Arte che rinfresca le menti – Le mostre dell’estate-autunno 2022

In attesa di ritrovarci dopo la pausa estiva, Roberta Melasecca PressOffice – agenzia di comunicazione, ufficio stampa e promozione artistica – segnala alcune delle mostre aperte anche nel corso di agosto e quelle che si inaugureranno durante i mesi autunnali.

Moussa. Il segno sinuoso della bellezza
Palazzo Ducale – Castelnuovo di Porto (RM)
Fino al 18 settembre 2022

Fino al 18 settembre 2022 il Palazzo Ducale “Rocca Colonna” di Castelnuovo di Porto ospita la mostra “Moussa. Il segno sinuoso della bellezza“, mostra antologica dedicata a Moussa Aziz Abdayem (1947-2020).
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Cielo incluso
Opere di Maria Grazia Tata / Fotografie di Salvatore Di Vilio
Palazzo Chigi-Albani – Soriano nel Cimino (VT)
Fino al 28 agosto 2022

Fino al 28 agosto 2022, gli spazi di Palazzo Chigi-Albani di Soriano nel Cimino ospitano la mostra Cielo incluso con le opere di Maria Grazia Tata e le fotografie di Salvatore Di Vilio, accompagnata dal testo e dalla consulenza storico-antropologica del ricercatore indipendente Massimiliano Palmesano
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Premiazione Vincitori Premio Internazionale
“Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti”
Palazzo Duchi di Santo Stefano di Taormina
3 settembre 2022

Il 3 settembre 2022, presso la “Sala Saffo” del Palazzo Duchi di Santo Stefano di Taormina, si svolgerà la premiazione dei vincitori del Premio Internazionale “Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti” dedicato alla ricerca artistica di artisti under 35 e promosso da A-HEAD Project – Angelo Azzurro ONLUS
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XIII edizione Land Art al Furlo
Terra d’Arte e di Musica
Casa degli Artisti Sant’Anna del Furlo – Fossombrone (PU)
3 – 18 settembre 2022

La Casa degli Artisti di Sant’Anna del Furlo presenta la XIII edizione della Land Art al Furlo che si svolgerà dal 3 al 18 settembre 2022: più di cinquanta artisti nazionali e internazionali parteciperanno al Festival dell’arte e della musica
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Senso – Installazione di Monica Pennazzi
Grotta Giardini di Jos – Terra-Arte – Blera (VT)
Inaugurazione 10 settembre 2022

Il giorno 10 settembre 2022, alle ore 16.00, verrà presentata, all’interno di Terra-Arte 2022, nella grotta dei Giardini di Jos, l’installazione Senso di Monica Pennazzi in collaborazione con Ivan Macera, a cura e con un testo di Roberta Melasecca
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Passoscuro Art Festival 2022
Isola pedonale artistica sul Lungomare – Passoscuro Fiumicino (RM)
16 – 17 settembre 2022

Venerdì 16 e sabato 17 settembre 2022 inaugura la prima edizione di Passoscuro Art Festival, a cura dell’Associazione L’Isola delle Correnti e con il patrocinio del Comune di Fiumicino
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Anna Romanello – À Rebours Attraversamenti di memorie
Istituto Italiano di Cultura a Parigi
Inaugurazione 10 ottobre 2022

Dal 10 ottobre al 9 novembre 2022 l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi presenta la mostra di Anna Romanello “À Rebours Attraversamenti di memorie. Opere 2022-1985, a cura di Tiziana Musi

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Artkeys Prize – Festival di arte contemporaneaMostra dei Vincitori
Ex Tabacchificio Borgo Cafasso (SA)
19 – 27 novembre 2022

Dal 19 al 27 novembre 2022 saranno in mostra,nell’area dell’Ex Tabacchificio di Borgo Cafasso, a due passi dall’area archeologica di Paestum, i vincitori di Artkeys Prize – Festival di arte contemporanea, nelle diverse categorie di pittura, scultura e installazione, fotografia, video arte e performance…
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Melasecca PressOffice – Interno 14 next
Roberta Melasecca
mail: roberta.melasecca@gmail.com – info@melaseccapressoffice.it
www.melaseccapressoffice.it – www.interno14next.it

Settore Musei Civici Bologna: Sean Scully. A Wound in a Dance with Love

Con l’avvicinarsi di Ferragosto, vi ricordiamo le sedi del Settore Musei Civici Bologna che lunedì 15 agosto 2022 saranno regolarmente aperte per consentire la visita in occasione della giornata festiva:  
– Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2) | h 10-19
– Museo Civico Medievale (via Manzoni 4) | h 10-19
– Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6) | h 10-18.30
– Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44) | h 10-18.30
– MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Minzoni 14) | h 10-19
– Museo Morandi (via Don Minzoni 14) | h 10-19
– Museo internazionale e biblioteca della musica (Strada Maggiore 34) h 10-19

Per maggiori informazioni e per le modalità di accesso raccomandate si invita a consultare il sito www.museibologna.it.

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | via Don Minzoni 14

Sean Scully. A Wound in a Dance with Love

A cura di Lorenzo Balbi

Sean Scully
A Wound in a Dance with Love
Veduta di allestimento / Installation view
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2022
Foto Ornella De Carlo

L’esposizione al MAMbo A Wound in a Dance with Love, a cura di Lorenzo Balbi e con la Kerlin Gallery di Dublino come main partner, è basata sulla mostra Sean Scully: Passenger – A Retrospective, curata da Dávid Fehér e organizzata dal Museum of Fine Arts – Hungarian National Gallery di Budapest (14 ottobre 2020 – 30 maggio 2021), successivamente ospitata al Benaki Museum di Atene, e arriva a Bologna in una versione rinnovata e pensata per il MAMbo. 
L’artista è nuovamente protagonista di una personale a Bologna dopo 26 anni: nel 1996 fu proprio la Galleria d’Arte Moderna, da cui discende il MAMbo,a dedicargli una mostra nella sede di Villa delle Rose.
Nell’arte di Scully confluiscono in eguale misura tanto un’estesa conoscenza delle opere di maestri antichi e contemporanei quanto una singolare sensibilità nel trarre suggestioni visive ed emozionali da dati di realtà. La mostra bolognese, con 68 lavori esposti (dipinti a olio, acrilici, acquerelli, disegni e una scultura monumentale), intende evidenziare la dialettica costante fra queste due componenti fondamentali del lavoro dell’artista, ripercorrendo una vicenda creativa lunga oltre cinquant’anni.
Dalle prime sperimentazioni figurative degli anni ’60 e le opere minimaliste degli anni ’70 fino al lavoro attuale, A Wound in a Dance with Love documenta i più importanti sviluppi di una pratica sempre coerente con i propri presupposti eppure capace di variare significativamente nel corso del tempo, in relazione a esperienze emotive ed evoluzioni esistenziali come ad affetti e lutti.


MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | via Don Minzoni 14
Sean Scully. A Wound in a Dance with Love
A cura di Lorenzo Balbi
Periodo di apertura: fino al 9 ottobre 2022
Ingresso: intero € 6 | ridotto € 4
Orari di apertura: martedì, mercoledì h 14-19; giovedì h 14 -20; venerdì, sabato, domenica, festivi h 10-19; chiuso lunedì non festivi
Telefono: 051 6496611
Sito: www.mambo-bologna.org

Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
Via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 6496653 / 6496620
Ufficio Stampa Bologna Musei
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it
www.museibologna.it
Instagram @bolognamusei

Settore Musei Civici Bologna: Jacopo Valentini. Concerning Dante – Autonomous Cell

Con l’avvicinarsi di Ferragosto, vi ricordiamo le sedi del Settore Musei Civici Bologna che lunedì 15 agosto 2022 saranno regolarmente aperte per consentire la visita in occasione della giornata festiva:  
– Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2) | h 10-19
– Museo Civico Medievale (via Manzoni 4) | h 10-19
– Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6) | h 10-18.30
– Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44) | h 10-18.30
– MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Minzoni 14) | h 10-19
– Museo Morandi (via Don Minzoni 14) | h 10-19
– Museo internazionale e biblioteca della musica (Strada Maggiore 34) h 10-19

Per maggiori informazioni e per le modalità di accesso raccomandate si invita a consultare il sito www.museibologna.it.

Museo Civico Medievale | via Manzoni 4

Jacopo Valentini. 
Concerning Dante – Autonomous Cell

A cura di Carlo Sala

Jacopo Valentini
Concerning Dante – Autonomous Cell
Vedute di allestimento presso Museo Civico Medievale, Bologna (2022)
Foto Federico Landi

La mostra di Jacopo Valentini Concerning Dante – Autonomous Cell, a cura di Carlo Sala, è un progetto fotografico legato all’immaginario dantesco che ripercorre lungo l’Italia i viaggi reali compiuti dal poeta e quelli letterari attraverso il suo capolavoro, la Divina Commedia. Le opere dell’autore sono esposte lungo i tre piani della collezione permanente del museo, creando così un dialogo formale e ideale che in alcuni passaggi si fa particolarmente eloquente, come con la colossale statua realizzata da Manno di Bandino che ritrae papa Bonifacio VIII, personaggio centrale nei rivolgimenti politici fiorentini che provocarono l’esilio del poeta.
La ricerca si snoda attorno a tre luoghi simbolici, che sono interpretati come i varchi che conducono rispettivamente a Inferno, Purgatorio e Paradiso, dei veri e propri punti di contatto tra la narrazione della Commedia e la realtà del territorio italiano. Il primo, le bocche vulcaniche dei Campi Flegrei, era per gli antichi romani l’antro di Caronte, il traghettatore delle anime dei morti al di là del fiume dell’Ade, e Virgilio nell’Eneide vi colloca la discesa agli inferi. La Pietra di Bismantova è ritratta dall’artista a simboleggiare il Purgatorio, seguendo un esplicito richiamo del testo nel IV Canto. Il delta del Po è invece la figurazione del Paradiso: un luogo che non presenta un legame filologico con il libro, ma è stato adottato come un pretesto visivo capace di evocare le suggestioni del poema mediante il suo caratteristico paesaggio sospeso e atemporale.
Uno degli aspetti preminenti che la ricerca di Valentini vuole far emergere sul rapporto tra testo letterario e paesaggio è come l’influenza del primo verso quest’ultimo sia stata tale da condizionare la percezione dei luoghi. A contribuire a questo processo è stata l’ampia mole di figurazioni del testo che si sono succedute nei secoli, a cui il fotografo si è approcciato ritraendo con la tecnica dello still life alcuni lavori di Federico Zuccari, Alberto Martini e Robert Rauschenberg. Ogni opera autoriale fotografata da Valentini è una ‘cellula’ di quel complesso universo visivo in perenne mutazione, che forma l’immaginario dantesco e che appare come una cartina tornasole dell’evoluzione della società e del suo rapporto con aspetti cruciali quali la morale, la religione e il potere.
Concerning Dante –Autonomous Cell è vincitore di “Cantica21. Italian Contemporary Art Everywhere” – Sezione Under 35 promosso dalla Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Il progetto è corredato da un’iniziativa editoriale di Humboldt Books, resa possibile grazie all’Istituto Italiano di Cultura di Addis Abeba.
La mostra al Museo Civico Medievale è realizzata in collaborazione con Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica, FMAV Fondazione Modena Arti Visive, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Ministero della Cultura.


Jacopo Valentini. Concerning Dante – Autonomous Cell
A cura di Carlo Sala
Periodo di apertura: fino al 25 settembre 2022

Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
Via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 6496653 / 6496620
Ufficio Stampa Bologna Musei
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12- Letture estive: “Feria d’agosto” di Cesare Pavese – Sogni al campo

La scelta delle letture estive è talmente impegnativa che si preferirebbe essere già a settembre. Naturalmente stiamo scherzando, perché i suggerimenti offerti sono talmente tanti che potremmo trascorrere tutto il tempo a passarli in rassegna. La Redazione Il Libraio, ad esempio, fornisce una lunga e documentata lista di Libri da leggere: oltre 200 consigli per l’estate 2022. Dovete solo acquistare il libro che preferite e portarvelo sotto l’ombrellone.

In verità, l’espressione “libro da ombrellone” sembra alquanto irriverente trattandosi di letture, che certo non vorremmo fossero del tutto disimpegnate e superficiali. La proposta che vi facciamo è, quindi, (ri)scoprire un bel libro di un grande autore italiano del Novecento. Un libro solo, da leggere, capitolo dopo capitolo, dovunque voi siate.

Feria d’agosto di Cesare Pavese, raccoglie brevi racconti incentrati sugli anni giovanili dell’autore: la vita in campagna, le vigne, l’infanzia in contrapposizione col mondo degli adulti, la voglia di lasciare quelle colline e conoscere il mondo. Infine, la città, le case, le feste, le amicizie. Sono temi che si ritrovano anche in altri capolavori di Cesare Pavese. Sono i temi che per tutto il mese d’agosto ci accompagneranno sulle pagine di Experiences. Buona lettura e buone ferie, per voi e per noi.

Parte seconda: La città

Sogni al campo

C’erano mattine che ci svegliavamo stranamente riposati, tanto riposati che ci pareva d’essere stanchi. Il corpo ci pesava come pesa nel sonno. Nelle reni e nei polpacci si schiumava un sangue torpido ma vivo. Guardandoci in faccia, ciascuno di noi pareva venire da lontano. Parlavamo del giorno, del bel tempo sperato, quando anche il cielo alle inferriate era coperto di nuvole. Ma nessuno osava dire ch’era proprio quel torpore e quella stanchezza del cielo a farci socchiudere gli occhi di compiacenza – una furtiva compiacenza che ci lasciava irresoluti.

Non so se più tardi, aggirandoci tra le baracche, c’era qualcuno che raccontasse al suo compagno come aveva passato la notte. Un giorno mi chiesero: — Tu, che cosa hai sognato? — e non seppi rispondere se non che avevo dormito come un bambino, senza sogni.

Eravamo come bambini, fra quelle tristi baracche, e in attesa d’incolonnarci per l’uscita consueta chi si affannava a correre cercando qualcosa, chi sedeva scioperato su una cassetta o uno scalino. Scioperati eravamo tutti, ma alcuni non volevano saperne di abbandonarsi al torpore. Temevano di doversi poi riscuotere, a un richiamo esterno, per rientrare nel giorno. Eppure quel torpore era in noi, e sapeva di un’immensa fatica, durata chi sa quanto, e chi sa dove. Ci pareva, in quel risveglio, d’incespicare come chi esce da un mare dove ha nuotato fino all’ultimo lasciando cadere a piombo nell’acqua le gambe stremate. Qualcosa era certo accaduto, durante la notte. Avevamo sognato con tanta convinzione che adesso ogni ricordo era abolito e ci restava nel sangue soltanto uno stupore incredulo. Così il ronzio del silenzio fa pensare talvolta a un urlo, a un clamore tanto assordante che non si oda più nulla.

Non ho vergogna di confessare che ho paura del buio – io che pure tenni duro in quel campo della desolazione, dove lo spuntare di una bella giornata ci faceva pena tant’era assurdo. Avevamo paura di noi stessi e del buio. E chi ha paura del buio non è che creda a prodigi esistenti. Semplicemente è uno che sa che il suo sangue e il suo pensiero possono scuotersi al contatto della notte e schiumare meraviglie come un cavallo il sudore. Accadeva di risvegliarci la mattina a poco a poco, senza una scossa, come una barca s’accosta alla riva; e si scendeva indolenziti guardandoci intorno, un po’ sorpresi, quasi che quelle eterne baracche fossero bensì le stesse ma i nostri occhi, lavati nel mare nero del sonno, non le riconoscessero subito. Chi di noi si sedeva fin di primo mattino, levando lo sguardo agli inquieti che s’affaccendavano sotto il cielo basso per le viuzze del campo, aveva l’aria di cercare tra i compagni quelli che nella notte si erano aggirati con lui e con lui avevano affrontato gli spaventi, le peripezie dei torbidi sogni. Nessuno ne parlava. Ci bastava di sentire affievolirsi in noi la meraviglia.

Parlavamo del giorno invece, e delle nostre occupazioni consuete. Siccome nulla in quel campo potevamo cominciare con la certezza di finire, seguivamo ogni volta gli umori del cielo, e nella sua serenità cercavamo di leggere avidamente la nostra, ma era ogni giorno una delusione perché le tristi baracche ce ne mostravano l’inutilità. Sole e vento ci esasperavano, come fanno ai malati. Poi col trascorrere della bella stagione imparammo a serbarci malinconici sotto il cielo più terso, e ciò volle dir molto per la nostra pace, giacché tra noi soffrivano di più quelli che parevano più spensierati.

Forse di notte ci accadeva veramente di sperimentare ciò che di giorno tacevamo con tanta cura. Di notte il nostro corpo s’involava di là dall’ultima baracca, di là dalle colline silenziose, se pure nel sogno ci sono ancora baracche e colline e non invece un campo nero dove le cose traspaiono per luce propria e i terrori le fitte le ansie i ritrovamenti sono una cosa sola col tumulto del sangue che mugge nel buio. Gli eventi del sonno erano già dimenticati prima ancora che accadessero, e di qui nasceva forse la tremenda fatica per riportarli in luce, per riportare alla luce almeno quel sangue e quel corpo in cui s’erano avverati. Forse in certe notti chi ci avesse visto dormire non ci avrebbe riconosciuti. Una lampada assente moriva nella baracca: pareva oscillare, essa stessa preda del sogno. Nulla di ciò che la sua scarsa luce toccava, era vero. Erano veri i tumulti e i tuffi del sangue nell’assurda immobilità della notte, come di una ruota che rapita in un turbine appare ferma. Chi di noi si svegliava prima dell’alba, tendeva l’orecchio alla notte e, parendogli di esser fuori del mondo, attendeva con ansia la voce rauca delle sentinelle.


Edizione completa sulla pagina dedicata a Feria d’agosto di liberliber.it . Testo digitalizzato da Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it, revisionato da Catia Righi, catia_righi@tin.it, e Ugo Santamaria.