ENIT: il turismo impenna per l’immacolata – Oltre 74mila prenotazioni soprattutto da USA e Spagna

IL TURISMO IMPENNA PER L’IMMACOLATA 2022

LE PRENOTAZIONI AUMENTANO PIÙ DEL 100% VERONA (+141,7%), TORINO (+131,3%) PALERMO (+121,1%) ROMA (+89,2%) E TRIESTE (+73,3%)

SI ASSOTTIGLIA IL GAP PER LE PRENOTAZIONI DAGLI USA: LA DIMINUZIONE DEL -4,8% SULLA SETTIMANA 5-11 DICEMBRE 2019 È MOLTO PIÙ CONTENUTA RISPETTO AGLI ALTRI MERCATI DI ORIGINE E AL TOTALE INTERNAZIONALE IN ITALIA

I VIAGGIATORI INTERNAZIONALI CONFERMANO LE PREFERENZE PER L’ITALIA
PER IL PONTE DELL’IMMACOLATA: OLTRE 74 MILA PRENOTAZIONI SOPRATTUTTO USA E SPAGNA

7 Dicembre 2022

Italia in ripresa con prenotazioni in aumento anche fino al 100 per cento in alcune città d’arte.
Per il Ponte dell’Immacolata dal 7 all’11 dicembre le offerte sulle maggiori Ota (Online Travel Agencies) fanno registrane un buon tasso di saturazione delle strutture ricettive.
 
Le prenotazioni delle camere disponibili nelle strutture ricettive sui canali Ota sono attualmente al 35% per la settimana dal 5 al 12 dicembre, una percentuale in crescita rispetto al 19,6% dello stesso periodo del 2021.
Con picchi nelle giornate del ponte dell’immacolata dall’8 al 10 dicembre quando il tasso di saturazione rispettivo raggiunge il 43,8%, il 50,2% e 44,9% contro il 14,6%, 16,7% e 19,7% del 2021.
E’ il turismo montano a trainare la stagione essendo in testa alle preferenze e sempre nelle giornate del ponte supera di gran lunga la media nazionale con il 62,4%, 68,9% e 60,0% della disponibilità prenotate.
Bene anche il lago (8 dicembre 47,4%; 9 dicembre 52,4%: 10 dicembre 49,8%), il turismo culturale (48,3%; 56,1%; 47,8%) e quello termale (51,6%; 53,1%; 46,4%).
I viaggiatori internazionali confermano le proprie preferenze per l’Italia anche in questo anticipo di Natale.
 
Per la settimana dal 5 all’11 dicembre le prenotazioni aeree dall’estero verso l’Italia sono oltre 74mila e aumentano del +57,3% rispetto allo stesso periodo del 2021. 
Sono soprattutto viaggiatori provenienti da Usa e Penisola Iberica. Gli arrivi aeroportuali dall’estero sono trainati dalle provenienze statunitensi (10.689; +37,9% sul 2021) e spagnole per le quali si rileva anche la crescita maggiore rispetto alla stessa settimana 2021 (7.168; +78,8%).
In leggera flessione il dato dalla Francia che, al momento, vede un calo del -4,1%  
L’Italia non raggiunge in questa settimana i volumi dei competitor Spagna e Francia ma li supera per performance di crescita con un +57,3% nella settimana 5-11 dicembre 2022 sul 2021 rispetto a Spagna (+15,5%) e Francia (+42,7%) e Grecia (+48,1%) superate di 10 punti percentuali.
Anche le città d’arte si fanno notare. Al netto dei volumi, le prenotazioni aumentano più del 100% verso Verona (+141,7%), Torino (+131,3%) e  Palermo (+121,1%). Seguono Roma (+89,2%) e Trieste (+73,3%).
“Si stanno raggiungendo i livelli del 2019: se nel complesso per la settimana che copre il ponte dell’Immacolata il risultato complessivo delle prenotazioni aeree verso l’Italia è indietro del -31,7%.  Fa ben sperare invece il dato positivo secondo cu si assottiglia il gap per le prenotazioni dagli USA del -4,8%” dichiara Ivana Jelinic Ceo Enit.


Francesca Cicatelli – resp ufficio stampa Enit –
francesca.cicatelli@enit.it

Direzione Esecutiva
Comunicazione e Ufficio Stampa
VIA MARGHERA 2 – ROMA

Treviso, Museo Civico Luigi Bailo: DA MARTINI A BOLDINI. Due anni di grandi mostre al Museo Bailo 2023 – 2024

Juti Ravenna, Autoritratto come Pierrot (pulcinella?)

Treviso, Museo Civico Luigi Bailo

DA MARTINI A BOLDINI.
Due anni di grandi mostre al Museo Bailo 2023 – 2024

Dopo il successo della mostra su “Antonio Canova Gloria Trevigiana”, il nuovo Grande Bailo conferma, con quattro nuove sale e una programmazione biennale di eventi, la volontà di imporsi tra i punti di riferimento per la conoscenza dell’arte del Novecento in Italia.

Le 4 nuove sale monografiche vengono riservate ad altrettanti artisti trevigiani di valenza nazionale: Nino Springolo (1886 –  1975), Lino Selvatico (1872 –1924), Alberto Martini (1876 –1954) e Giovanni Barbisan (1914 – 1988).

E mentre il Bailo potenzia la sua importante proposta, l’Amministrazione comunale ha annunciato la programmazione biennale che animerà gli spazi riservati alle esposizioni temporanee dello stesso Museo.

“La programmazione che viene presentata per il Museo Bailo – chiariscono il Sindaco di Treviso Mario Conte e l’Assessore ai Beni Culturali Lavinia Colonna Preti –  vuole arricchire il nostro panorama culturale con nuovi grandi eventi, focalizzando l’attenzione anche su artisti cosiddetti “minori”, mantenendo così la missione propria del museo, in un’alternanza efficace tra pittura e scultura che assicurerà nuove emozioni. “DA MARTINI A BOLDINI. Due anni di grandi mostre al Museo Bailo 2023 – 2024” è così un programma che rende manifesto il grandissimo fermento culturale che caratterizza la Città, dai musei alle iniziative che grazie a Istituzioni e Associazioni garantiscono un’offerta ampia e diffusa durante tutto l’anno per i visitatori”. “Ringraziamo i nostri compagni di squadra  – Generali – che attraverso il suo spazio Generali Valore Cultura dà il suo contributo ospitando gli eventi artistici in programma – Camera di Commercio, Prosecco doc e Arper –, autentici co-protagonisti di questa programmazione, il Comune di Oderzo e la Fondazione Oderzo Cultura, con cui abbiamo avviato una proficua collaborazione che, partita con la mostra di Dante, passa attraverso questa nuova ricca sala martiniana al Bailo, che ci vedrà insieme negli eventi per il 70° anniversario della morte dell’artista simbolista nel 2024”. “Si tratta di veri compagni di squadra che rendono possibile progettualità di valore come questa – commenta il Presidente della Camera di Commercio di Treviso – Belluno|Dolomiti Mario Pozza. Un plauso alle imprese che investono assieme a noi Istituzioni. L’arte è la migliore ambasciatrice per valorizzare i nostri luoghi e per rendere consapevoli noi stessi di quanto valore abbia l’arte e il genius loci che ci distingue nel mondo”.

Le mostre in cantiere fino alla fine del 2024 sono 10, con una precisa linea scientifica: una grande mostra l’anno di attrattività nazionale (sull’esempio di quella sul Canova) e una serie di mostre di ricerca ed approfondimento su artisti veneti presenti nelle collezioni museali.  A sistematizzare, grazie ai cataloghi ragionati ed agli studi che ad essi sottendono, una precisa messa a punto su figure di artisti che definire “minori” sarebbe semplicemente un clamoroso errore.

“Dopo Canova la sfida era quella di assicurare una programmazione di respiro, che non si limitasse alla singola mostra ma che garantisse una continuità di cui l’Istituto e la Città, sempre più attrattiva, hanno bisogno – sottolinea il Direttore dei Musei trevigiani Fabrizio Malachin –  Grande scultura con Arturo Martini, ma anche grande pittura. Ecco così le nuove sale del percorso permanente, riservate ad Alberto Martini (preziosa la collaborazione con Oderzo che apre un percorso verso l’anniversario del 2024), Lino Selvatico, Nino Springolo, per passare poi a un omaggio al nostro Juti Ravenna fino a Giovanni Boldini nel 2024″.

IL GRANDE EVENTO

 “Arturo Martini. I capolavori“, con la curatela di Fabrizio Malachin e Nico Stringa, aprirà i battenti il 31 marzo 2023 e resterà al Bailo fino al 30 luglio 2023. Questa retrospettiva giunge a 30 anni dall’ultima mostra trevigiana, dedicata al giovane Martini, a 55 da quella firmata da Bepi Mazzotti e Carlo Scarpa, a 75 dalla prima inscenata subito dopo la morte.

Nel 75° anniversario dalla morte, il Bailo, la casa per eccellenza di Martini, visto che qui si trova la più consistente collezione pubblica dell’artista (140 opere circa), ospiterà la prima grande monografica.

“Sarà la più grande mostra su Martini mai realizzata – precisa Malachin -, un evento che radunerà i grandi capolavori in marmo, bronzo, terracotta, quelle per dirla alla Martini “che pesano tonnellate e sembrano leggere come una piuma”. Non mancherà il Martini più inedito, quello della grafica, della maiolica, e della pittura. Insomma un evento straordinario per conoscere a fondo la portata rivoluzionaria dell’arte di uno dei massimi protagonisti dell’arte europea: Martini sta al ‘900, come Canova all’800, Tiepolo al ‘700 o Tiziano e Palladio al ‘500, uno dei grandi del firmamento dell’arte”.

Per il pubblico sarà un’imperdibile occasione per scoprire un artista trevigiano di nascita ma di respiro internazionale, evidenziando il ruolo e la modernità di Martini nella scultura europea del Novecento.

Per la mostra convergeranno a Treviso i grandi capolavori martiniani, concessi di diversi musei e collezioni italiane e internazionali. A documentare tutte le fasi della creatività dell’artista.

“Giovanni Boldini. Il bello delle donne” (marzo – luglio 2024) sarà la mostra-evento dell’anno al Bailo. Celebri i suoi ritratti, riservati alle personalità del beau mond parigino ed europeo d’inizio secolo. Unici e affascinanti i suoi ritratti delle regine dei salotti dell’ultima Belle Époque. Sintesi magistrale di raffinata arte e psicologia.

Ma Martini e Boldini a parte, la programmazione del Bailo riserva diverse altre sorprese. A cominciare dalla prima retrospettiva riservata ad Antonio Carlini (Treviso, 28 marzo 1859 – 27 luglio 1945).  Carlini può essere l’emblema di quegli artisti che, pur notevolissimi, debbono fama più alle loro azioni che non alle loro creazioni. Nonostante sia stato uno scultore finissimo e prolifico, maestro di Arturo Martini, Carlini è noto e celebrato soprattutto per il suo pioneristico impegno nella tutela del patrimonio artistico. “Carlini scultore s’inserisce – afferma il curatore Malachin – nell’ideale storia della scultura veneta (che non è assolutamente solo regionale visti i suoi protagonisti) come anello di congiunzione tra due mondi, Antonio Canova e Arturo Martini, passando per Luigi Borro, che fu maestro del nostro Antonio. Canova – Borro – Carlini – Martini sono così legati da un’ideale filo rosso che ci consente di scoprire l’evoluzione del linguaggio della scultura moderna e a meglio comprendere Martini che sviluppò la sua straordinaria arte innovativa anche come reazione alle regole carliniane”. 

È stato definito l’Annigoni del primo Novecento. Lino Selvatico, è di lui che si tratta, come Annigoni si specializzò soprattutto nel ritratto, come Annigoni venne invitato a ritrarre teste coronate, come Annigoni seppe elaborare in modo assolutamente originale riferimenti nazionali (Boldini, soprattutto) ed internazionali (Sargent, Gainsborough, Reynolds, Rommey…).

A Selvatico, veneziano di origine ma trevigiano di adozione, i Musei Civici di Treviso, nel centenario della morte riservano una monografica che consentirà di esporre decine di opere ottenute in donazione e in deposito a lungo termine: importante acquisizione che rende il Museo ancor più ricco e attrattivo.

Cinquant’anni fa, il 29 aprile del 1972, moriva a Treviso Juti (Luigi) Ravenna, artista eccellente e attento critico d’arte. Nel cinquantennale della sua scomparsa, i Civici Musei di Treviso gli dedicano una retrospettiva al Museo Bailo, la cui Pinacoteca conserva un suo importante nucleo di opere.  La   pittura di Ravenna viene avvicinata al cosiddetto post impressionismo veneto che accumunò una generazione di giovani artisti gravitanti su Venezia, desiderosi di uscire dagli schemi di un accademismo ancora imperante per avvicinarsi al nuovo che stava lievitando in Europa. I suoi paesaggi veneziani di questi anni, così come successivamente quelli trevigiani, raccontano i luoghi, le luci, le atmosfere attingendo al registro poetico più che a quello documentario.

Nel ’24, ad essere programmate – oltre alla grande mostra su Boldini – sono gli eventi legati ad Alberto Martini in collaborazione con il Comune di Oderzo e Fondazione Oderzo Cultura, a Nino Springolo e a Carmelo Zotti.  Nel caso di Alberto Martini e di Nino Springolo, oltre che di Lino Selvatico –  le mostre andranno ad approfondire e ad ampliare il percorso espositivo stabile del Nuovo Bailo.


In collaborazione con
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Tel. 049.663499
Referente Roberta Barbaro, roberta@studioesseci.net
www.studioesseci.net

Ferrara, Palazzo dei Diamanti: RINASCIMENTO A FERRARA. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa

RINASCIMENTO A FERRARA
Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa
Ferrara, Palazzo dei Diamanti

18 febbraio – 19 giugno 2023

Mostra a cura di Vittorio Sgarbi e Michele Danieli

Organizzata da Fondazione Ferrara Arte (direttore Pietro Di Natale) e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara, in collaborazione con Direzione generale archeologia, belle Arti e paesaggio del Ministero della Cultura, con il patrocinio del Ministero della Cultura

Vernice per la Stampa: giovedì 16 febbraio 2023, ore 12

Per la riapertura dei nuovi spazi espositivi di Palazzo dei Diamanti una grande mostra su Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa

Ercole de’ Roberti: Porzia e Bruto, c. 1490-93
Olio su tavola, cm 48,7 x 34,3
Fort Worth, Kimbell Art Museum

A seguito di un complesso intervento di restauro e riqualificazione, Palazzo dei Diamanti il 18 febbraio 2023 riaprirà i battenti accogliendo la mostra dedicata a due grandi maestri ferraresi del Rinascimento: Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa. L’esposizione costituisce la prima tappa di un progetto più ampio e ambizioso intitolato Rinascimento a Ferrara 1471-1598 da Borso ad Alfonso II d’Este, che indagherà la vicenda storico-artistica del periodo compreso tra l’elevazione della città a ducato e il suo passaggio dalla dinastia estense al diretto controllo dello Stato Pontificio. Gli altri momenti del percorso – idealmente inaugurato dalla rassegna Cosmè Tura e Francesco del Cossa. L’arte a Ferrara nell’età di Borso d’Este, tenutasi a Palazzo dei Diamanti nel 2007 – saranno dedicati ai grandi protagonisti di quella stagione: Mazzolino e Ortolano, Dosso e Garofalo, Girolamo da Carpi e Bastianino.

Le oltre cento opere esposte, provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo, offriranno al pubblico un’occasione unica, e forse irripetibile, per scoprire (o riscoprire) l’arte di due grandi interpreti del Rinascimento italiano: Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa.

Dotato di un incredibile talento compositivo, straordinario per qualità ed espressività emotiva, Ercole de’ Roberti (Ferrara c. 1450 – 1496) era l’erede dell’Officina ferrarese, il più giovane e intelligente tra quanti parteciparono al clima culturale di Palazzo Schifanoia, negli ultimi anni del governo di Borso che proprio allora riceveva il titolo di duca (1471). Operò a più riprese a Bologna, dove lasciò una impronta profondissima, ma non vi è dubbio che a Ferrara trovò l’ambiente più adatto in cui esprimersi durante l’ultimo decennio della sua vita, trascorso alle dipendenze della corte.

Fu Lorenzo Costa (Ferrara 1460 – Mantova 1535), di dieci anni più giovane, a raccoglierne l’eredità e a continuarne lo stile nelle opere giovanili. Ma durante un lungo soggiorno a Bologna la sua pittura mutò in direzione di una maggiore morbidezza, di una classicità calma e distesa. Il mondo stava cambiando, Leonardo e Perugino stavano imponendo una nuova “maniera”, che Costa comprese subito e della quale fu tra i maggiori interpreti, anche dopo il trasferimento a Mantova alla corte dei Gonzaga.

I visitatori potranno seguire la carriera di Ercole attraverso oltre venti opere (di gran lunga il numero maggiore mai riunito), dagli esordi alla compiuta maturità. Tra le prove giovanili saranno presenti gli scomparti del polittico Griffoni, eseguito a fianco di Francesco del Cossa, e i luminosi Ritratti di Giovanni II e Ginevra Bentivoglio che giungeranno da Washington, una commissione che sancisce il prestigio raggiunto nella vicina Bologna. Le sale dedicate agli ultimi anni, quando Ercole dopo il rientro in patria era divenuto pittore di corte degli Este, saranno impreziosite da quattro dipinti di rara raffinatezza, grazie al prestito eccezionale concesso dalla National Gallery di Londra: oltre al dittico che appartenne alla duchessa Eleonora d’Aragona, la Raccolta della manna e l’Istituzione dell’Eucarestia, forse provenienti da una chiesa ferrarese. Dal Kimbell Art Museum di Forth Worth arriva la tavola con Porzia e Bruto che sarà ricongiunta alla compagna con Lucrezia, Bruto e Collatino della Galleria Estense di Modena.

Non meno ricca la selezione di lavori di Costa, che prende avvio dal periodo giovanile, durante il quale il pittore è impegnato in un fruttuoso confronto con Ercole, come dimostrano le Storie degli Argonauti qui riunite per la prima volta. Questa fase, che passa attraverso capolavori come la Natività del Musée des Beaux-Arts di Lione, trova un termine e una sintesi in una serrata successione di straordinarie pale d’altare degli anni Novanta del Quattrocento. Per illustrare il Costa più classicheggiante e pacato sarà in mostra una serena Sacra Famiglia dal Museo di Toledo in Ohio; mentre per documentare il periodo mantovano, finora meno frequentato dagli studi, interverranno la Santa Veronica del Louvre, il Ritratto di cardinale del Minneapolis Institute of Art, sino all’ultima opera nota, la Madonna e santi della chiesa di Sant’Andrea a Mantova, datata 1525.

I due protagonisti saranno affiancati da maestri nobili e da compagni di viaggio contemporanei: Mantegna, Cosmè Tura, Nicolò dell’Arca, Marco Zoppo costituiranno il punto di partenza, mentre Antonio da Crevalcore, Guido Mazzoni, Boccaccio Boccaccino, Francesco Francia e Perugino offriranno una sponda di dialogo lungo il percorso espositivo.

La mostra avrà il suo prologo ideale a Palazzo Schifanoia, dove il giovane Ercole de’ Roberti esordì nel Salone dei Mesi realizzando il mese di Settembre.


Informazioni
tel. 0532 244949 | diamanti@comune.fe.it
www.palazzodiamanti.it

Ufficio Stampa
Ufficio Stampa Fondazione Ferrara Arte
Anja Rossi
comunicazione.ferrararte@comune.fe.it

In collaborazione con
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo www.studioesseci.net tel. 049663499
rif. Simone Raddi simone@studioesseci.net