Roma, Palazzo Cipolla: Apre oggi al pubblico la grande mostra “RAOUL DUFY. Il pittore della gioia”

Raoul Dufy, allestimento della mostra a Palazzo Cipolla Roma
Dufy Raoul Paysage de Sicile, Taormine, 1923, Huile sur toile 46×55 cm
MAM Paris
Paris Musées / Musée d’Art Moderne
Droits d’auteur © ADAGP
© Raoul Dufy by SIAE 2022

RAOUL DUFY
Il pittore della gioia

Roma, Palazzo Cipolla
14 ottobre 2022 – 26 febbraio 2023

La pittura, i soggetti e i colori sgargianti saranno i protagonisti della prima grande esposizione in Italia dedicata al grande artista Raoul Dufy, ospitata a Palazzo Cipolla di Roma dal 14 ottobre.

Dufy, il pittore della gioia, della luce e del colore contribuì a cambiare il gusto del pubblico della prima metà del ‘900 adattando le sue innovazioni e la sua vivacità a tutte le arti decorative.

Con 160 opere provenienti dalle più importanti collezioni pubbliche e private francesi, la mostra percorre l’intera parabola artistica di uno dei più grandi interpreti della storia dell’arte, a cavallo tra impressionismo e fauvismo.

Dal 14 ottobre 2022, le sale di Palazzo Cipolla ospitano la prima grande esposizione mai realizzata in Italia e dedicata a uno dei maestri dell’arte moderna, RAOUL DUFY (Le Havre, 3 giugno 1877 – Forcalquier, 23 marzo 1953).

La mostra, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale per volontà del suo Presidente Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, è realizzata da Poema con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia, ideata dal Musée d’Art Moderne de Paris e curata da Sophie Krebs con il contributo di Nadia Chalbi.
Catalogo edito da Skira.

Autore di opere monumentali come La Fée Electricité (La Fata Elettricità, 1937 – 1938, Musée d’Art Moderne de Paris) – uno dei dipinti più grandi al mondo, di una lunghezza complessiva di 6 metri, composto da 250 pannelli e commissionatogli dalla “Compagnie Parisienne de Distribution d’Électricité” per essere esposto nel Padiglione dell’elettricità all’Esposizione Internazionale del 1937 a Parigi -, Dufy fu un grande pittore, scenografo e disegnatore francese di inizio ‘900 che, per la sua capacità di catturare le atmosfere, i colori e l’intensità della luce e a trasferirli sulle sue tele, divenne – per antonomasia – il pittore della gioia e della luce.

Nacque da una famiglia di modeste condizioni economiche ed ebbe un padre attivo come organista che trasferì in particolare a Raoul la sua stessa passione per la musica, che lui coltivò per tutto il resto della vita trasponendola anche nelle sue opere.
In seguito a una crisi finanziaria della famiglia, nel 1891 il giovane Raoul fu costretto a cercare lavoro a Le Havre.
Nell’ambiente artistico straordinariamente stimolante di Parigi si avvicinò a due maestri dell’impressionismo come Monet e Pissarro ma, nel 1905, lo scandalo dei Fauves gli rivelò una pittura moderna e “di tendenza” che lo portò ad avvicinarsi a Matisse.
Il 1903 fu l’anno della sua prima volta al Salon des Indépendants, nel quale espose fino al 1936 e poi fu accettato nel 1906 al Salon d’Automne (fino al 1943).
La sua attività artistica non conobbe interruzioni e, dal 1910, ampliò la sua attività nel campo delle arti decorative affermandosi con successo in una produzione assai vasta, dalla xilografia alla pittura e alla grafica, dalle ceramiche ai tessuti, dalle illustrazioni alle scenografie. Con un’attività artistica che non conobbe interruzioni fino alla sua morte, tutto ciò gli consentì di recuperare la sua tavolozza squillante, cui sovrappose un tocco grafico vibrante e allusivo.

Suddivisa in 13 sezioni tematiche, la mostra racconta l’intero percorso artistico del pittore francese, attraverso molteplici opere che abbracciano varie tecniche nei diversi decenni del Novecento, dagli inizi fino agli anni Cinquanta, quando Dufy cercò nuovi temi a causa della guerra e della malattia che lo costrinse a rimanere nel suo studio nel sud della Francia.
Un excursus che trova il suo leitmotiv nella violenza cromatica, nella magia di quel colore che diventa elemento indispensabile per la comunicazione di emozioni e stati d’animo.
Un’evoluzione che vede Dufy inizialmente prosecutore di quella tradizione impressionista germogliata con Monet proprio nella sua città natale di Le Havre e poi insieme ai Fauve che, radunati attorno alla figura di Matisse, reagiranno presto alla pittura d’atmosfera e a quel dipingere dominato dalle sensazioni visive, per poi approdare infine ad abbracciare l’austerità cezanniana con la quale le forme, le zone piatte di colori accesi o addirittura violenti sono indipendenti dalla linea che accenna appena a circoscriverle.

Onde a V rovesciata, nuvole e un mondo di forme: bagnanti, uccelli, cavalli, paesaggi ispirati sia dalla modernità che dal classicismo.
Predilige i paesaggi marittimi e ama particolarmente gli ippodromi che gli daranno grande successo. Sensibile all’aria del proprio tempo, si interessa infatti alla società dell’intrattenimento con le sue corse, le regate, gli spettacoli elitari e popolari al contempo che Dufy riproduce con brio e vivacità.
Un artista alla perenne ricerca di stimoli e sperimentazione, in grado di rendere l’arte impegnata ma allo stesso tempo apparentemente “leggera”, il cui scopo dichiarato era, come scrive la scrittrice americana Gertrude Stein, di arrecare piacere.

La mostra Raoul Dufy. Il pittore della gioia, con oltre 160 opere tra dipinti, disegni, ceramiche e tessuti provenienti da rinomate collezioni pubbliche e private francesi – come il Musée d’Art Moderne de Paris che conserva di Dufy una delle più ricche collezioni, dal Centre PompidouPalais Galliera, la Bibliothèque Forney e la Bibliothèque littéraire Jacques Doucet tutte di Parigi insieme al Musée de la LoireMusée des Tissus et des Arts Décoratifs di Lione, il Musée des Beaux-Arts Jules Chéret di Nizza e al Musée Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles – racconta la vita e l’opera di un artista con lo sguardo sempre rivolto alla modernità, pervaso da una vivacità che ha saputo adattare a tutte le arti decorative, contribuendo a cambiare il gusto del pubblico.

Curata dalla Chief curator Sophie Krebs e Nadia Chalbi responsabile delle mostre e delle collezioni del Musée d’Art Moderne de Paris, la mostra è un viaggio emozionale attraverso i temi prediletti dall’artista, dove le sensazioni visive ridotte all’essenza della realtà, l’utilizzo della composizione, della luce e del colore sono gli elementi emblematici che caratterizzano le sue opere.

Afferma il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale«Sono molto lieto di ospitare, presso lo spazio espositivo di Palazzo Cipolla, una mostra su Raoul Dufy, che viene riproposta a Roma dopo quasi quarant’anni di oblio (la prima ed unica esposizione su Dufy nella Capitale, prima di oggi, è stata infatti quella del 1984 a Villa Medici). Spesso non compreso a fondo, a causa dell’apparente semplicità del suo tratto pittorico, che gli ha fatto non di rado attribuire la patente di superficialità e mondanità, Raoul Dufy in realtà ebbe una formazione articolata e complessa: fu inizialmente influenzato dall’Impressionismo, perpetuando con maestria la tradizione di Monet e contando sulla peculiarità di essere un “colorista per temperamento”; successivamente, si accostò al Fauvismo ispirandosi alle figure di Matisse, Braque e Cézanne. La particolarità di Dufy risiede nel dissociare gradualmente, nel corso della sua maturazione artistica, il colore dal disegno, semplificando il più possibile ed anteponendo in tal modo la forma al contenuto. Egli – seguendo la propria teoria che il colore servisse ai pittori per captare la luce – viaggiò a lungo nel Mediterraneo, in particolare in Provenza (dove si stabilì) e nel Sud Italia. Da qui i celebri paesaggi, i bagnanti, i campi di grano, e poi le sale da concerto e soprattutto le regate, le corse dei cavalli e gli ippodromi, a raffigurare la società del tempo libero degli anni Venti e Trenta, che lo renderanno popolare tra il pubblico».


Catalogo edito da Skira.


INFO
Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Verona, Veronafiere: ARTVERONA #ITALIANSYSTEM – 17^ edizione

ArtVerona edizione 2021

VERONAFIERE

DAL 14 AL 16 OTTOBRE 2022

ARTVERONA
#ITALIANSYSTEM
17^ edizione

Torna la più innovativa fiera d’arte moderna e contemporanea che si propone di valorizzare il sistema dell’arte italiana.

Tra le novità in programma, la prima edizione di Visiting Curator, il progetto pluriennale che coinvolge direttori e curatori di istituzioni internazionali, le due sezioni Habitat e Curated by, la mostra CAMERA dedicata alle collezioni video italiane e internazionali e il premio ArteMuseo.

Stefano Arienti, artista invitato a Red Carpet, ha creato un tappeto di 500 mq che accoglierà i visitatori all’ingresso della fiera.

Direzione artistica: Stefano Raimondi

Dal 14 al 16 ottobre 2022, a Veronafiere, torna ArtVerona.

Giunta alla sua 17^ edizione, ArtVerona #ITALIANSYSTEM – identità che definisce il triennio 2020-2022 – rafforza il dialogo tra gli operatori nazionali e apre a ospiti internazionali, per valorizzare e sostenere il sistema dell’arte italiano e offrire a collezionisti e visitatori un’esperienza coinvolgente, dedicata a più generazioni e pubblici, intraprendendo la strada dell’innovazione, della sostenibilità e dell’accessibilità. Un percorso decisamente in evoluzione per ArtVerona, questo primo triennio di direzione, con una diversa visione della manifestazione e verso una programmazione di eventi e format a carattere pluriennale. 

ArtVerona è organizzata daVeronaFiere. La direzione artistica di Stefano Raimondi è coadiuvata da un consolidato team di critici e storici dell’arte – Jessica Bianchera, Ginevra Bria, Giacinto Di Pietrantonio, Marta Ferretti, Giulia Floris, Elena Forin, Maria Marzia Minelli, Claudia Santeroni, Maria Chiara Valacchi, Saverio Verini – a cui si aggiunge Domenico Quaranta, noto per la sua indagine sulla new media art e sull’impatto dei media digitali sull’attività artistica, in qualità di nuovo curatore della sezione Evolution.

“Veronafiere con ArtVerona si propone di sostenere e valorizzare il sistema italiano dell’arte, una industry che genera un giro d’affari diretto e indiretto pari a 4 miliardi di euro l’anno – sottolinea il Presidente di Veronafiere Federico Bricolo – Internazionalità e sostenibilità, uniti al concetto di fiera diffusa sul territorio, sono aspetti che qualificano la promozione e il sostegno che la Fiera di Verona assicura nello specifico ad  ArtVerona e, in generale, ai settori di riferimento dei brand di proprietà”.

(Da sinistra) Stefano Raimondi, Direttore ArtVerona,
Federico Bricolo, Presidente Veronafiere,
Elena Amadini, Exhibition Manager Stone &Design Veronafiere,
Giovanni Bonelli, Vicepresidente Angamc ph. Giulia Virgara

ArtVerona 2022: le novità

Tante le novità di ArtVerona 2022, a partire dalle due nuove sezioni: Habitat e Curated by.

Habitat è un progetto culturale dedicato alla presentazione di importanti ambienti di grandi artisti storici italiani, quali Ugo La Pietra, Marina Apollonio, Nanda Vigo, Luciano Fabro, concepiti come spazi immersivi, capaci di creare coinvolgenti modelli di fruizione e offrire al visitatore un’inedita esperienza di visione.

Curated by presenta le proposte di gallerie che hanno collaborato con un curatore per la realizzazione dello stand, così da sottolineare alcune modalità in cui si sviluppa la relazione tra galleria, curatore e artista.

La fiera rafforza la sua rete internazionale grazie al nuovo progetto pluriennale Visiting Curator, a cura di Maria Chiara Valacchi, in cui direttori e curatori d’istituzioni museali da tutto il mondo sono invitati a scoprire la ricerca e gli artisti delle gallerie di ArtVerona e a partecipare come membri nelle commissioni delle giurie dei premi.

Per l’edizione 2022 giungeranno a Verona, Chrissie Iles, curatrice del Whitney Museum of American Art a New York, Nadim Samman, curatore al KW Institute for Contemporary Art a Berlino, Michal Novotný, direttore della Collezione di Arte Moderna e Contemporanea alla National Gallery a Praga e Christian Malycha,direttore della Friedrichs Foundation, Bonn / Weidingen.

Tra le altre novità, CAMERA – Collezioni video, a cura di Jessica Bianchera e Marta Ferretti in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Verona, Careof, Università degli Studi di Verona e Urbs Picta. Collezionare video, e collezionare in generale, può assumere un significato molteplice, in grado di definire un ampio e articolato campo di modalità, realtà, individualità e collettivismi, sia di carattere privato che pubblico. In un loop di tre giorni e secondo un palinsesto curato, CAMERA – Collezioni video presenta una campionatura asistematica di opere provenienti da collezioni video italiane e internazionali. All’interno degli spazi della fiera, nella sua prima edizione, intende lanciare uno spunto di riflessione sull’ampio e complesso ambito del collezionismo video tra acquisizioni private e corporate, sostegno alla produzione, premi e altre forme di mecenatismo, con focus giornalieri che approfondiscono il lavoro di 3 collezioni invitate a presentare e presentarsi con una selezione di lavori emblematici. Per la prima edizione sarà presentata la collezione di Jean-Conrad Lemaître, che con più di 150 lavori di artisti provenienti da 35 nazioni diverse, è annoverata tra le migliori collezioni di video e new media al mondo. Collaborano al progetto anche l’Università degli Studi di Verona con un panel a cura di Luca Bochicchio che si terrà negli spazi dell’Ex Provianda Austriaca di Santa Marta per conto del Dipartimento Culture e Civiltà e della Commissione Contemporanea – Univr, e l’Accademia di Belle Arti di Verona. Il dibattito e le collaborazioni sono tese ad approfondire la ricerca e sperimentare modalità di produzione, acquisizione, conservazione ed esposizione del video d’artista insieme a istituzioni, critici, curatori, artisti e operatori del settore. CAMERA Collezioni video intercetta e conclude, inoltre, il programma di appuntamenti ideato da Careof per celebrare i 35 anni di attività dell’associazione incentrato sull’Archivio Video e le progettualità ad esso connesse.

Si segnala, inoltre, la prima edizione del Premio ArteMuseo, a cura di Elena Forin, un progetto triennale che si pone in diretta continuità con la positiva esperienza di LEVEL 0, il format dedicato alla collaborazione tra i diversi attori del sistema dell’arte.

ArteMuseo nasce come iniziativa pluriennale sviluppata per creare dialoghi e opportunità concrete tra 5 musei e fondazioni italiane e altrettanti artisti presentati ad ArtVerona. Per almeno tre anni, la Fiera selezionerà a rotazione 5 tra musei e fondazioni del territorio italiano che intendono riservare un progetto espositivo a un artista tra quelli rappresentati dalle gallerie espositrici.

Anche la sezione Pages, curata da Ginevra Bria, si presenta in una nuova veste internazionale, invitando importanti riviste di settore a raccontare la loro storia, il ruolo della critica e dell’informazione, proponendo un dialogo tra sei case editrici europee e sei artisti italiani.

Backbonebooks di Berlino collabora con il duo italiano Aula (Laura Fusaro, 1996, Edoardo Ferrari, 1995), Blood Becomes Water di Sofia con Jacopo Benassi (La Spezia, 1970), It’s Freezing in LA di Londra con Shana Pagano, Onomatopee di Eindhoven con Ginevra Petrozzi (Roma, 1997), Sorry Press di Monaco con Elisa Giardino Papa (Medicina, BO, 1979), Sub-Zerò di Parigi con Simone Trabucchi (Piacenza, 1982).

L’interior designer Andrea Castrignano, veste in chiave creativa la hall e gli spazi comuni di ArtVerona 2022 ponendo l’accento sul concetto di “ospitalità” che caratterizza lo spirito della fiera. L’obiettivo è quello di creare dei luoghi di design funzionali al lavoro che si svolge all’interno della fiera e piacevoli per i visitatori. L’uso del colore, la scelta di tessuti, texture e materiali saranno equilibrati al contesto, lasciando all’arte il ruolo da protagonista.

Le conferme di ArtVerona

La Main section, cuore della manifestazione, ulteriormente impreziosita dalla partecipazione di nuove proposte di qualità nel panorama d’arte moderna e contemporanea, accoglie una selezione di gallerie accomunate da una ricerca qualificata sugli artisti italiani e internazionali, dai più storicizzati agli emergenti.

Si riconfermano le sezioni Introduction, a cura di Giacinto Di Pietrantonio, in cui gallerie storiche sono invitate a presentare quegli spazi espositivi che hanno visto nascere e supportato nella crescita, mostrando la trasmissione generazionale del sapere che distingue il sistema dell’arte; Next, dedicata alle gallerie che promuovono fino a tre talenti delle generazioni più recenti, portatori di linguaggi artistici innovativi; Evolution, curata da Domenico Quaranta, sottolinea l’importanza che ArtVerona ha rivolto verso i linguaggi più sperimentali e riunisce gallerie che collaborano con artisti capaci di sviluppare la propria ricerca e trarre ispirazione da diverse tecnologie e ambiti come videogiochi, intelligenza artificiale, social network, app, animazioni 3D, Coding, Big Data e nanotecnologie; Solo, in cui le gallerie sono invitate a valorizzare, con uno stand monografico, il lavoro di un singolo artista italiano della generazione degli anni ’90. La seconda edizione di LAB, a cura di Giulia Floris, analizza le realtà sperimentali no profit attive in Italia per l’arte contemporanea, e al loro interagire con il resto del sistema artistico. Spazi e collettivi saranno accolti in fiera con la volontà di richiamare l’attenzione sul loro ruolo quali centri di sperimentazione e libertà ideativa, dotati di grande flessibilità e adattamento all’interno del contesto artistico italiano.

Prosegue anche l’esperienza di Red Carpet un contributo a rendere la manifestazione un’esperienza coinvolgente, dove la presenza del pubblico diventa parte integrante della proposta culturale.

Protagonista di questa edizione sarà Stefano Arienti (Asola, MN, 1961), uno dei più apprezzati artisti italiani a livello internazionale che, per l’occasione realizzerà un tappeto, interamente scomponibile, di circa 500 metri quadrati, in ECONYL®, un filo di nylon ottenuto al 100% dal riciclo di rifiuti plastici (reti da pesca, tappeti, tessuti, rifiuti industriali, ecc.) grazie alla partnership con Aquafil S.p.A., uno dei principali attori mondiali nella produzione di fibre sintetiche da materiale di recupero.

Standchat, a cura di Saverio Verini, in collaborazione con Ashtart, è il programma di conversazioni veloci (rigorosamente entro la mezz’ora) e informali (si assiste in piedi, senza l’ausilio di microfono) che si tengono direttamente negli stand della fiera e che vedono dialogare artisti con critici partendo proprio dalle opere esposte negli spazi delle gallerie. Standchat vuol essere uno strumento per accorciare le distanze tra i visitatori e gli artisti e creare un’occasione di confronto reciproco. Da quest’anno, la formula vedrà anche l’intervento dei galleristi, estendendo così il dialogo a un’altra figura chiave del sistema dell’arte.

Talknow!, radio ufficiale della fiera, vedrà Maria Chiara Valacchi intervistare in diretta radiofonica artisti, curatori, collezionisti per parlare di progetti, mostre e futuro.

ArtVerona e il territorio

Con Art & The City, ArtVerona si estende e dialoga con la città e il territorio, organizzando e promuovendo un’agenda di appuntamenti che coinvolgono diverse istituzioni pubbliche e private e luoghi tra i più significativi della città di Verona che partecipano a un programma coordinato di mostre e attività che comprendono performance, video, design, contaminazioni musicali, installazioni pubbliche, visite a collezioni. All’interno di questo programma, Performance & The City, a cura di Claudia Santeroni e Maria Marzia Minelli, si concentra sul lavoro di due importanti artiste internazionali: Annamaria Ajmone e Claudia Pagès Rabal, mentre Sculpture & The City, a cura di Elena Forin, propone un focus sui linguaggi scultorei e installativi.

Il VIP Program quest’anno si connota per la valorizzazione di tre raccolte private, di tre diversi modelli di collezionismo privato, la cui fama si estende ben oltre i limiti territoriali scaligeri: Palazzo Maffei Casa Museo con lo stupefacente percorso tra antico e contemporaneo creato da Luigi Carlon nel cuore di Verona, le opere di artisti giovani e affermati del panorama italiano e internazionale di AGIVERONA esposte al polo universitario di Santa Marta, e il modello di mecenatismo promosso dalla Collezione De Iorio, ospitata nel Centro Diagnostico Tecnomed di ZAI e nell’adiacente spazio espositivo.

Dopo la mostra Luoghi Comuni. Cantieri e siti monumentali della Verona storica e industriale in Gabriele Basilico e Alessandra Chemollo, in corso fino al 4 settembre a Castel San Pietro, Palazzo del Capitanio e Palazzo Pellegrini sede di Fondazione Cariverona, nata nell’ambito di formazione “Visual Art Collection Management and Curating”, realizzato in collaborazione con Università di Verona, ABAV Accademia di Belle Arti di Verona e IUSVE, Fondazione Cariverona prosegue il percorso di restituzione e dialogo con la città attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea con un progetto che arricchisce il calendario di eventi in città nei giorni di ArtVerona.


INFO

ARTVERONA 2022
Verona, Veronafiere | Padiglioni 11 e 12 (Ingresso Re Teodorico, Viale dell’Industria)
14-16 ottobre 2022

Inaugurazione (su invito): giovedì 13 ottobre 2022, dalle 18.00 alle 21.00

Sezioni
Main section; Introduction (a cura di Giacinto Di Pietrantonio); Next; Evolution (a cura di Domenico Quaranta); Solo; LAB (a cura di Giulia Floris); Pages (a cura di Ginevra Bria); Habitat; Curated by.

Orari
venerdì 14 ottobre, dalle 11.00 alle 19.00
sabato 15 ottobre, dalle 11.00 alle 19.00
domenica 16 ottobre, dalle 11.00 alle 19.00

Biglietti
€20,00 (alla biglietteria di Veronafiere)
€16,00 (in prevendita online, sul sito www.artverona.it; a partire dal 1° settembre)

Informazioni
www.artverona.it
T. +39 045 8298793 -8135 | E. staff@artverona.it
nei giorni di fiera T. +39 045 8298594

Social
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Ufficio stampa Veronafiere
Capo Ufficio Stampa
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Ufficio stampa Artverona
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T. 02.36755700 |
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Roma, Bianco Contemporaneo: Lamberto Pignotti – A data da destinarsi | Testo critico a cura di Lorenzo Canova

Lamberto Pignotti
A data da destinarsi

A cura di Lorenzo Canova

Vernissage 14 ottobre 2022 ore 18.00

Bianco Contemporaneo
Via Reno 18/a – Roma

Fino al 14 novembre 2022

Venerdì 14 ottobre 2022 nello spazio di Bianco Contemporaneo si terrà la personale di Lamberto Pignotti dal titolo “A data da destinarsi” a cura di Lorenzo Canova

Un progetto inedito, ispirato al nostro recente vissuto collettivo composto da una serie di 19 foto ritagliate dai giornali e 19 poesie ad esse dedicate. Lavori incentrati sul rapporto inquietante e seducente ad un tempo, tra realtà e vitalità, tra storia e meta-storia, tra vicende e vice-vicende. 

Saranno esposte inoltre 19 opere storiche dell’artista, che attraversano un asso temporale che va dagli ani ’60 del secolo scorso al 2019. Uno spaccato di storia rappresentato attraverso parole e immagini, segno identificativo della scrittura verbo-visiva e sinestetica dell’artista. 

Lamberto Pignotti, classe 1926, considerato uno dei padri della poesia visiva, è una della voci più autentiche nel panorama italiano della neoavanguardia degli anni Sessanta-Settanta del Novecento. Nei primi anni Sessanta concepisce e teorizza le prime forme di “poesia tecnologica” e “poesia visiva”. Nel 1963 dà vita, con Miccini, Chiari e altri artisti e critici, al “Gruppo 70” e partecipa pochi mesi dopo alla formazione del “Gruppo 63” a Palermo. La sua opera artistica procede rapportando segni e codici di diversa provenienza: linguistici, visivi, dell’audito, del gusto, dell’olfatto, del tatto, del comportamento, dello spettacolo. Come poeta visivo e lineare è incluso in molte antologie italiane e straniere ed è trattato in vari libri di saggistica e consultazione. A tutt’oggi è attivo sia come artista che come intellettuale, invitato a conferenze e rappresentazioni dedicate a lui e alle sue teorie sinestetiche di cui è un precursore. 

La mostra è corredata da un catalogo/cartella d’artista a tiratura limitata di 50 copie: un bauletto con le foto delle opere esposte unitamente al testo critico e la biografia dell’artista. 

Parole del vuoto
di Lorenzo Canova


INFO

Lamberto Pignotti
A data da destinarsi
A cura di Lorenzo Canova
Con il patrocinio di Fondazione Orestiadi

Vernissage 14 ottobre 2022 ore 18.00
Bianco Contemporaneo
Via Reno 18/a – Roma

Fino al 14 novembre 2022
Orari: dal lunedì al venerdì dalle ore 16.30 alle ore 19.30 e su appuntamento

Bianco Contemporaneo
Rossella Alessandrucci
Antonio Martini
www.biancocontemporaneo.it

Ufficio stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
roberta.melasecca@gmail.com
www.melaseccapressoffice.itwww.interno14next.it

Pisa, Museo della Grafica: Inaugurazione della mostra “Oltre la macchia. Incisioni di Giovanni Fattori”

Il Museo della Grafica (Comune di Pisa, Università di Pisa)  è lieto di invitarvi all’inaugurazione della mostra

OLTRE LA  MACCHIA
INCISIONI DI GIOVANNI FATTORI

A cura di Vincenzo Farinella e Alessandro Tosi
sabato 15 ottobre, ore 18:00

Per ulteriori informazioni cliccare il logo:

Museo della Grafica – Lungarno Galilei, 9 – Pisa
Email: educazione museo della grafica
Telefono: 050 2216059/070