Soriano nel Cimino (VT), Palazzo Chigi-Albani: CIELO INCLUSO. Opere di Maria Grazia Tata – Fotografie di Salvatore Di Vilio

Maria Grazia Tata, Cielo incluso, Alcune opere in mostra

CIELO INCLUSO
Opere di Maria Grazia Tata

Fotografie di Salvatore Di Vilio

Testo di Massimiliano Palmesano

Inaugurazione 23 luglio 2022 ore 18.00

Complesso monumentale Palazzo Chigi-Albani
Giardini pensili e Palazzo

Soriano nel Cimino (VT)

Fino al 28 agosto 2022

Il giorno 23 luglio 2022 alle ore 18.00 inaugura presso gli spazi (giardini pensili e palazzo) di Palazzo Chigi-Albani di Soriano nel Cimino la mostra Cielo incluso con le opere di Maria Grazia Tata e le fotografie di Salvatore Di Vilio,accompagnata dal testo e dalla consulenza storico-antropologica del ricercatore indipendente Massimiliano Palmesano, con il patrocinio della Regione Lazio, con la collaborazione del Comune di Soriano del Cimino e di Raffaella Lupi dellaGalleria Sinopia Eventi di Roma.

Il testo di Massimiliano Palmesano e le note dell’artista Maria Grazia Tata illustrano i temi del progetto:

“Ci sono alcuni luoghi in cui gli dèi custodiscono ancora tutto il loro arcaico potere. Dimensioni in cui – parafrasando Talete – tutte le cose sono piene di dèi. Al pari di due sciamani, Maria Grazia Tata e Salvatore Di Vilio hanno esplorato tali dimensioni portando con loro, come al ritorno da un viaggio misterico, le forme e le immagini degli dèi. Le percezioni annotate sul diario di bordo di questa esplorazione nella dimensione del sacro e del fantastico hanno plasmato la mostra Cielo incluso che si terrà all’interno del Complesso monumentale Palazzo Chigi-Albani a Soriano nel Cimino (Viterbo) e nei suoi giardini pensili. L’iniziativa è il risultato di una alchimia tra le opere di Maria Grazia Tata e lo sguardo fotografico di Salvatore Di Vilio che insieme hanno tracciato una cartografia delle dimensioni abitate dagli dèi. Con riferimento particolare a quelle figure che nei pantheon vengono indicate come “minori”, ma non perché esse siano meno importanti di altre: semplicemente perché sono deputate ad aspetti più intimi e quotidiani. Il filologo e storico delle religioni Walter Otto nel suo Teofania sosteneva che «gli dèi non sono frutto di invenzioni, elucubrazioni o rappresentazioni, ma possono soltanto essere sperimentati». E Cielo incluso è soprattutto una ierá odós (via sacra) esperienziale e misterica le cui tappe sono scandite da epifanie divine che si manifestano nel rapporto opera-fotografia. Un percorso di iniziazione ai segreti della sacralità della materia attraverso la primordiale magia delle immagini. Tata e Di Vilio fanno materializzare una “archeologia dell’invisibile” fatta di preziosi e impalpabili orecchini per le ninfe (Diumpae), di collane per le muse e di pettorine di rose e stelle; portano alla luce officine in cui lavorano riparatrici di ali, rammendatrici di foglie e fabbricatrici di stagioni segrete dentro cortecce arrotolate; dischiudono alla vista le dimore incantate delle divinità. Cielo incluso è una fiaba che parla di appartenenza, di legame con il territorio e con chi lo abita; un racconto fatto di boschi millenari, sorgenti dalle acque rigenerative e pietre animate. «Il divino, da cui l’uomo si sente consapevolmente protetto, non è dunque il “totalmente altro” – è ancora la Teofania di Walter Otto – in cui si rifugiano coloro per i quali la realtà del mondo è priva del divino. Esso è piuttosto proprio quel che ci circonda, in cui viviamo e respiriamo […]. Esso è presente ovunque. Ogni cosa, ogni fenomeno ne parla, in quella grandiosa ora nella quale essi parlano di sé». Proprio in quell’ora Maria Grazia Tata ha plasmato quella che ama definire la sua “paccottiglia cosmica”, nel medesimo istante Salvatore Di Vilio ha catturato l’immagine degli dèi.”
Massimiliano Palmesano, antropologo

Se noi vogliamo cambiare l’ecologia della terra dobbiamo cambiare l’ecologia dentro di noi” (James Hillman). Divinità minori fantastiche fuggono dal chiuso e tornano nella Natura. Un “cacciatore di sacro” le avvista nella Faggeta Vetusta, patrimonio dell’umanità, nei luoghi cari a Pasolini, nella campagna cimina. Gli dèi minori si manifesteranno, per 37 giorni (37 è un numero angelico, un messaggio benevolo degli angeli), nel giardino settecentesco e nel Palazzo Chigi Albani del complesso monumentale di Papacqua, residenza cinquecentesca del cardinale Madruzzo, casino di diletto con statue e fontane, luogo spirituale, artistico e iniziatico. La fontana della Satiressa con fauni, satiri, capre e altre figure simboliche, il dio Pan che avvista, forse, “divinità maggiori”, il Ninfeo, le Muse, la fontana del Mosè, le statue delle stagioni sono ricchi di rimandi naturali, mitologici e anche alchemici: la trasformazione della pietra in oro, l’Opus come ricerca spirituale di elevazione e di conoscenza. Le divinità minori di Cielo incluso percorrono una trasformazione alchemica “contromano”: ogni foglia, ogni seme, ogni povero resto della natura è già oro e torna materia spoglia, come la pietra tufacea frutto di eruzioni millenarie dei vulcani e il muschio del sottobosco antico della Selva Cimina. L’Opus si conclude con la perdita di “peso”: la materia si trasforma in immagine che diventa un simulacro a portata di mano, per ricordarci che un filo sacro collega tutte le cose, visibili e invisibili, attuali e remote, un filo intriso di quella meraviglia così familiare al bambino e al cielo.”
Maria Grazia Tata

Durante il periodo della mostra sono previsti due appuntamenti di approfondimento.

/ 31 luglio ore 10.30
Metamorfosi, la Natura fra miti, riti e poesia
Presentazione del libro di “L’Uomo Cervo”, pantomima, rito e mito
di Massimiliano Palmesano, antropologo.
L’autore parlerà di creature fantastiche, metamorfosi e sciamani .
Proiezione del reportage fotografico “Gl’Ciervo” di Salvatore Di Vilio.
Letture di Paco Milea, autore, attore, tratte da:
“Metamorfosi” di Ovidio,
“Metamorfosi”. Siamo un’unica, sola vita di Emanuele Coccia, filosofo.

/ 7 agosto ore 10.30
Il Canto degli Uccelli,
simbologia e alchimia fra Arte e Natura a Palazzo Chigi Albani, con:
Francesca Ceci, archeologa Musei Capitolini
Enrico Anselmi, storico dell’arte, curatore
Sigfrido E. F. Höbel, storico dell’arte.
Proiezione del video “Fonte Papacqua” di Sigfrido Junior Höbel, archeologo
per ProjectTuscia

Maria Grazia Tata, Cielo incluso 1

Maria Grazia Tata

Maria Grazia Tata, da tredici anni trasferitasi a Soriano nel Cimino, lega la sua ricerca artistica al ‘sacro’ e all’invisibile della natura, della poesia, della memoria e dei fatti quotidiani. Lavora con tutti i materiali. Ha esposto in palazzi storici, musei archeologici, gallerie in Italia e all’estero (Sydney, Maputo, Los Angeles). “Opere come luoghi segreti…dove trovare rifugio e stupore. Una visione privilegiata, quella di Maria Grazia Tata, che ci suggerisce le tracce per l’ascolto della Natura e dell’Arte: un invito silenzioso a rispettare quanto di più prezioso ci circonda. Ma anche spartito musicale o pioggia che suona.” (Raffaella Lupi, Galleria Sinopia Eventi, Roma).

Salvatore Di Vilio

Salvatore Di Vilio, originario di Succivo (in provincia di Caserta), da oltre quarant’anni gira l’Italia e il mondo con la sua macchina fotografica realizzando reportage. La sua poetica in bianco e nero ha attraversato diversi stili fotografici, dalla foto-archeologia industriale alla denuncia sociale, pur prediligendo le narrazioni di carattere antropologico. Il suo obiettivo è stato testimone degli ultimi giorni della civiltà contadina meridionale e per tali ragioni la sua dimensione artistica si è sempre intersecata con una prospettiva di ricerca sul campo, dal lavoro dei canapicoltori alle feste religiose e a quelle profane come il Carnevale.


INFO

Cielo incluso
Opere di Maria Grazia Tata
Fotografie di Salvatore Di Vilio

Testo e consulenza storico-antropologica di Massimiliano Palmesano
Con il patrocinio della Regione Lazio
In collaborazione con il Comune di Soriano nel Cimino
In collaborazione con Raffaella Lupi – Galleria Sinopia Eventi
Video “Cielo Incluso”: montaggio e musiche di Michele Mele

Inaugurazione 23 luglio 2022 ore 18.00
Complesso monumentale Palazzo Chigi-Albani
Giardini Pensili e Palazzo
Via Papacqua, 471 – Soriano nel Cimino (VT)
Fino al 28 agosto 2022
Orari: da mercoledì a domenica 10-13 / 15-19

Contatti
info: 0761 748871 – 3783033319
www.welcometosoriano.it
@tatamariagrazia  mgtata@iol.it
@salvatoredivilio  info@salvatoredivilio.it

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Iseo (BS): GIACINTO BOSCO. DOPPIO SOGNO. L’amore tra mitologia e mitografia

Giacinto Bosco, Luna Caprese

ISEO (BS)
Fino all’11 settembre 2022

GIACINTO BOSCO
DOPPIO SOGNO
L’amore tra mitologia e mitografia

A cura di Angelo Crespi

Il Lungolago e l’Arsenale ospitano 40 opere in bronzo monumentali di uno degli scultori figurativi più accreditati del panorama italiano.

Dall’11 giugno all’11 settembre 2022, Iseo (BS) rende omaggio a Giacinto Bosco (Alcamo, TP, 1956), uno degli scultori figurativi più accreditati e riconoscibili del panorama artistico italiano, tra quelli che proseguono la tradizione classica del Novecento.

Il Lungolago e l’Arsenale accolgono 40 opere in bronzo, alcune monumentali, in grado di ripercorrere il percorso creativo dell’artista siciliano.

La mostra, dal titolo Doppio sogno. L’amore tra mitologia e mitografia, curata da Angelo Crespi, organizzata dal Comune di Iseo, in collaborazione con la Fondazione L’Arsenale, con il patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia di Brescia, della Comunità Montana del Sebino Bresciano, con il contributo di Liquid Art System di Franco Senesi e di CUBRO Fonderia Artistica, presenta una serie di sculture di grandi dimensioni – la più imponente alta 6 metri -, che rappresentano al meglio la poetica di Giacinto Bosco, in cui la solidità del bronzo viene messa al servizio della leggerezza del sentimento d’amore.

Sono orgoglioso del lavoro condiviso con il sostegno dell’amministrazione comunale dal consigliere delegato alla Cultura e dall’Ente Arsenale – dichiara il sindaco di Iseo, Marco Ghitti – impegno e azione sinergica che hanno permesso di presentare qui le opere di grandi artisti, come Giacinto Bosco”.

“Ci poniamo l’obiettivo – prosegue Marco Ghitti – di esaltare la vocazione artistica di Iseo per far vivere qui la natura in simbiosi con l’arte nelle sue diverse espressioni. Un museo a cielo aperto in cui i suoi fantastici scorci paesaggistici dialogano con la creatività, realizzando un unicum irripetibile tra comunità, artista, opere e lo stupefacente ed emozionante spettacolo del lago d’Iseo”.

“L’amministrazione comunale d’Iseo, dopo l’eccellente risultato del 2021 ha deciso di replicare nel 2022 con una mostra di grande impatto figurativo e rappresentativo – commenta Cristina de Llera, consigliere delegato alla cultura del Comune d’Iseo -. Sono certa che, grazie a queste affascinanti opere di Giacinto Bosco, la “LUNA” saprà compiere il prodigio di avvicinare il lago al cielo”.

Alcune delle creazioni di Bosco ruotano attorno al tema della luna, una delle sue cifre espressive più caratteristiche e riconoscibili, in cui figure elementari quanto struggenti, che spesso anelano un contatto col satellite terrestre, sembrano librarsi mentre si dondolano su altalene appese al cielo, o tentano esercizi di equilibrio tenendosi sollevati su sedie e scale, arrampicandosi su funi.

Da esse traspare la solennità di sentimenti antichi e primari, come quello dello stupore umano di fronte all’astro notturno, che fu cantato da poeti quali Ariosto, Leopardi e Borges e che ispirò musicisti quali Beethoven e Debussy che, a loro volta, sono modelli culturali e della tradizione per Bosco.

A queste opere si aggiungono quelle in cui l’artista riflette sul mito dell’amore.

“Il lavoro di Giacinto Bosco – afferma Angelo Crespi – si concentra sulla mitografia dell’amore cioè sulla riscrittura in chiave di mito del sentimento dell’amore. Non c’è però nessuna tentazione archeologica, semmai la rappresentazione in chiave moderna e simbolica del desiderio d’amore. Quella di Bosco è infatti una mitologia personale e universale in quanto riflessione sul particolare ed è proprio qui la grandezza dell’arte di cogliere nel frammento l’eternità; le sue figure hanno la leggerezza di un Peynet o di un Folon ma nella solida resistenza del bronzo, gravi eppur leggere sono una plastica rappresentazione del desiderio desiderante che unisce la donna e l’uomo”.

Catalogo Electa.

Note biografiche

Giacinto Bosco

Giacinto Bosco (Alcamo, TP, 1956). All’età̀ di quindici anni si trasferisce a Milano: la vocazione artistica lo spinge da subito a frequentare la fonderia d’arte. Al Liceo Artistico Bramante a Milano incontra il maestro Luigi Teruggi che lo esorta a intraprendere un proprio percorso artistico. Nel 1990 si iscrive alla Società̀ per le Belle Arti ed Esposizione Permanente. Seguono gli anni delle prime committenze pubbliche: La Luce (1997) a Rescaldina, la statua di Giovanni Paolo II (2006) ad Arese, l’opera monumentale Un Mondo di Pace (2008) a Garbagnate Milanese, il Monumento ai Caduti a Nassirya (2009) a Borgosesia, la statua di Papa Benedetto XVI (2009) a Santa Maria di Leuca.

La sua produzione artistica si intensifica, partecipa a diverse mostre collettive, esponendo anche alla 54esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia nel padiglione Torino.

All’interno di una dimensione poetica che la sua immaginazione trasforma e plasma, inizia a sviluppare le sue tipiche narrazioni scultoree e, in particolare, i suoi aforismi alla Luna.

Sua prima personale alla Galleria Franco Senesi Fine Art di Positano dal titolo Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai, silenziosa luna? Da questo momento, si sviluppa il suo mondo onirico: i personaggi delle storie animano le sue sculture riportandolo sempre alle sue origini. Così, ritorna sentimentalmente ad Alcamo, il paese natale, con la mostra Rosa Fresca Aulentissima. Omaggio a Ciullo d’Alcamo, poeta e drammaturgo duecentesco della Scuola Siciliana, inaugurata da Vittorio Sgarbi.

La poesia continua e prende forma in figure da cui traspare la solennità̀ di sentimenti antichi e primari: l’isola di Capri lo accoglie con una personale alla galleria White Room della Liquid Art System ed espone poi in numerose occasioni internazionali, da Mosca a New York, da Istanbul a Miami.

Partecipa al progetto Expo Belle Arti Lombardia, promosso da Regione Lombardia per l’Esposizione Universale del 2015, ed è in mostra a Expo Milano In Sardegna, il borgo di Castelsardo sceglie per una nuova piazza, Colgo la luna, scultura omaggio a Leopardi e alla sua opera poetica.

Negli anni, la dimensione da sogno dei suoi racconti scultorei si pone in dialogo con differenti linguaggi, in molteplici personali e collettive, a livello nazionale e internazionale, da Pietrasanta a Dublino, da Milano a Hong Kong. Si inserisce, inoltre, in importanti percorsi storici che ne sanciscono il ruolo nel mondo dell’arte contemporanea, come in Novecento. Artisti di Sicilia, la grande mostra a Noto che percorre un secolo di storia dell’arte siciliana


INFO

GIACINTO BOSCO.
DOPPIO SOGNO. L’amore tra mitologia e mitografia
Iseo (BS), Lungolago e L’Arsenale (vicolo Malinconia, 2)
11 giugno – 11 settembre 2022

Inaugurazione: sabato 11 giugno 2022, ore 11.00; sarà presente l’artista.

Orari:  
giovedì e venerdì, dalle 16.00 alle 19.00;
sabato dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 22.00;
domenica e festivi, dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00

Ingresso gratuito

Informazioni:
www.giacintobosco.com
www.liquidartsystem.com

Social
FB:       @liquidartsystem
@giacintoboscosculptor
IG:        @liquidartsystem
@giacintobosco_sculptor

Catalogo: Electa

Ufficio stampa Comune d’Iseo
Carla Bruni | tel. 333.3213685 | carlabruni75@gmail.com

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CLP Relazioni Pubbliche
Clara Cervia | tel. 02.36755700 | clara.cervia@clp1968.it | www.clp1968.it