Libri? Parlatene bene o parlatene male, non importa, purché se ne parli

Chissà, forse abbiamo trovato un’alternativa. C’è chi pubblica gli “scrittori” e chi invece pubblica i “lettori che scrivono”, come vorrebbe fare Experiences. Probabilmente la formula è troppo sintetica, ma serve come invito a farli leggere, i libri che si scrivono. Esattamente il contrario d’invitare a comprare a scatola chiusa i libri che si pubblicano, per leggerli in secondo momento o non leggerli affatto.

Cari autori, non li avete scritti i vostri libri per guardarne la copertina, esposti in fila sulla pagina di un sito web oppure sul banco di un negozio soffocati da mille altri titoli ben più appariscenti del vostro. E neppure per cercare il dorso del volume nella biblioteca di un amico. Vorreste che tutti, incontrandovi, manifestassero curiosità ponendovi duemila domande. Sapete bene, fin troppo bene, che nessuno si darà mai da fare per acquistare una copia del vostro libro, ma tutti morirebbero dal desiderio inconfessato di riceverla in dono.

Allora, in Experiences, abbiamo pensato di fare cosa gradita sia agli autori e sia al pubblico, facendoli sfogliare questi benedetti libri e, possibilmente, farli pure leggere. Un vecchio detto, preso da Oscar Wilde, dice: “Parlatene bene o parlatene male, non importa, purché se ne parli”. Qui, però, entra in gioco il coinvolgimento che si crea fra chi scrive e chi legge, fra chi racconta e chi ascolta. Un esperimento che vale la pena di fare in attesa di risultati futuri. Alla vendita ci penserete dopo, quando avrete deciso che siete intenzionati davvero a buttarvi nella mischia dell’editoria libraria, cioè in quel giro di giostra di cui si parlava nell’articolo scorso. E non fatevi solleticare dal facile approdo del libro a pagamento, perché presto si trasformerà nel gioco dell’invenduto e delle rese, nell’emorragia delle copie omaggio per strappare una recensione favorevole su di un giornale di più o meno larga diffusione, nell’organizzazione di noiose presentazioni in circoli più o meno esclusivi.

Fateli sfogliare e leggere i vostri libri. A trasformarli in e-book o in volumi di carta c’è sempre tempo. Statene certi, dipenderà sempre e soltanto dal consenso che il vostro lungo e faticoso lavoro avrà ottenuto. Siccome alle parole preferiamo i fatti, per questi motivi presto su Experiences troverete “La biblioteca dei libri sfogliabili”. Come in una biblioteca, anche qui potrete leggere i libri gratuitamente. Se in tutto o in parte, dipenderà dall’accordo con gli autori. Così, per cominciare, abbiamo pensato di offrire ai lettori un romanzo inedito, interamente open access (di libero accesso). Corrispondenti ai singoli capitoli del libro, oltre alle pagine web di testo i lettori potranno fruire anche dello Sfogliabile, che si completerà nel corso delle settimane. Al momento, non è previsto il download. Chi impaziente (si fa per dire!) volesse scaricare in formato e-book l’intera storia e leggerla tutta d’un fiato oppure volesse richiederne on-demand il testo cartaceo, dovrà farlo a pagamento sulla piattaforma di vendita. Come abbiamo detto, però, per questo c’è tempo. Come si configurano i nostri sfogliabili open access? Un prossimo articolo vi fornirà qualche dritta.

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Ridendo e scherzando discorriamo di libri
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Prossimamente su Experiences la “Biblioteca dei libri sfogliabili” e di libero accesso

“Neroro”, Piergiorgio Colombara al Museo di Villa Croce

Neroro – Piergiorgio Colombara – Villa Croce Genova

Genova, Museo d’arte contemporanea di Villa Croce

Piergiorgio Colombara, “Neroro”

A cura di Giorgia Ligasacchi

2 dicembre 2022 – 5 febbraio 2023

Inaugurazione: giovedì 1° dicembre 2022, ore 17.30

Il Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce di Genova dedica, dal 2 dicembre 2022 al 5 febbraio 2023, una mostra personale a Piergiorgio Colombara. Il titolo dell’esposizione, Neroro, è legato al ciclo di dipinti inediti, acrilici su tela, tutti di grande formato, realizzati dall’artista tra il 2017 e 2021; in mostra ci sono pure altri quadri (tra cui lo splendido Cantoria, acrilico, ottone e tempera su tela, 1988) che di Colombara, noto soprattutto come scultore, fanno conoscere un aspetto della sua ricerca, avviata fin dalla fine degli anni settanta. Emblematica del reciproco transito tra pittura e scultura sono due opere del 2017, un dipinto e una scultura, che recano lo stesso titolo: Inpunta. Non mancano del resto, nella mostra antologica di Villa Croce, alcune delle sculture che hanno segnato l’affermazione dell’artista in ambito nazionale e internazionale: tra le altre, Suononous, ottone e rame, 1985; Mulino, ferro, rame e ottone, 1992; Lacrime di vetro, ottone e vetro soffiato, 1997 (collezione del Museo di Villa Croce); L’audace carena, bronzo, 2007; Culla, bronzo, 2014; numerose opere che documentano l’inesausta esplorazione di Colombara nell’utilizzo di vari materiali, compresi la terracotta e il ferro. 

Le opere di Colombara ci fanno immergere in un’esperienza, visiva e sensoriale, che potremmo definire del limite, della frontiera, dell’ambigua soglia tra mondi e situazioni di solito ritenuti alternativi. I suoi lavori sono caratterizzati da un’atmosfera che non è ascrivibile né a una qualche reminiscenza diretta del reale, né a esiti artistici del passato – anche se potremmo citare Fausto Melotti, e il suo desiderio di smaterializzare la scultura e di dissolverne i volumi, e qualche esito di Alberto Giacometti, Louise Bourgeois, Germaine Richier. Si respira, nell’opera di Colombara, un senso di leggerezza, di sospensione, di fragilità e di trasparenza, di tensione a cogliere e dare forma al vuoto e all’incerto confine tra suono e silenzio, qualcosa che ci fa pensare alla levità cara a Italo Calvino, che citava Paul Valéry: “occorre essere leggeri come l’uccello in volo e non come la piuma“. I suoi lavori si sottraggono all’attribuzione a un tempo definito nel percorso dell’umana civiltà e dell’evoluzione dell’espressione artistica: scorrono davanti a noi schegge di qualcosa che già abbiamo acquisito, anche se spesso questi lacerti sono tra di loro combinati, nell’operazione di vero e proprio montaggio compiuto dall’artista, in maniera non direttamente conseguente a una logica lineare che abbia introiettato le leggi della possibile evoluzione di un oggetto. È come se, nel processo creativo di Colombara, sia perennemente in agguato la pulsione a innestare una cosa su un’altra, a congiungere e ibridare ciò che di solito è separato: le leggi della trasmissibilità dei geni e della mutazione possono essere sovvertite, quando siano investite dai brividi della libertà creativa e dagli slanci della fantasia. L’artista ricorre, nella sua officina creativa, all’uso combinato di vari materiali (ottone, rame, piombo, alluminio, vetro soffiato, cera, ferro, bronzo, ceramica, frammenti di specchio, corde, cartapesta, riporti fotografici) e a inserimenti di lacerti di antichi manufatti, frammenti di oggetti che, appartenenti alla storia dell’esperienza umana, hanno poi fatto naufragio o sono fino a noi giunti senza esserne del tutto travolti o sfigurati. Colombara fa convivere nel corpo di una sua scultura materiali che vengono comunemente classificati come opposti e alternativi, in ragione delle loro caratteristiche relative alla malleabilità, alla solidità; ciò accentua ulteriormente la nostra percezione di qualcosa che è venuto a sovvertire le regole del farsi delle cose, provocando una sensazione di vertigine e di straniamento. I suoi lavori sono l’esito combinato di due diverse tensioni, l’una governata dalla visione progettuale, e l’altra dall’irruzione di un vento di libertà che spira durante il suo costituirsi in opera. Diceva in una sua “goccia” Camillo Sbarbaro, uno dei più grandi poeti italiani (ligure di origine) del Novecento, affine al sentimento lirico che intride l’opera di Colombara: “L’arte non si può fare; bisogna lasciarla farsi”.

Piergiorgio Colombara è nato a Genova nel 1948, città nella quale vive e lavora. Frequenta il Liceo Artistico Barabino e la Facoltà di Architettura di Genova, dove si laurea nel 1974. Negli anni Settanta e all’inizio del decennio successivo il suo interesse è volto prevalentemente alla pittura; dai primi anni ottanta si dedica quasi esclusivamente alla scultura. Le sue opere vengono presentate in mostre personali (quella d’esordio è, nel 1980, alla Galleria Balestrini di Albisola) e di gruppo (ricordiamo le presenze, nel 1993, 2009 e 2011 alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia), in Italia e all’estero. La sua ricerca ha riscosso l’apprezzamento di critici e storici dell’arte, filosofi e musicisti; le sue opere sono presenti in numerose raccolte pubbliche e private.

Nel 2018 è stata costituita in Genova l’Associazione Archivio Piergiorgio Colombara, che si pone l’obiettivo di fare conoscere, valorizzare e promuovere l’opera dell’artista. Nel 2022 Skira pubblica il Catalogo ragionato dell’opera scultorea, 1982-2022 di Colombara, a cura di Sandro Parmiggiani. 

L’esposizione, realizzata con il contributo di IREN e di Allianz Private Bank, è accompagnata da un catalogo con testi di Giorgia Ligasacchi, curatrice della mostra, e di Silvio Seghi, direttore dell’Archivio Colombara, e una conversazione di Diana Piazza con l’artista.


Melina Cavallaro 
Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma 
Valerio De Luca resp. addetto stampa cell. 393 9482876  
Via Piave 74 – 00198 Roma – www.freetrade.it  Skypecavallaro.melina 

Milano, Università Bocconi: GIANLUCA POLLINI. Arquitectonica

Gianluca Pollini Arquitectonica #22 Perugia, 2019 Stampa Fine Art su carta cotone cm. 70×103 edizione di 10 esemplari

MILANO | UNIVERSITÀ BOCCONI

1° DICEMBRE 2022 – 4 APRILE 2023

MIA FAIR PRESENTA LA MOSTRA DI GIANLUCA POLLINI

ARQUITECTONICA

L’esposizione documenta la recente ricerca del fotografo bolognese, interamente dedicata all’architettura, in particolare a quella degli anni venti in Italia e a quella progettata da Aldo Rossi.

Dal 1° dicembre 2022 al 4 aprile 2023, MIA Fair presenta nello spazio dedicato alla fotografia d’arte dell’Università Bocconi a Milano, la personale di Gianluca     Pollini (Bologna, 1960), dal titolo Arquitectonica, in collaborazione con la Galleria Forni di Bologna e la Galleria Arte in Salotto di Milano. La mostra, nuovo appuntamento del progetto di collaborazione tra MIA Fair e BAG-Bocconi Art Gallery iniziato nel 2016,  in collaborazione con Galleria Forni e Arte in Salotto, documenta, attraverso 15 fotografie, la più recente ricerca dell’artista bolognese, dedicata all’architettura, in particolare a quella progettata da Aldo Rossi e a quella del Ventennio fascista in Italia.

Le opere di Pollini cercano di descrivere la stasi di luoghi eterni, carichi di mistero e simbologia, evidenziando il contrasto tra colori e linee e segnando il rapporto metafisico tra gli elementi geometrici.

Queste caratteristiche Pollini le ritrova negli edifici dell’EUR a Roma, progettati da Marcello Piacentini, ma anche nel paese di Tresigallo, a pochi chilometri da Ferrara, la cosiddetta “Città metafisica”, luogo utopico e ideale, sospesa in una dimensione tra geometria e sogno, o ancora nelle forme disegnate da Aldo Rossi, dal cimitero San Cataldo a Modena, al Centro direzionale Fontivegge a Perugia, allo Schützenquartier a Berlino, ad altre ancora.

Quelli di Pollini sono scatti diurni, dalle linee pulite, caratterizzati da contrasti netti e colori saturi che evocano profonde suggestioni fatte di luce. Pur utilizzando una macchina digitale, gli interventi di Pollini in post-produzione sono minimi; non manipola le immagini perché concepisce il risultato finale già in fase di ripresa, anche nelle condizioni più difficili.

Le sue fotografie sono sospensioni del tempo, lunghe quanto una frazione di secondo, nell’attesa di catturare il momento perfetto.

Come scrive Bruno Bandini nel volume che accompagna la rassegna (Pazzini Editore), “È Aldo Rossi che consente a Pollini di ridisegnare la trama nascosta dell’eredità del Moderno, di un razionalismo che affonda le proprie radici negli architetti della Rivoluzione francese, per arrivare a quelle tracce fondative della città che si riscontrano nelle piazze “metafisiche” di Giorgio de Chirico, così come nella progettazione urbanistica delle “città di fondazione” degli anni trenta”.

Gianluca Pollini, Arquitectonica #3 Tresigallo, 2019 Stampa Fine Art su carta cotone cm. 103×70
edizione di 9/10 + 1 p.a.

Gianluca Pollini – Note biografiche

Gianluca Pollini nasce nel 1960 a Bologna, dove vive e lavora.

Inizia a fotografare nel 1982 occupandosi di reportage naturalistico, con pubblicazioni su libri e prestigiose riviste, anche fotografiche.

Dal 1993 lavora prevalentemente con il medio formato, utilizzando il mezzo analogico in fase d ripresa e la stampa tradizionale su carta baritata ai sali d’argento o quella giclée ai pigmenti di carbone.

Inizia inoltre a sviluppare un forte interesse per le immagini paesaggistiche, la pellicola in bianco e nero e lo still life, dal cui studio nasce il libro “Fiori”, edito da Gente di Fotografia nel 2006.

Estende poi la sua ricerca all’architettura, iniziando ad utilizzare macchine digitali. Viene così alla luce il suo ultimo lavoro, “Arquitectonica”, un progetto fotografico che prende vita nel febbraio 2019 come riflessione sulla metafisica nell’architettura razionalista e neo-razionalista italiana.

Dal 1998 al 2008 il suo lavoro è stato rappresentato da Image Gallery di Daniela Facchinato. Dal 2010 collabora con la Galleria Forni di Bologna.


INFO

GIANLUCA POLLINI. Arquitectonica
Milano, Università Bocconi (via Sarfatti, 25)
1° dicembre – 4 aprile 2023

Orari: Dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 20.00; sabato, dalle 10.00 alle 18.00

Ingresso libero

Ufficio stampa MIA Fair
CLP Relazioni Pubbliche  
Anna Defrancesco | T +39 02 36755700; anna.defrancesco@clp1968.it| www.clp1968.it

Roma, MICRO Arti Visive: UNCONFORT ZONE – Una scomoda immersione nei lavori di Aviv Wolfson | A cura di Dafne Crocella

Due delle oper di Aviv Wolfson in mostra

Giovedì 1 dicembre 2022 alle ore 18.00 inaugura, negli spazi di Micro Arti Visive di Paola Valori a Roma, il progetto UNCONFORT ZONE di Aviv Wolfson, promosso da ArtPlatform, a cura di Dafne Crocella.

UNCONFORT ZONE
Una scomoda immersione nei lavori di Aviv Wolfson

A cura di Dafne Crocella 

Inaugurazione 1 dicembre 2022 ore 18.00

MICRO Arti Visive
Viale Mazzini 1 Roma

Fino al 7 dicembre 2022

Dovranno sentirsi scomodi gli ospiti della Micro Arti Visive quando varcheranno la soglia della Galleria 2 per immergersi nella personale di Aviv Wolfson, Unconfort Zone. L’artista israeliana si affaccia al panorama romano, con la sua prima personale italiana, proponendo un viaggio disagevole. Si tratterà di un’immersione totale, un invito a immaginarsi in un ambiente subacqueo, dove maschera e boccaglio saranno benvenuti per varcare la soglia. Le opere dell’artista israeliana si offriranno così al pubblico attraverso uno sguardo appannato, una luce soffusa, a rappresentare l’ambiente sottomarino. Nei lavori di Aviv tele ricche di colori mescolano nei soggetti volti e sagome di foglie, linee curve che accompagnano i contorni smussando gli angoli come l’acqua sa fare. Si crea così una corrispondenza tra ambientazioni umane, quali caffè e salotti affollati, e ambienti naturali abbondanti di foglie, erbe e alghe. Due mondi che si confondono nelle linee a ricordarci che stiamo condividendo lo stesso pianeta. Una rappresentazione che è un invito a scambiarci i ruoli e a immaginarci abitanti del mare. 

La Galleria 2 della Micro si trasformerà offrendo ai visitatori un’immersione in un fondale marino in parte inquinato, in parte ancora vergine. Per creare l’ambientazione Aviv ha aperto una “Call 4 Masks” ossia un invito a offrire le mascherine usate per creare l’allestimento. La mostra prende quindi la forma di una installazione partecipativa in cui il pubblico è invitato a contribuire al processo di creazione interrogandosi sul significato del “salvare la vita” che è stato attribuito alle mascherine e che oggi si sta trasformando in una minaccia per diverse forme di vita non umane. Allora il tacco 12 che resterà impigliato nell’elastico di una mascherina abbandonata a terra ci porterà a vivere la sensazione fisica di un’invadenza non voluta e la busta di plastica su cui ci troveremo a camminare renderà la galleria una spiazzante immersione in un mondo invaso dai rifiuti di altre specie: una Unconfort Zone.

Durante il vernissage avrà luogo anche l’evento performativo Oceanwaste di Elisa Bongiovanni; mentre lunedì 5 dicembre alle ore 18.30 si terrà un evento di Slow Art condotto da Dafne Crocella. 

Aviv Wolfson – Note biografiche

Aviv Wolfson è nata in Israele ed ha studiato arte in Italia e Cina, sviluppando negli anni una tecnica personale nata dall’incontro tra stili diversi. Ha lavorato in progetti artistici e sociali in Brasile, India, Cina, Francia e Israele, con la consapevolezza del messaggio che l’arte può portare anche a livello sociale, sempre con una visione olistica di interconnessione tra esseri umani, altre specie e ambiente. Ha pubblicato libri d’infanzia e libri d’artista in Cina, India e Israele. Ha esposto a Parigi e Tel Aviv. La sua ricerca artistica è legata ad uno sguardo verso l’ambiente, al rispetto degli animali e di ogni forma di vita. La via vegana che segue da diversi anni si riflette in uno sguardo artistico che coniuga gli ambienti animali e umani mostrando un continuum tra abitanti dello stesso pianeta.

Elisa Bongiovanni – Note biografiche

Elisa Bongiovanni 

Elisa Bongiovanni è attrice, performer e trampoliera romana diplomata al Centro Internazionale La Cometa di Roma. Parallelamente all’attività teatrale insegna recitazione e promuove l’attività teatrale nelle periferie con una particolare attenzione ai territori e alle loro storie, convinta che “il teatro possa fare la rivoluzione”.

Dafne Crocella – Note biografiche

Dafne Crocella è antropologa e curatrice di mostre d’arte contemporanea dal 2008. Ha lavorato nella conduzione dell’Artist Presentation Space di ARTROM Network fino al 2014 quando ha aperto Artplatform, piattaforma d’incontro tra creativi indipendenti. Dal 2010 è rappresentante italiana del Movimento di Slow Art International Day con cui ha guidato percorsi di mindfulness in musei e gallerie tra cui il MAXXI, la GNAM, il MURo, il MNAO. Dal 2013 collabora con lo Spazio Comel di Latina nell’ambito del Premio Comel. Dal 2019 cura il Collettivo degli Artisti di Montemario con una particolare attenzione al territorio tramite eventi site specific legati in particolare alle Giornate Basagliane e agli spazi del Santa Maria della Pietà. Dal 2020 scrive per Sapereambiente curando la rubrica di street art Conversando con la Città.  


INFO

UNCONFORT ZONE
Una scomoda immersione nei lavori di Aviv Wolfson
Promosso da ArtPlatform

A cura di Dafne Crocella
Evento performativo Oceanwaste di Elisa Bongiovanni
Degustazione a cura di Casale del Giglio

Inaugurazione 1 dicembre 2022 ore 18.00

MICRO Arti Visive
Viale Mazzini 1 Roma

Fino al 7 dicembre 2022
Orari:
dal lunedì al sabato 15.30 -19.30 – domenica chiuso

MICRO | Arti Visive
Viale Mazzini 1 – Roma
info@microartivisive.it
www.microartivisive.it

ArtPlatform
Dafne Crocella
info@artplatform.it
www.artplatform.it

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
roberta.melasecca@gmail.com
www.melaseccapressoffice.it
www.interno14next.it

Turismo Italia, Enit a Ibtm: quasi 2 milioni gli spagnoli che scelgono una vacanza in Italia

QUASI 2 MILIONI GLI SPAGNOLI CHE SCELGONO UNA VACANZA IN ITALIA

ITALIA AI PRIMI POSTI DEL TURISMO CONGRESSUALE

ITALIA CON ENIT ALLA FIERA IBTM 2022 DI BARCELLONA

Dal 29 Novembre al 1 Dicembre 2022

L’Italia con Enit alla fiera IBTM, l’evento più importante al mondo del settore MICE (Meetings, Incentives, Conferences and Exhibitions) fino al 1 dicembre a Barcellona e che riunisce i più importanti professionisti del settore. Nel 2021 l’Italia si è posizionata al 5º posto per il numero di congressi ed eventi organizzati, con 86.438 eventi svolti. L’Agenzia Nazionale del Turismo partecipa con uno stand di 400 mq. (stand E30) in rappresentanza di oltre 60 espositori: 18 imprese private, Convention Bureau Italia e con il coinvolgimento delle Regioni: Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Süd Tirol-Alto Adige, Veneto, Yes Milano e di Roma Capitale.

Durante i 3 giorni della Fiera, lo stand Italia promuove incontri b2b con una ricca agenda di appuntamenti che consente di far incontrare gli espositori con i buyer provenienti dai mercati internazionali.
Oltre 3mila sellers cin incontri con 15mila professionisti del settore, provenienti da oltre 100 paesi da tutto il mondo (Fonte: Reed Exhibitions).
All’inaugurazione ufficiale dello stand, presente anche l’Ambasciatore d’Italia in Spagna Riccardo Guariglia e del Console Generale d’Italia a Barcellona Emanuele Manzitti.

“Quasi 2 milioni le notti trascorse in Italia dai viaggiatori spagnoli tra gennaio e maggio 2022, un dato significativo. Anche il turismo organizzato registra vendite incoraggianti verso l’Italia e, stando al monitoraggio Enit, per l’80% dei tour operator contattati in Spagna, l’andamento complessivo delle vendite della destinazione Italia è positivo. Più della metà dei tour operator spagnoli riferisce aumenti delle vendite. Gli spagnoli in Italia stanno iniziando a privilegiare l’extralberghiero: il 71% delle presenze totali è in hotel, tuttavia a crescere di più sono le notti in b&b, agriturismi, campeggi, villaggi e alloggi in affitto, segnando un nuevo trend” dichiara Ivana Jelinic ceo Enit.

“Gli spagnoli investono sull’Italia con oltre 320 milioni di euro spesi solo per la vacanza soprattutto culturale nelle città d’arte, prediligendo le città di Lombardia, Lazio, Campania, Emilia Romagna e Veneto. La ripresa è palpabile e spinge a promuovere il brand Italia e le sue magnificenze in chiave sempre più propositiva”  sostiene Sandro Pappalardo consigliere cda Enit

“La meeting industry e l’industria degli eventi sono prioritari nell’ambito della strategia di crescita a valore del turismo italiano perseguita da Enit, che coinvolge sotto il brand Italia i principali attori del settore” commenta la direttrice marketing Enit Maria Elena Rossi.


Francesca Cicatelli
Direzione Esecutiva
Comunicazione e Ufficio Stampa
VIA MARGHERA 2 – ROMA
e-mail: FRANCESCA.CICATELLI@ENIT.IT

Bassano del Grappa (Vicenza), Museo Civico: I BASSANO. Storia di una famiglia di pittori

Jacopo Dal Ponte, Sidrac, Midrac e Abdenago nella fornace ardente, dettaglio, 1536.

I BASSANO
Storia di una famiglia di pittori

Bassano del Grappa (Vi), Museo Civico

3 dicembre 2022 – 2 maggio 2023

Mostra a cura di Barbara Guidi e Melania Mazzucco

I Bassano, che storia! A raccontare, al Museo Civico di Bassano del Grappa, le vicende della dinastia dei Bassano, sono non solo le loro opere, ma le parole di Melania Mazzucco. Il tutto a creare un’inedita “mostra racconto”, che sarà in scena, ai Musei Civici, dal 3 dicembre al prossimo maggio, sotto la regia scientifica della direttrice Barbara Guidi.

Nessun pannello storico artistico, nessuna didascalia che vada oltre l’essenzialità, solo le meravigliose creazioni dei Bassano e l’intenso filo del racconto della vita dei Dal Ponte, poi noti al mondo appunto come “i Bassano”, protagonisti indiscussi della pittura del Rinascimento veneto.

La loro epopea ebbe inizio con la discesa, correva l’anno 1464, a Bassano del Grappa di Jacopo di Berto, conciatore di Gallio, nell’Altopiano di Asiago. Giunto sulle rive del Brenta, Jacopo trovò dimora in Contra’ del Ponte da cui deriverà il cognome futuro della celebre famiglia di pittori.

Suo figlio Francesco, poi detto il Vecchio perché primo della dinastia, cominciò ad avventurarsi nell’arte della pittura. Alchimista dilettante, cartografo e decoratore più che grande artista, Francesco dette vita a creazioni d’arte sacra che rispondevano alle richieste del mercato locale avviando un’eterogenea, attivissima bottega. Qui collaborano i figli, Giambattista e Jacopo, giovane di immenso talento che, con il suo pennello, avrebbe scritto pagine indelebili della storia dell’arte e della pittura, italiana e non solo. Genio mite e riservato, è a lui che si deve il cambio di passo, e quella che sino ad allora era soprattutto una forma di artigianato decorativo prende la valenza di grande arte.

Arte coltivata, con successo, anche dai suoi figli – il talentuoso e melanconico Francesco il Giovane, Giambattista, e poi i diligenti Leandro e Gerolamo, fino al nipote Jacopo Apollonio che disegnava di nascosto – ai quali “il Bassano” seppe trasmettere amorevolmente la sapienza e la poesia della sua arte. I loro dipinti, ammantati da un ineffabile “mistero del quotidiano”, conquistarono il mercato internazionale: grandi quadri di devozione sacra destinati alle chiese, ma anche ritratti, commoventi notturni e intense pastorali che, dalla piccola Bassano, giunsero ad arricchire le grandi collezioni reali, da quella di Rodolfo II a Praga, alla Madrid di Filippo II, giungendo fino alle Americhe.

Una storia che si conclude quando Jacopo Apollonio, formatosi sotto la guida dello zio Leandro, realizza le ultime repliche prodotte sui disegni e i modelli del nonno Jacopo. La storia dei Bassano, una vera e propria epopea per immagini iniziata sul finire del Quattrocento, esce così di scena avendo all’attivo oltre un secolo di grandissima fortuna.

I visitatori si muoveranno di opera in opera (e di opere dei Bassano se ne ammireranno ben 40 oltre a oggetti e documenti preziosi), sull’onda emotiva delle parole del libro della scrittrice Melania Mazzucco, Premio Strega e autrice di celeberrimi romanzi storico-artistici quali La lunga attesa dell’angelo L’architettrice. Si tratterà di un libro d’autore, edito dagli stessi Musei Civici di Bassano del Grappa in un’edizione limitata, da collezione.

Ad arricchire ancor più il racconto visivo, alle opere saranno affiancati, in alcuni casi, oggetti o libri (come il Libro dei conti della bottega, o il quaderno di esercizi alchemici di Francesco il Vecchio, o un erbario del Cinquecento che dialoga con le piante dipinte da Jacopo nella Fuga in Egitto, la preziosa Croce decorata del Filarete, capolavoro dell’oreficeria sacra del Quattrocento, ecc.).

Alla dimensione visiva delle opere si affianca dunque la forza della dimensione narrativa: due livelli che si compenetrano e si completano a vicenda. Testo e opere godono in mostra della stessa dignità, sono un unicum.

A spiegare questo evento davvero raffinato, è la direttrice dei Musei bassanesi: «l’idea di questa collaborazione con Melania Mazzucco nasce dal desiderio di far conoscere, in un modo nuovo, inedito e sorprendente, l’inestimabile patrimonio conservato nei nostri Musei Civici, facendo entrare il visitatore nelle opere di questi grandi protagonisti della pittura veneta del XVI secolo anche attraverso le storie e vicissitudini dei loro autori e dei luoghi che hanno nutrito la loro opera; raccontando le passioni e le aspirazioni di Jacopo Bassano e dei suoi figli con parole d’autore si potrà dunque comprendere il senso più profondo e poetico della loro grande arte».


Per informazioni

Musei Civici Bassano del Grappa
+39 0424 519901/904 | info@museibassano.it | www.museibassano.it

Ufficio Comunicazione Musei Civici
Andrea Rossato | T. +39 0424 519919 | andrea.rossato@comune.bassano.vi.it

Ufficio Stampa Comune Bassano del Grappa
Chiara Padovan | T. 0424 519373 | ufficiostampa@comune.bassano.vi.it

In collaborazione con
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
tel. +39 049.663499 
roberta@studioesseci.net (rif. Roberta Barbaro)

Roma: Alla Biblioteca Vallicelliana proiezione del cortometraggio Desdemona per la Giornata sull’eliminazione della violenza contro le donne

Il fazzoletto di Desdemona di Emanuela Mastria (foto Giorgio Benni)

Desdemona

Proiezione cortometraggio
Regia di Ludovica Valeri

Mercoledì 30 novembre 2022 dalle ore 16.30

Biblioteca Vallicelliana – Salone Borromini 
Piazza della Chiesa Nuova 18 – 2°piano – Roma

Il 30 novembre 2022, in prossimità della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, nel prestigioso Salone Borromini della Biblioteca Vallicelliana sarà proiettato in anteprima assoluta il cortometraggio “Desdemona” per la regia di Ludovica Valeri

Liberamente ispirato all’Otello di William Shakespeare, il cortometraggio mette al centro della storia la protagonista femminile. Desdemona è una giovane donna ribelle che disobbedisce a suo padre per amore. È lei che sceglie di stare con Otello, di lasciare Venezia per seguirlo sull’isola di Cipro. Ad un certo punto però, qualcuno si intromette nella loro storia d’amore. E Otello, lasciandosi confondere la mente da Iago, perde il rapporto con la donna che ama e da cui è amato. Desdemona è innocente.

Desdemona è stata interpretata dall’attrice e regista Ludovica Valeri, mentre le voci di Otello, Iago e Brabanzio sono degli attori Gabriele Ciccotosto e Pasquale Smiraglia. Il cortometraggio sarà proiettato nello stesso luogo in cui è stato girato creando un’esperienza davvero suggestiva. Le riprese di Filippo Caputo sono state realizzate all’interno dell’installazione “Il fazzoletto di Desdemona” di Emanuela Mastria a cura di Michela Becchis, esposta nel Salone Borromini della Biblioteca Vallicelliana nel 2021 nell’ambito della rassegna Opera 00|20 a cura di Paola Paesano con l’organizzazione di Anna Villa. L’installazione è composta da cento elementi scultorei fluttuanti di porcellana bianca e vuole suscitare una riflessione sul tema del femminicidio. Ogni scultura raffigura un fazzoletto da donna con le iniziali, scritte in rosso, della persona a cui è dedicato. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con la psichiatra Barbara Pelletti e l’Associazione CassanDra che supporta le vittime di violenza. 

Il fazzoletto di Desdemona di Emanuela Mastria (foto Giorgio Benni)

Programma

ore 16.30 Ingresso
ore 16.40 Introduzione
ore 17.00 Proiezione del cortometraggio “Desdemona” regia di Ludovica Valeri. A seguire, dibattito con Paola Paesano Direttrice della Biblioteca Vallicelliana, Michela Becchis Curatrice e Storica dell’arte, Barbara Pelletti Psichiatra e Presidente di CassanDra, Emanuela Mastria Artista, Gabriele Ciccotosto Attore, Pasquale Smiraglia Attore.

L’incontro è realizzato in collaborazione con l’Associazione CassanDra e con l’organizzazione di Anna Villa. 


INFO

Desdemona
Proiezione cortometraggio
Regia di Ludovica Valeri
Organizzazione di Anna Villa
In collaborazione con l’Associazione CassanDra

Mercoledì 30 novembre 2022 dalle ore 16.30
Ingresso libero fino a esaurimento posti

Programma
ore 16.30 Ingresso
ore 16.40 Introduzione
ore 17.00 Proiezione del cortometraggio “Desdemona” regia di Ludovica Valeri e dibattito

Biblioteca Vallicelliana, Salone Borromini
Piazza della Chiesa Nuova 18, 2° piano – Roma
www.vallicelliana.it

Organizzazione
Anna Villa
b-vall.promozione@cultura.gov.it

Ufficio Stampa Biblioteca Vallicelliana
Anna Villa
06.68802671
b-vall.comunicazione@cultura.gov.it

Emanuela Mastria
www.emanuelamastria.com

Comunicazione
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
tel 3494945612 – roberta.melasecca@gmail.com
cartella stampa su www.melaseccapressoffice.it

Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria: NUNZIO INCONTRA PERUGINO

“Nunzio incontra Perugino” Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia
© Marco Giugliarelli

PERUGIA
GALLERIA NAZIONALE DELL’UMBRIA

DAL 12 NOVEMBRE 2022 AL 9 GENNAIO 2023

NUNZIO
INCONTRA PERUGINO

Due sculture di uno dei maggiori artisti italiani contemporanei dialogano con l’Annunciazione Ranieri, capolavoro di Perugino conservato all’interno del nuovo percorso espositivo del museo.

Da un’idea di Giuseppe Cascetta

Dal 12 novembre 2022 al 9 gennaio 2023, la Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia accoglie un inedito colloquio tra Perugino e Nunzio (Cagnano Amiterno, AQ, 1954), uno dei più importanti artisti italiani, che consolida il progetto del museo perugino di aprirsi ai linguaggi e alle espressioni artistiche contemporanee.

Da un’idea del collezionista Giuseppe Cascetta, Nunzio ha lavorato ispirandosi all’Annunciazione Ranieri, riflettendo sul suo significato, sui valori formali e spirituali del capolavoro di Perugino.

“Nunzio incontra Perugino” Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia

Il risultato di questo dialogo si è tradotto in due sculture in legno che analizzano, attraverso un codice contemporaneo, l’eterno rapporto che lega i maestri del passato agli autori viventi e che saranno esposte in un apposito spazio dedicato all’interno del nuovo percorso espositivo della Galleria Nazionale dell’Umbria.

“Le due opere in liaison con il Perugino dell’Annunciazione Ranieriafferma Nunzio – sono l’una l’ideale sviluppo di una curva che avvolge le due figure del dipinto, l’altra la proiezione di uno di “spazio”, interpretato come architettura, come paesaggio, come orizzonte in un dialogo che riflette su proporzioni e volumetrie. Eterna sfida per gli artisti di ogni epoca”.

La mostra, organizzata dalla Galleria Nazionale dell’Umbria in collaborazione con Regione Umbria e Sviluppumbria è uno degli eventi che accompagnano l’apertura della grande mostra “Il meglio maestro d’Italia. Perugino nel suo tempo”, a cura di Marco Pierini e Veruska Picchiarelli, in programma dal 4 marzo all’11 giugno 2023, in occasione delle celebrazioni del quinto centenario della morte di Pietro Vannucci.

“Sviluppumbria ha collaborato alla realizzazione di questo evento con l’obiettivo di promuovere in modo innovativo il nostro territorio, magistralmente rappresentato nelle opere del Perugino – dichiara Michela Sciurpa, Amministratore Unico dell’Agenzia di Sviluppo Economico della Regione Umbria -; in particolare, l’incontro tra Nunzio e Pietro Vannucci, ospitato nella Galleria Nazionale dell’Umbria, sarà in grado di attrarre visitatori, turisti e appassionati della cultura e dell’arte grazie ad un inedito connubio tra arte contemporanea e Rinascimento”.

Nunzio, Senza Titolo, 2017, pastello e pigmento su cartone 815×558-s.c.-scaled

Nunzio – Note biografiche

Nunzio Di Stefano nasce nel 1954 a Cagnano Amiterno, in provincia dell’Aquila. Studia all’Accademia di Belle Arti di Roma, diplomandosi nel corso di Toti Scialoja.

Dal 1973 il suo studio è presso l’ex Pastificio Cerere, nel quartiere romano di San Lorenzo, dove lavoreranno anche Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Piero Pizzi Cannella e Marco Tirelli. Dopo una prima mostra nel 1981 presso la Galleria Spatia di Bolzano, nel 1984 espone sculture in gesso di grandi dimensioni alla Galleria l’Attico di Roma in una importante personale presentata da Giuliano Briganti. Nello stesso anno Achille Bonito Oliva organizza la collettiva Ateliers incentrata sugli artisti che lavorano negli studi di San Lorenzo. Nel 1985 la sua prima esposizione americana, nella galleria Annina Nosei a New York, gli apre le porte del collezionismo e del mercato e contribuisce alla diffusione internazionale del suo linguaggio espressivo.  Nel 1986 L’Attico è il luogo in cui l’artista presenta i suoi primi lavori in legno e piombo. Alcune di queste opere saranno presentate poi alla LXII Biennale di Venezia, dove Nunzio vince il Premio 2000 come miglior giovane artista.

Gessi e legni combusti sono riuniti nel 1987 nella personale della Galleria Civica di Modena. Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, gli appuntamenti espositivi, tra personali e collettive, si susseguono in Italia e all’estero. Tra questi: nel 1985, Nouvelle Biennale de Paris, L’Italie aujourd’hui, al Centre National d’Art Contemporain di Nizza, Nuove trame dell’arte, al Castello Colonna di Genazzano, Anniottanta alla Galleria Comunale di Bologna; nel 1986, Aspekte der Italienischen Kunst, mostra itinerante che tocca varie città tedesche, l’XI Quadriennale di Roma, alla quale parteciperà anche nel 1996, e la VI Biennale di Sydney; nel 1989, Los Nuevos Romanos, a Santiago de Compostela e a Madrid, e Prospekt ‘89, a Francoforte; Roma interna, presso il Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig di Vienna, nel 1991, e la III Biennale di Istanbul l’anno seguente.

Nel 1995 Nunzio viene invitato alla Biennale di Venezia con una sala personale; gli viene assegnata una Menzione d’Onore.

La prima personale in Giappone è del 1994, alla Kodama Gallery di Osaka, cui segue la partecipazione alla Biennale di Fujisankei nel 1995, dove la sua scultura Ombre, collocata negli spazi del Hakone Open-Air Museum, vince il Prize for Excellence.

Dello stesso anno è la personale allestita presso la sede di Villa delle Rose della Galleria d’Arte Moderna di Bologna che ripercorre il lavoro dell’ultimo decennio.

Nel 1997 presenta, per la prima volta, lavori in bronzo presso la Galerie Alice Pauli di Losanna, dove torna a esporre nel 2001 e nel 2010. Il 2000 si apre con una personale alla Galleria Fumagalli di Bergamo, occasione per la pubblicazione di una monografia.

Dal 2004 collabora con la galleria torinese Giorgio Persano dove realizza una serie di esposizioni personali. Nel 2005 tiene la sua prima personale alla Galleria dello Scudo di Verona, curata da Lea Vergine, dove presenta una serie di installazioni in legno combusto che creano nuovi e stranianti spazi abitabili.

Dello stesso anno e di quello successivo sono le mostre antologiche allestite al MACRO di Roma, a cura di Danilo Eccher, e al Museo d’Arte Contemporanea di Belgrado, a cura di Bruno Corà. Del 2012 la personale al Museum Biedermann di Donaueschingen in Germania, presentata da Norbert Nobis.  Nel 2016 al Museo Riso di Palermo e alla Pinacoteca provinciale di Teora . Nel 2017 è presente alla mostra Ytalia, presso il Forte di Belvedere e Palazzo Marino Marini di Firenze.

Nel 2018 presenta presso la Galleria Casamadre di Napoli la personale Nunzio – Giallo di Napoli Nero pece Blu cobalto. Nel febbraio 2019 è invitato da Anna – Maria Ehrmann-Schindlbeck alla Galerie der Stadt a Tuttlingen per una personale dal titolo Skiá.

Attualmente Nunzio vive e lavora tra Roma e Torino.


NUNZIO INCONTRA PERUGINO
Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria (Palazzo dei Priori, Corso Vannucci, 19)
12 novembre 2022 – 9 gennaio 2023

Inaugurazione: venerdì 11 novembre 2022, ore 17.30

Orari:
Novembre – dicembre
Lunedì: dalle 12:00 alle 19:30; da martedì a domenica: dalle 8:30 alle 19:30.
La biglietteria chiude alle 18:30.
Gennaio – febbraio
Lunedì chiuso.
Da martedì a domenica: dalle 8:30 alle 19:30.
La biglietteria chiude alle 18:30.

Informazioni: Tel. 075.58668436; gan-umb@beniculturali.it

Sito internet: www.gallerianazionaledellumbria.it

Ufficio Promozione e Comunicazione
Ilaria Batassa | ilaria.batassa@cultura.gov.it

Facebook: @GalleriaUmbriaPerugia
Instagram: @gallerianazionaledellumbria
Twitter: @GalleriaNazUmbr
Spotify: Galleria Nazionale Umbria
Spreaker: Galleria Nazionale Umbria

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Anna Defrancesco, T +39 02 36 755 700
anna.defrancesco@clp1968.it; www.clp1968.it

Milano, Sala Fontana, Museo del Novecento: LUCIO FONTANA. Presentazione del Catalogo Ragionato delle Sculture Ceramiche edito da Skira

Lucio Fontana
Battaglia, 1950
Terracotta smaltata, dipinta, lustrata e terzo fuoco, 90 cm
© Fondazione Lucio Fontana by SIAE 2022

Martedì 29 novembre alle ore 19.00 nella Sala Fontana del Museo del Novecento a Milano,
Via Marconi 1
sarà presentata l’importante opera

LUCIO FONTANA
CATALOGO RAGIONATO DELLE SCULTURE CERAMICHE

a cura di Luca Massimo Barbero

Skira

Lucio Fontana al lavoro, Albisola, primi anni Cinquanta
© Fondazione Lucio Fontana
by SIAE 2022

Introduce
Gianfranco Maraniellodirettore del Museo del Novecento

Intervergono
Silvia Ardemagnipresidente della Fondazione Lucio Fontana
Luca Massimo Barberocuratore dell’opera
Maria VillaFondazione Lucio Fontana
Cino Zucchiarchitetto

Il Catalogo ragionato delle sculture ceramiche di Lucio Fontana edito da Skira rappresenta oggi la più completa e avanzata pubblicazione riguardante questo suo fondamentale ambito di ricerca e produzione.

Frutto di un progetto condiviso con Enrico Crispolti, curatore dell’intera collana dei Cataloghi ragionati del Maestro, questo imponente volume è curato da Luca Massimo Barbero, eminente studioso dell’artista e già curatore del Catalogo ragionato delle opere su carta – in collaborazione con Silvia Ardemagni e Maria Villa della Fondazione Lucio Fontana. 

Strumento di studio essenziale e aggiornato, il Catalogo raccoglie gli esiti dell’attento lavoro di archiviazione e documentazione svolto dalla Fondazione in oltre cinquant’anni di attività e presenta un nucleo di circa 2000 opere ceramiche realizzate tra il 1929-30 e il 1966.

Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti disponibili.


STUDIO LUCIA CRESPI
Ufficio Stampa SKIRA

Via Francesco Brioschi, 21 – 20136 Milano
T   02 89401645 
M  chiara@luciacrespi.it

Genova al tempo di Rubens uno sguardo ad oriente: FIGURE PERSIANE. Rubens, i genovesi e l’arte safavide

Musei di Strada Nuova, Palazzo Bianco, 11 novembre 2022 – 12 febbraio 2023

Genova al tempo di Rubens, uno sguardo ad oriente

A cura di Loredana Pessa

In collaborazione con la Fondazione Bruschettini per l’Arte Islamica ed Asiatica

Persia, Qazvin, Epoca Safavide, 1577 ca., Bahram Gur uccide il dragone, Genova, Collezione privata

Oggetto dell’itinerario espositivo sono una serie di preziose opere persiane di epoca Safavide, databili al XVI e agli inizi del XVII secolo, per la prima volta offerte all’ammirazione del pubblico italiano. Gli splendidi tessuti serici e le affascinanti miniature di collezione privata sono accomunati dalla presenza di raffigurazioni di personaggi in costume persiano che si riallacciano ai soggetti rappresentati sui tappeti esposti a Palazzo Rosso.

Nei primi anni del Seicento, queste raffinatissime ed esotiche figure hanno colpito l’attenzione anche di Pieter Paul Rubens, come testimoniano alcuni disegni ora conservati presso il British Museum, la cui riproduzione è visibile in mostra, insieme a quella dei numerosi dipinti in cui il grande maestro fiammingo ha inserito costumi, tappeti e tessuti persiani.

Nella stessa sede è esposta anche un’opera eccezionale, una miniatura persiana a soggetto biblico (Susanna e i Vecchioni), eseguita da un pittore persiano ispirato proprio da un modello di Rubens, testimonianza di un dialogo interculturale che ha coinvolto profondamente anche gli artisti che lavoravano nell’ambito dell’impero Safavide.

L’interesse per la Persia Safavide era condiviso, nello stesso periodo, anche da molti genovesi, in linea con una tradizione di rapporti con questa parte del mondo orientale che risale al Medioevo. La città, che nel 1605 accolse Anthony Sherley, il celebre ambasciatore inglese di Shah Abbas, fratello di Robert, ritratto da Anton van Dyck nel 1622 in abiti orientali, continuava ad essere uno snodo importante del commercio con il Medio e l’estremo Oriente e l’afflusso di merci pregiate dalla Persia era assicurato anche grazie all’intermediazione di mercanti armeni.

Persia, Epoca Safavide, XVI secolo, Frammento di velluto,
Genova, Collezione privata

Una sezione della mostra è dedicata alla presenza di tappeti, tessuti e altri manufatti persiani nelle dimore nobiliari, attestata dai dipinti dell’epoca e dai documenti d’archivio, mentre la curiosità e l’attenzione della classe dirigente genovese nei confronti dell’Impero Safavide, in competizione con quello Ottomano, è rivelata anche dalle numerose opere a stampa dedicate alla storia e ai costumi persiani provenienti dalle biblioteche delle famiglie aristocratiche.

La mostra, insieme all’esposizione “I magnifici tappeti Sanguszko. I tappeti più belli del mondo: un gruppo unico di capolavori dalla Persia del XVI secolo”, aperta nello stesso periodo in Palazzo Rosso, cui si ricollega strettamente, è inserita nel progetto Genova per Rubens. A Network, nato attorno alla mostra Rubens a Genova, curata da Nils Büttner e Anna Orlando (Genova, Palazzo Ducale, 6 ottobre 2022 – 22 gennaio 2023).

Orari: martedì – venerdì: 09.00 – 18.30; sabato e domenica: 09,30 – 18,30

Info: biglietteriabookshop@comune.genova.it

Tel.: +39 0102759185

Catalogo: Sagep


Melina Cavallaro
Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma, Media Relations per la Città di Genova 
Valerio de Luca –  resp. addetto stampa
Via Piave 74, 00198 Roma