Milano: A Palazzo Reale le tre Pietà di Michelangelo a confronto.

Rendering Sala delle Cariatidi: nella fase Dettagli d’autore vengono proiettate gigantesche immagini sui sudari che fanno da sfondo a ciascuna opera.

LE TRE PIETÀ DI MICHELANGELO. TRE CALCHI STORICI PER LA SALA DELLE CARIATIDI

Milano, Palazzo Reale. Sala delle Cariatidi

22 ottobre 2022 – 8 gennaio 2023

Apre a Milano, il prossimo 22 ottobre nella magnifica Sala della Cariatidi a Palazzo Reale, la mostra “Le Pietà di Michelangelo. Tre calchi storici per la Sala delle Cariatidi”. La mostra – promossa e prodotta dal Comune di Milano-Cultura e organizzata da Palazzo Reale con la collaborazione del Castello Sforzesco – è a cura di Giovanna Mori, Domenico Piraina e Claudio Salsi.

Nata dalla sinergia tra Comune di Milano, Comune di Firenze e Musei Vaticani, l’esposizione consentirà al visitatore di apprezzare l’arte e l’inventiva michelangiolesca attraverso il confronto di tre calchi otto-novecenteschi, in ideale continuità con la mostra appena conclusa con grande successo al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze.

Le tre Pietà di Michelangelo, nella forma dei loro calchi in gesso, giungono ora a Milano, dove saranno eccezionalmente riunite in uno spettacolare ed emozionante allestimento firmato da Massimo Chimenti, dal 22 ottobre all’8 gennaio 2023, nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, che farà da palcoscenico unico e irripetibile. Tre lunghi teli, dispiegati per tutta l’altezza della sala e dal grande impatto visivo, faranno da sfondo alle Pietà amplificandone la forte valenza estetica e il senso religioso evocato dallo scultore in tre diverse fasi della sua vita.

Il calco della Pietà di San Pietro della Città del Vaticano fu realizzato nel 1975 all’interno del Laboratorio Calchi e Gessi dei Musei Vaticani da Ulderico Grispigni; l’occasione della sua realizzazione giunse in un momento drammatico per la Pietà ovvero l’atto vandalico del 1972 ai danni della scultura, che resero necessaria la preparazione di un nuovo calco.

Il calco della Pietà di Santa Maria del Fiore a Firenzedetta Pietà Bandini, conservato nella collezione della Gipsoteca fiorentina dell’Istituto d’Arte di Porta Romana, risale al 1882 circa e si deve al formatore fiorentino Oronzo Lelli.

Il calco della Pietà Rondanini fu commissionato nel 1953 al formatore milanese Cesare Gariboldi, allo scopo di determinare al meglio e in totale sicurezza, durante le prove di allestimento della statua

in marmo, l’ubicazione ideale per la scultura, conservata dal 1952 nel Castello Sforzesco. Oggi esposto in mostra dopo una accurata pulitura, è conservato nei depositi del Museo d’Arte Antica.

In occasione dell’esposizione è stata promossa un’attenta ricerca documentaria e iconografica sulle tre Pietà, finalizzata a creare un racconto visivo in grado di presentare episodi della storia recente che hanno avuto per protagoniste le sculture michelangiolesche: restauri, allestimenti e trasferimenti immortalati da vive testimonianze come scatti e filmati d’epoca, provenienti da importanti archivi e fototeche italiane che hanno collaborato al progetto.

“Grazie ai tre preziosi calchi, questa mostra spettacolare, allestita in una delle più belle sale della città, potrà raccontare ai visitatori l’evoluzione della sensibilità di Michelangelo lungo tutto l’arco della sua vita – ha dichiarato Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del Comune di Milano –. Sarà una grande emozione poter abbracciare con un solo sguardo tutte le tre Pietà, e il confronto, a Milano, potrà essere integrato dalla visita al Museo della Pietà Rondanini al Castello Sforzesco, dove si trova l’originale dell’ultima Pietà, quella a cui il Maestro lavorò fino agli ultimi giorni della sua vita”.

Da giovane Michelangelo realizzò la Pietà Vaticana, scolpendo in tarda maturità le cosiddette Pietà Bandini di Santa Maria del Fiore a Firenze, e la Pietà Rondanini del Castello Sforzesco di Milano.

Tali esempi raccontano la sensibilità raggiunta dal genio toscano nel corso della sua lunga vita: dal grandioso lavoro giovanile di impronta classicista, fino alla scultura non finita degli ultimi suoi giorni. Oltre sessant’anni separano la prima Pietà, la Vaticana, dall’ultima, la Rondanini.

A quella vaticana Michelangelo mise mano nel 1498, appena ventenne. Il contratto richiedeva esplicitamente “una Vergine Maria vestita con Cristo morto, nudo in braccio”. La scultura sprigiona una bellezza magniloquente, perfetta, in linea con la prima produzione del Maestro toscano. Rispetto al viso della Madonna ritenuto da alcuni troppo giovane, l’artista si difese, all’epoca, affermando che sono proprio la purezza e la santità a preservare gioventù e bellezza.

Alla produzione giovanile si affianca quella dell’età matura, che vede Michelangelo molto cambiato come uomo e come artista, in crisi al punto di voler abbandonare la scultura, sua ragione di vita fino ad allora. Il sentimento che domina questi lavori è totalmente differente, lo stile diventa meno ridondante in considerazione del destino umano della sofferenza, della morte e della resurrezione.

Quando scolpì la Pietà Bandini, tra il 1547 ed il 1555, Michelangelo Buonarroti era già un uomo anziano che meditava spesso sulla fede, sulla passione di Cristo e sulla sua prossima morte.

La storia di questa Pietà è lunga e tormentata. Il marmo, pieno di impurità e troppo duro, non permetteva a Michelangelo di completare l’opera, e condusse l’artista a rompere un arto del Cristo e, successivamente, a prendere a martellate la statua rompendola in più punti.

L’ultima Pietà è la Rondanini, ora al Castello Sforzesco. Michelangelo lavorò su questo marmo fino a poco prima di morire. Nel “sublime non finito” dell’artista toscano si alternano parti concluse a parti non terminate o non lavorate affatto, in una composizione statuaria che – nelle parole di Luigi Serenthà – è capace di coinvolgerci “nel movimento inarrestabile del corpo del Cristo morto dentro il corpo della Madre”.

Il percorso espositivo vuole focalizzare agli occhi dei visitatori proprio questo, ossia il maturare dei sentimenti di uno dei più grandi geni della storia dell’arte, mostrando come un medesimo dramma possa raggiungere esiti così diversi, nelle mani di un artista immerso nel tempo e nel divenire dell’ispirazione.

Il catalogo, edito da Silvana Editoriale, si avvale dei testi del Comitato Scientifico e dei curatori e presenta importanti saggi e schede relativi alle tre Pietà di Michelangelo a partire dalla giovanile Pietà Vaticana, alla Pietà della maturità realizzata per il Duomo di Firenze e infine alla Pietà Rondanini, scolpita in tarda età e rimasta incompiuta.


Scheda informativa

LE TRE PIETÀ DI MICHELANGELO. TRE CALCHI STORICI PER LA SALA DELLE CARIATIDI
Milano, Palazzo Reale. Sala delle Cariatidi
22 ottobre 2022 – 8 gennaio 2023
Mostra a cura di Giovanna Mori, Domenico Piraina, Claudio Salsi

Una mostra di Comune di Milano – Cultura Palazzo Reale

Catalogo Silvana Editoriale

Info mostra
INGRESSO GRATUITO
www.palazzorealemilano.it
Orari:
Lunedì chiuso
martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica: 10.00 – 19.30
giovedì: 10.00 – 22.30

Ufficio stampa Mostra
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Via San Mattia, 16 – 35121 Padova
Simone Raddi, tel. 049.66.34.99; simone@studioesseci.net

Ufficio Stampa Comune di Milano
Elena Conenna
elenamaria.conenna@comune.milano.it

Bologna: Il MAMbo è tra i vincitori di “Strategia Fotografia 2022 “, bando della ​​​​​Direzione Generale Creatività Contemporanea – Ministero della Cultura

Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna è stato selezionato tra gli enti proponenti dei 30 progetti vincitori di Strategia Fotografia 2022, avviso pubblico promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura per proposte di acquisizione, conservazione e valorizzazione della fotografia e del patrimonio fotografico italiano. Il bando si inserisce nel quadro delle azioni istituzionali della DGCC volte a promuovere e a sostenere la ricerca, i talenti e le eccellenze italiane nel campo della fotografia.  

Strategia Fotografia 2022 si articola in due ambiti, con un finanziamento totale di 1.478.895 euro: 1. Acquisizione e valorizzazione; 2. Conservazione e valorizzazione. La candidatura del MAMbo è stata ammessa al finanziamento per l’ambito 1 Acquisizione e valorizzazione con il progetto Architettura rurale in Emilia Romagna,che prende avvio dal lavoro volto alla conoscenza dell’architettura nella sua dimensione territoriale che la professoressa Maura Savini svolge da tempo presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna ed è finalizzato alla produzione e alla valorizzazione di sei opere fotografiche di Guido Guidi, artista individuato da Lorenzo Balbi, direttore del MAMbo.

Architettura rurale in Emilia Romagna , finanziato per un totale di 65.500 euro, oltre allanuova produzione fotografica di Guido Guidi sul tema indicato, comprende una mostra prevista per il 2023 nella la Project Room del MAMbo in cui le opere del grande fotografo dialogheranno con una selezione di materiali quali carte, mappe, disegni, rilievi, modelli, fotografie e progetti recenti di case rurali, torri colombaie, ville e insediamenti aggregati, luoghi collettivi, chiuse, manufatti idraulici e ponti, delineando così l’insieme delle architetture della terra e delle acque e rinunciando a una lettura estetizzante in favore di una razionale e distaccata, in grado di accostare la visione artistica di Guidi all’identità storico-tecnica dell’ambiente rurale.

Le iniziative di valorizzazione si apriranno con una giornata di studi dal titolo Paesaggio e condizione contemporanea, prevista a Bologna il 27 ottobre 2022 presso la sede della Regione Emilia-Romagna, e comprenderanno, tra l’altro, una pubblicazione, un public program di incontri e azioni di comunicazione dedicate.

Le opere fotografiche che saranno realizzate da Guido Guidi prevedono la ricognizione di una serie di architetture storicamente destinate al lavoro agrario, pertanto a servire, per le quali la logica funzionalista non sembra in grado di spiegare le forme: se nella città contemporanea gli edifici del lavoro sembrano rispondere in modo meccanico alle necessità funzionali, gli edifici rurali mostrano spesso straordinarie idee costruttive e varietà di soluzioni per il medesimo scopo, affermando un’idea di funzione ampia e allargata, capace di variare nelle diverse ore del giorno e nell’alternarsi delle stagioni, rovesciando nei fatti l’assunto funzionalista.

La ricerca fotografica dell’artista, per il carattere essenziale delle immagini e per le giustapposizioni visive che  il punto di vista scelto determina, si mostra particolarmente adeguata al carattere morfologicamente semplificato, quasi archetipo, delle costruzioni rurali: la relazione che si stabilisce tra l’architettura e la sua immagine consente così una conoscenza ulteriore, lascia emergere elementi, relazioni, dettagli che la mediazione della macchina estrae dalla realtà e che il confronto tra i due diversi modi conoscitivi contribuisce a rappresentare ed esaltare.

Architettura rurale in Emilia Romagna è stato selezionato da una commissione composta da Fabio De Chirico, Direttore del Servizio II e del Servizio V della DGCC (con funzione di Presidente), Alessandra BarbutoFrancesca CanforaAntonello Frongia Raffaella Perna, che ha tenuto conto di tutti gli obiettivi previsti dall’avviso pubblico, ovvero di sostenere:

  • la costituzione e l’incremento delle collezioni pubbliche italiane di fotografia contemporanea;
  • la committenza pubblica di opere di autori affermati, mid-career o emergenti;
  • gli interventi di conservazione e valorizzazione del patrimonio fotografico pubblico, con particolare attenzione alle donazioni di interi archivi o fondi intervenute negli ultimi cinque anni;
  • l’organizzazione di eventi, manifestazioni, mostre e festival dedicati alla valorizzazione, sviluppo, diffusione, conoscenza della fotografia contemporanea, presentati da musei, istituti, raccolte, archivi pubblici, anche gestiti da enti privati senza fine di lucro, nonché da istituzioni, fondazioni, enti, associazioni, senza scopo di lucro, impegnati nella promozione della fotografia a livello nazionale e internazionale, quali attività propedeutiche e di gestione connesse all’acquisizione pubblica di opere e/o collezioni fotografiche contemporanee.

Sito ufficiale Strategia Fotografia 2022


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