la mostra OLIVIERO TOSCANI. Professione fotografo, in omaggio ai suoi 80 anni

Apre a Milano, il prossimo 24 giugno a Palazzo Reale, la mostra OLIVIERO TOSCANI. Professione fotografo, la più grande esposizione mai dedicata in Italia al grande fotografo in omaggio ai suoi 80 anni.

La mostra – promossa dal Comune di Milano-Cultura, prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Arthemisia e curata da Nicolas Ballario – propone 800 scatti di Toscani e presenta al pubblico tratti iconici del suo lavoro e opere meno conosciute, raccontando la carriera di un uomo dallo sguardo geniale e provocatorio che negli anni ha influenzato i costumi di diverse generazioni e fatto discutere il mondo sui temi più disparati.

Oliviero Toscani.
Professione fotografo

Oliviero Toscani
Jesus Jeans
1973
©olivierotoscani

Giovedì 23 giugno, ore 12.30

PALAZZO REALE
Sala conferenze – 3° piano
Piazza Duomo, 14 – Milano

Il 28 febbraio 2022, giorno in cui Oliviero Toscani ha compiuto 80 anni, la Città di Milano ha organizzato per festeggiarlo una mostra sui generis: non un’esposizione in una galleria o in un museo, ma una mostra diffusa proprio per Milano, la sua città natale. L’evento, dal titolo “Oliviero Toscani 80”, ha celebrato il grande fotografo per un solo giorno con centinaia di manifesti per la Città, facendo giungere contemporaneamente migliaia di mail allo Studio Toscani che chiedevano di poter vedere l’intera mostra. Essendo un evento temporaneo, la mostra durò giusto le 24 ore del suo compleanno.

A qualche mese di distanza il Comune di Milano offre nel suo spazio più prestigioso, Palazzo Reale, la prima grande rassegna dedicata al suo lavoro, in continuità con l’iniziativa del 28 febbraio che era stata fortemente sostenuta dal Comune di Milano-Cultura.

La mostra Oliviero Toscani. Professione fotografo raccoglie i lavori da lui realizzati dai primi anni ’60 fino a oggi: immagini e campagne pubblicitarie che lo hanno reso noto e riconoscibile in tutto il mondo.
Il tutto inserito in un allestimento particolare e unico, che vedrà le sale di Palazzo Reale vestirsi per la prima volta di manifesti alle pareti, incollati come fossero per strada.

L’evento vede come media partner Urban Vision ed è consigliato da Sky Arte.
Il catalogo è edito da Skira.


Informazioni e prenotazioni
T +39 02 892 99 21
www.palazzorealemilano.it
www.arthemisia.it

Orario apertura
Lunedì chiuso
Martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10.00 -19.30
Giovedì 10.00 – 22.30
(la biglietteria chiude un’ora prima)

Biglietti
Intero € 14,00
Ridotto € 12,00

Hashtag ufficiale
#ToscaniMilano

Ufficio Stampa
Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
T. +39 06 69380306

Ufficio Stampa Comune di Milano
Elena Conenna | elenamaria.conenna@comune.milano.it

Relazioni esterne Arthemisia
Camilla Talfani | ct@arthemisia.it
M. +39 335 7316687 | +39 345 7503572

Bologna, MAMbo: Sean Scully. A Wound in a Dance with Love

Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna presenta A Wound in a Dance with Love, ampia retrospettiva di Sean Scully (Dublino, 1945), artista tra i massimi esponenti della pittura contemporanea, che sarà visibile nella Sala delle Ciminiere dal 22 giugno al 9 ottobre 2022. Opening martedì 21 giugno alle h 18.30, alla presenza dell’artista.
Durante la serata, che coincide con la Festa della musica, nel foyer del museo si terrà un concerto del maestro chitarrista Lorenzo Biguzzi, promosso in collaborazione con la Fondazione Accademia Internazionale di Imola “Incontri con il Maestro” e ideato per l’occasione.
Un talk pubblico con Sean Scully si terrà mercoledì 22 giugno alle h 18.00 nella sala conferenze del museo.

L’esposizione, a cura di Lorenzo Balbi con main partner la Kerlin Gallery di Dublino, è basata sulla mostra Sean Scully: Passenger – A Retrospective, curata da Dávid Fehér e organizzata dal Museum of Fine Arts – Hungarian National Gallery di Budapest (14 ottobre 2020 – 30 maggio 2021), successivamente ospitata al Benaki Museum di Atene, e arriva a Bologna in una versione rinnovata e pensata per il MAMbo. L’artista è nuovamente protagonista di una personale a Bologna dopo 26 anni: nel 1996 fu proprio la Galleria d’Arte Moderna, da cui discende il MAMbo, a dedicargli una mostra nella sede di Villa delle Rose.

Sean Scully

A Wound in a Dance with Love

A cura di Lorenzo Balbi

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

22 giugno – 9 ottobre 2022

Opening: martedì 21 giugno 2022 h 18.30

Talk con l’artista: mercoledì 22 giugno 2022 h 18.00

Sean Scully
A Wound in a Dance with Love
Veduta di allestimento / Installation view
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2022
Foto Ornella De Carlo

Nell’arte di Scully confluiscono in eguale misura tanto un’estesa conoscenza delle opere di maestri antichi e contemporanei quanto una singolare sensibilità nel trarre suggestioni visive ed emozionali da dati di realtà. La mostra bolognese, con 68 lavori esposti (dipinti a olio, acrilici, acquerelli, disegni e una scultura monumentale), intende evidenziare la dialettica costante fra queste due componenti fondamentali del lavoro dell’artista, ripercorrendo una vicenda creativa lunga oltre cinquant’anni.

Dalle prime sperimentazioni figurative degli anni ’60 e le opere minimaliste degli anni ’70 fino al lavoro attuale, A Wound in a Dance with Love documenta i più importanti sviluppi di una pratica sempre coerente con i propri presupposti eppure capace di variare significativamente nel corso del tempo, in relazione a esperienze emotive ed evoluzioni esistenziali come ad affetti e lutti.

Nella sala di apertura si fronteggiano due monumentali dipinti su alluminio, What Makes Us Too (2017) e Uninsideout (2018 – 2020), nei quali si riuniscono, in uno studiatissimo contrasto, diversi elementi ricorrenti nelle opere di Scully: la tripartizione, l’inserimento di “insets”, l’impiego di strisce contrapposto a schemi ortogonali ed elementi monocromi, l’alternanza tra aree colorate ed altre in bianco e nero.

Nella navata centrale della Sala delle Ciminiere il percorso espositivo inizia con Fort # 1 del1978, rigorosa sintesi di suggestioni paesaggistiche e il precedente Backcloth del 1970, anno in cui Scully ha già pienamente maturato la determinazione ad abbracciare l’astrattismo. Con Backcloth l’artista sonda fino al suo limite estremo la possibilità di utilizzare la griglia come unico modulo compositivo, con una serie fitta di sovrapposizioni, tentando un avvicinamento al dripping di Jackson Pollock attraverso un uso parossistico dei tipici schemi di Piet Mondrian.
In Crossover Painting # 1 del 1974, visibile nella stessa sala, la trama compositiva si fa più distesa, mentre più ricercata appare la tessitura cromatica, nel preciso contrappunto tra colori decisi e delicate sfumature.

La Sala delle Ciminiere, grazie ai suoi volumi imponenti, fornisce la collocazione ideale per la scultura Opulent Ascension(2019), allestita in precedenza nella chiesa di San Giorgio Maggiore, in occasione della 58° Biennale Arte di Venezia, monumentale esempio delle più recenti trasposizioni su scala tridimensionale delle intuizioni dell’artista. È lui stesso a dichiarare: “ho realizzato Opulent Ascension in Feltro. Feltro: un materiale che per esistere viene PRESSATO, e non tessuto a partire da una linea. MERET Oppenheim ha preso una tazza e un piattino e li ha foderati di pelliccia animale, rendendoli così inutilizzabili. Erano dunque diventati Arte? Una tazza e un piattino foderati di pelliccia devono essere un’opera d’Arte, perché sono strani, e perché io ci rifletto, da decenni. Può la pelle di qualcosa, di qualsiasi essere, di qualsiasi oggetto, essere così preponderante da definire ciò che esso è? Tanto che tutto quanto sta all’interno diventa subordinato a ciò che sta fuori. Amo questa domanda. Perché non potrò mai darle risposta” (Sean Scully, New York, 9 marzo 2020).

Ai lati di Opulent Ascension sono visibili diverse opere di chiara ispirazione paesaggistica della serie Landline, tra le quali spiccano quelle, vivaci e allegre, dedicate al secondo figlio Oisín: Oisín Green (2016) e Oisín Sea Green (2016), oltre al trittico Arles Nacht Vincent (2015), omaggio a Vincent van Gogh, e, sul fondo, Black Square (2020), ispirato a Kazimir Malevič.

Nell’ala laterale è collocato The Bather (1983), ispirato a un dipinto di Henri Matisse, evocato solo intuitivamente con una tavolozza gioiosa e una vibrante resa della luce. Con questo dipinto Scully avvia la conciliazione tra le ricerche dello stesso Matisse, di Piet Mondrian e di Mark Rothko, tra le fonti dichiarate di ispirazione della sua pittura.

Mariana (1991) presenta i tipici “inset” costituiti da tele dipinte con motivi in contrasto e fisicamente incassate in alloggiamenti ricavati nel corpo del dipinto, mentre Long Light (1998), già appartenente alla collezione permanente MAMbo, è una prova delle riflessioni sulla luce che preludono ai successivi lavori del ciclo Wall of Light, ispirati dall’osservazione attenta delle mutazioni luminose su superfici murarie viste e fotografate dapprima in Messico e poi in varie parti del mondo: a darne testimonianza due particolarmente intense, come Wall of Light White Tundra (2009), prestito della Galleria d’Arte Moderna di Torino, e Wall Light Zacatecas (2010). Questa sezione della mostra include altre opere più recenti, ciascuna caratterizzata da una particolare impronta distintiva.

Compare qui anche un’altra opera ispirata dalla pittura di Vincent van Gogh, Vincent (2002), mentre Empty Heart (1987) rievoca uno dei periodi più drammatici nella vita dell’artista, colpito dalla morte del primo figlio diciannovenne Paul.

Un ultimo spazio è infine riservato alla più recente e significativa svolta dell’opera di Scully, il ritorno alla pittura figurativa che l’artista aveva brevemente frequentato ai suoi esordi.
I dipinti della serie Madonna, eseguiti tra il 2018 e il 2019, raffigurano la moglie e il figlio dell’artista intenti a giocare con la sabbia, riportando in luce un tema da sempre caro a Scully come quello della madre con il bambino. Un motivo in realtà sempre soggiacente agli stessi “inset” così ricorrenti nel suo lavoro e che appaiono nuovamente, allineandosi a una permanente pratica autoriflessiva, nel quadro che chiude l’esposizione: Figure Abstract and Vice Versa (2019), un dittico in cui la figura di Oisín, intento a giocare sulla destra, trova un contrappeso nel pannello diviso in bande orizzontali sulla sinistra, mentre un simmetrico gioco di incastri di un pezzo di ciascuna tela nell’altra offre la chiave di interpretazione di una pittura che si attiene alla realtà, concentrandosi sull’esplorazione dei propri mezzi costitutivi.

A completare la mostra una selezione di opere su carta che accompagnano ogni fase evolutiva dell’intera carriera di Scully e un programma di film: Sean Scully: Set in Stone, 2008, diretto da Michael Doyle; Sean Scully: Why This, Not That?, 2009, diretto da Michael Doyle; Sean Scully: Art Comes From Need, 2010, diretto daHans Andreas Guttner; Sean Scully: There are no certainties in my paintings, 2011, diretto daLaurence Topham and Michael Tait; The drawing out of the Eleuthera paintings, parts I and II, 2017 and 2018, diretto daSean Scully; A tour of Sean Scully’s studio by Oisín Scully, 2020, diretto daOisín Scully.

In occasione della sua retrospettiva a Bologna, Sean Scully donerà al MAMbo un’opera che entrerà a far parte delle collezioni del museo: Aix Wall 4 (2021).

L’artista ha inoltre scelto di rendere omaggio a Giorgio Morandi con l’esposizione di due opere negli spazi del Museo Morandi, al primo piano dell’Ex Forno del Pane.

La prima, che appartiene all’iniziale fase figurativa, è Cactus (1964), opera che, pur raffigurando con precisione alcune piante richiamate nel titolo, mostra già tratti caratteristici della successiva ricerca astratta – come per esempio le strisce sullo sfondo – e il cui soggetto ha un singolare valore simbolico per Scully, per il quale il cactus è una pianta “indistruttibile e degna di ammirazione. Come metafora rispecchia perfettamente la vita di un pittore. È in grado di sopravvivere all’aridità, e fiorisce quando è pronta ” (Sean Scully, 11 agosto 2004).

La seconda è il dittico Two Windows Grey Diptych (2000), inserita in perfetto accordo tra le più rarefatte opere tarde del maestro bolognese.
Di Morandi e sulla ripetizione che si fa astrazione Scully scrive: “La monotonia del soggetto amplifica la risposta immaginativa. Morandi ha imparato le lezioni dell’astrazione: ha capito con quanta forza la ripetizione, il rivisitare lo stesso motivo, o un motivo simile più e più volte, può espandere la profondità emotiva e la gamma interpretativa. L’astrazione astrae la realtà per raggiungere le sponde non-oggettive di una nuova esperienza. Morandi inverte il percorso, restituendo questa possibilità alla semplice realtà osservata. In questo è molto diverso da Cézanne, suo grande modello. Cézanne non ha conosciuto l’astrazione se non in tarda età, benché ne sia stato un pioniere nell’introdurre la sistematicità in pittura. Eppure, a suo modo, ha superato l’apparenza con la struttura. Questo Morandi non ha dovuto farlo, poiché le apparenze delle cose del mondo erano già state conquistate dall’astrazione” (Sean Scully, Formentera, 2005).

La mostra è accompagnata dal catalogo Sean Scully. A Wound in a Dance with Love(Edizioni MAMbo, 2022), contenente tutte le immagini delle opere in mostra, oltre a una selezione di altri lavori dell’artista a corredo dei saggi.

Il volume si apre con un’intervista esclusiva di Lorenzo Balbi a Sean Scully, sorta di “piccola mostra/testo” che vede l’artista rispondere a ogni domanda con un’opera, prosegue con i saggi di Dávid Fehér, Raphy Sarkissian e Danilo Eccher e si chiude con un importante testo di Scully del 2005, Giorgio Morandi: resistenza e persistenza, qui pubblicato per la prima volta nella traduzione in lingua italiana.

A Wound in a Dance with Love è tra le esposizioni comprese nel programma diBologna Estate 2022, il cartellone di attività promosso da Comune di Bologna e Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico BolognaModena.

Biografia di Sean Scully

Opere di Sean Scully fanno parte delle collezioni di quasi tutti i principali musei del mondo.
Nel 2014 è stato l’unico artista occidentale ad aver tenuto in Cina una mostra retrospettiva di tutta la sua carriera, cosa che lo ha portato a ricevere il premio International Artist of the Year a Hong Kong nel 2018. Tra le recenti mostre personali ricordiamo: Landline al The Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington, tenutasi anche al Wadsworth Atheneum, nel Connecticut; la retrospettiva intitolata Vita Duplex alla Staatliche Kunsthalle Karlsruhe; Sean Scully: Sea Star alla National Gallery di Londra; la prima grande mostra delle sue sculture allo Yorkshire Sculpture Park; le esposizioni all’Albertina, Vienna; alla Villa e Collezione Panza, Varese e nella chiesa di San Giorgio Maggiore a Venezia, per la 58° Biennale Arte, tra le altre.
Nel 2020 la Fine Arts – Hungarian National Gallery di Budapest ha ospitato la prima grande retrospettiva di Sean Scully in Europa Centrale, che è poi stata proposta anche al Benaki Museum di Atene nel 2021 e che sarà in seguito allestita al The Museum of Contemporary Art, Zagabria.

Il 2022 vedrà l’apertura di un’importante retrospettiva sulla cinquantennale carriera di Sean Scully: The Shape of Ideas al Philadelphia Museum of Art. Altre importanti mostre personali di quest’anno, oltre che al MAMbo, si tengono presso: la Langen Foundation, Neuss, Germania; il Centre of Contemporary Art Znacki Czazu, Toruń, Polonia; e il Thorvaldsens Museum, Copenaghen, Danimarca.Sean Scully è nato a Dublino nel 1945. Attualmente vive e lavora tra New York e la Baviera.


Main Partner della mostra


Mostra:
Sean Scully. A Wound in a Dance with Love

A cura di:
Lorenzo Balbi

Promossa da:
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

Main Partner:
Kerlin Gallery

Sede:
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Via Don Minzoni 14, Bologna

Periodo di apertura:
22 giugno – 9 ottobre 2022
Opening: martedì 21 giugno 2022 h 18.30. Public talk: mercoledì 22 giugno 2022 h 18.00

Orari di apertura al MAMbo:
Martedì e mercoledì h 14-19; giovedì h 14 -20; venerdì, sabato, domenica e festivi h 10-19
Chiuso lunedì non festivi

Ingresso:
Intero 6 euro, ridotto 4 euro

Informazioni generali:
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Tel. +39 051 6496611
www.mambo-bologna.org
Facebook: MAMboMuseoArteModernaBologna
Instagram: @mambobologna
Twitter: @MAMboBologna
YouTube: MAMbo channel


Ufficio stampa Istituzione Bologna Musei

e-mail UfficioStampaBolognaMusei@comune.bologna.it
Elisa Maria Cerra – Tel. +39 051 6496653 e-mail elisamaria.cerra@comune.bologna.it
Silvia Tonelli – Tel. +39 051 6496620 e-mail silvia.tonelli@comune.bologna.it
Con la collaborazione di Ornella De Carlo

Treviso, museo Bailo: CANOVA, GLORIA TREVIGIANA. Dalla bellezza classica all’annuncio romantico. L’Ottocento svelato

La grande retrospettiva su “Canova, Gloria Trevigiana” introduce alla sezione del muovo Museo Bailo tutta riservata all’Ottocento. Ed è un passaggio fisiologico quello che conduce a scoprire l’arte a Treviso e nel Veneto a partire dagli anni connotati dalla straordinaria luce dello scultore per dipanarsi lungo il secolo. Con artisti ed opere notissime accanto ad altre “svelate” da questo nuovo allestimento, sino ad ora relegate nei depositi dalla ristrettezza degli spazi espostivi del “vecchio” Bailo.

Fino al 25 Settembre 2022
Treviso, museo Bailo, Sala Canova

CANOVA, GLORIA TREVIGIANA.
Dalla bellezza classica all’annuncio romantico. L’Ottocento svelato

Antonio Canova: Venere italica, 1804-1812 Gesso multiplo 1:1
Collezione privata, Veneto

Il viaggio nell’Ottocento svelato prende avvio dai sontuosi ritratti di due dei “padri fondatori” della Pinacoteca Civica: lei è Margherita Prati Grimaldi, nel luminoso dipinto di Andrea Appiani. Lui è Sante Giacomelli, nel ritratto di Natale Schiavoni. La nobildonna legò al Comune di Treviso nel 1851 un nucleo di dipinti destinati a costituire il primo nucleo della Pinacoteca civica (tra queste il Lorenzo Lotto e il Giovanni Bellini oggi al Museo Santa Caterina), mentre il secondo nel 1874 legò alla appena costituita Pinacoteca ben 54 opere prevalentemente ‘contemporanee’ all’epoca, che costituiscono il nucleo principale della Galleria dell’800.
Dalla Raccolta Giacomelli giungono, fra gli altri dipinti di Francesco Podesti (Il primo giorno del Decamerone) e Ludovico Lipparini (Lord Byron che giura sulla tomba di Marco Botzaris), di Eugenio Moretti Larese (La morte di Dante) e Odorico Politi (Elena rapita da Teseo e Piritoo, e giocata ai dadi), Michelangelo Grigoletti (Susanna e i vecchioni) o Natale Schiavoni (due episodi di ambiente orientale); ma vi sono anche artisti “rivoluzionari” come Ippolito Caffi (La benedizione di Pio IX dal Quirinale di notte) e Luigi Querena (Veduta di Venezia al tramonto).
In mostra anche il “Gruppo di famiglia” di Francesco Hayez, in cui il pittore si ritrae all’età di 16 anni: prima opera nota dell’artista.
Spettacolari dipinti e sculture, ma non solo. I curatori hanno infatti scelto di allargare lo sguardo anche alla ceramica, in omaggio alle grandi manifatture trevigiane di quella produzione che oggi definiremmo di design.
Il tutto per offrire al visitatore uno spaccato di ciò che i Musei Civici conservano dei momenti neoclassico e romantico della nostra storia dell’arte.
Ad arricchire ulteriormente la proposta della nuova Galleria Canova del Bailo, due importanti plus.
Innanzitutto, quasi una ‘mostra nella mostra’, una selezione di 30 straordinari scatti artistici canoviani del fotografo Fabio Zonta: 30 fotografie di grande formato, a dare corpo ad una monografica.
Inedita la possibilità di confronto tra il punto di vista del Canova, visibile nelle incisioni, e quello del fotografo chiamato a confrontarsi con la grazia e l’eleganza delle sculture canoviane. La ‘lente’ interpretativa del fotografo mette in rilievo la tridimensionalità delle opere, accentuando dettagli, soggetti, espressività.
Una sorpresa tutta da scoprire è l’intervento creativo di Anderson Tegon con Pepper’s Ghost: un suggestivo spettacolo video-multimediale all’interno della Galleria.
Un’offerta quindi di proposte articolate, a indicare la linea che connoterà il Nuovo Bailo come luogo di contaminazione tra le arti, fedele al compito di valorizzare il patrimonio civico, ma con una forte attenzione alle nuove tendenze e al multimediale, mai rinunciando alle fondamentali basi scientifiche.


Per informazioni:
www.museicivicitreviso.it +39 0422 658951
info@museicivicitreviso.it

Ufficio Stampa: Studio ESSECI, Sergio Campagnolo +39 049 663499
Ref. Roberta Barbaro – roberta@studioesseci.net

Roma, Palazzo Bonaparte: Si aprono gli “Stati Generali Mondo Lavoro della Cultura” > 21 – 24 giugno 2022

Il 6 giugno 2022, presso la Sala Laudato Sì del Comune di Roma, si è svolta la conferenza stampa di presentazione degli Stati Generali Mondo Lavoro della Cultura.

Gli Stati Generali Mondo Lavoro della Cultura tornano dopo il successo della prima edizione svoltasi a Parma, capitale della cultura nel 2021 dal 21 al 24 giugno 2021 con protagonisti 40 relatori seguiti da oltre 5 mila spettatori presenti sulle piattaforme di streaming social.
Rivolto principalmente ad aziende di settore, manager, OOSS, istituzioni, imprese, mondo della formazione, professionisti, ricercatori e studenti, il convegno utilizzerà l’argomento “Cultura” per favorire un costruttivo confronto sui temi più rilevanti ed urgenti del dibattito contemporaneo: rilancio della cultura, nuove competenze, FinTech (TecnoFinanza), musei, arte, nuovo mecenatismo e città d’arte.

Con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma e della Fondazione Federico II di Palermo, questa seconda edizione degli Stati Generali Mondo Lavoro della Cultura è organizzata in collaborazione con Arthemisia e con il sostegno di Generali Valore Cultura, si svolgerà a Palazzo Bonaparte di Roma (Piazza Venezia 5) a partire da martedì 21 fino a venerdì 24 giugno 2022.

Saranno quattro giornate, con meeting quotidiani in presenza, che avranno come oggetto le tematiche inerenti al mondo del lavoro della cultura, un asset fondamentale per l’Italia, che verrà analizzato sotto tutti i suoi aspetti differenti ed ogni possibile coinvolgimento.

L’inaugurazione dell’evento avverrà nella mattinata di martedì 21 giugno.
Protagoniste saranno le istituzioni nazionali e del territorio che si confronteranno sull’importanza della cultura come perno per il rilancio del paese.
Nel meeting pomeridiano si incontreranno cultura e competenze e verranno analizzati metodi e procedure con cui operare per sostenere il rilancio del settore.

Nella seconda giornata di mercoledì 22 giugno l’attenzione si sposterà sul FinTech, un tema sempre più fondamentale in ambito a artistico-culturale. Interverranno alcuni tra i maggiori esperti in materia che svilupperanno approfonditamente come il FinTech possa assumere un’importanza e un peso, ormai indispensabili, come volano per lo sviluppo dell’arte e delle attività ad essa collegate. Nel pomeriggio si parlerà invece di un asset molto importante per il nostro paese, ovvero quello dei musei. Protagonisti di questo meeting i direttori di alcuni importanti musei d’Italia che parleranno della propria esperienza e delle iniziative intraprese per supportare il rilancio del settore artistico- culturale.

Giovedì 23 giugno sarà la volta del movimento dell’arte in Italia, dove interverranno alcuni dei nuovi artisti emergenti per parlare dei loro progetti e illustrare l’essenza dei movimenti artistici contemporanei.
Nel secondo appuntamento di giornata si parlerà di nuovo mecenatismo, ovvero quanto sia importante per le aziende investire nell’arte e i vantaggi che ad esse ne possano derivare.

Gli “Stati Generali Mondo Lavoro della Cultura” si concluderanno venerdì 24 giugno con il meeting dedicato alla divulgazione della cultura italiana, in cui importanti divulgatori culturali parleranno di come la cultura possa essere un’importante leva per gli investimenti e per l’occupazione.
La cerimonia di chiusura dell’evento si svolgerà nell’incontro pomeridiano dedicato a sindaci e assessori alla cultura delle più importanti città d’arte italiane che si confronteranno su progetti e idee di sviluppo culturale.

Tra i protagonisti di questa seconda edizione: Miguel Gotor, Assessore alla Cultura del Comune di Roma, le senatrici Nunzia Catalfo, Valeria Fedeli e Michela Montevecchi, Roberto Giacobbo, conduttore televisivo, giornalista e scrittore, Maria Pia Ammirati, Direttrice RAI Fiction, Livia Turco, Presidente Istituto Romano San Michele e Presidente fondazione Nilde Iotti, Dario Nardella, Sindaco di Firenze con un contributo video, Monica Guerritore, attrice e scrittrice, Patrizia Monterosso, Direttore Generale Fondazione Federico II, Domenico De Masi, Sociologo del Lavoro e Francesco Giambrone, Sovrintendente Teatro Opera di Roma.


Sede
Palazzo Bonaparte
Piazza Venezia, 5 – Roma

Date
21 – 24 giugno 2022

Modalità di partecipazione
Diretta on line
(10.00 – 12.00 e 15.00 – 17.00)

on line dai profili degli Stati Generali Mondo Lavoro:
www.youtube.com/channel/UCAO2a9caf2FuM-RHesKxosg www.facebook.com/statigeneralimondolavoro

Gli eventi sono gratuiti e accessibili al pubblico con iscrizione entro le ore 9:00 del 21 giugno www.eventbrite.it/o/stati-generali-mondo-lavoro-31055707803

Informazioni
www.statigeneralimondolavoro.it

Uffici stampa
Stati Generali Mondo Lavoro

direzione@italpress.com

Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
T. +39 06 69380306

Relazioni esterne Arthemisia
Camilla Talfani
M. +39 335 7316687 | +39 345 7503572

Bologna, Museo Civico Archeologico: Martedì 21 giugno 2022 presentazione della mostra “I Pittori di Pompei”

I PITTORI DI POMPEI
A cura di Mario Grimaldi

23 settembre 2022 – 19 marzo 2023

Museo Civico Archeologico, Bologna




Attraverso un viaggio nella società del I secolo d.C., il progetto espositivo pone al centro le figure dei pictores, gli autori degli straordinari apparati decorativi nelle case di Pompei, Ercolano e dell’area vesuviana, per comprenderne il ruolo, il rapporto con la committenza, le tecniche utilizzate, i modelli di riferimento sia greci che locali.
Curata da Mario Grimaldi e prodotta da MondoMostre, la mostra è resa possibile da una collaborazione culturale e scientifica tra Comune di Bologna | Museo Civico Archeologico e Museo Archeologico Nazionale di Napoli che prevede il prestito eccezionale di oltre 100 opere di epoca romana appartenenti alla collezione del museo partenopeo, in cui è conservata la più grande pinacoteca dell’antichità al mondo.


Ufficio stampa
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Referente Simone Raddi
Tel. +39 049 663499
simone@studioesseci.net

Istituzione Bologna Musei

Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
Tel. 051 6496653 / 6496620
ufficiostampabolognamusei@comune.bologna.it
elisamaria.cerra@comune.bologna.itsilvia.tonelli@comune.bologna.it

Treviso, Museo Nazionale Collezione Salce: RUOTA A RUOTA. Storie di biciclette, manifesti e campioni

“Ruota a ruota. Storie di biciclette, manifesti e campioni”, dal 26 maggio al 2 ottobre, è in Santa Margherita, nuova sede del Museo Nazionale Collezione Salce. La mostra è a cura di Elisabetta Pasqualin; consulente storica Antonella Stelitano; da un’idea di Chiara Matteazzi.

Fino al 02 Ottobre 2022

Treviso, Museo Nazionale Collezione Salce (Chiesa di S. Margherita)

RUOTA A RUOTA.
Storie di biciclette, manifesti e campioni

Mostra a cura di Elisabetta Pasqualin. Consulente storica Antonella Stelitano.
Da un’idea di Chiara Matteazzi

Achille Luciano Mauzan per MAGA, Atala, 1919-23

La Direzione Regionale Musei Veneto del Ministero della Cultura propone la grande epopea della bicicletta così come raccontata dai preziosi manifesti patrimonio della Collezione Salce. A firmare le affiches che Elisabetta Pasqualin ha selezionato per questa ricca esposizione, sono artisti come Dudovich, Mazza, Malerba, Ballerio, Villa, Alberto Martini, Codognato, Boccasile. Vale a dire molti tra i maggiori protagonisti della storia dell’illustrazione e dell’arte italiana del secolo passato.

Dalle bici illustrate a quelle che hanno scritto la storia recente del ciclismo. In mostra, infatti, ci saranno anche alcune delle biciclette della collezione Pinarello che hanno portato alla vittoria campioni in tutte le grandi classiche del ciclismo mondiale.

Quando, poco più di due secoli fa, il barone Karl von Drays inventò la bici – all’epoca di legno e senza pedali, dotando di sterzo un primo rudimentale modello del 1791 del conte francese De Sivrac – certo non immaginava che quel suo “attrezzo” sarebbe diventato il più popolare mezzo di trasporto del pianeta. E ancora meno dovette supporlo Leonardo, che nel Codice Atlantico – correva l’anno 1490 – schizzò qualcosa di molto simile alla bicicletta. Di sicuro nessuno dei due poteva supporre che gli eredi di quei loro prototipi avrebbero avuto un peso così importante nella storia sociale del mondo, influendo sul costume, sui viaggi, sul turismo, sul processo di emancipazione della donna, sull’economia. Valga, per fermarci all’ambito trevigiano, il caso della Menon, “Fabbrica di velocipedi in acciaio su commissione” e poi di vetturette, che agli inizi del ‘900 valeva quanto la Fiat, segnando l’inizio di una produzione che, passando poi per la Carnielli e la Bottecchia, porta oggi alla Pinarello, che in questa mostra allinea una illustre serie di sue creazioni.

Ed è proprio dagli albori del Novecento che la mostra prende il via. Antonella Stelitano, che dell’esposizione curata da Elisabetta Pasqualin, è la consulente storica e ha curato una parte dei testi del catalogo, sottolinea che “La bicicletta fa parte del patrimonio culturale del nostro Paese. La storia di questo mezzo è un racconto di eroi che contribuiscono a creare quell’identità nazionale che si esalta nelle imprese di campioni come Girardengo, Coppi e Bartali. Le grandi corse a tappe, prima tra tutte il Giro d’Italia, sono state un collante che ha unito il Paese, mostrandone le bellezze mentre si raccontavano le gesta dei corridori. Gli italiani imparano la geografia leggendo i nomi dei luoghi attraversati dalla corsa, nascono giochi per bambini ispirati al Giro. Nessuno sfugge al fascino di questa manifestazione, nemmeno scrittori importanti come Buzzatti, Gatto, Pratolini, Campanile e Anna Maria Ortese, che al seguito del Giro d’Italia ci regalano un racconto che non è mai solo sportivo. E’ il racconto di un Paese in movimento”.

Due le sezioni principali del percorso espositivo: da una parte lo sport e l’agonismo, con i suoi protagonisti, le produzioni, i marchi e l’esposizione di pezzi storici della collezione Pinarello. Dall’altra gli aspetti sociali: le donne, il costume, i viaggi, il turismo, appunto.

“La “terrazza” – anticipa la curatrice Elisabetta Pasqualin – accoglierà la sezione dedicata allo sport: verranno esposti i manifesti della collezione Salce, che abbracciano un arco temporale che va dai primi del ‘900 al 1955 circa e che illustrano la nascita delle principali industrie: Cicli Maino, con Costante Girardengo, Torpedo con Alfredo Binda e Georges Ronsse, Olympia, Maino, Atala con Ganna, Pavesi e Galletti, poi Piave, Prinetti e Stucchi poi solo Stucchi, Bianchi con Gaetano Belloni, Menon di Roncade, ed altri. Una parte sarà dedicata alle gare ciclistiche locali e nazionali: dal Trofeo Rinascente (1949) ai Campionati del mondo (1939 e 1951), alla cartina del Giro d’Italia (1922) con le immagini dei più grandi ciclisti (e così gli italiani impararono la geografia della propria nazione!)”.

Seguirà una sezione speciale sulla storia dell’industria ciclistica italiana con l’esposizione di biciclette della collezione Pinarello: biciclette che hanno scritto una pagina di storia del ciclismo italiano, accompagnandosi a molti prestigiosissimi successi. Saranno esposte 15 biciclette, con relativi pannelli esplicativi e immagini del campione a esse legato”.

A piano terra troverà spazio una sezione dedicata alla società e alla socialità, che abbraccia un arco temporale che va dalla fine dell’800 agli anni ’40 del Novecento. Sono rappresentate anche le prime industrie straniere, come Townend Cycles (1896), Rambler Bicycles (1900) oltre a quelle italiane, come Maino, Stucchi, Dei, e molte altre.

“Sono manifesti che raccontano la novità e le sfide del futuro: le nuove libertà di muoversi in autonomia, un nuovo tipo di turismo, il divertimento all’aria aperta, una nuova socializzazione, la nuova moda e, per le donne, un nuovo modo di percepire i propri spazi e di emanciparsi”, sottolinea Alberto Fiorin, autore di un saggio su “Bicicletta e turismo” nel catalogo edito da Silvana.
“Con questa nuova proposta, il Museo Salce si conferma una fucina di iniziative in cui l’arte, attraverso la comunicazione pubblicitaria, diventa uno specchio delle trasformazioni culturali e di costume della società”, afferma il Direttore Regionale Musei Veneto, Daniele Ferrara.

In mostra, accanto ai manifesti, anche alcune delle le bici di casa Pinarello che hanno segnato momenti magici della storia del ciclismo degli ultimi decenni. Infatti Il valore aggiunto della mostra è proprio l’unione imprenditoriale e culturale, che fa ben capire il legame profondo che unisce i protagonisti che hanno scritto pagine di storia dello sport su due ruote al ricco patrimonio anche culturale della città.
Nel 1951 Giovanni Pinarello vince la Maglia Nera del 34^ Giro d’Italia. Le 100 mila lire di compenso per quel Giro le investì nella creazione di una azienda che costruisse biciclette. E’ nata così la Pinarello, che già 10 anni dopo ha una sua squadra. C’è in mostra anche la Pinarello con cui Guide de Rosso vinse il Tour de l’Avenir, e ancora la Pinarello di Bertoglio vincitore del tappone dello Stelvio (1975), e quelle di Franco Chioccioli, Miguel Indurain, Andrea Colinelli, Jan Ullrich, Alessandro Petacchi, Sir Bradle Wiggins, Elia Viviani, Chris Froome, Egan Bernal, Richard Carapaz. Una sfilata di campioni che su bici Pinarello hanno marcato momenti unici della storia del ciclismo. Oggi è Filippo Ganna a cavalcare la Bolide, simbolo di aerodinamica, tecnologia, velocità e vittoria. Nella tradizione Pinarello.

“Ruota a ruota. Storie di bici, manifesti e campioni” gode del sostegno di Assindustria Venetocentro, Imprenditori Padova Treviso, del patrocinio di Comune di Treviso e della Provincia di Treviso ed è inserita nel calendario degli eventi del progetto “Capitale della Cultura d’ Impresa 2022”.


Info: www.collezionesalce.beniculturali.it

Ufficio Comunicazione Museo Salce:
Mariachiara Mazzariol mariachiara.mazzariol@beniculturali.it tel 0422 591936
Vincenza Lasala drm-ven.comunicazione@beniculturali.it

Ufficio Stampa della Mostra
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel. 049.663499 simone@studioesseci.net rif. Simone Raddi