Il PAFF! compie 4 anni: Open Day domani 7 Dicembre con appuntamenti e attività

Il PAFF! compie 4 anni: Open Day con appuntamenti e attività Il 7 dicembre dalle 10 alle 22 con ingresso libero

Alle 11.30 cerimonia in ricordo di Salvatore Oliva

Il 7 Dicembre il PAFF! – Palazzo Arti Fumetto Friuli di Pordenone supera il quarto anno di attività e per l’occasione organizza una giornata di eventi per tutti i gusti e tutte le età: l’apertura è prevista alle 10 e continua fino alle 22, con ingresso gratuito. L’appuntamento è un momento di restituzione per ringraziare la città e il territorio dell’affetto, partecipazione, gradimento che hanno sempre dimostrato verso il PAFF!, uno dei contenitori culturali creativi più dinamici in ambito nazionale che è realizzato da Associazione Vastagamma APS, con il contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia negli spazi messi a disposizione da Comune di Pordenone. Il programma prevede alle 10 l’apertura delle tre mostre: The Spirit of Will Eisner, Tony Wolf – Attenti al Lupo e Nel segno di TEX – Emanuele Barison.

Alle 11.30 cerimonia di scopertura della targa dedicata a Salvatore Oliva, grande appassionato e studioso del fumetto, che è stato tra gli ispiratori della nascita del PAFF!. Alla cerimonia sono state invitate le istituzioni cittadine, la moglie Cristina Colizzi ed è aperta a tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscere il compianto amico. Dalle 15 alle 18, spazio all’intrattenimento e alle attività per le famiglie con i laboratori per i più piccoli e le letture animate proposte in collaborazione con Molino Rosenkranz, le visite guidate alla mostra di Tony Wolf e il taglio della torta di compleanno del PAFF!

Alle 18.30 l’innovativo progetto Allestimento Solidale l’esclusiva opportunità di portarsi a casa (letteralmente), attraverso la forma di un’asta solidale semiseria e non convenzionale, i preziosi allestimenti scenografici – gigantografie, sagome, pannelli – delle mostre passate del PAFF!. Un progetto di economia circolare e responsabilità sociale fermamente voluto dal direttore artistico Giulio De Vita, che prevede anche la donazione gratuita di materiali neutri a scuole, enti e associazioni interessate. E di seguito la festa continua, allietata da un aperitivo, con il dj set di Mary Disastro fino a chiusura.


ITALIENS PR
Cecilia Sandroni
sandroni@italienspr.com

PAFF!
Palazzo Arti Fumetti Friuli
V.le Dante, 33
33170 Pordenone
0434 392941
www.paff.it

Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Galleria Regionale d’arte Contemporanea Luigi Spazzapan: Sottsass/Spazzapan in duetto a Gradisca

Luigi Spazzapan: Torino di notte, 1955,
tempera su cartone, 78×56 cm. Collezione Eugenio Giletti

16 Dicembre 2022 – 30 Aprile 2023

Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Galleria Regionale d’arte Contemporanea Luigi Spazzapan

SOTTSASS/SPAZZAPAN

    Mostra a cura di Lorenzo Michelli e Vania Strukelj, promossa da ERPAC – Servizi Ricerca, Musei e Archivi Storici della Regione Friuli Venezia Giulia.

    Vernice della Mostra: giovedì 15 dicembre 2022, ore 18

    Non c’è biografia, anche breve, su Ettore Sottsass che non citi l’importanza del suo rapporto con il pittore Lugi Spazzapan. Ci si trova dinnanzi ad un dato acquisito, da tutti accettato, sottolineato dallo stesso Sottsass nei suoi scritti autobiografici, ma mai – sino a questa mostra-indagine – compiutamente documentato.

    Per questo “Sottsass/Spazzapan”, in programma dal 16 dicembre 2022 al 30 aprile 2023 alla Galleria Regionale d’Arte contemporanea Luigi Spazzapan a Gradisca d’Isonzo (Gorizia), è una di quelle occasioni realmente da non perdersi per tutti coloro che studiano o semplicemente apprezzano i due maestri, diversissimi per origine, formazione, destino. Eppure strettamente vincolati da un fondamentale momento di tangenza.

    La mostra, a cura di Lorenzo Michelli e Vanja Strukelj, è promossa da ERPAC – Servizi Ricerca, Musei e Archivi Storici della Regione Friuli Venezia Giulia.

    Il trentino Sottsass e l’italo-sloveno Luigi Spazzapan si incontrano a Torino, dove entrambi erano approdati dalle loro terre di origine. Spazzapan, all’epoca della loro frequentazione, è già un uomo (ed un artista) fatto. Quarantenne, arriva a Torino nel 1928, e a Torino resta sino alla morte, trent’anni dopo. Gli inizi torinesi non sono dei più facili: nel capoluogo piemontese Spazzapan era giunto per partecipare al concorso per la decorazione murale del Padiglione della Chimica all’Esposizione Internazionale. Non solo il suo progetto viene bocciato ma per motivi politici gli viene ritirato anche il passaporto. I rapporti con Edoardo Persico e Lionello Venturi, la vicinanza con il gruppo dei Sei, gli permettono di uscire dal suo isolamento. Accanto alle illustrazioni per la “Gazzetta del Popolo”, i suoi disegni, che -ricorda proprio Sottsass- invadono lo spazio del suo studio, rivelano la fulminante energia del suo segno in cui evocazioni espressioniste trovano un inedito dinamismo, mentre nei dipinti esplode il colore: Spazzapan guarda alla Francia, guarda a Matisse. Ma al di là della sua pittura, l’artista ha una sua presa anche per la sua capacità di affabulatore, per la sua carica anarchica, il suo comportamento eccentrico.

    E tra i giovani che guardano a lui come figura di riferimento c’è anche il giovane  Sottass. Ettore, figlio d’arte, con una passione per il disegno e l’architettura, frequenta a partire dalla metà degli anni Trenta lo studio del pittore. E resta affascinato dalla sua arte e dalla sua personalità.

    Scriverà Sottsass di Spazzapan «era un pittore molto bravo, un pittore serio, elegante, aggiornato; sapiente nell’uso dei colori, dei ritmi e dei non ritmi, delle strutture o non strutture. Soprattutto sapeva che cos’è un segno, che cos’è un quadro depositato nel vuoto. Sapeva bene quando il quadro c’è e quando non ci sarà mai».

    Spazzapan è un maestro che non si atteggia a insegnante. I pomeriggi trascorsi nel suo studio fanno da contraltare al rigoroso percorso di studi al Politecnico. Gli fanno acquisire una metodologia, lo allenano ad un continuo interrogarsi sul senso della pittura e sul significato di segno e colore: un’eredità che l’architetto si poterà con sé negli anni.

    La mostra, grazie al prestito di circa 120 opere (tempere, disegni, ceramiche) dal fondo Sottsass conservato allo CSAC dell’Università di Parma, mette in luce indubbie consonanze e incroci e le distanze tra i percorsi dei due artisti. Introdotto da una sezione interamente dedicata a Spazzapan, in cui al patrimonio della Galleria gradiscana si affiancano tre importanti prestiti dalla GAM di Torino, il percorso espositivo si snoda in otto “stanze”. A partire dalle prime prove del giovane Sottsass, ancora iscritto negli ultimi anni Trenta all’ateneo torinese, fino a tutti gli anni Quaranta, il confronto tra i progetti d’interni, i bozzetti per stoffe e tappeti, le illustrazioni dell’allievo e le prove del maestro ci fanno scoprire inattese consonanze: nella energia del segno, nella esplosione del colore. Allo stesso tempo però in questi stessi progetti si vengono a delineare elementi iconici, su cui l’architetto designer lavorerà nei decenni successivi: griglie costruttive, “mandala” che nel tempo si caricano di significati assai più complessi. Al di là della lezione di Spazzapan, le ultime sale della mostra vogliono presentare proprio queste differenti dimensioni di Sottsass che sopravviverà a Spazzapan per decenni e che avrà modo di affrontare orizzonti culturali assai lontani da matrici secessioniste o francesi.

    Il catalogo, edito da Skira, permetterà di seguire il percorso della mostra, attraverso un ricchissimo apparato di immagini e sarà arricchito da numerosi saggi, che inquadreranno questo rapporto secondo differenti prospettive. Ai contributi dei curatori, Lorenzo Michelli, curatore e conservatore della Galleria Spazzapan, e Vanja Strukelj, si affiancheranno interventi di Martina Corgnati, Simona Riva e Francesca Zanella.

    Per informazioni

    Ufficio Stampa della Mostra:
    Studio ESSECI, Sergio Campagnolo 
    www.studioesseci.net 
    +39 049.6634999 
    roberta@studioesseci.net (rif. Roberta Barbaro)

    “Eredi Boggiano”: libro d’artista vincitore dell’Italian Council – Presentazione al MAMbo, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e all’Accademia di Belle Arti di Macerata

    Il libro d’artista “Eredi Boggiano di Cristiano Berti

    L’artista Cristiano Berti prosegue il tour di presentazione: in programma una serie di incontri al MAMbo a Bologna, alla Fondazione Re Rebaudengo a Torino e all’Accademia di Belle Arti di Macerata

    Dopo il primo incontro con l’autore e artista Cristiano Berti alla fiera d’arte contemporanea Artissima a Torino lo scorso 6 novembre, prosegue il tour di presentazione del libro d’artista Eredi Boggiano con tre nuove tappe in Italia. Il libro, edito da Quodlibet e vincitore dell’Italian Council (X edizione, 2021), verrà presentato il 15 dicembre presso il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, in cui l’autore dialogherà insieme al direttore del museo Lorenzo Balbi. Il tour proseguirò poi a Torino alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Previsto inoltre un evento speciale il 6 dicembre all’Accademia di Belle Arti di Macerata: l’autore terrà un seminario dal titolo “Eredi Boggiano. La storia come azione artistica” rivolto agli studenti e aperto al pubblico.

    In tutto il mondo il 2 dicembre si celebra la giornata mondiale contro la schiavitù e nonostante si possa pensare che questo sia un fenomeno ormai superato, le cose stanno in tutt’altro modo, e non solo nei paesi in via di sviluppo o nei regimi dittatoriali. Gli incontri in programma rappresentano quindi un’occasione speciale per il pubblico che potrà incontrare l’artista e autore Cristiano Berti per approfondire questo tema così attuale, in un dialogo costruttivo e denso di spunti di riflessioni.

    Eredi Boggiano forma parte del progetto Cicli futili Boggiano, ideato da Cristiano Berti e composto di tre opere che, oltre a questo originale libro d’artista, comprendono un’installazione artistica e un video. Durante gli incontri l’autore racconterà come ha preso vita il progetto di ricerca durato cinque anni, che vede protagonisti temi come la schiavitù e la libertà, approfonditi con esiti in cui la valenza storica risuona inaspettatamente nell’attualità. Al centro di Eredi Boggiano sono le conseguenze dell’arrivo a Cuba del savonese Antonio Boggiano, sbarcato sull’isola alla fine del XVIII secolo e nel tempo divenuto proprietario di schiavi.

    Secondo il diritto consuetudinario vigente nelle colonie spagnole, alla persona fatta schiava veniva automaticamente dato il cognome del padrone. Il libro, dopo aver ricostruito la biografia di questo antico emigrante, rivolge l’attenzione ai suoi molti schiavi e alle loro discendenze, giunte numerose fino ai nostri giorni. Il titolo del volume allude proprio a questi cittadini cubani il cui cognome italiano è segno di un lontano passato di oppressione e, allo stesso tempo, di identità e unità familiare.

    Di grande ispirazione è infine la conversazione tra l’autore e il critico d’arte Seph Rodney, a chiusura del libro, che evidenzia la natura ibrida del progetto. Rodney ha saputo ben interpretare la forza artistica e propulsiva che ha spinto Berti a intrecciare al groviglio caotico del mistero dei Boggiano la ricerca dell’autodeterminazione e dell’identità dei Caraibi, che fa i conti con un lascito post-coloniale fatto di sfruttamento, schiavismo, ambizione e sradicamento delle proprie origini. Come nella conversazione tra Berti e Rodney, la simbiosi di arte visiva e storia sarà al centro anche degli incontri in programma a Bologna, Torino e Macerata.

    Con questo secondo episodio dei suoi “Cicli Futili“, Berti torna a osservare le sorprendenti connessioni tra la cultura cubana e italiana, già protagoniste del suo precedente libro Gaggini. Le Alpi e il Tropico del Cancro (Quodlibet, 2017), centrato sull’opera dello scultore genovese Giuseppe Gaggini per la città dell’Avana. Ed è proprio durante la ricerca artistica e storica per la stesura del suo primo libro d’artista che Berti scopre l’esistenza di Antonio Boggiano, quale intermediario commerciale tra il conte di Villanueva e lo scultore.

    Progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (X edizione, 2021), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

    BIOGRAFIA CRISTIANO BERTI

    CRISTIANO BERTI (Torino, 1967) è un artista visivo; vive e lavora a Jesi. Adopera principalmente i medium della fotografia, del video e dell’installazione. Tra le personali: Uqbar, Berlino (2017); Villa Croce Museo d’Arte Contemporanea, Genova (2015); Alert Studio, Bucarest (2014); Mole Vanvitelliana, Ancona (2012); P74 Center, Lubiana, Slovenia (2010); Stanica, Zilina, Slovacchia (2008); Carbone.to, Torino (2006, 2003, 2000). Tra le collettive: Paridad Jojaha (3a Bienal Intern. de Asunción, 2020); Récits des Bords de l’Eau (4me Biennale Intern. de Casablanca, 2018); Black Disguises (Museum of Modern and Contemporary Art, Rijeka, 2017); Residual (New Art Exchange, Nottingham, 2015); Overlapping Biennial (5th Biennial of Young Artists, Bucarest, 2012); Roma-Sinti-Kale-Manush (Autograph ABP, Londra, 2012); Da Guarene all’Etna (Fond. Sandretto Re Rebaudengo, Guarene, 2009); Artist-Citizen (49th October Salon, Belgrado, 2008);Speaking Volumes (Holter Museum of Art, Helena, US, 2008); Sexwork (NGBK, Berlino, 2006); BIG 2002, 2.a Biennale Internazionale di Torino (2002). Insegna all’Accademia di Belle Arti di Macerata. 


    INFORMAZIONI UTILI

    Eredi Boggiano di Cristiano Berti
    Edito da Quodlibet
    pp.256
    ISBN: 978-88-229-2008-9
    PREZZO: € 25
    SCHEDA DEL LIBRO: https://www.quodlibet.it/libro/9788822920089

    PAGINA FACEBOOK DEL PROGETTO CICLI FUTILI: www.facebook.com/FutileCycles

    SITO DELL’AUTORE: www.cristianoberti.it

    Progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (X edizione, 2021), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura

    PARTNER: Accademia di Belle Arti di Macerata, Artissima, Museo Nacional di Bellas Artes de Cuba (L’Avana), Instituto de Estudios Crìticos 17 (Città del Messico), University of Texas Arlington (Arlington, USA), Universidad de Màlaga – Facultad de Bellas Artes (Malaga, Spagna), Photography and the Archive Research Centre @University of the Arts London – London college of communication (Londra).

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