Alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, Giulio II e il Rinascimento

Filippino Lippi, Sposalizio mistico di Santa Caterina e santi, panel,
Bologna, Basilica of San Domenico, 1501

08 Ottobre 2022 – 05 Febbraio 2023

Bologna, Pinacoteca Nazionale

GIULIO II E RAFFAELLO. Una nuova stagione del Rinascimento a Bologna

Mostra a cura di Daniele Benati, Maria Luisa Pacelli ed Elena Rossoni.

Bologna si scopre città del Rinascimento, e città affatto secondaria.

Un grande progetto espositivo e un itinerario accendono i riflettori su quanto abbia significato per Bologna, e non solo, l’arrivo in città di artisti come Raffaello, Michelangelo o Bramante. Un arrivo che coincise con la presa del potere dello Stato della Chiesa, nella persona di Papa Giulio II della Rovere.

È proprio l’arrivo, del tutto eccezionale, a Bologna del Ritratto di Giulio II, capolavoro tra i massimi di Raffaello, tra i tesori assoluti della National Gallery, che prende avvio questa affascinante e per più versi originale mostra.

A curarla Maria Luisa Pacelli, Davide Benati ed Elena Rossoni. Ad accoglierla la Pinacoteca Nazionale di Bologna che per l’occasione rivede l’intera sezione dedicata al Rinascimento con un nuovo itinerario di visita che approfondisce il percorso artistico relativo all’arte bolognese dall’epoca dei Bentivoglio sino all’incoronazione di Carlo V.

Il ritratto londinese, sicuramente di Raffaello, è il primo di una discussa serie di copie e rifacimenti. Questo emozionante capolavoro raffigura il Pontefice scardinando ogni tradizione iconografica. Qui il Papa non è una asettica figura ieratica, ma è un uomo reale, pur se raffigurato con le insegne della sua missione. Certo capo spirituale ma anche fortemente capo temporale, uomo d’azione oltre che di fede. A proposito di questo ritratto, Vasari scrisse che era “tanto vivo e verace, che faceva temere […] a vederlo, come se proprio egli fosse il vivo”.

È nel 1506 che, strappata la città alla signoria dei Bentivoglio, Giulio II riconduce Bologna al domino della Chiesa. Un fatto che ha implicazioni in ogni aspetto della vita cittadina, arte compresa.

Bologna, con la vicina Ferrara, contava all’epoca su artisti di grandissimo valore. Francesco del CossaErcole dè RobertiLorenzo Costa, tra i ferraresi che operavano in città, accanto ai bolognesi Francesco Francia e Amico Aspertini, impegnati in committenze di rilievo, come la mostra documenta in modo preciso.

Gli artisti che avevano avuto il ruolo di protagonisti nel periodo bentivolesco si trovano a misurarsi con MichelangeloRaffaello e Bramante e a confrontarsi con un altro mondo: una rivoluzione cui consegue la diaspora dei maestri bolognesi. 

Tra le opere emblematiche di questo momento l’Estasi di Santa Cecilia di Raffaello, realizzata durante il papato di Leone X, che influenzò grandemente l’arte presente e quella a venire. Ma se il raffaellismo conquistò la maggior parte degli artisti rientrati in città, non fu così per Amico Aspertini, pittore fedele al proprio linguaggio assolutamente personale e anticlassico, come testimonia in mostra il Cristo benedicente tra la Madonna e San Giuseppe, che qui giunge grazie al prestito della Fondazione Longhi di Firenze.

Gli anni travagliati che portano al Sacco di Roma nel 1527 condussero a Bologna un’altra personalità di spicco: il Parmigianino presente in città tra il 1527 e il 1530. La sua arte raffinata ed inquieta è documentata in mostra dal confronto tra la Santa Margherita della Pinacoteca e la Madonna di San Zaccaria, che giunge dagli Uffizi.

Con queste opere si arriva alle soglie di un nuovo momento centrale per Bologna, quello della incoronazione di Carlo V da parte di Clemente VIII, cui è riservata la conclusione dell’esposizione.

La mostra si dipana lungo l’ala del Rinascimento della Pinacoteca, in un percorso che pone in dialogo i capolavori del museo con gli importanti prestiti ottenuti.

Uno spazio nel percorso espositivo viene riservato anche a quei capolavori che per diverse vicende sono andati perduti per sempre, come il monumento a Giulio II di Michelangelo, la Cappella Garganelli con i suoi affreschi, il Palazzo dei Bentivoglio e gli interventi architettonici del Bramante. 

A documentare il “ciclone” innovativo romano a Bologna sono rimaste rare, anche se eccezionali, testimonianze: ma l’influsso dei pur brevi anni di Giulio II si è perpetuato nell’arte e dell’architettura cittadini per secoli.

Il progetto è realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Bologna e con l’Accademia di belle Arti e coinvolge anche altre raccolte e siti monumentali cittadini dove verrà posto l’accento sulle testimonianze artistiche di questa fase della storia bolognese. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale.


SCHEDA TECNICA

Titolo
Giulio II e Raffaello. Una nuova stagione del Rinascimento a Bologna

Sede
Pinacoteca Nazionale di Bologna
Via delle Belle Arti, 56

Date
8 ottobre 2022 – 5 febbraio 2023

A cura di
Daniele Benati, Maria Luisa Pacelli e Elena Rossoni

Promossa da
Pinacoteca Nazionale di Bologna
Ministero della Cultura

Con il patrocinio di
Comune di Bologna
Alma Mater Studiorum – Università degli Studi di Bologna – Dipartimento delle Arti

Con la collaborazione di
Alma Mater Studiorum – Università degli Studi di Bologna – Dipartimento delle Arti
Accademia di Belle Arti di Bologna
Direzione Regionale Musei Emilia-Romagna

Catalogo
Silvana Editoriale

Bookshop
Bologna Welcome

Comunicazione
Pinacoteca Nazionale di Bologna – Ufficio Comunicazione

Orari
Martedì e mercoledì ore 9-14
Da giovedì a domenica e festivi ore 10-19
Lunedì chiuso

Tariffe biglietti
Euro 8,00 biglietto intero
Euro 5,00 biglietto ridotto (possessori di Card Cultura e di Bologna Welcome Card)
Euro 2,00 biglietto ridotto (18-25 anni)
Gratuità di legge (elenco sul sito web del Ministero della Cultura www.beniculturali.it) e per i soci della Società di Santa Cecilia. Amici della Pinacoteca di Bologna

Informazioni
www.pinacotecabologna.beniculturali.it
E-mail pin-bo.urp@cultura.gov.it       

Ufficio Stampa Pinacoteca Nazionale di Bologna
Chiara Pilati
pin-bo.stampa@cultura.gov.it

In collaborazione con:
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo 
Rif. Simone Raddi simone@studioesseci.net

                         

Bologna, Eventi al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna: 18° Giornata del Contemporaneo

18° Giornata del Contemporaneo
Eventi al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Sabato 8 ottobre 2022

Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna conferma la propria adesione alla Giornata del Contemporaneo, che si terrà sabato 8 ottobre 2022. La manifestazione è promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, realizzata con il sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e la collaborazione della Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Per questa diciottesima edizione che torna a svolgersi prevalentemente in presenza, con l’obiettivo di raccontare la rinata vitalità dell’arte contemporanea in Italia dopo le restrizioni dovute alla pandemia, il MAMbo ha delineato alcune proposte in linea con i temi portanti individuati da AMACI nel 2022: quello dell’ecologia e della sostenibilità, “urgenze globali che ci mettono di fronte alla necessità di ripensare il sistema dell’arte contemporanea tramite una rinnovata consapevolezza e una più diffusa sensibilità”, e quello dell’attenzione alle giovani generazioni.

Gli eventi al museo, aperti alla partecipazione del pubblico, saranno i seguenti:

Giornata di studi sulla critica d’arte in ricordo di Giovanni Maria Accame
A cura di Caterina Molteni e Martina Cavalli

Workshop La critica nell’arte: istruzioni per un testo efficace
Tavola rotonda Ecologia della parola
MAMbo, sala conferenze, Sabato 8 ottobre 2022

Dopo la positiva esperienza del 2021, sabato 8 ottobre il MAMbo organizza una nuova edizione della Giornata di studi sulla critica d’arte in ricordo di Giovanni Maria Accame (1941 – 2011), storico, critico d’arte e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. L’evento è organizzato in collaborazione con l’Archivio Giovanni Maria Accame.
In connessione con l’attenzione alla sostenibilità in tutte le sue forme che caratterizza la Giornata del Contemporaneo 2022, il tema generale della seconda edizione della giornata di studi, curata da Caterina Molteni e Martina Cavalli, è quello dell’Ecologia della parola, affrontato da critici, curatori, artisti e studiosi.
Viene inteso come “ecologico” lo sguardo critico che riconosce la rete di coesistenze che situano il lavoro dell’artista all’interno di contesti multipli, definendolo da diverse prospettive: le componenti formali, i riferimenti teorici, i condizionamenti storici, l’appartenenza a una precisa generazione, le esperienze condivise in contesti geografici e politici. Da queste premesse gli ospiti saranno coinvolti per affrontare insieme una serie di quesiti: qual è l’ecosistema da cui nasce un testo critico? Quali sono i nodi di questa rete significante che produce il lavoro che è al centro del testo? Come trasporli nella scrittura di settore con un atteggiamento di cura verso la complessità dell’opera?
Nell’ambito della giornata, in collaborazione con KABUL – associazione culturale no profit, rivista e casa editrice indipendente nata nel 2016 e specializzata nella divulgazione delle arti e delle culture contemporanee – viene proposto La critica nell’arte: istruzioni per un testo efficace, un workshop di impianto teorico-laboratoriale basato sui processi di scrittura critica per l’arte contemporanea. L’attività si terrà in sala conferenze MAMbo dalle h 9.30 alle 15.00. Il workshop fornisce ad artisti, curatori, giornalisti culturali, studenti, ricercatori e appassionati di scrittura, gli strumenti preliminari per strutturare testi critici efficaci sia per la cura dell’argomentazione che per originalità concettuale.
Durante il pomeriggio, dalle h 15.00 alle 18.30, nel corso della tavola rotonda Ecologia della parola, saranno presentati il quaderno (Edizioni MAMbo) che raccoglie gli interventi degli studiosi invitati nell’edizione 2021 della Giornata di Studi sulla critica d’arte e gli esiti del workshop realizzato durante la mattinata.
Partecipano alla tavola rotonda pomeridiana, che è aperta al pubblico: Luca Cerizza (curatore e scrittore d’arte), Viviana Gravano (curatrice e storica dell’arte contemporanea), Caterina Riva (curatrice e la Direttrice del MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli), Francesca Verga (coordinatrice di mostre, curatrice e ricercatrice), KABUL.

Orari e modalità di partecipazione:

Workshop La critica nell’arte: istruzioni per un testo efficace
MAMbo, sala conferenze

h 9.30 – 15.00
Iscrizioni chiuse

Tavola rotonda Ecologia della parola
Sala conferenze MAMbo

h 15.00 – 18.30
Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili
Si potrà seguire la tavola rotonda anche on line in diretta sul MAMbo channel YouTube (Clicca qui)

Liminal
Ritratti sulla soglia
Workshop di fotografia con l’artista Francesca Cesari
MAMbo, Dipartimento educativo
Sabato 8 e domenica 9 ottobre 2022

Francesca Cesari, Liminal, Chiara, 11 anni, aprile 2016, particolare

Raccogliendo la volontà di AMACI di raccontare l’importanza del passaggio di testimone alle nuove generazioni, il MAMbo propone un workshop per ragazze e ragazzi dagli 11 ai 15 anni, condotto da Francesca Cesari.
Attraverso l’analisi del progetto fotografico Liminal, viaggio alla scoperta di un’affascinante terra di mezzo, di quella particolare fase della crescita in bilico tra la tarda infanzia e l’adolescenza, i partecipanti avranno l’occasione di condividere con l’artista pensieri, riflessioni e pratiche. Due giornate speciali dedicate alla narrazione del sé attraverso l’immagine, lo scatto fotografico, l’inquadratura di un’apparenza identitaria consapevole e mai superficiale.
Il workshop avrà luogo nel pomeriggio di sabato 8 ottobre (h 15.00 – 18.00) e nella mattina di domenica 9 ottobre (h 10.00 – 13.00), con accesso gratuito su prenotazione. Massimo 15 iscritti. Per partecipare è richiesto di portare il proprio smartphone con cavo di collegamento al pc e due cambi di vestiti/accessori per lavorare insieme su look diversi.
Prenotazione via email scrivendo all’indirizzo mamboedu@comune.bologna.it entro le h 13.00 del venerdì precedente.

L’8 ottobre saranno visitabili gratuitamente, oltre alle collezioni permanenti del MAMbo e del Museo Morandi, le seguenti mostre temporanee:

Sean Scully. A Wound in a Dance with Love
MAMbo, Sala delle Ciminiere

Sean Scully, Opulent Ascension, particolare opera allestita al MAMbo – Foto Ornella De Carlo


L’esposizione, a cura di Lorenzo Balbi con main partner la Kerlin Gallery di Dublino, è basata sulla mostra Sean Scully: Passenger – A Retrospective, curata da Dávid Fehér e organizzata dal Museum of Fine Arts – Hungarian National Gallery di Budapest, successivamente ospitata al Benaki Museum di Atene, e arriva a Bologna in una versione rinnovata e pensata per il MAMbo. L’artista è nuovamente protagonista di una personale a Bologna dopo 26 anni: nel 1996 fu proprio la Galleria d’Arte Moderna, da cui discende il MAMbo, a dedicargli una mostra nella sede di Villa delle Rose.
Nell’arte di Scully confluiscono in eguale misura tanto un’estesa conoscenza delle opere di maestri antichi e contemporanei quanto una singolare sensibilità nel trarre suggestioni visive ed emozionali da dati di realtà. La mostra bolognese, con 68 lavori esposti (dipinti a olio, acrilici, acquerelli, disegni e una scultura monumentale), intende evidenziare la dialettica costante fra queste due componenti fondamentali del lavoro dell’artista, ripercorrendo una vicenda creativa lunga oltre cinquant’anni.
Dalle prime sperimentazioni figurative degli anni ’60 e le opere minimaliste degli anni ’70 fino al lavoro attuale, A Wound in a Dance with Love documenta i più importanti sviluppi di una pratica sempre coerente con i propri presupposti eppure capace di variare significativamente nel corso del tempo, in relazione a esperienze emotive ed evoluzioni esistenziali come ad affetti e lutti.

NO, NEON, NO CRY
MAMbo, Project Room

La Project Room del MAMbo torna a giocare il suo ruolo di contenitore tematico che accoglie, ricostruisce, racconta e valorizza le esperienze artistiche del territorio bolognese ed emiliano-romagnolo. La mostra NO, NEON, NO CRY, a cura di Gino Gianuizzi, tenta una narrazione della complessa, sfaccettata, “disordinata” storia della galleria neon.
Nata nel 1981 senza un programma, senza strategia, senza budget e senza obiettivi predeterminati, neon è stata un laboratorio permanente, una comunità per artisti, critici e curatori e un luogo di formazione per tutte le persone che vi hanno collaborato. Dal suo archivio risultano oltre trecento mostre all’attivo, alle quali si sono aggiunte nel tempo numerosissime attività collaterali, collaborazioni e iniziative esterne.
Lo spazio della Project Room, come una sorta di wunderkammer, viene abitato da opere in proliferazione, da un accumulo visivo in cui inoltrarsi con circospezione tentando di decifrare i singoli lavori e di ricondurli agli artisti. Una sorta di organismo complesso, una comunità che continua a dialogare, discutere, mettere in dubbio e a rafforzarsi nella contaminazione.
NO, NEON, NO CRY include lavori di 52 artiste e artisti, a testimoniare la ricchezza di relazioni costruite nel tempo da neon.

RE-COLLECTING. Morandi racconta. Il segno inciso: tratteggi e chiaroscuri
Museo Morandi

Il Museo Morandi, dopo le rassegne dedicate ai Fiori e alle Nature morte, propone Morandi racconta. Il segno inciso: tratteggi e chiaroscuri, a cura di Lorenza Selleri, dedicata al tema dell’Incisione. Partendo dalla domanda ricorrente “Che cos’è un’acquaforte?”, il museo cerca di rispondere attraverso il terzo un focus incentrato su questa tecnica, di cui Morandi è stato maestro. Maestro in senso stretto, dal momento che dal 1930 diventa docente di Tecnica dell’Incisione all’Accademia di Belle Arti di Bologna, ma anche in senso lato, dati il suo rigore e la sua straordinaria capacità tecnica.
Alcune vetrine permettono al pubblico di avere accesso a documenti che gettano luce sulla dedizione di Morandi verso la tecnica oggetto del focus espositivo e sui suoi lunghi anni di insegnamento.


INFO

Maggiori informazioni:

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 6496611
www.mambo-bologna.org
Facebook: MAMboMuseoArteModernaBologna
Instagram: @mambobologna
Twitter: @MAMboBologna
YouTube: MAMbo channel

Settore Musei Civici Bologna
www.museibologna.it
Instagram: @bolognamusei

Maggiori informazioni sulla Giornata del Contemporaneo: www.amaci.org

Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
Via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 6496653 / 6496620
ufficiostampabolognamusei@comune.bologna.it
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it
www.museibologna.it
Instagram @bolognamusei

Roma, Palazzo Bonaparte: Da oggi VAN GOGH Capolavori dal Kröller-Müller Museum

Vincent van Gogh Autoritratto
Parigi, aprile – giugno 1887
Olio su cartone, cm 32,8×24
© Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherlands

VAN GOGH
Capolavori dal Kröller-Müller Museum

8 ottobre 2022 – 26 marzo 2023
Palazzo Bonaparte, Roma



L’8 ottobre apre a Palazzo Bonaparte di Roma la mostra più attesa dell’anno e dedicata all’artista più famoso e amato del mondo: VAN GOGH.
Un percorso espositivo ed emozionale che attraverso un prestito del tutto eccezionale di ben 50 opere, tutte provenienti dal Museo Kröller-Müller di Otterlo, ne racconta la vicenda umana e artistica.

Alla vigilia dei 170 anni dalla sua nascita, dall’8 ottobre 2022 Palazzo Bonaparte ospita la grande e più attesa mostra dell’anno dedicata al genio di Van Gogh. Attraverso le sue opere più celebri – tra le quali il suo famosissimo Autoritratto (1887) – sarà raccontata la storia dell’artista più conosciuto al mondo.

Nato in Olanda il 30 marzo 1853, Vincent van Gogh fu un artista dalla sensibilità estrema e dalla vita tormentata. Celeberrimi sono i suoi attacchi di follia, i lunghi ricoveri nell’ospedale psichiatrico di Saint Paul in Provenza, l’episodio dell’orecchio mozzato, così come l’epilogo della sua vita, che termina il 29 luglio 1890, a soli trentasette anni, con un suicidio: un colpo di pistola al petto nei campi di Auvers.
Nonostante una vita impregnata di tragedia, Van Gogh dipinge una serie sconvolgente di Capolavori, accompagnandoli da scritti sublimi (le famose “Lettere” al fratello Theo van Gogh), inventando uno stile unico che lo ha reso il pittore più celebre della storia dell’arte.

La mostra di Roma, attraverso ben 50 opere provenienti dal prestigioso Museo Kröller-Müller di Otterlo – che custodisce uno dei più grandi patrimoni delle opere di Van Gogh – e tante testimonianze biografiche, ne ricostruisce la vicenda umana e artistica, per celebrarne la grandezza universale.
Un percorso espositivo dal filo conduttore cronologico e che fa riferimento ai periodi e ai luoghi dove il pittore visse: da quello olandese, al soggiorno parigino, a quello ad Arles, fino a St. Remy e Auvers-Sur-Oise, dove mise fine alla sua tormentata vita.

Dall’appassionato rapporto con gli scuri paesaggi della giovinezza allo studio sacrale del lavoro della terra scaturiscono figure che agiscono in una severa quotidianità come il seminatore, i raccoglitori di patate, i tessitori, i boscaioli, le donne intente a mansioni domestiche o affaticate a trasportare sacchi di carbone o a scavare il terreno; atteggiamenti di goffa dolcezza, espressività dei volti, la fatica intesa come ineluttabile destino.
Tutte queste sono espressione della grandezza e dell’intenso rapporto con la verità del mondo di Van Gogh.

Particolare enfasi è data al periodo del soggiorno parigino in cui Van Gogh si dedica a un’accurata ricerca del colore sulla scia impressionista e a una nuova libertà nella scelta dei soggetti, con la conquista di un linguaggio più immediato e cromaticamente vibrante.
Si rafforza anche il suo interesse per la fisionomia umana, determinante anche nella realizzazione di una numerosa serie di autoritratti, volontà di lasciare una traccia di sé e la convinzione di aver acquisito nell’esperienza tecnica una fecondità ben maggiore rispetto al passato.
È di questo periodo l’Autoritratto a fondo azzurro con tocchi verdi del 1887, presente in mostra, dove l’immagine dell’artista si staglia di tre quarti, lo sguardo penetrante rivolto allo spettatore mostra un’insolita fierezza, non sempre evidente nelle complesse corde dell’arte di Van Gogh. I rapidi colpi di pennello, i tratti di colore steso l’uno accanto all’altro danno notizia della capacità di penetrare attraverso l’immagine un’idea di sé tumultuosa, di una sgomentante complessità.

L’immersione nella luce e nel calore del sud, a partire dal 1887, genera aperture ancora maggiori verso eccessi cromatici e il cromatismo e la forza del tratto si riflettono nella resa della natura. Ecco quindi che torna l’immagine de Il Seminatore realizzato ad Arles nel giugno 1888, con la quale Van Gogh avverte che si può giungere a una tale sfera espressiva solo attraverso un uso metafisico del colore.
E così Il giardino dell’ospedale a Saint-Rémy (1889) assume l’aspetto di un intricato tumulto, mentre lo scoscendimento di un Burrone (1889) sembra inghiottire ogni speranza e la rappresentazione di un Vecchio disperato (1890) diviene immagine di una disperazione fatale.

Con il patrocinio del Ministero della cultura, della Regione Lazio, del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, la mostra è prodotta da Arthemisia, realizzata in collaborazione con il Kröller-Müller Museum di Otterlo ed è curata da Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti.
La mostra vede come main sponsorAceasponsorGenerali Valore Culturaspecial partnerRicolamobility partnerAtac e Frecciarossa Treno Ufficialemedia partner Urban Vision ed è consigliata da Sky Arte.
Il catalogo è edito da Skira con saggi a cura di Maria Teresa Benedetti, Marco Di Capua, Mariella Guzzoni e Francesca Villanti.


INFO

Sede
Palazzo Bonaparte
Piazza Venezia, 5 (angolo Via del Corso)
00186 – Roma

Date al pubblico
8 ottobre 2022 – 26 marzo 2023

Biglietti
Intero € 18,00 (audioguida inclusa)
Ridotto  € 16,00(audioguida inclusa)

Informazioni e prenotazioni
T. + 39 06 87 15 111

Sito
www.mostrepalazzobonaparte.it
www.arthemisia.it

Social e Hashtag ufficiale
@arthemisiaarte
@mostrepalazzobonaparte
#VanGoghRoma

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso
sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306

Relazioni esterne Arthemisia
Camilla Talfani | ct@arthemisia.it

Milano, Fabbrica del Vapore: Torna la ReA! Art Fair. 100 Artisti emergenti

Yun Kim, Productive Imperfection, 2022, courtesy of the artist

MILANO | FABBRICA DEL VAPORE

DAL 13 AL 16 OTTOBRE 2022

ReA! ART FAIR

III edizione

Allo Spazio ex Cisterne, ritorna l’unica fiera italiana di arte contemporanea, interamente dedicata ad autori emergenti che si presentano senza l’intermediazione di gallerie o musei.

Cento saranno gli artisti che proporranno le loro opere capaci di abbracciare una pluralità di tecniche realizzative, dalla pittura alla fotografia, dalla scultura alla performance, dalla Digital Art alla Street Art, agli NFT, presenti per la prima volta.

Dal 13 al 16 ottobre 2022, lo Spazio ex Cisterne della Fabbrica del Vapore a Milano ospita ReA! Art Fair, l’unica fiera italiana di arte contemporanea, interamente dedicata ad autori emergenti che si presentano senza l’intermediazione di gallerie o musei.

Obiettivo della fiera è supportare il lavoro dei giovani creativi offrendo loro una prima piattaforma di incontro con i collezionisti e le gallerie, oltre all’opportunità di vendita e di confronto con un ampio pubblico.

La main section di ReA! Art Fair, giunta alla sua III edizione, promossa e organizzata dall’associazione no profit ReA Arte, con il patrocinio del Comune di Milano e Fondazione Cariplo, presenta 100 artisti selezionati dal comitato scientifico composto dalle curatrici di ReA Arte, Laura Pieri, Maria Myasnikova, Paola Shiamtani, Milena Zanetti, alle quali si sono aggiunte Erica Massacessi e Vittoria Martinotti, tra le oltre 800 candidature giunte da tutto il mondo, attraverso una open call.

La scelta ha privilegiato quegli autori che si sono distinti per il loro potenziale e per la loro prospettiva di crescita e che sono stati considerati pronti per esordire sul palcoscenico dell’arte globale sul quale, in alcuni casi, si affacciano per la prima volta.

ReA! Art Fair offre al visitatore opere che abbracciano una pluralità di tecniche realizzative, dalla pittura alla fotografia, dalla scultura alla performance, dalla Digital Art alla Street Art, agli NFT, presenti per la prima volta.

Tra le novità dell’edizione 2022, un nuovo spazio dedicato ai partner e ai progetti speciali, come lo spazio riservato a Lampoon Magazine e a Balloon Project.

I riconoscimenti agli artisti più meritevoli sono una delle particolarità più apprezzate di ReA! Art Fair. Tra questi, si segnala il Cash prize, un premio di €1.500 che andrà al vincitore scelto da una giuria esterna per conto di Artsted, la piattaforma digitale che offre investimenti nel mondo dell’arte accessibili a un vasto pubblico.

Tra la primavera e l’estate 2023 si terrà a Milano una mostra collettiva di 10 artisti selezionati da ReA!

In collaborazione con ExtrArtis, a due autori sarà offerta l’opportunità di frequentare una residenza d’artista in programma in Italia nel corso del prossimo anno.

Catalogo edizioni ReA Arte.

L’Associazione ReA Arte

ReA! team 2022, courtesy of Fausto di Pino

L’Associazione no profit ReA Arte nasce nel 2020 su iniziativa di un gruppo di giovani professioniste under 35 impegnate nel settore dell’arte. Pur con background differenti – dalla formazione curatoriale alla comunicazione culturale al fundraising – le organizzatrici si raccolgono intorno a uno scopo comune: promuovere l’arte e la cultura attraverso il sostegno di artisti emergenti, garantendo loro accessibilità al settore ed eque opportunità. A questo obiettivo si aggiunge quello di avvicinare il pubblico a un mercato dell’arte inclusivo e trasparente. Intorno a questa mission nasce ReA! Art Fair, arrivata nel 2022 alla terza edizione. A questa si affianca il dipartimento di formazione ReA! Education & Consulting che propone workshop e servizi di consulenza dedicati agli artisti emergenti e agli operatori di settore con l’obiettivo di trasmettere competenze specifiche per presentarsi e lavorare nel mercato dell’arte contemporanea, in modo strategico ed efficiente.


INFO

ReA! Art Fair 2022
Milano, Fabbrica del Vapore | Spazio ex Cisterne (via Procaccini 4)
13-16 ottobre 2022

Orari: tutti i giorni, dalle 11 alle 21

Ingresso libero su prenotazione: REGISTRATI QUI

Informazioni
info@reafair.com 

Sito internet:
www.reafair.com 

Social:
Facebook | Instagram | LinkedIn: @rea.fair

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Anna Defrancesco
T 02 36755700
anna.defrancesco@clp1968.it
www.clp1968.it

Nasce “Vitruvius”, rivista scientifica di studi vitruviani edita dal Centro Studi Vitruviani con «L’Erma» di Bretschneider

Il Centro Studi Vitruviani
propone “Vitruvius”, palestra internazionale di studi su Vitruvio e il De Architectura.

In tempi di chiusure e cancellazioni, ecco una nuova nata nel mondo dell’editoria. Il Centro Studi Vitruviani – nato nel 2010 con lo scopo di diffondere la conoscenza della cultura classica e della classicità in ogni sua espressione, con particolare riferimento al “De Architectura libri decem” di Marco Vitruvio Pollione –  ha deciso di dare vita a VITRUVIUS, rivista scientifica che il Centro Studi pubblica  con  «L’Erma» di Bretschneider.

Il primo numero (208 pagine, 10 articoli scientifici e altri contributi) è già a disposizione sia in formato cartaceo che nella edizione on line.

VITRUVIUS è  una  rivista di carattere scientifico che si propone di pubblicare saggi relativi ad argomenti legati a tutto quello che pertiene a Vitruvio e alla sua opera, il De Architectura, unico trattato di architettura giunto completo fino a noi dall’antichità. Il direttore scientifico della pubblicazione è il professor Oscar Mei (Università degli Studi di Urbino Carlo Bo), affiancato da un Comitato editoriale composto da Eugenio La Rocca (Accademia dei Lincei), Francesco Paolo Di Teodoro (Politecnico di Torino), Pierre Gros (Académie des Inscriptions et Belles Lettres), Elisa Romano (Università di Pavia), Werner Oechslin (Bibliothek Werner Oechslin, Einsiedeln) e da un autorevolissimo Comitato scientifico internazionale.

I campi di riferimento della rivista sono molteplici, in relazione alla vastità degli argomenti trattati da Vitruvio. Innanzitutto studi riguardanti l’opera in sé, la sua genesi, la sua riscoperta, le sue edizioni, la sua fortuna, accanto a lavori che focalizzano aspetti dei  differenti ambiti “vitruviani”, quali l’archeologia, l’architettura antica, moderna e contemporanea, l’urbanistica, la musica, l’idraulica, la gnomonica, la meccanica e tanto altro.

“L’obiettivo, evidenzia il direttore della rivista, prof. Oscar Mei, è di pubblicare un volume ogni anno. Le lingue accettate per i contributi sono Italiano, Inglese, Tedesco, Francese e Spagnolo. La Rivista viene pubblicata sia in formato cartaceo sia in formato elettronico. Già lanciata un Call for papers per il numero due. I saggi devono essere inviati all’indirizzo vitruvius@centrostudivitruviani.org e saranno sottoposti a peer review da due valutatori anonimi”.
Il perché di VITRIVIUS lo suggerisce nell’articolo di apertura del primo numero, Pierre Gros, il più grande esperto al mondo di Vitruvio, nella sua riflessione “Vitruvio e noi, o come e perché leggere Vitruvio oggi”.

“La sua figura ed in particolare la sua opera, riassume ancora il prof. Mei, hanno continuato a vivere attraverso i secoli: il testo del De Architectura è stato considerato un punto di riferimento imprescindibile per praticare o studiare l’arte del costruire almeno fino al XVIII secolo, diventando in un certo senso l’elemento unificante su cui si è basata una certa identità architettonica europea di stampo classicista, che poi si è propagata anche negli altri continenti”

Vitruvio è inoltre di una straordinaria attualità. I tre pilastri su cui poggiano i suoi principi professionali, utilitas, firmitas e venustas, dovrebbero anche oggi essere alla base di ogni progettazione urbanistica e architettonica, così come le norme etiche, il rigore e l’onestà, elementi su cui spesso si sofferma nel suo trattato.

E Pierre Gros conclude: “Per tutte queste ragioni, Salvatore Settis ha proposto, nel suo libro intitolato Se Venezia muore, pubblicato nel 2014, che sia imposto agli architetti di oggi un «Giuramento di Vitruvio», dello stesso tipo del «Giuramento di Ippocrate» dei medici, per impedire che siano negletti i caratteri fisici e le pratiche costruttive delle città e delle campagne quando si pretende di impostare nuovi edifici o nuove infrastrutture. Se pensiamo che questo giuramento è stato, sotto la forma elaborata qualche anno fa dal Centro Studi Vitruviani di Fano, adottato dall’ordine degli architetti di Reggio Emilia, siamo finalmente confortati nella convinzione che c’è ancora sempre da imparare dal vecchio teorico latino, e che la lettura e la meditazione del suo trattato rimangono non solo utili ma, ancora oggi, assolutamente necessarie.”

Ed è proprio su questa “necessità” che si inserisce la proposta, avanzata dal presidente del Centro Studi Dino Zacchilli, del “Giuramento di Vitruvio” per i sindaci, titolari e responsabili, prima ancora degli architetti, del governo del territorio, delle scelte urbanistiche e della bellezza delle città da perseguire per il benessere dei cittadini.

Info:  www.centrostudivitruviani.org