Milano, Acquario Civico: Parte la mostra “THE LAST DROP” mentre in Egitto si sta svolgendo la XXVII Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 27)

Fabrizio Spucches, Serie ‘Borodianka’ 02, 2022
fotografia digitale
©Fabrizio Spucche

Mentre in Egitto si sta svolgendo la XXVII Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 27),
a Milano la mostra THE LAST DROP mette in mostra due dei principali temi in discussione proprio nella COP 27: la siccità del Corno d’Africa, una delle peggiori degli ultimi 80 anni e le interconnessioni con il conflitto in Ucraina che ha acuito le crisi alimentari mondiali.


L’ultima goccia è quella che fa traboccare il vaso. La storia raccontata in questa mostra è quella di un vaso traboccante disperazione e morte:
sembrerà strano vedere accostate due tragedie contemporanee così assurde e apparentemente distanti, ma la folle guerra in Ucraina è una battaglia contro gli ultimi,
categoria che va ben oltre la catalogazione geografica.

Fondazione CESVI e il fotografo Fabrizio Spucches, dal prossimo 5 novembre presentano all’Acquario Civico di Milano la mostra dal titolo THE LAST DROP a cura di Nicolas Ballario, un racconto emozionale e sfrontato che fa emergere due delle più grandi problematiche sociali dei nostri giorni: la guerra e la carestia.
La mostra è promossa dal Comune Milano Cultura e dall’Acquario – Civica Stazione Idrobiologica.

Una narrazione che, attraverso oltre 100 scatti inediti, vede insieme Spucches e Fondazione CESVI in Ucraina e nel Corno d’Africa, dove l’artista ha visitato i progetti di CESVI e incontrato le persone aiutate, per fotografare chi è stato colpito direttamente dalla guerra e chi – seppur lontano e in un altro continente – sta vivendo analoghe condizioni di fragilità date dall’emergenza climatica, dalla carestia e, indirettamente, anche dal conflitto.
Se infatti può risultare più semplice comprendere il dramma che oggi vede coinvolto il popolo ucraino, è più complesso comprenderne gli effetti in terre come la Somalia, il Kenya o l’Etiopia che – alle prese con la più grave siccità dal 1981 e un’agricoltura in ginocchio – negli ultimi anni sono state costrette a dipendere da altri Paesi per l’importazione di materie prime. Proprio da Ucraina e Russia, infatti, giungevano enormi quantità di grano verso quei Paesi, arrivando in certi casi a soddisfarne addirittura il 90% del fabbisogno.

THE LAST DROP, l’ultima goccia” è quella che fa traboccare il vaso. È un vaso traboccante disperazione e morte, quindi, quello che Spucches racconta: un vaso colmo di tragedie contemporanee così assurde e apparentemente distanti, ma strettamente interconnesse, dall’esito devastante e che trovano l’unica vittima negli “ultimi”, categoria che va ben oltre la catalogazione geografica.
Con questa mostra Spucches non fa confronti o paragoni e trasporta il visitatore in un’ottica metaforica e paradigmatica, in un cortocircuito che sovverte il racconto mediatico, sempre legato all’emergenza altisonante e mai a una vera presa di coscienza.

Proprio l’acqua è fin da subito protagonista di questa esposizione che vuol raccontare il divario tra Paesi dell’est europeo e alcuni Paesi africani: i primi sono strategici a livello geopolitico proprio perché provvisti di enormi fonti d’acqua che permettono una florida agricoltura (a partire dal grano), asset economico fondamentale per quanto riguarda le esportazioni. Mentre nel Corno d’Africa, a causa della più grave siccità degli ultimi quarant’anni e per il blocco di esportazione di grano dall’Ucraina e dalla Russia, oltre 20 milioni di persone rischiano la vita (dati UN OCHA, settembre 2022).

In THE LAST DROP decine di persone si rendono indistinte nella fotografia, vittime di una guerra o della siccità, che si trasformano in semplice catalogazione di un problema che dovrebbe colpire tutti, e non solo sull’onda emotiva. Persone che navigano tutte sulla stessa barca, indistintamente in quel blu che è il cielo, che lancia bombe in Europa e che è vuoto di pioggia in Africa.
C’è poi uno specchio d’acqua dal quale emergono ritratti che sembrano lapidi e una goccia che genera onde concentriche e ipnotiche, come ipnotico è il susseguirsi di immagini. E se un rubinetto appeso troppo in alto per essere spento inchioda lo spettatore alla sua impotenza, le gigantografie dei bambini indicano la speranza di un futuro possibile e tutto da costruire.

Madri e bambini rispondono alla stessa domanda e intere famiglie si mostrano con tutto ciò che posseggono, sia perché il destino non ha mai dato loro nulla o perché i bombardamenti hanno distrutto ciò che avevano (come le valigie che un padre di famiglia ha messo a disposizione dell’esposizione, unico ricordo rimasto di sua moglie e dei suoi figli, uccisi mentre tentavano di fuggire).

Il percorso espositivo instrada quindi il visitatore in un limbo che mischia le carte e azzarda fino a suggerire l’inimmaginabile: a sinistra persone che, chiuse in un sacco nero da cadaveri, hanno perso figli, fratelli, sorelle, genitori, mogli, mariti e che tengono in mano un girasole, il simbolo nel loro Paese. A destra invece l’estrema tessera di questo raccapricciante domino che produce già oggi effetti di lungo periodo: uomini che per mancanza di cibo si rifugiano nelle droghe più misere, tossicodipendenti che per non sentire la fame cercano di abbandonare la realtà.

THE LAST DROP, attraverso lo sguardo di Fabrizio Spucches, mostra la contemporaneità da un punto di vista completamente nuovo; un presente che è incomprensibile e catastrofico allo stesso tempo, che ci dice che l’ultima goccia della disperazione africana è anche una guerra che si combatte dall’altra parte del mondo.
Un’ultima goccia che è allegoria amara, perché versata su una terra che quella goccia la brama.

La mostra THE LAST DROP. Fabrizio Spucches per Fondazione CESVI è curata da Nicolas Ballario e vede come media partner Factanza.
In occasione dell’inaugurazione della mostra sarà presentato l’Indice Globale della Fame 2022 (Global Hunger Index – GHI), uno dei principali rapporti internazionali sulla misurazione della fame nel mondo, curato da CESVI per l’edizione italiana e disponibile a questo link.
In occasione della mostra è stato pubblicato un libro edito da NFC edizioni con testi di Oliviero Toscani, Tommaso Sacchi, Domenico Piraina, Gloria Zavatta, Pavlo Makov e Nicolas Ballario.
L’allestimento e la stampa della mostra sono a cura di Al laboratorio.


INFO

Sede
Acquario Civico di Milano
Viale G. Gadio 2, Milano

Sito
www.cesvi.org/blog/appuntamenti/the-last-drop

Informazioni e modalità di accesso Acquario su

www.acquariodimilano.it
T. +39 02 88465750
Prenotazione gratuita e biglietti acquistabili su www.museicivicimilano.vivaticket.it

Social e Hashtag ufficiale
Instagram: @cesvi_fondazione
Facebook: Cesvi Onlus
Twitter: @FondazioneCESVI
YouTube: CESVI
LinkedIn: CESVI
#THELASTDROP

Ufficio Stampa Evento
Salvatore Macaluso

salvatore_macaluso@hotmail.com
M. +39 328 3716813

Ufficio Stampa CESVI
Simona Denti

ufficiostampa@cesvi.org
M. +39 331 1772001

Ufficio Stampa Comune di Milano
Elena Maria Conenna

elenamaria.conenna@comune.milano.it

Roma: Il festival STREET ART FOR RIGHTS 2022 presenta in anteprima le foto del muro di ATTOREP e il making off di Barbara Oizmud, Natalia Rak e Manuela Merlo 

Street art a Roma per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso l’arte

Street Art for Rights 2022
La street art per l’Agenda 2030 ONU

In anteprima le foto del muro di Attorep e il making off di Barbara Oizmud, Natalia Rak e Manuela Merlo

Street Art For Rights non è un semplice festival di street art, ma un’azione artistica e sociale, tesa a perseguire l’obiettivo di ampliare, attraverso l’arte e le occasioni d’incontro, lo spazio dedicato alla testimonianza di buone pratiche sui temi della sostenibilità – ambientale, sociale e di governance sostenibile – con il desiderio che queste si moltiplichino creando una reazione a catena di effetti positivi “contagiati e contagianti”.

È l’obiettivo di Street Art For Rights, un progetto di arte urbana ambizioso e di grande attualità che porta nella Capitale alcuni degli urban artist più apprezzati e conosciuti del panorama internazionale. Al centro i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030 con lo scopo di raccontare e diffondere la cultura della sostenibilità attraverso la street art. Il progetto vuole dare concretezza artistica al piano d’azione per le

persone, il Pianeta e la prosperità promosso dall’ONU, avvicinando la comunità e portando questioni sociali, economiche e culturali sui muri dei quartieri periferici della Capitale. 

Per la III edizione le opere sono dedicate ai Global Goals dal 10 al 17 dell’Agenda 2030:

OBIETTIVO 10 Ridurre le disuguaglianze;
OBIETTIVO 11 Città e comunità sostenibili;
OBIETTIVO 12 Consumo sostenibile;
OBIETTIVO 13 Lotta al cambiamento climatico;
OBIETTIVO 14 Vita sott’acqua;
OBIETTIVO 15 Vita sulla terra;
OBIETTIVO 16 Pace, giustizia e istituzioni solide;
OBIETTIVO 17 Partnership per gli obiettivi.

SCOPRIAMO IN ANTEPRIMA IL MURO FINITO DI ATTOREP E IL MAKING OFF DI BARBARA OIZMUD, NATALIA RAK  E MANUELA MERLO 

Obiettivo 10 – Ridurre le diseguaglianze
ATTOREP – Via Settecamini 108, Roma

Attorep, con i suoi ritratti romantici che conducono alla riflessione alle relazioni umane sempre più fragili, ha interpretato il Global Goal numero 10, ovvero Ridurre le diseguaglianze. L’opera muraria rappresenterà due volti, posti uno di fronte all’altro, non identificabili per razza, etnia e sesso grazie all’astrazione del colore. Le due figure si guardano negli occhi, con uno sguardo di affetto, di amore e di inclusione. 

STREET ART FOR RIGHTS 2022 GOAL 10 RIDURRE LE DISEGUAGLIANZE REDUCED INEQUALITIES ATTOREP ROMA SETTECAMINI VIA SETTECAMINI 108(0) – foto di © Elenoire

Chi è Attorep? 

Un artista, street artist e curatore d’arte italiano, founder e art director del festival OSA Operazione Street Art. Inizia a farsi conoscere nelle periferie di Roma nel 2015, esponendo al MACRO e realizzando opere nella città. Nel 2018 è il vincitore del premio speciale Mario Moderni dedicato agli artisti emergenti dalla Fondazione Mario Moderni.  

I MURI IN MAKING OFF 

Obiettivo 14 – Vita sott’acqua
Barbara Oizmud – Metro B Ponte Mammolo, Roma

Barbara Oizmud realizzerà un’opera che interpreta l’obiettivo 14- VITA SOTT’ACQUA: un invito a una riflessione capillare sulla vita sott’acqua e sulla sempre più ampia diffusione di microplastiche all’interno dei mari. L’opera porta il titolo di “Polline“, ad indicare quanto le plastiche ridotte in micro particelle, diventano parte dell’ambiente marino, a discapito di chi lo popola. L’opera è realizzata in collaborazione con ATAC

STREET ART FOR RIGHTS 2022 GOAL 14 VITA SOTT’ACQUALIFE UNDER WATER BARBARA OIZMUD ROMA SETTECAMINI VIA SETTECAMINI 108 – foto di © Elenoire

Chi è Barbara Oizmud? 

Fotografa e illustratrice, i suoi lavori sono pubblicati su riviste come Wired, Vanity Fair, Style, GQ, GQ Spagna, Rolling Stone, F Magazine, Financial Times, Cover Up, Shift Magazine, Topolino. Ha anche realizzato campagne fotografiche per clienti come Red Bull, Fox, Sky, Discovery, Fremantle Media, Universal, RomaEuropaFestival. Dal 2003 al 2006 ha lavorato come vignettista collaborando a progetti con la RAI, una delle principali emittenti televisive italiane. Nel 2016 Barbara sbarca a Los Angeles. È una dei cinque fotografi scelti dallo staff di David Lynch, provenienti da tutto il mondo, per realizzare un reportage fotografico del suo primo Music Festival “Festival of Disruption”.  

Obiettivo 15 – Vita sulla terra
Natalia Rak – Via Settecamini 108, Roma

Il goal 15 sarà rappresentato dall’opera di Natalia Rak: un bambino, o forse una creatura dei boschi mentre seduto su un tronco, come nella tradizione fiabesca, suona il flauto, che attraverso la sua melodia dà vita ad una danza di piante, fiori e farfalle. La creatura è seduta su un tronco tagliato, simbolo di deforestazione e desertificazione e proprio su di esso suona, infondendo positività e speranza: non è troppo tardi per fermarsi e dare inizio a nuova vita. 

STREET ART FOR RIGHTS 2022 GOAL 15 VITA SULLA TERRA LIFE ON LAND NATALIA RAK ROMA SETTECAMINI VIA SETTECAMINI 108 – foto di © Elenoire

Chi è Natalia Rak? 

Dal 2011 l’artista polacca Natalia Rak crea dipinti su larga scala, sotto forma di splendidi murales. La sua arte è stata esposta in tutta Europa in città come Düsseldorf (Germania), Barcellona (Spagna) e Strasburgo (Francia). Inoltre, è stata presente in molte mostre collettive e ha partecipato ad alcuni dei più prestigiosi eventi di street art, come POW! WOW! (USA), Art Scape (Svezia), Mural Festival di Montreal (Canada), Blink (USA), Memorie Urbane (Italia). Il suo lavoro di spicco per il festival Folk on the Street di Bialystok “Legend of the Giants” è stato incluso nella serie “Sztuka ulicy – Street Art” pubblicata dalle Poste polacche. 

Obiettivo 16 – Pace, giustizia e istituzioni solide
Manuela Merlo – Via di Settecamini 102, Roma

L’artista rappresenterà il goal 16 raffigurando una donna, che rappresenta le istituzioni e la giustizia. Il volto della donna è impreziosito da due pendenti, che simboleggiano la bilancia della giustizia, mentre è intenta ad abbracciare e prendersi cura di una colomba bianca simbolo di pace. Quest’ultimo simbolo lo ritroviamo con nuova forma, attorno alla figura: due colombe-origami di carta che ci indicano la fragilità della pace. 

Chi è Manuela Merlo? 

L’incontro con la StreetArt è dirompente per Manuela Merlo quando conosce i “Pittori Anonimi del Trullo” l’associazione culturale con i quali collabora in progetti sociali, operando sul territorio con numerosi di interventi di StreetArt in vari quartieri di Roma, in special modo nella borgata del Trullo.

STREET ART FOR RIGHTS 2022 GOAL 16 PACE GIUSTIZIA E ISTITUZIONI SOLIDE PEACE JUSTICE AND STRONG INSTITUTIONS MANUELA MERLO ROMA SETTECAMINI VIA SETTECAMINI 102 – foto di © Elenoire

Il progetto, promosso dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale, è vincitore dell’Avviso Pubblico Contemporaneamente Roma 2020-2021-2022 curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con SIAE. Street Art for RIGHTS fa parte delle attività sviluppate da MArteSocial, un incubatore   incentrato sulla risoluzione di problematiche sociali attraverso progetti artistico-culturali che possano generare un impatto positivo sugli abitanti dei quartieri meno sviluppati che vertono in condizioni di disagio ed emarginazione. MArteGallery è uno spazio virtuale dedicato all’esposizione di opere artistiche in ogni campo (fotografia, pittura, scultura, grafica, etc.), il cui obiettivo principale è dare spazio a giovani emergenti, dare supporto ad artisti e gallerie, diffondere l’accessibilità della cultura e dell’arte con possibilità di acquistare le opere esposte. Una vera e propria “etichetta dell’arte” dedicata agli emergenti e alle gallerie, che offre management e consulenze di comunicazione ma anche supporto, conoscenza e strumenti per operare nel mondo dell’arte contemporanea.


INFORMAZIONI UTILI
STREET ART FOR RIGHTS – III EDIZIONE
Fino al 7 novembre

Quartieri
Settecamini
Metro B Ponte Mammolo
San Paolo

CONTATTI
Sito: www.streetartforrights.it 
Mail: info@streetartforrights.it – info@martegallery.it
Facebook: www.facebook.com/StreetArtForRights/ 
Instagram: www.instagram.com/streetartforrights_/ 

UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

051 6569105 – 392 2527126             
info@culturaliart.com 
www.culturaliart.com
Facebook: Culturalia 
Instagram: Culturalia_comunicare_arte
Linkedin: Culturalia di Norma Waltmann 
Youtube: Culturalia

‘Reliquiae’, il realismo contemplativo di David Booker al Museo della Cattedrale di Chiusi

David Booker al lavoro sulla sua scultura più recente

‘Reliquiae’, il realismo contemplativo di David Booker al Museo della Cattedrale di Chiusi

I disegni dello scultore australiano innescano connessioni di senso per far riemergere dal passato

i luoghi, gli oggetti, le storie e farne frammenti di eternità.

11 dicembre 2022 – 9 luglio 2023

Le opere dello scultore australiano, in mostra a Chiusi dall’11 dicembre 2022 al 9 luglio 2023 all’interno del percorso museale diocesano, innescano connessioni di senso per far riemergere dal passato i luoghi, gli oggetti, le storie e farne frammenti di eternità.

Tutto il progetto site specific promosso dall’Opera Laicale della Cattedrale di Chiusi, è un invito alla contemplazione dell’arte per trarne nutrimento spirituale e culturale. Racconti di martiri dimenticati, luoghi perduti e oggetti abbandonati tornano protagonisti grazie ai disegni e alle sculture di David Booker che accompagnano la riscoperta di questo prezioso scrigno toscano.

www.davidbookersculptor.eu   

Inaugura a Chiusi, domenica 11 dicembre 2022 alle 15.30, al Museo della Cattedrale di San Secondiano la mostra  ‘Reliquiae: disegni di David Booker’.  Le nuove opere su carta del poliedrico artista australiano, molte site specific, sono inserite nel percorso museale per creare un continuum narrativo che attualizza il significato della collezione permanente. La mostra resterà aperta fino al 9 luglio 2023, tutti i giorni dal martedì alla domenica e nei giorni festivi con orario: 10.15-12.45 / 14.30-17.00.

La mostra proseguirà nell’estate 2023 con la seconda parte del progetto ‘Martyres: sculture di David Booker’ in cui saranno le sue opere in marmo ad essere integrate negli spazi esterni della Cattedrale di Chiusi. Le monumentali statue figurative verranno installate in comunione con l’architettura e agiranno da ponte tra spazio pubblico e dimensione individuale per rafforzare il valore della Piazza del Duomo come luogo dove si uniscono storia, architettura e relazioni sociali.

“Il cambiamento nasce dalla cultura, e il potere trasformativo dell’arte si manifesta solo nell’interazione con le persone” spiega David Booker nel chiarire la volontà di coinvolgere cittadini e visitatori in un percorso contemplativo in cui l’arte innesca connessioni di senso tra le persone e i manufatti antichi, gli spazi architettonici ed il paesaggio, trasformando l’esperienza di visita da emozionale a culturale.

La mostra ‘Reliquiae’, evento anteprima del programma promosso dall’Opera Laicale della Cattedrale di Chiusi per il 2023, offre una cornice concettuale ideale agli incontri in calendario con ricercatori ed intellettuali, tra i quali lo scrittore Giuseppe Conte e il fondatore del Cenacolo delle Arti Lamberto Fabbri. La volontà dell’Opera del Duomo, tra le più importanti Fabbricerie d’Italia, è quella di mettere in relazione il ricco patrimonio archeologico, storico-religioso e artistico della collezione diocesana con personalità della cultura contemporanea capaci di generare pensiero critico e coesione sociale per sostenere la valorizzazione della città di Chiusi e della sua comunità.

David Booker, scultore nato a Melbourne nel 1954, scolpisce a mano nel marmo e nel legno figure e telamoni. Volumi e cavità si alternano nella ricerca di una forma ideale che si completa soltanto nel rapporto con l’architettura vissuta. Con la stessa sensibilità, nei suoi disegni a matita, si serve di luce ed ombra per disvelare l’inaspettata bellezza dei suoi soggetti: scatole di cartone, pezzi meccanici e materiali di scarto sono protagonisti di veri e propri ritratti, descritti proprio come sono. Così, questi reperti del quotidiano prendono parte ad una narrazione universale, e come reliquie, rivelano il loro significato solo allo sguardo contemplativo che ne riconosce il valore di messaggio.

Dalla visita alle collezioni del Museo della Cattedrale, David Booker ha tratto il desiderio di riaffermare il tema del rapporto tra umanità e trascendenza, ben presente nel suo lavoro fin dall’inizio del suo percorso artistico, creando alcune opere site specific.  Nella prima sala del percorso museale, l’Urnetta marmorea rinvenuta negli anni Settanta sotto la zona presbiterale del Duomo, pur essendo di epoca augustea, quasi certamente è stata poi riutilizzata  per contenere le reliquie di un martire cristiano. La bellezza di quest’urna fa supporre che possa essere stata usata per contenere qualcosa di molto prezioso, forse proprio quelle reliquie di San Secondiano che nell’XI secolo la Città di Tuscania donò a Chiusi.  A questa speciale ‘scatola’ di marmo, David Booker ha dedicato due opere appositamente realizzate per questa occasione ‘Urna Marcellianus’ e ‘Urna Verianus’, in memoria dei compagni di San Secondiano e dell’amicizia che li unì nella sorte.

Secondo il racconto agiografico Secondiano, un colto funzionario romano, e i suoi amici studiosi Marcelliano e Veriano, furono zelanti persecutori dei cristiani fino a quando,  discutendo del testo della IV ecloga delle Bucoliche di Virgilio in cui si annunciano la nascita di un ‘puer’ e l’avvento di una nuova età dell’oro,  si convertirono. Nel 250 d.C. vennero arrestati per ordine dell’Imperatore Decio e imprigionati nei pressi di Civitavecchia. I tre amic,i pur sotto tortura, rifiutarono di rinnegare la religione cristiana e vennero decapitati. I loro corpi, dispersi in mare, furono poi raccolti e sepolti nello stesso luogo del martirio il 9 agosto. Le loro spoglie, a lungo oggetto di contesa, approdarono infine a Tuscania, dove i tre martiri sono venerati come santi protettori.

Salendo le scale che conducono al primo piano del museo, si trovano esposti due Angeli reggicandelabro intagliati e dorati nel 1789 dal fiorentino Tommaso Pagliazzi e provenienti dalla Cattedrale. Qui, insieme ai posati ritratti granducali e papali, David Booker ha voluto collocare l’opera ‘Artista Guillaume, Periodo Oro’ in cui una buffa figura di cartone dorato sembra emergere da una scatola sorpresa e, come i due angeli, sorride per far sorridere.

Nella lunga galleria sovrastante il colonnato che congiunge la Cattedrale di San Secondiano con ilPalazzo Vescovile i grandi disegni fronteggiano le teche in cui sono esposti i preziosi libri di coro miniati rinascimentali provenienti dalla Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, condividendo non soltanto lo spazio fisico ma un orizzonte di senso. Nella vita monastica la preghiera corale, detta ‘ Opus Dei ‘ richiama ad una lettura della realtà terrena come immagine di quella divina, del tempo come immagine dell’eternità, del provvisorio come frammento del definitivo. 

Cosi, alcune composizioni  monocrome, con rari scorci di colore, dialogano con i magnifici Codici Olivetani e altre, disegni di torri di scatole e pezzi meccanici, creano rimandi alle differenti prospettive della Piazza visibile dalle finestre, in cui spicca isolato il Campanile, costruito nel 1585 su una più antica torre di difesa, e anch’esso visitabile.

Proprio al centro del corridoio un’opera simile ad una finestra, rappresenta due anonime figurine in piedi e l’etichetta invita ad aprire gli stipiti legati da un fiocchetto. Chi lo fa non può trattenere un riso di sorpresa di fronte al grande trittico intitolato ‘L’Artista’ che celebra con ironia la figura eroica di chi è chiamato ad offrire bellezza, gioia e significato alla vita.

Tutto il progetto è un invito alla contemplazione dell’arte per trarne nutrimento spirituale e culturale. Racconti e martiri dimenticati, luoghi nascosti, oggetti abbandonati, nei disegni e nelle sculture di David Booker in mostra a Chiusi, tornano protagonisti per accompagnare con la meraviglia della riscoperta, la visita di questo piccolo e prezioso scrigno toscano.

Contatti stampa
Valeria Giovagnoli valeria.giovagnoli@gmail.com

Sito:   www.davidbookersculptor.eu   
Instagram: https://www.instagram.com/davidbookersculptor/
Twitter: https://twitter.com/David_Booker125
Youtube: David Booker


IL MUSEO DELLA CATTEDRALE

Il Museo della Cattedrale di Chiusi si articola in un percorso estremamente differenziato, che comprende, oltre alle varie sezioni espositive, anche l’Orto vescovile, il Labirinto di Porsenna e le Catacombe di Santa Mustiola e Santa Caterina. Da un primo nucleo istituito istituito nel 1932 per volontà del Capitolo e dell’allora vescovo diocesano Mons. Giuseppe Conti con l’intento di esporre i libri di coro provenienti dalla Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, donati alla Cattedrale di Chiusi dal vescovo Giuseppe Pannilini nel 1810, oltre a dipinti, paramenti sacri e suppellettili liturgiche del Duomo, l’incremento del patrimonio, in particolare grazie al materiale proveniente dagli scavi degli anni Settanta nella zona presbiterale del Duomo, portò all’individuazione della attuale sede museale negli spazi adiacenti alla Cattedrale e nella galleria che congiunge San Secondiano con le quattro sale al primo piano del Palazzo vescovile.  Il giardino e l’antico Orto vescovile, da cui si gode una splendida vista sull’estremo lembo della Val di Chiana, sono parte integrante del percorso museale fin dalle origini, a cui è stato aggiunto l’itinerario archeologico con i cunicoli etruschi che, passando al di sotto della Piazza Carlo Baldini, congiungono l’Orto vescovile alla Torre campanaria. Completano l’itinerario di visita le due catacombe di Santa Mustiola e Santa Caterina, poste nelle vicinanze del centro storico, recentemente restaurate a cura della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.


INFO

Museo della Cattedrale di Chiusi – Piazza Carlo Baldini 7 (già Piazza Duomo) – 53043 CHIUSI (SI)       Contatti  0578 226975    mail   museocattchiusi@alice.it   sito   https://www.museodellacattedrale.it/

INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO
Il Museo è aperto dal Martedì alla Domenica e i giorni festivi : 10.15-12.45 / 14.30-17.00
Le Visite al Labirinto sono previste alle ore : 10.45, 11.30, 12.15, 15.00, 15.45, 16.30 e 17.00
La prenotazione è consigliata telefonando ai numeri  0578226975 – 3386827859 – 3492267013
o per mail all’indirizzo   museocattchiusi@alice.it   oppure   mail@labirinto.info

I gruppi di visita al Labirinto di Porsenna sono a numero limitato pertanto i visitatori senza prenotazione sono ammessi solo in caso di disponibilità di posti nel gruppo. E’ sempre possibile negli orari di apertura la visita alla mostra RELIQUIAE parte integrante del percorso del Museo.

BIGLIETTI

Museo della Cattedrale, Labirinto di Porsenna e Torre di San Secondiano
Intero € 7,00 Ridotto € 3,00 (6 – 13 anni e gruppi scolastici)
Gratuito: sotto 6 anni e specifiche categorie
Biglietto unico “Musei di Chiusi Card”, valido per la visita a Museo Nazionale Etrusco, Tombe della Pellegrina e del Leone, Museo della Cattedrale e Labirinto di Porsenna, Museo Civico – La Città Sotterranea. Acquistabile presso Ufficio Turistico o nei Musei. Costo: 12€

SERVIZIO VISITATORI
Museo della Cattedrale  +39 0578226975   Emailmuseocattchiusi@alice.it

A Milano sei “Gallerie a Palazzo Cicogna”

GALLERIE A PALAZZO CICOGNA

Giovedì 17 novembre sei gallerie inaugurano in contemporanea a Palazzo Cicogna, uno dei pochi palazzi rimasti a Milano ad aver conservato l’aspetto di grande casa nobiliare

Introduce GIANNI BIONDILLO

Seguirà la visita delle mostre

Mentre le vie degli antiquari vanno scomparendo in molte città d’Italia, Palazzo Cicogna a Milano, ha visto negli ultimi anni un numero crescente di gallerie venirsi a stabilire in questo luogo incantevole e in parte segreto. Sarà forse dovuto all’aura di Lucio Fontana che qui aveva il suo studio e all’atmosfera di calma che si respira nei suoi cortili, lontani dal traffico cittadino o ancora al sorprendente parco, certo è che a oggi le gallerie, tutte diverse per specializzazione sono ben sei. Dal 17 novembre a fine gennaio, proporranno altrettante mostre. Un’occasione dunque per scoprire un grande palazzo nel cuore più recondito ed elegante di Milano, insieme alle proposte espositive delle gallerie che spaziano dall’antico al contemporaneo.

MATTEO SALAMON
ANTONELLO VIOLA INCONTRA UN DIPINTO DI FILIPPO LIPPI

LONGARI ARTE MILANO
MONICA SILVA. ART BEYOND IMAGINATION

SALAMON FINE ART
IL BOSCO#4

STUDIO GIANGALEAZZO VISCONTI
ALESSANDRO TWOMBLY: BATTITO DEL PICCHIO

NP –  VIEWING ROOM
LETTURA CLASSICA

STUDIO GARIBOLDI
THE BALANCED ARTIST in LIMITI DI EQUILIBRIO


INFO

UFFICIO STAMPA
STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Tel. 049663499; www.studioesseci.net
Ref. Roberta Barbaro, roberta@studioesseci.net

IMMAGINE DI APERTURA: Palazzo Cicogna, Milano (MI) dalla scheda SIRBeC scheda ARL – LMD80-00977 dei Beni culturali della Lombardia. Link della risorsa