Lecce, Fondazione Biscozzi Rimbaud: GRAZIA VARISCO Sensibilità percettive

Tavola magnetica trasparente “Filamenti liberi”, 1960, telaio in legno, rete metallica, filamenti mobili con calamita, 60,5 × 48 cm

CS VARISCO Fondazione Biscozzi Rimbaud DEF

GRAZIA VARISCO Sensibilità percettive
Lecce,

Fondazione Biscozzi | Rimbaud 9 ottobre 2022 – 8 gennaio 2023

La mostra dedicata alla celebre artista Grazia Varisco in programma alla Fondazione Biscozzi | Rimbaud di Lecce dal 9 ottobre all’8 gennaio 2023 è la terza mostra temporanea realizzata dalla nascita della Fondazione, dopo L’artista del bianco nel 2021, protagonista Angelo Savelli, e L’altra scultura con le opere dello scultore salentino Salvatore Sava. Esposizione proposta dal direttore scientifico e curatore Paolo Bolpagni e accolta con entusiasmo da Dominique Rimbaud, presidente della Fondazione, tra i cui scopi riveste un ruolo centrale l’educazione ai linguaggi del contemporaneo.

Si parte da Tema e svolgimento (1957-1959), risalente al periodo di apprendistato all’Accademia di Brera, “semplice e lieve – scrive Bolpagni nel suo saggio in catalogo – quasi à la manière de Paul Klee… un rotolo di carta caduto e l’idea di trarre da un simile evento casuale lo spunto per un’interpretazione estetica”. L’opera rivela già la sensibilità percettiva della Varisco e il suo porsi in osservazione e “in ascolto” costante della realtà. Nel 1959-1960 comincia l’avventura del cinetismo con il famoso Gruppo T, che nasce a Milano con la partecipazione della Varisco insieme con Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo e Gabriele Devecchi: la loro poetica è incentrata sul concetto di miriorama, cioè sull’idea della variazione dell’immagine nella sequenza temporale. Nascono le tavole magnetiche di Grazia Varisco, di cui in mostra sono presenti due esemplari – Tavola magnetica a elementi quadrati (1959) e Tavola magnetica trasparente “Filamenti liberi” (1960) – con elementi fissati al supporto tramite magneti e quindi spostabili: oggetti semplici, dalle forme regolari e geometriche, oppure filamentose e aree. “Per Grazia Varisco – spiega Bolpagni – è anche un invito al gioco, ma la componente ludica, che pure è presente e importante, non esaurisce il significato di questi lavori, che implicano la partecipazione attiva dello spettatore e la moltiplicazione delle possibili configurazioni dell’opera stessa, che perde la sua aura di compiutezza definitiva”.

Della stagione cinetica, ultima grande avanguardia europea – che ebbe tra i suoi precursori futuristi, dadaisti, bauhausiani e costruttivisti, e di cui si ricordano mostre storiche a Parigi, Zagabria, Milano e New York – in mostra troviamo quattro opere di Grazia Varisco: Oggetto cinetico luminoso (1962), Variabile + Quadrionda 130, Scacchiera nera (1964), +Rossonero- (1968) e Oggetto ottico-cinetico (1968-1969), i primi due dotati di motore elettrico e dunque di un movimento connaturato all’opera stessa. Qui la Varisco si basa sul concetto di frammentazione della luce, realizzata in diversi modi: “una immagine – scrive Bolpagni – generata da configurazioni che appaiono e scompaiono alternatamente, prodotte dall’interferenza tra dischi rotanti nei quali sono intagliate trame che lasciano filtrare la luce suscitata dalla sorgente elettrica; oppure Reticoli frangibili e Mercuriali, costruiti con vetri industriali a rilievi regolari e superficie lenticolare, che cambiano, con il mutare della posizione dell’osservatore, la percezione di ciò che è contenuto nella scatola (schemi geometrici colorati o borchie di acciaio ‘fluidificate’ dall’effetto di rifrazione, così da innescare un continuo spostamento del punto di vista, una situazione d’instabilità tipica dell’accadere della realtà)”.

Grazia Varisco, reduce dalla partecipazione alla Biennale di Venezia nel Padiglione Centrale e da una recente mostra antologica a Palazzo Reale a Milano, presenta negli spazi della Fondazione leccese una piccola ma preziosa mostra di diciassette opere che coprono l’intero arco della sua carriera, dalla fine degli anni Cinquanta al 2009, in un percorso in cui

i singoli lavori costituiscono un corpo unitario, pur conservando ciascuno la propria originalità.

Conclusa l’esperienza del Gruppo T, Grazia Varisco prosegue il proprio percorso in autonomia, seguita da critici attenti come Ballo, Belloli e Dorfles, realizzando nel 1966 la sua prima mostra personale. Negli anni Settanta l’artista sperimenta la manipolazione libera della carta e del cartoncino e l’apertura programmatica all’azione perturbante del caso, mantenendo sempre al centro l’analisi dei meccanismi percettivi. Nascono serie fortunate come le Extrapagine e gli Extralibri: in mostra sono presenti quattro lavori come Meridiana 2 (1974), Extralibro (1975), Spazio potenziale (1976) e Extrapagina “Spartito musicale” (1977).

“Gli Spazi potenziali – prosegue Bolpagni – segnano un altro momento importante: la Varisco qui si diverte ad aprire, scomporre e ricomporre i telai di ferro delle sue opere, in un’investigazione maieutica che implica anche un protendersi verso la tridimensionalità già riscontrato nella Meridiana, dove le strisce metalliche aggettanti creano l’immagine insieme con l’ombra da esse proiettata, in un meccanismo percettivo che è sempre mutevole e instabile”.

Nella seconda metà degli anni Ottanta, la Varisco crea il ciclo Fraktur, con l’osservazione degli angoli di raccordo tra due o tre piani ortogonali e uno studio delle soglie e delle disarticolazioni. In mostra troviamo Implicazioni B (1986), Incastro giallo (1987) e Fraktur – Ferro 1 (1997). E poi, degli anni Duemila, Quadri comunicanti (2008) e Filo rosso (2009).

La mostra si chiude con Silenzi (2006), articolazione di piani e vuoti prodotta dalla sovrapposizione di semplici telai: un altro salto concettuale per interpretare il mondo di un’artista visionaria e ad alto tasso di creatività.

Extralibro, 1975, cartone, cartoncino monolucido, pennarello nero, 72 × 75 cm

La Fondazione Biscozzi | Rimbaud

La Fondazione Biscozzi | Rimbaud, nata nel 2018 per volontà di Luigi Biscozzi (1934-2018) e di sua moglie Dominique Rimbaud e aperta al pubblico dal 2021, costituisce per la Puglia un centro d’eccellenza per l’arte contemporanea.
La peculiarità della Fondazione, oltre alla collezione permanente che comprende i nomi più importanti delle arti visive del XX secolo – de Pisis, Martini, Prampolini, Albers, Magnelli, Veronesi, Melotti, Burri, Dorazio, Birolli, Tancredi, Scanavino, Consagra, Azuma, Dadamaino, Bonalumi, Savelli, Schifano e molti altri, – è quella di caratterizzarsi come uno spazio dinamico e aperto, che interagisce con il territorio e le sue istituzioni culturali.

La Fondazione si pone come obiettivo quello di attrarre e incentivare l’attenzione di un pubblico più vasto e intergenerazionale verso la fruizione dell’arte contemporanea, concependo i propri ambienti come veri e propri laboratori d’apprendimento e formazione.

Biografia di Grazia Varisco

Grazia Varisco è nata a Milano il 5 ottobre 1937.
Dal 1956 al 1960 frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera, allieva di Achille Funi.
Dal 1960, attiva nella ricerca artistica come esponente del gruppo T con Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo e Gabriele De Vecchi, partecipa alle manifestazioni Miriorama, alle mostre di arte programmata e a quelle del movimento internazionale Nouvelle Tendance, con occasioni di incontro e di scambio con artisti dei gruppi italiani e stranieri animati da interessi nel campo della percezione e della sperimentazione.
Conclusasi l’esperienza di gruppo, dalla metà degli anni Sessanta Grazia Varisco continua la sperimentazione e l’attività espositiva in modo autonomo.
Dal 1961 al 1967 svolge attività di grafica per l’Ufficio Sviluppo della Rinascente, per la rivista «Abitare», per la Kartell e per il Piano intercomunale milanese (1962-1963).
Nel 1969 e nel 1973, in occasione di prolungati soggiorni negli Stati Uniti, incontra e frequenta artisti e docenti dei Departments of Fine Arts, intrattenendo rapporti che contribuiscono alla sua formazione.
Dal 1979-1980 si impegna nell’attività didattica e dal 1981 al 2007 è titolare della cattedra di Teoria della percezione all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
Partecipa a importanti rassegne nazionali e internazionali tra cui: Biennale di Venezia, 1964, 1986 e 2022; Quadriennale di Roma, 1965, 1973 e 1999; Trigon di Graz, 1977; Arte italiana 60/82 alla Hayward Gallery di Londra, 1982; Electra al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, 1983; Triennale Toyama Now, 1990; Force Fields. Phases of the Kinetic al Museu d’Art Contemporani di Barcellona e alla Hayward Gallery di Londra, 2000; Beyond Geometry al Los Angeles County Museum e al Miami Art Museum, 2004; Gli ambienti del gruppo T alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, 2005; Lo sguardo del collezionista. Opere della Fondazione VAF al Mart di Rovereto, 2005; Op art alla Schirn Kunstalle di Francoforte, 2007; Arte cinetica e programmata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, 2012.
Nel 2007, su segnalazione dell’Accademia di San Luca, riceve dal presidente Giorgio Napolitano il Premio nazionale Presidente della Repubblica per la scultura.
Sue opere figurano in musei e collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero, fra cui la Collezione Farnesina, la Collezione dell’Accademia di San Luca e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il Museum of Modern Art di New York, il MAMbo di Bologna, la Fondazione Museo de arte moderno Jesús Soto a Ciudad Bolívar, il museo di Würzburg, il Museum Ritter a Waldenbuch, il Centre Georges Pompidou a Parigi, la Galleria d’Arte Moderna di Gallarate, il MAC di Lissone, il Museo di Villa Croce di Genova, il Museo della Permanente, la Fondazione Prada, le Gallerie d’Italia e il Museo del Novecento a Milano.
Nel 2017 la Triennale di Milano le ha dedicato una mostra-omaggio. Del 2022 è la personale a Milano a Palazzo Reale.
Nel 2018 riceve dall’Accademia dei Lincei il Premio Feltrinelli per le Arti Visive.
Grazia Varisco vive e lavora a Milano.


INFO

Titolo: Grazia Varisco. Sensibilità percettive Date: 9 ottobre 2022 – 8 gennaio 2023

Inaugurazione: 8 ottobre 2022, ore 19 Curatore: Paolo Bolpagni

Catalogo: Silvana Editoriale

Mostra promossa e prodotta da: Fondazione Biscozzi | Rimbaud

Con il patrocinio del Comune di Lecce

Progetto grafico: Arrigoni Architetti

Comunicazione digitale: Co.M.Media, Lecce

Sede: Fondazione Biscozzi | Rimbaud, piazzetta Baglivi 4, 73100 Lecce – gli spazi sono completamente accessibili ai diversamente abili

Apertura: dal martedì alla domenica dalle ore 16 alle 19; l’ultima domenica di ogni mese dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19

Biglietto d’ingresso: 5 euro (comprensivo anche di visita dell’esposizione permanente della Fondazione); 3 euro per la sola visita della mostra

Biglietto ridotto: 3 euro (comprensivo anche di visita dell’esposizione permanente della Fondazione) per gruppi superiori alle 15 unità, minori di 18 anni, scolaresche (della primaria e delle secondarie), studenti di università, accademie d’arte e conservatori provvisti di tesserino, insegnanti; per tutti, salvo le gratuità prevista, nell’ultima domenica di ogni mese

Biglietto gratuito per bambini fino ai 6 anni, diversamente abili (e accompagnatore), un accompagnatore per ogni gruppo, soci ICOM, militari e forze dell’ordine con tesserino, guide turistiche, giornalisti con tesserino

Informazioni: www.fondazionebiscozzirimbaud.it, info@fondazionebiscozzirimbaud.it, segreteria@fondazionebiscozzirimbaud.it, tel. 0832 1994743

Musei e collezionisti tornano ad acquistare alla BIAF – La 32ma edizione si chiude con molti successi

24 Settembre 2022 – 02 Ottobre 2022
Firenze, Palazzo Corsini

BIAF – BIENNALE INTERNAZIONALE DELL’ANTIQUARIATO
DI FIRENZE 2022

Antonacci Lapiccirella – Ippolito Caffi:: Ascensione in mongolfiera sulla campagna romana (Lago di Albano), 1847, Tempera su cartoncino, 14 x 22,5 cm

È stata la Biennale delle grandi aspettative, perché ha segnato il ritorno, non dopo due anni come sarebbe stato naturale ma dopo tre, della Mostra Mercato dell’Antiquariato più importante in Italia. Antiquari e operatori del settore guardavano con speranza e ottimismo a questo appuntamento come il momento di rinascita di un mercato – e del suo indotto – fortemente messo in difficoltà dalla pandemia. I risultati sono più che positivi e hanno superato le speranze, in termini di presenze di collezionisti, direttori di musei e appassionati e, di quel che più conta, di vendite.

“Abbiamo lavorato tre anni per organizzare l’edizione della rinascita, chiedendo agli antiquari di portare solo qui a Firenze, i capolavori più rari e preziosi. La qualità delle opere proposte è stata sotto gli occhi di tutti e di questo voglio ringraziare tutte le gallerie. Credo sia stata un’edizione eccitante da tutti i punti di vista” dichiara Fabrizio Moretti, segretario generale della Biennale dell’Antiquariato di Firenze.

Rafforzata da nuove prestigiose partnership con Arte Generali e EY e riconferme di partnership istituzionali come Fondazione CR Firenze, Camera di Commercio di Firenze, la BIAF ha potuto avvalersi di un network più ampio in grado di attirare a Firenze negli 11 giorni di apertura un pubblico nuovo e internazionale che in città ha trovato ad attenderlo grandi eventi espositivi.

Alla mostra dell’Antiquariato non sono mancate le innovazioni, come la realizzazione di “Eternal Memories”, il primo docu-game al mondo concepito per raccontare alle giovani generazioni l’arte antica attraverso un momento ludico. E ancora il corner EY, dedicato all’innovazione in cui si è sperimentato il legame tra nuove tecnologie e arte, e uno spazio museale all’interno del Metaverso con opere d’arte premiate nelle precedenti edizioni della BIAF per vivere, anche da remoto, un’esperienza immersiva.

A Palazzo Corsini, ancora più splendente dopo il restauro della facciata e dello scalone nobile, 77 gallerie italiane ed estere hanno dato vita ad allestimenti eleganti per accogliere opere di importanza museale. Una proposta elevatissima per qualità secondo la critica più esperta, italiana ed internazionale, che ha raccontato la Biennale sulla stampa in termini entusiastici.

Un grande impegno da parte degli antiquari a scoprire, studiare e restaurare opere “nuove per il mercato”, cosa non scontata nell’ambito dell’antico in cui il “giacimento” non è infinito o riproducibile.

Risultato di questo sforzo collettivo sono le numerose vendite riportate dalle Gallerie a collezioni private e a Musei con gli Uffizi che hanno fatto da apripista aggiudicandosi ben sei opere acquisite (e la donazione di un disegno preparatorio del pittore cinquecentesco Carletto Caliari per un quadro oggi custodito al Louvre, donato dal gallerista Enrico Frascione), seguiti dagli acquisti del Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Rovereto e dalla Galleria dell’Accademia di Firenze.

Il museo degli Uffizi in particolare ha scelto due quadri e una scultura del Seicento: “Ritratto di giovane vittorioso sull’Invidia” di Pietro Paolini esposto dalla Galleria Porcini, e  “Allegoria del Disegno e della Pittura” di Francesco Cairo proposta da Frascione Arte. Inoltre il prezioso busto in avorio di Cosimo III de’ Medici scolpito da Jean-Baptiste Basset a Livorno nel 1696, esposto nello stand della Galleria Orsi e un autoritratto dell’Ottocento, Felice Cerruti Bauduc, “Atelier con il pittore in atto di dipingere il Combattimento di Sommacampagna” di Pallesi Art Gallery. Infine, di Giacomo Manzù il museo ha acquistato presso lo stand di Galleria Gomiero una Pietà in bronzo del 1950.

Le trattative sono private e spesso si concludono anche a settimane di distanza, tuttavia alcune gallerie hanno fatto sapere, nei giorni scorsi, quali opere e oggetti hanno trovato “casa”. Un collezionista privato e non un museo, come sarebbe stato legittimo supporre, ha acquistato nella prima mezz’ora di preview le Posate di Cosimo I de’ Medici Granduca di Toscana esposte nello stand della galleria Longari. Di manifattura fiorentina del XVI secolo (Ferro dorato e cesellato; decorazione a niello) il set era composto da 4 forchette, 4 coltelli, un forchettone e un coltellone. Due vendite museali per Frascione Arte per le seguenti opere: Francesco Cairo, “Allegoria della Pittura e del Disegno” 1635 ca. olio su tela, 125×93,5 cm e Niccolò Betti, “Crocifissione” 1572-1577 ca. olio su tavola, 47×31 cm.

Giacometti Old Master Paintings ha portato a termine numerose vendite tra le quali segnalano: Luigi de Luca “Monello napoletano”, terracotta, ante 1880 venduto a un collezionista giapponese. E di Saverio della Gatta una “Veduta della Villa di Diomede a Pompei” e Veduta della Tomba di Virgilio a Napoli”, entrambi gouaches su carta, 1807 venduti a un noto artista italiano. La Galleria Carlo Virgilio ha venduto sette opere, tra le più importanti segnala di Raphael Mengs il “Ritratto di una giovane nobildonna”, 1760-1770 circa, Olio su tela a collezionista italiano e un bronzo di Duilio Cambellotti “L’avo” del 1924 entrato ora in una collezione toscana.

La Galleria Paolo Antonacci ha fatto sapere che già la prima sera di preview ha venduto il bellissimo dipinto raffigurante il duomo di Firenze (Alfred Berg, “Veduta notturna del duomo di S. Maria del Fiore”) a un collezionista fiorentino, inoltre un quadro di Nino Costa a collezionista romano, un bel disegno a due clienti americani e i due magnifici acquarelli “vedute di Roma” di Keisermann a un cliente romano. I giovani galleristi Caretto & Occhinegro hanno venduto uno degli highlight di questa edizione, “giochi di scimmie (coppia di dipinti)” di Abraham Teniers, un olio si tavola del 1650 ca. aggiudicato durante i giorni iniziali della fiera a un nuovo collezionista.  Pietro Cantore della omonima galleria segnala la vendita, tra le altre, di un bel rame dell’artista bolognese Francesco Albani raffigurante “Il Padre Eterno appare alle Sante Tecla e Agnese”, di cui esiste una variante su tela nella Cattedrale di Osimo nelle Marche andato a cliente emiliano. Bellissimo il tavolo di Giacomo Manzù venduto dalla Galleria Botticelli Antichità in legno bronzo e cristallo proveniente da villa Lampugnani Bordighera.

È sicuramente un amante dei cani il o la collezionista che da Società di Belle Arti ha acquistato un’opera di Eugenio Cecconi intitolata “I miei amici”, composta da 14 ritratti ad olio dei cani appartenuti all’artista. Un nuovo cliente conosciuto in fiera non se lo è lasciato scappare. La Galleria Nobile ha venduto un disegno realizzato da Balthasar Kłossowski De Rola alias Balthus che ritrae l’amico Renato Guttuso nel 1975 e inoltre il sorprendente Autoritratto di Armando Locatelli, un olio su tavola del 1925.

Per la galleria Antonacci Lapiccirella di Roma la 32ma edizione della BIAF è stata un successo: “grande affluenza di collezionisti, curatori di musei e appassionati d’arte internazionali” e comunica di aver venduto sette opere, tra cui un’affascinante tempera di Ippolito Caffi (“Ascensione in mongolfiera sulla campagna romana (Lago di Albano del 1847″) a un nuovo collezionista. Sempre a collezionisti privati sono andati anche il bellissimo bronzo di Libero Andreotti “Donna che fugge” del 1919, proveniente dalla collezione Ugo Ojetti e il capolavoro di Onofrio Martinelli “I Giganti”.

Non nasconde entusiasmo la Galleria di Carlo Orsi con importanti vendite all’attivo: “Antioco e Stratonice” di Gaspare Landi, venduto a un privato e il “ritratto di Cosimo III de’ Medici” di Jean-Baptiste Basset, venduto come è noto agli Uffizi. La Galleria Poggiali conferma un totale di tre vendite dei due artisti presentati alla BIAF, Arnulf Rainer e Claudio Parmiggiani andati tutti collezionisti privati. Non svela le vendite ma solo parecchio entusiasmo Matteo Salamon che di BIAF ne ha frequentate diverse: “Finalmente ho visto voglia, desiderio, curiosità nei collezionisti, siamo tornati negli anni ’80 per il clima eccitante che abbiamo respirato nelle giornate di preview ma anche nei giorni successivi”.

Una Biennale realmente Social, con una presenza e un impatto da evento di primo piano! Partiamo dal dato più pratico: i follower su Istagram e FB raddoppiati sino a raggiungere i 43 mila. Con i post pubblicati la BIAF ha raggiunto complessivamente 2 milioni e 300 mila persone. Le interazioni con i contenuti dei post sono più di 150 mila. Mentre le visualizzazioni dei contenuti su Facebook hanno superato i 4 milioni e su Instagram i 3 milioni e mezzo. Per quanto riguarda il pubblico ci sono due dati importanti: la crescita dei follower da altri paesi e il rilevante aumento del numero dei più giovani, con il target 25-34 che ha superato quello dai 45 ai 64 e quello dei 18-24 che ha già superato quello degli over 65.


INFO

UFFICI STAMPA 

Italia:
Studio ESSECI | Sergio Campagnolo. Tel. 0493499;
Rif. Roberta Barbaro; roberta@studioesseci.net
www.studioesseci.net

Toscana:
Ester di Leo | Ester Di Leo < esterdileo@studioesterdileo.it

Estero
Matthew Brown | matthew@sam-talbot.com 
Social Media Manager – Matteo Mizzoni   

Pordenone: The Spirit of Will Eisner in mostra al PAFF!

The Spirit of Will Eisner in mostra al PAFF! di Pordenone

PAFF! – Palazzo Arti Fumetto Friuli apre le porte alla nuova esposizione di William EisnerThe Spirit of Will Eisner,  che si terrà a partire dal 7 ottobre sino al 26 febbraio presso la villa di Palazzo Galvani in viale Dante 33, in collaborazione con 9ème Art Références di Parigi.

PAFF! continua con i numeri uno del fumetto mondiale. La qualità delle sue produzioni e l’autorevolezza degli artisti coinvolti gli hanno conferito in poco tempo una notorietà internazionale. Dopo Cavazzano per il fumetto Disney, Milton Caniff delle storiche strip avventurose americane, i maestri Marvel & DC per i supereroi e un Manara a tutto tondo e non solo erotico, dopo il numero uno del fumetto fantastico e fantascientifico, Moebius e il grande Juanjo Guarnido arriva Will Eisner.

L’autore

Il grande fumettista e imprenditore americano William Erwin Eisner è stato uno dei più grandi artisti della storia del fumetto. Appassionato studioso del linguaggio, da lui ribattezzato “arte sequenziale” ha sviluppato fin da subito una tecnica espressionistica che, attraverso inquadrature e giochi di ombre, punta a creare la massima emozione della narrazione disegnata.

 Nato a Brooklyn nel 1917, dimostra molto presto di avere grandi doti artistiche, che lo porteranno già da ragazzo a considerare l’idea di perseguire il lavoro di disegnatore.

Proviene da una condizione sociale non agiata, si appassiona da subito alla letteratura e all’arte (grazie anche al lavoro del padre, muralista).

Inizialmente illustratore umoristico e pubblicitario, all’età di vent’anni fonda una delle prime società di produzione e distribuzione di fumetti, la Eisner-Iger Ltd, insieme all’editore Jerry Iger, acquisendo un successo immediato. Le sue opere sono altamente influenzate dalla Grande Depressione degli anni ’30. Grazie alla collaborazione con Jerry Iger crea personaggi come Bob Powe, Jack Kirby e Bob Kane.Tuttavia, la vera notorietà arriva con The Spirit (Denny Colt), investigatore privato dato per morto, i cui episodi di ambientazione urbana, si distinguono per la sempre presente riflessione che va oltre la classica diatriba “bene contro male”, per la ridefinizione della grammatica e della sintassi del linguaggio fumettistico e per le sperimentazioni spazio-temporali. The Spirit si discosta dai canoni dell’editoria contemporanea, perché riesce a coinvolgere più generi, thriller, erotico, violento, romantico, avventuroso, soprannaturale, satirico…

Molto utilizzata da Eisner è la splash page, che al contrario delle tavole domenicali sono storie autoconclusive molto brevi, solitamente di una sola pagina, che raccontano le avventure degli eroi più in voga del tempo.

Con Eisner si rinnova il medium, e grazie a lui diventano popolari i termini come “graphic novel” (da noi “romanzo grafico” o “romanzo a fumetti”).

Dopo il lungo lavoro su The Spirit (dal 1940 al 1952) Eisner ha studiato e scritto saggi sul linguaggio del fumetto e poi, è arrivato Contratto con Dio, il primo graphic novel di successo: quattro episodi ed un prologo pubblicato nel 1978 ed edito in Italia per la prima volta nel 1980. Solo tre decenni più tardi si sarebbe saputo che il primo, drammatico episodio era ispirato alla tragica morte per leucemia della figlia adolescente. 

Il lavoro di Eisner è universale e allo stesso tempo vicino, abbraccia ogni aspetto senza lasciare nulla al caso; attraverso il disegno, la sceneggiatura, la composizione, l’anatomia e il linguaggio corporeo dei personaggi, Eisner riesce a raccontare la vita vera, la realtà dei quartieri poveri dove egli stesso ha vissuto, influenzando ancora oggi molti autori contemporanei. A rendere quest’atmosfera è sicuramente l’ispirazione alla letteratura Pulp, al cinema thriller e alla New York di quei tempi.  Fondamentale nella sua arte, inoltre, è senz’altro l’uso della luce e la rappresentazione dello sfondo: le sorgenti luminose sono spesso scarse e il paesaggio intorno è spesso definito da uno o due elementi, pochi ma sufficienti a far capire il contesto della scena. Questo permette al lettore di concentrarsi sui personaggi, sui dialoghi e sull’azione. L’acqua infine, è un altro elemento immancabile: gocce di pioggia, acquazzoni, pozzanghere… l’acqua è simbolo di angoscia e disagio e appesantisce la scena.

Contract with God – Copertina del graphic novel Contract with God di Will Eisner (1978)

La mostra al PAFF! 

La nuova esposizione dell’artista sarà inaugurata dal prossimo 7 ottobre e sarà disponibile sino al 26 febbraio al PAFF! – Palazzo Arti Fumetto Friuli di Pordenone e nei prestigiosi spazi di Villa Galvani, che ospiteranno per ben cinque mesi le opere dell’artista.

Una grande sezione è dedicata alle opere che hanno reso celebri i suoi lavori più importanti.

Giulio De Vita, Direttore artistico del PAFF! -Palazzo Arti Fumetto Friuli e curatore della mostra ha dichiarato: “Ci sono pochi nomi essenziali e imprescindibili nella storia del fumetto, di quelli che con il loro lavoro e arte hanno contribuito a trasformare un linguaggio di popolare sottocultura a un medium di primaria importanza, influente e determinante nella società dell’immagine moderna e uno di questi é Will Eisner”. Ha inoltre aggiunto: “La grande mostra del PAFF! di questo cruciale fumettista voluta fortemente e perseguita con determinazione colloca la vocazione della nostra struttura al connubio tra ricerca, divulgazione e intrattenimento”.

Ancora una volta – rileva l’Assessore Regionale alla Cultura Tiziana Gibelli – il PAFF! si dimostra un’eccellenza del fumetto non solo a livello nazionale, ma anche europeo. Con la mostra The Spirit of William Eisner un altro maestro del fumetto mondiale sbarca a Pordenone con le sue opere che rappresentano una pietra miliare nella storia di questa espressione artistica sia per lo stile innovativo che per la tipologia di storie che racconta. Sono convinta che questa esposizione rappresenterà certamente un grande evento dal punto di vista culturale, ma anche un’attrazione per esperti e appassionati dall’Italia e dall’estero”.

Inoltre, Alberto Parigi, assessore della cultura presso il Comune di Pordenone ha dichiarato: “L’offerta museale congiunta del PAFF! e del Comune fanno di Pordenone un punto di riferimento artistico, con un programma autunnale e invernale di assoluto livello. Saranno infatti esposti due giganti, Eisner per il fumetto e Erwitt per la fotografia, oltre ad altre mostre di valore. Ciò ci deve spingere ancora di più a fare rete e promuovere in modo sinergico e coordinato le iniziative, comunicando e sfruttando il grande potenziale di attrattività culturale della città, a beneficio di tutti.

Le opere in mostra 

La mostra ripercorrerà i passi del maestro del fumetto includendo 180 originali compresi tra tavole definitive e schizzi, e 126 pubblicazioni d’epoca. Le varie opere saranno esposte in varie sale divise per “argomento”, che raccontano, attraverso le immagini, la storia del fumetto e la sua evoluzione. 

1 – Lo Spirito del thriller

La prima sezione sarà dedicata allo Spirito del thriller, con una breve introduzione della panoramica dell’industria del fumetto alla fine degli anni Trenta negli Stati Uniti, spiegando prima il boom causato dall’arrivo dei fumetti sul mercato, poi l’infatuazione dei lettori per i fumetti thriller, così come per le figure del “vendicatore” e del “bandito”, e infine il graduale arrivo dei primi “eroi in costume” (con la DC e la Marvel: Batman, Superman, Wonder Woman, Capitan America). Il cinema thriller ha influenzato notevolmente le opere di Eisner. Questo background ci permetterà di introdurre la biografia di Will Eisner, all’epoca un giovane fumettista laborioso e squattrinato che cercava di farsi strada in un’America devastata dalla Grande Depressione. Eisner è uno dei più grandi espositori delle graphic novel, che porterà al successo internazionale.

2 – Lo Spirito della sintesi

In un secondo spazio è possibile leggere le storie brevi di The Spirit complete sulle tavole. Ne sono state raccolte 6, ciascuna composta da 7 tavole. Questa diversità permetterà al visitatore di immergersi nell’universo della serie, per poterne apprezzare la ricchezza, che prende in prestito da diversi generi e registri. Parleremo qui delle tecniche narrative utilizzate da Will Eisner, del suo taglio, del suo ritmo, della sua efficienza, che gli permette di condensare uno scenario in 7 pagine, quando le avventure pubblicate nei fumetti erano distribuite su quindici o venti pagine. Ha, infatti, realizzato molte splash page, alcune delle quali sono diventate veri e propri manifesti.

3 – Lo Spirito creativo

Nella sezione successiva continuiamo la scoperta dello Spirito creativo, delle tecniche narrative e artistiche e le principali opere di Will Eisner da un punto di vista più grafico, per capire come il suo stile abbia segnato la storia del fumetto. Ci proponiamo quindi di studiare il suo disegno e la sua tecnica, approfondendo alcune tavole attraverso l’ingrandimento dei riquadri. Sono, inoltre,  da evidenziare i tentativi di allontanarsi dalle regole rigide dell’editoria, di costruire un’”arte sequenziale”, in cui l’autore tira le fila della storia. La mancanza di parole in alcune tavole, e dunque,  l’uso soggettivo delle immagini rendono le sue creazioni uniche e creative.

4 – Lo Spirito ispiratore

Will Eisner può essere considerato lo Spirito ispiratore della nuova generazione di artisti. Eisner viene considerato il maestro di tantissimi autori contemporanei, questo grazie anche all’editore Denis Kitchen, che ha riportato in vita le vecchie storie di questi fumetti. Verranno presentate opere della sua collezione e opere che lui ha ispirato.

5 – Lo Spirito del Graphic novel Il formato del Graphic novel è diventato famoso grazie ad Eisner, scrivendo A Contract with God. L’autore ne ha colto le potenzialità, facendolo diventare il preferito dei ragazzi e trasformando il fumetto in libro, non più in “giornaletto”. In questo modo Eisner si è liberato degli obblighi editoriali, delle regole sulla lunghezza o periodicità dei testi. Particolarmente significativa è l’atmosfera dei suoi graphic novel: New York, la sua città, da un punto di vista macabro e scuro come quello della Grande Depressione. In questi racconti ci sono degli sprazzi autobiografici e le storie sono estremamente contemporanee, quasi futuristiche. Grazie ai graphic novel Eisner è riuscito a rompere le regole rigide imposte dai fumetti (nonostante alcune di queste regole le avesse scelte lui stesso), si allontana dall’industria fumettistica e dona una visione diversa del mondo del comix.

Ghost Cartoonist – Illustrazione a colori di Will Eisner

La location

Di alto prestigio, è dotata di grandi spazi espositivi di forte impatto: una villa storica, una sontuosa galleria d’arte moderna, auditorium, sala didattica, ampia terrazza, bookshop, guardaroba, uffici, caveau e coffee point.

All’esterno, un incantevole parco pubblico è impreziosito dal museo delle rose antiche, giochi e un laghetto.

La villa del 1850 in stile veneto, un tempo residenza della famiglia di imprenditori della ceramica Galvani, è collocata all’interno dell’omonimo parco pubblico a ridosso del centro storico cittadino. Dopo decenni di abbandono, la villa ha subìto un radicale intervento di ristrutturazione negli anni ‘90, che l’ha trasformata in spazio espositivo.

Nel 2010 la struttura amplia ulteriormente gli spazi espositivi portandoli a circa 2000 metri quadrati, con un auditorium da 90 posti. Il Parco Galvani in cui il Museo è immerso rappresenta un enorme valore aggiunto alla naturale espansione del percorso museale verso gli spazi esterni e rientra nel processo di riqualificazione dell’area, ridonando unità allo spazio verde e a quello architettonico.

Cos’è PAFF!

PAFF!, acronimo di Palazzo Arti Fumetto Friuli di Pordenone è la prima istituzione culturale in Italia e una delle pochissime in Europa che promuove la divulgazione dell’arte e della scienza attraverso lo strumento facilitatore del fumetto, che permette una comprensione immediata e divertente delle tematiche culturali. Tramite il linguaggio intuitivo e giocoso delle immagini, PAFF! propone esposizioni temporanee, corsi di formazione, percorsi ludico-didattici, eventi e conferenze per varie fasce di pubblico.

Fondato nel 2018 da Giulio De Vita, insieme a un team di professionisti provenienti da esperienze in settori eterogenei, PAFF! utilizza lo strumento del fumetto per interagire in maniera creativa, smart e multidisciplinare con gli utenti e farli avvicinare in modo divertente alla cultura.

Il museo PAFF! è gestito dall’Associazione Vastagamma APS e sostenuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dal Comune di Pordenone. Concepito inizialmente come progetto sperimentale, è oggi un’istituzione permanente che promuove la cultura, favorisce la formazione professionale, facilita lo scambio sociale e valorizza le risorse del territorio, grazie alla sua originalità e alla capacità, data dalle caratteristiche tipiche del fumetto, di coniugarsi con ambiti e tematiche anche molto distanti fra loro: l’arte, la scienza, le discipline sociali.


INFO

ORARI DI APERTURA
Da martedì a domenica dalle 10.00 alle 20.00.

Per maggiori informazioni
PAFF!
Palazzo Arti Fumetto Friuli
V.le Dante, 33
33170 Pordenone
0434/392941
www.paff.it

ITALIENS PR
Cecilia Sandroni
sandroni@italienspr.com