Milano, Palazzo Reale. Sala delle Cariatidi: i calchi otto-novecenteschi documentano la storia espositiva delle tre Pietà di Michelangelo

LE TRE PIETÀ DI MICHELANGELO. TRE CALCHI STORICI PER LA SALA DELLE CARIATIDI

Milano, Palazzo Reale. Sala delle Cariatidi

22 ottobre 2022 – 8 gennaio 2023

In occasione della mostra “Le Pietà di Michelangelo. Tre calchi storici per la Sala delle Cariatidi“, che documenta la storia espositiva delle tre Pietà di Michelangelo, il Castello Sforzesco ha organizzato una giornata di visite guidate speciali alla Pietà Rondanini, unica opera di Michelangelo a Milano.

Nella ricorrenza dei 70 anni dal giorno in cui la Pietà Rondanini venne esposta per la prima volta a Milano (17 novembre 1952), sono state offerte al pubblico tre visite guidate dedicate all’ultimo capolavoro di Michelangelo, per ripercorrere la storia del suo arrivo in città e la storia dei suoi allestimenti nel Museo d’Arte Antica e nel Museo Pietà Rondanini | Michelangelo.

Le visite guidate, a cura dei conservatori Giovanna Mori (responsabile Museo Pietà Rondanini | Michelangelo), Francesca Tasso (responsabile Musei del Castello Sforzesco) e Luca Tosi (Museo d’Arte Antica e Pinacoteca), si sono svolte giovedì 17 novembre 2022 al Castello Sforzesco.

A Milano, nella magnifica Sala della Cariatidi a Palazzo Reale, si può ammirare la mostra “Le Pietà di Michelangelo. Tre calchi storici per la Sala delle Cariatidi”. La mostra – promossa e prodotta dal Comune di Milano-Cultura e organizzata da Palazzo Reale con la collaborazione del Castello Sforzesco – è a cura di Giovanna Mori, Domenico Piraina e Claudio Salsi.

Nata dalla sinergia tra Comune di Milano, Comune di Firenze e Musei Vaticani, l’esposizione consentirà al visitatore di apprezzare l’arte e l’inventiva michelangiolesca attraverso il confronto di tre calchi otto-novecenteschi, in ideale continuità con la mostra appena conclusa con grande successo al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze.

Le tre Pietà di Michelangelo, nella forma dei loro calchi in gesso, giungono ora a Milano, dove saranno eccezionalmente riunite in uno spettacolare ed emozionante allestimento firmato da Massimo Chimenti, dal 22 ottobre all’8 gennaio 2023, nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, che farà da palcoscenico unico e irripetibile. Tre lunghi teli, dispiegati per tutta l’altezza della sala e dal grande impatto visivo, faranno da sfondo alle Pietà amplificandone la forte valenza estetica e il senso religioso evocato dallo scultore in tre diverse fasi della sua vita.

Il calco della Pietà di San Pietro della Città del Vaticano fu realizzato nel 1975 all’interno del Laboratorio Calchi e Gessi dei Musei Vaticani da Ulderico Grispigni; l’occasione della sua realizzazione giunse in un momento drammatico per la Pietà ovvero l’atto vandalico del 1972 ai danni della scultura, che resero necessaria la preparazione di un nuovo calco.

Il calco della Pietà di Santa Maria del Fiore a Firenzedetta Pietà Bandini, conservato nella collezione della Gipsoteca fiorentina dell’Istituto d’Arte di Porta Romana, risale al 1882 circa e si deve al formatore fiorentino Oronzo Lelli.

Il calco della Pietà Rondanini fu commissionato nel 1953 al formatore milanese Cesare Gariboldi, allo scopo di determinare al meglio e in totale sicurezza, durante le prove di allestimento della statua

in marmo, l’ubicazione ideale per la scultura, conservata dal 1952 nel Castello Sforzesco. Oggi esposto in mostra dopo una accurata pulitura, è conservato nei depositi del Museo d’Arte Antica.

In occasione dell’esposizione è stata promossa un’attenta ricerca documentaria e iconografica sulle tre Pietà, finalizzata a creare un racconto visivo in grado di presentare episodi della storia recente che hanno avuto per protagoniste le sculture michelangiolesche: restauri, allestimenti e trasferimenti immortalati da vive testimonianze come scatti e filmati d’epoca, provenienti da importanti archivi e fototeche italiane che hanno collaborato al progetto.

“Grazie ai tre preziosi calchi, questa mostra spettacolare, allestita in una delle più belle sale della città, potrà raccontare ai visitatori l’evoluzione della sensibilità di Michelangelo lungo tutto l’arco della sua vita – ha dichiarato Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del Comune di Milano –. Sarà una grande emozione poter abbracciare con un solo sguardo tutte le tre Pietà, e il confronto, a Milano, potrà essere integrato dalla visita al Museo della Pietà Rondanini al Castello Sforzesco, dove si trova l’originale dell’ultima Pietà, quella a cui il Maestro lavorò fino agli ultimi giorni della sua vita”.

Da giovane Michelangelo realizzò la Pietà Vaticana, scolpendo in tarda maturità le cosiddette Pietà Bandini di Santa Maria del Fiore a Firenze, e la Pietà Rondanini del Castello Sforzesco di Milano.

Tali esempi raccontano la sensibilità raggiunta dal genio toscano nel corso della sua lunga vita: dal grandioso lavoro giovanile di impronta classicista, fino alla scultura non finita degli ultimi suoi giorni. Oltre sessant’anni separano la prima Pietà, la Vaticana, dall’ultima, la Rondanini.

A quella vaticana Michelangelo mise mano nel 1498, appena ventenne. Il contratto richiedeva esplicitamente “una Vergine Maria vestita con Cristo morto, nudo in braccio”. La scultura sprigiona una bellezza magniloquente, perfetta, in linea con la prima produzione del Maestro toscano. Rispetto al viso della Madonna ritenuto da alcuni troppo giovane, l’artista si difese, all’epoca, affermando che sono proprio la purezza e la santità a preservare gioventù e bellezza.

Alla produzione giovanile si affianca quella dell’età matura, che vede Michelangelo molto cambiato come uomo e come artista, in crisi al punto di voler abbandonare la scultura, sua ragione di vita fino ad allora. Il sentimento che domina questi lavori è totalmente differente, lo stile diventa meno ridondante in considerazione del destino umano della sofferenza, della morte e della resurrezione.

Quando scolpì la Pietà Bandini, tra il 1547 ed il 1555, Michelangelo Buonarroti era già un uomo anziano che meditava spesso sulla fede, sulla passione di Cristo e sulla sua prossima morte.

La storia di questa Pietà è lunga e tormentata. Il marmo, pieno di impurità e troppo duro, non permetteva a Michelangelo di completare l’opera, e condusse l’artista a rompere un arto del Cristo e, successivamente, a prendere a martellate la statua rompendola in più punti.

L’ultima Pietà è la Rondanini, ora al Castello Sforzesco. Michelangelo lavorò su questo marmo fino a poco prima di morire. Nel “sublime non finito” dell’artista toscano si alternano parti concluse a parti non terminate o non lavorate affatto, in una composizione statuaria che – nelle parole di Luigi Serenthà – è capace di coinvolgerci “nel movimento inarrestabile del corpo del Cristo morto dentro il corpo della Madre”.

Il percorso espositivo vuole focalizzare agli occhi dei visitatori proprio questo, ossia il maturare dei sentimenti di uno dei più grandi geni della storia dell’arte, mostrando come un medesimo dramma possa raggiungere esiti così diversi, nelle mani di un artista immerso nel tempo e nel divenire dell’ispirazione.

Il catalogo, edito da Silvana Editoriale, si avvale dei testi del Comitato Scientifico e dei curatori e presenta importanti saggi e schede relativi alle tre Pietà di Michelangelo a partire dalla giovanile Pietà Vaticana, alla Pietà della maturità realizzata per il Duomo di Firenze e infine alla Pietà Rondanini, scolpita in tarda età e rimasta incompiuta.


Scheda informativa

LE TRE PIETÀ DI MICHELANGELO. TRE CALCHI STORICI PER LA SALA DELLE CARIATIDI
Milano, Palazzo Reale. Sala delle Cariatidi
22 ottobre 2022 – 8 gennaio 2023
Mostra a cura di Giovanna Mori, Domenico Piraina, Claudio Salsi

Una mostra di Comune di Milano – Cultura Palazzo Reale

Catalogo Silvana Editoriale

Info mostra
INGRESSO GRATUITO
www.palazzorealemilano.it
Orari:
Lunedì chiuso
martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica: 10.00 – 19.30
giovedì: 10.00 – 22.30

Ufficio stampa Mostra
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Via San Mattia, 16 – 35121 Padova
Simone Raddi, tel. 049.66.34.99; simone@studioesseci.net

Ufficio Stampa Comune di Milano
Elena Conenna
elenamaria.conenna@comune.milano.it

Bologna, Casa Morandi: Presentazione della mostra L’“Epoca” di Mario De Biasi. Morandi attraverso l’obiettivo

L’ “Epoca” di Mario De Biasi. Morandi attraverso l’obiettivo

A cura di Lorenza Selleri e Silvia De Biasi

Settore Musei Civici Bologna | Casa Morandi
Via Fondazza 36, Bologna
25 novembre 2022 – 5 febbraio 2023
Conferenza e preview stampa: mercoledì 23 novembre 2022 h 12.00

Casa Morandi si consolida la programmazione di eventi espositivi dedicati ad artisti che, con il proprio lavoro, a vario titolo e attraverso media diversi, hanno stabilito una relazione con Giorgio Morandi. A tal proposito giovedì 24 novembre 2022 alle h 18.00 inaugura L’ “Epoca” di Mario De Biasi. Morandi attraverso l’obiettivo, mostra fotografica che presenta una straordinaria serie di ritratti non posati dell’artista nel suo ambiente domestico, realizzati nel 1959 da Mario De Biasi, allora fotoreporter del celebre settimanale “Epoca”.

L’esposizione, curata da Lorenza Selleri e Silvia De Biasi – figlia del fotografo e responsabile dell’Archivio paterno – che rimarrà visibile fino al 5 febbraio 2023 negli spazi di quella che fu la dimora-studio del maestro bolognese, viene presentata alla stampa mercoledì 23 novembre 2022 alle h 12.00.

Interverranno

Lorenzo Balbi, responsabile Area Arte Moderna e Contemporanea | Settore Musei Civici Bologna
Lorenza Selleri, Museo Morandi |  | Settore Musei Civici Bologna, co-curatrice della mostra
Silvia De Biasi, responsabile Archivio Mario De Biasi e co-curatrice della mostra.


Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
Via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 6496653 / 6496620
ufficiostampabolognamusei
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it
www.museibologna.it
Instagram @bolognamusei

Venezia, Spazio Thetis: GENKI Metaverse Art Exhibition – ULTIMI GIORNI

Fei Jun – E. Church, Forecasting: Interesting Worlds1

KICKING OFF A NEW ERA, THE FUTURE HAS ARRIVED!

KICKING OFF A NEW ERA

“The 1st Annual METAVERSE Art@Venice”

gEnki

A cura di Angelo Maggi e Fu Sen

fino a 23.11.2022

Spazio Thetis – Arsenale Nord, Venezia

Ultimi giorni per visitare GENKI, un innovativo progetto espositivo che mette in dialogo la filosofia orientale con il Metaverso e NFT art 

Ultimi giorni per visitare presso lo Spazio Thetis, all’Arsenale di Venezia, gEnki,parte del progetto espositivo “The first annual Metaverse Art @Venice” ideato da Victoria Lu, artista eccentrica e nota critica d’arte del mondo cinese. L’esposizione visitata ormai da oltre 40000 persone, si sviluppa attraverso un percorso di installazioni digitali, opere NFT legate alla blockchain, con performance su web. I progetti sono focalizzati su tematiche quanto mai attuali, dalla fluidità di genere ai cambiamenti climatici, dal conflitto tra tradizione e tecnologia alla sostenibilità, al dialogo tra impermanenza e immortalità digitale e non manca il fashion, con sfilate di moda attraverso la realtà aumentata.

Una delle finalità della mostra è quella di attrarre in particolare i giovani della Generazione Z, i cosiddetti “nativi digitali” e di indurli a riflettere sulla possibilità di convivere in uno spazio altro, virtuale, in armonia e condivisione, cioè il Metaverso, che può divenire il riferimento per realizzare esperimenti di cooperazione incrociata, potenziamento tecnologico, ma anche di apertura e tolleranza, prendendosi cura del futuro, proteggendo l’ambiente, aspirando a un coinvolgimento globale e stimolando interazioni intellettuali e l’immaginazione.

Genki è un concetto filosofico antico in Oriente, che rappresenta l’energia vitale che genera ogni cosa. Essere Genki significa dare il meglio di se stessi e creare un legame positivo con le persone. Lo studio del Genki si riferisce alla percezione umana della natura e del mondo e potrà quindi contribuire a far comprendere il legame tra realtà fisica e virtuale, proponendo un nuovo modello di condivisione in cui un’arte senza confini di nazionalità o genere possa dare speranza semplicemente attraverso la sua bellezza.

Gran parte degli artisti partecipanti, più di 200, sono giovanissimi con una notevole presenza femminile, ancora rara in Occidente in questa nuova frontiera dell’arte.

Impossibile citare ogni progetto della mostra; tra i più significativi ricordiamo quello congiunto tra professori e studenti del Beijing Institute of Fashion Technology: WEAK ENTITY VIRTUAL FASHION SERIES.

Attraverso la combinazione di arte e tecnologia, si esplora il mondo della moda con esperienze immersive di integrazione online e offline, dove i confini tra mondo digitale e fisico si fanno sempre più sfumati, mentre l’integrazione tra tecnologia e arte, sempre più profonda. Una delle opere rappresentative del progetto è PLANT PLANET, mirata a esplorare la relazione reciproca tra il corpo e le piante, enfatizzando un modello di moda del futuro che si rifà alle loro forme ed estetica.

THEIRS SERIES, invece, è il progetto degli artisti Harrison Enli Yu e Heather Wong, che esplorando il tema della fluidità di genere, hanno dato vita a “Theirs”, idolo virtuale dotato di intelligenza artificiale, nat* nel 2022, all’interno del Metaverso. Scomparendo dal corpo fisico, Theirs, che non è né lui né lei, ma loro, può raggiungere l’immortalità digitale.

Dell’artista Fei Jun, che ha rappresentato la Cina nell’edizione 2019 della Biennale Arte, citiamo il progetto EMOLOG, una serie di immagini generate dai dati emotivi quotidiani dell’artista, come un momento di inspiegabile malinconia, panico per il COVID-19 o delusione riguardo elezioni americane; questi dati sono stati raccolti utilizzando dispositivi di frequenza cardiaca. Questo registro non è soggettivo, né necessariamente oggettivo, sembra virtuale, ma è inestricabilmente intrecciato con ogni giorno reale.

L’allestimento espositivo si snoda tra i due edifici cinquecenteschi collegati dal parco-sculture di Spazio Thetis e culmina con l’originale installazione di un grande monitor di 4 metri per 3 posizionato all’interno di una piscina per esperimenti scientifici attualmente vuota e protetta da una rete. Lo schermo riproduce un video musicale BORN A DRUM QUEEN dell’artista A-DUO con scene di danza dei tamburi da cui emerge il processo che va dalla competizione iniziale alla successiva integrazione tra i danzatori tradizionali e i danzatori contemporanei, creando un dialogo tra cultura classica e modernità.

gEnki, officina lamierini

BIOGRAFIE

VICTORIA LU

VICTORIA LU nasce in una famiglia di intellettuali a Taiwan ed emigra negli Stati Uniti all’inizio degli anni ‘70. Si forma sia presso il Collegio di Cultura Cinese a Taipei e presso l’Accademia Reale di Belle Arti di Bruxelles, conseguendo successivamente la Laurea Triennale e Magistrale in Pittura presso l’Università statale della California. Inizia a scrivere come critica d’arte e l’attività curatoriale negli anni Settanta. Tornata a Taiwan, inizia ad aiutare il governo a elaborare delle politiche riguardo l’arte pubblica e la promozione dell’educazione artistica verso il grande pubblico. Victoria Lu è stata la prima donna critica d’arte e curatrice del mondo artistico contemporaneo cinese. Attualmente insegna al programma di Dottorato in “Creative Industry” presso l’Università Shih-Chien di Taipei e presso la Scuola di Cinema e Audiovisual di Barcellona. Collabora, inoltre, con diverse istituzioni culturali ed è Direttrice Creativa del Museo di Arte Contemporanea di Shanghai, dell’Art Center Bund 18 di Shanghai, del Museo di Arte contemporanea Moon River di Pechino e del Museo Today Art di Pechino. È direttrice del Programma di Ricerca Estetica URBart all’ Università Autonoma di Barcellona e all’EINA Istituto Universitario di Design e Arte di Barcellona e Presidentessa dell’ Hub Creativo Future Pass di Taipei, Shanghai, Hangzhou e Los Angeles. Ha curato l’evento collaterale alla 54esima Biennale di Venezia “Future Pass: From Asia to the World”.

ANGELO MAGGI

ANGELO MAGGI è professore associato di Storia della rappresentazione fotografica dell’architettura e Storia dell’architettura contemporanea presso l’Università IUAV di Venezia. Attualmente ricopre il ruolo di mandatario del Rettore Iuav per le Relazioni Internazionali. Orientato agli studi della fotografia d’architettura, nell’insegnamento svolto presso numerose università italiane ed estere e nei lavori recenti, egli ha approfondito temi relativi alla rappresentazione intesa come strumento di indagine storiografica. Maggi ha largamente pubblicato saggi e libri. E’ autore di studi scientifici sulle figure di John Soane, Robert Byron, Evelyn George Carey, Giorgio Casali, Italo Zannier, Luigi Ghirri, Helmut Gernshiem, Lucia Moholy e attualmente svolge un lavoro di riscoperta e rivalutazione del fotografo d’architettura e saggista George Everard Kidder-Smith con contributi editoriali e partecipazione a conferenze internazionali.

SEN FU

SEN FU è nato nel 1987 a Qingdao, in Cina. Ha conseguito la laurea triennale in New Media e un Master in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Attualmente è dottorando di ricerca presso l’Università Ca’Foscari di Venezia dove sta lavorando ad una tesi sulla Storia dei Padiglioni della Biennale Cinese.

Ha avuto le seguenti esperienze lavorative presso la Biennale di Venezia: Regia del documentario di “Future Pass” per Evento Collaterale 2011; Assistente curatore di “Cracked Culture” e “Eastern Border”, Evento Collaterale 2011; Assistente curatore “The voice of unseen” per Evento Collaterale 2013; Curatore della mostra “A light-year”, Evento Collaterale, nel 2015; Produttore di “Modus” per Evento Collaterale nel 2017. Curatore e produttore di “Chinese Medicine” presso la Ierimonti Gallery di New York nel 2018. Coordinatore dell’evento collaterale Biennale Architettura 2021 di Venezia dal titolo Hakka Earthen Houses on variation – Co-operative Living, Art and Migration Architecture in China a Forte Marghera.


gEnki

gEnki, progetto a cura del Prof. Angelo Maggi, Vicerettore dell’Università IUAV di Venezia e del curatore Fu Sen, presenta le ricerche sviluppate congiuntamente da professori, studenti e artisti di Università di diverse parti del mondo, ed è stato promosso dall’Università IUAV di Venezia e dalla Scuola di Dottorato di Storia delle Arti dell’Università Cà Foscari di Venezia.

Spazio Thetis

Spazio Thetis rappresenta la parte culturale e artistica di Thetis spa, società di ingegneria che sviluppa progetti e applicazioni tecnologiche per l’ambiente e il territorio e che vanta un’importante collezione permanente di arte contemporanea, L’attività artistica di Spazio Thetis si concentra su alcune tematiche: land art, arte ambientale, arte e scienza promuovendo e sostenendo l’arte contemporanea attraverso diverse iniziative presso la propria sede nell’antico Arsenale veneziano con il parco giardino costellato di opere d’arte. In tanti anni di attività ha collaborato con importanti istituzioni come musei, gallerie e fondazioni per la realizzazione di mostre temporanee, eventi collaterali Biennale e Padiglioni nazionali, ma anche in qualità di promotore e organizzatore esso stesso. 


INFO

1° Annual METAVERSE Art @ VENICE 
gEnki
a cura di Angelo Maggi e Fu Sen
Fino al 23.11.2022 

ORGANIZZAZIONE e COORDINAMENTO
Victoria Lu 
CURATORE TECNICO 
Rick Juang

SITO WEB 
www.annualmetaverseart.com

DOVE
Spazio Thetis – Officina Lamierini e Tesa 106
Arsenale Nord, Venezia
Vaporetto linea 4.1- 4.2 – 5.1- 5.2 Fermata: Bacini 

ORARI DI VISITA 
Tutti i giorni dalle 10 alle 18

UFFICIO STAMPA NAZIONALE e P.R.
Cristina Gatti – Venezia 
Tel 338 6950929 
Email: cristina.gatti@fg-comunicazione.it