Ad Agrigento nella Valle dei Templi, innanzi al Tempio della Concordia, la cena della PACE tra bambini russi e ucraini

Ad Agrigento innanzi al Tempio della Concordia (Valle dei Templi), la cena della PACE tra bambini russi e ucraini.

All’evento organizzato sabato 26 novembre dall’ambasciatore del Belize, parteciperanno 277 persone, quanti sono i giorni del confitto 

Per un giorno, la città dei Templi, Agrigento, tornerà ad essere la capitale internazionale della pace. “Togethher we can rise for peace” (Tutti insieme ce la possiamo fare) è il titolo di un evento in programma presso il Tempio della Concordia sabato 26 novembre (ore 16), organizzato dall’Ambasciata del Belize presso la Santa Sede in collaborazione con l’Arcidiocesi di Agrigento, il Parco Archeologico e Paesaggistico Valle dei Templi e il Comune di Agrigento

Un corteo di piccoli “ambasciatori di pace”, dieci bambini russi e dieci ucraini, attraverserà la via Sacra della Valle dei templi, seguito da 257 ragazzi, tra giovanissimi immigrati e bambini agrigentini, per un totale di 277 persone, quanti sono i giorni del confitto russo-ucraino che sta mettendo in serio pericolo l’umanità. 

In onore del Santo Padre, Papa Francesco, e alla Sua Enciclica “Fratelli Tutti”, verrà offerta una cena in nome della pace e della concordia al cospetto dei bambini che accenderanno il fuoco dell’accoglienza e della fratellanza, in segno di pace, congiuntamente  ai nostri bambini bisognosi che soffrono silenti ed ignorati nonché ai bambini  emigrati che sperano in un futuro che, purtroppo, pare sempre più oscuro.

Tutti i bimbi ospiti, quella sera, saranno dunque invitati dall’Ambasciata del Belize presso la Santa Sede, a partecipare ad una cena simbolica all’aperto davanti al tempio dorico, nell’auspicio di ottenere presto la pace: una pace possibile e anche molto semplice, almeno agli occhi dei piccoli protagonisti di questa simbolica manifestazione sotto la Concordia. I bambini saranno ospitati ai piedi del tempio e a servire la cena non ci saranno camerieri o personale specializzato nella banchettistica, ma una serie di alte personalità, le quali abbandoneranno il protocollo per un importante momento di riflessione. All’evento saranno presenti anche le massime autorità interreligiose presenti in Sicilia.

La pace è una cosa semplice e l’ambasciata del Belize  presso la Santa Sede intende in questo modo lanciare un monito a tutto il mondo, Se per i bambini far la pace è semplice, perché per gli adulti è sempre tutto così difficile?

Dopo varie riflessioni condivise con il Santo Padre, Papa Francesco, crediamo fermamente che il messaggio di speranza debba partire da un simbolo importante, come il Tempio della Concordia di Agrigento, immagine di una futura conciliazione fra i popoli per mettere fine a questo conflitto che crea una grave situazione di povertà a livello globale, senza dimenticare le persone che sono costrette con dolori immensi, a fuggire dalla propria terra per poi imbarcarsi in un viaggio della speranza senza sapere come andrà a finire, attraversando il mar Mediterraneo con il rischio di perdere la loro vite e quella dei loro figli, ma soprattutto senza sapere come sarà il proprio futuro”.

Durante la cena, preparata dall’Istituto Alberghiero Principi Grimaldi di Modica, si esibirà̀ un coro Gospel, il Choirdi, mentre il Tempio della Concordia sarà “abitato” dagli dei dell’opera teatrale “Al passo coi Templi- Il Risveglio degli Dei” di Marco Savatteri, al quale è stata affidata la direzione artistica e la regia della manifestazione. Questa volta gli dei del Mito, invitati alla cerimonia, saranno esclusivamente quelli dell’armonia, nessuno spazio per Ares, dio della guerra. Infine la dea Estia, protettrice del focolare, secondo la mitologia classica greca, celebrerà̀ l’accensione del Tripode dell’amicizia e saranno proprio i bambini russi e ucraini insieme, sotto il Tempio della Concordia, ad accendere il Fuoco dell’accoglienza e della fratellanza. Un fuoco che rimarrà acceso sino al termine del conflitto per questo evento speciale, nella Valle degli Dei, a ricordare al mondo che le guerre non servono a nulla se non a portare morte e povertà. Secondo indiscrezioni per l’evento al tempio della Concordia dovrebbero arrivare ad Agrigento per servire a tavola alcuni famosi personaggi del mondo musicale e artistico.  


Melina Cavallaro 
Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma 
Valerio De Luca resp. addetto stampa
Via Piave 74 – 00198 Roma – www.freetrade.it  Skypecavallaro.melina 

Bologna, Museo del Patrimonio Industriale: Mostra Antologia della moto bolognese, 1920-1970

Settore Musei Civici Bologna | Museo del Patrimonio Industriale
Antologia della moto bolognese, 1920-1970
26 novembre 2022 – 28 maggio 2023
Mostra realizzata con il contributo di Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale

Il Museo del Patrimonio Industriale di Bologna -istituzione culturale votata allo studio, alla documentazione e alla divulgazione della storia economico-industriale della città e del suo territorio, attraverso la ricostruzione delle vicende succedutesi dall’affermarsi dell’industria serica nel Medioevo fino all’odierno distretto meccanico della motoristica e dell’automazione – aggiunge un nuovo momento espositivo al filone Moto bolognesi,cheha costituito uno dei principali interessi della sua attività di ricerca: sabato 26 novembre 2022 (a partire dalle ore 13) sarà aperta al pubblico la mostra Antologia della moto bolognese, 1920-1970.
Il nuovo focus tematico, realizzato il contributo dell’Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale,si inserisce nel percorso espositivo del museo e rimarrà visibile fino al 28 maggio 2023.

Antologia della moto bolognese, 1920-1970 porta a compimento un ampio e importante lavoro di indagine condotto negli anni dal museo, con momenti di restituzione pubblica quali le recenti esposizioni Moto bolognesi degli anni 1950-1960. La motocicletta incontra l’automobile (2021/2022) e Moto bolognesi C.M. Trent’anni memorabili 1929-1959 (2018).
A partire dalle collezioni permanenti del museo, in cui sono presenti esemplari di motocicli, motori e componenti di alcune aziende locali che ebbero un ruolo di primo piano nel settore motoristico, il progetto è nato con l’obiettivo di realizzare una puntuale e completa ricognizione dell’industria motociclistica in area bolognese – terra di motori per eccellenza – dalla nascita negli anni Venti del Novecento fino agli anni Sessanta, contestualizzandone gli scenari di evoluzione tecnica, produttiva e aziendale.
L’impegno nell’indagine condotta su fonti composite – documenti, memoria orale, immagini fotografiche e filmate, giornali e riviste specializzate del tempo – ha consentito la ricostruzione di un centinaio di biografie di aziende, la schedatura tecnica di modelli e pezzi analizzati e la formazione di un ricchissimo archivio fotografico realizzato grazie all’aiuto del mondo del collezionismo.

La mostra ripercorre cinquant’anni di produzione motociclistica bolognese che si è distinta, fin dagli esordi, per l’inventiva e le capacità di numerosi tecnici che si sono cimentati, con diversa fortuna, nella realizzazione di veicoli sempre molto curati, non solo dal punto di vista costruttivo, ma anche estetico, imponendosi inoltre ai più alti livelli, con le versioni da competizione, in ambito nazionale ed estero.
Attraversando stagioni diverse e spesso difficoltose – la fase pionieristica, le ristrettezze e le distruzioni del periodo bellico, la ripresa ed il miracolo economico – le piccole e medie case costruttrici della città e del territorio circostante hanno sempre esposto nelle “vetrine” delle fiere del settore, e quindi offerto sul mercato, una gamma di motocicli unica per quantità, varietà e bellezza.
Solo pochi marchi sono riusciti a tradurre l’apprezzamento della critica e dei singoli appassionati in un vero e proprio successo commerciale, tuttavia l’industria bolognese delle due ruote, anche con l’apporto del settore della componentistica, ha lasciato un segno indelebile nella storia del motociclismo italiano.

Il percorso espositivo diAntologia della moto bolognese, 1920-1970 presenta 32 motociclette realizzate dai più importanti marchi del cinquantennio ed è arricchito da una serie di materiali multimediali: sette contributi filmati provenienti dall’Istituto Luce,l’intera serie delle moto esposte nelle precedenti esposizioni e il filmato, prodotto dal museo, Italiani in motocicletta, basato sui cinegiornali dell’Istituto Luce (1930-1940).

La storia del motociclismo bolognese prende avvio nel 1899 quando il Touring Club Italiano organizza una gara in circuito e i numerosi spettatori accorsi possono ammirare, con stupore, un nuovo veicolo: il motociclo. Nel 1904 è la ditta Grazia e Fiorini a cimentarsi, per prima in città, nella realizzazione di due motocicli in versione Corsa e Turismo.
Sarà la guerra ad accelerare un progresso tecnologico che avrà ricadute anche in ambito motoristico. Le ditte G.D e M.M., nate nel 1923 e 1924, si distinguono subito per qualità e affidabilità. Sono le gare a determinare, per tutti i costruttori, l’andamento positivo della produzione. I nuovi modelli vengono allestiti in versione da competizione ed una vittoria, o una buona prestazione,  nel “Raid Nord-Sud” (Milano-Napoli) o nel “Giro Motociclistico d’Italia”, hanno un’immediata ricaduta sulle vendite.

Negli anni Trenta le ristrettezze imposte dalle scelte autarchiche del regime fascista mettono a dura prova il mondo delle due ruote. A Bologna, solo la M.M. conserva un ruolo preminente, sia dal punto di vista commerciale che sportivo, aggiudicandosi un gran numero di gare e di record di velocità in ambito nazionale ed estero.
Con la dichiarazione di guerra, nel 1940, iniziano gli anni bui: la produzione di moto di fatto cessa, consentendo solo quella di un esiguo numero di motocarri. Infine i bombardamenti aerei portano alla distruzione di molte officine.

Terminata la guerra nel 1945, i motocicli tornano a circolare in ordine sparso ed in numero esiguo, essendo l’uso limitato alle necessità di lavoro e dalla scarsità di benzina. La produzione si incentra perciò su economici micromotori da applicare alle biciclette o a telai appositamente predisposti. In questo settore si afferma la Ducati realizzando il Cucciolo, uno dei micromotori che più contribuisce all’affermazione della “motorizzazione popolare” in Italia.
A livello sportivo Moto Morini e F.B primeggiano in Italia e all’estero. Morini vince il Campionato Italiano 125 nel 1948 e 1949, mentre F.B Mondial, milanese ma interamente progettata e costruita a Bologna, si aggiudica il Campionato del Mondo nel 1949, 1950 e 1951.

Negli anni Cinquanta lo scenario motociclistico bolognese è estremamente vivace, con ben 55 marche di motocicli finiti, perlopiù di piccole e medie cilindrate. Solo alcune si avviano ad avere un assetto ed una organizzazione produttiva moderni, con stabilimenti efficienti e un’adeguata dotazione di macchine: in città Ducati e Moto Morini, a Porretta Terme la DEMM; inoltre le lombarde/bolognesi F.B Mondial e MI-VAL. Marche storiche e prestigiose, come C.M e M.M., si avviano invece al declino.
In campo sportivo primeggiano Benelli, Guzzi, F.B Mondial, Moto Morini, MV, Parilla, aziende che possono permettersi gli elevati costi delle squadre corsa. La storia sportiva Ducati vede molte importanti affermazioni: il Motogiro del 1956, il Campionato Italiano 125 nel 1957 e l’epica impresa di Leopoldo Tartarini e Giorgio Monetti con il giro del mondo nel 1957-58.

Gli anni Sessanta sono difficili per il motociclismo nazionale perché si affaccia la prepotente concorrenza dell’automobile. Dai listini scompaiono i modelli 500 ed i grossi motocarri. Restano invece gli scooter e le piccole e medie cilindrate capaci di alte prestazioni. Arrivano le moto giapponesi, mono e pluricilindriche, potenti, veloci, con finiture di lusso. Il mercato cerca, quindi, di adeguarsi alle domande dei clienti: sono necessarie varianti ai modelli di base che a loro volta fanno crescere il numero dei componenti delle moto.
In area bolognese agisce un indotto capace di fabbricare qualsiasi parte meccanica, di pari passo con il progresso tecnico. Si evolvono e perfezionano i motori, il sistema desmodromico viene utilizzato non solo su quelli da competizione, ma anche da super-sport. Lo stesso vale per i componenti della ciclistica, dalle sospensioni ai freni.
La produzione diventa differenziata e polivalente, ai modelli base Turismo si aggiungono un gran numero di varianti, con aggiornamenti continui nel corso dell’anno. Si registra anche un crescente interesse dall’estero per i prodotti italiani, con un’attività di esportazione oltralpe ed oltre oceano. Ottengono redditizi contratti, tra le altre, le bolognesi Ducati, MI-VAL, F.B Mondial, Moto Morini.
Si registrano anche la presenza e l’affermazione di nuove case produttrici, come la Italemmezeta, poi Italjet, caratterizzata da una eclettica produzione, e di marchi già conosciuti che trovano una nuova importante dimensione produttiva e commerciale, come Cimatti, Malaguti, Malanca, Testi, apprezzati in particolare per le loro piccole cilindrate.
Alle loro spalle, la rassicurante presenza di case costruttrici di motori, come DEMM (attiva e affermata anche nella produzione di motocicli), Franco Morini e Minarelli in grado di produrre tutta la gamma da 48 a 175 cm, a 2 e 4 tempi, per tutti gli usi, turismo, sport, competizione, trasporto.

In mostra anche la M.M. 175 del 1933 che consegue il Record Mondiale di Velocità sul Chilometro lanciato effettuato nel tratto rettilineo tra l’8° e il 9° km della strada che collega Borgo Panigale a San Giovanni in Persiceto.

All’interno del percorso espositivo è inoltre consultabile, secondo vari percorsi di indagine, una banca dati multimediale cheracchiude schede tecniche, immagini, marchi e note informative dei 98 produttori di motociclette attivi sul territorio fino al 1960. Si tratta di un’esaustiva “enciclopedia” del motociclismo bolognese resa possibile dal contributo del mondo del collezionismo che ha conservato e messo a disposizione una ricca documentazione composita: fotografie d’epocapubblicitàriviste del settoremanualicataloghi e molto altro.

Museo del Patrimonio Industriale

Il Museo del Patrimonio Industriale – collocato nella suggestiva sede di una fornace da laterizi del XIX secolo – studia e racconta la storia economico produttiva di Bologna e del suo territorio dal tardo Medioevo ai giorni nostri.
Il percorso espositivo si apre con la ricostruzione dell’organizzazione produttiva dell’antica “Città dell’acqua e della seta” che ha visto Bologna – tra i secoli XV e XVIII – esportare filati e veli di seta in tutto il mondo occidentale. Questa supremazia produttiva entra in crisi alla fine del secolo XVIII quando la Rivoluzione Industriale costringe ad aggiornare saperi e organizzazione del lavoro.
La città è costretta a riprogettare il proprio futuro, puntando sulla formazione tecnica come elemento strategico di rinnovamento: nel corso del XIX secolo si afferma, così, l’Istituto Tecnico Aldini Valeriani. Da questa scelta, oltre che dall’esistenza di fattori economici, organizzativi, logistici e amministrativi favorevoli, scaturisce la ripresa produttiva della città nella seconda metà dell’Ottocento che porterà un secolo dopo all’affermazione dell’attuale distretto industriale.
Bologna si configura oggi come una vera e propria capitale dell’industria meccanica ed elettromeccanica. La ricchezza e la complessità del distretto viene ricostruita attraverso le sue principali articolazioni produttive: le macchine da pasta, la motoristica e l’automazione meccanica, settore, quest’ultimo, nel quale la città compete a livello mondiale.


Informazioni

Museo del Patrimonio Industriale
Via della Beverara 123 | 40131 Bologna
Tel. +39 051 6356611 | Fax +39 051 6346053
museopat@comune.bologna.it
www.museibologna.it/patrimonioindustriale 
Facebook: Museo del Patrimonio Industriale
Instagram: @museopat
YouTube: Museo del Patrimonio Industriale

Orari di apertura
giovedì, venerdì h 9.00 – 13.00
sabato, domenica, h 10.00 – 18.30

Biglietti
€ 5 intero | € 3 ridotto | € 2 ridotto speciale giovani 19-25 anni | gratuito possessori Card Cultura

Informazioni per la stampa – Ufficio stampa Settore Musei Civici Bologna
e-mail UfficioStampaBolognaMusei@comune.bologna.it
Elisa Maria Cerra – Tel. +39 051 6496653 – e-mail elisamaria.cerra@comune.bologna.it
Silvia Tonelli – Tel. +39 051 6496620 – e-mail silvia.tonelli@comune.bologna.it

La mostra è realizzata con il sostegno di

Matera: FAF 2022 – Il Fadiesis Accordion Festival incontra il pubblico lucano con due concerti a novembre e a dicembre

Faf 2022 a Fukuoka

Il Fadiesis Accordion Festival 2022 incontra il pubblico lucano con due concerti a novembre e a dicembre.

Primo appuntamento il 26 novembre con il duo Marianna Di Ruvo al sassofono e Giacomo Desiante alla fisarmonica. L’appuntamento di dicembre sarà dedicato a Pier Paolo Pasolini.

Dopo il successo di pubblico a Pordenone e per il concerto in Giappone a Fukuoka del 19 novembre, Il Fadiesis Accordion Festival (Faf) torna nella città dei Sassi con due appuntamenti a novembre e a dicembre.

A novembre, sabato 26 – con inizio alle 20 – all’Auditorium “Giovanni Paolo II” della parrocchia di San Giuseppe Artigiano in via degli Aragonesi, il duo Marianna Di Ruvo al sassofono e Giacomo Desiante alla fisarmonica si esibiranno in un concerto a ingresso libero. In programma standard jazz e musiche di Galliano, Piazzolla e Desiante per un  viaggio  tra musica popolare, jazz e tango, con brani arrangiati e alcuni anche composti da Desiante.

A dicembre, venerdì 9 – con inizio alle 20.30 – al Cinema il Piccolo il Fadiesis Accordion Festival omaggia Pier Paolo Pasolini con concerto visivo” all’insegna della contaminazione tra linguaggi artistici: “Pasolini. Musica e immagine per Il Vangelo secondo Matteo”. Interpreti di questo laboratorio musicale-multimediale saranno il Quartetto d’archi Solisti Lucani & Fadiesis. Il Maestro Gianni Fassetta interverrà con la sua fisarmonica, strumento amato da Pasolini, a commento musicale dei disegni realizzati in diretta da Giuseppe Palumbo.

“Il Fadiesis Accordion Festival continua e regalare momenti indimenticabili, per i contenuti musicali, ma anche e soprattutto per quello spirito dell’incontro che è l’essenza della musica e che la fisarmonica interpreta in modo esemplare – afferma Gennaro Loperfido, delegato per la Basilicata dell’Associazione musicale Fadiesis – incontro fra i territori della Basilicata e del Friuli Venezia Giulia e incontro con importanti realtà culturali come il Conservatorio “Duni” di Matera, l’Eu Japan Fest e la recente ma profonda collaborazione con ICM–Istituto per gli Incontri Mitteleuropei di Gorizia. Nella Capitale Europea della Cultura 2025 Nova Gorica-Gorizia, fautore proprio l’ICM, il 16 ottobre scorso è andato in scena il concerto Orienti che ha unito due Regioni e due realtà musicali (dalla Basilicata i Solisti Lucani e dal Friuli Venezia Giulia l’Ensemble Fadiesis). Un dialogo musicale tra l’Oriente mitteleuropeo-balcanico di Gorizia e quello greco-romano-bizantino di Matera, con brani appositamente scritti dai compositori Pino Lioy, di Venosa, e Paolo Pessina, di Trieste. Un autentico circolo virtuoso di creatività, accolto con successo come già ad agosto a Matera e a Venosa.  Su quel palco, insieme al maestro Gianni Fassetta, direttore artistico del Festival, ho avuto l’onore di rappresentare Matera – conclude Loperfido – in una giornata di musica, con note speciali di entusiasmo e di amicizia, sinceramente aperte al futuro”.

Il Fadiesis Accordion Festival 2022 è realizzato con il patrocinio di: Ministero della Cultura (MiC); Museo Nazionale di Matera (MNM); Regione Friuli Venezia Giulia; Regione Basilicata; Fondazione Matera – Basilicata 2019; Provincia e Comune di Matera; Comune di Pordenone; Comune di Venosa.

Hanno collaborato all’edizione 2022 del Faf: Conservatorio  di Musica “Egidio Romualdo Duni” di Matera; Eu Japan Fest; Fondazione Astor Piazzolla; Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei di Gorizia; Associazione “Recuperiamo San Domenico” di Venosa; Associazione Matè; Onyx Jazz Club; Palazzo Viceconte; Lucania Musicale.

Per ulteriori informazioni sul Festival Internazionale Fisarmonicistico clicca qui.


Ufficio stampa
Sissi Ruggi
Addetto stampa Fadiesis Accordion Festival
Per ulteriori informazioni e per contatti:
ufficiostampa@sissiruggi.com

Roma, Accademia Nazionale di San Luca: Presentazione del volume Skira VALTER CURZI “Musei italiani del dopoguerra”

Venerdì 25 novembre alle ore 17.30 all’Accademia Nazionale di San Luca a Roma (piazza dell’Accademia di San Luca 77)

sarà presentato il volume Skira

MUSEI ITALIANI DEL DOPOGUERRA (1945 – 1977)
Ricognizioni storiche e prospettive future 

a cura di Valter Curzi

Introduce Claudio Strinati

Con il curatore Valter Curzi 
interverranno
Carlo Birrozzi
Gaetano Lettieri
Maria Vittoria Marini Clarelli

Gli anni della ricostruzione nel secondo dopoguerra hanno consegnato al Paese una stagione irripetibile del museo, rinnovato nella sua forma così come nei contenuti. Di quel periodo il volume intende fornire una riflessione storico-critica relativa alla tenuta odierna della proposta culturale e al contempo sui problemi di restauro e di rifunzionalizzazione di quei musei attualmente in corso. L’importanza, riconosciuta a livello internazionale, dei progetti di architetti quali Carlo Scarpa, Franco Albini, Franco Minissi, non sottrae infatti le istituzioni museali nate all’epoca dalle esigenze contemporanee di una loro riorganizzazione dettata da mutati livelli qualitativi e standard di comunicazione aggiornati.

Quali possano essere le soluzioni da adottare, nel dovuto rispetto di quanto costituisce tuttora un modello esemplare della museologia e della museografia italiane, è quanto si propongono di verificare i saggi raccolti in questo libro, tenendo conto del cambiamento radicale della missione del museo sempre più orientato verso un’ampia accessibilità, nuove pratiche e uno statuto nuovo delle proprie collezioni.

Interventi di Calogero Bellanca, Benedetta Cestelli Guidi, Valter Curzi, Marisa Dalai Emiliani, Arianna De Simone, Alba Di Lieto, Daniele Esposito, Luigi Ficacci, Margherita Guccione, Claudio Gulli, Matteo Iannello, Giulio Manieri Elia, Maura Manzelle, Paola Marini, Caterina Modesti, Stefano Francesco Musso, Julie Pezzali, Simone Salvatore, Carla Subrizi, Maria Rosaria Vitale, Beatrice A. Vivio



STUDIO LUCIA CRESPI
Ufficio Stampa SKIRA
Via Francesco Brioschi, 21 – 20136 Milano
T   02 89401645 
M  chiara@luciacrespi.it

Alessandria: Un nuovo Museo per il complesso monumentale di Santa Croce

Da Papa Pio V ai giorni nostri: un nuovo museo per il Complesso Monumentale di Santa Croce nei pressi di Alessandria

Giornata di approfondimento dedicata al Complesso con il coinvolgimento del Vasari  che progettò la “machina vasariana”

Tecnologie digitali e Realtà Virtuale per incrementare la fruizione e l’accessibilità dei beni culturali – Il caso studio del museo di Santa Croce

Presentazione del volume “Da Giorgio Vasari agli epigoni ottocenteschi. Legami d’Arte e d’Architettura a Santa Croce di Bosco Marengo

Venerdì 25 novembre 2022 dalle ore 9,00  presso  Palatium Vetus –  Alessandria

INGRESSO LIBERO

proseguono ad Alessandria le celebrazioni per i 450° anni della morte di Papa San Pio V con attività culturali snodate su tutto l’anno 2022 con l’intento di attualizzare la figura di Antonio Michele Ghislieri unico Papa piemontese con ricadute positive sul territorio, a livello turistico e culturale.

 Il prossimo evento sarà di approfondimento alla presenza di scienziati, studiosi, architetti e con visite guidate al nuovo Museo vasariano di Santa Croce di Bosco Marengo.

L’appuntamento avrà luogo venerdì 25 novembre presso Palatium Vetus di Alessandria.  A partire dalle ore 9,00  si illustrerà il nuovo allestimento del museo di Santa Croce con una nuova collezione permanente che ospiterà, oltre alle splendide opere del Vasari, innumerevoli opere restaurate e da molti anni non più esposte al pubblico. 

E’ un percorso turistico e artistico di interesse nazionale come proposto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e promosso dal FAI.

La macchina di Vasari

Il visitatore potrà comprendere l’unitarietà delle diverse creazioni attraversando una proiezione immersiva accompagnata da un commento sonoro, prima di accedere alla visione delle opere originali. L’idea del nuovo allestimento museografico ha avuto avvio con il restauro della grande tavola della “machina” di Vasari. Tale restauro, finanziato dal Ministero dell’Interno, ha avviato il riallestimento del Complesso; la pala, infatti, costituisce il fulcro ideale di un percorso di visita che attraversa la storia dalla fondazione cinquecentesca del luogo.

Verrà presentato inoltre il volume di Beppe Merlano, Antonella Perin e Maria Carla Visconti, dal titolo “Da Giorgio Vasari agli epigoni ottocenteschi. Legami d’Arte e d’Architettura a Santa Croce di Bosco Marengo (SAGEP editore), dedicato alla chiesa boschese. Nel libro si descrive come i restauri di Santa Croce in Bosco Marengo hanno evidenziato tutta la struttura pittorica e architettonica della chiesa sia riconducibile all’intelligenza di Giorgio Vasari, che l’ha anche corredata di una serie ineguagliabile di opere artistiche. Nel corso del tempo furono molte le maestranze incaricate di concepire l’imponente chiesa di Bosco Marengo, un unicum per magnificenza e per il ruolo che riveste nella Storia dell’Arte del Basso Piemonte. Nel volume si fornisce una lettura delle diverse stratificazione e si chiarisce quali siano stati gli interventi occorsi nella chiesa nel progredire del tempo. Il volume è dotato di una significativa sezione dedicata alle biografie delle maestranze che si sono alternate nei lavori di costruzione e restauro di Santa Croce.

Seguiranno gli interventi di Cinzia Oliva, una dei massimi esperti nel restauro di tessili antichi, impegnata nel restauro conservativo dei paramenti ecclesiastici e del Dott. Massimo Migliorini (Torino – responsabile del XR lab – Extended Reality Lab – Links Foundation (fondazione finanziata da Compagnia di San Paolo e Politecnico di Torino) per la digitalizzazione del museo e la ricostruzione del modello in “realtà immersiva” della grandiosa “macchina d’altare” di Giorgio Vasari. A seguire, grazie agli interventi di Padre Costantino Gilardi e della dott. Sara Badano, l’attenzione si concentrerà sull’archivio domenicano di Santa Croce, una preziosissima e unica miniera di documenti solo di recente inventariata e tutta da scoprire.

Progetto architettonico e allestimenti: Arch. Loredana Iacopino – Torino; Arch. Monica Fantone funzionario della Soprintendenza di Torino; curatrice insieme al dott. Mario Epifani del progetto scientifico riguardante il percorso espositivo del Museo di Santa Croce; Arch. Stefano Pezzato responsabile LL.PP. e Complesso monumentale di Santa Croce per il Comune di Bosco Marengo; Responsabile Unico del Procedimento relativamente ai lavori per il Museo di Santa Croce).

Grazie al comitato della Diocesi di Alessandria, la Provincia di Alessandria, il Comune di Alessandria e il Comune di Bosco Marengo, con il fondamentale sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.

SINOSSI DEL VOLUME 
“Da Giorgio Vasari agli epigoni ottocenteschi- Legami d’Arte e d’Architettura a Santa Croce di Bosco Marengo”,
edito da Sagep Editori.

I restauri di Santa Croce in Bosco Marengo, in provincia di Alessandria, hanno evidenziato come tutta la struttura pittorica e architettonica della chiesa sia riconducibile all’intelligenza progettuale del grande artista aretino, che l’ha anche corredata di una serie ineguagliabile di opere artistiche. Nel corso del tempo sono state molte le maestranze coinvolte nella realizzazione e nei successivi interventi di restauro dell’imponente chiesa di Bosco Marengo, un unicum per magnificenza e per il ruolo che riveste nella Storia dell’Arte e dell’Architettura del Basso Piemonte. Nel volume recentemente pubblicato si fornisce una lettura delle diverse stratificazioni e si chiarisce quali siano stati gli interventi occorsi nella chiesa con il progredire del tempo. La giornata di studi, che trae spunto dallo stesso, affronta e approfondisce vari temi: le fasi evolutive della Chiesa, l’importanza delle fonti documentarie, il Manierismo nell’arte e nell’architettura tra Toscana e Piemonte, gli interventi di restauro.


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Bologna, Casa Morandi: Apre la Mostra L’“Epoca” di Mario De Biasi. Morandi attraverso l’obiettivo

L’ “Epoca” di Mario De Biasi. Morandi attraverso l’obiettivo
A cura di Lorenza Selleri e Silvia De Biasi

Settore Musei Civici Bologna | Casa Morandi
Via Fondazza 36, Bologna
25 novembre 2022 – 5 febbraio 2023
Opening 24 novembre 2022 h 18.00

Casa Morandi si consolida la programmazione di eventi espositivi dedicati ad artisti che, con il proprio lavoro, a vario titolo e attraverso media diversi, hanno stabilito una relazione con Giorgio Morandi. A tal proposito giovedì 24 novembre 2022 alle h 18.00 inaugura L'”Epoca” di Mario De Biasi. Morandi attraverso l’obiettivo, mostra fotografica che presenta una straordinaria serie di ritratti non posati dell’artista nel suo ambiente domestico, realizzati nel 1959 da Mario De Biasi, allora fotoreporter di “Epoca”. L’esposizione, curata da Lorenza Selleri e Silvia De Biasi – figlia del fotografo e responsabile dell’Archivio paterno – rimarrà visibile fino al 5 febbraio 2023 negli spazi di quella che fu la dimora-studio del maestro bolognese.

È l’aprile del 1959 quando Mario De Biasi, inviato da Enzo Biagi, giovane direttore della rivista “Epoca”, si reca in via Fondazza 36 per realizzare un reportage su Giorgio Morandi. Noto per il carattere schivo e la ritrosia verso qualunque forma di esposizione della sua persona, l’artista accetta tuttavia di essere fotografato tra le mura di casa, nel salotto in cui si accoglievano gli ospiti, rigorosamente in giacca e cravatta.
Il servizio ci restituisce un Morandi non in posa, che non assume atteggiamenti innaturali o forzati, rientrando perfettamente in un genere che De Biasi aveva già sperimentato, quello dei ritratti di personaggi famosi colti nella loro quotidianità, per i quali aveva coniato la definizione: “ritratti in maniche di camicia”.  Come scrive Lorenza Selleri nel testo che accompagna la mostra:
 
Sembra essere questa la scelta condivisa con De Biasi che in una serie continua di scatti riesce a ritrarre l’artista in atteggiamenti di apparente naturalezza e disinvoltura. Morandi tuttavia non riesce a guardare dritto l’obiettivo e De Biasi non sembra esserne infastidito, ma anzi riesce a trasformare l’evidente imbarazzo dell’artista in un suo punto di forza.  Se la postura in piedi non sembra soddisfare nessuno dei due (del resto non è facile atteggiare le mani in modo da allontanare rigidità e goffaggine), quella seduta al tavolo tondo ottocentesco, con le mani intente a sfogliare le pagine di alcuni libri o ad accendersi una sigaretta, è perfetta”.

Assistiamo così a situazioni di domestica routine, tra libri da sfogliare come fonte di piacevole erudizione, l’immancabile sigaretta tra le dita e il caffè servito dalla sorella Maria Teresa, che riesce a strappare un raro sorriso al sempre composto e austero Morandi. Interessante la selezione di volumi che il maestro scelse di sfogliare durante la visita di De Biasi: sul tavolo è possibile riconoscere l’opera più importante della storica dell’arte tedesca Grete Ring, A century of French painting 1400-1500, in cui Morandi si sofferma sulla celebre tavola con la Trinità e Storie di San Dionigi di Henri Bellechose, così come sui particolari del Trittico con la Resurrezione di Lazzaro di Nicolas Froment. Inoltre, probabilmente per trovare un terreno comune con il fotografo che gli stava di fronte, è presente sul tavolo la monografia di Henri Cartier Bresson, Images à la Sauvette, dono che Michelangelo Antonioni inviò a Morandi pochi giorni prima.

Anche De Biasi non ebbe purtroppo, come nessun altro fotografo, la possibilità di ritrarre l’artista al lavoro nello studio, nell’atto sicuramente più identitario, quello del dipingere, né gli fu permesso di includere nei suoi scatti il cavalletto, i pennelli, la tavolozza, i colori e gli oggetti protagonisti della ricerca artistica di Giorgio Morandi. Le fotografie però ci regalano un vivido spaccato di un ambiente della casa di via Fondazza, della disposizione degli arredi, delle suppellettili e dei quadri così come posizionati e vissuti all’epoca.

Spiega ancora Lorenza Selleri, entrando nel dettaglio della fisionomia di Morandi “letta” dal fotoreporter e del contesto in cui fu fotografato:
 
De Biasi focalizzò la sua attenzione anche sulla fisionomia di Morandi, il volto allungato, «l’aureola di capelli bianchi da frate giottesco» (Angelo Del Boca, Morandi ‘quello delle bottiglie’ ha perdonato sette volte ai suoi allievi, in ‘Il Mattino dell’Italia Centrale’, Firenze, 23 ottobre 1953) il labbro inferiore fortemente pronunciato, gli occhiali rotondi dalla montatura in tartaruga scura sempre sul naso o tutt’al più sollevati sulla fronte (quasi a riecheggiare la celebre fotografia di Herbert List del 1953). Cosicché, scatto dopo scatto, diede vita ad una sequenza di primi piani intensi e fortemente espressivi di uno stato d’animo meditabondo e accigliato insieme. […] De Biasi riuscì a penetrare la roccaforte di quell’appartamento e a far conoscere attraverso i suoi scatti l’aspetto originale di quella stanza, che Morandi scelse come set fotografico, e che oggi non esiste più. Le sue immagini trasmettono appieno quel “senso di sobrio, misurato, decoroso agio borghese” di cui scriverà Arnaldo Beccaria nel 1963 (Arnaldo Beccaria, Il pittore che detesta il danaro, in ‘Tempo’, 26 ottobre 1963). Pochi mobili di foggia ottocentesca color noce scuro tirati a lucido incorniciano la figura di Morandi. […] La luce calda di un lampadario chandelier si sparge ovunque creando un’atmosfera particolarmente suggestiva grazie ai riflessi e ai giochi di luce creati dalle gocce in cristallo e De Biasi sembra esserne affascinato”.

Accanto alle diciannove fotografie scattate a Bologna in casa di Morandi, il pubblico potrà vedere in mostra altri cinque ritratti realizzati da De Biasi a Milano, in cui il maestro bolognese è presente grazie alle proprie opere: tre di questi mostrano Lamberto Vitali nel suo appartamento, circondato da ben quattordici dipinti di Morandi, e altri due hanno come soggetto Elio Vittorini, intento a leggere e scrivere nel suo studio, dove s’intravede una Natura morta di Morandi, priva di cornice, datata 1949.

In occasione di L’ “Epoca” di Mario De Biasi. Morandi attraverso l’obiettivo viene resa disponibile un’agile pubblicazione in italiano e inglese che include un testo di Lorenza Selleri e una selezione di immagini delle opere esposte.
La mostra è corredata da documenti, numeri originali del settimanale “Epoca” (provenienti dall’archivio del museo e dalla Biblioteca dell’Istituto Storico Parri), libri provenienti dalla biblioteca personale dell’artista e da una video-intervista a Mario De Biasi realizzata da Laura Leonelli nel 2005 per il programma “Leonardo TV”.

Mario De Biasi 

L’ “Epoca” di Mario De Biasi. Morandi attraverso l’obiettivo
Veduta della mostra a Casa Morandi
Foto Ornella De Carlo
Courtesy Settore Musei Civici Bologna | Casa Morandi

Mario De Biasi (Sois, Belluno, 1923 – Milano, 2013) inizia a fotografare nel 1945grazie al fortuito ritrovamento di materiale fotografico tra le macerie di Norimberga, dove era stato deportato al lavoro coatto come radiotecnico. Rientrato in Italia, presenta la sua prima mostra personale nel 1948 e nel 1953 diventa professionista entrando nella redazione di “Epoca”. Per lo storico settimanale della Mondadori lavora per più di trent’anni, realizzando centinaia di copertine e innumerevoli reportages in tutto il mondo per documentare non solo vari eventi di cronaca o le bellezze di luoghi e paesaggi ma anche calamità naturali e guerre. Le sue foto sulla rivolta d’Ungheria del 1956 gli fanno guadagnare fama internazionale e l’appellativo di “italiano pazzo“.   Dopo il pensionamento continua a fotografare per passione tutto quello che attira la sua insaziabile curiosità.
Le sue immagini sono state pubblicate in oltre cento libri e in molteplici riviste ed esposte in numerose mostre fotografiche e musei in Italia e all’estero. Nel 1994 la sua celebre foto “Gli italiani si voltano” è stata utilizzata come poster della mostra The Italian Metamorphosis, 1943-1968 al Guggenheim Museum di New York.                                  
Nel 1982 ha ricevuto il premio Saint Vincent di giornalismo e nel 2003 è stato insignito dalla FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) del titolo di “Maestro della fotografia italiana”. Nel 2006 ha ricevuto l'”Ambrogino d’oro” dal sindaco di Milano e dopo la sua morte il suo nome è iscritto nel Famedio del Cimitero Monumentale di Milano.  


Mostra in collaborazione con

SCHEDA TECNICA

Mostra:
L’ “Epoca” di Mario De Biasi. Morandi attraverso l’obiettivo

A cura di:
Lorenza Selleri e Silvia De Biasi

In collaborazione con:
Archivio Mario De Biasi

Sede:
Casa Morandi
Via Fondazza 36, 40125 Bologna

Periodo di apertura:
25 novembre 2022 – 5 febbraio 2023
Opening: giovedì 24 novembre 2022 h 18.00

Orari di apertura:
sabato h 14.00 – 17.00; domenica h 10.00 – 13.00 / h 14.00 – 17.00
venerdì 25 novembre 2022 apertura straordinaria h 14.00 – 17.00

Ingresso:
gratuito
Prenotazione on line: https://www.midaticket.it/eventi/casa-morandi

Informazioni:
Casa Morandi
Tel. +39 051 6496611
casamorandi@comune.bologna.it
www.mambo-bologna.org/museomorandi/
Facebook: MAMboMuseoArteModernaBologna
Instagram: @mambobologna
Twitter: @MAMboBologna
YouTube: MAMbo channel

Settore Musei Civici Bologna:
www.museibologna.it
Instagram @bolognamusei

Ufficio stampa Settore Musei Civici Bologna:
email UfficioStampaBolognaMusei@comune.bologna.it  
Elisa Maria Cerra – tel. +39 051 6496653 – e-mail elisamaria.cerra@comune.bologna.it
Silvia Tonelli – tel. +39 051 6496620 – e-mail silvia.tonelli@comune.bologna.it
Con la collaborazione di Ornella De Carlo

A Matera la mostra “Trame di luce”. La personale di Ingrid Gozzano allestita negli Ipogei di Palazzo Viceconte

Trame di luce
le opere di Ingrid Gozzano a Palazzo Viceconte

Inaugurazione venerdì 25 novembre alle ore 18 negli Ipogei di Palazzo Viceconte in via San Potito n.7 a Matera

Colori potenti, intensi, vibranti, audaci, opere ai confini fra il figurativo e l’astratto dipinte fra il 2008 e il 2022 che raccontano il percorso artistico di Ingrid Gozzano.

Giunge a Matera, dopo l’esposizione a maggio alla Galleria della Biblioteca Angelica (MiBACT) a Roma, la mostra Trame di luce personale di Ingrid Gozzano.

Allestita negli ipogei di Palazzo Viceconte, in via San Potito n.7 a Matera, la mostra sarà inaugurata venerdì 25 novembre alle ore 18 alla presenza dell’artista. Interverranno: dott.ssa Margherita Arena per Palazzo Viceconte / Cultura, che cura l’organizzazione della personale, e l’architetto Angelo Bianco Chiaromonte, direttore artistico della Fondazione SoutHeritage.

La personale Trame di luce presenta oltre venti dipinti in cui, come scrive Costanza Barbieri curatrice della mostra a Roma, “la materia-colore si rivela dapprima come elemento figurativo, identificato con lane stese al sole ad asciugare, sassi sul bordo del mare, muri dipinti, panni stesi all’aria e alla luce, oggetti annotati con cura, osservati o fotografati nel corso di viaggi, di passeggiate, d’improvvise rivelazioni. Queste osservazioni si sono sedimentate nell’immaginazione, conservando la ricchezza cromatica, le profondità di tono e le sfumature, la qualità e la densità della materia, soffice o pesante, e si sono poi trasfigurate in forme autonome, dove il colore prende il sopravvento e si impone sull’originario modello. Una trasfigurazione che acquista anche valenza simbolica, perché l’astrazione crescente, nel corso degli anni, spinge a evocare nuovi contenuti, diversi da quelli originari. […] L’autrice fa emergere una materia pulsante e corposa, ritmica e inquieta, che va molto oltre lo spunto iniziale: è possibile cambiare registro, migrare dal figurativo all’informale e viceversa. […] Le matasse si trasformano, nell’ultima serie di opere, in grandi masse cromatiche tendenti al non figurativo, sprazzi di luce colorata, come Contrasti di colori e Incontri di colori (2022). Progressivamente le forme si sfaldano e il colore diventa protagonista in accordi imprevisti, in sfilacciamenti che sono tutt’uno con le pennellate e i tocchi di luce.” (estratto dal testo critico di Costanza Barbieri)

Ingrid Gozzano, discendente del poeta Guido Gozzano e figlia del neurologo Mario Gozzano, giunge alla pittura dopo una vita dedicata alla famiglia e al suo lavoro di psichiatra dell’età evolutiva.
“Nella mia famiglia la vena artistica scorre fluente – racconta Ingrid Gozzano – due dei miei fratelli, il pittore Franco e il fotografo Renato, hanno segnato per qualità e per innovazioni apportate i rispettivi campi in cui hanno operato. Giungere alla pittura è stato per me un percorso naturale, ho voluto raccontare e condividere attraverso la luce e i colori una parte del mio vissuto e la mostra a Palazzo Viceconte sarà un momento per condividere le mie opere con il pubblico di Matera”.

Organizzata e promossa da Palazzo Viceconte/Cultura e con il patrocinio artistico della Fondazione SoutHeritage per l’arte contemporanea, la mostra Trame di luce – personale di Ingrid Gozzano sarà aperta al pubblico – con ingresso libero – fino al 6 gennaio 2023. Sarà possibile visitarla dal martedì al sabato, dalle 16:00 alle 19:30, giorni di chiusura la domenica e il lunedì e le giornate del 25 dicembre 2022 e 1 gennaio 2023.

Ingrid Gozzano – Note biografiche

Ingrid Gozzano, discendente del poeta Guido Gozzano e figlia del neurologo Mario Gozzano, è cresciuta in un ambiente ricco di stimoli artistici e scientifici. Il bello era ovunque e rappresentava per lei una condizione naturale in cui muoversi. Attirata da tante passioni diverse, sceglie di sposarsi giovanissima per riprendere gli studi un decennio più tardi. Laureatasi in Medicina – Psichiatra dell’età evolutiva, ha contemporaneamente approfondito i suoi studi sulla psicoanalisi che tuttora rappresentano la terra dalla quale si sente sostenuta nella folta trama di rapporti umani e artistici. Solo negli ultimi decenni Ingrid ha dato ascolto alle sue esperienze trasponendole nelle sue opere.


Informazioni:
Organizzata e promossa da Palazzo Viceconte / Cultura

Trame di luce – personale di Ingrid Gozzano

Inaugurazione venerdì 25 novembre 2022
Ore 18,00
Ipogei di Palazzo Viceconte
via San Potito n.7 – Matera

La mostra è allestita negli Ipogei di Palazzo Viceconte
Apertura al pubblico dal 25 novembre 2022 al 6 gennaio 2023.

Ingresso libero.
Giorni e Orari dal martedì al sabato, dalle 16:00 alle 19:30
Giorni di chiusura domenica e lunedì – 25 dicembre e 1° gennaio
Tel. +39 0835 330 699

La mostra è realizzata con il patrocinio artistico della Fondazione SoutHeritage per l’arte contemporanea.

Web  https://palazzoviceconte.it/

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Hashtag  #tramedilucematera #ingridgozzano #gozzanoapalazzoviceconte 

Ufficio stampa
Sissi Ruggi
addetto stampa per la mostra Trame di luce

Per contatti e ulteriori informazioni
ufficiostampa@sissiruggi.com

Roma, Rosso20sette Arte Contemporanea: Shepard Fairey aka Obey – Power of Women – A cura di Tiziana Cino e Stefano Ferraro

Shepard Fairey aka Obey
Power of Women

A cura di Tiziana Cino e Stefano Ferraro

Opening
sabato 26 novembre 2022 
ore 18.00

Rosso20sette arte contemporanea
Via del Sudario 39 – Roma

Fino al 24 dicembre 2022

Il giorno 26 novembre 2022  alle ore 18.00, Rosso20sette arte contemporanea presenta Shepard Fairey aka OBEY, considerato uno dei più noti e influenti street artist contemporanei, con la mostra Power of women, in cui saranno presentate al pubblico alcune delle sue più importanti icone femminili. La mostra sarà composta da 27 opere serigrafiche numerate e firmate dall’artista e un’opera unica su legno, in vendita, provenienti da una collezione privata, un percorso espositivo in cui saranno presenti opere storiche come la serie “We the people” creata a sostegno delle minoranze etniche americane, “Freedom to lead” dedicata alla premio nobel birmana Aung Suu Kyi, “Occupy Protester” realizzata nel 2012 a favore del movimento Occupy wall street, “Eye alert” opera del 2010 che rappresenta una forte critica al sistema sanitario americano, fino ad altre opere significative come “Mujer fatale” del 2007 dedicata alle donne del movimento zapatista in Messico, “Peace woman” del 2008, “Rise above rebel” del 2010, “Viva la revolution” del 2007 ed altre più recenti. La mostra durerà fino al 24 dicembre.

I lavori di Fairey sono conservati in molti importanti musei contemporanei: il Museum of Modern Art di New York, il Museum of Contemporary Art San Diego, il Los Angeles County Museum of Art, e il Victoria and Albert Museum in London.

Frank Shepard Fairey

Frank Shepard Fairey (Charleston, 15 febbraio 1970) è un artista statunitense. Figlio di un medico e di un agente immobiliare, Fairey cresce nella Carolina del Sud, compie studi artistici e nel 1988 si diploma presso l’Accademia d’arte. Nel 1989 idea e realizza l’iniziativa Andre the Giant Has a Posse; dissemina i muri della città con degli adesivi (stickers) che riproducono il volto del lottatore di lotta libera André the Giant; gli stessi sono stati poi replicati da altri artisti in altre città. Lo stesso Fairey ha poi spiegato che non vi era nessun significato particolare nella scelta del soggetto: il senso della campagna era quello di produrre un fenomeno mediatico e di far riflettere i cittadini sul proprio rapporto con l’ambiente urbano. Ma l’iniziativa che ha dato visibilità internazionale a Fairey è stato il manifesto Hopeche riproduce il volto stilizzato di Barack Obama in quadricromia, diventato l’icona della campagna elettorale che ha poi portato il rappresentante democratico alla Casa Bianca. Il critico d’arte Peter Schjeldahl ha definito il poster “la più efficace illustrazione politica americana dai tempi dello Zio Sam”. Il manifesto apparve, sempre durante la campagna elettorale del 2008, con altre due scritte: “Change” e “Vote”. Il comitato elettorale di Obama non ufficializzò mai la collaborazione con Fairey, probabilmente perché i manifesti venivano affissi illegalmente, come nella tradizione della street-art, ma il presidente, una volta eletto, inviò una lettera all’artista, resa poi pubblica, in cui ringraziava Fairey per l’apporto creativo alla sua campagna. La lettera si chiuse con queste parole: “Ho il privilegio di essere parte della tua opera d’arte e sono orgoglioso di avere il tuo sostegno“.


INFO

Shepard Fairey aka Obey
Power of Women
A cura di Tiziana Cino e Stefano Ferraro

Opening sabato 26 novembre ore 18.00

Rosso20sette Arte Contemporanea
Via del Sudario 39 – Roma

Fino al 24 dicembre 2022

Orari: dal martedì alla domenica 11-19,30

Rosso20sette arte contemporanea
Via del Sudario 39 – Roma
info@rosso27.com
tel.06 64761113
www.rosso27.com

Ufficio stampa
Roberta Melasecca
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Alessandria e province: EVENTI NAZIONALI. “Felice Giani 200″ – Anteprima da domani 24 novembre

Allestimento della mostra a San Sebastiano Curone dedicata a Felice Giani

Alessandria celebra i 200 anni del noto pittore neoclassico alessandrino Felice Giani.

Giovedì 24 novembre la presentazione degli eventi a lui dedicati che vanno da fine 2022 al 2024  presso la Biblioteca Civica e l’inaugurazione della prima mostra “Felice Giani 200” Anteprima esposta presso la sede dell’Archivio a San Sebastiano Curone (AL)

La Biblioteca Civica di Alessandria ospiterà da giovedì 24 novembre 2022, il primo lancio di presentazione dedicato a Felice Giani, pittore piemontese nato a S. Sebastiano Curone nel 1758, ritenuto uno dei massimi esponenti del neoclassicismo. Le sue opere sono presenti nei musei di tutto il mondo: al Louvre, agli Uffizi, all’Hermitage di San Pietroburgo, al Quirinale, a Palazzo di Spagna, precursore della figura dell’interior designer.

In concomitanza, l’Archivio ‘Pittor Giani’ intende celebrare l’anniversario dei duecento anni dalla morte del maestro (scomparso a Roma nel 1823) organizzando una serie di eventi che prenderanno avvio con la mostra “Felice Giani 200 Anteprima” che sarà inaugurata presso la sede dell’Archivio a San Sebastiano il 24 novembre 2022 e che proseguirà nel 2023 coinvolgendo la Città di Alessandria e province in rassegne di grande importanza per la conoscenza di Giani e delle sue opere e si concluderà nel 2024 con una mostra dedicata all’entourage del pittore ed una prestigiosa collaborazione con il Cooper Hewitt Design Museum di New York che conserva molte opere del maestro neoclassico.

Il progetto, a cura dell’ l’Archivio “Pittor Giani”, è supportato da: Regione Piemonte, Comune di San Sebastiano Curone AL, Comune e Provincia di Alessandria, Comune e Diocesi di Tortona, Comuni di Forlì, Faenza, Brisighella, Marradi, Fondazione CRAL e CRT.

Allestimento della mostra a San Sebastiano Curone
dedicata a Felice Giani

Biblioteca Civica “Francesca Calvo”,  giovedi 24  dalle ore 16:00 per scoprire Felice Giani, la sua storia d’artista e i prestigiosi lavori realizzati, fra tele, schizzi e pitture murarie che adornano alcuni dei più prestigiosi palazzi nobiliari italiani a partire dal Quirinale a Palazzo di Spagna avrà come protagonista Marcella Vitali, storica dell’arte dell’Archivio Pittor Giani di San Sebastiano Curone, curatrice degli eventi del programma triennale e grande conoscitrice dell’opera dell’artista.

La Vitali con la presentazione “Felice Giani e la nuova visione dell’antico in età moderna” delineerà il ruolo rilevante del pittore sansebastianese nella storia dell’arte italiana, attraverso la scoperta di una serie di prestigiose e pregevoli opere dell’artista.

All’appuntamento in Biblioteca interverranno inoltre Vincenzo Basiglio, segretario dell’APG, insieme Arch. Mariastella Daffunchio responsabile del progetto, che illustreranno le linee guida che hanno portato all’ideazione dell’ambiziosa serie di eventi e dettaglieranno le azioni espositive in programma per il 2022, 2023 e 2024 svelando alcuni dei capolavori in arrivo e le istituzioni culturali coinvolte nel progetto.

L’ingresso alla presentazione è libero e l’iniziativa si svolgerà secondo le normative vigenti. 

Per informazioni: biblioteca.civica@comune.alessandria.it


Note di presentazione del progetto FELICE GIANI

L’archivio del pittore neoclassico Felice Giani (1758-1823) da San Sebastiano Curone in provincia di Alessandria è un tesoro conosciuto, ma che presenta molti spunti di ricerca e di analisi che soltanto in parte si potranno affrontare nell’inteso programma di eventi, esposizioni di opere e conferenze a tema, avviato in questa fine d’anno 2022 e proseguirà sino al 2024.

L’anteprima del calendario per i 200 anni dalla morte si sviluppa in una mostra di opere sue e di altre personalità di primo piano del suo tempo con le quali collaborò ed ebbe intensi scambi culturali, collocata nella sede dell’Archivio Pittor Giani in San Sebastiano e visitabile sino al 31 dicembre, che avrà la conferenza di inaugurazione nella Biblioteca Civica di Alessandria giovedì 24 novembre a cura della prof.ssa Marcella Vitali.

Farà seguito, entro la fine del 2022 sempre in Alessandria la conferenza “Felice Giani, il Foto Bonaparte e la cultura napoleonica” con la partecipazione della dr.ssa Aurora Scotti, autrice di una pubblicazione per i tipi di Franco Maria Ricci sul Foro Bonaparte, d’epoca neoclassica realizzato dall’architetto Antolini con disegni di figura realizzati da Felice Giani.

Intenso il programma delle esposizioni e di rari documenti, che troveranno accoglienza in Alessandria, San Sebastiano Curone e Tortona:

EVENTI 2023

ALESSANDRIA – Marengo Museum, dal 2 giugno al 1° ottobre
“Giani, Antolini e Pistocchi celebrano Napoleone Bonaparte” opere inerenti i rapporti con Napoleone, le amicizie filofrancesi dalle prime avventure giacobine alla caduta dell’Impero

ALESSANDRIA – Palazzo Cuttica, dal 1° settembre al 3 dicembre
L’incisione neoclassica e alcune opere dedicate all’imperatore tratte da ” Le Musée Français” esposizione in contemporanea con la mostra a Palatium Vetus di alcune opere incisorie tratte dalla raccolta francese, nella sezione napoleonica

ALESSANDRIA – Palatium Vetus, dal 1° settembre al 3 dicembre
Felice Giani e il suo sogno “Preromantico”: la cultura di Napoleone – le residenze aristocratiche, eleganza e raffinatezza

TORTONA – Museo Diocesano, dal 1° settembre al 2 dicembre
“La religiosità di un Giacobino”

SAN SEBASTIANO CURONE dal 2 giugno al 1° ottobre
Oratorio della Trinità, “Il viaggio da Faenza a Marradi”
Archivio Pittor Giani, “Felice Giani e dintorni, opere da collezioni private
Archivio Piero Leddi, “Disegni di Felice Giani raccolti da Piero Leddi”

EVENTI 2024

SAN SEBASTIANO CURONE
Archivio Pittor Giani, Archivio Piero Leddi, dal 2 giugno al 15 settembre
Felice Giani e la cultura del suo tempo, le frequentazioni, l’ambiente di provincia
Archivio Pittor Giani, Archivio Piero Leddi, dal 2 giugno al 15 settembre 
disegni dal Cooper Hewitt Smithsonian Design Museum di New York, Palazzi da sogno


Melina Cavallaro 
Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma 
Valerio De Luca resp. addetto stampa  
Via Piave 74 – 00198 Roma – www.freetrade.it  Skypecavallaro.melina

A Reggio Emilia il Festival Fotografia europea 2023 – “EUROPE MATTERS: visioni di un’identità inquieta”

FOTOGRAFIA EUROPEA 2023

“EUROPE MATTERS: VISIONI DI UN’IDENTITÀ INQUIETA”

XVIII edizione a Reggio Emilia

28 aprile – 11 giugno 2023

Aprono oggi le iscrizioni per le due call più attese del festival di Reggio Emilia: Open Call e Speciale 18/25

Il Festival Fotografia Europea è grandi mostre, è partecipazione cittadina, è incontri, relazioni, workshop ed è anche stimolo, occasione, opportunità di far conoscere il proprio progetto, di misurarsi con un tema ogni volta inedito, di confrontarsi con esperti, giornalisti, galleristi. Questa opportunità inizia domani, grazie all’apertura delle iscrizioni per partecipare alla Open Call internazionale del 2023. EUROPE MATTERS è il centro di tutti i progetti che dovranno pervenire all’indirizzo di Fotografia Europea e le sfaccettature della sua Identità Inquieta saranno i cerchi concentrici che i partecipanti proveranno a raccontare attraverso l’obiettivo. La complessità del cogliere la natura dell’Europea come comunità, le politiche di inclusione ed esclusione, la persistenza delle idee di storia e di cultura nel presente, le nozioni di appartenenza e solidarietà, così come quelle di fragilità e inquietudine, sono gli spunti da cui la diciottesima edizione vuole partire per stimolare riflessioni, creatività e nuove visioni.

Ai lavori più significativi sarà data la possibilità, se selezionati, di partecipare al circuito ufficiale di Fotografia Europea, a Reggio Emilia dal 28 aprile all’11 giugno e di ricevere un premio di € 3000 che servirà a coprire i costi di produzione, installazione, trasporti, vitto e alloggio per i giorni inaugurali. I vincitori potranno così lavorare in contatto con lo staff del Festival alla realizzazione dell’installazione finale. La partecipazione è aperta fino al 16 gennaio 2023 a tutti i fotografi, i curatori e collettivi europei di qualsiasi età e i progetti ricevuti saranno valutati da una giuria composta dal comitato artistico del Festival.

Confermato il supporto di Iren alla Open Call internazionale di Fotografia Europea che, già special sponsor del festival, sposa questo progetto particolare per ribadire l’impegno e dunque il sostegno alla ricerca di nuovi talenti e di nuovi sguardi sulla realtà contemporanea.

Promosso sempre dalla Fondazione Palazzo Magnani insieme al Comune di Reggio Emilia torna anche il progetto formativo Speciale diciottoventicinque, dedicato a ragazzə tra i 18 e i 25 anni (nati tra il primo gennaio 1998 e il 31 dicembre 2004) amanti della fotografia.

Ideato per chi ha voglia di imparare, condividere e confrontarsi con il mondo dell’arte e della fotografia, il format, giunto alla sua dodicesima edizione, costituisce un’opportunità unica per condividere pensieri, linguaggi, visioni, incontrare esperti e ideare insieme a loro un progetto collettivo che farà parte del circuito ufficiale di fotografia Europea 2023 – Europe matters.

Sarà Elena Mazzi, l’artista che quest’anno accompagnerà i giovani partecipanti verso un progetto collettivo e che in 10 incontri li porterà a riflettere su un argomento, osservarlo e studiarlo attraverso la macchina fotografica. Di origini reggiane, Elena ha già conquistato, con i suoi progetti, una posizione di spicco nel panorama artistico contemporaneo, rileggendo poeticamente il patrimonio culturale e naturale dei luoghi e intrecciando storie, fatti e fantasie trasmesse dalle comunità locali. E’ quello che proverà a fare con i ragazzi di questa edizione di Speciale 18/25. Il suo laboratorio prenderà le mosse dallo studio di un’area specifica del territorio reggiano (il Campovolo), per guidare, incontro dopo incontro, i giovani ad una loro personale lettura del luogo indicato, focalizzando l’attenzione sull’ identità dello spazio e sulle sue caratteristiche, sulle particolarità che certi spazi comportano a livello di stato-nazione, e sulle varie realtà e comunità che frequentano l’area. Il risultato sarà un lavoro condiviso, ibrido, a metà tra libro d’artista, manuale tecnico, atlante geopolitico, rivista, fanzine e diario, con contributi testuali e visivi. Per partecipare al progetto è necessario iscriversi inviando entro il 9 gennaio all’indirizzo didattica@palazzomagnani.it il modulo di iscrizione scaricabile da fotografiaeuropea.it insieme a un progetto personale sviluppato precedentemente.

C’è un’altra opportunità ancora aperta, lo ricordiamo, per gli amantə della fotografia, in questo caso per presentare un progetto editoriale: è FE+SK Book Award, il premio dedicato al libro fotografico ideato da Fotografia Europea insieme a Skinnerboox – casa editrice specializzata in fotografia contemporanea – a cui è ancora possibile partecipare inviando il proprio progetto fotografico fino al 16 gennaio 2023.

Tutti i dettagli sulle modalità di partecipazione e le tempistiche sono pubblicati su: ww.fotografiaeuropea.it


Per informazioni: Rosa Di Lecce / Ilaria Gentilini
didattica@palazzomagnani.it call@fotografiaeuropea.it
0522 444441 – 444408

Ufficio stampa Fondazione Palazzo Magnani
Stefania Palazzo, tel. 0522.444409; s.palazzo@palazzomagnani.it