Teresa Lazzaro ci ha lasciato – Cantarono per lei i blue-jay e aleggiarono le farfalle: verde era il bosco dove passò

Teresa Lazzaro

«Non capivi il mondo e le sue scorie
l’eternità e il confine del dolore
la mortalità che ha avvolto
gli amici di un tempo tanto cari».

Teresa Lazzaro

Domattina staremo per l’ultima volta insieme a Maresa e pregheremo per lei. Ognuno prega come sa farlo. Maresa che amava la poesia si chiedeva in uno dei suoi versi: «Come pregano i poeti spesso la gente si chiede». E rispondeva: con un Silenzio orante, mentre rimani a contemplare il bello che ti circonda. Potrebbero essere le acque del Lungarno o quelle dello Stretto di Messina che osservava dalle finestre di casa sua, le piccole piante del terrazzo e le profumate rose del giardino, un sorso di vin santo o il pane abbrustolito sulla fiamma.

Ora, fra i tanti amici che se ne sono andati, e Dio sa se ci mancano, ci sarà anche lei. Scriveva di non saper dipingere o danzare, ma di sapere raccogliere all’alba parole di gioia e tenerezza. L’ultima notte ha dormito solo tre ore, come spesso accadeva. Ma attraverso il respiro delle onde e le carezze di venti farfalle riusciva ad afferrare il Silenzio. «Parlo sempre di 20 farfalle, i bambini di Bullenhuser Damm ai quali ho dedicato la mia casa e dove loro hanno ripreso a vivere».

Per anni Maresa, cattolica praticante, si è dedicata a mantenere viva la memoria e la ricerca sulla Shoah. La cura della memoria – diceva – non può fermarsi ad un solo giorno all’anno, nel Giorno della Memoria, quando la invitavano a parlarne nelle scuole. La cura della memoria – spiegava – è l’ascolto dei sopravvissuti che ad Auschwitz, Terezin, Plazow, Lodz hanno avuto un braccio tatuato dai morsi della fame, del freddo e della paura. Come studiosa ha visitato molti dei campi legati all’Olocausto. E sui venti bambini assassinati a Bullenhuser Damm, le sue venti farfalle, ha scritto un libro di poesie intense e di testimonianze toccanti.

L’idea di raccogliere componimenti e relazioni è nata quando è stata invitata a Uppsala in Svezia, per parlare della propria esperienza. Ad Amburgo, per la ricorrenza del 70° anniversario, ne ha presentato la versione in inglese. La sua casa in breve è diventata un luogo per relazionarsi col mondo in mille modi, per ospitare persone che di quelle tragiche vicende continuano a riferire. «Nella mia casa ha vissuto con me Inge Auerbacher che è una dei 99 bambini sopravvissuti a Terezin. Qui ho tradotto il suo libro». S’intitola Io sono una stella, uscito per Bonpiani.

“Venti farfalle e una nuova primavera” è solo l’ultimo libro di Maresa, al quale era forse più affezionata, perché come scriveva «Bullenhuser Damm è dentro di me. Non smetterò mai di raccontare quanto accaduto». Ma ci sono anche molti altri testi, come Ravensbrück, breve viaggio nella memoria, oppure la traduzione in italiano dei pannelli in mostra al Museum of History and Holocaust Education, negli Stati Uniti. E poi una miriade di poesie, che progettavamo sempre di raccogliere in volume.

In questa pagina, però, vorremmo richiamarci alla sua prima pubblicazione poetica. Riguarda l’incontro pubblico per la presentazione di “Blue-jay e quadrifogli”, una storia di affetti e commozioni, che rilegge in versi luoghi e persone di un’esistenza. Come il grande amore per il collega americano conosciuto durante il periodo d’insegnamento negli Stati Uniti. In occasione della presentazione di “Blue-jay e quadrifogli”, Maresa sognava di entrare nell’Aula Magna dell’università di Messina a braccetto del suo maestro. Il maestro era il grande poeta Mario Luzi, ma quel pomeriggio il sogno non si realizzò, perché il suo amico Mario – sono parole di Maresa – aveva un impegno cui nessuno può sottrarsi. A quell’impegno non si è sottratta neppure Maresa. A differenza di molti, però, siamo convinti che lei abbia saputo trovare sé stessa nel momento in cui ha cercato «di ascoltare Dio che parla nel Silenzio».

Non posso più chiederti 
di Teresa Lazzaro

Non posso più chiederti
di conquistare con me l’infinito
sebbene oggi più di ieri
il mio infinito coincide con il tuo.

Anch’io sento dentro di me
quella voce che lotta
quella voce che grida:
“Sud è il mio amore
Sud è bambini che piangono
nelle bocche di vicoli abbandonati
Sud è l’amore condannato
Sud è il mio più strano amore
Sud è la canzone dei primordi.”

A te che me l’hai fatta
riascoltare
posso ora dire che
cosa è il Sud per me:
incontaminazione
dolore
lotta
inarrestabile dissoluzione
impenetrabilità
commistione di gerghi
compromissione
compromessi
sofferenza.

Il nostro infinito
oggi coincide
ma siamo ormai
due linee parallele
e non c’incontreremo più.

Qui, nel mio profondo Sud
capisco perché devo
perderti per sempre.

Qui, nel mio profondo Sud
invecchierà il mio volto
lontano dal tuo
costretto ad invecchiare
laddove non vorrebbe.

Dal libro “Blue-jay e quadrifogli”

Un poeta va e un poeta viene

di Sergio Bertolami

Un poeta va e un poeta viene e tra i due è il filo della continuità dei sentimenti. Il poeta che va è Mario Luzi, il poeta che viene è Teresa Lazzaro, che gli amici chiamano Maresa. Idealmente uno incorona l’altro. Maresa non è legata a Luzi soltanto da una stagione felice, perché anche da lontano – lui in Toscana, lei in Sicilia – è vissuta insieme a Luzi, amico da sempre, un padre dopo la morte di suo padre. Lo ha spiegato nell’aula magna dell’Università di Messina ad un pubblico attento, perché non è di tutti i giorni rimanere incantati alla lettura di una poesia e scoprire all’improvviso un poeta che forse solo Luzi conosceva davvero. In verità Mario – come affettuosamente lo chiama Maresa – aveva preso con lei un impegno: presentare la sua opera prima. Lo aveva preso davanti a Bilenchi che rivolgendosi al maestro famigliarmente gli diceva che sarebbe stato un “bischero” se non lo avesse fatto.

Alla presentazione di “Blue-jay e quadrifogli”, una storia d’amore che rilegge in versi i luoghi e le persone di una vita, maestro ed allieva avevano progettato di entrare in sala a braccetto. Sembra che così non sia stato, perché Mario – sono parole di Maresa – aveva un impegno cui nessuno può sottrarsi. Sembra, ma era solo apparenza, che Mario non ci fosse. Attraverso quel filo di sentimenti era tuttavia presente: viveva nelle liriche  e nelle parole che l’amica affettuosamente gli ha dedicato,  rileggendo le pagine del diario giovanile, con voce delicata e schiva. Le pubblichiamo nella nostra rivista on-line, perché come una eco si propaghi la lingua dei poeti, che sanno guardarsi dentro, mentre noi spesso lo dimentichiamo.  A fare attenzione Mario è negli stessi versi di Maresa, nei suoni familiari, nelle immagini limpide, impalpabili: eppure narrano di cose terrene. Questi versi Luzi ha fatto a tempo a presentarli, con una lettera scritta ad agosto dell’anno passato ed ora posta a prefazione.

«Ho potuto finalmente e in pace, con la dovuta concentrazione disvolgere la matassa dei tuoi versi. Ci voleva questa condizione di libertà attenta e irrelata: le tue poesie non si possono leggere come le altre. Il bello è che danno molto, non esigono niente, ma coinvolgono la vitalità cordiale e l’immaginazione sensuale e affettiva dei tuoi lettori…». Vale la pena di leggere per intero questa lettera e non solo il suo incipit. E’ pubblicata nel bel libro di Maresa (Teresa), dove i blue-jay che la risvegliavano all’alba, ora risvegliano presente e futuro di noi lettori.  Non ci sono incertezze in Maresa, dal maestro ha appreso la strada e da ora in poi la percorrerà con la sicurezza che sa dare la poesia quando ravviva coscienze sopite. Non la fermerà neppure la marginalità del suo – nostro – “profondo Sud”, perché la sosterrà la sua fede interiore, salda come la sua poesia. Ne siamo certi.

Note biografiche

Teresa Lazzaro è nata a Messina l’8 Dicembre 1955. Si è laureata in Lingue all’Università degli Studi di Perugia, con una tesi sull’evoluzione dello stile di Henry James. Nel 1979 ha ottenuto una borsa di studio quadriennale per conseguire un Ph.D. negli Stati Uniti presso la prestigiosa UNC­Chapel Hill, dove è stata borsista Teaching Assistant sia al Dipartimento di Linguistica che al Dipar­timento di Lingue Romanze.

Si è specializzata in Linguistica e Poesia cavalleresca prima di insegnare come Temporary Assistant Professor alla University ofGeorgia- Athens, e come Visiting Professor alla San Diego State University e alla University of Massachussetts ad Amherst. Dall’85 all’87 è stata anche Chair del Curriculum d’Italianistica del consorzio Five Colleges, organizzando un convegno su “Ariosto e la corte Estense” e dedicandosi all’insegnamento multimediale della lingua italiana.GKA per essersi distinta nello studio e nella ricerca, membro attivo nel Center for Intemational Scholarly Exchange si è adoperata per il gemel­laggio tra la University of Massachussetts e l’Università di Siena.

Come Professore Erasmus all’Università di Messina ha curato il Convegno ed il Volume “L’Uomo e il Parco” e poi, ottenuta una borsa di studio di spe­cializzazione biennale in Geografia Economica, èstata Segretaria Scientifica del Convegno INSULA 2000 ed ha curato il volume degli Abstracts. Nell’anno accademico 1989-90 è stata anche Vice Rettore all’Università per Stranieri di Reggio Calabria.

Numerosi i suoi contributi di critica letteraria e di poesia a volumi italiani e stranieri. Nel 1989 ha ricevuto il premio Internazionale di Poesia A. Gatto.

Prodotto dalla Fondazione Carla Fendi e dai Mahler & LeWitt Studios “The Neon Hieroglyph” di Tai Shani è presente alla Somerset House di Londra

Marina Mahler – Maria Teresa Venturini Fendi – Carol LeWitt

La Fondazione Carla Fendi collabora con i Mahler & LeWitt Studios per progetti di arte contemporanea.

Questa sinergia nasce dalla volontà di Maria Teresa Venturini Fendi, Presidente della Fondazione, di dare un contributo alla preziosa attività degli Studios nella città di Spoleto, finanziando la produzione di opere di artisti contemporanei e un programma di residenze a lungo termine per giovani artisti e designer.

Prodotto dalla Fondazione Carla Fendi e dai Mahler & LeWitt Studios, The Neon Hieroglyph, un’installazione scultorea originariamente realizzata per Spoleto64 Festival dei Due Mondi dall’artista britannica Tai Shani, vincitrice del Turner Prize, è stata ora riallestita per ‘The Horror Show! A Twisted Tale of Modern Britain’ alla Somerset House di Londra: una grande mostra collettiva che dal 27 ottobre 2022 al 19 febbraio 2023, attraverso le opere di alcuni tra i più importanti e noti esponenti dell’arte contemporanea, esplora il modo in cui l”horror”, trascendendo il genere, ha influenzato gli ultimi 50 anni del lavoro degli artisti britannici più anticonformisti e ribelli.

L’opera di Shani – raffigurazione di un enigmatico fantasma, adornato di lacrime e portafortuna – era stata originariamente collocata nella fontana pubblica di Piazza Mercato a Spoleto. L’installazione si ispira alla ricerca dell’artista su psichedelia, femminismo e mito e fa parte del progetto The Neon Hieroglyph, una serie di riflessioni poetiche sulla storia dell’ ergot, il fungo da cui deriva l’LSD. Prima della molitura industriale, l’ergot cresceva talvolta nei raccolti di grano in tutta Europa. In The Neon Hieroglyph, le storie dell’ergot e dei fantasmi che esso ha ispirato creano apparizioni di ansie apocalittiche e aspirazioni utopiche: il dolore e la discordia circolano attraverso la stessa rete interconnessa dell’estasi e dell’empatia.

L’opera di Tai Shani “The Neon Hieroglyph”  
(esposta per il 75° Festival dei 2Mondi di Spoleto).

Mi ha colpito che la storia personale di Tai abbia una connessione forte con Spoleto, luogo nelle cui vicinanze venne a mancare suo padre.” dice Maria Teresa Venturini Fendi. “Credo anche che l’atmosfera del Bosco Sacro di Monteluco, i santuari e in generale la spiritualità di tutta l’Umbria, radicata in secoli di misticismo ed esoterismo, abbiano allargato il campo e la sensibilità della sua ricerca”.

Per accompagnare la mostra, i Mahler & LeWitt Studios hanno pubblicato la conversazione completa che hanno commissionato tra Shani e gli ex curatori in residenza Hana Noorali e Lynton Talbot. Attingendo a una serie di argomenti, tra cui il misticismo medievale, la fantascienza e l’anarco-comunismo, Shani discute il fantasma come una figura radicale e trasformativa con la capacità di trascendere le narrazioni gerarchiche e di proporre storia, cultura e criticità come un processo continuo di ‘collaborazione transtemporale’. Nelle parole dell’artista “… ci sono questi punti di contatto che puoi collegare insieme, creando una storia … Penso che viviamo tra i fantasmi, non credete? Viviamo continuamente con i detriti della storia e i fantasmi che ci circondano

The Neon Hieroglyph esiste anche come film in nove episodi. La puntata 7, che si riferisce specificamente alla regione Umbria, è stata presentata nella galleria d’arte contemporanea del Museo di Palazzo Collicola, nell’ambito del progetto espositivo ‘Exploring Art’ ideato dal team curatoriale di Guyr Robertson dei Mahler & LeWitt Studios e prodotto dalla Fondazione Carla Fendi, main sponsor di Spoleto Festival dei Due Mondi.


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William Eisner in mostra al PAFF! di Pordenone. Il video dell’inaugurazione e le foto della mostra

The Spirit of Will Eisner in mostra al PAFF! di Pordenone.
Guarda il nuovo video della mostra e le foto dell’allestimento!

Il video dell’inaugurazione della mostra The Spirit of Will Eisner.
Un ringraziamento a tutti coloro che sono intervenuti per il calore, l’entusiasmo, l’affetto e l’atmosfera unica che avete creato.

Il PAFF! – Palazzo Arti Fumetto Friuli ha aperto le porte alla nuova esposizione di William EisnerThe Spirit of Will Eisner,  che dal 7 ottobre rimarrà aperta al pubblico fino sino al 26 febbraio presso la villa di Palazzo Galvani in viale Dante 33, in collaborazione con 9ème Art Références di Parigi.

PAFF! continua con i numeri uno del fumetto mondiale. La qualità delle sue produzioni e l’autorevolezza degli artisti coinvolti gli hanno conferito in poco tempo una notorietà internazionale. Dopo Cavazzano per il fumetto Disney, Milton Caniff delle storiche strip avventurose americane, i maestri Marvel & DC per i supereroi e un Manara a tutto tondo e non solo erotico, dopo il numero uno del fumetto fantastico e fantascientifico, Moebius e il grande Juanjo Guarnido è arrivato Will Eisner.

L’autore

Il grande fumettista e imprenditore americano William Erwin Eisner è stato uno dei più grandi artisti della storia del fumetto. Appassionato studioso del linguaggio, da lui ribattezzato “arte sequenziale” ha sviluppato fin da subito una tecnica espressionistica che, attraverso inquadrature e giochi di ombre, punta a creare la massima emozione della narrazione disegnata.

 Nato a Brooklyn nel 1917, dimostra molto presto di avere grandi doti artistiche, che lo porteranno già da ragazzo a considerare l’idea di perseguire il lavoro di disegnatore.

Proviene da una condizione sociale non agiata, si appassiona da subito alla letteratura e all’arte (grazie anche al lavoro del padre, muralista).

Inizialmente illustratore umoristico e pubblicitario, all’età di vent’anni fonda una delle prime società di produzione e distribuzione di fumetti, la Eisner-Iger Ltd, insieme all’editore Jerry Iger, acquisendo un successo immediato. Le sue opere sono altamente influenzate dalla Grande Depressione degli anni ’30. Grazie alla collaborazione con Jerry Iger crea personaggi come Bob Powe, Jack Kirby e Bob Kane. Tuttavia, la vera notorietà arriva con The Spirit (Denny Colt), investigatore privato dato per morto, i cui episodi di ambientazione urbana, si distinguono per la sempre presente riflessione che va oltre la classica diatriba “bene contro male”, per la ridefinizione della grammatica e della sintassi del linguaggio fumettistico e per le sperimentazioni spazio-temporali. The Spirit si discosta dai canoni dell’editoria contemporanea, perché riesce a coinvolgere più generi, thriller, erotico, violento, romantico, avventuroso, soprannaturale, satirico…Molto utilizzata da Eisner è la splash page, che al contrario delle tavole domenicali sono storie autoconclusive molto brevi, solitamente di una sola pagina, che raccontano le avventure degli eroi più in voga del tempo.

Con Eisner si rinnova il medium, e grazie a lui diventano popolari i termini come “graphic novel” (da noi “romanzo grafico” o “romanzo a fumetti”).

Dopo il lungo lavoro su The Spirit (dal 1940 al 1952) Eisner ha studiato e scritto saggi sul linguaggio del fumetto e poi, è arrivato Contratto con Dio, il primo graphic novel di successo: quattro episodi ed un prologo pubblicato nel 1978 ed edito in Italia per la prima volta nel 1980. Solo tre decenni più tardi si sarebbe saputo che il primo, drammatico episodio era ispirato alla tragica morte per leucemia della figlia adolescente. 

Il lavoro di Eisner è universale e allo stesso tempo vicino, abbraccia ogni aspetto senza lasciare nulla al caso; attraverso il disegno, la sceneggiatura, la composizione, l’anatomia e il linguaggio corporeo dei personaggi, Eisner riesce a raccontare la vita vera, la realtà dei quartieri poveri dove egli stesso ha vissuto, influenzando ancora oggi molti autori contemporanei. A rendere quest’atmosfera è sicuramente l’ispirazione alla letteratura Pulp, al cinema thriller e alla New York di quei tempi. 

Fondamentale nella sua arte, inoltre, è senz’altro l’uso della luce e la rappresentazione dello sfondo: le sorgenti luminose sono spesso scarse e il paesaggio intorno è spesso definito da uno o due elementi, pochi ma sufficienti a far capire il contesto della scena. Questo permette al lettore di concentrarsi sui personaggi, sui dialoghi e sull’azione. L’acqua infine, è un altro elemento immancabile: gocce di pioggia, acquazzoni, pozzanghere… l’acqua è simbolo di angoscia e disagio e appesantisce la scena.

La mostra al PAFF! 

La nuova esposizione dell’artista sarà inaugurata dal prossimo 7 ottobre e sarà disponibile sino al 26 febbraio al PAFF! – Palazzo Arti Fumetto Friuli di Pordenone e nei prestigiosi spazi di Villa Galvani, che ospiteranno per ben cinque mesi le opere dell’artista.

Una grande sezione è dedicata alle opere che hanno reso celebri i suoi lavori più importanti.

Giulio De Vita, Direttore artistico del PAFF! -Palazzo Arti Fumetto Friuli e curatore della mostra ha dichiarato: “Ci sono pochi nomi essenziali e imprescindibili nella storia del fumetto, di quelli che con il loro lavoro e arte hanno contribuito a trasformare un linguaggio di popolare sottocultura a un medium di primaria importanza, influente e determinante nella società dell’immagine moderna e uno di questi é Will Eisner”. Ha inoltre aggiunto: “La grande mostra del PAFF! di questo cruciale fumettista voluta fortemente e perseguita con determinazione colloca la vocazione della nostra struttura al connubio tra ricerca, divulgazione e intrattenimento”.

Le opere in mostra 

La mostra ripercorrerà i passi del maestro del fumetto includendo 180 originali compresi tra tavole definitive e schizzi, e 126 pubblicazioni d’epoca. Le varie opere saranno esposte in varie sale divise per “argomento”, che raccontano, attraverso le immagini, la storia del fumetto e la sua evoluzione. 

1 – Lo Spirito del thriller

La prima sezione sarà dedicata allo Spirito del thriller, con una breve introduzione della panoramica dell’industria del fumetto alla fine degli anni Trenta negli Stati Uniti, spiegando prima il boom causato dall’arrivo dei fumetti sul mercato, poi l’infatuazione dei lettori per i fumetti thriller, così come per le figure del “vendicatore” e del “bandito”, e infine il graduale arrivo dei primi “eroi in costume” (con la DC e la Marvel: Batman, Superman, Wonder Woman, Capitan America). Il cinema thriller ha influenzato notevolmente le opere di Eisner. Questo background ci permetterà di introdurre la biografia di Will Eisner, all’epoca un giovane fumettista laborioso e squattrinato che cercava di farsi strada in un’America devastata dalla Grande Depressione. Eisner è uno dei più grandi espositori delle graphic novel, che porterà al successo internazionale.

2 – Lo Spirito della sintesi

In un secondo spazio è possibile leggere le storie brevi di The Spirit complete sulle tavole. Ne sono state raccolte 6, ciascuna composta da 7 tavole. Questa diversità permetterà al visitatore di immergersi nell’universo della serie, per poterne apprezzare la ricchezza, che prende in prestito da diversi generi e registri. Parleremo qui delle tecniche narrative utilizzate da Will Eisner, del suo taglio, del suo ritmo, della sua efficienza, che gli permette di condensare uno scenario in 7 pagine, quando le avventure pubblicate nei fumetti erano distribuite su quindici o venti pagine. Ha, infatti, realizzato molte splash page, alcune delle quali sono diventate veri e propri manifesti.

3 – Lo Spirito creativo

Nella sezione successiva continuiamo la scoperta dello Spirito creativo, delle tecniche narrative e artistiche e le principali opere di Will Eisner da un punto di vista più grafico, per capire come il suo stile abbia segnato la storia del fumetto. Ci proponiamo quindi di studiare il suo disegno e la sua tecnica, approfondendo alcune tavole attraverso l’ingrandimento dei riquadri. Sono, inoltre, da evidenziare i tentativi di allontanarsi dalle regole rigide dell’editoria, di costruire un’”arte sequenziale”, in cui l’autore tira le fila della storia. La mancanza di parole in alcune tavole, e dunque, l’uso soggettivo delle immagini rendono le sue creazioni uniche e creative.

4 – Lo Spirito ispiratore

Will Eisner può essere considerato lo Spirito ispiratore della nuova generazione di artisti. Eisner viene considerato il maestro di tantissimi autori contemporanei, questo grazie anche all’editore Denis Kitchen, che ha riportato in vita le vecchie storie di questi fumetti. Verranno presentate opere della sua collezione e opere che lui ha ispirato.

5 – Lo Spirito del Graphic novel

Il formato del Graphic novel è diventato famoso grazie ad Eisner, scrivendo A Contract with God. L’autore ne ha colto le potenzialità, facendolo diventare il preferito dei ragazzi e trasformando il fumetto in libro, non più in “giornaletto”. In questo modo Eisner si è liberato degli obblighi editoriali, delle regole sulla lunghezza o periodicità dei testi. Particolarmente significativa è l’atmosfera dei suoi graphic novel: New York, la sua città, da un punto di vista macabro e scuro come quello della Grande Depressione. In questi racconti ci sono degli sprazzi autobiografici e le storie sono estremamente contemporanee, quasi futuristiche. Grazie ai graphic novel Eisner è riuscito a rompere le regole rigide imposte dai fumetti (nonostante alcune di queste regole le avesse scelte lui stesso), si allontana dall’industria fumettistica e dona una visione diversa del mondo del comix.

La location

Di alto prestigio, è dotata di grandi spazi espositivi di forte impatto: una villa storica, una sontuosa galleria d’arte moderna, auditorium, sala didattica, ampia terrazza, bookshop, guardaroba, uffici, caveau e coffee point.

All’esterno, un incantevole parco pubblico è impreziosito dal museo delle rose antiche, giochi e un laghetto.

La villa del 1850 in stile veneto, un tempo residenza della famiglia di imprenditori della ceramica Galvani, è collocata all’interno dell’omonimo parco pubblico a ridosso del centro storico cittadino. Dopo decenni di abbandono, la villa ha subìto un radicale intervento di ristrutturazione negli anni ‘90, che l’ha trasformata in spazio espositivo.

Nel 2010 la struttura amplia ulteriormente gli spazi espositivi portandoli a circa 2000 metri quadrati, con un auditorium da 90 posti.

Il Parco Galvani in cui il Museo è immerso rappresenta un enorme valore aggiunto alla naturale espansione del percorso museale verso gli spazi esterni e rientra nel processo di riqualificazione dell’area, ridonando unità allo spazio verde e a quello architettonico.

Cos’è PAFF!

PAFF!, acronimo di Palazzo Arti Fumetto Friuli di Pordenone è la prima istituzione culturale in Italia e una delle pochissime in Europa che promuove la divulgazione dell’arte e della scienza attraverso lo strumento facilitatore del fumetto, che permette una comprensione immediata e divertente delle tematiche culturali. Tramite il linguaggio intuitivo e giocoso delle immagini, PAFF! propone esposizioni temporanee, corsi di formazione, percorsi ludico-didattici, eventi e conferenze per varie fasce di pubblico.

Fondato nel 2018 da Giulio De Vita, insieme a un team di professionisti provenienti da esperienze in settori eterogenei, PAFF! utilizza lo strumento del fumetto per interagire in maniera creativa, smart e multidisciplinare con gli utenti e farli avvicinare in modo divertente alla cultura.

Il museo PAFF! è gestito dall’Associazione Vastagamma APS e sostenuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dal Comune di Pordenone. Concepito inizialmente come progetto sperimentale, è oggi un’istituzione permanente che promuove la cultura, favorisce la formazione professionale, facilita lo scambio sociale e valorizza le risorse del territorio, grazie alla sua originalità e alla capacità, data dalle caratteristiche tipiche del fumetto, di coniugarsi con ambiti e tematiche anche molto distanti fra loro: l’arte, la scienza, le discipline sociali.


INFO

ORARI DI APERTURA
Da martedì a domenica dalle 10.00 alle 20.00.

Per maggiori informazioni
PAFF!
Palazzo Arti Fumetto Friuli
V.le Dante, 33
33170 Pordenone
0434/392941
www.paff.it

ITALIENS PR
Cecilia Sandroni
sandroni@italienspr.com